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Feti in barattolo, sacrifici umani: la società post-satanista e i suoi riti su tutti noi

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Come dovevasi dimostrare, la storia del feto nel barattolo trovato in un cespuglio a Bassano è sparita con rapidità impressionante.

 

Nessuna testata, locale o nazionale, ha scritto altri articoli: al massimo un secondo pezzo, a distanza di poche ore dalla rivelazione, per dire che l’ospedale della zona non c’entra niente. Poi, il silenzio.

 

Avevamo già visto questo fenomeno; anzi, lo avevamo già preconizzato: quando trovarono in un capannone in provincia di Bologna quei quaranta barili pieni di feti, Renovatio 21 scrisse già nel titolo che la vicenda si sarebbe inabissata immantinente. Così fu: sepolta.

 

Stessa, medesima cosa stavolta. La storia choc dell’Alto Vicentino è sparita da ogni radar: giornali e giornalisti non sembrano avere grande curiosità per il mistero, che sicuramente qualche copia la farebbe vendere in più rispetto alle giornate in cui si parla di sagre e della Meloni. In pratica, Renovatio 21 è l’unica realtà che sta tornando sulla cosa; quindi il pezzo che state leggendo è un volo verso l’ignoto, verso il mistero, e i suoi tremori.

 

Abbiamo notizie nuove sulla faccenda bassanese? No, cioè sì. Non notizie nuove, ma notizie… vecchie.  Il lavoro che fa Renovatio 21, il lettore lo sa e ci vuole bene anche per questo, è quello di unire i puntini – puntini che stranamente sfuggono sempre alle testate mainstream, quelle con i redattori pagatissimi e magari ampi fondi pubblici a sostegno.

 

Riveliamo, quindi, che circa quattro anni fa, a metà novembre 2019, accadde qualcosa di praticamente identico: un feto in un barattolo trasparente fu trovato in un’aiuola in piazza Benefica, Torino. Ad accorgersi dell’orrore, un signore che passeggiava col cane.

 

Il contenitore, di sette centimetri di altezza e tre di diametro «liquido trasparente di conservazione, con all’interno un feto embrionale. Da un primo esame dei sanitari il feto dovrebbe avere tra le 10 e le 15 settimane» scrisse all’epoca Il mattino. Anche qui, «sull’accaduto indagano i carabinieri».

 

Pochi mesi dopo il Pubblico Ministero che segue il caso chiederà l’archiviazione: «Risolto il giallo del feto in piazza Benefica: risale ad almeno vent’anni fa» titolava trionfalmente La Repubblica. A leggere l’articolo, tuttavia, di risolto pare proprio non vi sia nulla: ci fanno sapere che si tratta di «un feto risalente nel tempo, almeno ai primi anni Duemila, poiché il liquido di formaldeide in cui era conservato non viene più usato da anni, da quando il decreto 81 sulla sicurezza lo ha messo fuorilegge». Per qualche motivo ciò gli fa tirare un sospiro di sollievo e chiudere tutto.

 

«L’inchiesta era stata orientata anche a capire se potesse esserci un reato legato all’aborto» continua Repubblica. «Invece l’esame del feto ha permesso di appurare che si era trattato di un aborto spontaneo, avvenuto prima dei tre mesi di gestazione, e non c’erano tracce che facessero pensare a un aborto indotto e tanto meno a un aborto clandestino. E nulla si è saputo nemmeno sulla provenienza del contenitore — non una provetta professionale ma un barattolo per alimenti».

 

Cioè fateci capire: una signora ha abortito spontaneamente (ma come lo hanno verificato?), messo il bambino in un vasetto alimentare svuotato, pulito e riempito di formaldeide. Nessun reato, niente di straordinario. Circolare.

 

Andiamo avanti con la storia del feto nel barattolo di Torino.

 

Apprendiamo da Repubblica che «in verità, nonostante la maggior parte dei reperti conservati in formalina sia stato distrutto dopo la messa al bando di questa sostanza, negli scantinati delle Molinette e del Sant’Anna sono stati preservati alcuni esemplari anatomici particolarmente significativi dal punto di vista scientifico, con la prospettiva che in futuro possa essere allestito un piccolo museo in cui esporre questo tipo di campioni». Il Sant’Anna è noto alle cronache politiche perché è il luogo dove lavora il ginecologo radicale Silvio Viale, nonché struttura dove nel 2004 si iniziò la sperimentazione della pillola abortiva RU486 – quella per cui il feto può essere espulso nel water di casa, e di lì finire nelle fogne dove lo attendono le fauci di topi, pesci, anfibi della situazione.

 

Tale museo di «campioni», scriveva ancora il quotidiano ora di proprietà della famiglia Agnelli, costituirebbe «un’idea che non ha ancora un progetto definito. In ogni caso anche il feto oggetto dell’inchiesta potrebbe essere conservato lì». E infatti il sostituto procuratore «non ha disposto la distruzione del reperto ma nella richiesta di archiviazione ha scritto al GIP che fosse disposta la restituzione del campione anatomico alla Città della salute, in previsione appunto di una possibile esposizione».

 

Dall’aiuola pubblica il feto del mistero trasloca in spazio museale. Un feto che ha fatto carriera, si direbbe.

 

Mettiamo da parte il proseguo giudiziario, che si è consumato pure con encomiabile velocità: è impossibile non vedere che quella di Torino sia la fotocopia, in tutto e per tutto, di quanto visto a Bassano pochi giorni fa. Un feto imbarattolato, a quanto pare integro, lasciato in un posto pubblico, in mezzo alle piante.

