Bioetica
Aborto, un comitato ONU condanna la Polonia
Il Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia, sotto la penna di Louis-Marie Bonneau, realizza un preciso smantellamento delle tecniche di pressione esercitate da alcuni comitati delle Nazioni Unite, per ottenere l’adozione completa e totale dell’aborto da parte dei Paesi che lo rifiutano. La Polonia è coinvolta in questo caso.
Grazie a una storica decisione della Corte costituzionale polacca del 22 ottobre 2020, l’aborto eugenetico – effettuato a causa di una malformazione o malattia del bambino – è ora vietato in Polonia. Ciò ha ridotto notevolmente l’omicidio di bambini non ancora nati, poiché oltre il 95% degli aborti sono stati effettuati per questa causa (soprattutto per la sindrome di Down).
Il 24 agosto 2024, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) ha pubblicato il documento: «La Polonia ha violato i diritti delle donne limitando indebitamente l’accesso all’aborto», concludendo un’indagine condotta nel paese nel 2022, precisando che «la situazione in Polonia costituisce violenza di genere contro le donne e può raggiungere il livello della tortura o di trattamenti crudeli, inumani o degradanti», citando la Corte di Giustizia Europea.
Il rapporto si conclude formulando «22 raccomandazioni, tra cui l’adozione di un approccio basato sui diritti umani alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi, anche attraverso riforme giuridiche volte alla depenalizzazione e legalizzazione della libertà totale dall’aborto, nonché il riconoscimento del diritto all’aborto come diritto fondamentale».
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Un meccanismo ben rodato
Louis-Marie Bonneau sottolinea che questo rapporto «è una risposta alla denuncia» di diverse organizzazioni polacche pro-aborto. La prima menzogna è basare la denuncia «sulla Convenzione contro la discriminazione contro le donne ratificata nel 1980 dalla Polonia». Ma «nessun articolo di questa Convenzione riguarda l’aborto».
Tuttavia, i membri della CEDAW interpretano alcuni articoli in questo senso, contrariamente all’interpretazione generale degli Stati, soprattutto di quelli più conservatori. Va quindi notato che la CEDAW sta attuando una falsificazione del diritto internazionale per fare pressione sulla Polonia.
Va aggiunto che 9 membri della CEDAW «hanno preso pubblicamente posizione a favore dell’aborto», nota la ECJL, e che altri membri provengono da ONG che hanno un approccio liberale all’aborto.
La seconda menzogna consiste nel presentare i «rapporti sulle violazioni del diritto all’aborto nei paesi interessati ai Comitati delle Nazioni Unite», mentre «si conducono contenziosi strategici con i tribunali nazionali e internazionali». Il «contenzioso strategico» non mira al risarcimento della vittima, ma al cambiamento legislativo.
Dal 2000 ad oggi sono state intentate numerose controversie di questo tipo contro la Polonia. Si tratta di «sfruttare la buona volontà dei membri dei Comitati Onu per ottenere progressi giuridici”, in altre parole si tratta di “una vera strumentalizzazione e privatizzazione degli organi di diritto internazionale».
E «anche se le decisioni di questi Comitati non sono giuridicamente vincolanti, contribuiscono a creare un ambiente di “soft law” che finisce per esercitare una notevole influenza sugli Stati e sulle Corti di giustizia internazionali», conclude l’articolo, che incoraggia gli Stati a riconquistare il potere riformando queste istituzioni.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Thomas Hawk via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
Bioetica
Francia: la banalizzazione dell’aborto in cifre
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Bioetica
Melania si dichiara abortista: «diritto fondamentale». È una manovra elettorale?
In un libro di memorie intitolato Melania che verrà pubblicato un mese prima delle elezioni, la moglie del presidente Melania Trump si è dichiarata favorevole all’aborto come «diritto fondamentale». Lo riporta il giornale britannico Guardian, che ha ottenuto una copia delle memorie.
«È fondamentale garantire che le donne abbiano autonomia nel decidere la loro preferenza di avere figli, in base alle proprie convinzioni, libere da qualsiasi intervento o pressione da parte del governo. Perché qualcuno diverso dalla donna stessa dovrebbe avere il potere di determinare cosa fare con il proprio corpo?» scrive Melania nel libro, usando un puro, frusto linguaggio femminista.
«Il diritto fondamentale di una donna alla libertà individuale, alla propria vita, le garantisce l’autorità di interrompere la gravidanza se lo desidera. Limitare il diritto di una donna di scegliere se interrompere una gravidanza indesiderata equivale a negarle il controllo sul proprio corpo. Ho portato questa convinzione con me per tutta la mia vita adulta».
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Il libro si concentra principalmente sull’infanzia in Slovenia e sul lavoro come modella di Nuova York, per cui la dichiarazione pare introdotta quasi a forza. Tuttavia la posizione è molto articolata, toccando tutti i noti punti della propaganda feticida.
Nonostante sia cattolica, scrive che il suo sostegno all’aborto fa parte del suo «insieme di principi fondamentali» che includono «libertà personale» e «libertà individuale», e aggiunge che su queste questioni, non c’è «spazio per la negoziazione».
«Ho sempre creduto che sia fondamentale per le persone prendersi cura di sé stesse per prime. È un concetto molto semplice; infatti, nasciamo tutti con una serie di diritti fondamentali, tra cui il diritto di goderci la vita. Abbiamo tutti il diritto di mantenere un’esistenza gratificante e dignitosa. Questo approccio di buon senso si applica al diritto naturale di una donna di prendere decisioni sul proprio corpo e sulla propria salute».
