Geopolitica
Bakhmut è circondata, dice il capo della Wagner

La compagnia militare privata Wagner avrebbe completamente circondato la città chiave di Bakhmut, chiamata Artjomovsk in russo. Lo ha annunciato venerdì il leader del gruppo Evgenij Prigozhin, come riportato dalla testata russa RT.
In un video apparentemente girato alla periferia della città, il capo della Wagner si è rivolto personalmente al presidente ucraino Vladimir Zelens’kyj, dicendogli che la città del Donbass è stata accerchiata e che ora è rimasta solo una strada fuori città.
«La tenaglia si sta chiudendo», dichiara il Prigozhin, aggiungendo che in precedenza il gruppo Wagner aveva combattuto contro l’esercito ucraino professionista, ma ora si imbatte invece in un numero sempre maggiore di giovani e anziani. «Stanno combattendo, ma la vita a Bakhmut è breve. Un giorno o due», dice Prigozhin.
Il capo della Wagner ha quindi esortato il presidente ucraino a consentire loro di lasciare la città mentre la telecamera fa una panoramica su quelli che sembrano essere soldati ucraini catturati. Tra loro c’è un uomo con una lunga barba grigia e due uomini dall’aspetto molto giovane. I prigionieri hanno lanciato un appello a Zelens’kyj, chiedendogli di lasciarli tornare a casa dalle loro famiglie e dai loro cari e di non ignorare la loro richiesta.
The head of the Wagner PMC, Yevgeny Prigozhin, reported on the actual encirclement of Bakhmut (Artyomovsk), there was only one road left to the city. As well as 3 captured A F U "solidiers" … an old man and two boys likely under 18. F U kraine. pic.twitter.com/3IB5zRZZze
— JT (@JT369111117) March 5, 2023
La città di Bakhmut-Artjomovsk, che ha visto alcuni dei combattimenti più pesanti durante la campagna militare in corso della Russia, fa parte di una linea di difesa ucraina di 70 km creata da quando Kiev ha iniziato i combattimenti nel Donbass nel 2014.
In una campagna durata mesi, le forze russe, principalmente membri della Wagner, hanno sistematicamente catturato insediamenti intorno alla città e hanno circondato Artjomovsk da Nord, Sud ed Est, scrive RT.
Zelens’kyj aveva a lungo insistito sul fatto che la città strategicamente vitale non si sarebbe arresa in nessuna circostanza, ma recentemente ha cambiato posizione.
Dopo che le forze di Kiev hanno subito pesanti perdite nella difesa della città, Zelenskij ha recentemente dichiarato che Bakhmut sarebbe stata difesa solo finché la cosa «rimarrebbe ragionevole».
I sostenitori occidentali di Kiev hanno anche incoraggiato il leader ucraino a ridurre le perdite e a ritirarsi dalla città.
Come riportato da Renovatio 21, l’attività meditatica di Prigozhin si è particolarmente intensificata negli ultimi giorni, con frequenti video e dichiarazioni, talvolta critiche del ministero della Difesa russo presieduto da Sergej Shoigu.
Presente materialmente sul campo, lo si è visto in mimetica con i suoi soldati, dentro alle miniere o alle prigioni dove va a portare mandarini ai prigionieri di guerra ucraini.
Prigozhin giving mandarins to Ukro prisoners for the new year. pic.twitter.com/s3jFCHp5S9
— G Z (@GorditoBB4) January 2, 2023
In un video recente Prigozhin parla da un caccia Su-24 sopra i cieli di Bakhmut, sfidando Zelens’kyj.
«Domani salirò a bordo di un MiG-29, se lei desidera, ci incontreremo in cielo. Se vincerete, prendete Artyomovsk, altrimenti andremo fino al Dnepr».
Prigozhin in a Wagner SU-24 bomber durning a sortie over Artyomovsk/Bakhmut. This is exactly what I’d be doing if I owned the company. pic.twitter.com/fNbLkJmMtk
— ayden (@squatsons) February 6, 2023
Immagine da Telegram
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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