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«Colpo di Stato globale, élite asservita al Demonio». Intervista di Mons. Viganò

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Renovatio 21 pubblica questa intervista di Mons. Viganò al canale americano OANN TV.

 

 

 

Intervista all’Arcivescovo Carlo Maria Viganò di Christina Bobb per OANN TV

 

 

Molte persone stanno iniziando a vedere i pericoli della presa del potere globale, ma hanno background religiosi diversi. Come possono le persone di fedi diverse unirsi per sostenere la libertà, anche se non sono d’accordo?

Questa è una domanda complessa, alla quale probabilmente un Vescovo modernista risponderebbe in questo modo: «Dov’è il problema? Siamo tutti figli di Dio, a prescindere da come ogni credente Lo chiama». Questa però non è una risposta cattolica, e men che meno la risposta che dovrebbe dare un Vescovo, ossia un Successore degli Apostoli. 

 

I Cattolici sanno, dalle Sacre Scritture e dalla Tradizione, che è in atto una battaglia epocale, con due schieramenti: quello di Dio e quello di Satana. Sanno anche che la vittoria appartiene a Dio e all’Immacolata, la Donna coronata di stelle dell’Apocalisse, che schiaccerà il capo dell’antico Serpente.

 

Di fronte ad un vero e proprio Colpo di Stato globale, in cui un’élite asservita al Demonio sta imponendo la propria agenda, ogni Cattolico sa riconoscere la matrice infernale di quanto accade col pretesto dell’emergenza pandemica: vi riconosce l’ideologia di morte, l’odio per la vita, l’avversione al sacro, il compiacimento per il caos e la violenza. 

 

Di fronte ad un vero e proprio Colpo di Stato globale, in cui un’élite asservita al Demonio sta imponendo la propria agenda, ogni Cattolico sa riconoscere la matrice infernale di quanto accade col pretesto dell’emergenza pandemica: vi riconosce l’ideologia di morte, l’odio per la vita, l’avversione al sacro, il compiacimento per il caos e la violenza

Chi non è Cattolico – o chi segue i Prelati e lo stesso Bergoglio nell’adeguarsi alla narrazione pandemica e vaccinale – ha certamente più difficoltà a comprendere il senso di questi avvenimenti, e non si capacita di come l’uomo possa volere la morte del suo simile; di come sia possibile che l’autorità civile – e religiosa – si sia fatta corrompere e comprare tradendo il proprio popolo; di come i medici possano dare la morte ai pazienti senza curarli o somministrando loro cure inappropriate, o consigliando un siero sperimentale che in condizioni di normalità non sarebbe mai stato approvato; di come i magistrati non intervengano per fermare la dittatura che va instaurandosi ovunque, nella violazione più scandalosa dei diritti fondamentali. 

 

Come ho detto nel mio messaggio ai cittadini elvetici, non è la libertà che dobbiamo chiedere oggi, o meglio: quella libertà che dobbiamo rivendicare non è né la licenza né l’arbitrio di compiere quello che vogliamo, ma – secondo la definizione di Leone XIII nell’Enciclica Libertas præstantissimum – la libertà di agire all’interno dei confini del Bene, che oggi è impedita. 

 

È forse libertà uccidere un figlio nel grembo materno?

 

È libertà riconoscere diritti al vizio e al peccato, e deridere o condannare la virtù e le buone azioni?

 

È libertà rivendicare il potere che ha solo Dio, di decidere quando vivere e quando morire?

 

È libertà pretendere di sposarsi tra persone dello stesso sesso, di adottare figli, di comprarli da madri pagate come fattrici con la «maternità surrogata»?

 

È libertà usare i poveri e i diseredati del mondo per distruggere il tessuto sociale dell’Occidente o per abbassare il costo del lavoro, quando è proprio l’Occidente apostata e anticristiano che causa la povertà e sfrutta le risorse dei Paesi sottosviluppati? 

 

I Cattolici, e anzitutto i laici, hanno l’occasione di far comprendere a chi non ha la grazia della vera Fede e della piena comunione con la Chiesa di Cristo che tutto ciò che avviene – proprio per la sua indole evidentemente anticristica – fa parte di quelle «ultime cose» – τα ἔσχατα – di cui parla la Sacra Scrittura, della battaglia dei figli della Luce contro i figli delle tenebre.

