Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Cosa si nasconde dietro le menzogne di Benjamin Netanyahu e le simulazioni di Hamas?

Pubblicato

il

Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

La versione ufficiale della guerra Hamas-Israele suscita più interrogativi che risposte. L’autore dell’articolo mette in rilievo sette importanti contraddizioni. A pensarci bene, Hamas e Benjamin Netanyahu, lungi dall’essere nemici, sembrano agire di concerto, senza riguardo alcuno per le vite dei palestinesi e degli israeliani. Dietro di loro, a tenere le fila ci sono Stati Uniti e Regno Unito.

 

Reagiamo all’attacco a Israele del 7 ottobre e al massacro dei civili palestinesi basandoci sulle informazioni di cui disponiamo; tuttavia la versione ufficiale del governo israeliano e la versione di Hamas ci suonano false.

 

Sette interrogativi di primaria importanza non hanno risposta.

 

1. Come ha fatto Hamas a scavare e attrezzare 500 chilometri di tunnel a 30 metri di profondità senza destare attenzione?

Gli strumenti per le perforazioni sono considerati di uso civile e militare. Non sono fabbricati a Gaza e non possono entrarvi, se non con la complicità dell’amministrazione israeliana.

 

La terra rimossa (un milione di metri cubi) non è stata rilevata dalle ricognizioni aeree. Anche supponendo sia stata sparpagliata un po’ ovunque e sia stata mescolata con quella dei cantieri aperti, è impossibile che per vent’anni i servizi d’intelligence israeliani non abbiano visto nulla.

 

Il materiale per l’aerazione non è considerato di uso militare. È possibile farlo entrare a Gaza, ma il fabbisogno avrebbe dovuto attirare l’attenzione.

 

Il cemento armato necessario per consolidare le pareti dei tunnel non è fabbricato a Gaza; non è considerato di uso militare, quindi può entrare a Gaza, ma l’entità del fabbisogno avrebbe dovuto attirare l’attenzione.

Sostieni Renovatio 21

2. Come ha fatto Hamas ad accumulare un arsenale di queste dimensioni?

Hamas, ramo palestinese della Confraternita dei Fratelli Mussulmani, dispone di grandi quantitativi di razzi e armi da fuoco. Certamente può aver fabbricato parte dei razzi, ma è riuscito comunque a importare, soprattutto dall’Ucraina, nonché a fare entrare nella Striscia di Gaza migliaia di armi da fuoco, a dispetto di scanner ad alte prestazioni.

 

Tutto questo sembra impossibile sia accaduto senza complicità all’interno dell’amministrazione israeliana.

 

3. Perché Benjamin Netanyahu non ha ascoltato quelli che lo avevano avvertito?

Il ministro del controspionaggio egiziano, Kamel Abbas, ha telefonato personalmente a Netanyahu per avvisarlo di un possibile importante attacco di Hamas.
L’amico di Netanyahu, il colonnello Yigal Carmon, direttore del MEMRI, lo ha personalmente avvisato di un possibile importante attacco di Hamas.

 

La CIA ha inviato a Israele due rapporti che mettevano in guardia su un possibile importante attacco di Hamas. – Il ministro della Difesa, Yoav Galland, è stato silurato per aver messo in guardia il governo sulla «tempesta perfetta» preparata a Hamas.

 

4. Perché Benjamin Netanyahu la sera del 6 ottobre ha smobilitato le forze di sicurezza?

Il primo ministro ha autorizzato la riduzione del servizio delle Forze di sicurezza in occasione delle feste di Sim’hat Torah e di Chemini Atseret. Al momento dell’attacco non era in servizio personale sufficiente a sorvegliare la barriera di sicurezza attorno a Gaza.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

5. Perché il mattino del 7 ottobre i responsabili della Sicurezza sono rimasti chiusi nella sede dello Shin Bet?

Il direttore del controspionaggio (Shin Bet), Ronen Bar, aveva convocato per le ore 8 del 7 ottobre una riunione dei responsabili di tutti i servizi di sicurezza per esaminare il secondo rapporto della Cia su un’importante operazione che Hamas stava preparando. L’attacco è iniziato il giorno stesso, alle 6.30. I responsabili della sicurezza hanno reagito soltanto alle 11.00.

 

Cos’hanno fatto questi responsabili durante l’interminabile riunione?