 

Se andiamo indietro nel 2017 c’era stata una segnalazione, rientrata anche quella a tempo di record. In provincia di Benevento, i carabinieri del comando provinciale scattano «a seguito del rinvenimento di un barattolo in vetro, con all’interno un oggetto dalle presunte fattezze di un feto umano (…) I militari ritrovavano il barattolo indicato, che si presentava ermeticamente sigillato e che conteneva al suo interno un liquido di colore rossastro ed un oggetto». Anche qui, siamo nel verde, «in un’area prospiciente il fiume Calore, seminascosto dietro un terrapieno», scrisse Fanpage.

 

Tuttavia, anche stavolta, il caso è risolto subito, subitissimo: «ultimati gli accertamenti tecnici, veniva appurato che l’oggetto contenuto nel barattolo, consisteva in due guanti in tessuto, avvolti tra loro con dello spago che erano stati riempiti con una sostanza spugnosa».

 

Quindi, senza ombra di dubbio, «in base a ciò è stato possibile chiarire, con certezza, la natura del contenuto, ed attribuire il fatto ad uno scherzo di cattivo gusto o ad una “fattura” molto probabilmente legata a motivi sentimentali». Ecco, la storia della «fattura», che chiude l’articolo, inquieta un pochino, tuttavia il titolo – che è quello che la gente davvero legge – rassicura definitivamente il lettore «“Nel barattolo c’è un feto umano”. Ma era solo uno stupido scherzo». La dissonanza cognitiva del lettore democratico è salva, quella del cittadino contribuente pure.

 

Falso allarme, «uno scherzo», «giallo risolto». Oppure silenzio tombale. Strano il destino di queste storie di feti in barattolo, ritrovati qua e là, in luoghi apparentemente privi di significato. O quasi.

 

Andiamo ancora indietro nel tempo di qualche anno: nell’aprile 2006 a Terlizzi (provincia di Bari), in un cimitero, trovano sotterrato maldestramente un feto di sesso maschile di tre mesi: invece che una bara – perché subito si sospetta di una sorta di pietosa sepoltura di un aborto – il piccolo è inserito, guarda che sorpresa, in un barattolo di vetro. Pure stavolta, non manca il dettaglio del liquido: «il feto, sebbene minuscolo, conservato in “formalina” appariva già abbastanza delineato» scrisse a suo tempo il sito Terlizzi Live. Apprendiamo che all’epoca il sostituto procuratore della Repubblica di Trani aprì «un fascicolo d’inchiesta ipotizzando il reato di occultamento di cadavere a carico di ignoti».

 

Al momento, ci fermiamo qua, ma abbiamo la sensazione che potremmo andare indietro ancora molto, e trovare altri casi del genere, in anni precedenti, in altre zone d’Italia, in altri Paesi dell’Europa e del mondo.

 

Parimenti, ci rendiamo conto che siamo gli unici che ad oggi stanno cercando di unire questi puntini: è un pensiero che non ci risulta sia stato già fatto.

 

E quindi, cosa può essere questo fenomeno allucinante dei feti in barattolo piantati in giro per i nostri territori?

 

In assenza di una spiegazione da parte di giornalisti, giudici, deputati, soloni vari – insomma quelli pagati, spesso della Stato moderno, per fare inchieste e dare spiegazioni – qualche ipotesi proviamo a tirarla fuori noi.

 

Sfugge ai più che il laicismo contemporaneo vive le sue «conquiste sociali» come veri fatti religiosi – e ciò è sensibile nel caso dei cosiddetti millennial, generazione cresciuta nel vuoto religioso post-cristiano più marcato, ma non per questo. Provate a parlare con una giovane femminista, o con un suo collega con i capelli colorati e una sessualità più o meno confusa: l’aborto, più che «un diritto», è un dogma. Lo zelo con cui cancellano – cioè negano la parola e l’idea stessa dell’esistenza, come in quella moderna damnatio memoriae che è la cancel culture – chiunque dissenta è incontrovertibilmente qualcosa di assimilabile al puritanesimo, all’iconoclastia, al fondamentalismo, all’estremismo religioso.

 

Un esempio lampante di quanto stiamo dicendo è visibile in una protesta di pochi giorni a Nuova York, dove un gruppo di giovani (con qualche meno giovane) ha inscenato un rito sorprendente, bizzarro assai per protestare contro la sentenza della Corte Suprema che ha abolito la discriminazione razziale (cioè, la preferenza per l’iscrizione degli studenti neri) nelle università a numero chiuso.

 

 

In realtà, rituali inquietanti e incomprensibili si erano già visti nelle proteste del Satanic Temple per difendere l’aborto. Memorabile quella davanti ad una «clinica» di Planned Parenthood, la multinazionale dell’aborto finanziata alla sua fondazione dai Rockefeller, in cui versavano per qualche ragione del latte su delle ragazze che facevano gesti di contrizione.

 

 

Il Satanic Temple è in pratica un’organizzazione di troll di alto livello che portano avanti, con mezzi legali e spettacolari consistenti, l’agenda del laicismo (aborto, omosessualismo, etc.) e della compressione del cristianesimo. Definendosi come una religione, e per questo con grande copertura costituzionale negli USA, chiedono di istituire l’ora di catechismo satanico nelle scuole dei bambini, protestano contro gli alberi di Natale piazzandovi il Serpente dell’Eden, dissacrano la tomba della madre di un predicatore anti-gay, installano un’immensa statua di Satana-caprone che intrattiene due pargoli, cose così.

