Intelligence
I capi delle spie britanniche e USA ad un raro evento pubblico per avvertire delle minacce all’ordine mondiale
Il direttore della CIA William Burns e il capo dell’MI6 Sir Richard Moore hanno fatto una rara apparizione congiunta al Financial Times Weekend Festival di Londra il 7 settembre per promuovere la narrativa secondo cui «Putin sta fallendo».
Secondo l’articolo del Financial Times, il Burns e il Moore hanno parlato della «gamma senza precedenti di minacce all’ordine mondiale internazionale, dalla guerra di Putin in Ucraina e dalla campagna di operazioni di sabotaggio della Russia in tutta Europa all’ascesa della Cina e al rapido cambiamento tecnologico».
Moore ha affermato che l’incursione dell’Ucraina nel Kursk russo ha «portato la guerra a casa dei russi comuni», mentre Burns l’ha definita «un risultato tattico significativo». Ciò ha «sollevato interrogativi… in tutta l’élite russa su dove andrà a finire tutto questo», ha detto Burns.
Sostieni Renovatio 21
Sulla Russia, entrambi gli uomini hanno affermato che non vi è alcun segno che la presa del potere di Putin sia diminuita. Ma sarebbe sbagliato «confondere una presa salda sul potere con una presa stabile».
Entrambi hanno anche affermato che sarebbe sbagliato prendere alla leggera le minacce di Putin di un’escalation nucleare, ma che l’Occidente non dovrebbe essere intimidito inutilmente. «Putin è un prepotente e continuerà a usare la sciabola di tanto in tanto», ha detto Burns.
Burns ha affermato che esisteva un «rischio reale» che la Russia avrebbe utilizzato armi nucleari tattiche nei primi mesi della guerra in Ucraina. «C’è stato un momento nell’autunno del 2022 in cui penso che ci fosse un rischio reale di un potenziale uso di armi nucleari tattiche», ha detto, secondo quanto riportato dal Telegraph.
«Il Presidente mi ha mandato a parlare con il nostro omologo russo, Sergei Naryshkin, alla fine del 2022 per chiarire quali sarebbero le conseguenze di questo tipo di escalation, e abbiamo continuato a essere molto diretti al riguardo. Non penso che possiamo permetterci di farci intimidire da questo tipo di minacce o di bullismo, ma dobbiamo esserne consapevoli».
Naturalmente, la Russia non è l’unico obiettivo discusso dalle due super spie angloamericane. Sia Burns che Moore hanno sottolineato che la loro sfida più grande è stata l’ascesa della Cina.
Burns ha affermato che i fondi che la CIA ha dedicato alla Cina sono triplicati negli ultimi tre anni, raggiungendo il 20% del budget dell’agenzia, e che si è recato due volte in Cina nell’ultimo anno per colloqui per «evitare inutili malintesi».
Aiuta Renovatio 21
FT sottolinea che questa è stata la prima volta che i capi della CIA e dell’MI6 sono apparsi insieme a un evento pubblico. Rappresenta anche l’ultima mossa delle agenzie di spionaggio statunitensi e britanniche per uscire dall’ombra per mettere in guardia i Paesi che servono sui crescenti pericoli che il mondo deve affrontare.
A parte l’evento che ha avuto luogo a Londra, un editoriale del FT pubblicato dai due capi dello spionaggio sabato 7 settembre, sottolinea più l’intento della loro apparizione congiunta: enfatizzare la «relazione speciale» tra Londra e Washington per il mondo attuale.
«Oggi collaboriamo in un sistema internazionale contestato in cui i nostri due paesi affrontano una serie di minacce senza precedenti» scrivono di due vertici dell’Intelligence atlantica. «L’ordine mondiale internazionale… è minacciato in un modo che non vedevamo dai tempi della Guerra Fredda».
Combattere questo rischio «è alla base del nostro rapporto speciale… su cui si potrà fare affidamento nel prossimo secolo».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Bizzarria
Boris Johnson dice di aver trovato una microspia nel water dopo che lo aveva usato Netanyahu
Iscriviti al canale Telegram
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Armi biologiche
I servizi di Mosca (ancora) contro i Caschi Bianchi: «spie occidentali e ucraine preparano un attacco chimico false flag in Siria»
I servizi segreti di diversi Stati membri della NATO, insieme alle loro controparti ucraine, stanno pianificando di organizzare un attacco sotto falsa bandiera con armi chimiche in Siria, ha riferito il Servizio di Intelligence estero russo (SVR).
L’agenzia di spionaggio ha affermato che lo scopo della presunta provocazione è quello di incastrare Mosca e il governo di Damasco, che la Russia sostiene da anni.