 

6. Chi ha attivato la Direttiva Hannibal e perché?

Quando le Forze di sicurezza hanno iniziato a reagire, le Forze di Difesa Israeliane (FDI) hanno ricevuto l’ordine di applicare la Direttiva Hannibal.

 

È una linea di condotta che impone di non lasciare soldati israeliani in ostaggio ai nemici, anche a costo di ucciderli. Un’inchiesta della polizia israeliana dimostra che l’aeronautica militare israeliana ha bombardato la folla che fuggiva dal rave party Supernova. Una parte rilevante dei morti del 7 ottobre non sono quindi vittime di Hamas, ma della strategia israeliana.

 

Ma la Direttiva Hannibal si applica, in teoria, soltanto ai soldati. Chi ha deciso di bombardare una folla di civili e perché?


Oggi non è possibile stabilire con certezza quali israeliani uccisi dagli assalitori e quali dalle forze armate del loro Paese.

 

7. Perché le forze occidentali minacciano Israele?

Il Pentagono ha schierato due gruppi navali guidati rispettivamente dall’USS Gerald Ford e dall’USS Eisenhower, nonché un sottomarino che trasporta missili da crociera, l’USS FloridaHaaretz ha menzionato una terza portaerei. Gli alleati degli Stati Uniti (Arabia Saudita, Canada, Spagna, Francia e Italia) hanno posizionato cacciabombardieri nella regione.

 

Queste forze sono posizionate in modo non di minacciare la Turchia, il Qatar o l’Iran — che la stampa occidentale accusa di essere implicati nell’attacco di Hamas — ma al largo di Israele, a Beirut e Hamat. Accerchiano Israele. Solo e soltanto Israele.

Aiuta Renovatio 21

Cosa nascondono questi misteri?

È evidente che la versione sostenuta da Hamas e quella sostenuta da Israele sono false. Dobbiamo prendere in considerazione altre spiegazioni per non farci manipolare, né dagli uni né dagli altri.

 

Formuliamo un’ipotesi. Non ci sono elementi che la provino, ma, a differenza della versione che oggi tutti condividono, è compatibile con i fatti. Quella che proponiamo è perciò migliore di quella che ci propinano. È un’ipotesi molto scioccante, ma solo chi è in grado di rispondere alle sette domande esposte in precedenza può escluderla.

 

La nostra è un’interpretazione basata sull’analisi della complessità della struttura di Hamas, i cui combattenti ignorano quel che tramano i leader. Eccola:

 

L’insieme dell’operazione di Hamas e di Israele è pilotata dagli statunitensi, forse è diretta dallo straussiano Eliot Abrams (1) e dalla sua Vandenberg Coalition (think tank erede del Project for a New American Century). La Confraternita dei Fratelli mussulmani e i sionisti revisionisti, che in apparenza si fanno una guerra spietata, sono in realtà complici, a spese dei combattenti di base di Hamas, del popolo palestinese e dei soldati israeliani.

 

Questo il loro piano: Hamas è presentato come unica forza che resiste all’oppressione dei palestinesi, ma consente a Israele di liquidare la speranza di uno Stato palestinese; mentre la Confraternita dei Fratelli mussulmani, aureolata del sacrificio dei palestinesi, prende il potere nel mondo arabo.

 

I capi della branca militare e della branca politica di Hamas sono entrambi subordinati alla Guida della Confraternita dei Fratelli Mussulmani a Gaza, Mahmoud Al-Zahar (successore di sceicco Ahmed Yassin), di cui però nessuno parla. Dal suo punto di vista la Confraternita sarà la grande vincente del «Diluvio di Al Aqsa», anche se Gaza sarà completamente rasa al suolo e i palestinesi cacciati dalla loro terra.

 

Ricordiamo che Hamas è oggi diviso in due fazioni. La prima, sotto l’autorità di Ismael Haniyeh, segue la linea della Confraternita. Non ha per obiettivo né la liberazione della Palestina dall’occupazione israeliana né la fondazione di uno Stato palestinese; aspira alla fondazione di un Califfato che regni su tutti i Paesi del Medio Oriente. La seconda fazione, sotto l’autorità di Khalil Hayya, ha abbandonato l’ideologia della Confraternita e combatte per mettere fine all’oppressione del popolo palestinese da parte degli israeliani.

