Bioetica
La relazione tra Tinder e la multinazionale dell’aborto Planned Parenthood

L’applicazione per smartphone dedita all’organizzazione di incontri tra sconosciuti – spesso di natura sessuale – Tinder stringe accordi con la multinazionale dell’aborto Planned Parenthood. Lo riporta LifeSiteNews.
Secondo Teen Vogue, Planned Parenthood and Area, un marchio di abbigliamento, ha stretto una partnership con Tinder per lanciare una maglietta alla New York Fashion Week che promuove l’aborto.
La maglietta nera presenta lo slogan «Bans Off Our Bodies», il logo fiammeggiante di Tinder sul petto e, dettaglio bizzarro, due mani rosso sangue che sembrano allungarsi verso la cintura di chi la indossa. Tre attivisti di Planned Parenthood si sono aggiudicati posti in prima fila alla sfilata di moda.
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«La relazione tra app di incontri come Tinder e l’industria dell’aborto è sempre stata implicita» scrive Lifesite. «La digitalizzazione della cultura dell’incontro (scorri verso sinistra, scorri verso destra, incontrati per sesso) ha semplificato il panorama degli appuntamenti per coloro che cercano relazioni occasionali. Dal suo lancio nel 2012, Tinder facilita 1,5 milioni di “appuntamenti” settimanali e ha oltre 60 milioni di utenti. Mentre alcuni usano sicuramente Tinder per cercare relazioni a lungo termine, la sua funzione principale è quella di mercato sessuale».
Secondo un recente studio australiano «gli utenti di Tinder hanno mostrato una minore aderenza a rigidi standard sessuali e un livello più alto di permissività sessuale rispetto ai non utenti. Ciò suggerisce che gli utenti di Tinder sono più inclini ad accettare incontri sessuali occasionali. In particolare, gli utenti di Tinder erano più propensi a non essere d’accordo con affermazioni come “Ho difficoltà a rispettare una ragazza che fa sesso occasionale” e più propensi a essere d’accordo con affermazioni come “Il sesso occasionale è accettabile”».
Con milioni di persone che si incontrano per incontri sessuali occasionali, è inevitabile che alcune di loro scoprano che l’atto di concepire un bambino ha prodotto un bambino. È anche inevitabile che molte di quelle che rimangono incinte di sconosciuti cerchino di abortire.
Nel 2021, la società madre di Tinder, Match Group, si era opposta pubblicamente alle leggi pro-life in Texas. Nel 2022, ha riferito il Guardian, la società è andata oltre: «Match Group è stato un acceso sostenitore dei diritti all’aborto, soprattutto dopo la sentenza della corte suprema di giugno. Martedì, la società ha annunciato che avrebbe aggiunto un badge “pro-choice” alle opzioni del profilo degli utenti. Match Group supporta anche Planned Parenthood e Bansoff.org tramite promozioni in-app».
Match Group offre inoltre ai propri dipendenti una copertura completa in caso di aborto, compresi i viaggi in stati senza restrizioni sull’aborto per i dipendenti che vivono in stati con tutele pro-life, così come hanno fatto le app di incontri Bumble e Match, scrive LSN.
Pertanto, non sorprende che Tinder stia rendendo formale e pubblica la sua relazione con il più grande fornitore di servizi di aborto negli Stati Uniti.
«Gli stilisti hanno detto, “Questo sembra proprio perfetto”, ed erano così entusiasti», ha detto Melissa Hobley, Chief Marketing Officer di Tinder. «Siamo davvero appassionati di libertà riproduttiva. Stiamo parlando a gran voce di questo più di quanto non lo siamo mai stati. Abbiamo pensato a chi sarebbe stato il partner giusto». Planned Parenthood e «Area, hanno un punto di vista sull’identità. Hanno un punto di vista sull’inclusività. Hanno un punto di vista sulla riduzione dello stigma».
La Hobley «si riferisce, ovviamente, alla riduzione dello stigma che circonda l’uccisione di un bambino nell’utero; la loro partnership di moda è arrivata con una donazione di 25.000 dollari a Planned Parenthood» scrive LifeSite.
