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Essere genitori

Coro gay: «Convertiremo i vostri figli, stiamo venendo a prenderli». Alcuni dei cantanti potrebbero avere precedenti per molestie a minori

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La scorsa settimana il San Francisco Gay Men’s Chorus ha pubblicato un video musicale intitolato «Message From the Gay Community» («messaggio dalla comunità gay»).

 

Il video inizia con un cantante che introduce la melodia dicendo: «Mentre celebriamo l’orgoglio [«pride», ndr] e i progressi che abbiamo fatto negli ultimi anni, c’è ancora del lavoro da fare. Quindi a quelli di voi là fuori che stanno ancora lavorando contro la parità di diritti, abbiamo un messaggio per voi».

 

Il testo dice letteralmente:

 

Abbiamo un messaggio per voi:

Pensate che corromperemo i vostri figli, se la nostra agenda non viene confermata.

Bene. Solo per questa volta, avete ragione: convertiremo i vostri figli… Non c’è davvero modo di sfuggire.

Abbiamo un messaggio per voi:

Pensate che corromperemo i vostri figli, se la nostra agenda non viene confermata.

Bene. Solo per questa volta, avete ragione: convertiremo i vostri figli… Non c’è davvero modo di sfuggire.

 

In seguito il video è stato cancellato, o quantomeno reso «privato» nel canale YouTube. La motivazione, hanno fatto sapere, è per le numerose «minacce» che sarebbero arrivate all’indirizzo del coro. Al momento in cui pubblichiamo questo articolo il video parrebbe tornato visibile su YouTube ma non è possibile metterlo in condivisione su altri siti.


 

Nel frattempo, il paroliere della canzone – oramai conosciuta universalmente come «We’ll convert your children, we’re coming for them» («Convertiremo i vostri figli, stiamo venendo a prenderli») – ha assicurato su Twitter che si trattava di una parodia, di satira. Come nota Lifesitenews, anche se ciò fosse vero, questo non significa che il messaggio sia forte e chiaro: abbiamo vinto la guerra culturale, dicono i gay, e le spoglie di questa guerra sono i vostri stessi figli, che ora non possono sfuggire (letteralmente) all’indottrinamento omotransessualista a scuola e perfino nei cartoni, con le Drag Queen che raccontano fiabe a bambini piccoli e perfino lo sport e la Chiesa che mandano in continuazioni messaggi pro-Sodoma.

 

Tuttavia questa scusa della satira ricorda a Renovatio 21 un caso identico, avvenuto anni fa. Nel febbraio 1987, comparve sulla testata americana Gay Community News un testo (che non sarebbe sbagliato etichettare come un vero hate speech eterofobo, ma per quello la legge non c’è e non ci sarà mai) intitolato Gay Manifesto. Lo firmava un certo Michael Swift, che alcuni credono fosse solo uno pseudonimo.

 

L’incipit di questo «Manifesto omosessuale» recitava:

 

Gay Manifesto, 1987: «sodomizzeremo i vostri figli, emblema della vostra debole mascolinità, dei vostri sogni superficiali e delle bugie volgari. Li sedurremo nelle vostre scuole, nei vostri dormitori, nelle vostre palestre, nei vostri spogliatoi, nei vostri palazzetti dello sport, nei vostri seminari, nei vostri gruppi giovanili, nei bagni dei vostri cinema, nei vostri dormitori dell’esercito, nelle vostre fermate dei camion, nei vostri club per soli machi, nelle vostre Camere dei Deputati, ovunque gli uomini stiano assieme agli uomini. I vostrif igli diventeranno i nostri servi e obbediranno ai nostri ordini. Saranno riplasmati a nostra immagine. Verranno a desiderarci e ad adorarci»

«Sodomizzeremo i vostri figli, emblema della vostra debole mascolinità, dei vostri sogni superficiali e delle bugie volgari. Li sedurremo nelle vostre scuole, nei vostri dormitori, nelle vostre palestre, nei vostri spogliatoi, nei vostri palazzetti dello sport, nei vostri seminari, nei vostri gruppi giovanili, nei bagni dei vostri cinema, nei vostri dormitori dell’esercito, nelle vostre fermate dei camion, nei vostri club per soli machi, nelle vostre Camere dei Deputati, ovunque gli uomini stiano assieme agli uomini. I vostrif igli diventeranno i nostri servi e obbediranno ai nostri ordini. Saranno riplasmati a nostra immagine. Verranno a desiderarci e ad adorarci».

 

Anche in questo caso, qualcuno ha detto che si trattava solo di uno scherzo, una parodia, non c’era da credere a quelle parole. Satira. (Satira di cosa, poi, non è dato saperlo)

 

Allora non c’erano musica e faccioni di omosessuali sorridenti, quella volta, e il messaggio era espresso con una crudezza totale: tuttavia, ci chiediamo, quanto si discosta da quello appena andato in onda su YouTube?

