Connettiti con Renovato 21

Vaccini

Fra vaccinazioni obbligatorie e intimidazioni: il PNPV 2017-2019

Pubblicato

il

La campagna mediatica statuita per far calare un’ombra di terrore e di livore discriminatorio contro quei genitori che hanno scelto, anche con tutte le dovute giustificazioni culturali, di non vaccinare i propri figli contro il morbillo, sembra non avere fine. Se ne è parlato già per due volte consecutive nei precedenti articoli [qui e qui], eppure sembra che questo focoso dibattito non abbia un termine, cosicché, per ravvivarlo senza rischiare di farlo spegnere, si vanno a tirar fuori tutte le più assurde illazioni in materia di scienza e di statistica.

 

Uno degli ultimi impegni concreti a questo proposito lo si è notato nella trasmissione “Nemo“, trasmessa su Rai 2 il 30 Marzo scorso e dove tra un mescolamento di “Nemici di Papa Francesco” e deliri ateistici-liberal surreali di Vittorio Sgarbi, si è parlato anche di vaccini. Il taglio dato al servizio faceva ben comprendere da quale parte lo stesso volesse piegare, nonostante si sia dato spazio anche a qualche genitore contrario alle vaccinazioni di massa, e nonostante si sia cercato di dire che se i “contrari” iniziano a salire di numero forse un motivo ci sarà: se ne deve prendere atto, diceva per l’appunto la conduttrice Valentina Petrini.

 

E infatti dall’alto della Sanità se ne sono accorti. Tant’è che sono già pronte tutte le direttive di dialogo per convincere la popolazione che i vaccini sono buoni, non hanno controindicazioni ma, soprattutto, vanno fatti assolutamente perché le malattie contro le quali dovrebbero agire aspettano tutte al varco, pronte a colpire chiunque non si sia sottoposto a vaccino-profilassi, specie fra i bambini.
Come sono queste direttive di dialogo, vi chiederete. Fondate su studi? No. Fatte in modo democratico? Men che meno. Costituzionalmente ineccepibili? Non se ne parla!Invece che dimostrare, parlare e capire queste rimostranze da parte di tantissimi genitori, il Ministero della Salute, dall’alto dei falsi principi democratici (i quali meno male, a volte, si rivelano: facendo conseguire e comprendere la vera essenza ingannevole della democrazia) ha varato il famoso “Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019” [da ora PNPV], nel quale sono enunciate tantissime “nuove” vaccinazioni fin dalla primissima fascia di età del bambino.

 

La risposta alle perplessità è stata di fatto un’aggiunta immediata dell’oggetto che genera il problema, ergo i vaccini. Ma la cosa sconvolgente riguarda il modo in cui è stato voluto questo Piano Nazionale, contorniato da un’aura di infallibilità e di intimidazione parimenti vergognosa.
Sono infatti stati introdotti e diffusi elementi di confusione degni di una certa intellighenziamediatica, sempre in linea con ciò che è il volere di “Stato”, e vediamo perché.

 

Per prima cosa è doveroso far notare che il PNPV 2017-2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 febbraio 2017, rappresenta solamente un’offerta vaccinale destinata ai cittadini, ma non vale assolutamente come Legge di Stato a sancire un obbligo vaccinale per tutti i vaccini inseriti; seconda cosa, il Piano pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 febbraio 2017  è valso come versione discussa, ma non approvata all’unanimità nella Conferenza Stato-Regioni del 19 gennaio 2017: il testo è stato pubblicato infatti sulla Gazzetta Ufficiale nonostante non si sia raggiunto alcun accordo netto e chiaro fra Stato e Regioni [2]. Le regioni hanno infatti diverse visioni su questa tematica così delicata, che vanno da quelle ferree – per non dire anticostituzionali – di Emilia-Romagna e Toscana, a quelle come la Liguria, il Veneto e l’Umbria dove non si ravvisa alcuna necessità di introdurre obblighi. Fino ad arrivare a Regioni come la Lombardia dove si evidenzia addirittura uno scontro politico tra i vertici della Regione. In ultimo si potrebbe pure menzionare la Calabria, dove è stata emanata una Legge Regionale a ribadire l’obbligatorietà dei soli quattro vaccini obbligatori per Legge nazionale [difterite – tetano – poliomielite – epatite B]. Insomma un potpourri di approcci che a tutto può far pensare fuorché ad un accordo comune e senza scontri. Eppure la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato, senza se e senza ma – almeno apparenti.

