Geopolitica
107° giorno di guerra, notizie dal fronte
– L’esercito ucraino conta fino a 100 morti r 500 feriti al giorno. Lo rivela il ministro della Difesa di Kiev.
– Missili russi su Dnepropetrovsk, dove sono prodotti missili anti nave.
– Danimarca e Olanda, agendo probabilmente come satelliti della Germania, fanno opposizione alla concessione per l’Ucraina dello status di candidato alla UE.
– Piccoli droni russi in azione.
– Il raccolto agricolo ucraino sarà del 30%-40% minore rispetto al 2021, dice il viceministro dell’agricultura di Kiev.
– Antiaerea automatica 57mm a Lugansk
– Secondo Defense News, i Paesi che inviano armamenti all’Ucraina ci stanno ripensando: tecnologie sensibili (targeting, crittografia) possono finire in mano russa se catturate, e fornire così alle forze di Mosca un vantaggio conoscitivo non indifferente (come funzionano queste armi? Come neutralizzarle?). Eccezionale che ci siano arrivati adesso.
– Treni militari corazzati in Ucraina
– Il cancelliere tedesco Scholz dice che la Serbia non entrerà in Europa senza prima riconoscere l’indipendenza del Kosovo.
– Chiesa distrutta dai bombardamenti a Terny
– Colpo di artiglieria in primo piano. Senza commenti.
– La Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) in questo momento controlla 235 centri abitati della regione. Le forze della DPR ora avanzano verso Slavjansk.
– Immagini dell’attacco di Kharkov da parte delle forze aerospaziali russe.
– I direttore dell’Intelligence della Federazione Russa Naryshkin rivela che con il consenso di Kiev i polacchi ospitano il centro di riserva di elaborazione dati del servizio fiscale ucraino. «In altre parole, Kiev apre deliberatamente al tandem polacco-americano l’accesso alle informazioni di importanza nazionale, comprese le informazioni sui contribuenti e, di conseguenza, sulla reale situazione finanziaria dell’Ucraina».
– L’artiglieria ucraina continua a martellare Donetsk
– Secondo il centro sondaggi indipendente Levada, il 75% dei russi vuole la continuazione della presente politica russa, nonostante le sanzioni, mentre il 19% crede che sia necessario cercare un compromesso.
– Putin annuncia che la ricostruzione dell’Afghanistan è a carico degli USA e dei suoi satelliti, perché la loro presenza, durata vent’anni, ha portato alla presente situazione.
– Scene dalle trincee ucraine
– Gli USA hanno appena scoperto di essere dipendenti da forniture cinesi e russe per l’antimonio, necessario per le munizioni. Il minerale serve alla produzione di esplosivi, armi perforanti, visori notturni e perfino bombe nucleari. Il primo produttore di antimonio è la Cina, seguita da Russia e Tagikistan. Le riserve USA di titanio, tungsteno e pure cobalto starebbero per esaurirsi.
– Tomsk, in Siberia, accoglie con bandieri e grida il ritorno dei soldati dal fronte ucrain
– La rappresentanza russa presso la FAO ucraino, che si trova nei porti del Mar Nero, rappresenta solo lo 0,2% dei volumi sul mercato mondiale. I negoziati per far partire i carichi sarebbero in via di ultimazione.
– Sebastopoli, l’antiaerea russa abbatte un oggetto volante, probabilmente un drone nemico.
– Secondo Bloomberg le forze ucraine hanno già esaurito più del 30% dell’arsenale dei Javelin dell’intero esercito USA . Kiev ha già usato un quarto delle scorte statunitensi di missili Stinger. Nel giro di poche settimane, il Pentagono non sarà in grado di dare armi e munizioni a Kiev senza esaurire criticamente le proprie riserve. Le falle nella catena di approvvigionamento del Pentagono minacciano non solo gli aiuti all’Ucraina, ma anche la capacità dell’America di rispondere alle crisi future. Compreso un potenziale conflitto su Taiwan, le cui forze armate dipendono dalla tecnologia americana.
– Secondo il quotidiano spagnuolo El Pais, il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha firmato un decreto che consente la presenza temporanea di contingenti militari stranieri nel paese. L’elenco dei paesi, comprende Russia, Stati Uniti, Messico, Venezuela, Cuba e alcuni stati dell’America centrale.
– Veicoli lanciarazzi MLRS «Korsa» della DPR in azione nella notte
– La Corte Suprema della DPR ha condannato tre combattenti stranieri delle forze ucraine a morte. C’è la possibilità di appello e di richiesta di grazia. Il presidente della Repubblica può commutare la pena in 25 anni di reclusione. Tra i condannati a morte, il celebre (sui social, gestiti da professionisti in Cana) foreign fighter asiatico-britannico Aidin Aslin, catturato dopo essersi arreso a Mariupol’.
Immagine da Telegram
Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.
«Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.
Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.
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«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».
Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.
Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.
Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina
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Geopolitica
Gli europei sotto shock per la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il 2025
I leader europei e i media dell’establishment sono in preda al panico dopo la diffusione, sul portale ufficiale della Casa Bianca, della «Strategia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America 2025» (NSS).
A terrorizzare Bruxelles e dintorni è l’impegno esplicito del governo USA a privilegiare «Coltivare la resistenza all’attuale traiettoria dell’Europa all’interno delle nazioni europee», descritta in termini aspri ma realistici. Il report si scaglia in particolare contro l’approccio dell’UE alla Russia.
L’NSS ammonisce che il Vecchio Continente rischia la «cancellazione della civiltà» se non invertirà la rotta imposta dall’Unione Europea e da altre entità sovranazionali. La «mancanza di fiducia in se stessa» del Continente emerge con evidenza nelle interazioni con Mosca. Gli alleati europei detengono un netto primato in termini di hard power rispetto alla Russia in quasi tutti i campi, salvo l’arsenale nucleare.