 

Riguardo al video «Convertiremo i vostri figli» di questi giorni, Rod Dreher, autore del famoso libro L’opzione Benedetto, ha scritto ha scritto sull’American Conservative:

 

«Il disprezzo che questi uomini mostrano nei confronti dei genitori che non la pensano come loro è al centro di tutto questo. La provocazione che dice, qualunque siano le vostre convinzioni religiose, ruberemo i cuori e le menti dei vostri figli, e non c’è niente che voi stupidi possiate fare per fermarci. Dà via il gioco. Dà via il gioco per loro e per tutti i loro alleati aziendali».

 

Dreher forse non immagine che potrebbe trattarsi non di una semplice provocazione. Il sito Western Journal sostiene che «alcuni dei membri di un coro di uomini gay che hanno pubblicato il  controverso video virale in cui i cantanti hanno promesso di “corrompere i tuoi figli” e “convertire i tuoi figli” sembrerebbero essere condannati per pedofilia».

«Usando la  Wayback Machine , il Western Journal ha ottenuto l’elenco apparentemente cancellato dei membri del coro e ha incrociato quei nomi con un database  di autori di reati sessuali registrati in California».

Il sito Western Journal sostiene che «alcuni dei membri del coro di uomini gay sembrerebbero essere condannati per pedofilia»

 

«Mentre alcuni nomi potrebbero essere una coincidenza – alcuni trasgressori potrebbero essere omonimi dei membri del coro  – il Western Journal ha portato alla luce almeno quattro partite credibili».

 

Uno di essere potrebbe essere stato condannato per «atti osceni o lascivi con un bambino di età inferiore ai 14 anni» nel 1985.

 

Un altro nome ha ricevuto una identica condanna per «atti osceni o lascivi con un bambino di età inferiore ai 14 anni» nel 2001.

«Convertiremo i tuoi figli / succede poco a poco / con calma e sottilmente e tu lo noterai a malapena / Stiamo venendo a prenderli / Stiamo venendo a prendere tuoi bambini / Stiamo venendo a prendere i vostri figli.»

 

Stessa sentenza del giudice per un terzo nome condannato nel 2018 e rilasciato nel 2020.

 

Un quarto nome potrebbe essere stato condannato nel 1998; come nel caso precedente, si potrebbe trattare, sostiene il sito americano, di un omonimo di un membro del consiglio di amministrazione del coro.

 

«Convertiremo i tuoi figli / succede poco a poco / con calma e sottilmente e tu lo noterai a malapena» canta il coro nella canzone. Per poi concludere.

 

Stiamo venendo per loro.

Visto che sono gli LGBT che parlano direttamente di bambini, non può più essere chiaro – specie oggi, con la discussione del DDL Zan in Senato – che la tematica non riguarda solo la loro libertà sessuale, e neppure solo la nostra libertà di parola: riguarda la nostra dimensione dell’essere genitori, la difesa ultima della nostra prole di fronte a chi vuole privarci anche di quest’ultima sovranità, quella sulla nostra famiglia, sulla continuazione biologica e morale di ciò che siamo

Stiamo venendo a prendere i tuoi bambini.

Stiamo venendo a prenderli.

Stiamo venendo a prendere i tuoi figli.

 

Visto che sono gli LGBT che parlano direttamente di bambini, non può più essere chiaro – specie oggi, con la discussione del DDL Zan in Senato – che la tematica non riguarda solo la loro libertà sessuale, e neppure solo la nostra libertà di parola.

 

No: riguarda la nostra genitorialità, la dimensione dell’essere genitori (che, una volta che accade, ci definisce per sempre), la difesa ultima della nostra prole di fronte a chi vuole privarci anche di quest’ultima sovranità, quella sulla nostra famiglia, sulla continuazione biologica e morale di ciò che siamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Animali

Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale

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Gli scienziati dell’Istituto indiano di tecnologia Roorkee, in India, hanno pubblicato un articolo sulla rivista Scientific Reports per discutere della loro scoperta del Vasuki Indicus, una nuova specie di serpente gigante, vissuto circa 47 milioni di anni fa nello Stato indiano del Gujarat.

 

I resti del gargantuesco serpentone sono stati trovati nella miniera di carbone di Panandhro, nella regione di Kutch. Il suo nome è stato scelto in riferimento al luogo del ritrovamento e alla leggendaria creatura simile a un serpente associata alla divinità induista Shiva.