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Come riporta Live Action News, la posizione di Tinder potrebbe essere tanto pragmatica quanto di principio. Tinder ha collaborato con il Kinsey Institute per uno studio che ha scoperto che «l’87% degli utenti ha affermato che il proprio atteggiamento e comportamento negli appuntamenti è cambiato» dopo la sentenza Dobbs v. Jackson, il pronunciamento della Corte Suprema USA che ha defederalizzato l’aborto. «Vediamo cosa questo fa alla connessione», ha affermato Hobley. «E siamo incazzati, preoccupati, empatici».
«Esistono ricerche sostanziali che dimostrano che le restrizioni all’aborto sono associate a tassi di gravidanze indesiderate più bassi» scrive Monica Snyder di Secular Pro-Lifein un articolo intitolato «I divieti di aborto non portano a un surplus di bambini indesiderati». «L’idea è che molte persone vedano l’aborto come un piano di riserva o una polizza assicurativa; quando una popolazione sa in anticipo che l’aborto è meno facilmente accessibile, prende più precauzioni per evitare la gravidanza in primo luogo».
«In seguito alle nuove restrizioni sull’aborto, tassi di gravidanza più bassi coesistono con tassi di natalità più alti, perché è vero che le persone sono più attente a evitare la gravidanza ma, se rimangono incinte, è meno probabile che ricorrano all’aborto».
«Tinder ha sempre fornito un canale di donne incinte a Planned Parenthood, che esiste in gran parte per eliminare i bambini prenatali derivanti dall’atto riproduttivo. Questa relazione è stata implicita, ma ovvia» sostiene Jonathon Von Mare di LifeSite. «Ora è su una maglietta e Tinder sta dando soldi all’industria dell’aborto per fare pressione contro le protezioni pro-life. Le leggi pro-life non salvano solo i bambini, ma riducono anche il business sulle app di incontri. Questo, per Tinder, è semplicemente inaccettabile».
Qualcuno sostiene che le applicazioni di incontri casuali come Tinder derivino di fatto da Grindr, app per incontri casuali nella popolazione omosessuale.
La storia di Grindr è significativa, e Renovatio 21 ha sostenuto a più riprese che potrebbe aver influito pesantemente in questioni fondamentali come il rapporto tra il Vaticano e Pechino.
Grindr è stata la prima app di incontri ad usare estensivamente la geolocalizzazione. Vista la velocità e la frequenza con cui i gay cercano il contatto, la app è stata immediatamente un successo.
Gli incontri omo-clandestini in luoghi determinati (secondo la vulgata: i bagni pubblici, il tal cespuglio del tal parco, l’area di sosta in autostrada) subirono così la disruption di un social media che permette di incontrare sconosciuti in un batter d’occhio: l’applicazione ti dice esattamente chi ti sta intorno, che faccia ha, a cosa è disposto, etc.
All’altezza del 2018, Grindr indicava perfino se l’utente fosse sieropositivo o meno: la feature venne ritirata, perché i giornali sinceri e democratici rabbrividirono per mancanza di privacy sanitaria (cosa che adesso fa ridere…), senza capire che probabilmente dietro a questa nuova spunta poteva schiudersi il mondo dei bugchasers e dei giftgivers, coloro che volontariamente contagiano o si fanno contagiare con l’HIV.
Nata a Los Angeles nel 2009, Grindr per un periodo finì nelle mani dei cinesi, che acquistarono la società. Nel 2016 la società aveva venduto una quota del 60% nella società per 93 di dollari milioni a un gruppo di sviluppo di videogiochi cinese, Kunlun Tech Co.
L’acquisizione di una tale massa di dati sensibili non passò inosservata. Nel 2019 governo Trump chiese alla Cina di farla tornare in mano americana, perché i servizi USA paventavano che le informazioni contenute in quella app mettessero a rischio la sicurezza nazionale: quante persone, nell’esercito e nella pubblica amministrazione, nel governo e nelle grandi aziende, potevano essere ricattate? Quanti funzionari, generali, ministri, soldati, uomini delle pulizie hanno una doppia vita e quindi possono essere manipolati?
