Nucleare
Erdogan: è ora di fare chiarezza sullo status nucleare di Israele
La Turchia chiederà agli ispettori internazionali di verificare se Israele possiede armi nucleari, ha annunciato sabato il presidente Recep Tayyip Erdogan.
Parlando ai giornalisti durante il suo volo di ritorno dalla Germania, il vertice dello Stato turco ha osservato che Israele è tra i pochi paesi che non hanno aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968.
Erdogan ha detto che Ankara chiederà all’Agenzia internazionale per l’energia atomica di indagare se lo Stato ebraico disponga di un arsenale nucleare.
«Andare avanti in questo senso è molto importante in termini di bilanciamento degli interessi strategici nella regione. Continueremo a fare pressione», ha dichiarato l’Erdogan. «Le armi nucleari di Israele devono essere ispezionate al di là di ogni dubbio prima che sia troppo tardi. Lo seguiremo fino in fondo. Invito anche la comunità internazionale a non lasciar perdere questa situazione».
Sebbene gli esperti credano ampiamente che Israele mantenga un programma di armi nucleari, il paese non conferma né nega la sua esistenza.
Questo mese il ministro del Patrimonio Amichai Eliyahu ha suscitato indignazione nel mondo musulmano quando ha lanciato l’idea di sganciare una «bomba nucleare» su Gaza. Il primo ministro Benjamin Netahyau ha sospeso il ministro dalle riunioni del gabinetto in seguito ai suoi commenti, che hanno fatto dire al portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che potevano lasciar pensare ad un’ammissione riguardo al possesso di testate atomiche da parte dello Stato Ebraico.
Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa Erdogan aveva accusato Israele di «crimini di guerra» per poi attaccare l’intero mondo Occidentale (di cui Erdogan sarebbe di fatto parte, essendo la Turchia aderente alla NATO e aspirante alla UE) a Gaza «ha fallito ancora una volta la prova dell’umanità».
In settimana il presidente turco aveva invece dichiarato che Israele è uno «Stato terrorista» che sta commettendo un «genocidio». Netanyahu ha risposto accusando il presidente turco di sostenere «lo Stato terrorista di Hamas».
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica Rafael Grossi aveva visitato Israele in un momento di crescenti di tensioni con l’Iran. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh aveva risposto ieri Twitter, riferendosi all’incontro di Grossi con l’allora premier israeliano Bennett, dicendo che «in quanto uno dei firmatari originali del TNP [Trattato di non proliferazione nucleare], l’Iran invita tutti a fare attenzione all’ulteriore erosione della credibilità dell’AIEA».
«Nessuno può tacere sul programma di armi nucleari clandestine di Israele e poi rivendicare l’imparzialità e parlare delle attività nucleari pacifiche dell’Iran» aveva dichiarato il diplomatico.
Due anni fa gli iraniani lamentarono che l’incidente registrato all’impianto nucleare di Natanz a era in realtà un attacco terroristico israeliano. All’epoca vi furono altre esplosioni a centrali nucleari, con il Jerusalem Post a dichiarare che queste potevano «non essere casuali». La ricerca nucleare in Israele invece sta andando avanti.
Lo Stato ebraico, secondo quello che è più di un sospetto, disporrebbe di circa 200 testate atomiche non dichiarate e considerate «illegali» da alcuni esperti in diritto internazionale.
Negli anni Ottanta, il Mossad attaccò aziende tedesche e svizzere che stavano possibilmente rifornendo di tecnologia atomica Paesi limitrofi a Tel Aviv. Gli israeliani arrivarono a bombardare con i jet il reattore nucleare di Osirak, dell’Iraq di Saddam, che era stato costruito con la cooperazione dei francesi.
Da lustri Israele porta avanti un piano di assassinio nei confronti degli scienziati atomici iraniani, alcuni freddati con armi da fuoco, altri con bombe magnetiche messe nella loro auto.
Il caso più eclatante fu tuttavia quello del massimo scienziato nucleare del Paese, Mohsen Fakhrizadeh, trucidato da un robot-cecchino dotato di Intelligenza Artificiale teleguidato via satellite da agenti israeliani.
Il programma nucleare di Ahmadinejad fu fermato dagli sforzi congiunti dei servizi informatici di USA e Israele in un’operazione chiamata «Olympic Games», che aveva infettato i computer che controllavano le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Secondo il documentario americano Zero Days, che raccoglie anonime testimonianze di hacker di Stato USA, gli israeliani procedettero ad un secondo attacco senza informare gli americani, e come risultato si ebbe il virus Stuxnet, che devastò computer di tutto il mondo: anche qui, un virus fuggito da un laboratorio.
Secondo documenti emersi nel 2022, negli anni Ottanta il Pentagono stava preparando una guerra nucleare in Iran.
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Immagine del reattore nucleare di Dimona, Israele di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Tokyo, via libera al riavvio della più grande centrale nucleare al mondo
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
Nucleare
L’ex vertice dell’esercito ucraino vuole le armi nucleari
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