Connettiti con Renovato 21

Spirito

«Ubi Spiritus Domini, ibi Libertas»: resistere all’obbligo vaccinale legge iniqua

Pubblicato

il

Renovatio 21 pubblica l‘omelia di Don Daniele Di Sorco, FSSPX, alla Santa Messa di domenica 5 dicembre presso il Priorato di Rimini della Fraternità San Pio X.

 

 

Cari fratelli,

 

Perché le folle accorrevano a vedere San Giovanni Battista?

 

Di certo non erano interessati al fatto che lui seguisse le ultime opinioni di moda. Perché San Giovanni Battista non era una canna sbattuta dal vento, non era qualcuno che cambiava idea secondo quello che gli è più comodo o secondo quello che le persone pensano.

 

E San Giovanni Battista  non era neppure qualcuno vestito di vesti lussuose, perché ci dice Gesù, Ecce, qui mollibus vestibus vestiuntur, in domibus regum sunt – in quelli che si vestono di morbide vesti, di vesti lussuose, stanno nei palazzi dei re.

 

Qual è la ragione, cari fedeli, per la quale in certi casi non si può, o addirittura non si deve ubbidire all’autorità legittimamente costituita?

Ci potremmo chiedere perché questa folla invece appunto di rivolgersi alle persone costituite a un’autorità, ai loro sovrani ai loro capi religiosi vanno da San Giovanni Battista?

 

Perché?

 

Ebbene perché questi ebrei non avevano più fiducia nelle loro autorità. Non avevano più fiducia nell’autorità politica: lo sappiamo bene all’epoca la Palestina apparteneva ai romani, che praticavano una falsa religione e che opprimevano il popolo giudaico.

 

Ma non avevano neppure fiducia nella loro autorità religiosa: all’epoca i sacerdoti erano reclutati per la maggior parte nella classe dei sadducei, e i sadducei, pur dicendosi fedeli di Abramo negavano l’immortalità dell’anima, negavano la Provvidenza, negavano l’esistenza degli angeli.

 

Ecco perché queste folle non sapendo più a chi rivolgersi vanno da San Giovani Battista che come dice Gesù è veramente un profeta, e anzi è più che un profeta perché appunto è colui che prepara più direttamente la Sua via.

 

Questa autorità certamente va ubbidita, ma questa autorità al tempo stesso ha dei limiti

Eppure cari fedeli questa mancanza di fiducia nell’autorità e questo ricorrere, per così dire, ad un’autorità alternativa è qualcosa che ci pone delle domande.

 

È veramente legittimo fare così?

 

Del resto noi ricordiamo le parole di San Paolo che ci dice che colui che resiste al potere dell’autorità costituita resiste al comandamento di Dio e ancora di più lo stesso santo afferma e coloro che quindi resistono al comandamento di Dio preparano la propria dannazione.

 

Quindi San Paolo, come del resto anche San Pietro in un altro passo, inculca il rispetto dovuto e l’obbedienza all’autorità legittima.

 

Epperò, se noi leggiamo quel passo degli Atti degli apostoli in cui gli apostoli sono interrogati dal Sinedrio, i sacerdoti impongono lordi non parlare più di Nostro Signore Gesù Cristo, vediamo che essi rispondono: bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.

 

Quindi questa autorità certamente va ubbidita, ma questa autorità al tempo stesso ha dei limiti.

 

Questa autorità, sia l’autorità ecclesiastica sia anche l’autorità civile e politica, è stata stabilita da Dio non per agire arbitrariamente, secondo i gusti e gli interessi di colui che la detiene, ma è stata stabilita in vista del bene comune

Il nostro signore Gesù Cristo nel Vangelo di oggi ce lo conferma perché non distoglie le folle dall’andare da San Giovanni Battista. Non dice a queste persone tornate, chiedete ai vostri sacerdoti, ma dice: sì,  Giovani Battista è un profeta e voi dovete ascoltarlo anche se non è l’autorità legittimamente costituita.

 

Qual è la ragione, cari fedeli, per la quale in certi casi non si può, o addirittura non si deve ubbidire all’autorità legittimamente costituita?

