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Geopolitica

La Corea del Nord ha spento le trasmissioni via altoparlante al confine

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Sembra che la Corea del Nord abbia interrotto le trasmissioni radiofoniche al confine a partire da giovedì mattina, ha affermato l’esercito sudcoreano, un giorno dopo che Seul ha sospeso la propria campagna di altoparlanti rivolta al Paese vicino.

 

Il presidente sudcoreano Lee Jae-myung, entrato in carica questa settimana, ha ordinato mercoledì all’esercito di sospendere le trasmissioni tramite altoparlanti, in un’azione volta ad allentare le tensioni e riaprire il dialogo con Pyongyang.

 

«Non c’è stata alcuna regione in cui le trasmissioni radiofoniche della Corea del Nord verso il Sud siano state udite oggi», secondo il portavoce dello Stato Maggiore Congiunto della Corea del Sud, il Colonnello Lee Sung-Jun. Ha aggiunto che, sebbene le trasmissioni fossero ancora udibili fino alle 23:00 circa della sera prima, «finora non c’è alcuna regione in cui le trasmissioni radiofoniche siano state udite».

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Non c’è stata alcuna conferma ufficiale dalla Corea del Nord.

 

Un funzionario locale ha dichiarato a NK News che le trasmissioni nordcoreane sono passate da rumori molesti a canzoni tranquille mercoledì sera, per poi interrompersi del tutto giovedì mattina. «Non siamo sicuri di che genere fosse la musica. I residenti hanno detto che era calma e rilassante». «Oggi non c’è più alcun rumore», ha dichiarato il funzionario ai media.

 

Due bar di Paju, una città sudcoreana nei pressi della zona demilitarizzata che separa le due Coree, hanno dichiarato a NK News di non aver sentito alcuna trasmissione dalla Corea del Nord quella mattina.

 

 

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Seul aveva ripreso la sua campagna di propaganda nel luglio 2024, dopo che la Corea del Nord aveva lanciato palloncini pieni di rifiuti verso il Sud. La mossa arrivò in un periodo di forte tensione, innescata in parte dalla rabbia nordcoreana per i volantini inviati dai disertori nel Sud. Come riportato da Renovatio 21, uno dei palloni-spazzatura colpì con precisione un palazzo governativo di Seullo.

 

Le relazioni tra i due Paesi si sono deteriorate drasticamente sotto la presidenza dell’ex presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, messo sotto impeachment a dicembre. Lee Jae-myung, che ha vinto le elezioni anticipate la scorsa settimana, si è impegnato a porre fine a misure provocatorie come i messaggi radiofonici e le campagne di volantinaggio, e a riprendere i contatti diplomatici con la Corea del Nord.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo Yoon appena eletto tre anni fa disse di voler far entrare Seul nella «NATO globale». Il Paese di lì a poco aderì con il Giappone al programma di guerra cibernetica dell’Alleanza Atlantica.

 

La Corea del Nord si oppone da tempo alle esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti, citandole come una minaccia. Le due Coree rimangono tecnicamente in guerra, poiché l’armistizio del 1953 non ha mai portato a un trattato di pace. In un momento di tensione di otto mesi fa Seul aveva accusato Pyongyang di prepararsi a far saltare in aria le strade che collegano i due Paesi.

 

Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Pyongyang aveva effettuato esercitazioni di contrattacco nucleare. Due settimane fa il presidente francese Emanuele Macron, parlando della presenza di soldati nordcoreani nel teatro ucraino, aveva minacciato la Cina con l’espansione della NATO ad Oriente.

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Immagine di Michael Day via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

 

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Geopolitica

Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti

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Il Venezuela ha proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Lo riporta il New York Times, citando fonti anonime.   Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.   Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno condotto attacchi al largo delle coste venezuelane contro quelle che hanno definito «imbarcazioni della droga», causando oltre venti morti e rafforzando la propria presenza militare nella regione. Funzionari americani hanno accusato Maduro di legami con reti di narcotraffico, accusa che il presidente venezuelano ha respinto.   Caracas ha accusato Washington di perseguire un cambio di regime, un’intenzione smentita dai funzionari statunitensi.