 

E a quel punto chi è onesto, chi è buono e vuole il Bene – coloro che il Vangelo chiama «uomini di buona volontà» – comprenderà che vi è una sola Religione considerata nemica dall’élite: la Religione Cattolica Apostolica Romana; e che non è più possibile rimanere neutrali, o credere di potersi barcamenare senza scegliere da che parte stare.

 

La Grazia di Dio toccherà i loro cuori, e con gli occhi dell’anima comprenderanno che vi è un solo schieramento al quale possono appartenere, e solo la Croce di Cristo sotto la quale potranno combattere il comune nemico. E questa loro scelta di campo sarà benedetta e ricompensata da Dio. 

 

 

Che ruolo gioca la religione in (1) nel Colpo di Stato, (2) nella Soluzione, o (3) in entrambi?

Anche questa è una domanda molto complessa. Anzitutto dobbiamo fare una distinzione tra «religione» in senso generale e «religione» intesa come «Religione Cattolica». 

 

Certamente il COVID ha adottato dei connotati religiosi per ottenere maggiore consenso nella popolazione. Ecco allora i gran sacerdoti della pandemia, i predicatori dei vaccini, le conversioni degli infedeli, le scomuniche per i nuovi eretici, il rogo sociale per i no-vax, la salvezza data dall’essersi fatti inoculare il siero genico. Ma sappiamo bene che Satana è scimmia di Dio, e anche con il COVID ha mostrato in modo inequivocabile di averci messo del suo. 

 

In secondo luogo, se parliamo della Chiesa Cattolica, dobbiamo ricordare che la Gerarchia vive da ormai sessant’anni una sorta di disturbo bipolare: da un lato abbiamo la dottrina, la morale, la liturgia, la disciplina che da duemila anni sono ciò che rende appunto cattolica la Chiesa; dall’altra abbiamo Bergoglio e i Vescovi modernisti che predicano un’altra dottrina e un’altra morale, che celebrano un’altra liturgia, che usano della propria autorità non per custodire la Fede e proteggere il Gregge del Signore, ma per seminare l’errore, l’eresia, lo scisma.

 

Di questa divisione sono consapevoli anche i fedeli, che in gran parte non vogliono e non hanno mai voluto che la Chiesa diventasse prima una sorta di setta protestante, e poi una ONG filantropica o, peggio, la serva del Nuovo Ordine Mondiale.

 

Per grazia di Dio, ci sono ancora molti sacerdoti e alcuni Vescovi che continuano ad essere cattolici, che credono integralmente quello che Nostro Signore ci ha insegnato, che celebrano la Messa tradizionale. E che – guarda caso – sono anche consapevoli della dittatura sanitaria, del piano del Great Reset, dei progetti del Nuovo Ordine Mondiale

Per grazia di Dio, ci sono ancora molti sacerdoti e alcuni Vescovi che continuano ad essere cattolici, che credono integralmente quello che Nostro Signore ci ha insegnato, che celebrano la Messa tradizionale. E che – guarda caso – sono anche consapevoli della dittatura sanitaria, del piano del Great Reset, dei progetti del Nuovo Ordine Mondiale. 

 

E come nello stato c’è il deep state, così nella Chiesa c’è anche una deep church.

 

La deep church ha fatto propria l’ideologia globalista, forse con la speranza di poter essere parte di quella Religione dell’Umanità che la massoneria vorrebbe instaurare. Una religione umana, anzi satanica, in cui sono ammessi gli idoli e i demoni, ma da cui è bandito Nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e unico Salvatore.

 

Per questo la chiesa bergogliana è ecumenica, inclusiva, resiliente, ecologica.

 

Per questo propaganda i vaccini e semina il panico per la pandemia.

 

Per questo essa tace dinanzi alle violazioni dei diritti umani, alla profanazione delle chiese, alla laicizzazione delle Nazioni, alla cancellazione dell’identità cattolica e delle tradizioni cristiane dalla società.

 

La deep church ha fatto propria l’ideologia globalista, forse con la speranza di poter essere parte di quella Religione dell’Umanità che la massoneria vorrebbe instaurare. Una religione umana, anzi satanica, in cui sono ammessi gli idoli e i demoni, ma da cui è bandito Nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e unico Salvatore

Il deep state vuole distruggere la sovranità nazionale, l’economia, l’impresa, la giustizia, l’istruzione, la sanità e l’intero tessuto sociale: con questo i governanti tradiscono il loro popolo e mantengono il potere tramite l’instaurazione di una dittatura. Allo stesso modo, la deep church vuole distruggere la Chiesa di Cristo, lasciandole l’involucro umanitario ma privandola dell’anima, ossia del Suo Signore e Dio.