 

Ebbene, perché questa autorità, sia l’autorità ecclesiastica sia anche l’autorità civile e politica, è stata stabilita da Dio non per agire arbitrariamente, secondo i gusti e gli interessi di colui che la detiene, ma è stata stabilita in vista del bene comune.

 

In altre parole l’autorità proprio come lo indica il suo nome che viene dal latino augesco, «aumentare», «crescere», è fatta per il bene dei sudditi. Chi comanda lo deve fare in vista del bene di coloro che sono comandati.

 

Questo però vuol dire che se l’autorità prendere delle decisioni che vadano contro il bene comune, l’autorità abusa del suo, va contro la sua finalità è di conseguenza non può e non deve essere obbedita perché appunto si oppone a una verità superiore che è quella di Dio sia nella legge naturale sia nella legge rivelata.

 

Ora, cari fedeli, esistono due modi con cui una legge una decisione dell’autorità può essere ingiusta:

 

Esistono dei diritti che sono antecedenti all’autorità dello Stato dei diritti che ci sono garantiti la natura stessa e da Dio. Per esempio il diritto di sposarsi se non si hanno impedimenti. Per esempio il diritto di spostarsi liberamente. Per esempio il diritto di mantenere convenientemente la propria famiglia. Il diritto ad esercitare una professione

La prima e quando l’autorità ci comanda un peccato: era il caso, lo sapete, nell’impero romano quando ad esempio gli imperatori comandavano a tutti di sacrificare ai falsi dèi. Questo è un peccato e di conseguenza questo ordine era ingiusto ed anche quello che succede oggi per esempio quando la legge impone a un farmacista di vendere dei prodotti contraccettivi. In questo caso si parla di legge disonesta ed è chiaro che un fedele non può mai seguirla, perché seguendola commetterebbe un peccato andrebbe contro la legge di Dio.

 

Però cari fratelli esiste anche un secondo caso in cui la legge è ingiusta, cioè quando l’autorità comanda qualcosa che non è necessariamente un peccato, ma qualcosa che in ogni modo va contro i diritti dei sudditi.

 

Perché sì, cari fedeli, esistono dei diritti che sono antecedenti all’autorità dello Stato dei diritti che ci sono garantiti la natura stessa e da Dio. Per esempio il diritto di sposarsi se non si hanno impedimenti. Per esempio il diritto di spostarsi liberamente. Per esempio il diritto di mantenere convenientemente la propria famiglia. Il diritto ad esercitare una professione.

 

Ebbene, se lo Stato se non è per punire un delitto, si oppone a questo, emana una legge che è iniqua e vessatoria.

 

Certo seguire questa legge non sarebbe un peccato, però questa legge essendo iniqua, è legittimo opporsi a questa legge. Perché appunto questa legge va contro i legittimi diritti garantitici da Dio e dalla natura. L’autorità abusa emanando una tale legge.

 

Questa legge essendo iniqua, è legittimo opporsi a questa legge. Perché appunto questa legge va contro i legittimi diritti garantitici da Dio e dalla natura. L’autorità abusa emanando una tale legge

Queste cose che vi dico, non sono una mia invenzione e non sono neppure la posizione della Fraternità San Pio X. Le ho citate, quasi alla lettera, da un libro scritto da un ufficiale del Sant’Uffizio, monsignor De Magistris negli anni Sessanta – il Sant’Uffizio che, come voi sapete bene, è  questa autorità preposta alla salvaguardia della Fede – e questa del resto è anche la comune Dottrina  cattolica.

 

La dottrina cattolica non ci insegna un’obbedienza cieca o incondizionata all’autorità qualunque cosa essa faccia. ma riconosce nell’autorità dei limiti che sono intrinseci e conseguenti alla natura stessa dell’autorità.

 

Ora, cari fedeli, non sono obbligato a ricordarvi che cosa accadrà domani. Lo sapete fin troppo bene. Non voglio neppure affrontare la questione del vaccino sotto il profilo della morale individuale: di questo l’affare la Fraternità si è già occupata e si potrebbero certo dire molte cose.

 

Non voglio neppure affrontare il vaccino sotto il profilo della questione medica: non solo perché non sono competente, ma perché anche qui esorbiteremo i limiti di questa predica.