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Secondo fonti anonime di funzionari americani e venezuelani riportate dal NYT, dietro le tensioni pubbliche, Caracas avrebbe presentato un’ampia proposta diplomatica. Questa includeva l’apertura di tutti i progetti petroliferi e auriferi, attuali e futuri, alle aziende americane, l’offerta di contratti preferenziali per le imprese statunitensi, il reindirizzamento delle esportazioni di petrolio dalla Cina agli Stati Uniti e la riduzione degli accordi energetici e minerari con aziende cinesi, iraniane e russe.   I colloqui, condotti per mesi tra i principali collaboratori di Maduro e l’inviato statunitense Richard Grenell, miravano a ridurre le tensioni, secondo l’articolo. Sebbene siano stati fatti progressi in ambito economico, le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sul futuro politico di Maduro, si legge nel rapporto.   Secondo il NYT, il Segretario di Stato americano Marco Rubio sarebbe stato il principale sostenitore della linea dura dell’amministrazione Trump per rimuovere Maduro. Si dice che Rubio sia scettico sull’approccio diplomatico di Grenell e abbia spinto per una posizione più rigida contro Caracas.   Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.   Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.

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Immagine di Confidencial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported  
 
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Geopolitica

Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace

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L’editoriale principale del quotidiano israeliano Haaretz, pubblicato il 10 e l’11 ottobre, lancia un severo monito agli israeliani attratti dai piani del primo ministro Benjamin Netanyahu e dei suoi sostenitori estremisti per ostacolare gli accordi di pace negoziati.

 

«Se Israele fosse così sprovveduto da liberare gli ostaggi e poi trovare un pretesto banale per riprendere i combattimenti, consolidando la sua nuova immagine di Stato guerrafondaio che viola ripetutamente gli accordi, le proteste che hanno scosso l’Europa per la reazione di Israele alla flottiglia per Gaza si intensificheranno con una forza doppia e saranno inarrestabili».

 

L’editoriale, scritto dall’editorialista Carolina Landsmann, ribadisce: «se Israele riprendesse i combattimenti dopo aver recuperato tutti gli ostaggi, compirebbe un autentico suicidio diplomatico. Difendere il Paese diventerebbe impossibile. Nemmeno Trump potrebbe riuscirci».

 

L’editoriale è stato innescato dalle dichiarazioni del giornalista israeliano Amit Segal, trasmesse sul Canale 12 israeliano, secondo cui «non esiste una fase due, questo è chiaro a tutti, no?». Segal ha escluso qualsiasi soluzione che richiami gli accordi di Oslo, vantandosi che, una volta liberati gli ostaggi, Israele riprenderà a combattere,.

 

La Landsmann ha replicato che questo gioco è finito: «Il mondo ha compreso la realtà meglio di Israele», e persino i sostenitori di Trump «sono stanchi» di vedere i contribuenti americani finanziare le guerre di Israele. L’editorialista ha riportato le parole di Trump a Netanyahu: «Israele non può combattere contro il mondo, Bibi; non può combattere contro il mondo».

 

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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

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Geopolitica

Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina

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Mosca rimane aperta a una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, ma le ostilità proseguiranno finché Kiev continuerà a ostacolare i negoziati, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.   Rispondendo al presidente francese Emmanuel Macron, che di recente ha scritto in un post su X che la Russia «dovrà pagare il prezzo» se si rifiutasse di dimostrare disponibilità a negoziare, Peskov, parlando ai giornalisti lunedì, ha sottolineato che Mosca ha sempre favorito una soluzione diplomatica alla crisi. Tuttavia, ha notato che Kiev, sostenuta dai suoi alleati occidentali, continua a respingere tutte le proposte russe.   «La Russia è pronta per una soluzione pacifica», ha affermato Peskov, evidenziando che la campagna militare di Mosca continua «a causa della mancanza di alternative». Ha aggiunto che la Russia raggiungerà infine i suoi obiettivi dichiarati, salvaguardando i propri interessi di sicurezza nazionale.

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Le sue dichiarazioni arrivano in vista dell’incontro previsto per venerdì a Washington tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.   Peskov ha espresso apprezzamento per gli sforzi diplomatici di Trump volti a risolvere pacificamente il conflitto, auspicando che «l’influenza degli Stati Uniti e le capacità diplomatiche degli inviati del presidente Trump contribuiscano a incoraggiare la parte ucraina a essere più proattiva e preparata al processo di pace».   La Russia ha ripetutamente ribadito la propria disponibilità a colloqui di pace con l’Ucraina. Le due parti erano vicine a un accordo a Istanbul all’inizio del 2022, ma, secondo Mosca, Kiev si è ritirata dopo che i suoi sostenitori occidentali l’hanno spinta a continuare il conflitto.   Da allora, i funzionari russi hanno sostenuto che né Kiev né i suoi alleati europei sono genuinamente interessati a porre fine alle ostilità, accusandoli di ostacolare i negoziati con condizioni mutevoli e ignorando le proposte russe.  

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  Immagine di A.Savin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic
 
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