Dopo aver elencato le numerose ragioni per cui ritiene che l’aborto legale sia necessario, tra cui stupro, incesto, «difetti congeniti alla nascita», «gravi condizioni mediche» o pericolo per la salute della madre, continua a difendere anche l’aborto tardivo, ripetendo quasi alla lettera i punti standard del discorso di Planned Parenthood:
«È importante notare che storicamente, la maggior parte degli aborti condotti durante le fasi avanzate della gravidanza erano il risultato di gravi anomalie fetali che probabilmente avrebbero portato alla morte o alla morte in utero del bambino. Forse anche alla morte della madre. Questi casi erano estremamente rari e si verificavano in genere dopo diverse consultazioni tra la donna e il suo medico. Come comunità, dovremmo abbracciare questi standard di buon senso. Ancora una volta, la tempistica è importante».
La posizione della bella First Lady non è quindi distinguibile da quella di Kamala Harris, Hillary Clinton e ogni altro avversario del marito.
«Molte donne optano per l’aborto per preoccupazioni mediche personali. Queste situazioni con implicazioni morali significative pesano molto sulla donna e sulla sua famiglia e meritano la nostra empatia. Si consideri, ad esempio, la complessità insita nella decisione se la madre debba rischiare la propria vita per partorire. Quando si trovano di fronte a una gravidanza inaspettata, le giovani donne spesso provano sentimenti di isolamento e stress significativo. Io, come la maggior parte degli americani, sono a favore del requisito che le minorenni ottengano il consenso dei genitori prima di sottoporsi a un aborto. Mi rendo conto che questo potrebbe non essere sempre possibile. La nostra prossima generazione deve essere dotata di conoscenza, sicurezza, protezione e conforto, e lo stigma culturale associato all’aborto deve essere rimosso».
La decisione di Melania di sostenere la posizione democratica sull’aborto è un altro colpo per i pro-life, e un’ulteriore prova che la famiglia Trump non è mai stata pro-life, nota LifeSite. «È vero che Donald Trump ha onorato il suo accordo con il movimento pro-life nel 2016; è anche vero che Eric Trump ha detto alla stampa durante la Convention Nazionale Repubblicana che suo padre era sempre rimasto a favore dell’aborto, nonostante tutto. Anche la moglie di Eric, Lara, attuale co-presidente della Convention nazionale repubblicana, è fermamente nel campo pro-aborto. Quando è stato chiesto loro di esprimere le loro opinioni, Donald Jr. ed Eric hanno fatto attenzione a condannare solo l’aborto tardivo».
Lo stesso Donald Trump pare aver invertito la sua carica pro-life, che lo aveva portato ad essere il primo presidente americano a parlare alla March for Life di Washington. Sulla scia del dibattito vice-presidenziale ha affermato, in una dichiarazione in maiuscolo su X, che porrà il veto a qualsiasi legge federale sull’aborto che gli capiti sulla scrivania.
EVERYONE KNOWS I WOULD NOT SUPPORT A FEDERAL ABORTION BAN, UNDER ANY CIRCUMSTANCES, AND WOULD, IN FACT, VETO IT, BECAUSE IT IS UP TO THE STATES TO DECIDE BASED ON THE WILL OF THEIR VOTERS (THE WILL OF THE PEOPLE!). LIKE RONALD REAGAN BEFORE ME, I FULLY SUPPORT THE THREE…
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 2, 2024
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«Se la famiglia Trump continua a dirigere il Partito Repubblicano, sembra chiaro che intendono trasformare il GOP in un partito pro-aborto. Melania ha certamente sostenuto questa tesi» scrive Jonathon Von Maren.
La situazione potrebbe essere più complessa di così, ed avere ragioni politiche, e non solo.
Grossa parte del Partito Repubblicano USA è convinta che le ultime elezioni midterm, che erano stata annunciate come una red wave, cioè una vittoria a valanga dei repubblicani, abbiano penalizzato il Partito a causa del rovesciamento della sentenza Roe v. Wade (1973) che garantiva l’aborto come diritto federale in tutti gli Stati. Secondo vari analisti, a rivoltarsi contro il partito di Trump sarebbero state le donne borghesi di mezza età che vivono nelle periferie dove usa risiedere la classe media americana – in pratica le stesse che, effettivamente, possono guardare positivamente a Melania come esempio di donna elegante e moglie perbene.
Che il libro di Melania non contenga manovre elettorali da spendere proprio in questi giorni, con l’uscita che coincide con le elezioni, è ingenuo pensarlo.
Così come è impossibile non riconoscere che, dopo decenni di presidenti repubblicani (Reagan, i Bush), la fine di Roe v. Wade, cioè del libero aborto in tutta l’America, è arrivata con Trump, o appena dopo, secondo i giudici della Corte Suprema da lui scelti.
Non ha torto chi si domanda: forse Trump è uno strumento più grande delle sue stesse idee, della sua stessa persona, della sua stessa famiglia?
I numeri dei bambini salvati dall’aborto in questi anni potrebbero dare risposta affermativa.
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Immagine di pubblico dominio via Flickr
Bioetica
Feto sorride dopo aver sentito la voce del papà durante l’ecografia
‘Fearfully and wonderfully made’ | Unborn baby smiles after hearing dad’s voice during ultrasound
READ MORE HERE: https://t.co/somWYFc1LH#abortion #ProLife #Unborn #ChooseLife #life pic.twitter.com/6y7AlRDwBN — LifeSiteNews (@LifeSite) October 2, 2024
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