 

Questa settimana hanno perso una delle loro battaglie: una corte federale ha stabilito che il membri del Tempio satanico non possono portare in tribunale la Sanità del Texas adducendo che l’aborto è un loro diritto religioso, come avevano tentato di dire in una causa per far inceppare la sentenza Dobbs della Corte Suprema che ha tolto l’aborto come diritto federale rinviando la decisione ai singoli Stati dell’Unione. Non si tratta di un’idea nuova: in passato, era emerso che anche sparute operatrici abortiste avevano usato questo argomento (lasciateci fare l’aborto, uccidere bambini è parte della nostra religione), così come la cosa era stata rivendicata anche da un gruppo ebraico, che aveva asserito che la fine dell’aborto federale in USA ledeva la loro libertà religiosa.

 

Chi segue le trovate del Satanic Temple negli anni – riepilogate in un documentario di qualche anno fa chiamato Hail Satan? (2017) non può non aver notato come, in realtà, godano del plauso della sinistra giovanile, che riconosce la bontà delle loro azioni civili a favore del libero feticidio e delle altre cifre della Necrocultura – che è il cuore del goscismo attuale. Per inciso: il Satanic Temple è quello che a fine aprile ha fatto un megaevento luciferista, il Satancon 2023, epperò aperto solo a chi esibiva attestato di avvenuta vaccinazione COVID e mascherina chirurgica N-95. Come possono essere d’accordo quelli del PD?

 

Nel vuoto morale e religioso dell’ultima generazione, portata dalla Cultura della Morte ad odiare la vita e l’umanità, è possibile vedere come in tantissimi finiscano attratti dall’occulto – sia pure tradotto nelle forme «giovanili» di questa generazione. Quindi, se l’aborto diventa un valore, diventa sacro, esso va protetto con un rito – uno che, magari, ci si inventa, o si attinge da precedenti, sempre però riformulando, remixando, come visibile nelle strambe liturgie dei video sopra.

 

Il Satanic Temple ha messo quindi solo un brand sopra un fenomeno che esisteva da anni – quello della trasformazione della Cultura della Morte, con i suoi sacramenti legalizzati dallo Stato moderno, in religione vera e propria, pur ancora senza chiese, papi e testi sacri pubblici, ma intuitivamente diffusa presso un’intera generazione.

 

È per questo che non dobbiamo aver paura di parlare non solo di società post-cristiana, ma pure di società post-satanista. Non c’è più il satanismo di un tempo, il satanismo razionalista dei massoni stile Carducci, il satanismo «personalista» di chi partecipa alle Messe Nere, il satanismo «acido» degli aficionados della musica Metal, e neppure quello dei troll statali visto di recente.

 

Può esserci, che cresce sotto la crosta della società, un nuovo satanismo pragmatico e teologico, una religione post-satanista dove le vecchie tradizioni – i riti macabri, le formule magiche, etc. – sono abbandonate e favore di nuove liturgie che mantengono però integra la più alta componente dell’antireligione, e cioè il sacrificio umano.

 

Il sacrificio umano è illegale: per questo piuttosto raramente, almeno nelle cronache acclarate, i vari gruppi satanici scoperti sono stati trovati colpevoli di uccisioni rituali.

 

Tuttavia, l’omicidio del feto è perfettamente legale: ecco che quindi, un satanismo abortista porterebbe il satanismo al suo ideale primigenio, quello del sacrificio dell’uomo per il dio – cioè, il demone –, ribaltamento del Cristianesimo per cui è Dio a sacrificarsi per l’uomo.

 

Il sacrificio umano quindi va celebrato, ripetuto, pubblicizzato: possiamo pensare che la distribuzione di feti in barattoli trasparenti possa significare anche questo?

 

Forse è così. Ma forse c’è qualcosa di più.

 

I culti pagani di ogni regione del mondo hanno spesso, come noto, insegnamenti e riti riguardo le direzioni geografiche: nelle religioni precolombiane dell’America Settentrionale come dell’America meridionale, così come nella stregoneria europea (compreso il suo revival attuale, la Wicca) il rito contiene, in genere in partenza, un appello alle «potenze» di punti cardinali, dove talvolta dimorano delle vere e proprie entità che agiscono come guardiani.

 

C’è, nelle cose sacre, una disposizione geografica, territoriale.

 

È rimasta anche presso certo cattolicesimo profondo l’usanza di piazzare del sale esorcizzato in vari punti della casa, di modo da tenere lontani dal proprio domicilio i demoni.

 

Di fatto, nel tradizionismo – cioè, in quel mondo che autenticamente frequenta una messa antica – è ancora pienamente visibile come l’atto della benedizione dell’acqua e del sale – necessari per fare l’acqua santa da mettere nelle acquasantiere – sia in realtà un rito di esorcismo.

 

Negli anni ho pubblicato video di questo rito registrato presso la Santa Messa Tradizionale che frequento. Uno di questi, filmato forse un lustro fa, fece un pienone di visualizzazioni, con quantità incredibili di commenti da tutto il mondo. Forse l’algoritmo era impazzito a causa del titolo: exorcismus salis et acquae, esorcismo del sale e dell’acqua, attirando masse di visualizzazioni mai viste – o forse, semplicemente, sono in tanti a riconoscere la potenza e la necessità dell’esorcistato cattolico.

 

Non riesco a trovare quello specifico video ora – potrebbe essere sparito: dovete sapere che quando Facebook chiuse la pagina di Renovatio 21 decise di chiudere anche la pagina della Santa Messa – ma potete accontentarvi di questo.

