Internet
Trump dice che Zuckerberg lo ha chiamato e ha detto che non sosterrà il Partito Democratico
Donald Trump ha affermato che il proprietario di Meta Marco Zuckerberg lo ha contattato per fargli sapere che ammira la reazione di Trump all’attentato alla sua vita e che non sosterrà i democratici alle prossime elezioni.
Trump ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista al canale TV Fox News, affermando: «Sono stato chiamato da Mark Zuckerberg, ieri, l’altro ieri… In realtà ha annunciato che non può sostenere un democratico, perché non può perché mi ha rispettato per quello che ho fatto quel giorno».
Trump ha aggiunto che Zuckerberg gli ha detto che secondo lui la reazione di alzarsi in piedi dopo essere stato colpito è stata «coraggiosa», anche se Trump la considera solo «una risposta normale».
Donald Trump has claimed that Meta owner Mark Zuckerberg reached out to him to let him know that he admires Trump’s “brave” reaction to the attempt on his life and that he won’t be supporting the Democrats in the upcoming election. Report here: https://t.co/lOR6OsFpBX pic.twitter.com/vSsKNXZ0x2
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) August 3, 2024
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Trump ha anche affermato che Zuckerberg «in realtà si è scusato, ha detto di aver commesso un errore», perché Facebook aveva inizialmente censurato l’immagine iconica di Trump che alzava il pugno in aria.
A quanto pare l’«errore» deriva dal fatto che qualcuno ha alterato l’immagine originale.
«Credo a Mark Zuckerberg», ha dichiarato ulteriormente Trump, spiegando che «mi ha chiamato spesso, ci stanno lavorando e penso che abbiano risolto il problema, e non sta facendo quello che ha fatto quattro anni fa con i 500 milioni di dollari», riferendosi ai cosiddetti «zuckerbucks», cioè le enormi sovvenzioni che Zuckerberg ha dato alle organizzazioni non profit per l’integrità elettorale, ma secondo alcuni di puro supporto al Partito Democratico, quattro anni fa.
Trump ha aggiunto che «nessuno ha chiamato da Google» dopo che è emerso che i risultati di ricerca sul tentato assassinio erano stati repressi.
«Google è stata molto cattiva», ha continuato Trump, aggiungendo «sono stati molto irresponsabili. E ho la sensazione che Google sarà vicina alla chiusura, perché non credo che il Congresso lo accetterà. Non credo proprio. Google deve stare attenta».
Come riportato, lo Zuckerberg, forse per ingraziarsi di nuovo il Trump, ha ammesso di credere che la reazione dell’ex presidente dopo il fallito tentativo di assassinio sia stata una delle cose più «toste» (in inglese americano «badass») a cui abbia mai assistito.
Come riportato da Renovatio 21, Trump tre anni fa, dopo che era emerso il comportamento nel passato ciclo elettorale presidenziale, Trump aveva avvertito lo Zuckerbergo dicendogli che la prossima volta che sarà alla Casa Bianca» non sarà tutto amichevole. Il giovane miliardario deve essersene ricordato.
Il presidente, ancora in carica, fu bannato da Facebook e Instagram – i social zuckerberghiani – a seguito dei moti del Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Poco dopo, The Donald annunciò la possibilità di una class action contro Facebook, Twitter e Google, promettendo di ripristinare la libertà di parole in USA. L’ex presidente arrivò ad invitare le altre nazioni del mondo a vietare Facebook e Twitter.
A inizio anno Trump aveva definito Facebook come «nemico del popolo». In concomitanza, le azioni di Meta erano crollate.
È stato rivelato che la scorsa primavere il CEO di Meta/Facebook, in barba a qualsiasi regola di monopolio (di fatto, il potere sta chiudendo entrambi gli occhi) voleva comprarsi pure l’Associated Press.
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L’UE attacca le piattaforme che si rifiutano di censurare la libertà di parola: il fondatore di Telegram
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L’UE multa X di Musk per 120 milioni di euro. Gli USA: «attacco al popolo americano»
Gli Stati Uniti hanno accusato Bruxelles di aver «attaccato» gli americani dopo che l’Unione Europea ha inflitto alla piattaforma social X di Elon Musk una multa da 120 milioni di euro (circa 140 milioni di dollari) per violazione delle norme di moderazione dei contenuti previste dal Digital Services Act (DSA).
La Commissione europea ha reso nota la sanzione venerdì, precisando che si tratta della prima decisione formale di non conformità emessa in base al DSA.
La misura si inserisce in una più ampia offensiva regolatoria dell’UE contro i grandi colossi tecnologici statunitensi: in passato Bruxelles ha già comminato multe da diversi miliardi a Google per abuso di posizione dominante nella ricerca e nella pubblicità, ha sanzionato Apple in base al DSA e alle norme antitrust nazionali e ha penalizzato Meta per il modello pubblicitario «pay-or-consent». Queste azioni hanno ulteriormente inasprito le divergenze tra Washington e l’UE in materia di regolamentazione del digitale.
Secondo la Commissione, le violazioni commesse da X riguardano la progettazione ingannevole del sistema di spunta blu verificata, che «espone gli utenti a truffe», la mancanza di trasparenza nella libreria pubblicitaria e il rifiuto di fornire ai ricercatori l’accesso ai dati pubblici richiesto.
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Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha reagito duramente, scrivendo su X che la multa non rappresenta solo un attacco alla piattaforma, ma «un attacco a tutte le piattaforme tecnologiche americane e al popolo americano da parte di governi stranieri». «I giorni in cui gli americani venivano censurati online sono finiti», ha aggiunto.
Elon Musk ha rilanciato i commenti del commissario FCC Brendan Carr, secondo il quale l’UE prende di mira X semplicemente perché è un’azienda americana «di successo» e «l’Europa sta tassando gli americani per sovvenzionare un continente soffocato dalle sue stesse normative oppressive».
Anche il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance è intervenuto, sostenendo che l’UE sta punendo X «per non aver adottato misure di censura» e che gli europei dovrebbero «difendere la libertà di espressione invece di aggredire le aziende americane per questioni di poco conto».
L’amministrazione del presidente Donald Trump si oppone da anni alle leggi digitali europee, accusandole di essere «progettate per danneggiare la tecnologia americana» e minacciando dazi di ritorsione in risposta a tasse digitali e regolamenti sulle piattaforme.
Bruxelles ribatte che le proprie regole valgono allo stesso modo per tutte le imprese che operano nel mercato unico e riflettono semplicemente un approccio più severo su privacy, concorrenza e sicurezza online.
Le relazioni tra Washington e Bruxelles restano tese su numerosi fronti – commercio, sussidi industriali, standard ambientali e controlli tecnologici – con gli Stati Uniti che accusano l’UE di protezionismo e i leader europei che criticano le misure unilaterali americane in materia di dazi e tecnologia.
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Come riportato da Renovatio 21 il tema delle euromulte contro Musk è risalente.
Brusselle aveva valutato l’ipotesi di multe contro X da quando l’ex commissario alla tecnologia UE, Thierry Breton, aveva accusato la piattaforma di non aver controllato adeguatamente i contenuti illegali e di aver violato il Digital Services Act (DSA) dell’UE del 2022. La decisione se penalizzare X spetta ora alla commissaria UE per la concorrenza, Margrethe Vestager.
Come noto al lettore di Renovatio 21, Elone per qualche ragione è assai inviso all’oligarchia europea e a tanta politica continentale, come hanno dimostrato i discorsi del presidente italiano Sergio Mattarella, che pareva attaccare proprio Musk e le sue ambizioni sui social e nello spazio.
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