Satira
Cervo si aggira per il centro di Cortina a Natale: ma dove è la novità?
La prestigiosa meta turistica di Cortina d’Ampezzo, ora invasa da villeggianti abbienti, si è trovata a discutere di un bizzarro evento capitato negli scorsi giorni.
Un cervo si è presentato al mercato, dove avrebbe anche preso e mangiato, senza pagare, alcune mele.
Il video è finito in rete, dove il clima natalizio e la simiglianza tra la razza del cervo e quella della renna ha contribuito a renderlo virale.
A Cortina un Cervo si avvicina al mercato e fa uno spuntino, è accaduto oggi 😍 pic.twitter.com/VyUD87eBOL
— 𝕊𝕥𝕖𝕗𝕒𝕟𝕠 💚🤍❤️🍊🍋 (@StefanoSplendo2) December 22, 2023
Parrebbe che all’ungulato sia stato anche dato, per qualche ragione, un nome biblico: Isaia.
Video del cervo che è sceso in paese a Cortina e si è fermato al mercato a mangiare. Meraviglioso 💖 pic.twitter.com/wmzz6GPfZU
— Stefania (@Stefania_67) December 24, 2023
I testimoni del fenomeno sembrano ignorare non solo la pericolosità del comportamento del cervo, ma anche il fatto che la specie diffonde le zecche – che usano il corpo di questi animali come una sorta di sito di incontri – e quindi il rischio, terribile, di contrarre la malattia di Lyme.
Quattro anni fa un cervo disinibito, non sappiamo se il medesimo, si era presentato in un lussuoso negozio di vestiti di Cortina, barricandosi al suo interno e adornandosi con una improbabile copricapo a base di fogliame decorativo.
#cortina Grosso cervo si barrica in un negozio di vestiti nella zona vip di Cortina: caos e folla di curiosihttps://t.co/py7m78zNut pic.twitter.com/OlNF0heDqA
— Corriere del Veneto (@corriereveneto) October 1, 2019
La battuta che circola ora nella perla delle Dolomiti è un’altra: un cornuto a spasso per Cortina, e dove è la novità?
In effetti, dice la scherzosa analisi, in un luogo dove si ha contemporaneamente un’ampia concentrazione di coppie abbienti con femmine di tendenze neoliberali e di maestri di sci, cosa può succedere…?
Le dinamiche psicologiche delle coppie abbienti cortinesi furono immortalate dal film dei Fratelli Vanzina Vacanze di Natale (1983), eponimo della successiva malevola tendenza cinematografica chiamata «cinepanettone».
Memorabile la scena in cui il cumenda Guido Nicheli (l’indimenticato Dogui) e la moglie Stefania Sandrelli, la cui frustrazione è patente, arrivano nella cittadina.
«Alboreto is naffing»
Intanto, però, il cervo circola libero.
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Animali
«Pigcasso», il maiale pittore, è morto. L’arte contemporanea può rinascere nei porcili?
In loving memory of Pigcasso who has sadly passed away.
— Compassion in World Farming (@ciwf) March 7, 2024
Rescued from a factory farm in South Africa, Pigcasso changed the hearts and minds of so many, encouraging them to reconsider how they saw farmed animals. She will leave a lasting legacy.
Video: Farm Sanctuary SA pic.twitter.com/DYL1U8HVVx
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Satira
Avviso ai lettori: padre Pizzarro non esiste. Ma potrebbero farlo papa
Un breve comunicato ai lettori di Renovatio 21, dovuto all’alta quantità di lettere arrivateci negli scorsi giorni, specie dopo l’ultima Newslettera.
In molti, dopo aver letto l’articolo intitolato «Padre Pizzarro risponde a Beppe Grillo» ci hanno scritto chiedendoci se il sacerdote, del quale avevamo accluso un denso video che spiegava le nostre ragioni, fosse un personaggio comico o un prete reale.
Rassicuriamo tutti dicendo subito che padre Florestano Pizzarro è, in teoria, solo un’invenzione di uno dei massimi artisti italiani, il comico Corrado Guzzanti. Cioè, padre Pizzarro non esiste – sempre in teoria.