Ad ogni modo la cosa incredibile è che i cinesi accettarono l’ordine di Trump. Il gruppo Kunlun cercò un compratore per liberarsi dell’applicazione. Nel marzo 2020, Kunlun annunciò che avrebbe venduto la sua quota del 98,59% in Grindr alla San Vicente Acquisition LLC con sede negli Stati Uniti per 608,5 milioni di dollari. Il lead investor, Raymond Zage, viene dall’Illinois ma ha base ora a Singapore – un luogo dove gli interessi della Cina Popolare non sono sconosciuti.
È degno di nota, tuttavia, ricordare che vi fu un’offerta italiana per comprare Grindr. Ad offrire la non comune cifra di 206 milioni fu la software house milanese Bending Spoons, l’azienda scelta dal governo per l’app di tracciamento dei cittadini ai tempi del Coronavirus, la celeberrima «Immuni». La startup risultava partecipata dalla holding H14 (che fa capo a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi) e Nuo Capital, che è un fondo guidato da un ex top manager di Banca Imi, ma, si lesse sui giornali, «con capitale asiatico».
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Su Grindr si dice che siano presenti quantità massive di sacerdoti. Il fatto è tornato alla ribalta di recente con il caso di un sacerdote USA, noto per le posizioni intransigenti verso lo sdoganamento cattolico di Sodoma, beccato sulla piattaforma. Ma anche in Italia sarebbero stati trovati consacrati di un certo spessore. Di uno in particolare, scriveva il Giornale, che raccoglieva il sussurro di Dagospia: «nella sua seconda vita si dava alle droghe (ecstasy, ma anche crack, Ghb e chetamina) e alla conquista di amanti (rigorosamente di sesso maschile) su Grindr». Una storia con parole che sembrano riemergere anche ora.
L’uso intensivo della app di incontri gay da parte perfino dei seminaristi è raccontato da un recente libro del sociologo Marco Marzano, La casta dei casti.
Si dice che la questione dei compromessi pederastici cattolici potrebbe essere alla base dell’accordo sino-vaticano, ossia l’indicibile patto con Pechino stipulato dall’amministrazione Bergoglio che così, di fatto, pugnala alle spalle decine di milioni di veri cattolici cinesi che vivono nella persecuzione. Nell’arco di decine di anni, l’uomo di collegamento fra la Cina e il Papato fu Theodore McCarrick, il cardinale accusato di sodomia con innumeri novizi e pure con ragazzini.
Grazie a Wikileaks (un cablo del 2006) sappiamo che in almeno due viaggi, McCarrick dormì in un seminario di Pechino della Chiesa Patriottica, cioè la copia-pacco della Chiesa cattolica, che non risponde a Roma ma al potere pechinese.
McCarrick che dorme in un seminario cinese… Ma non è solo McCarrick. Pensiamo alle diecine, centinaia, migliaia di membri della gerarchia religiosa che potrebbero essere compromessi dai dati in mano dei cinesi.
In pratica: la politica dello Stato del Vaticano potrebbe essere stata guidata da una mano esterna, tramite ricatti ottenuti via Grindr.
Ma non vi sono solo i preti e vescovi. Grindr è in grado di compromettere chiunque. Secondo alcuni sarebbe stata usata per organizzare il festino gay che portò scandalo al social media manager (il dominus di quella che allora si chiamava «la Bestia» ed era invidiata da tutti i politici italiani) di Matteo Salvini.
La cultura della promiscuità sessuale digitalizzata porta sventura e morte – a tutti.
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Immagine di Ivan Radic via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Bioetica
ONU, La Santa Sede nel mirino dei gruppi pro-aborto

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Bioetica
Papa Leone XIV rimuove il controverso arcivescovo Paglia dalla carica di capo dell’Istituto Giovanni Paolo II

In una delle prime nomine importanti del suo pontificato, Papa Leone XIV ha sostituito il controverso presidente dell’Istituto Giovanni Paolo II nominato da papa Francesco nel 2019. Lo riporta LifeSite.
Come reso noto oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, Leone XIV ha nominato il cardinale Baldassarre Reina Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico «Giovanni Paolo II» per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.