 

La Confraternita dei Fratelli Mussulmani è una società segreta politica, organizzata dai servizi dell’Intelligence britannica sul modello della Grande Loggia Unita d’Inghilterra (2). È stata progressivamente recuperata dalla Cia, al punto da essere rappresentata all’interno del Consiglio di sicurezza interna degli Stati Uniti. Dopo il crollo dei regimi islamisti della primavera araba, la Confraternita si è divisa in due fazioni: il Fronte di Londra, attorno alla Guida Ibrahim Munir (morto un anno fa), che propone di uscire dalla crisi abbandonando il campo politico per ottenere la liberazione dei prigionieri in Egitto; il Fronte d’Istanbul, diretto dalla Guida ad interim Mahmoud Hussein, che non vuole cambiare nulla e continuare a combattere per l’istaurazione del Califfato.

 

Un terzo gruppo cerca una via intermedia, proponendo di abbandonare la politica solo per il tempo necessario a ottenere la liberazione dei prigionieri, salvo poi riprenderla con maggiore vigore.

 

I Fratelli mussulmani combattono per prendere il potere in tutti gli Stati arabi, come fecero nel 2012-13 in Egitto.

Sostieni Renovatio 21

Ricordiamo che, diversamente all’opinione diffusa in Occidente, Mohamed Morsi non fu democraticamente eletto presidente dell’Egitto; le elezioni furono vinte dal generale Ahmed Chafik. La Confraternita minacciò di morte i membri della commissione elettorale e le loro famiglie. Sicché, dopo 13 giorni di resistenza, la commissione proclamò presidente Morsi, nonostante il risultato delle urne. Nel 2013, 40 milioni di egiziani manifestarono contro Morsi chiedendo l’intervento delle forze armate per liberare l’Egitto dai Fratelli Mussulmani. Questo fece il generale Abdel Fatah Al-Sisi.

 

Oggi i Fratelli Mussulmani sono al potere solo in Tripolitania (Libia occidentale), per volontà della NATO. Sono benaccetti in Qatar e in Turchia (che non è uno Stato arabo). Sono stati dichiarati fuorilegge nella maggioranza degli Stati Arabi, in particolare in Arabia Saudita (dopo che nel 2013 tentarono di rovesciarne il monarca) e negli Emirati Arabi Uniti (innescando la crisi tra il Qatar e gli altri Stati del Golfo). Ma soprattutto in Siria (il cui governo tentarono di rovesciare nel 1982 e a cui fecero guerra dal 2011 al 2016, a fianco della Nato e di Israele). Sono sul punto di essere banditi anche in Tunisia, che hanno guidato per un decennio.

 

Se il vero obiettivo del massacro non è lo statuto della Palestina, ma il governo degli Stati arabi, dobbiamo aspettarci un’ondata di cambiamenti di regime nel Medio Oriente a beneficio della Confraternita. Per farla breve, dobbiamo aspettarci una sorta di seconda primavera araba (3).

 

Come accadde durante la primavera araba, anche oggi i servizi britannici si occupano della comunicazione della Confraternita. Ci si ricordi di come sponsorizzarono in Libia il Fratello Abdelhakim Belhaj (4) o delle magnifiche invenzioni per accreditare la sequela di gruppi jihadisti siriani. Tutto confermato da fughe di notizie del Foreign Office.

 

Oggi hanno creato un nuovo personaggio, Abou Obeida, portavoce dell’organizzazione combattente a Gaza. Questo personaggio, sconosciuto fino a poco tempo fa, è improvvisamente diventato una star nel mondo mussulmano, dove vanno a ruba i poster con la sua immagine. A lungo formato all’arte oratoria, maneggia i simboli con una disinvoltura che non ha precedenti tra i leader sunniti.

 

I governi arabi procedono perciò con prudenza, sostenendo la creazione di uno Stato palestinese ma prendendo le distanze da Hamas. Mentre Hamas fa di tutto per rendere impossibile la creazione di uno Stato palestinese.

 

Thierry Meyssan

 

NOTE

1) «Il colpo di Stato degli straussiani in Israele», di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 7 marzo 2023.

2) Si legga «Le “Primavere arabe”” vissute dai Fratelli Mussulmani», in Sotto i nostri occhi, Thierry Meyssan, editore La Vela, 2018. Questa sezione del libro è disponibile sul nostro sito, suddivisa in sei parti.