 

Il PNPV 2017-2019 rappresenta di fatto un’operazione di marketing vaccinale dove sono definite strategie in grado di raggiungere obiettivi ben precisi sullo scibile umano.
Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) non ha tenuto nascosto di voler impugnare il Piano Nazionale al Tar del Lazio per richiedere la sospensione urgente del provvedimento [3], questo perché trattasi di un piano vaccinale pattuito fra soggetti – pubblici e privati che sono – i quali collaborano costantemente con le case farmaceutiche, non potendo così fungere da garanzia per i cittadini, come ha spiegato l’associazione dei consumatori.
(Prospetto dell’offerta vaccinale inserita nel PNPV 2017-2019 a fronte delle sole vaccinazioni obbligatorie per Legge)
(Prospetto dell’offerta vaccinale inserita nel PNPV 2017-2019 a fronte delle sole vaccinazioni obbligatorie per Legge)

 

Diverse sono pure le incongruenze riscontrabili in questo piano marketing, prima di tutto perché, come già detto, ci si scorda sempre di dire che i vaccini obbligatori per Legge rimangono quattro. Quattro e non plus ultra.
E sono:
vaccinazione contro la difterite – resa obbligatoria con la Legge 6/6/1939 n. 891, cui hanno fatto seguito le Norme per l’attuazione [vaccinazione questa già compresa nel PNPV 2017-2019].
-vaccinazione contro il tetano – resa obbligatoria con la Legge 5/3/1963 n. 292, seguita dal Regolamento di esecuzione del 7/9/1965. La Legge è stata successivamente modificata più volte: 20/3/1968 n. 419; DM 22/3/1975 e DM 16/9/1975. Le ultime modifiche sono state apportate col DM 7/4/1999, con la Circolare Ministeriale 7/4/1999 n. 5 e con il DPR 7 novembre 2001 n. 464 [anche questa compresa nel PNPV 2017-2019].
-vaccinazione contro la poliomielite – resa obbligatoria con la Legge 4/2/1966 n. 51; successivamente fu emanato il DM 25/5/1967, relativo alla quantità e al tipo di vaccino da impiegare in quel momento [vaccino OPV Sabin]. Con il DM del 18 giugno 2002 si passò alla schedula con 4 dosi di vaccino IPV [vaccinazione compresa anch’essa nel PNPV 2017-2019].
-vaccinazione contro l’epatite virale B – resa obbligatoria con la Legge 27/5/1991 n.165, seguita dal Protocollo emanato col DM 3/10/1991 [vaccinazione tranquillamente compresa nel PNPV 2017-2019].

 

Al netto di queste facili illustrazioni, emerge il problema esiziale di tutta la questione vaccini, e cioè che nell’attuale stato di cose non vi è alcuna possibilità per i genitori di sottrarsi al vaccino esavalente nel caso in cui volessero osservare l’obbligo di vaccinazione per tutte quelle obbligatorie. Le inascoltate e numerose segnalazioni da parte dei genitori di bambini i quali hanno appena compiuto i tre mesi sono tante, e viene lamentato di essere costretti a praticare ai propri figli un vaccino esavalente pur avendo deciso di sottoporre i piccoli alle sole quattro vaccinazioni obbligatorie per Legge, poiché non sono disponibili presso le ASL di riferimento i singoli quattro vaccini dei previsti dallo Stato. Non si tratta già di una sbalordente assurdità? Presso le ASL e i centri di vaccinazione pediatrica sono somministrati a tavoletta solo due vaccini: ovviamente esavalenti.
Il più utilizzato è nominato Infanrix Hexa, prodotto e commercializzato dalla GlaxoSmithKline, il quale contiene le quattro vaccinazioni obbligatorie e due facoltative, ossiaantipertossico e anti haemophilus influenzae tipo b;
È disponibile anche il nuovo vaccino esavalente nominato Hexyon, prodotto e commercializzato dalla Sanofi, contenente le stesse sei vaccinazioni sopraelencate, due delle quali, come già detto, “facoltative”; eppure già presenti in questa massiccia dose. Ambedue sono reperibili nel “Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019.

 

Va da sé che vi è un’evidente impossibilità di vedersi somministrare unicamente e singolarmente i quattro vaccini obbligatori per Legge, fatto poi nostro un motivo ben preciso: manca in commercio uno dei quattro vaccini obbligatori, ossia il vaccino singolo antidifterico. Il perché, per ora, lo lasciamo in sospeso.
Così come lasciamo in sospeso l’accanimento di alcune Regioni che, in accordo con il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, consce del fatto di non essere riuscite a cambiare una legge che prevede solo quattro vaccinazioni obbligatorie, nonostante i tentativi mediatici di far apparire il PNPV come qualcosa che sancirà ulteriori obbligatorietà, hanno già proposto e infine stabilito un altro genere di ricatto: tirannico, infondato e a scapito dei bambini.
Cristiano Lugli
Articolo originariamente apparso qui.

Continua a leggere

Epidemie

Gli USA stanno finanziando la creazione di ceppi di influenza aviaria più letali e contagiosi

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Con il pretesto di creare vaccini contro l’influenza aviaria, le agenzie governative statunitensi e i finanziatori privati ​​come la Fondazione Bill & Melinda Gates stanno finanziando la ricerca con guadagno di funzione per rendere i virus dell’influenza aviaria più letali e trasmissibili tra i mammiferi.