 

In entrambi i casi possiamo riconoscere l’opera del Diavolo, che odia Dio come Creatore di tutte le perfezioni del mondo e allo stesso tempo come Redentore e Salvatore dell’umanità tramite il Sacrificio del Suo divin Figlio sulla Croce. 

 

Quindi, per rispondere alla sua domanda: la chiesa bergogliana ha avuto certamente un ruolo decisivo nella pianificazione di questo Colpo di Stato, con l’avere colpevolmente approvato e insegnato errori teologici e filosofici come base su cui poi hanno potuto proliferare la psico-pandemia, l’ecologismo neomalthusiano, il Great Reset e l’Agenda2030, assieme alla teoria gender, all’approvazione del movimento LGBT e dei cosiddetti «matrimoni» omosessuali.

 

Dal Concilio Vaticano II a oggi questa deep church è riuscita a far digerire ai fedeli una nuova religione, facendo loro credere di essere ancora Cattolici. 

 

La deep church ha anche un ruolo nello svolgimento del colpo di stato globale, perché ha accettato e ratificato la narrazione pandemica, ha chiuso per mesi le chiese e vietato le funzioni, ha promulgato una Nota equivoca sapendo che sarebbe stata interpretata come un’autorizzazione della Chiesa ai vaccini. Bergoglio è arrivato a dire che il siero genico è un dovere morale, anzi un atto di carità e ad imporlo ai dipendenti del Vaticano. 

 

Ma la deep church non sarà parte della soluzione, essendo stata parte del problema.

 

Saranno i buoni Pastori, i rari Prelati non venduti al sistema, i sacerdoti e i religiosi che sono quotidianamente a contatto con la realtà e vedono i danni fisici, psicologici, morali e spirituali provocati da questa criminale congiura strumentale al controllo totale dei cittadini e allo sterminio di una parte di essi.

Saranno i buoni Pastori, i rari Prelati non venduti al sistema, i sacerdoti e i religiosi che sono quotidianamente a contatto con la realtà e vedono i danni fisici, psicologici, morali e spirituali provocati da questa criminale congiura strumentale al controllo totale dei cittadini e allo sterminio di una parte di essi

 

Sarà la Chiesa Cattolica, quando farà risuonare alta la voce di Cristo, ad aprire gli occhi all’umanità e a farle comprendere che l’unica uscita da questo girone infernale è il ritorno degli uomini a Dio, al rispetto della Sua santa Legge, alla pratica delle virtù e all’abbandono del peccato.

 

Quando chiederemo tutti insieme, in ginocchio dinanzi a Dio, di avere pietà di noi peccatori, solo a quel punto Egli interverrà, sbaragliando i Suoi nemici. Tra questi saranno annoverati proprio coloro che oggi sono perfettamente allineati all’agenda globalista. 

 

 

Come crede che saranno i prossimi dodici mesi se (1) le persone spingono e combattono per la libertà, o (2) se le persone non spingono non combattono per la libertà?

 

Non posso ovviamente fare previsioni, anche se spero che l’evolversi sempre più veloce degli eventi e l’evidenza del Colpo di Stato in atto facciano capire che è dovere di ognuno opporsi con coraggio e determinazione all’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

 

Quando chiederemo tutti insieme, in ginocchio dinanzi a Dio, di avere pietà di noi peccatori, solo a quel punto Egli interverrà, sbaragliando i Suoi nemici. Tra questi saranno annoverati proprio coloro che oggi sono perfettamente allineati all’agenda globalista

Ma lo ripeto: nessuno si illuda che la questione si limiti ad una lotta per la libertà. Se dobbiamo combattere, la nostra battaglia dev’essere per il ritorno di Cristo Re e di Maria Regina, nell’obbedienza alla Legge di Dio. Abbiamo già abusato fin troppo della libertà, facendone un feticcio che legittimava le peggiori aberrazioni: ora è tempo di scegliere tra l’essere «non più servi, ma amici» di Nostro Signore o schiavi di Satana. 