Don Pizzarro, le cui apparizioni TV risalgono a quasi due decenni fa, è uno dei vari personaggi religiosi inventati da Guzzanti durante la sua carriera. Di certo, è forse il più memorabile, perché racconta, non si sa quanto volontariamente, la realtà di una chiesa che non crede più a nulla.
Con una certa insofferenza per chi la contesta – magari le presentatrici di sinistra nelle cui trasmissioni padre Pizzarro appariva – senza rendersi conto di come stanno le cose nel profondo, il personaggio spiegava, quasi infastidito, la fatica di mandare avanti la baracca vaticana, più simile ad una serie TV che ad un’istituzione sacra, sotto l’avvenuto disincantamento del mondo perpetrato dalla scienza.
«Ma te hai vista ‘a robba che c’è llàfori? Mijardi e mijardi de galassie, de stelle, de pianeti, buchi neri, quasar, oceani de materia oscura, de fasci de neutrini».
Padre Pizzarro era oltre il modernismo, oltre il democristianismo: era un personaggio che, con il suo cinismo e la sua saggezza, cerca di tirare avanti un’organizzazione religiosa alla quale non crede più nessuno, lamentandosi pure con una certa insolenza romana di coloro che ancora ci credono.
Stamo ar medioevo» diceva in uno sketch. «Ha ragione mi’ fijo. Stamo al medioevo».
Come abbiamo scritto in altre occasioni, per noi padre Pizzarro è un maestro: da lui possiamo imparare moltissimo, perché egli, oggi, in effetti non è più davvero un personaggio comico, cioè caricaturale, incredibile – nel momento in cui al Dicastero per la Dottrina della Fede ci sta il «cardinale Orgasmo», padre Pizzarro diviene un personaggio realistico. Lo era già all’epoca, in verità, per molti che capiscono delle dinamiche intestine del vaticano infestato da un secolo di modernismo e occupato verticalmente dai tempi dell’ultimo Concilio.
Le posizioni del Pizzarro, davvero, non sono in fondo tanto diverse da quelle della CEI degli ultimi cinquant’anni. Anzi, se possiamo permetterci, sono in alcuni casi più conservatrici: la proposta di levare i punti della patente a quelle che abortiscono l’episcopato italiano non l’ha mai fatta, anzi, come sappiamo, anche oggi come sempre – forte dell’opera di Giorgia Meloni e di figure neodemocristiane infilate nel suo governo – difende la legge 194, cioè il libero aborto a spese del contribuente che versa anche l’8 per mille.
Padre Pizzarro immagina una sanzione, anche solo cinicamente simbolica, per l’uccisione degli innocenti. La CEI non sfiora nemmeno l’idea di punire il male, anzi lasciando pure la società libera di considerare l’aborto non solo come un diritto, ma finanche come una virtù
Per cui, concludiamo dicendo che, rebus sic stantibus, non sarebbe fuori dal regno probabilità se il prossimo conclave, riempito di cardinali creati dal Bergoglio (pensate: monsignor Fernandez è il preferito, quindi il migliore fra di essi?), eleggesse papa proprio padre Pizzarro.
Ciò detto, ricordiamo ai lettori di controllare sempre la categoria dell’articolo, in alto a sinistra, sopra foto e titolo: qui era, scritto evidenziato «Satira», parola che avevamo anche inserito nel testo, pensando che quelli che non conoscevano il personaggio fossero pochi, e ancora più nell’intimo, sperando che la percezione dei sacerdoti attuali non fosse arrivata a scambiare una caricatura per prete autentico.
Ci sbagliavano, e molto, e chiediamo perdono ai lettori.
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Immagine screenshot da YouTube
Arte
Comico americano va avanti con le battute contro la follia transgender
Dave Chappelle racconta un aneddoto su Jim Carrey per parlare del suo rapporto con i trans. pic.twitter.com/apd3yMvPpG
— Renovatio 21 (@21_renovatio) January 6, 2024
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