 

I ricercatori hanno osservato 27 vertebre, per lo più in buono stato di conservazione e alcune delle quali ancora articolate, che sembrano essere state raccolte da un individuo adulto. I pezzi ossei hanno dimensioni comprese tra 37,5 e 62,7 millimetri in lunghezza e tra 62,4 e 111,4 millimetri in larghezza, indicando un corpo ampio e cilindrico.

 

Sulla base di queste misurazioni, gli scienziati hanno ipotizzato che l’esemplare di Vasuki Indicus di cui facevano parte potesse raggiungere una lunghezza compresa tra 10,9 e 15,2 metri.

 

«Il team, guidato da Debajit Datta e Sunil Bajpai, ha scoperto i resti fossili della specie, che poteva raggiungere una lunghezza stimata tra gli 11 e i 15 metri, praticamente quanto uno scuolabus» scrive La Stampa.

 

Tuttavia non è dato sapere quanto letale per l’uomo potrebbe essere stato il rettilone. Sappiamo invece perfettamente quando posso ferire, di questi tempi, il suo termine di paragone, lo scuolabus.

 

«Autista dello scuolabus ha un malore e muore a Chiavari: aveva appena concluso il giro con i bambini»: Il Messaggero di due settimane fa.

 

«Incidente a Cittadella: autista di scuolabus ha un malore e va a sbattere contro una corriera». Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2023.

 

La Spezia, maggio 2022: «Malore improvviso per l’autista dello scuolabus, mezzo fa un volo di venti metri». Lo riporta La Città della Spezia.

 

«Padova, autista di scuolabus muore alla guida». Automoto, ottobre 2023.

 

Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale in strada, arrivano i soccorsi e uno scuolabus resta bloccato sui binari mentre arriva il treno». Il Resto del Carlino, il mese scorso.

 

Ottobre 2023: «Autista di scuolabus ha un malore alla guida: Jessica muore a 15 anni schiacciata dal mezzo». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Stati Uniti, aprile 2023: «L’autista dello scuolabus ha un malore: studente di 13 anni prende il controllo del mezzo».

 

Roma, dicembre 2022: «Scuolabus fuori strada a Roma, paura per 41 bambini: Malore dell’autista». Lo riporta IlSussidiario.net.

 

Renovatio 21 ha riportato tanti altri casi.

 

«I ricercatori ipotizzano inoltre che il predatore preistorico cacciasse in modo lento, come le anaconde» scrivono gli scienziati scopritori del serpentazzo indico.

 

Abbiamo imparato invece che il suo termine di paragone, lo scuolabus, miete vittime all’improvviso.

 

«Malori improvvisi» del conducente, che rischiano di tirare giù con loro le vite di diecine di bimbi trasportati.

 

E quindi: cosa è più pericoloso? Il boa preistorico di 15 metri o mandare il proprio figlio a scuola?

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Essere genitori

Il 25% dei bambini di età compresa tra 3 e 4 anni possiede uno smartphone: studio

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Uno studio condotto dall’autorità governativa di regolamentazione delle comunicazioni nel Regno Unito ha rilevato che un quarto dei bambini di soli 3-4 anni possiede uno smartphone. Lo riporta il giornale britannico Telegraph.   Dallo studio di Ofcom è infatti emerso che un quarto di tutti i bambini sotto i 7 anni possiede un dispositivo intelligente, con un aumento di circa il 5% in un anno.   I dati per i bambini di età inferiore a 7 anni sono stati forniti dai genitori, quindi il numero reale potrebbe essere molto più alto se alcuni genitori scegliessero di essere liberali riguardo alla verità.   Lo studio ha rilevato che quasi il 60% dei bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni possiede un telefono e, quando si arriva ai 12-17 anni, essenzialmente tutti i bambini possiedono uno smartphone.   Ofcom ha osservato che «i bambini delle scuole materne sono sempre più online e godono di una maggiore indipendenza digitale da parte dei genitori».   Lo studio ha anche scoperto che i bambini riescono ad aggirare i controlli sull’età per accedere alle app dei social media, semplicemente inventando la loro data di nascita.