 

L’idea di un’Alleanza Antiglobalista, che coalizzi e dia un programma d’azione a quanti non sono disposti a subire la dittatura sanitaria o ecologica, può rappresentare un’opportunità: si potrebbero indicare dei principi generali validi per tutte le realtà locali, che poi ogni movimento condividerebbe adattandoli alle situazioni specifiche.

 

Spero che vi siano leader politici, intellettuali, rappresentanti delle istituzioni, della magistratura, delle forze armate, medici, giornalisti, docenti e gente comune che vogliano raccogliere il mio Appello e farsene promotori.

 

Anche perché, come ho già dichiarato, nel momento in cui l’attacco è globale, globale dev’essere anche l’opposizione.

 

Ma se lasceremo fare, se ci chiuderemo nelle nostre piccole realtà fingendo di non vedere la minaccia che incombe su tutti noi, se continueremo a peccare e ad offendere il Signore, ci renderemo complici dei cospiratori e dei traditori, e non meriteremo certo né la pietà di Dio, né di uscire da questo inferno in terra.

 

Pensateci bene: potrebbe essere l’ultima occasione. 

 

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Mons. Viganò: omelia per le Rogazioni contro il cancro conciliare

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Renovatio 21 ripubblica questo discorso di monsignor Carlo Maria Viganò.

 

 

FIRMAMENTUM MEUM

Omelia nelle Litanie Maggiori, o Rogazioni Pozzolatico (Firenze). 25 Aprile 2024

 

 

 

Dominus firmamentum meum, et refugium meum, et liberator meus.
Il Signore è mia roccia, mia fortezza e mio liberatore.

Ps 17, 3

Le Rogazioni riportano molti di noi a tempi remoti, nei quali il 25 Aprile era dedicato alla Benedizione dei campi. Ed era nelle campagne, un tempo nemmeno troppo distanti dalle città, che vedevamo processioni di fedeli e popolo seguire il sacerdote al canto delle Litanie.

 

Ut fructus terræ dare et conservare digneris… Contadini vestiti con l’abito della festa accompagnavano i nostri parroci fino ai loro poderi, dove la sua preghiera echeggiava in un silenzio rotto solo dal canto degli uccelli. Gli alberi da frutto erano in fiore e nell’aria volavano i semi dei pioppi. E si sapeva, nell’intimo di una coscienza che parlava ancora, che il Signore premia il giusto e punisce il malvagio: non solo perché questo era ciò che si sentiva predicare in chiesa, ma anche perché questa giustizia semplice nella comprensione e divina nelle sue manifestazioni mandava le cavallette nel campo di chi lavorava la domenica, e rendeva feconde le coltivazioni, generosi i fianchi delle mucche e delle pecore di chi viveva in Grazia di Dio. 

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La nostra educazione radicatamente cattolica ci mostrava incastonati in un elaboratissimo disegno della Provvidenza; ed anche se il Creato ci era ostile dopo la cacciata dall’Eden, eravamo nondimeno aiutati dal ritmo sereno delle stagioni e dallo scandire confortante delle ricorrenze religiose a condurre una vita ancora rispondente all’armonia voluta dal Creatore. 

 

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore…

 

Potevamo ancora ammirare all’alba, in questa stagione, il cielo che si schiariva e brillava nel suo blu radioso: oggi ci siamo ormai abituati alla grigia coltre di cieli irrorati artificialmente. E comprendiamo, solo oggi, quanto dessimo per scontata la luce del sole, che qualche autoproclamato filantropo vorrebbe schermare: 

 

de te, Altissimo, porta significatione.

 

Pensiamoci bene: l’odio del Nemico sembra progressivamente mostrarsi con sempre maggior arroganza, e privare il genere umano della luce del sole è un’inquietante figura dell’oscuramento di Cristo, Sol justitiæ, da parte dei servi dell’Avversario. 

 

Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

 

Quella società ancora cattolica, pur essendo minata dagli errori del liberalismo o del materialismo ateo, è riuscita a sopravvivere fino agli Anni Sessanta perché era tenuta in vita dall’opera santificatrice della Chiesa e da una generazione di sacerdoti formati secondo l’impostazione tradizionale.