 

I funzionari sanitari statunitensi hanno ammesso solo di recente di aver finanziato la ricerca sul guadagno di funzione presso l’Istituto di virologia di Wuhan in Cina, ma per decenni il governo degli Stati Uniti ha finanziato lo stesso tipo di ricerca pericolosa sull’influenza aviaria negli Stati Uniti.

 

E quella ricerca continua ancora oggi.

 

I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), l’Autorità per la ricerca e lo sviluppo avanzato biomedico (BARDA), l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (NIAID), il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) – persino la Fondazione Bill & Melinda Gates — hanno finanziato o stanno finanziando la ricerca per rendere l’influenza aviaria più patogena e/o più trasmissibile tra i mammiferi.

 

Intervenendo al «Kim Iversen Show» del 16 maggio, Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico della Children’s Health Defense, ha affermato di essere preoccupato che gli Stati Uniti stiano «creando agenti di… distruzione biologica» che potrebbero «portarci in un’altra pandemia».

 

Hooker ha fatto eco agli avvertimenti dell’ex direttore del CDC Robert Redfield, che ha suggerito che la prossima pandemia sarebbe stata scatenata da una fuga da un laboratorio che lavorava per umanizzare i virus dell’influenza aviaria.

 

 

Hooker ha detto a Iversen che la Divisione Influenza del CDC ha infettato i furetti con il ceppo di influenza aviaria H5N1 attualmente circolante, quindi ha infettato cellule polmonari umane, per rendere il virus più infettivo per gli esseri umani.

 

La loro giustificazione, ha detto, è quella di essere preparati a un’epidemia zoonotica, in cui un virus proveniente da un uccello o da un altro animale si trasmette all’uomo.

 

«La linea di partito che si sente continuamente è: “bene, dobbiamo sviluppare questi agenti patogeni perché poi possiamo sviluppare le contromisure”: i vaccini, gli anticorpi monoclonali, le terapie», ha detto.

Sostieni Renovatio 21

Il lungo elenco degli studi sul guadagno di funzione sull’influenza aviaria

Il CDC, il BARDA, il NIAID e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno condotto o finanziato studi pericolosi sull’influenza aviaria.

 

Jessica Belser, ricercatrice capo del CDC, è stata coinvolta in numerosi studi che esplorano la patogenicità e la trasmissibilità dei virus dell’influenza aviaria. È coautrice di uno studio del marzo 2024 sul ceppo H5N1 che causa malattie mortali e si trasmette tra furetti co-ospitati.

 

Nel 2020, Belser ha studiato come diversi ceppi del virus dell’influenza H9N2, che presentano differenze genetiche e antigeniche, mostrano diversi modelli di replicazione e trasmissione nei modelli animali di mammiferi. Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha collaborato.

 

Nel 2016, Belser ha studiato come diversi ceppi di influenza aviaria, tra cui H5N1, H7N9 e H9N2, potrebbero infettare le cellule endoteliali polmonari umane.

 

Richard Webby, Ph.D.ricercatore associato al BARDA e direttore del Centro collaboratore dell’OMS per gli studi sull’ecologia dell’influenza negli animali e negli uccelli, è coautore di un articolo del maggio 2024 che studia la suscettibilità e la trasmissibilità nella popolazione suina dell’influenza aviaria ad alta patogenicità derivata da visone.

 

In uno studio del 2017 finanziato dal NIAID, Webby ha testato i vaccini contro l’influenza aviaria sui furetti, infettandoli con il virus selvaggio per determinare l’efficacia dei vaccini.

 

Hooker ha detto a The Defender che questa ricerca è pericolosa perché i furetti «sono immunologicamente molto vicini agli esseri umani… Non è un grande passo avanti per loro entrare improvvisamente nella popolazione umana e iniziare la trasmissione da uomo a uomo».

 

Christine Oshansky, capo del reparto Pandemic Vaccines and Adjuvants presso BARDA, è stata coautrice di uno studio del 2021 sull’influenza H7N9 ad alta patogenicità e di una formulazione di vaccino.

 

Nel 2018, Oshansky ha testato i vaccini H5N1 conservati nelle scorte nazionali di vaccini antinfluenzali per un massimo di 12 anni per determinare se potevano essere efficaci contro i virus influenzali A (H5) divergenti.

 

L’OMS ha finanziato lo studio del maggio 2020, «Potenziale pandemico dei virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità clade 2.3.4.4 A(H5)». Tra i collaboratori figurano il CDC, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e altre organizzazioni. Webby e Yoshihiro Kawaoka, DVM, Ph.D. dell’Università del Wisconsin sono tra gli autori elencati.