 

E non voglio neppure, da ultimo, cercare di indovinare le intenzioni nascoste di chi ci impone tutto questo, per quale motivo lo fa.

 

La dottrina cattolica non ci insegna un’obbedienza cieca o incondizionata all’autorità qualunque cosa essa faccia. ma riconosce nell’autorità dei limiti che sono intrinseci e conseguenti alla natura stessa dell’autorità

Con questo non voglio dire che sono argomenti non interessanti, ma voglio dire che sono argomenti complicati su cui adesso non possiamo dilungarci e su cui, entro certi limiti, sono anche legittime opinioni diverse.

 

Quello di cui mi voglio occupare qui è la questione politica, cioè la questione dell’autorità rispetto al bene comune. In altre parole, l’avete capito, voglio occuparmi qui dell’obbligo vaccinale, perché l’obbligo vaccinale è una legge che lo Stato ci impone.

 

Ora, la legge impone l’obbligo vaccinale punendo chi non lo rispetta con pene molto gravi, per esempio con la perdita del lavoro, per esempio col divieto di spostarsi, e poi la punisce con uno stigma sociale, perché le persone che la pensano diversamente su questo punto sono censurate, sono trattate come untori, sono oggetto veramente di disprezzo e di odio.

 

Tutte cose, lo capite bene cari fedeli, che sarebbero legittime soltanto come pene di un delitto grave e certo. È evidente se qualcuno avesse commesso un furto o un omicidio dovrebbe essere punito e queste potrebbero essere delle pene legittime.

 

Ora, non farsi il vaccino costituisce un delitto grave è certo? Di sicuro non costituisce un delitto grave, perché noi sappiamo ed oramai è palese che questa malattia è pericolosa per un numero infinitesimale di persone: si parla dell’1%.

 

In secondo luogo questo delitto non è certo perché circa l’efficacia e la sicurezza di questo vaccino sono stati sollevati dubbi più che legittimi da persone competenti, confermati dai dati statistici, e per di più dubbi che trovano riscontro nell’atteggiamento stesso del governo, perché se il governo fosse sicuro dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini, ebbene si prenderebbe la responsabilità di imporlo come un obbligo palese e non surrettizio.

Questo provvedimento dell’obbligo vaccinale e delle pene che ne conseguono è un provvedimento sproporzionato rispetto al risultato che vuole ottenere e di conseguenza essendo sproporzionato, è una legge iniqua, è una legge e vessatoria

 

La conseguenza si impone. Questo provvedimento dell’obbligo vaccinale e delle pene che ne conseguono è un provvedimento sproporzionato rispetto al risultato che vuole ottenere e, ripeto, e senza volerci pronunciare sulla legittimità morale del vaccino direttamente, e di conseguenza essendo sproporzionato, è una legge iniqua, è una legge e vessatoria.

 

Ora, di fronte alla legge e vessatoria, noi l’abbiamo visto, di fronte all’abuso che l’autorità fa del suo potere, noi possiamo e dobbiamo resistere.

 

E come resistiamo? Ebbene in due modi: il primo tipo di resistenza e la resistenza che si chiama passiva, cioè molto semplicemente non ubbidire alla legge.

 

Noi non siamo tenuti ad obbedire questa legge se dubitiamo. Non dobbiamo crearci nessun scrupolo di coscienza, ma attenzione: spesso la disobbedienza passiva non basta, ci vuole anche una disobbedienza attiva.

 

È evidente non siamo nelle condizioni di fare di più ma possiamo almeno usare i canali a nostra disposizione per manifestare la nostra contrarietà a quest’obbligo, per sottolineare l’ingiustizia ed anche ricorrere alle vie legali per opporsi alle pene che il governo infligge arbitrariamente e ingiustamente a chi non si sottopone a quest’obbligo iniquo.

 

Noi non siamo tenuti ad obbedire questa legge se dubitiamo. Non dobbiamo crearci nessun scrupolo di coscienza, ma attenzione: spesso la disobbedienza passiva non basta, ci vuole anche una disobbedienza attiva

Voi capite bene, cari fedeli, che questo è veramente l’atteggiamento del cristiano, cioè un atteggiamento che rispetta le autorità e le obbedisce quando questa autorità si dirige nella direzione del bene comune, ma che invece sa resistere a questa autorità quando questa abusa del potere che le è stato conferito da Dio.

