Connettiti con Renovato 21

Razzismo

I non vaccinati sono razzisti: l’ultima del premier canadese Trudeau

Pubblicato

il

 

Il premier canadese Justin Trudeau, intervistato in una trasmissione TV del Québec, si è scagliato contro la popolazione non vaccinata accusandola di essere «misogina e razzista».

 

«La faremo finita con questa pandemia procedendo con la vaccinazione», ha affermato Trudeau in francese, lingua ufficiale quebechese.

 


«Conosciamo tutti persone che stanno decidendo se sono disposte o meno a farsi vaccinare e faremo del nostro meglio per cercare di convincerle. Tuttavia, c’è ancora della gente che è ferocemente contraria alla vaccinazione».

 

«Sono degli estremisti!» interviene l’intervistatrice.

 

«Non credono nella scienza e nel progresso e molto spesso sono misogini e razzisti. È un gruppo molto piccolo di persone, ma ciò non evita il fatto che occupano un po’ di spazio»

Essi, dice Trudeau, «non credono nella scienza e nel progresso e molto spesso sono misogini e razzisti. È un gruppo molto piccolo di persone, ma ciò non evita il fatto che occupano un po’ di spazio».

 

«Questo ci porta, come leader e come Paese, a fare una scelta: tolleriamo queste persone? Oltre l’80% della popolazione del Quebec ha fatto il proprio dovere facendo l’iniezione. Ovviamente non sono loro il problema in questa situazione».

 

Perché una persona che si rifiuta di vaccinarsi debba essere anche misogina e razzista è un mistero che il giovane premier, rieletto quest’anno in un’elezione più combattuta del previsto, non vuole, e non deve, spiegare.

 

Lo strano premier Trudeau, goscista estremista, è stato al centro di numerosi scandali a base di blackface, cioè l’abitudine, un tempo non considerata offensiva, di travestirsi da persona di colore. Gli scandali non lo hanno mai intaccato più di tanto.

 

Così come una faccia tosta notevole la si è notata le volte in cui, incredibilmente, ha, praticamente unico fra i governanti mondiali, parlato apertis verbis del Grande Reset.

 

 

Trudeau è figlio dell’ex premier canadese Pierre Trudeau, un altro uomo bizzarro, di cui emergono foto in posizioni di yoga e resoconti delle sue, diciamo così, libertà relazionali.

 

Tuttavia, una voce che corre con corredi fotograficima che è stata smentita dallo stesso Stato canadese, vorrebbe che il piccolo Justin sarebbe figlio biologico di Fidel Castro.

 

 

 

Internet

Giovane maggiorata di Onlyfans afferma di essere stata pagata per fare «propaganda politica totale» per Biden

Pubblicato

il

Da

Un’influencer famosa sulla controversa piattaforma parapornografica OnlyFans ha affermato che l’amministrazione Biden voleva assumerla per diffondere contenuti, specificando tuttavia che facesse in modo che non si capisse che era una pubblicità a pagamento.

 

La giovane Farha Khalidi, nota come tante altre per il seno prorompente, ha descritto il contenuto che le è stato chiesto di promuovere come «propaganda politica totale».

 

La ragazza, cresciuta in una famiglia musulmana e bisessuale dichiarata, ha anche dichiarato che la multinazionale dell’aborto Planned Parenthood la stava pagando.

 

Durante un’intervista podcast, la curvacea fanciulla– che evidentemente nella prospettiva neorazzista della sinistra americana deve etichettarsi come non-bianca – ha affermato che la Casa Bianca le ha chiesto di dire ai suoi seguaci che si sentiva rappresentata dall’allora giudice Ketanji Brown Jackson dopo che Biden l’aveva nominata alla Corte Suprema degli Stati Uniti. La Jackson, nera con le treccine, rimane alla storia per non aver saputo rispondere, durante le udienze di conferma della nomina, alla semplice domanda «che cos’è una donna». La donna replicò oscuramente che non era una biologa.

Sostieni Renovatio 21

La Khalidi, che ha anche milioni di follower su TikTok, ha osservato: «la cosa divertente è che dicono, “non rivelare che questa è una pubblicità” perché, sai, dicono, “tecnicamente non è un prodotto, quindi tu non c’è bisogno di rivelare che si tratta di un annuncio”».