 

 

 

Chi è stato ad un battesimo secondo la Chiesa tradizionale avrà notato la stessa cosa: il rito è, innanzitutto, un grande esorcismo, cosa evidentissima nella prima parte, dove la «creatura» non può nemmeno entrare nell’edificio sacro.

 

E quindi, come non pensare che uno stesso pensiero rituale, totalmente invertito come da ordinanza diabolica, non sia ora in uso presso un tipo di satanismo che ancora non si è rivelato?

 

I feti nel barattolo piazzati nell’erba sono una parte di un rito? Costituiscono un «sacramento»?

 

Sono forse una forma di rivendicazione del sacro postmoderno (in questa zona facciamo gli aborti!)?

 

Sono segnali, come pietre miliari, di un network di occultismo femminista, o qualcosa del genere?

 

Oppure, scendendo nel numinoso, sono dei totem direzionali, delle effigi dei classici demoni dei punti cardinali?

 

Oppure, ancora più fuori dalla tradizione satanista, agiscono, nella mente di chi li piazza, come delle antenne, come dei modi di diffondere sul territorio il loro significato, il loro «spirito»?

 

Se la Santa Messa – intesa secondo millenaria tradizione – con tutti i suoi riti è una grande opera di esorcismo, cosa stanno tentando di fare nascondendoci sotto il naso sacrifici umani in barattolo? Stanno per caso tentando di controbattere all’esorcismo con un procedimento di ri-possessione demoniaca della Terra?

 

I feti nei barattoli disseminati nelle città e nelle campagne, nei cimiteri e lungo i fiumi sono «antenne» del mondo post-satanista, oppure vere e proprie porte messe lì per fare entrare i diavoli in questo piano dell’esistenza?

 

Dobbiamo collegare questo fenomeno con quello degli aborti connessi ai vaccini? Con le storie delle linee cellulari da feto abortito usate dall’industria alimentare e quella cosmetica? C’è un programma per distribuire, simbolicamente e materialmente, il feticidio in tutto il mondo, dentro i nostri corpi, dietro le nostre case?

 

Sono domande che mi faccio, conscio che non vi sono molti che hanno il coraggio, o forse la fantasia, o forse la determinazione, per farsele.

 

Il lettore, se è arrivato fin qui, probabilmente mi è compagno – e se ne fotte di chi sghignazza, di chi storce il naso, di chi vuole tornare subito ad occuparsi di altro, del solito, delle quisquilie da nerd liturgici, delle geremiadi anti-Bergoglio, delle  litanie monomaniacale antivaccinare, della NATO e di Putin, etc.

 

Perché, davanti ad un essere umano imbottigliato e nascosto – sta intorno a noi – non c’è altra reazione possibile. Se sei un uomo rimasto tale, una donna rimasta tale, non è che puoi evitare di pensarci. Non puoi non chiederti perché. Non puoi non interrogarti fino a perdere ore di sonno. Questa cosa deve avere un senso, occulto quanto volete, ma leggibile. Questa cosa deve essere affrontata.

 

Perché quel feto, che ti guarda attraverso il vetro, è un essere umano. E quel gesto, distribuito nei giardini dietro casa, è un sacrificio umano.

 

Da qualche parte, per risolvere questa cosa, dovremo pure iniziare. Va bene anche solo rendersi conto del fenomeno. E continuare ad unire i puntini.

 

Ognuno aiuto che offrirete in questo senso sarà un gesto pionieristico, rivoluzionario, necessario: perché la battaglia contro il Male, ve ne rendiate conto oppure no, la stiamo combattendo per davvero.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

 

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L’allenatore della Nigeria accusa il Congo: «riti vudù in partita»

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La Nigeria di Osimhen, Lookman e di un’intera schiera di giovani talenti non parteciperà ai prossimi Mondiali. Le Super Eagles sono state eliminate ai calci di rigore dalla Repubblica Democratica del Congo, al termine di un match carico di tensione e sfociato in un finale rovente, con accuse di magia nera africana praticata sul campo. Lo riporta Tuttosport.

 

Per il secondo torneo consecutivo, la nazionale nigeriana resterà esclusa dalla più prestigiosa competizione mondiale, dopo aver preso parte a sei delle ultime sette edizioni. Il Congo, al contrario, proseguirà il suo percorso verso il 2026, qualificandosi per gli spareggi intercontinentali in programma a marzo in Messico. Un playoff che coinvolgerà anche Bolivia e Nuova Caledonia, oltre a squadre da definire dall’Asia e dal Nord America. La partita, tuttavia, passerà alla storia non solo per l’eliminazione, ma anche per lo scontro tra le panchine e per le pesanti accuse lanciate dal commissario tecnico nigeriano Éric Chelle dopo il fischio finale.

 

La Nigeria ha ceduto dal dischetto al termine di 120 minuti conclusi sull’1-1, in un confronto dove la pressione e i nervi tesi hanno giocato un ruolo cruciale. Le prime scintille tra le due staff tecniche sono scoppiate proprio durante la sequenza dei rigori, con certi gesti percepiti come atti provocatori. Il CT delle Super Eagles, Chelle, ha perso la calma negli istanti conclusivi, dirigendosi con aria aggressiva verso la panchina rivale e raccogliendo una bottiglietta dal suolo come se intendesse lanciarla.