 

Qualcuno dirà, ed è già stato detto: è strano voi cattolici siete contro la libertà di coscienza,  siete contro la libertà di espressione e adesso invece la sostenete sulla questione dei vaccini… Ebbene significa non capire la dottrina cattolica che certo è contro la libertà di parola quando questa libertà è usata permettere in questione delle cose certe: se uno usa la propria libertà di parola per dire che è legittimo rubare che è legittimo uccidere, è evidente che questa libertà lo Stato può e deve impedirla.

 

Ma quando si tratta invece di cose che sono opinabili, o quando si tratta di cose che si oppongono al giusto uso e l’autorità, allora il cristiano non soltanto può, ma deve alzare la voce con tutti i mezzi che sono a sua disposizione.

 

Ed è per questo che, come dice San Gerolamo nella frase che ho citato all’inizio di questa predica, ubi Spiritus Dei, ibi Libertas. Dove è lo spirito di dio, li c’è la vera libertà. Non la libertà che consiste nella possibilità di fare il male, ma la libertà che consiste nello scegliere fra beni legittimi senza essere impediti dall’abuso dell’autorità.

 

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo e così sia.

 

Sia lodato Gesù Cristo.

 

 

Don Daniele Di Sorco

 

 

Continua a leggere

Gender

Papa Francesco dice alla suora pro-LGBT che i transessuali «devono essere integrati nella società»

Pubblicato

il

Da

Papa Francesco ha detto alla suor Jeannine Gramick, eterodossa e censurata dal Vaticano, che «le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società». Lo riporta LifeSiteNews.

 

I commenti del romano pontefice sono arrivati ​​in risposta a una lettera inviata da suor Gramick, in cui la religiosa pro-LGBT esprimeva la sua «tristezza e il mio disappunto per l’uso del concetto di “ideologia di genere”» nel documento recentemente pubblicato Dignitas infinita.

 

Pubblicata l’8 aprile, la dichiarazione vaticana Dignitas infinita critica la «teoria del gender». Citando la controversa enciclica Amoris Laetitia, l’autore della dichiarazione, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez – noto alle cronache, oltre che per encicliche contestate come la omosessualista Fiducia Supplicans, anche per libri di carattere erotico-spirituale come quelli sul bacio e sull’orgasmo – ha scritto che l’ideologia di genere «prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia».

Sostieni Renovatio 21

«La teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale», scrive la dichiarazione, aggiungendo che sono «da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna».

 

Significativamente, tuttavia, il documento non fa menzione dell’omosessualità.

 

Rivelando i dettagli della comunicazione del Papa con lei, suor Gramick ha sottolineato di aver scritto al pontefice per la prima volta dopo la pubblicazione di Dignitas Infinita. Affermando di essere stata «molto triste» fin dalla sua pubblicazione, Gramick ha affermato che la «sezione del documento sulla teoria del genere, che condanna “l’ideologia di genere”, sta danneggiando» le persone con confusione di genere.

 

La suora filo-omotransessualista ha rivelato quindi di aver scritto a Francis «per raccontargli la mia tristezza e la mia delusione per l’uso del concetto di «ideologia di genere».

 

«Ho scritto di nuovo al nostro amato papa, dicendogli che, sfortunatamente negli Stati Uniti (e in altre parti del mondo), “ideologia di genere” ha un significato diverso» scrive la religiosa. «Non significa annullare o non rispettare le differenze. È vero il contrario: chi usa quel termine non considera né rispetta la storia e l’esperienza di genere di una persona. Credo che le persone che usano il termine “ideologia di genere” molto probabilmente non hanno mai accompagnato persone transgender».

 

Secondo suor Gramick, cofondatrice del gruppo catto-LGBT «New Ways Ministry», il papa avrebbe risposto che «l’ideologia di genere è qualcosa di diverso dalle persone omosessuali o transessuali. L’ideologia di genere rende tutti uguali senza rispetto per la storia personale. Capisco la preoccupazione per quel paragrafo di Dignitas Infinita, ma non si riferisce alle persone transgender ma all’ideologia di genere, che annulla le differenze. Le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società».