 


«Penso che volessero solo che una ragazza di colore d’avanguardia lo dicesse alla gente – quando hanno nominato Ketanji Brown Jackson, hanno detto, “puoi dire come persona di colore, che ti senti rappresentata?”», ha aggiunto la popputa ragazzina dell’internetto, apparentemente realizzando gli intenti razzisti della situazione.

 

Notando che l’amministrazione aveva impiegato una società di media di terze parti per contattarla, Khalidi ha detto di non averlo fatto perché non si sentiva rappresentata.

 

«Ed è una donna bianca che mi ha mandato un’e-mail e mi sta dando questa sceneggiatura. E io dico, no, mi piacerà parlare delle novità a riguardo. Ma non permetterò che una persona bianca mi dica di dire: “Sai, è così che mi sento come persona di colore”». A quanto sembra, il complesso neorazzista è installato anche nella mente della tettonica ragazzetta che lo lamenta.

 

«Il fatto che gli assistenti di Biden sappiano anche chi è Farha Khalidi la dice lunga di per sé» nota Modernity News.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’alleanza combinata tra Biden e influencer – per lo più trans, fluidi, o giù di lì – di TikTok e social vari ha già prodotto esiti allucinanti e fortemente lesivi per la reputazione della Casa Bianca: pensiamo alle clip con influencer LGBTQ che, dal palazzo presidenziale, invitavano alla vaccinazione.

 

In alcuni casi, si è scoperto che dietro i gruppi di produttori di contenuti filo-Biden vi erano i finanziamenti di Giorgio Soros.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot

Continua a leggere

Razzismo

Si dimette il primo ministro scozzese «anti-bianchi»

Pubblicato

il

Da

Humza Yousaf, il primo ministro scozzese che ha inveito contro i bianchi in Parlamento e poi ha supervisionato l’approvazione di leggi estreme sui «crimini d’odio» nel Paese, è stato costretto a dimettersi.   L’annuncio di Yousaf è arrivato dopo che è diventato chiaro che non sarebbe sopravvissuto a due voti di fiducia, uno a lui e un altro al suo governo dello Scottish National Party, presentati al Parlamento scozzese dai partiti di opposizione.   Yousaf aveva concluso un accordo di condivisione del potere con il Partito dei Verdi scozzesi ed era diventato evidente che non sarebbe stato in grado di ottenere un sostegno sufficiente per guidare un nuovo governo di minoranza, perché aveva promosso un’ideologia di genere radicale e supervisionato il passaggio in legge della legislazione sui «crimini d’odio» più draconiana della storia.  