3) «Comment le projet de “Printemps arabe” se superpose à la “doctrine Cebrowski”», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 24 dicembre 2021.

4) «Come al-Qaida è arrivata al potere a Tripoli», di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 7 settembre 2011.

 

Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND

Fonte: «Cosa si nasconde dietro le menzogne di Benjamin Netanyahu e le simulazioni di Hamas», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 28 novembre 2023.

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



Immagine di Israel Defense Forces via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Orban: Bruxelles vuole la guerra per imporre un debito comune e prendersi ancor più potere

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha pubblicato su X ulteriori spietate analisi di quanto sta accadendo in Europa, con il rischio di una guerra totale che incombe tra i Paesi NATO/UE e la Federazione Russa.   Con grande franchezza, Orban delinea quali sono i veri motivi dietro alla spinta bellicista di Brusselle.   «Bruxelles vuole la guerra per imporre un debito comune e acquisire più potere, privando di competenze gli Stati membri» scrive il premier magiaro. «L’industria bellica vuole la guerra per profitto. Nel frattempo, potenti lobby vogliono sfruttare la guerra per espandere la propria influenza. Alla fine, ognuno cerca di cucinare il proprio pasto su questo fuoco».  

Sostieni Renovatio 21

«La nostra posizione è chiara: l’Ungheria continuerà a battersi per la pace e la sovranità» ribadisce Orban.   Vengono in mente le recenti parole di uno scritto del filosofo e analista geopolitico russo Alessandro Dugin, che parla di una «enorme, fondamentale guerra che sarà combattuta per la ridistribuzione della sovranità reale tra le forze che oggi vengono demarcate».   Orban ha continuato con un ulteriore messaggio su X che descrive la strategia profonda, perversa e assassina, della stanza degli eurobottoni.   «Bruxelles ha scelto una strategia volta a logorare la Russia attraverso una guerra senza fine. Ciò significa investire miliardi in Ucraina, sacrificare l’economia europea e mandare centinaia di migliaia di persone a morire al fronte. L’Ungheria rifiuta questa strategia. L’Europa deve negoziare la pace, non perseguire una guerra senza fine».  

Iscriviti al canale Telegram

Come riportato da Renovatio 21, Orban in questi giorni sta aumentando i suoi allarmi. Poche ore fa aveva parlato dei leader UE «che vogliono andare in guerra» contro Mosca, promettendo di combattere i «burocrati guerrafondai» di Bruxelles.   Orban crede altresì che l’Europa potrebbe essere diretta verso il collasso, schiacciata dal piano di bilancio UE.   Il ministro degli Esteri magiaro Pietro Szijjarto ha dichiarato ad agosto che l’Unione Europea sta tentando di rovesciare i governi di Ungheria, Slovacchia e Serbia perché danno priorità agli interessi nazionali rispetto all’allineamento con Bruxelles.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine da Twitter  
 
Continua a leggere

Geopolitica

Il Venezuela segnala un volo «illegale» di un F-35 USA vicino ai suoi confini

Pubblicato

il

Da

Il Venezuela ha accusato gli Stati Uniti di aver effettuato voli «illegali» con caccia F-35 vicino ai suoi confini, in un contesto di crescenti tensioni nei Caraibi.

 

Il ministro degli Esteri Yvan Gil Pinto ha dichiarato che l’«incursione illegale» è stata rilevata giovedì a circa 75 chilometri dalla costa, vicino alla città di Maiquetia. Ha definito le manovre una «provocazione che minaccia la sovranità nazionale e viola il diritto internazionale».

 

Il ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez ha riferito che almeno cinque F-35 sono stati avvistati in volo a una velocità di 400 nodi e a un’altitudine di 35.000 piedi, sottolineando che si tratta della prima volta che aerei di questo tipo sono stati impiegati nella regione.

 

Le tensioni sono aumentate il mese scorso, quando gli Stati Uniti hanno intercettato quattro imbarcazioni venezuelane in acque internazionali, accusate di trasportare presunti trafficanti di droga.

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha successivamente dispiegato una flotta navale nella regione, accusando Caracas di collaborare con cartelli «narco-terroristici» per colpire gli Stati Uniti. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha respinto le accuse, promettendo di difendere il suo Paese da qualsiasi aggressione.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Lunedì, il New York Times ha riportato che i principali collaboratori di Trump lo hanno esortato a destituire Maduro. Il presidente statunitense ha negato piani per un cambio di regime, pur avendo imposto dure sanzioni al Venezuela durante il suo primo mandato.