 

«Questo è l’enorme pericolo di fare questo lavoro», ha detto Hooker. «Che si tratti di un rilascio accidentale o intenzionale, stai giocando con questi agenti patogeni in modo che fondamentalmente creino varianti infettive per gli esseri umani».

 

La vacca da mungere del vaccino

Hooker ha detto a Iversen che esistono «una miriade di brevetti associati ai vaccini contro l’influenza aviaria [e] agli agenti patogeni dell’influenza aviaria».

 

Kawaoka, il ricercatore finanziato da tempo dal NIAID per condurre ricerche sull’influenza aviaria, ha 78 brevetti nel suo portafoglio, molti dei quali relativi alla vaccinazione contro l’influenza aviaria.

 

Nel 2023, Kawaoka ha depositato brevetti su:

 

  • Mutazioni che conferiscono stabilità genetica a geni aggiuntivi nei virus dell’influenza (US-11802273-B2).
  • Virus influenzali ricombinanti con HA stabilizzato per la replicazione nelle uova (US-11807872 – B2).
  • Una linea cellulare umanizzata (US-11851648-B2).

 

Nel 2022, Kawaoka ha depositato un brevetto per la replicazione del virus dell’influenza per lo sviluppo di un vaccino (US-113906-B2).

 

Richard Bright, ex direttore del BARDA e ricercatore sull’influenza aviaria presso il CDC dal 1998 al 2006, ha un «ampio portafoglio di brevetti su – avete indovinato – vaccini contro l’influenza aviaria», ha detto Hooker. «E così questi profeti di sventura colpiscono le onde radio e spaventano tutti».

 

 

Hooker ha inoltre osservato che Moderna sta sviluppando un vaccino contro l’influenza aviaria basato su mRNA.

Aiuta Renovatio 21

Questo mese gli Stati Uniti hanno allentato le normative sull’influenza aviaria H5N1

Il 6 maggio il governo degli Stati Uniti ha varato una nuova politica per rafforzare il controllo della ricerca finanziata a livello federale sugli agenti patogeni potenzialmente pericolosi, che non entrerà in vigore fino a maggio 2025.

 

La politica classifica la ricerca ad alto rischio in due gruppi, richiedendo valutazioni del rapporto rischio-beneficio e piani di mitigazione per entrambi, con un ulteriore livello di revisione per la ricerca che coinvolge agenti patogeni con un maggiore potenziale pandemico.

 

Secondo Nature, la mossa mira ad affrontare le preoccupazioni relative a una supervisione lassista e a linee guida ambigue, garantendo al tempo stesso che la ricerca critica sulla preparazione alla pandemia e sui progressi medici possa continuare.

 

Con una mossa apparentemente contraddittoria, secondo la Reuters, il 14 maggio i funzionari del governo americano hanno temporaneamente allentato le norme sul modo in cui i laboratori di sanità pubblica e le strutture sanitarie gestiscono, conservano e trasportano i campioni di influenza aviaria H5N1.

 

Questo cambiamento di 180 giorni arriva in risposta alla recente diffusione del virus ai bovini da latte in nove stati degli Stati Uniti.

 

La guida rivista, richiesta dall’Associazione dei laboratori di sanità pubblica, mira a ridurre gli oneri burocratici e consentire al personale di laboratorio di concentrarsi sui test, preparandosi alla possibilità che il virus possa acquisire la capacità di trasmettersi facilmente tra gli esseri umani.

 

John-Michael Dumais

 

© 20 maggio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Reazioni avverse

È ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC

Pubblicato

il

Da

Il dottor Robert Redfield, ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) – l’ente americano per il controllo delle epidemie – è tornato a far parlare di sé, arrivando ad affermare la scorsa settimana che molti funzionari che cercavano di avvertire la popolazione dei potenziali problemi con i vaccini COVID-19 sono stati costretti al silenzio. Lo riporta il giornale statunitense Epoch Times.   Redfield ha quindi dichiarato che è giunto il momento di ammettere gli effetti collaterali «significativi» che danneggiato i vaccinati.   Il dottor Redfield ha espresso queste osservazioni in un’intervista del 16 maggio con Chris Cuomo su NewsNation. Cuomo è stato licenziato dalla CNN per i suoi rapporti con il fratello, governatore dello Stato di Nuova York caduto in disgrazia, e recentemente ha confessato di soffrire di un danno da vaccino lui stesso che durante la pandemia si era speso per attaccare quanti si opponevano a lockdown ed obbligo vaccinale.  