 

Per far ingoiare a questi buoni parroci e religiosi l’indigesto boccone del Vaticano II furono necessari anni e anni di rieducazione e di epurazioni, ma nel frattempo – anche dove il rito riformato aveva sostituito la Messa cattolica – dai pulpiti veniva ancora predicata la Fede di Cristo. Solo per questo gli errori moderni non poterono attecchire ovunque: rimaneva nelle anime il timor di Dio, il rispetto della santità della vita, il riconoscimento del ruolo sociale della famiglia, la volontà di Bene.

 

Nel frattempo il cancro conciliare si diffondeva nelle Università pontificie, nei Seminari, nei Conventi, nelle associazioni cattoliche. 

 

Fu allora che la Gerarchia Cattolica lasciò cadere le Rogazioni, considerandole una vieta manifestazione di fideismo quasi superstizioso. La mente orgogliosa e superba dei novatori non poteva tollerare che il popolo cristiano chiedesse perdono per i propri peccati, invocando la misericordia del Signore e propiziando le Sue benedizioni sui campi.

 

Era una visione «medievale», indegna delle elevate e adulte coscienze dei modernisti. Era un ostacolo al dialogo religioso, perché riconosceva alla Maestà divina una centralità che l’uomo moderno rivendicava a sé e alla sua dignitas infinita – intelligenti pauca. Così la Provvidenza venne bandita sia nel Suo intervento nella Storia, sia nella nostra possibilità di invocarLa.

 

Il Vaticano II, con la sua visione orizzontale, ci ha precluso quella consolante consapevolezza di essere parte di un cosmo in cui la nostra esistenza individuale è insostituibile perché frutto dell’amore provvidente del Dio Creatore, Redentore e Santificatore. 

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La voce della «chiesa conciliare» ci faceva credere che eravamo tutti salvi per il solo fatto che Cristo fosse uomo come noi; e quindi che non vi poteva essere nessuna punizione perché non vi era alcuna colpa da punire; dunque non vi era più un Dio da implorare perché fermasse il braccio della Sua giusta ira su di noi peccatori.

 

Questo voleva dire – e lo vediamo confermato oggi – che non serviva nemmeno un Redentore, e che il Sacrificio della Croce era inutile. Ma se tutti si salvano, a cosa serve la Chiesa? Se non c’è diluvio, a cosa serve l’Arca? Se il mondo può vivere in pace e in armonia senza Dio, perché dovremmo pregarLo? Se vogliamo la pioggia, ce la facciamo cadere noi, e se i campi inaridiscono facciamo crescere piante ogm in idrocultura, creiamo la carne sintetica, sostituiamo il frumento con gli scarafaggi, la natura con i pannelli solari, la vita con la sua grottesca replica in provetta. 

 

Nelle Rogazioni è riassunta l’anima del popolo cattolico, perché nell’invocare la misericordia e la benedizione di Dio sui frutti della terra che vanno maturando nei campi e lungo i filari, quel popolo si riconosceva con umile realismo peccatore, capace di emendarsi, di far penitenza, di difendere la propria Fede con il generoso e sincero impeto di Pietro: Signore, con Te sono pronto ad andare in prigione e alla morte (Lc 22, 33).

 

Quel mondo cristiano, cari fratelli, è stato cancellato: in molte nazioni seguirne i principi è considerato un reato. Ma se è umanamente arduo pensare che sia possibile ricostruire quel modello sulle rovine di un’umanità abbrutita e ribelle, abbiamo tuttavia la possibilità di formare piccole comunità in cui sia custodita e conservata la Fede cattolica secondo quel modo di vivere antico e sacro, nella consapevolezza che dovremmo forse adattarci anche alla clandestinità e alla macchia. Sarà allora che i nostri figli scopriranno con stupore e incredulità quanto sia preferibile arare un campo, dissodare un orto, coltivare frutta, allevare il bestiame, pascolare le pecore, saper fare il formaggio e cuocere il pane. Perché quel benedetto sudore della fronte ci riporta alla concretezza della nostra condizione di exsules filii Hevæ ma ci affranca dalla servitù dei call center, dall’usura, dalla necessità di comprare e mangiare quel che altri hanno deciso. 

 

Tornare alla Fede è possibile creando piccole comunità tradizionali, in cui confrontarsi con gli elementi, seguire i ritmi delle stagioni, la fatica dell’estate e il riposo dell’inverno, la preghiera costante a punteggiare le giornate; giornate in cui ci si alza con la luce del Sole e il segno della Croce, e alla fine delle quali ci si corica con il nome di Gesù e di Maria sulle labbra; giornate in cui la grandine si allontana con una giaculatoria e accendendo la candela benedetta, in cui l’agonia di un’anima è accompagnata dal rintocco della campana, e non dall’arroganza di medici corrotti e infermieri senza cuore. 