 

La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Caracas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.

 

Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.

 

Settimane fa il presidente venezuelano ha definito il premier britannico Keir Starmer come «pazzo diabolico». I rapporti sono tesi anche con Buenos Aires, con Milei a chiedere alla Corte Penale Internazionale l’arresto del Maduro.

 

Due settimane fa l’account di Maduro è stato rimosso da YouTube.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

Continua a leggere

Geopolitica

Jeffrey Sachs: USA «regime fantoccio» di Israele, Washington «governo del Mossad»

Pubblicato

il

Da

L’economista di fama mondiale Jeffrey Sachs ha ribadito che il governo israeliano sta perpetrando un genocidio contro i palestinesi a Gaza, sottolineando che gli Stati Uniti, sotto la guida del presidente Donald Trump, rimangono complici di questo «crimine supremo» e di altre aggressioni nella regione, descrivendo il governo statunitense come una sorta di «regime fantoccio» al servizio di Israele.   Queste e altre riflessioni sono state espresse da Sachs, docente alla Columbia University e consigliere senior delle Nazioni Unite, durante un’intervista del 17 settembre con il giudice Andrew Napolitano.   La discussione ha toccato il «modus operandi» di Israele, caratterizzato dall’«assassinio» dei propri nemici, il recente rapporto ONU che conferma il genocidio in corso, l’ospitalità di Israele verso 250 legislatori americani per una conferenza interamente finanziata a Gerusalemme e i rischi per i funzionari statunitensi derivanti dalla violazione del diritto internazionale a causa della loro complicità nel genocidio.  

Sostieni Renovatio 21

Lo stesso giorno dell’assassinio di Charlie Kirk, il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha commentato il bombardamento del suo Paese contro funzionari di Hamas a Doha, in Qatar, un alleato chiave degli Stati Uniti che ospita la loro più grande base militare in Medio Oriente. «Il lungo braccio di Israele agirà contro i suoi nemici ovunque. Non c’è posto dove possano nascondersi», ha dichiarato Katz con veemenza.   Il raid, denominato «Operazione Vertice di Fuoco», ha segnato il primo attacco militare israeliano noto sul territorio del Qatar, prendendo di mira funzionari di Hamas impegnati in negoziati per una proposta di cessate il fuoco sostenuta dagli Stati Uniti per porre fine al conflitto a Gaza.   Data la stretta alleanza tra Qatar e Stati Uniti e la risposta moderata di Trump all’attacco, che ha causato sei morti, Jeffrey Sachs ha osservato che «ha inviato un messaggio al mondo arabo che gli Stati Uniti non lo avrebbero protetto dagli attacchi di Israele» e che «Israele opera nella regione con totale impunità».   «Ciò sta spingendo i Paesi arabi a una seria riflessione sul significato della politica estera statunitense in questo contesto», ha proseguito Sachs, riferendosi al vertice di emergenza arabo-islamico convocato in risposta all’attacco.