 

Suor Gramick ha portato avanti la tesi, ritenuta da alcuni blasfema, secondo la quale Dio crea le persone con una differenza fondamentale nella loro identità fisica e in quella della loro anima, sostenendo che una persona confusa dal genere «si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».

 

«Le persone transgender non cancellano né negano le differenze sessuali o di genere. È proprio perché una persona transgender sa che esistono differenze di genere che si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Suor Gramick, scrive LifeSite, «ha una lunga storia di dissenso dall’insegnamento cattolico sull’omosessualità e l’aborto ed è stato ufficialmente censurata da papa Giovanni Paolo II e dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1999 ma ha ignorato l’ordine». Recentemente la suora «ha sostenuto che la Chiesa dovrebbe aiutare ad affermare gli individui che si identificano come transgender nella le loro identità sbagliate, suggerendo che Dio “intende” che tali persone abbraccino le loro tendenze disordinate e si presentino falsamente come il sesso opposto», secondo il sito prolife canadese.

 

«La Chiesa dovrebbe aiutare a rimuovere il dolore in modo che la persona possa diventare una cosa sola nella mente e nel corpo come Dio intende», ha detto la suora, accusando la Chiesa di imporre un «serio fardello» alle persone che hanno confusione riguardo al proprio sesso affermando la realtà della loro natura sessuata.

 

Nonostante la sua lunga storia di eterodossia e di sostegno a posizioni che contravvengono all’insegnamento cattolico, Gramick ha trovato negli ultimi anni il favore di Papa Francesco, ricevendo numerose lettere da lui a sostegno del suo gruppo pro-LGBT e del suo attivismo personale.

 

Durante l’incontro del Sinodo sulla sinodalità del 2023, è stata ricevuta dal Papa in un’udienza privata concessa a lei e ai suoi colleghi della New Ways Ministry, il gruppo che ha co-fondato nel 1977 con il sacerdote dissidente Robert Nugent. L’udienza papale è stata descritta come l’occasione per evidenziare una «nuova apertura» al lavoro della Gramick.

 

Nel 1999 il Prefetto della Congregazione della Fede cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, firmava la notifica sul caso di suor Gramick e di padre Nugent.

 

«La diffusione di errori ed ambiguità non è coerente con un atteggiamento cristiano di vero rispetto e compassione: le persone che stanno combattendo con l’omosessualità hanno, non meno di altre, il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa da coloro che li seguono pastoralmente», scriveva il documento co-firmato dall’allore Segretario della CDF Tarcisio Bertone.

 

«Le ambiguità e gli errori della posizione di padre Nugent e di suor Gramick hanno causato confusione fra i Cattolici ed hanno danneggiato la comunità della Chiesa. Per questi motivi a Suor Jeannine Gramick, SSND, ed a Padre Robert Nugent, SDS, è permanentemente vietata ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali ed essi non sono eleggibili, per un periodo indeterminato, ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi.

 

«Penso che nel lungo termine… Papa Francesco stia gettando le basi per un cambiamento nella sessualità», aveva detto Gramick lo scorso autunno, in risposta a una domanda sulla possibilità di «un cambiamento sostanziale nell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità».

Aiuta Renovatio 21

I segni del favore di Bergoglio nei confronti dei transessuali si sono moltiplicati negli anni del suo enigmatico papato.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel 2015 il Dicastero aveva risposto negativamente alla stessa richiesta.

 

I segni di avvicinamento al transgenderismo, in effetti, si sono moltiplicati lungo tutto il papato bergogliano.

 

A fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale.

 

A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso il pontefice ha incontrato dei trans in «pellegrinaggio» in Vaticano. «Gli ho baciato la mano, lui ha baciato la mia» avrebbe detto il trans paraguagio Laura. Nel 2020 invece aveva devoluto un obolo una tantum a dei trans sudamericani del litorale romano che a causa del lockdown si erano dovuto rivolgere in parrocchia. Arrivò l’elemosiniere, il polacco cardinale Krajewski, già noto per aver ridato la corrente ad un centro sociale, per saldare bollette e affitti e procurare generi di prima necessità. Nel 2015 papa Francesco aveva invece ricevuto in Vaticano un transessuale spagnuolo.