 

Un’azione che ha ulteriormente infiammato gli spiriti, già al limite per un’uscita di scena dal peso schiacciante. Per la Repubblica Democratica del Congo, invece, si è trattato di una serata epica: l’accesso agli spareggi intercontinentali tiene vivo il sogno di una qualificazione iridata assente da decenni, risalente all’epoca in cui il Paese era noto come Zaire.

 

La bagarre non è calata nemmeno con il triplice fischio. È stato lo stesso Chelle, intervistato da ESPN, a offrire una ricostruzione choc degli eventi durante i rigori. Il tecnico della Nigeria ha puntato il dito contro presunti «comportamenti occulti» di un elemento dello staff congolese, accusandolo esplicitamente di aver ricorso a pratiche esoteriche per deconcentrare i suoi calciatori.

 

«Durante l’intera serie di rigori, quel membro dello staff della Repubblica Democratica del Congo ha eseguito un rito vudù», ha dichiarato, ancora scosso dalla sconfitta. Chelle ha poi insistito sulla sua interpretazione dell’accaduto: «Ogni volta, ogni volta, ogni volta… È per questo che mi sono innervosito nei suoi confronti».

 

Pressato per chiarire la scena, ha mimato un gesto con il braccio per illustrare ciò che afferma di aver osservato: «Qualcosa di simile… Non so se fosse acqua o altra roba del genere», ha concluso.

 

In realtà accuse di pratiche magiche non sono nuove nel mondo del calcio.

 

Come riportati da Renovatio 21, tre anni fa un’amata di streghe argentinesi adoperò per la vittoria di Messi ai Mondiali. Le streghe calcistiche argentine, fu rivelato, avevano tuttavia paura della squadra francese, in particolare di Kylian Mbappé, ritenendo che una maledizione nei suoi confronti potrebbe rimbalzare loro addosso.

 

Nel 2021 uno scontro sul campo del derby Milan.Inter tra il campione Zlatan Ibrahimovic e il belga di origini congolesi Romelu Lukaku vide lo svedese lanciare accuse di pratiche vudù.«Torna alle tue cazzate vudù… vai, vai dalla mamma» disse Ibra. Il riferimento è forse ad alcune dichiarazione del presidente della squadra inglese dell’Everton, che raccontò un episodio dove Lukaku «ci chiamò dall’Africa, dove stava compiendo un pellegrinaggio, dicendo che in seguito a un rito voodoo una voce gli aveva detto di firmare per il Chelsea».

 

 

Una storia diffusa vuole che Helenio Herrera, il leggendario «Mago» della Grande Inter, fosse profondamente affascinato dall’occulto e dalla parapsicologia: consultava regolarmente cartomanti e astrologi per scegliere date di partite e formazioni.

 

Si dice portasse sempre con sé amuleti, imponesse ritiri «protetti» da riti scaramantici e attribuisse parte dei suoi successi a una sorta di «energia mentale» che studiava con libri esoterici.

 

La commistione tra calcio ed astrologia vi era anche nella storia dell’allenatore svedese di Milan e Roma Niels Liedholm, che usava lo studio esoterico degli astri per decidere quali giocatori far giocare. Il «barone» sosteneva che la Bilancia fosse il segno migliore per un calciatore grazie a caratteristiche come intelligenza, costanza e adattabilità.

 

«Se c’è un segno zodiacale che più degli altri è positivo per un calciatore, questo è senza dubbio la Bilancia. La Bilancia è il segno della intelligenza pratica, della costanza nel raggiungere le mete prefissate, dell’amore per l’ordine, della capacità di valutare rapidamente e serenamente gli eventi, dell’arte di convivere con il prossimo e di quella di sapersi adattare alle situazioni» aveva dichiarato il Liedholm in un numero del Guerin Sportivo del settembre 1975, denotando una conoscenza davvero approfondita.

 

«Una “Bilancia” eccezionale nel calcio è Pelé. Sono “Bilancia” Bobby Charlton, Edstrom, Overath, Sivori, Piola tanto per fare degli esempi. Quando poi in attacco una “Bilancia” si associa ad uno “Scorpione”, allora si realizza l’optimum. I nati sotto il segno dello Scorpione vantano generalmente qualità che sono molto utili per un attaccante. In quanto a determinazione non sono secondi a nessuno. Semmai sono un po’ vulnerabili per l’ambiente che li circonda e una loro inefficienza sul terreno di gioco va più che per altri ricercata nelle contrarietà e nelle polemiche di cui sono oggetto nella vita privata o nell’ambito della società. (…) basta pensare a Hamrin, Riva, Boninsegna, Bigon, Mazzola, Bulgarelli e al giovane D’Amico. Avere in squadra uno “Scorpione” è molto importante».

 

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Immagine di pKirll Venediktov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Common Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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Misteri

Halloween festa di sangue: lista aggiornata dell’orrore

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Non è che potevamo arrivare al 31 di ottobre senza il classico articolo di Renovatio 21 sulla realtà sanguinaria di Halloween.   Vorremo dire che oggi quanto, anno dopo anno, delle origini occulte, pagane se non propriamente satanistiche, di Halloweeno. Tuttavia non resistiamo: certe cose, per questo giornale, sono cicliche ed irrinunziabili. (Tipo, l’articolo di Natale sugli orfani della Signora in blu, quelli su Carol of the Bells, etc.).   I nostri lettori sanno come la pensiamo sulla questione: eccerto, è una festa commerciale, sorta per qualche ragione durante l’era televisiva americana; eccerto, i suoi simboli primari sono demoniaci (la zucca con la candela dentro, Jack O’Lantern, rappresenta un’anima incorsa nell dannazione; traducono «trick or treat» in «dolcetto o scherzetto», ma in realtà significherebbe la minaccia estorsiva «maledizione o sacrificio»).