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Più della metà (51%) di età inferiore ai 13 anni utilizza un’app di social media di qualche tipo sui propri telefoni, nonostante il fatto che la maggior parte delle app di social media richieda che gli utenti abbiano più di 13 anni.   Un totale del 40% dei bambini di età compresa tra 8 e 17 anni ha dichiarato a Ofcom di aver mentito sulla propria età per accedere a un’app.   Nella fascia di età 5-7 anni, un terzo dei genitori ha affermato che i propri figli utilizzano le app completamente senza supervisione e un terzo ha affermato di consentire ai propri figli di utilizzare le app prima che raggiungano l’età minima consigliata.   Il commissario governativo per l’infanzia britannico, Rachel de Souza, ha commentato che «l’uso dei social media e delle piattaforme di messaggistica da parte dei minorenni è molto diffuso. Le tutele previste dall’Online Safety Act devono essere implementate in modo rapido e deciso, con efficaci garanzie sull’età».   I risultati arrivano mentre il governo di Londra sta valutando la possibilità di attuare un divieto totale per i minori di 16 anni di acquistare smartphone, scrive Modernity News.   Tuttavia, tale legge non impedirebbe ai genitori di acquistare i dispositivi e di darli ai bambini, come avviene nella stragrande maggioranza delle case. Il governo sta anche valutando una legge che richiederebbe l’approvazione dei genitori quando i bambini di età inferiore ai 16 anni si iscrivono ad account sui social media.   Richard Collard della National Society for the Prevention of Cruelty to Children ha sottolineato che «il numero di bambini molto piccoli che utilizzano i social media indica un fallimento sistemico da parte delle aziende tecnologiche nel far rispettare i limiti di età da loro stabiliti”.   Gli studi hanno dimostrato che esistono ampie prove che l’uso dei social media è collegato ad un aumento dell’ansia, della depressione e ad un declino del benessere mentale tra i giovani. Le connessioni tra telefonino e l’aumento del cortisolo – l’ormone dello stress – sono discusse da diversi anni.   Come riportato da Renovatio 21, una curiosa circolare del ministero dell’Istruzione italiano dell’anno scorso descriveva lo smartphone come una droga «non diversa dalla cocaina».   Negli anni è emerso che le app degli smartphone spiano i bambini su «una scala scioccante», hanno rivelato esperti a Children’s Health Defense.

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«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori

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Una madre americana di sei figli, i cui consigli online sui genitori hanno attirato più di due milioni di abbonati su YouTube, è stata condannata il mese scorso ad almeno quattro anni di carcere con l’accusa di aggravamento di abusi su minori.

 

Ruby Franke, 42 anni, che gestiva il canale YouTube «8 Passengers», ora cancellata, è stata arrestata lo scorso agosto nello stato americano dello Utah quando suo figlio dodicenne malnutrito è scappato dalla casa di un’altra donna, Jodi Hildebrandt, 54 anni, per chiedere cibo e acqua a un vicino.

 

Il bambino era stato legato con nastro adesivo e aveva ferite aperte visibili a causa dell’essere stato legato con una corda, secondo i documenti della polizia. Hildebrandt, con il quale Franke collaborava in un’impresa commerciale separata, è stata condannata alla stessa pena detentiva di quattro pene da uno a 15 anni ciascuna.

 

Entrambe si erano dichiarate colpevoli a dicembre delle accuse di abuso aggravato di secondo grado su minori.

 

 

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Scusandosi con i suoi figli dopo la sua condanna, Franke ha detto di aver «creduto che l’oscurità fosse luce e che il giusto fosse sbagliato. Farei qualsiasi cosa al mondo per voi. Ho preso da voi tutto ciò che era tenero, sicuro e buono». Nella sua stessa dichiarazione, la Hildebrandt ha detto che spera che i bambini possano «guarire fisicamente ed emotivamente».

 

Durante il processo dell’anno scorso, il pubblico ministero Eric Clarke ha detto alla corte che due dei figli di Franke erano stati costretti a vivere in un «ambiente simile a un campo di concentramento» e gli erano stati «regolarmente negati cibo, acqua, letti in cui dormire e praticamente ogni forma di divertimento».

 

 

La Franke aveva creato il suo canale YouTube «8 Passengers» nel 2015 e l’estate scorsa aveva accumulato 2,3 milioni di abbonati, molti dei quali attratti dai video della vita familiare suburbana di Franke.

 

Tuttavia, alcuni spettatori si sono preoccupati nel 2020 quando uno dei suoi figli ha detto in un video che aveva dormito su un pouf per sette mesi. Altri video descrivevano Franke che tratteneva il cibo dai suoi figli e «annullava» il Natale come punizione.

 

Il canale YouTube «8 Passengers» è stato cancellato nel 2022, lo stesso anno in cui la Franke si era separata dal marito Kevin.

 

Nell’ambito di un patteggiamento, Hildebrandt – che ha collaborato con Franke in una serie di video di «life coaching» – ha ammesso di essere a conoscenza degli abusi sui minori e di aver costretto uno dei figli di Franke a «saltare più volte in un cactus».

 

Ha aggiunto che Franke aveva detto ai suoi figli che erano «malvagi e posseduti» e dovevano «pentirsi».

 

In una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato prima del processo l’anno scorso, Kevin Franke ha chiesto che fosse inflitta la pena massima al suo ex partner per l’abuso «orribile e disumano» dei suoi figli.

 

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Immagine screenshot da YouTube

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