 

Come riportato da Renovatio 21l’ambasciata USA presso la Santa Sede sei mesi fa ha celebrato il «Transgender Day of Remembrance», il «giorno del ricordo transgender che offre un omaggio «a quelli della comunità transgender che sono stati assassinati a causa dell’odio». Durante il mese di giugno, l’ambasciata statunitense issò una grande bandiera omotransessualista – e immaginiamo abbiano fatto lo stesso anche all’ambasciata di Riyadh o di Islamabad. Ad ogni modo, non è noto se la Santa Sede abbia protestato.

 

Lo scorso novembre, in un segno ulteriore e sempre più definitivo, papa Francesco ha presieduto un pasto in Aula Paolo VI dove erano presenti anche «quarantaquattro individui transgender e quattro volontari» provenienti dalla parrocchia di Torvajanica (Roma), che da alcuni anni si dedica all’accoglienza e all’instaurazione di amicizia con queste persone.

 

 

L’agenzia Associated Press ha pubblicato un video dell’evento che seguiva i trans sin da quando sono saliti in pulmino. Il filmato si chiude con un’immagine della Basilica di San Pietro vista da via della Conciliazione e la scritta «Papa Francesco ha fatto dell’apertura alla comunità LGBTQ+ uno dei segni principali del suo papato».

 

Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Fernandez aveva fatto un’ulteriore «apertura» magisteriale nei confronti dell’omotransessualismo firmando per Dicastero della Dottrina della Fede, assieme al pontefice un documento in cui apriva per i transgender la possibilità di fare da padrini (madrine, o quello che è) ai battesimi.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

 

Continua a leggere

Spirito

Il Vaticano riforma il suo sistema giudiziario

Pubblicato

il

Da

Attraverso un nuovo motu proprio reso pubblico il 19 aprile 2024, il Sommo Pontefice ha modificato molte leggi che regolano l’ordinamento giudiziario della Santa Sede, armonizzandolo con il vicino ordinamento italiano. È questo un modo per trarre insegnamento da numerose questioni nate all’indomani del «processo del secolo», la cui onda d’urto continua a scuotere le mura del recinto leonino.   69 è il numero delle Lettere apostoliche in forma di motu proprio promulgate sotto l’attuale pontificato.   Questo atto giuridico è un motu proprio che, in sei articoli, modifica le norme giudiziarie dello Stato Pontificio. Il documento riguarda in parte l’attività dei magistrati ordinari fino ai 75 anni, e fino agli 80 anni per i giudici cardinali. Resta inoltre aperta la possibilità da parte del Sommo Pontefice di prolungare caso per caso il mandato dei magistrati, fissando modalità di remunerazione, di fine rapporto e di pensioni.   Altri provvedimenti hanno suscitato una reazione più forte da parte dei giuristi italiani, come quelli riguardanti la responsabilità civile dei magistrati o il potere conferito al Papa di intervenire nel corso di un processo nominando un vicepresidente o cessando dal servizio di un magistrato il quale, «per comprovata incapacità», non sarebbe più in grado di esercitare le sue funzioni.   D’ora in poi chi ritiene di aver subito un danno potrà avviare un procedimento giudiziario contro lo Stato della Città del Vaticano, che potrà a sua volta rivolgersi a un magistrato se sarà dimostrato che ha causato un danno.   Questo è un modo per allineare il sistema del microStato a quanto avviene in Italia, dove la responsabilità del magistrato è indiretta, per far sì che un cittadino non possa agire direttamente contro un giudice che gli ha fatto torto nel corso di un processo. Si tratta di una misura intesa a garantire la libertà, l’indipendenza e la tutela dei magistrati contro eventuali pressioni esterne.