Sostieni Renovatio 21

Nell’intervista con Cuomo il Redfield ha lamentato la perdita di fiducia del pubblico nelle agenzie sanitarie pubbliche a causa della mancanza di trasparenza sui vaccini, che a suo dire «hanno salvato molte vite», ma che hanno reso alcune persone «piuttosto malate».   «Quelli di noi che hanno provato a suggerire che potrebbero esserci effetti collaterali significativi da parte dei vaccini… sono stati cancellati perché nessuno voleva parlare del potenziale problema derivante dai vaccini, perché avevano paura che ciò avrebbe fatto sì che le persone non volessero vaccinarsi», ha detto il dottor Redfield.   Nel suo ruolo di capo del CDC, il dottor Redfield ha preso parte all’operazione Warp Speed dell’amministrazione Trump, un progetto per incrementare lo sviluppo del vaccino contro il COVID-19 in un momento della pandemia in cui si sapeva poco del virus e il rapido lancio del vaccino era ampiamente visto dalle autorità mondiali come la chiave per tenere sotto controllo l’epidemia e revocare i blocchi.   Nel settembre 2020, pochi mesi prima che i primi vaccini contro il COVID-19 venissero somministrati negli Stati Uniti, il dottor Redfield ha testimoniato davanti al Senato che il COVID-19 rappresentava «la sfida di salute pubblica più significativa che la nostra nazione deve affrontare in più di un secolo», e che l’opinione prevalente tra gli scienziati all’epoca era che il tasso di mortalità complessivo della malattia fosse compreso tra lo 0,4 e lo 0,6% negli Stati Uniti.   «Se guardassi adesso, gli individui di età inferiore ai 18 anni, è circa lo 0,01%, da 19 a 69, è più simile allo 0,3%. E se hai più di 70 anni, adesso è circa il 5%», aveva testimoniato all’epoca.   Sebbene vi sia una controversia persistente sulla gravità del COVID-19, uno studio recente stima che il tasso di mortalità globale fosse dell’8,5% nel febbraio 2020 ma fosse crollato allo 0,27% nell’agosto 2022, il che significa che la riduzione del rischio relativo stimata in quel periodo è stata un enorme 96,8%.   Nella sua intervista su NewsNation, il dottor Redfield ha insistito dicendo che i vaccini sviluppati come parte dell’operazione Warp Speed ​​​​sono stati «importanti» e hanno salvato «molte vite». Tuttavia, nonostante i benefici, gli svantaggi dei vaccini devono essere oggetto di discussione aperta, ha affermato.   «Sono importanti per le persone più vulnerabili, quelle con più di 60, 65 anni. In realtà non sono così importanti per coloro che hanno meno di 50 anni o meno. Ma quei vaccini hanno salvato molte vite, ma dobbiamo anche essere onesti, alcune persone hanno avuto effetti collaterali significativi dal vaccino», ha dichiarato l’ex alto funzionario sanitario statunitense.   «Conosco un certo numero di persone che sono piuttosto malate e non hanno mai avuto il COVID, ma sono malate a causa del vaccino», ha detto. «E dobbiamo solo riconoscerlo».

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, le prime esternazioni sulla natura artificiale del virus COVID erano state fatte da Redfield già due anni fa. Un anno fa Redfield aveva dichiarato pubblicamente che la versione di Fauci sull’origine del COVID era «antitetica alla realtà» e di non aver «nessun dubbio» che Fauci abbia finanziato la ricerca Gain of Function che può aver portato alla pandemia.   Più di recente Redfield ha dichiarato che gli esperimenti di guadagno di funzione causeranno una prossima pandemia «molto più brutale» di quella del coronavirus.   Negli USA CDC sta ancora raccomandando che le persone di tutte le età ricevano un vaccino contro il COVID-19, affermando che i potenziali effetti collaterali non superano i potenziali danni derivanti dall’ammalarsi di COVID-19. In un avviso pubblicato a fine aprile, l’agenzia epidemica americana ha nuovamente invitato gli adulti di età pari o superiore a 65 anni a ricevere l’ultima versione dei vaccini.   In Italia, il sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rende noto che «ottobre 2023 ha preso il via la vaccinazione anti COVID-19 per la stagione autunnale e invernale 2023-2024, in contemporanea con la campagna di vaccinazione annuale antinfluenzale».   «La vaccinazione anti COVID-19 si avvale delle nuove formulazioni monovalenti aggiornate alla variante Omicron XBB.1.5 del vaccino a mRNA Comirnaty (indicato a partire dai 6 mesi di età) e del vaccino proteico adiuvato Nuvaxovid (a partire dai 12 anni di età), entrambi approvati da EMA e AIFA». Comirnaty è un nome del vaccino mRNA prodotto da Pfizer.   «Le circolari del ministero della Salute n.25782 del 14 agosto 2023, n.30088 del 27 settembre 2023 e n.37743 del 4 dicembre 2023 indicano i vaccini da utilizzare e forniscono l’elenco dei gruppi di persone a cui è raccomandata e offerta attivamente una dose di richiamo di vaccino» scrive il ancora il sito dell’ISS.   L’elenco prevede:
  • «persone di età pari o superiore a 60 anni»
  • «ospiti delle strutture per lungodegenti»
  • «donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “post partum”, comprese le donne in allattamento»
  • «operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza»
  • «studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali»
  • «tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione
  • «persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave (…)»
 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr.
Continua a leggere

Vaccini

Contaminazione del DNA nel vaccino COVID ha superato di 500 volte i livelli consentiti: studio

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria solleva preoccupazioni sui metodi di test inadeguati per misurare le impurità del DNA nei vaccini mRNA COVID-19. L’esperto di genomica Kevin McKernan ha criticato i metodi dello studio, ma ha sostenuto che la contaminazione è ancora oltre i limiti consentiti e che le attuali normative sono «del tutto inadatte allo scopo».