Iscriviti al canale Telegram

«Israele è considerato per quello che è, uno Stato canaglia in piena espansione che opera al di fuori del diritto internazionale», ha aggiunto l’analista. «Ma gli Stati Uniti sono stati ritenuti da alcuni Paesi della regione almeno parzialmente responsabili del comportamento illegale di Israele, e questa convinzione sembra ora smentita».   Riferendosi al blocco del dipartimento di Stato statunitense alla delegazione palestinese dell’ONU per partecipare alle riunioni dell’Assemblea Generale a Nuova York, Sachs ha sostenuto che «il governo degli Stati Uniti si scredita profondamente» per aver violato il diritto internazionale sul «diritto delle delegazioni di accedere alle Nazioni Unite. Siamo l’istituzione ospitante e questa amministrazione sta solo eseguendo gli ordini di Israele».   «A questo punto, si tratta fondamentalmente di due nazioni (Israele e Stati Uniti) contro il mondo intero», ha dichiarato Sachs, evidenziando il loro isolamento. Il 19 settembre, l’Assemblea Generale dell’ONU ha votato con 145 favorevoli e 5 contrari per consentire alla delegazione palestinese di partecipare virtualmente, dopo che gli Stati Uniti avevano negato i visti. Contro hanno votato Israele, Stati Uniti, Nauru, Palau e Paraguay.   «Non esiste una politica estera americana», ha replicato Sachs. «Esiste solo una politica estera israeliana attuata da una sorta di regime fantoccio negli Stati Uniti».   Ribadendo il concetto di «regime fantoccio», ha aggiunto: «Siamo tirati dalle fila del Mossad, del governo israeliano».   Napolitano ha citato un rapporto secondo cui agenti del Mossad sarebbero stati scoperti a installare dispositivi di ascolto nei veicoli dei servizi segreti statunitensi destinati al trasporto d’urgenza del presidente, senza che «nessuno sia stato arrestato» per questo crimine.   Con franchezza, Sachs ha risposto che gli Stati Uniti sono un «governo del Mossad. Perché mai dovrebbero essere arrestati?»   Sachs ha denunciato che la classe politica statunitense è «attivamente complice» del «crimine più grave e atroce del pianeta», il genocidio, citando la conferenza «50 Stati, un solo Israele» a Gerusalemme, che ha ospitato 250 legislatori americani, il più grande evento di questo tipo finanziato da lobbisti, dove persino Benjamin Netanyahu, incriminato per crimini di guerra dalla Corte penale internazionale, li ha ringraziati «per essere venuti qui a schierarsi con Israele».   «Abbiamo membri del Congresso che ascoltano questo criminale di guerra mentre decanta le virtù di Israele, proprio mentre Israele commette un genocidio accanto a dove siedono», ha lamentato Sachs. «Non è solo una vergogna, è una colpa diretta della classe politica americana per complicità nel genocidio».   La Convenzione sul genocidio del 1948 obbliga gli Stati membri a «prevenire e punire» i responsabili di genocidio, inclusi coloro che sono complici. Sachs ha sottolineato che «ogni Paese ha la responsabilità di fermare un genocidio, il crimine più grave del pianeta. E la classe politica statunitense non solo non lo ferma, ma ne è attivamente complice».   Sachs ha descritto un rapporto ONU che conferma il genocidio a Gaza come «straordinariamente profondo, penetrante e orribile», evidenziando «la fame, le uccisioni intenzionali, i bombardamenti» e le intenzioni genocide dichiarate dai leader israeliani.   Un altro rapporto ONU di agosto ha confermato una carestia di massa a Gaza. «Ci sono centinaia di migliaia di persone che muoiono di fame in questo momento», ha detto Sachs. «Se continua così, Israele non potrà mai superare questa situazione».   Sachs ha accusato leader israeliani come Isaac Herzog, Itamar Ben-Gvir, Bezalel Smotrich e Netanyahu di essere «assassini di massa» e «deliranti» nel credere che Israele possa resistere nonostante le sue azioni. Ha respinto l’idea che gli attacchi a Israele siano «antisemitismo», definendo tali accuse «deliranti».

Aiuta Renovatio 21

L’economista ha avvertito che anche funzionari statunitensi come Marco Rubio e Trump, complici sotto il diritto internazionale, saranno ritenuti responsabili. Ha inoltre indicato aziende come Microsoft, Google, Amazon, OpenAI, Dell e Palantir come complici per il loro supporto all’esercito israeliano.   Sachs ha lamentato che gli israeliani non considerano i palestinesi e altri arabi come «esseri umani», ma come strumenti per il progetto del «Grande Israele», che include il controllo della Palestina e parti di Libano e Siria. Ha descritto il comportamento di Israele come basato su «assassini», targeting negoziatori di Hamas, Hezbollah e Iran per bloccare la diplomazia.   Dal 7 ottobre 2023, Israele ha ucciso oltre 65.502 palestinesi a Gaza, tra cui circa 20.000 bambini, con 167.376 feriti e oltre 10.000 bambini amputati. Uno studio di The Lancet stima 327.510 morti totali, incluse cause indirette come fame e mancanza di cure mediche. Sachs ha sottolineato che i soldati israeliani prendono di mira civili disarmati, usando loro come «tiro al bersaglio».   «Quando i combattimenti cesseranno e la gente entrerà a Gaza, le scoperte saranno più orribili di quanto si possa immaginare», ha detto Sachs, avvertendo che una carestia di massa potrebbe segnare la fine della sopravvivenza di Israele come Stato.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 Immaginedi FPS srl via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
Continua a leggere

Più popolari