In un comunicato stampa di martedì scorso, il SVR ha affermato che «proprio una provocazione del genere è attualmente in fase di preparazione da parte dei servizi speciali di alcuni stati membri della NATO e dell’Ucraina, insieme a gruppi terroristici che operano nel nord della Siria, nella provincia di Idlib».
Iscriviti al canale Telegram
La presunta operazione sotto falsa bandiera occidentale potrebbe coinvolgere anche la ONG dei «Caschi Bianchi» – protagonisti di serie TV, vincitori di premi Oscar e di premi internazionali per la Pace – «diventata famosa per aver svolto lavori sporchi per i servizi speciali britannici», ha dichiarato l’agenzia di spionaggio russa.
Non si tratta della prima volta che Mosca accusa i Caschi Bianchi, né che lancia allarmi su possibili false flag chimici orditi da Kiev.
Secondo il documento, «l’idea è di inscenare l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito siriano e del contingente russo in Siria, e poi lanciare una campagna per screditare Damasco e Mosca presso l’ONU e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche». Il comunicato stampa sostiene che la presunta operazione probabilmente coinvolgerà i militanti siriani che sganceranno una bombola esplosiva carica di cloro in un momento in cui gli eserciti siriano e russo stanno conducendo attacchi aerei contro gruppi terroristici nella provincia di Idlib.
Il comunicato suggerisce che successivamente gli attivisti dei Caschi Bianchi sul campo poi presumibilmente manipoleranno le prove video e i resoconti dei testimoni oculari per incastrare Damasco e Mosca. Secondo l’agenzia di spionaggio russa, questi falsi resoconti saranno poi inviati a varie organizzazioni internazionali.
Sin dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, gli Stati Uniti, il Regno Unito e numerose altre potenze occidentali hanno ripetutamente accusato il governo del presidente Bashar Assad di aver utilizzato armi chimiche contro l’opposizione armata e i gruppi militanti.
Con questo pretesto, dal 2014 l’esercito statunitense occupa le zone ricche di petrolio della Siria nordorientale, con basi che nemmeno Trump è riuscito a far sgomberare.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente siriano Assad ha dichiarato che in queste basi avverrebbe l’addestramento di terroristi islamisti, aggiungendo pure di avere le prove. In particolare la base di al-Tanf è divenuta poi oggetto di numerosi attacchi rivendicati da gruppi di resistenza irachena.
Nel 2018, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia hanno lanciato attacchi missilistici contro obiettivi del governo siriano in seguito alle accuse diffuse dai Caschi Bianchi, che accusavano le forze di Assad di aver utilizzato armi chimiche a Douma, vicino alla capitale siriana.
Il governo siriano ha negato con veemenza qualsiasi ruolo nell’incidente. Sia Damasco che Mosca, i cui militari hanno aiutato il governo di Assad a riprendere il controllo su gran parte del territorio precedentemente perso dai militanti, hanno indicato prove che l’attacco fosse stato organizzato.
L’allarme dei servizi russi su un complotto a base di armi chimiche, intrighi internazionali e Caschi Bianchi sembra ripredenre in maniere identica quanto accaduto nel 2018.
Il 13 marzo 2018 – quasi tre settimane prima del presunto attacco di Douma – il capo di stato maggiore delle forze armate russe, Valerij Gerasimov, aveva affermato che l’esercito russo aveva «informazioni affidabili» che suggerivano che i ribelli che detenevano la Ghouta orientale, insieme agli attivisti dei Caschi Bianchi, si stavano preparando a organizzare e filmare un attacco con armi chimiche contro i civili, che il governo degli Stati Uniti avrebbe attribuito alle forze siriane e utilizzato come pretesto per bombardare il quartiere governativo di Damasco.
Nel caso in cui la vita dei militari russi fosse stata minacciata dagli attacchi statunitensi, Gerasimov aveva affermato che la Russia avrebbe risposto militarmente, «sia contro i missili che contro le piattaforme da cui vengono lanciati».
L’8 aprile il ministero degli Esteri russo ha negato che fossero state utilizzate armi chimiche. Pochi giorni dopo, l’esercito russo ha affermato che i membri dell’organizzazione dei Caschi Bianchi hanno filmato un attacco organizzato. Poi, il 13 aprile, il ministero della Difesa russo ha affermato che era stata la Gran Bretagna a organizzare l’attacco per provocare attacchi aerei statunitensi.
Il 26 aprile, i funzionari russi avevano tenuto una conferenza stampa all’Aia dove furono presentaio diversi testimoni apparenti dell’incidente di Douma, arrivati in aereo dalla Siria, dicendo che le vittime segnalate non avevano manifestato sintomi di un attacco chimico.