Sostieni Renovatio 21

La settimana scorsa, lo Yousaf ha tentato disperatamente di rimanere al potere implorando i conservatori di allinearsi con lui, ma poi, durante le sue dimissioni, ha affermato di non essere disposto a svendere i suoi principi, quindi ha deciso di dimettersi.   Ai sensi della nuova legislazione sui «crimini d’odio» introdotta in Iscozia dal premier musulmano, chiunque sia ritenuto essere stato verbalmente «abusante», di persona o online, nei confronti di una persona transgender, potrebbe essere colpito con una pena detentiva fino a sette anni.   Fughe di notizie provenienti dalla polizia hanno accresciuto le preoccupazioni sulla legislazione poiché hanno rivelato che attori e comici erano elencati come obiettivi. Il primo ministro Yousaf ha giustificato le nuove leggi, dichiarando che i graffiti rivolti contro di lui comparsi vicino a casa significavano che la necessità di un approccio di «tolleranza zero» nei confronti dell’odio.   Non appena la legge è entrata in vigore, migliaia di persone hanno colto l’occasione per denunciare lo stesso Yousaf per aver inveito contro i bianchi che ricoprivano posizioni di autorità in Scozia, un Paese che è bianco al 96%. Lo Yousaf fa ha conseguentemente dichiarato che chiunque faccia questo dovrebbe essere considerato «di estrema destra».   La faccenda, tuttavia, è diventata ben più grottesca di così.   È emerso che al personale di polizia che rispondeva alle chiamate per «crimini d’odio» per denunciare il Primo Ministro era stato detto di leggere una trascrizione preparata in anticipo in difesa dal premier, in cui si affermava che quando Yousaf si riferiva ai «bianchi», che sono in maggioranza in posizioni di autorità in Iscozia (cosa che secondo lui era sbagliata) aveva solamente «sottolineato un dato di fatto».   La polizia scozzese ha ricevuto qualcosa come 8.000 denunce di «crimini ispirati dall’odio» solo nella prima settimana dall’entrata in vigore della legge, pari a più del totale annuo di tutte le denunce di crimini ispirati dall’odio per tutti gli anni precedenti.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Le forze dell’ordine sono quindi costrette a pagare «centinaia di migliaia» di straordinari agli agenti nella sua sala di controllo per far fronte al diluvio di denunce di «crimini ispirati dall’odio», che potrebbero essere, in larga parte, delazioni sul tipo di quelle proposte durante il COVID anche in Italia, che in Scozia avevano trovato applicazione, con la polizia a visitare case dove qualcuno segnalava esserci un «assembramento».   Ad ogni modo, per la prima settimana è stata trasmessa alla polizia una denuncia ogni minuto. Il segretario generale della Federazione di polizia scozzese David Kennedy ha tuttavia osservato che «il numero di denunce che si sono tradotte in vere e proprie indagini su crimini ispirati dall’odio è estremamente piccolo», affermando che costituisce meno dell’1%.   Un sondaggio dell’inizio di questo mese ha rivelato che, dopo l’introduzione della legge, lo Yousaf aveva un indice di gradimento di meno 32, equivalente a un calo di 15 punti dall’inizio dell’anno. Il sondaggio rileva che anche tra le persone che hanno votato per il suo partito, più credevano che stesse facendo un pessimo lavoro rispetto a quelli che pensavano che stesse facendo bene.   Come riportato da Renovatio 21, la Scozia è al centro anche di altri episodi di folle legislazioni e arresti riguardo tempi del politicamente corretto, come la cosiddetta «transfobia».   È emerso di recente che genitori scozzesi contrari alla transessualizzazione dei figli ora rischiano 7 anni di prigione. La legge pensata a proposito vieterebbe le cosiddette «pratiche di conversione» che spesso hanno luogo in un «contesto familiare». Ciò significa che se i genitori tentassero di impedire ai loro figli di «vestirsi in un modo che rifletta il loro orientamento sessuale o identità di genere», potrebbero affrontare sanzioni penali anche se credono di agire nel migliore interesse del bambino.   Nel 2021 una madre di 50 anni è stata accusata di un «crimine d’odio transfobico» dopo aver ritwittato l’immagine di un nastro delle suffragette. La donna rischiava fino a due anni di prigione.

Aiuta Renovatio 21

La Scozia è pure teatro di grotteschi casi in cui maschi che commettono vili aggressioni sessuali contro donne e bambini vengono protetti dallo Stato e spediti in carceri femminili dopo essersi opportunamente dichiarati trans. L’anno scorso, l’ex leader scozzese Nicola Sturgeon, paladina woke poi arrestata e rilasciata su accuse legate al Partito Nazionale Scozzese, ha affermato che i criminali transgender condannati per aver violentato donne sono donne, nonostante siano biologicamente uomini.   Nello stesso mese, il governo scozzese ha rifiutato di rimuovere uno stupratore transgender da un carcere femminile nonostante fosse condannato per aver violentato due donne.   Come riportato da Renovatio 21, la Scozia sta legalizzando l’eutanasia, e apre dibattiti legali sulla conservazione dello sperma dei trans.   Solo poco tempo fa, nei giornali scozzesi si potevano trovare sondaggi deliranti come quelli sulla possibilità di introdurre campi di concentramento COVID, mentre nel Paese in lockdown la polizia faceva irruzione a feste di compleanno di bambini di 10 anni su soffiata dei vicini delatori.   Nel frattempo, una inspiegata ondata di neonati morti – con aumento statistico cospicuo – si è manifestata nel Paese.   Come riportato da Renovatio 21, il «musulmano non osservante» Humza Yousaf fu preferito nel rush finale dopo le strane dimissioni della Sturgeon alla cristiana praticante Kate Forbes, contraria al matrimonio omosessuale, così come alle nascite extramatrimoniali, e difensore accorato della famiglia tradizionale.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Scottish Government via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic                
Continua a leggere

Razzismo

Biden molla l’idea di bandire le sigarette al mentolo per non irritare l’elettorato nero

Pubblicato

il

Da

La Casa Bianca ha rinviato a tempo indeterminato i piani per vietare le sigarette al mentolo, dopo che i sondaggi hanno mostrato un drastico calo del sostegno afroamericano al presidente Joe Biden prima delle elezioni di novembre. Lo riporta il Wall Street Journal.