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Dopo l’invasione russa in Ucraina, i rapporti europei con Mosca sono drasticamente deteriorati e numerosi europei vedono nella Federazione Russa una minaccia esistenziale. Gestire le relazioni transatlantiche con la Russia esigerà un impegno diplomatico massiccio da Washington, sia per reinstaurare un equilibrio strategico in Eurasia sia per scongiurare frizioni tra Mosca e gli Stati europei.
«È un interesse fondamentale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina, al fine di stabilizzare le economie europee, prevenire un’escalation o un’espansione indesiderata della guerra e ristabilire la stabilità strategica con la Russia, nonché per consentire la ricostruzione post-ostilità dell’Ucraina, consentendole di sopravvivere come Stato vitale».
Il conflitto ucraino ha paradossalmente accresciuto la vulnerabilità esterna dell’Europa, specie della Germania. Oggi, le multinazionali chimiche tedesche stanno erigendo in Cina alcuni dei più imponenti complessi di raffinazione globale, sfruttando gas russo che non possono più procurarsi sul suolo patrio.
L’esecutivo Trump si scontra con i burocrati europei che coltivano illusioni irrealistiche sul prosieguo della guerra, appollaiati su coalizioni parlamentari fragili, molte delle quali calpestano i pilastri della democrazia per imbavagliare i dissidenti. Una vasta maggioranza di europei anela alla pace, ma tale aspirazione non si riflette nelle scelte politiche, in gran parte ostacolate dal sabotaggio dei meccanismi democratici perpetrato da quegli stessi governi. Per quanto allarmati siano i continentali, l’establishment britannico lo è ancor di più.
Ruth Deyermond, docente al dipartimento di Studi della Guerra del King’s College London e specialista in dinamiche USA-Russia, ha commentato su X che il testo segna «l’enorme cambiamento nella politica statunitense nei confronti della Russia, visibile nella nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale – il più grande cambiamento dal crollo dell’URSS». Mosca appare citata appena dieci volte nel corposo documento, nota Deyermond, e prevalentemente per evidenziare le fragilità europee.
In un passaggio esemplare, il report afferma che «questa mancanza di fiducia in se stessa è più evidente nelle relazioni dell’Europa con la Russia». «L’assenza della Russia dalla Strategia di Sicurezza Nazionale 2025 appare davvero strana, sia perché la Russia è ovviamente uno degli stati che hanno l’impatto più significativo sulla stabilità globale al momento, sia perché l’amministrazione è così chiaramente interessata alla Russia (…) Non è solo la mancanza di riferimenti alla Russia a essere sorprendente, è il fatto che la Russia non venga mai menzionata come avversario o minaccia» scrive l’accademica.«La mancanza di discussione sulla Russia, nonostante la sua importanza per la sicurezza e l’ordine internazionale e la sua… importanza per l’amministrazione Trump, fa sembrare che stiano semplicemente aspettando di poter parlare in modo più positivo delle relazioni in futuro».
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La parte dedicata al dossier ucraino – che allude al fatto che «l’amministrazione Trump si trova in contrasto con i politici europei che nutrono aspettative irrealistiche per la guerra» – pare quasi redatta dal Cremlino. L’incipit della Deyermond è lapidario: «Se qualcuno in Europa si aggrappa ancora all’idea che l’amministrazione Trump non sia inamovibile filo-russa e ostile alle istituzioni e ai valori occidentali, dovrebbe leggere la Strategia per la Sicurezza Nazionale del 2025 e ripensarci».
Il NSS dedica scarsa attenzione alla NATO, se non per insistere sulla cessazione della sua espansione indefinita, ma stando ad un articolo Reuters del 5 dicembre, Washington intende che l’Europa rilevi entro il 2027 la gran parte delle competenze di difesa convenzionale dell’Alleanza, dall’intelligence ai missili. Questa scadenza «irrealistica» è stata illustrata questa settimana a diplomatici europei a Washington dal team del Pentagono incaricato della politica atlantica, secondo cinque fonti «a conoscenza della discussione».
Nel corso dell’incontro, i vertici del Dipartimento della Difesa avrebbero espresso insoddisfazione per i passi avanti europei nel potenziare le proprie dotazioni difensive dopo l’«invasione estesa» russa in Ucraina del 2022. Gli esponenti USA hanno avvisato i loro omologhi che, in caso di mancato rispetto del termine del 2027, gli Stati Uniti potrebbero sospendere la propria adesione a certi meccanismi di coordinamento difensivo NATO, hanno riferito le fonti. Le capacità convenzionali comprendono asset non nucleari, da truppe ad armamenti, e i funzionari non hanno chiarito come misurare i progressi europei nell’assunzione della quota preponderante del carico, precisa Reuters.
Non è dato sapere se il limite temporale del 2027 rifletta la linea ufficiale dell’amministrazione Trump o meri orientamenti di singoli addetti del Pentagono. Diversi rappresentanti europei hanno replicato che un tale orizzonte non è fattibile, a prescindere dai criteri di valutazione di Washington, dal momento che il Vecchio Continente necessita di risorse finanziarie aggiuntive e di una volontà politica più marcata per rimpiazzare alcune dotazioni americane nel breve periodo.
Tra le difficoltà, i partner NATO affrontano slittamenti nella fabbricazione degli equipaggiamenti che intendono acquisire. Sebbene i funzionari USA abbiano sollecitato l’Europa a procacciarsi più hardware di produzione statunitense, taluni dei sistemi difensivi e armi made in USA più cruciali imporrebbero anni per la consegna, anche se commissionati oggi.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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