Geopolitica
Ucciso il capo delle comunicazioni di Hezbollah

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno annunciato la morte di Mohammad Rashid Sakafi, membro di spicco di Hezbollah, in un attacco aereo in Libano.
Sakafi è stato ucciso in un «attacco di precisione, basato sull’Intelligence, a Beirut ieri», ha detto l’IDF su X venerdì.
Sakafi è stato descritto come «un terrorista di alto rango di Hezbollah», responsabile delle comunicazioni del gruppo dal 2000.
«Sakafi ha investito notevoli sforzi per sviluppare capacità di comunicazione tra tutte le unità di Hezbollah», ha affermato l’esercito israeliano. Hezbollah non ha commentato queste affermazioni.
🔴Mohammad Rashid Sakafi, the Commander of Hezbollah’s Communications Unit, during a precise, intelligence-based strike in Beirut yesterday.
Sakafi was a senior Hezbollah terrorist, who was responsible for the communications unit since 2000. Sakafi invested significant efforts… pic.twitter.com/PH65nh5FLI
— Israel Defense Forces (@IDF) October 4, 2024
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Negli ultimi mesi, le IDF hanno assassinato diversi membri di alto rango di Hezbollah, tra cui lo storico leader del gruppo armato filo-palestinese, Hassan Nasrallah, ucciso il 27 settembre.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato venerdì, durante una visita al quartier generale della 36ª Divisione nel nord di Israele, che l’esercito ha «altre sorprese in serbo» per Hezbollah.
Israele ha intensificato i suoi attacchi aerei in Libano a fine settembre e ha lanciato raid transfrontalieri in risposta ai frequenti attacchi missilistici di Hezbollah. Da allora, più di 2.000 persone sono state uccise durante la campagna di bombardamenti in Libano e oltre 1,2 milioni sono state sfollate, secondo le autorità sanitarie libanesi.
Circa 70.000 israeliani sono stati in precedenza costretti a fuggire dalla parte settentrionale del Paese a causa degli attacchi di Hezbollah. L’IDF ha affermato che l’operazione in corso mira a respingere i militanti dal confine e a rendere l’area sicura per il ritorno dei rifugiati.
Hezbollah, tuttavia, ha giurato di continuare a lanciare razzi contro Israele finché l’IDF non avrà posto fine alla sua guerra con Hamas a Gaza.
Come riportato da Renovatio 21, funzionari israeliani hanno affermato che gli attacchi di giovedì sera hanno preso di mira il capo del comitato esecutivo di Hezbollah Hashem Safieddine, da più parti segnalato come il probabile successore che prenderà il controllo del gruppo paramilitare sciita dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah la scorsa settimana.
Israele ha colpito Beirut a mezzanotte con un intenso bombardamento aereo, presumibilmente mentre il Safieddine stava partecipando a una riunione di alti funzionari in un bunker sotterraneo, secondo il New York Times. Il bombardamento è stato uno dei più pesanti nella zona da quando Israele ha ucciso Nasrallah la scorsa settimana.
Secondo Axios, che cita media libanesi, l’attacco israeliano è stato molto più grande di quello che ha ucciso Nasrallah. Il numero delle vittime non è stato immediatamente noto.
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Immagine di Israel Defense Forces via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Geopolitica
Continuano gli scontri a Tripoli

Scontri armati sono scoppiati durante la notte nella capitale libica, Tripoli, meno di 24 ore dopo che il Governo di unità nazionale (GNU) del paese nordafricano, riconosciuto a livello internazionale, ha dichiarato di aver completato le operazioni militari e ripristinato la stabilità nella città.
I combattimenti sono ripresi nella tarda serata di martedì e, secondo quanto riferito, sono proseguiti fino a mercoledì, con spari ed esplosioni udite in diversi quartieri. Testimoni oculari citati dai media locali hanno riferito che le milizie sono state viste mobilitarsi lungo le principali arterie stradali, tra cui l’autostrada Al-Shat, la rotatoria di Fashloum e nei pressi dell’aeroporto di Mitiga, costretto a sospendere le operazioni.
La Libia resta divisa tra fazioni rivali e ha assistito a ripetute esplosioni di violenza dopo la rivolta del 2011, sostenuta dalla NATO, che ha rovesciato Muammar Gheddafi.
Le ultime tensioni sono seguite all’assassinio di Abdulghani al-Kikli, noto come Ghaniwa, capo dell’Apparato di Supporto alla Stabilità (SSA), affiliato al governo.
Secondo quanto riferito, è stato colpito a morte nel sud di Tripoli lunedì. Si dice che fazioni armate alleate con il Primo Ministro Abdulhamid al-Dbeibah abbiano rapidamente invaso le posizioni dell’SSA ad Abu Salim e in altri distretti in seguito all’incidente.
JUST IN: Deadly clashes in #Tripoli, capital city of #Libya is being continued. In fact, various militia groups fighting each other for power. These clashes are between Rada and militants of the Libyan Government of National Unity.
The situation is very hostile and getting worse. pic.twitter.com/nh065bMF4L— World Safety (@nickngei2) May 14, 2025
Libya is now in a state of civil war as violence breaks out between militant factions in Tripoli. There’s the UN-backed government, which is hated by the public, and it is fighting against armed groups that want to overthrow it.
Libya has been a mess since Hillary Clinton and… pic.twitter.com/wWAYBbfmxF
— Ian Miles Cheong (@stillgray) May 14, 2025
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Martedì, il ministero della Difesa ha annunciato di aver ripreso il pieno controllo delle aree prese di mira. Ore dopo, tuttavia, sono ripresi gli scontri tra unità filogovernative e forze affiliate al gruppo miliziano Special Deterrence Force (Rada), secondo quanto riportato dal quotidiano locale Libya Herald.
Il ministero della Difesa ha rilasciato una dichiarazione mercoledì, annunciando un «cessate il fuoco in tutti gli assi di tensione all’interno della capitale» volto a «proteggere i civili, preservare le istituzioni statali ed evitare un’ulteriore escalation», affermando che unità neutrali sono state dispiegate per calmare i focolai.
La missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) aveva in precedenza condannato «l’accelerata escalation della violenza a Tripoli» e le mobilitazioni di truppe segnalate in altre parti del Paese, avvertendo che la situazione «potrebbe rapidamente sfuggire al controllo».
La missione ha espresso «profonda preoccupazione» per le segnalazioni di vittime civili e ha ribadito la sua richiesta di «un cessate il fuoco immediato e incondizionato in tutte le regioni», sollecitando l’apertura di corridoi sicuri per evacuare i civili bloccati nelle aree ad alto conflitto.
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