 

Circa l’81% dei fumatori neri utilizzava sigarette al mentolo nel 2020, anno in cui Biden ha ottenuto il 91% dei voti neri. Tuttavia, recenti sondaggi hanno mostrato che solo il 68% degli afroamericani intende sostenere il democratico questa volta.

 

«È chiaro che ci sono ancora molte conversazioni da tenere, e ciò richiederà molto più tempo», ha detto venerdì il segretario alla Salute e ai servizi umani Xavier Becerra, rilevando il feedback che la proposta di divieto ha ricevuto dai gruppi per i diritti civili e per la riforma della giustizia penale.

Sostieni Renovatio 21

Il divieto è stato proposto per la prima volta nell’aprile 2021, come parte dell’iniziativa «Cancer Moonshot» di Biden. La Casa Bianca ha sostenuto che la messa al bando delle sigarette al mentolo aiuterebbe le «persone di colore» a migliorare i risultati in termini di salute. Le sigarette al mentolo rappresentano oltre il 30% di tutte le sigarette vendute ogni anno negli Stati Uniti e sono i più popolari tra i fumatori neri e ispanici.

 

Il piano, tuttavia, ha finito per dividere drasticamente la base elettorale democratica. L’ex consigliere di Biden per le politiche interne, Susan Rice, ha sostenuto che ritardare il divieto «mette a rischio più vite nere», mentre la National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) ha approvato il divieto dei prodotti del tabacco aromatizzati come una «questione di giustizia sociale».

 

L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha ribattuto che il divieto creerebbe un mercato nero per le sigarette al mentolo e aumenterebbe le interazioni negative tra polizia e afroamericani, che «avrebbero un impatto sproporzionato sulle persone di colore, oltre a dare priorità alla criminalizzazione rispetto alla salute pubblica e alla politica di riduzione del danno».

 

In pratica, anche se nessuno lo dice, si teme l’emergere di un nuovo tipo criminale: lo spacciatore nero di sigarette al mentolo. Un ulteriore stereotipo razzista che nessuno può permettersi.

 

Anche Altria Group e Reynolds American, i due maggiori produttori di sigarette statunitensi, hanno esercitato pressioni contro il divieto.

 

Il Canada ha effettivamente vietato le sigarette al mentolo nel 2018 e l’UE ha fatto lo stesso nel 2020. Uno studio dell’Università di Waterloo in Canada, basato su tali divieti, prevedeva che la proposta della Casa Bianca avrebbe fatto sì che 1,3 milioni di fumatori smettessero entro due anni, di cui circa 380.000 Afroamericani.

 

«La scienza è chiara sul fatto che ci sarà un enorme beneficio per la salute dall’eliminazione delle sigarette al mentolo», ha affermato Mitch Zeller, ex direttore del Centro per i prodotti del tabacco della Food and Drug Administration (FDA). Zeller ha suggerito che dietro la decisione dell’amministrazione Biden ci fossero considerazioni politiche.

Aiuta Renovatio 21

Secondo la FDA, è «probabile che le sigarette al mentolo rappresentino un rischio per la salute pubblica superiore a quello osservato con le sigarette senza mentolo».

 

«Si tratta di un piano basato sul buon senso che avrebbe potuto salvare centinaia di migliaia di vite», ha affermato la deputata Robin Kelly, una democratica dell’Illinois che presiede l’Health Braintrust del Congressional Black Caucus.

 

Le sigarette al mentolo sono attualmente vietate in due stati degli Stati Uniti, California e Massachusetts, e in oltre 100 comuni in tutto il Paese.

 

La popolazione nera americana è vittima di ulteriori stereotipi riguardo il loro consumi: è il caso del pollo fritto e dell’anguria, pietanze verso le quali gli afroamericani sono aneddoticamente, ingiustamente, illegalmente accusati di avere predilezione. È difficile, tuttavia, che in vista delle cruciali elezioni di novembre, l’amministrazione Biden legifererà contro cocomeri ed alette impanate.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Più popolari