 

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria solleva preoccupazioni sui metodi utilizzati per testare potenziali impurità del DNA nel vaccino mRNA Comirnaty COVID-19 prodotto da Pfizer e BioNTech.

 

Nello studio pubblicato questo mese su Methods and Protocols, i ricercatori tedeschi Brigitte König e Jürgen O. Kirchner hanno messo in dubbio l’affidabilità della tecnica quantitativa PCR (qPCR) utilizzata da Pfizer-BioNTech per misurare la contaminazione del DNA nel principio attivo del vaccino.

 

I ricercatori hanno sperimentato la dissoluzione delle nanoparticelle lipidiche del Comirnaty. Hanno riscontrato livelli di impurità nel DNA che vanno da 360 a 534 volte superiori al limite di 10 ng (nanogrammi) per dose stabilito dalle autorità di regolamentazione a livello globale.

 

I ricercatori hanno proposto che i metodi di spettroscopia a fluorescenza potrebbero quantificare in modo più affidabile i livelli totali di contaminazione del DNA presenti nel prodotto vaccinale finale pronto per l’uso.

 

Kevin McKernan , direttore scientifico e fondatore di Medicinal Genomics, ha dichiarato a The Defender che, sebbene gli autori abbiano sollevato alcuni punti cruciali riguardanti la contaminazione del DNA nei vaccini mRNA COVID-19 , i coloranti fluorometrici possono essere inaffidabili, portando a letture gonfiate.

Sostieni Renovatio 21

«Un massiccio rilevamento insufficiente delle impurità del DNA»

Produttori come Pfizer-BioNTech utilizzano test di contaminazione del DNA che si basano su un metodo qPCR applicato al principio attivo del vaccino prima che venga combinato con le nanoparticelle lipidiche.

 

König e Kirchner hanno sottolineato che il test qPCR cerca solo un minuscolo segmento di 69 coppie di basi del modello di DNA originale di 7.824 coppie di basi utilizzato per produrre il vaccino mRNA.

 

Ciò significa che Pfizer controlla meno dell’1% del modello originale. Il restante 99% non viene analizzato, con il risultato di «un massiccio sottorilevamento delle impurità del DNA», hanno affermato.

 

I ricercatori hanno anche sostenuto che questo piccolo segmento potrebbe essere distrutto a velocità diverse rispetto al resto dei frammenti del modello di DNA durante il processo di digestione enzimatica, confondendo ulteriormente le misurazioni accurate.

 

Un altro fattore complicante è che la sequenza target della qPCR si sovrappone a una sezione di DNA chiamata promotore T7 utilizzata per produrre l’mRNA. I macchinari o i sottoprodotti cellulari potrebbero legarsi a questa regione del promotore, impedendone il rilevamento tramite il test qPCR.

 

David Speicher, Ph.D., coautore insieme a McKernan e altri di uno studio preprint sui frammenti di DNA nei vaccini COVID-19 di Moderna e Pfizer, ha espresso preoccupazioni simili.

 

La PCR può quantificare solo una particolare sequenza di DNA/RNA presa di mira dai primer utilizzati, ha detto a The Defender. Se ci sono rotture o mutazioni in quella sequenza bersaglio, il «DNA non si amplificherà e i carichi saranno sottostimati».

 

«Si presume anche che il DNA nel vaccino provenga solo dal plasmide e non da batteri o da qualsiasi altra fonte», ha detto Speicher.

 

McKernan ha sottolineato un altro problema: gli enti regolatori consentono alla Pfizer di utilizzare la qPCR per misurare il DNA e la fluorometria per misurare l’RNA.

 

«I regolamenti dell’EMA [Agenzia europea per i medicinali] sono una misurazione raziometrica di RNA:DNA», ha affermato. «I rapporti non dovrebbero essere misurati con pollici per l’RNA e metri per il DNA».

 

Ha detto che Pfizer dovrebbe misurare sia l’RNA che il DNA utilizzando la fluorometria o qPCR. “Quando consentono loro di mescolare e abbinare strumenti come questo, consentono un palese inganno”.