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Ecco perché preghiamo oggi: perché vi siano agricoltori nei campi, vignaioli nelle vigne, pastori per le greggi, operai infaticabili nei tempi di sereno e di tempesta, nella canicola e con la galaverna. E questo vale per le coltivazioni e il bestiame, ma anche e soprattutto per il campo del Signore, per la Sua vigna, per il Suo gregge: è il motivo per cui nelle Litanie invochiamo di essere risparmiati a fulgure et tempestatea peste, fame et bello, ma anche per cui preghiamo ut domnum Apostolicum et omnes ecclesiasticos ordines in sancta religione conservare digneris.

 

A questo servono i Ministri dell’Altissimo: a dissodare e seminare la Parola di Dio con la predicazione; a moltiplicare i grappoli dell’unica vite; a pascere le pecore che il Signore ha affidato loro. 

 

L’anniversario dell’Ordinazione sacerdotale di don Lorenzo e don Emanuele e della mia Consacrazione episcopale ci ricordano l’importanza del Sacerdozio cattolico, specialmente in un’epoca in cui i Ministri rimasti fedeli a Cristo sono sempre meno.

 

Il Collegium Traditionis è appunto un seminarium, un luogo – e lo comprenderanno bene quanti conoscono la vita di campagna – in cui il seme della Vocazione è fatto crescere e portato a sviluppo, prima che la pianta possa esser messa a dimora e irrobustirsi dando frutto.

 

Chiediamo anche noi, sull’esempio e per l’intercessione del glorioso Apostolo ed Evangelista Marco, di veder benedetti i frutti soprannaturali di questo vivaio di futuri sacerdoti: per la gloria di Dio, l’onore della Chiesa, la salvezza delle anime. E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

25 Aprile 2024
S.cti Marci Ev.

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Immagine: Jules Breton, La Bénédiction des blés en Artois (1867), Museo di Orsay, Parigi.

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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I vescovi tedeschi preparano le «diaconesse»

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Il vescovo ausiliare di Essen, mons. Ludger Schepers, ha celebrato il 15 aprile 2024 la messa di chiusura di un corso di formazione per «diaconesse». Il Netzwerk Diakonat der Frau, o Rete del Diaconato femminile, propone una serie di corsi pluriennali, volti a preparare l’inserimento delle diaconesse nella Chiesa. È stata organizzata per la terza volta nel convento di Waldbreitbach.  

Presentazione della formazione deviante

Il Netzwerk Diakonat der Frau, fondato nel 1997, organizza dal 1999 corsi per donne che si sentono chiamate a diventare diaconi. La presidente, Irmentraud Kobusch, spiega: «Siamo un’organizzazione indipendente e possiamo offrire e certificare tali corsi per le donne».   Ufficialmente il corso si intitola: «Educazione continua: servizi di leadership diaconale per le donne nella Chiesa». La formazione appena conclusa è la terza, la prima ha avuto luogo nel 1999.   La formazione si svolge a Waldbreitbach, nei locali del convento delle Suore Francescane. È richiesto il corso per corrispondenza teologica di Würzburg. La formazione si estende su tre anni al ritmo di un fine settimana ogni due mesi. 37 donne sono state formate in tre cicli.   Irmentraud Kobusch dice che l’idea di questa formazione le è venuta dopo aver letto la Lettera Ordinatio sacerdotalis in cui si afferma che il sacerdozio è riservato agli uomini, per diritto divino, e conclude che «il diaconato delle donne» non riguarda.   La presidente ripone la sua speranza in Francesco e nel Cammino sinodale. «Come rete, discutiamo con il gruppo di lavoro sul diaconato permanente», spiega Kobusch. Un ministero comune per uomini e donne sarebbe il modello ideale per il futuro della Chiesa.   Irmentraud Kobusch è convinta che un giorno ci saranno donne diacono cattoliche, in modo del tutto ufficiale. «Persevereremo finché la prima donna non sarà ordinata diacono in Germania», ha detto. Ci vorrà ancora un po’ di tempo.