Sostieni Renovatio 21

Per motivare questa evoluzione, Francesco evoca «gli anni di esperienza che hanno fatto sentire la necessità di una serie di cambiamenti». È difficile non vedere in ciò una scossa di terremoto provocata dal processo del secolo conclusosi provvisoriamente nel dicembre 2023. Provvisoriamente, perché, oltre alla Segreteria di Stato e all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), tutti gli altri attori, imputati e parti civili, hanno impugnato la decisione dei giudici.   Molti giuristi italiani sottolineano che l’attuale pontificato ha riscritto le regole quattro volte durante la fase istruttoria del recente grande processo, sia come modo per colmare un vuoto normativo per alcuni, sia come modo per il Romano Pontefice di mantenere il controllo sullo svolgimento del processo.   Inoltre, il Tribunale vaticano – che è stato teatro di diverse riforme negli ultimi anni – resta composto prevalentemente da avvocati e pubblici ministeri che hanno ricoperto o ricoprono incarichi in Italia e che, di conseguenza, non sempre hanno una perfetta conoscenza della normativa usi e consuetudini della Santa Sede, né del diritto della Chiesa.   In un contributo scritto dopo la sentenza, uno dei legali degli imputati nel processo del secolo, Cataldo Intrieri, ha denunciato le «contraddizioni» del sistema giudiziario vaticano e gli «esorbitanti poteri» concessi ai pubblici ministeri che, a suo dire, aveva portato ad una procedura giudiziaria «molto lontana dai criteri adottati in uno Stato di diritto».   È una critica che il nuovo motu proprio tenta forse di disarmare, anche se non è realistico pretendere dal papato – che resta nella sua essenza monarchico – una separazione assoluta dei poteri.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Jorge Valenzuela A via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Continua a leggere

Spirito

Capitano della squadra campione di pallavolo entra in un ordine cattolico tradizionale

Pubblicato

il

Da

Un noto giocatore di pallavolo francese ha annunciato che intende unirsi a una piccola e tradizionale comunità di canonici. Si tratta di Ludovic Duée, 32 anni, capitano della sua squadra vincitrice del campionato nazionale francese di pallavolo. Lo riporta LifeSiteNews.

 

Il Duée ha annunciato a Ouest France la sua intenzione di entrare a far parte dei Canonici Regolari della Madre di Dio, un istituto religioso maschile di diritto pontificio dedito alla liturgia latina. Il campione ha dichiarato che sta scegliendo tra la «vocazione e la professione».

 

Nei giorni scorsi, il pallavolista professionista capitano della sua squadra del Saint-Nazaire Volley-Ball Atlantique, ha vinto il titolo nazionale di pallavolo francese. Tuttavia la partita del campionato nazionale sarà anche l’ultima, secondo le sue stesse dichiarazioni ai media.

Sostieni Renovatio 21

Duée entrerà quest’anno tra i Canonici Regolari, dove trascorrerà i primi mesi come postulante. Con sede nel sud della Francia, la comunità relativamente giovane segue la Regola di Sant’Agostino e ha una spiritualità mariana basata su San Luigi Maria di Montfort e San Massimiliano Kolbe.

 

Cresciuto cattolico ma senza prestare molta attenzione alla sua fede da adolescente, Duée ha detto che vedeva Dio come qualcuno «con una pistola, pronto a colpirmi se mi fossi allontanato».

 

La sua scoperta dei Canonici è avvenuta durante gli anni di restrizioni legate al COVID-19, durante i quali è stato costretto a un periodo di riflessione più intensa. Dopo aver incontrato i Canonici, che erano vicini a dove viveva, la stella della pallavolo ha dichiarato che la sua percezione di Dio è cambiata. Ha abbandonato la sua idea di «un padre minaccioso che era lì per colpire», a favore di «un Dio amorevole».

 

«Ho scoperto che Dio mi amava e che aspettava solo una cosa, che anch’io lo amassi». Questa, ha detto, «è stata la base di questo viaggio».

 

Fondata nel 1971, la comunità conta circa 39 religiosi maschi, con un ramo femminile dell’ordine stabilito a circa 30 chilometri di distanza. I suoi membri sono dediti alla celebrazione della Messa tradizionale.