 

McKernan ha anche condiviso una parte della domanda di brevetto di Moderna riconoscendo che la qPCR è inadeguata per misurare piccoli frammenti di DNA.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Non discutiamo più se le iniezioni siano contaminate»

Per evitare le insidie ​​​​della qPCR, che prende di mira solo una piccola frazione del DNA contaminante, König e Kirchner hanno proposto di utilizzare tecniche di spettroscopia a fluorescenza come Qubit per quantificare i livelli totali di DNA nel prodotto finale del vaccino.

 

Questi metodi utilizzano coloranti fluorescenti che si legano specificamente agli acidi nucleici come DNA e RNA.

 

I loro esperimenti utilizzando la tecnica della fluorescenza con Comirnaty hanno rilevato una contaminazione del DNA significativamente superiore al limite di 10 ng/dose dopo la rottura delle nanoparticelle.

 

Figura 2. Quantificazione del DNA totale in lotti di Comirnaty utilizzando la fluorimetria Qubit senza e con l’aggiunta di Triton-X-100 come detergente per disintegrare le nanoparticelle lipidiche contenute nella formulazione del vaccino. Crediti: Brigitte König e Jürgen O. Kirchner.

 

McKernan, che ha scritto sui limiti della fluorometria sul suo Substack, ha invitato alla cautela quando si considerano i risultati di König e Kirchner.

 

«I coloranti fluorometrici possono dialogare tra RNA e DNA in modo tale che grandi quantità di RNA presenti nel vaccino attiveranno il colorante specifico del DNA per fornire qualche segnale dall’RNA», ha detto a The Defender. «Ciò sta portando a letture gonfiate del DNA nel documento di König».

Per affrontare questa preoccupazione, McKernan ha affermato che i ricercatori dovrebbero eseguire un controllo dell’RNasi. L’RNasi è un enzima che cancella l’RNA, quindi non vi è alcuna interferenza da parte dell’RNA durante la misurazione del DNA.

 

Senza questo controllo, König e Kirchner «hanno lasciato una facile superficie di attacco per i loro critici», ha detto.

 

Nella ricerca in preparazione alla pubblicazione, McKernan ha affermato che diversi laboratori che eseguono esperimenti sulla RNasi hanno osservato una riduzione di 10 volte nel segnale del DNA osservata durante l’utilizzo della fluorometria.

 

«Ciò lascia ancora la contaminazione del DNA ben oltre il limite della FDA [US Food and Drug Administration]», ha detto McKernan. Ha sottolineato che la sua «critica spaccata» allo studio non dovrebbe sminuire o far deragliare la richiesta di rivalutare i protocolli di test della contaminazione del DNA per i vaccini a mRNA.

 

«Non stiamo più discutendo se le iniezioni siano contaminate”, ha detto. “Stiamo solo discutendo se siano 10 o 100 volte superiori al limite e quanto variano da lotto a lotto».

Aiuta Renovatio 21

Potenziali rischi di contaminazione del DNA

König e Kirchner hanno espresso il timore che livelli di contaminazione del DNA superiori alle attese possano essere assorbiti nelle cellule umane durante la vaccinazione, con conseguenze sconosciute se il DNA si integrasse nel genoma.

 

Hanno citato il «rischio di mutagenesi inserzionale», in cui segmenti di DNA estranei interrompono le normali sequenze genetiche quando vengono inseriti nel genoma, portando possibilmente a mutazioni e malattie associate come il cancro.

 

Ricercatori come McKernan hanno già determinato che il DNA nei vaccini mRNA COVID-19 include il gene che promuove il cancro del virus scimmiesco 40 (SV40) e sequenze di DNA plasmidico di E. coli rimaste dal processo di produzione del vaccino.

 

In una presentazione di febbraio alla conferenza International Crisis Summit-5, McKernan ha sottolineato che la domanda di brevetto di Moderna per il suo vaccino mRNA contro il COVID-19 riconosceva i rischi di mutagenesi inserzionale.

 

Credito: McKernan Presentazione ICD 2024

 

La stessa domanda di brevetto afferma che la contaminazione del DNA può provocare il cancro:

 

«Il modello di DNA utilizzato nel processo di produzione dell’mRNA deve essere rimosso per garantire l’efficacia delle terapie e la sicurezza, poiché il DNA residuo nei prodotti farmaceutici può indurre l’attivazione della risposta innata e ha il potenziale per essere oncogeno nelle popolazioni di pazienti».

 

McKernan ha affermato nella sua presentazione all’International Crisis Summit che “Siamo sempre cancerosi”. Ha proposto la seguente “ipotesi dei 3 risultati” sugli impatti negativi sulla salute dei vaccini a mRNA:

 

1. Aumento della mutagenesi con contaminazione da plasmidi dsDNA [DNA a doppio filamento].

 

2. Gli effetti della N1-metil-pseudouridina utilizzata per stabilizzare l’RNA, causando linfocitopenia, neutropenia, malattie correlate alle IgG4, etc.