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La cerimonia del 15 aprile con mons. Ludger Schepers

In un comunicato si ricorda il sistema formativo delle neodiplomate. Il vescovo ausiliare, mons. Schepers, sostiene e accompagna da tempo la rete del diaconato femminile» precisa il comunicato.   E continua: «Nella sua omelia, pronunciata con suor Edith-Maria Magar, superiora generale dei francescani di Waldbreitbach, ha sottolineato che anche le donne vengono chiamate. Le donne si sentono giustamente discriminate ed emarginate nella Chiesa a causa della loro vocazione».   Il comunicato continua: «Le donne sono scioccate dal fatto che questo squilibrio non sia considerato un problema a cui bisogna porre rimedio. (…) Sebbene non potesse ancora ordinare le donne, il vescovo le ha benedette quando hanno ricevuto il certificato».   Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Bätzing, ha inviato un messaggio di congratulazioni: «Sei una benedizione per la nostra Chiesa», ha scritto.  

Un percorso chiaramente scismatico ed eretico

Tutta questa energia porterà o allo scisma e all’eresia, oppure all’abbandono della Chiesa. Bisogna (ancora) ricordare che, secondo una definizione del Concilio di Trento, che sancisce soltanto una dottrina ancora creduta, il sacramento dell’Ordine è uno, ed è composto di almeno tre gradi: episcopato, sacerdozio e diaconato.   Chi riesce a ricevere l’ultimo potrà ricevere gli altri due. L’impossibilità dell’ordinazione sacerdotale implica quindi quella dell’ordinazione diaconale… o della consacrazione episcopale.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Sacrifici animali fermati sul Monte del Tempio di Gerusalemme

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Non si ha notizia del sacrificio sul Monte del Tempio di Gerusalemme della Giovenca Rossa, che doveva avvenire in questi giorni. Tuttavia, altri sacrifici animali sarebbero stati programmati – e, secondo le cronache, fermati – in queste ore.

 

La polizia dello Stato Ebraico ha arrestato 13 giovani israeliani vicino al complesso del Monte del Tempio di Gerusalemme. Secondo la dichiarazione della polizia del 22 aprile, trasportavano agnelli e capre che intendevano sacrificare in un rituale per la Pasqua ebraica. Le avvisaglie di sacrifici rituali giudaici sul Monte del Tempio sono da anni considerati un modo di provocare una reazione violenta tra i musulmani.

 

In un caso, una capra è stata trovata nascosta all’interno di una carrozzina, mentre un altro sospettato ha tentato di introdurre di nascosto una capra sul luogo in un sacchetto della spesa riutilizzabile, ha dichiarato la polizia.

 

I 13 giovani israeliani, di età compresa tra i 13 e i 21 anni, sono stati tutti arrestati per essere interrogati, mentre gli animali sono stati tutti portati in strutture veterinarie.

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«La polizia israeliana opera a Gerusalemme e in tutti i settori, insieme ad altre agenzie di sicurezza, sia apertamente che segretamente, contro chiunque cerchi di infrangere l’ordine e agire in contraddizione con la legge e le pratiche esistenti nei luoghi sacri di Gerusalemme» spiega un comunicato della polizia.

 

«Chiediamo al pubblico di non dare spazio agli estremisti che tentano o chiamano per violare la legge e l’ordine. La pratica esistente sul Monte del Tempio e in altri luoghi santi di Gerusalemme è stata preservata e continuerà ad essere preservata in ogni momento, e non permetteremo a estremisti e criminali di alcun tipo di violarla».

 

Il Times of Israel spiega che «negli ultimi anni, gruppi religiosi marginali hanno sempre più cercato di celebrare il sacrificio pasquale sul Monte del Tempio, ma senza alcun risultato, poiché la maggior parte dei funzionari della sicurezza israeliani ritengono che ciò sarebbe visto come un cambiamento importante nello status quo del sito religioso e scatenerebbe feroci reazione da tutta la regione».

 

Come riportato da Renovatio 21, gruppi sionisti aveva annunciato lo sgozzamento della giovenca rossa sul Monte del Tempio per il 22 aprile, chiedendo anche il permesso alle autorità.

 

Non si hanno notizie dell’avvenuto sacrificio rituale, che è considerato necessario nel processo di apparizione del messia degli ebrei, che per alcuni cristiani corrisponderà all’anticristo.

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Immagine di Andrew Shiva via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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