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Tuttavia, il senso vero di tutto questo carnevale di mostri e demòni, ripetiamo ogni anno, è essenzialmente un’altro: è l’addestramento dell’uomo moderno, e specialmente della giovane generazione, al ritorno del sacrificio umano. Perché, tutto questa panoplia di spiriti e immagini violente, a cosa può ricondurre, se non a questo? Ecco perché è vero, assolutamente, che Halloween è una festa anticristiana.   Sissì, lo abbiamo già detto: il programma è ben steso, vogliono il tributo primigenio, quello che era in uso in ogni angolo della terra (da Cartagine agli Aztechi, dalla Nuova Guinea al paganesimo indoeuropeo più antico) prima dell’avvento del Signore della Vita. Vogliono il sangue degli esseri umani, specialmente quello innocente.   Per cui no, non festeggiamo – e aggiungiamo, rara avis, un complimento alla Repubblica Popolare Cinese, che l’anno scorso sembra aver arrestato a Shanghai chi voleva fare Halloween. Sappiamo che un orologio rotto segna l’ora esatta ben due ore al giorno: l’altra è la legge cinese contro i cosplayer (un’aberrazione terrificante che ha ovvie correlazioni con Halloween).   Detto anche questo, bando alle ciancie e largo al listone del vero orrore di Halloween, aggiornato agli omicidi dell’edizione 2024. Quello 2025 arriva tra un anno giusto. Se sopravviverete a stasera, beninteso.   (Ad ogni modo, ci rendiamo conto che la nostra rubrica sui malori della settimana è ben più spaventosa di Halloween e dei suoi omicidi…)   Notte del 31 ottobre 1957, Los Angeles, California: il veterano della Seconda Guerra Mondiale Peter Fabiano, ex marine, apre la porta convinto di trovare un bambino in cerca di dolcetti. Viene invece colpito a morte da un proiettile sparato a bruciapelo. Le indagini porteranno all’ex amante lesbica della moglie e a una sua complice.   Notte del 30 ottobre 1973, Fond du Lac, Wisconsin: la nove anni Lisa French bussa alla porta del vicino Gerald Turner per il classico «dolcetto o scherzetto». Turner la violenta, l’uccide, la infila in un sacco di plastica e la abbandona in una discarica.   Notte del 31 ottobre 1974, Deer Park, Texas: l’ottoenne Timothy O’Brien mangia una caramella Pixy Stick raccolta durante il giro dei dolcetti. Si accascia, ha convulsioni e muore un’ora dopo in ospedale. A avvelenarlo era stato il padre, per incassare l’assicurazione sulla vita del figlio. L’uomo verrà giustiziato nove anni più tardi.   Notte del 31 ottobre 1975 (un Halloween particolarmente cupo), Greenwich, Connecticut: la quindicenne Martha Moxley viene ritrovata picchiata e accoltellata sotto l’albero di casa. Accanto al corpo, una mazza da golf ferro 6 spezzata in quattro pezzi.

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Notte del 31 ottobre 1979, sobborgo di Sunland-Tujunga, Los Angeles: la sedicenne Shirley Ledford sta rientrando in autostop da una festa di Halloween quando due uomini la caricano sul loro furgone. Non sa di aver incontrato i Toolbox Killers, Lawrence Bittaker e Roy Norris, noti per rapire autostoppiste, torturarle con attrezzi da lavoro e fotografarle durante gli omicidi. Dopo aver seviziato Ledford, ne gettano il corpo sul prato di una casa estranea. Sarà la quinta e ultima vittima della coppia, denunciata da un amico.   Notte del 31 ottobre 1981, Amarillo, Texas: il diciassettenne Johnny Lee Garrett violenta una suora di 76 anni e la uccide a coltellate.   Ancora notte del 31 ottobre 1981, Manhattan, New York: il fotografo Ronald Sisman e la studentessa dello Smith College Elizabeth Platzman vengono picchiati nel loro appartamento di Manhattan e poi uccisi. L’alloggio è stato messo a soqquadro, ma nulla sembra mancare. Sul duplice omicidio circolano teorie che collegano Sisman a una setta responsabile delle uccisioni seriali di Son of Sam. Il giornalista Maury Terry ipotizza persino legami con produttori di snuff movie: ne tratta il documentario Netflix Sons of Sam.   Sempre notte del 31 ottobre 1981, Point Pleasant, Virginia Occidentale: la diciassettenne Maria Ciallella dice al padre che uscirà e tornerà intorno a mezzanotte. Un agente la vede camminare sul ciglio della strada e sta per offrirle un passaggio. Dieci minuti dopo, la ragazza è scomparsa. Il cadavere, fatto a pezzi in tre parti, verrà ritrovato nel 1983 nel giardino della madre del serial killer Richard Biegenwald, il «Thrill Killer» del Jersey Shore.   Notte del 31 ottobre 1992, New Orleans, Louisiana: lo studente giapponese in scambio Yoshihiro Hattori, diretto a una festa di Halloween, si perde e bussa a una porta. Nessuno risponde. Torna alla macchina, la porta si apre: «Siamo qui per la festa», dice il ragazzo. Riceve in risposta un colpo di revolver. Il padrone di casa viene accusato di omicidio colposo ma si appella alla Castle Doctrine, il diritto di usare la forza letale per difendere la propria abitazione. Una giuria lo dichiara non colpevole.   Notte del 31 ottobre 1993, Pasadena, California: tre adolescenti vengono uccisi a colpi di arma da fuoco mentre rientrano da una festa.   Notte del 31 ottobre 1994: il setteenne Tony Bagley, vestito da scheletro, fa «dolcetto o scherzetto» con la famiglia. Un uomo incappucciato irrompe in strada e spara contro i Bagley. Tutti vengono colpiti, il bambino muore in ospedale. Caso irrisolto.   Notte del 31 ottobre 1998, South Bronx, New York: il programmatore Karl Jackson sta andando a prendere il figlio a una festicciola quando il parabrezza della sua auto viene centrato da un uovo. Scende per protestare con i responsabili, che lo inseguono, lo bloccano e gli sparano alla testa.   Notte del 31 ottobre 2002, Università del Minnesota: lo studente Carl Jenkins scompare e viene ritrovato quattro mesi dopo nel fiume Mississippi. Alcuni collegano la morte allo «Smiley Face Killer»: secondo una teoria, tra anni Novanta e Duemila un assassino del Midwest avrebbe ucciso almeno 45 giovani uomini, lasciando in una dozzina di casi graffiti di facce sorridenti vicino ai corpi.