 

3. L’inibizione dei “guardiani del genoma”, i geni che sopprimono il tumore P53 e BRCA1.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Le norme sulla contaminazione del DNA «del tutto inadatte allo scopo»

McKernan ha sottolineato che le attuali normative che regolano il limite consentito di contaminazione del DNA nei vaccini sono «del tutto inadatte allo scopo».

 

«Il pubblico deve sapere che le linee guida sulla contaminazione del DNA presuppongono un’emivita di 5-10 minuti del DNA nudo nel sangue», ha affermato. «Una volta che questo DNA è protetto da nanoparticelle lipidiche, non è più nudo e non si degrada ma trasfetta le cellule».

 

Secondo McKernan, i frammenti di DNA di origine mammifera fanno parte di un «vettore di terapia genica altamente replicativo progettato per produrre di più» e quindi possono autoamplificarsi indefinitamente una volta trasfettati.

 

«A cosa serve un limite di 10 ng se l’industria farmaceutica può far passare una molecola di DNA amplificabile attraverso tale regolamento?» si è chiesto.

 

Le autorità di regolamentazione hanno stabilito il limite di contaminazione del DNA di 10 ng/dose nel 1998.

 

«10 ng è una considerazione extracellulare», ha affermato Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior per Children’s Health Defense. «Se dovessi chiedere quanto DNA estraneo dovrebbe essere consentito all’interno del nucleo, la risposta è zero», ha detto a The Defender.

 

Speicher ha aggiunto che i regolatori ignorano i frammenti lunghi meno di 200 paia di basi perché questi probabilmente non sarebbero problematici se il DNA rimanesse fuori dalle nostre cellule.

 

Per prospettiva, con il DNA nell’intero genoma umano che ha una media di 6,41 pc (picogrammi), Jablonowski ha osservato che «10 ng di DNA rappresentano il nostro intero genoma 1.560 volte».

Sostieni Renovatio 21

«Quanto possono essere sconsiderati con il genoma umano?»

Nonostante le possibili limitazioni, le autorità di regolamentazione europee hanno approvato il metodo qPCR per verificare se Comirnaty soddisfa i limiti di contaminazione del DNA richiesti di 10 ng/dose.

 

Secondo König e Kirchner, a parte i test qPCR del produttore sul principio attivo, «per il vaccino non viene effettuata alcuna ulteriore quantificazione sperimentale del DNA».

 

Gli enti regolatori sostengono che testare il prodotto finale non è fattibile, citando la potenziale interferenza delle nanoparticelle lipidiche che incapsulano l’mRNA.

 

Tuttavia, i ricercatori hanno sottolineato che i produttori possono quantificare con precisione l’mRNA in quelle stesse nanoparticelle. Hanno criticato le autorità di regolamentazione per aver fatto affidamento sui dati qPCR limitati dei produttori e per non aver imposto la quantificazione diretta del DNA totale nel prodotto finale Comirnaty.

 

Dopo che altri scienziati hanno replicato il lavoro di McKernan, le agenzie di regolamentazione come FDA, EMA e Health Canada sono state costrette a riconoscere la presenza di SV40 nei vaccini Pfizer.

 

Tuttavia, secondo McKernan, queste agenzie hanno sostenuto che i frammenti di DNA sono troppo piccoli in lunghezza e quantità per essere funzionali e non hanno adottato alcuna misura per regolamentare ulteriormente o ritirare i vaccini dal mercato.

 

McKernan ha anche sottolineato che prima del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 (NCVIA), il limite di contaminazione del DNA era 1.000 volte inferiore all’attuale limite di 10 ng.

 

Questo allentamento delle normative, insieme allo scudo di responsabilità della NCVIA e ai progressi tecnologici, ha reso la tecnologia di sequenziamento del DNA «100.000 volte più economica», ha affermato, consentendo alle aziende produttrici di vaccini di aggiungere «reagenti di trasfezione [come gli LNP] per garantire che questo DNA entri nelle cellule, può auto-amplificarsi e armeggiare con i circuiti cellulari».

 

McKernan ha detto:

 

«Perché la FDA non sequenzia questi vaccini? Che scusa hanno per non conoscere la sequenza precisa e la frequenza di ogni molecola di DNA e RNA contenuta in un vaccino che intendono iniettare a miliardi di persone? Quanto possono essere sconsiderati con il genoma umano?»

 

Nonostante l’apparente inerzia dell’agenzia, una recente richiesta del Freedom of Information Act da parte di un cittadino canadese ha rivelato «attività allarmanti dietro le quinte», secondo McKernan.

 

«I regolatori stanno dicendo al pubblico di non preoccuparsi della contaminazione ma di affrettarsi internamente per rimuovere questo DNA», ha detto.

 

John-Michael Dumais

 

© 16 maggio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Più popolari