Economia
La Lagarde ammette il declino dell’egemonia del dollaro
Il presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, ospite a New York del Council on Foreign Relations, ha fatto dichiarazioni rilevanti sullo stato dell’economia mondiale.
Riconoscendo i cambiamenti tettonici intorno alla creazione di nuovi centri economici di potere, ha affermato che «stiamo assistendo a una frammentazione dell’economia globale in blocchi concorrenti, con ogni blocco che cerca di avvicinare la maggior parte del resto del mondo ai rispettivi punti strategici interessi e valori condivisi».
La presidente BCE ha continuato dicendo che si creerà «più instabilità» e «più multipolarità man mano che le tensioni geopolitiche continuano a crescere».
La Lagarde ha anche menzionato l’ovvio, e cioè che l’uso del dollaro come strumento di offesa e le sanzioni hanno contribuito ad allontanare i Paesi dalla valuta di Washington: «tutto ciò potrebbe creare un’opportunità per alcuni Paesi che cercano di ridurre la loro dipendenza dai sistemi di pagamento e dalle strutture valutarie occidentali, sia per motivi di preferenza politica, dipendenze finanziarie, o a causa dell’uso di sanzioni finanziarie nell’ultimo decennio».
Tutto ciò, spiega il vertice dell’Eurotorre, «suggerisce che lo status di valuta internazionale non dovrebbe più essere dato per scontato».
Insomma: la Lagarde – che, ricordiamo, è stata direttore del Fondo Monetario Internazionale dopo le dimissioni del connazionale Dominique Strauss-Khan per il celeberrimo scandalo a sfondo sessuale – si permette di contestare il ruolo globale del dollaro, e in casa americana.
Come è possibile? Semplice: dietro, che spinge, c’è l’agenda per la creazione di una valuta elettronica che sostituirà il dollaro, e ogni altra valuta – l’avvento dell’era del danaro programmabile, reso puro software, e quindi controllabile in ogni momento dall’autorità ultima. Se ci pensiamo, il dollaro, con i miliardi di banconote in giro per il mondo, costituiscono un enorme ostacolo alla digitalizzazione – cioè alla sottomissione elettronica – dell’esistenza umana.
Questa potrebbe essere, riflettendo, il vero scopo della dedolarizzazione mondiale in corso, che, a giudicare dalle sue azioni, l’amministrazione Biden sembra voler accelerare invece che fermare.
Di fatto, a Nuova York la Lagarde ha fatto un piccolo cenno alla creazione delle CBDC (Central Bank Digital Currencies) affermando che la BCE sta «esplorando in profondità».
Noi sappiamo invece che l’euro digitale è oramai in piattaforma di lancio, e dichiarato «inevitabile» dai funzionari europei, e che la Lagarde, come ammesso in un colloquio con un falso Zelens’kyj (in realtà, un burlone russo), intende usare la valuta digitale europea come strumento di sorveglianza dei cittadini.
Come riportato da Renovatio 21, di una moneta digitale globale in settimana si è parlato all’incontro annuale tra il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Il danaro diverrà un sistema di controllo definitivo: sono anni che ne raccogliamo i segni, come la proposta del Fondo Monetario Internazionale propone di basare il credito bancario sui siti che vedete in internet. Pochi mesi fa, abbiamo sentito il CEO del colosso finanziario Blackrock dire che la crisi ucraina accelererà il processo di accelerazione della sparizione del contante, come secondo i desiderata nemmeno più celati di Davos.
Alcuni governatori e politici americani, come Ron DeSantis e Kristi Noem, si stanno adoperando per vietare le monete digitali di Stato.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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