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Notte del 31 ottobre 2004, Napa Valley, California: Leslie Mazzara e Adriane Insogna vengono massacrate nel loro appartamento. L’assassino risulterà essere il fidanzato di una loro amica intima.   Notte del 31 ottobre 2005, Frederica, Delaware: la comunità osserva per ore una macabra decorazione appesa a un albero in piazza pubblica. Solo dopo ci si rende conto che non è un addobbo: è il cadavere impiccato di una donna di 42 anni.   Notte del 31 ottobre 2008, Sumter, Carolina del Sud: il dodicenne T.J. Darrisaw bussa a una porta per «dolcetto o scherzetto» e riceve 29 colpi di kalashnikov, 11 dei quali lo uccidono sul colpo. Padre e fratellino restano feriti ma sopravvivono. L’autore era un trafficante di droga che temeva una rappresaglia di una gang rivale.   Notte del 31 ottobre 2010, Benton Township, Michigan: il sedicenne Devon Griffin rientra a casa dopo la messa e una notte passata fuori. Trova la casa insolitamente silenziosa, va a controllare e scopre il patrigno coperto di sangue a letto. La polizia troverà altri due cadaveri: la madre e il fratello di Griffin. L’assassino era il fratellastro William Liske.   Notte del 31 ottobre 2011, Armstrong, Columbia Britannica: l’18enne Taylor Van Diest manda un SMS al fidanzato: si sente seguita. Viene ritrovata in fin di vita accanto ai binari ferroviari, massacrata di botte. Morirà poco dopo in ospedale.   Notte del 31 ottobre 2012, Michigan: il predicatore John D. White bussa alla roulotte della sua amante, che vive col figlio in un trailer park. La strangola, ne getta il corpo nei boschi, poi torna e veste il bambino con un costume di Halloween.   Notte del 31 ottobre 2013, New York: il 19enne Anthony Seaberry viene ucciso da uno sconosciuto con la maschera di Scream. Caso irrisolto, ma potrebbe essere opera di un uomo responsabile di altre sparatorie, abbattuto dalla polizia quella stessa sera.   Halloween 2023: il weekend registra vittime in varie città. A Tampa, Florida, due morti; a Texarkana, Texas, tre; due ciascuna a Dodge City (Kansas), San Antonio (Texas) e Mansfield (Ohio). Molti decessi derivano da liti scoppiate durante i festeggiamenti, inclusa la strage di Ybor City a Tampa, domenica mattina all’uscita dei bar con decine di persone in costume per strada. A Indianapolis, una sparatoria in una grande festa di Halloween uccide un adolescente e ferisce altri nove tra i 16 e i 21 anni, tutti in condizioni stabili. A Chicago, almeno 15 feriti (due gravi) in una sparatoria contro la folla a una festa. Il responsabile è stato fermato, ma lunedì mattina non erano ancora state formulate accuse.   In Texas, cinque morti e sei feriti in due sparatorie distinte sabato sera. A San Antonio, una 13enne resta ferita e i genitori uccisi durante una festa in casa. Un 20enne arriva, scoppia una lite, inizia a sparare; un 40enne risponde al fuoco. A Texarkana – 724 km più a nord, al confine con l’Arkansas – tre morti e tre feriti in una festa nel retro di un’azienda. Due uomini litigano, estraggono le armi. Nessun arresto. A Cumberland, Maryland, un 17enne ucciso e tre feriti (20-24 anni) in una sparatoria sabato mattina presto.

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Halloweeno 2024: Orlando, Florida (1° novembre 2024, prime ore del mattino), ue persone sono state uccise e altre otto ferite in una sparatoria di massa nel centro di Orlando, durante i festeggiamenti notturni di Halloween. Un adolescente di 17 anni, Jaylen Edgar, è stato arrestato sul posto e accusato degli omicidi. Denver, Colorado: La polizia ha riferito che una sparatoria in una festa in casa nell’area di Denver ha provocato la morte di tre persone. Vancouver Mall, Stato di Washington: Le autorità hanno riferito che un individuo che indossava una maschera tipo Halloween ha sparato mortalmente a una persona in un centro commerciale.   Akron, Ohio (28 ottobre 2024): un adolescente è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti in una sparatoria a una festa di Halloween. Un uomo di 18 anni è stato arrestato, ma i detective stavano ancora lavorando per determinare chi avesse sparato. Aggiungiamo i due ragazzi di 12 anni sono morti in incidenti separati che hanno coinvolto trattori durante attrazioni di «haunted hayride» (giostre spaventose su carri trainati da trattori) nelle settimane precedenti Halloween nel Tennessee e nel Minnesota. Entrambi gli incidenti sono stati fatali, uno il 12 ottobre e l’altro l’11 ottobre. Chiudiamo tutto con un responso che ci viene addirittura dalla scienzah. Una ricerca del Journal of the American Medical Association indica che il rischio di decessi di pedoni è del 43% più alto ad Halloween rispetto a qualsiasi altra notte, e si sono verificati incidenti stradali mortali.   Buoni motivi, anche e soprattutto per gli italiani, per stare a casa. Buonanotte.