 

Dopo aver completato il postulato, presumendo che sia lui che la comunità esprimano un discernimento di continuazione, Duée vestirà l’abito ed entrerà nel noviziato che dura almeno un anno. I voti temporanei vengono emessi al termine del noviziato, ed è circa cinque anni dopo l’ingresso nella comunità e l’assunzione dell’abito che un membro prende i voti permanenti.

 

Gli stessi Canonici affermano che la loro vita spirituale «è quella della vita cristiana: appartenere a Cristo e vivere nella Chiesa. Ciò richiede naturalmente la devozione alla Beata Vergine, modello e Madre della Chiesa». Notano che nella loro comunità la devozione mariana si avvale in modo particolare della consacrazione a Maria.

 

In quanto canonici, i membri della comunità hanno il carisma speciale di vivere in comunità e di basarsi sulla loro chiesa particolare. La loro vita canonica è costruita sulla liturgia, vivendo una vita comune sia nel lavoro che nella preghiera, e nel loro apostolato.

 

«L’obiettivo è diventare prete. Rispondo a quella che considero una chiamata interiore», ha detto Duée. Ha descritto i Canonici come «molto dinamici e molto aperti al mondo, con un lato apostolico molto pronunciato».

 

In effetti, la giovane comunità ha attirato attorno a sé numerose famiglie e giovani, offrendo ritiri per uomini e donne, preparazione al matrimonio e un luogo in cui gli studenti possano trascorrere del tempo nello studio tranquillo e nella preghiera.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Ai visitatori dell’abbazia viene anche offerta l’opportunità di prendere direzione spirituale con uno dei canonici, e i canonici vengono regolarmente visti guidare e prendere parte a vari pellegrinaggi agli antichi santuari in tutta la Francia.

 

I canonici vendono parte dei loro prodotti per sostenere la loro vita quotidiana, fanno affidamento sul sostegno dei donatori per i loro bisogni e per l’attuale restauro dell’abbazia stessa.

 

La cosiddetta Opus Mariæ fu fondata nella diocesi di Gap nel 1969 da Roger Péquigney. Nel 1988, i suoi membri abbracciarono lo stile di vita dei canonici regolari, che coniugava contemplazione e attività pastorali. L’8 maggio 1997, la comunità fu ufficialmente eretta come abbazia, seguendo la regola di sant’Agostino, e adottò il nome di «canonici regolari della Madre di Dio».

 

La comunità ha mantenuto la liturgia latina come definita nella riforma promulgata da papa Giovanni XXIII nel 1962.

 

Nel 2004, la comunità si trasferì a Lagrasse, nella diocesi di Carcassonne.

 

L’ordine ricevette l’approvazione della Santa Sede l’18 ottobre 2002 ed è sotto la giurisdizione della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei».

 

All’ordine è associato il ramo femminile delle canonichesse regolari della Madre di Dio, residenti nel monastero Mater Dei ad Azille.

Aiuta Renovatio 21

Caso di devozione da parte dei giovani francesi non compaiono nelle cronache, ma esistono eccome. Ne è prova una storia annessa al dramma di Annecy dello scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, quando un immigrato siriano si era messo ad accoltellare i passanti, tra cui dei bambini, in riva al lago, era intervenuto per fermarlo Henri d’Anselme, un giovane pellegrino che stava facendo un tour delle cattedrali francesi. Intervistato dalla tv di «informazione continua» BFM TV, un canale molto popolare in Francia, il ragazzo in 14 minuti di conversazione era riuscito ad inserire nel suo racconto dell’accaduto parole come «cattedrale», «cristianità», «Santa Vergine», «Cristo», «preghiera», «spirito cavalleresco».

 

 

Qualcosa sta accadendo all’ultima generazione, anche nella laicissima – cioè dominata da massoni – Francia.

 

Se a Parigi vi sono personaggi che parlano con nonchalance di guerra anche atomica, se al vertice potrebbero aver instaurato programmaticamente un abominio oscuro e indicibile, nelle valli e nelle campagne, nelle cittadine e perfino nelle isole lontane, un ritorno della purezza potrebbe manifestarsi – e trascinare rispedire l’élite malvagia all’Inferno.

 

E allora: vive la France. Dieu le Roi!

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Mathieu MD via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

Continua a leggere

Più popolari