Aiuta Renovatio 21
L’inviato russo presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) affermò che i video dell’attacco erano poco più di «un video malamente messo in scena che mostra che la finzione per un attacco è completamente infondata».
Il 20 gennaio 2020 la Russia ha convocato una riunione «Arria» (non trattata come un affare formale del Consiglio, cioè) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) dove presentò il punto di vista secondo cui non vi erano prove che armi chimiche fossero state utilizzate a Douma.
Quando l’OPCW accusò il governo siriano dell’attacco nel 2018, lo scorso gennaio, il rappresentante permanente di Mosca presso l’organismo internazionale, Alexander Shulgin, liquidò il rapporto dell’Investigation and Identification Team come un attacco politico costellato di incongruenze e lacune fattuali.
È interessante rilevare che il presunto attacco di Douma generò la giustificazione per altre manovre militari e politiche a livello internazionale.
Nelle prime ore del 9 aprile 2018, venne condotto un attacco aereo contro la base aerea militare siriana di Tiyas. Secondo quanto riferito da Mosca, due jet F-15I israeliani attaccaronol’aeroporto dallo spazio aereo libanese, sparando otto missili, di cui cinque sono stati intercettati. Secondo l’ente britannico anti-Assad Syrian Observatory for Human Rights, almeno 14 persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite.
Il 10 aprile 2018, gli stati membri hanno proposto risoluzioni concorrenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per gestire la risposta all’attacco chimico. Gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito hanno posto il veto a una risoluzione ONU proposta dalla Russia.
La Russia aveva anche posto il veto alla risoluzione proposta dagli Stati Uniti per creare «un nuovo meccanismo investigativo per esaminare gli attacchi con armi chimiche in Siria e determinare chi è responsabile».
Il 14 aprile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno lanciato missili contro quattro obiettivi del governo siriano in risposta all’attacco, sostenendo la necessità di distruggere la capacità della Repubblica Siriana di utilizzare armi chimiche.
La responsabilità siriana dell’uso delle armi chimiche trovò grande scetticismo al di fuori dei Paesi occidentali.
Aiuta Renovatio 21
«Mentre l’esercito siriano ha la meglio nella guerra contro i terroristi armati, non è logico che usi armi chimiche. Tali affermazioni e accuse da parte degli americani e di alcuni Paesi occidentali segnalano un nuovo complotto contro il governo e la nazione della Siria e sono una scusa per un’azione militare contro di loro» disse il ministero degli Esteri iraniano.
L’agenzia di stampa statale siriana Syrian Arab News Agency riportò una fonte del Ministero degli Esteri e degli Espatriati che ha affermato che il presunto uso di armi chimiche da parte della Siria «è diventato uno stereotipo poco convincente, fatta eccezione per alcuni paesi che trafficano con il sangue dei civili e sostengono il terrorismo in Siria».
L’anno prima i Caschi Bianchi erano stati consacrati sull’Olimpo mediatico mondiale grazie al premio Oscar assegnato, tra scroscianti applausi delle stelle di Hollywood, al cortometraggio documentario The White Helmets.
Come riportato da Renovatio 21, Mosca ha accusato Kiev dell’uso di armi chimiche di fabbricazione statunitense, che sarebbero state utilizzate anche in Donbass, un uso sistematico che godrebbe del consenso silenzioso di Washington. Secondo la Russia armi chimiche occidentali sarebbero state usate negli scorsi mesi dall’Ucraina anche a Kursk, la regione russa invasa dalle forze di Kiev.
Negli ultimi giorni l’Intelligence russa aveva lanciato la previsione di un «false-flag «disumano» in preparazione da parte di Kiev.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Intelligence
Morto intossicato alla cena di ex agenti dei servizi segreti italiani ad Hammamet. Il governo: ««tragica fatalità»
Sostieni Renovatio 21
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito1 settimana fa
Monsignor Schneider: papa Francesco ha contraddetto «tutto il Vangelo»
-
Predazione degli organi2 settimane fa
Donna senza attività cerebrale si sveglia dopo aver sentito la voce della figlia
-
Prepping1 settimana fa
50 cose che tutti dovrebbero accumulare per prepararsi al caos
-
Pensiero2 settimane fa
Il lato oscuro di Medjugorje. Intervista a E. Michael Jones
-
Pensiero1 settimana fa
«L’inganno di Medjugorje». E. Michael Jones racconta
-
Vaccini5 giorni fa
Nuovo studio trova un collegamento tra vaccini COVID e gravi problemi cardiaci
-
Salute1 settimana fa
I malori della 39ª settimana 2024
-
Oligarcato2 settimane fa
Macron dalla Comunità di Sant’Egidio parla di guerra e di Nuovo Ordine Mondiale