Dall’ottobre dello scorso anno, Reina, creato cardinale nel dicembre 2024, è vicario generale della diocesi di Roma, dopo essere stato ausiliare della diocesi per due anni.
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La nomina del cardinale 54enne è la prima importante nomina fatta dal nuovo Papa nei vari uffici della Curia Romana, ed è stata accolta con favore dai sostenitori pro-life. Sebbene il suo ruolo pubblico si sia incentrato principalmente su questioni curiali nella Diocesi di Roma negli ultimi anni, si ritiene che il suo operato in materia pro-life sia più ortodosso di quello dell’uomo che sta sostituendo.
L’Istituto, più comunemente noto come «Istituto Giovanni Paolo II», è guidato dal 2016 dall’Arcivescovo Vincenzo Paglia, in qualità di Gran Cancelliere. Fu nell’agosto di quell’anno che papa Francesco nominò Paglia alla guida dell’Istituto Giovanni Paolo II e anche presidente della Pontificia (PAC) Accademia per la Vita. Entrambe queste istituzioni pontificie furono sottoposte a drastiche riforme per mano di papa Francesco e Paglia.
Paglia, che ha compiuto 80 anni poche settimane fa, ha goduto di notevole importanza durante il pontificato di Francesco ed è stato una figura chiave nell’attuazione dei cambiamenti in entrambi gli istituti pontifici ordinati da Francesco, scrive LSN.
Lo sventramento dell’istituto Giovanni Paolo II è iniziato sul serio nel 2019, con le dimissioni del presidente monsignor Livio Melina e l’immediata sospensione di tutti i professori. Successivamente vennero selezionati membri dello staff che sostenevano posizioni morali contrarie a quelle precedentemente difese dall’istituto, come la difesa dell’omosessualità e della contraccezione.
Monsignor Melina commentò poco dopo che «se le decisioni prese dall’arcivescovo Paglia non vengono revocate, allora ciò che stanno dicendo è: “l’interpretazione del magistero di Papa Francesco in continuità con il Magistero precedente è intollerabile nella Chiesa”».
Il veterano giornalista cattolico Phil Lawler ha riecheggiato tali pensieri, scrivendo che «la purga al John Paul II Institute ha eliminato i membri della facoltà più strettamente associati al pensiero del Papa – e santo canonizzato – da cui l’istituto prende il nome».
I presidenti successivi a Melina iniziarono a sostenere l’accettazione delle benedizioni per le coppie omosessuali e la loro ricezione dei sacramenti. Lo sventramento dell’Istituto Giovanni Paolo II da parte di Francesco incontrò notevoli resistenze da parte di teologi ed esperti di etica di tutto il mondo, preoccupati per la direzione intrapresa dall’ufficio vaticano. In effetti, lo sventramento dell’Istituto è ancora oggi considerato una delle principali controversie del papato di Francesco.
Scene simili si sono verificate alla Pontificia Accademia per la Vita (PAV). L’Accademia è stata descritta come permeata da «gnosticismo eretico» dopo la sua riforma da parte di Francesco a partire dal 2016. Il papa ha pubblicato nuovi statuti per la PAV nel novembre 2016, in cui i membri non erano più tenuti a firmare una dichiarazione di adesione agli insegnamenti pro-vita della Chiesa, ampliando al contempo il mandato della PAV per includere un’attenzione particolare all’ambiente.
Nel corso degli anni, lo stesso Paglia è diventato sempre più controverso a causa dei suoi commenti su una serie di questioni legate alla vita e alla famiglia. Al momento della sua nomina a capo di entrambe le istituzioni nel 2016, Paglia era già noto come sostenitore del diritto dei divorziati e dei «risposati» a ricevere la Santa Comunione.
Da allora ha suscitato ancora più polemiche a causa delle sue dichiarazioni in cui difendeva il suicidio assistito e pubblicando con la PAV un libro a favore della contraccezione. Anche altri membri della PAV hanno reiterato l’idea di un «ripensamento» dell’insegnamento cattolico su omosessualità e contraccezione.