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Occulto

Charlie Kirk era stato oggetto di un maleficio pochi giorni prima di essere ucciso

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Un sito web progressista con sede negli Stati Uniti ha pagato delle streghe online per maledire l’attivista conservatore Charlie Kirk pochi giorni prima che venisse ucciso a colpi d’arma da fuoco durante una sessione di domande e risposte tra studenti alla Utah Valley University di Orem, nello Utah. Lo ha rivelato ieri nel suo programma YouTube la celebre giornalista Megyn Kelly.

 

L’articolo del sito di sinistra Jezebel intitolato «Abbiamo pagato alcune streghe di Etsy per maledire Charlie Kirk» è stato pubblicato lunedì. Etsy è una piattaforma di ecommerce dove è possibile comprare lavori di artigianato.

 

Il pezzo voleva offrire uno sguardo ironico e umoristico alla portata e all’influenza di Internet sulle nostre vite, affermando che, sebbene Kirk, che si è costruito un enorme seguito online, sia uno degli «svantaggi» di Internet, quest’ultimo ha anche i suoi «doni», scrive Newsweek.

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«Ora posso acquistare una maledizione con la stessa facilità con cui acquisto un caricabatterie per il telefono. Sul sito mistico Etsy, puoi trovare un incantesimo per quasi tutto», si legge nell’articolo. «Oggigiorno, le streghe non si limitano a soddisfare i rancori personali. E non è raro che canalizzino le loro energie per ostacolare i repubblicani… Vi interessa punire Kirk per gli anni di retorica regressiva che ha urlato ai giovani americani e a chiunque fosse a portata d’orecchio? Qui a Jezebel, stiamo per scoprire se esiste un incantesimo per questo».

 

Quando l’autrice dell’articolo si accinge ad acquistare una maledizione adatta da una strega online su Etsy, afferma chiaramente di non voler fare del male a Kirk.

 

«Voglio essere chiaro: non sto invocando forze oscure per fargli del male. Voglio solo che si svegli ogni mattina con un brufolo inspiegabile. Voglio che il microfono del suo podcast si guasti ogni volta che preme il tasto di registrazione. Voglio che i suoi blazer blu diventino improvvisamente tutti di una taglia più piccoli. Voglio che uno dei suoi calzini gli scivoli sempre giù per il piede. Voglio che il suo pollice diventi troppo grande per twittare. Rovinargli la giornata con il potere femminista collettivo della congrega di Etsy sarebbe la gioia più grande della mia vita».

 

La rivista online ha anche pubblicato una nota dell’editore in cima all’articolo dopo l’uccisione di Kirk, in cui si legge: «questo articolo è stato pubblicato l’8 settembre. Jezebel condanna l’uccisione di Charlie Kirk con la massima fermezza. Non sosteniamo, incoraggiamo o giustifichiamo alcun tipo di violenza politica».

 

Dopo aver lanciato un incantesimo («FATELO ODIARE DA TUTTI»), l’autrice conclude con quella che, a posteriori, sembra una nota di cattivo presagio.

 

«Allora, le mie maledizioni su Etsy hanno funzionato? Solo il tempo potrà dirlo. Le forze si muovono in modi misteriosi e, come mi ha ricordato la Sacerdotessa, “l’incantesimo è una collaborazione tra chi lo lancia, il cliente e l’universo stesso”. Per ora, possiamo solo confidare nei tempi del grande ignoto».

 

La Kelly ha dichiarato martedì nel suo programma radio-internet di essere stata «combattuta» sul fatto di raccontare questa storia «inaspettata» o meno.

 

«Erika e Charlie Kirk sentirono parlare di queste maledizioni, e quella notizia sconvolse profondamente Erika, in particolare. Conosceva la dottrina cristiana sull’argomento, amava Charlie, profondamente, e si spaventò quando sentì parlare delle maledizioni che Jezebel aveva raccolto» racconta la Kelly. Erika Kirk è cattolica; il marito, si mormora, poteva essere vicino ad una qualche conversione al cattolicesimo.

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Secondo quanto racconta, la coppia avrebbe chiesto l’aiuto di un amico (forse, dice, un prete cattolico) che sarebbe andato a casa loro e avrebbe pregato su Charlie – il giorno prima che fosse assassinato…

 

«Evocare il mondo degli spiriti, in particolare quello del Diavolo, può avere conseguenze concrete. Non è una cosa con cui scherzare. Molti cristiani ci credono. È pericoloso. Non è un gioco. È letteralmente malvagio» ha detto la Kelly, e a ragione.

 

Pare chiaro che il malefizio potrebbe essere stato ordinato da una non-credente come spiritosaggine: tuttavia, non sono spiritose, né non-credenti, le persone cui ha commissionato il malefizio, né lo sono le forze che esse servono.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

 

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