Come riportato da Renovatio 21, Paglia è altresì noto per aver dichiarato alla televisione italiana che la infame legge 194 sull’aborto rappresenta «un pilastro della nostra vita sociale».
Paglia è altresì noto per essere stato un estremo sostenitore dei vaccini, dapprima invitando nel 2017 i genitori cattolici ad accettare l’obbligo vaccinale – e i sieri con cellule di aborto – varato dal governo, poi divenendo a tal punto ultras dei vaccini genici sperimentali COVID da chiedere a gran voce la quinta dose a pandemia praticamente terminata. Oltre alle cariche vaticane, il vescovo, in una sognante e piuttosto inedita continuità tra Stato italiano e Santa sede, aveva ottenuto dal ministero della Salute il ruolo di presidente della Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria alla popolazione anziana, una commissione istituita da Speranza per decreto dove è stato messo al vertice il prelato dal primo momento.
In seguito il Paglia è salito agli onori delle cronache teologiche e biotecnologiche perché un documento della Pontificia Accademia per la Vita,, ha cominciato a vagliare i temi della contraccezione e della riproduzione artificiale. Il Paglia avrebbe inoltre detto in TV di ritenere la legge abortista genocida 194/78 un «pilastro della vita sociale». La scorsa estate era emerso il caso di un libro pubblicato dalla PAV, Piccolo lessico del fine vita, ottantotto pagine dove si dichiara la liceità dell’interruzione di pratiche come la ventilazione meccanica, la tracheostomia e la rianimazione. Dulcis in fundo (dulcis mors in fundo), il volumetto contiene anche un modello di DAT, le famose Disposizioni anticipate di trattamento comunemente definite «testamento biologico» o «biotestamento», disciplinate dall’art. 4 della Legge 219 del 22 dicembre 2017 entrata in vigore il 31 gennaio 2018.
Renovatio 21 ha riportato in questi anni queste pagine come in realtà la PAV stia sdoganando la riproduzione artificiale; la foto di Bergoglio circondato dai figli di Elon Musk – tutti usciti dalla provetta – è la dimostrazione che la decisione riguarda il papato profondo.
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Ricordiamo che monsignor Paglia, pezzo grosso della comunità di Sant’Egidio (che esprime l’attuale segretario CEI, il cardinale arcivescovo di Bologna Zuppi), ricopre in Vaticano i ruoli di Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) nonché di Gran Cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II. Era stato presidente del Pontificio consiglio per la famiglia fino alla sua soppressione per Motu Proprio da parte di Bergoglio, che contestualmente lo mise al capo della PAV.
Il caso più tristemente noto è quello in cui Paglia commissionò un affresco dipinto nella sua cattedrale, nel quale compariva anche lui stesso tra figure ignude. L’artista era un argentino omosessuale, noto per la sua specialità nel raffigurare corpi maschili; la sua immagine suscitò un vasto scandalo in molti angoli del mondo. I media italiani riportarono il caso dell’affresco del Duomo di Terni commissionata dal Paglia, che fu definita «affresco omoerotico».
Sebbene Paglia sia stato rimosso dal suo incarico, il presidente dell’Istituto Giovanni Paolo II – che dipende dal Gran Cancelliere – rimane in carica. Dal 2021, tale carica è ricoperta da monsignor Philippe Bordeyne, le cui opinioni sulla morale cattolica tradizionale e sulla difesa dell’omosessualità hanno suscitato non pochi timori.
Paglia rimane presidente della PAV.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Bioetica
Europarlamentare polacco entra in ospedale e cerca di arrestare un medico abortista

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Polish politician Grzegorz Braun tore down the European Union flag, wiped his shoes with it, and burned it.
He stated that Poland would not display the symbols of what he called a hostile organization. “This is Poland, not Brussels.” Globalism is losing. pic.twitter.com/qTt5rGuCyF — The British Patriot (@TheBritLad) May 7, 2025
The future president of Poland 🇵🇱 Grzegorz Braun, burned the EU 🇪🇺 flag today.
Well done! 👏 pic.twitter.com/aEcQbFc6xm — Based Serbia (@SerbiaBased) May 6, 2025
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