Cina
Tre boss dell’hi-tech escono dalla Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Sono i fondatori dei colossi Baidu, NetEase e Sogou. L’organo è chiamato a formalizzare decisioni già prese dal Partito Comunista Cinese. Entrano due esperti contro il COVID-19 nel mirino delle critiche online. Hu Chunhua, prima in lizza per la premiership, potrebbe diventare uno dei vice capi della Conferenza.
Tre pesi massimi dell’industria hi-tech cinese escono dalla Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese (CPCPC), organo che insieme alla ben più importante Assemblea nazionale del popolo è chiamato a formalizzare decisioni già prese dal presidente Xi Jinping e dalla leadership del Partito Comunista Cinese (PCC).
Nella nuova lista di membri, uscita il 18 gennaio, mancano i nomi di Robin Li Yanhong, William Ding Lei e Wang Xiaochuan. Il primo è fondatore e amministratore delegato di Baidu (il Google cinese), compagnia che si occupa anche di intelligenza artificiale. Ding è invece fondatore e guida di NetEase, la seconda industria di videogame più grande di Cina, mentre Wang è l’ideatore del motore di ricerca internet Sogou, il più importante dopo Baidu.
Formata da 2.172 delegati, la nuova CPCPC si riunirà per la prima volta a marzo in concomitanza con l’ANP in occasione delle «due sessioni» (Lianghui), quando verranno ufficializzate le nomine alla guida del Paese per il terzo mandato al potere di Xi.
In pratica i membri della Conferenza sono scelti dal Partito tra esponenti di vari ambiti, compreso quello religioso. Il criterio base di selezione è quello della fedeltà e della competenza.
L’uscita dei tre importanti imprenditori del comparto tecnologico potrebbe spiegarsi con la mancata fiducia di Xi nei loro confronti. Per più di due anni il leader cinese ha condotto una campagna per contenere il potere monopolistico dei grandi gruppi hi-tech, che sulla carta potrebbero rappresentare un contropotere al Partito.
Nella rinnovata CPCPC hanno trovato invece posto due esperti della lotta al COVID-19: l’infettivologo Zhang Wenhong e l’epidemiologo Wu Zunyou. La nomina colpisce perché i due scienziati sono spesso il bersaglio di critiche online per la gestione dell’emergenza pandemica, ma spiega anche quanto contino nelle dinamiche del potere cinese la lealtà e l’affidabilità politica.
Con ogni probabilità il nuovo capo della CPCPC sarà Wang Huning, alleato di Xi e numero quattro del Comitato permanente del Politburo, l’organo decisionale del Partito.
Uno dei vice di Wang dovrebbe essere il vice premier uscente Hu Chunhua, esponente della Gioventù comunista, fazione avversa a Xi. Un contendente alla premiership alla vigilia del 20° Congresso del Partito in ottobre, Hu non è stato inserito nemmeno tra i 24 componenti del Politburo, il secondo organo per importanza del PCC.
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Immagine di Thomas.fanghaenel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Cina
Auto contro la folla: tre attacchi in poche ore in Cina
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Almeno sei morti e numerosi feriti in diversi episodi a Pechino, a Shenyang e in una scuola nella provincia di Zhejiang. Le autorità non hanno diffuso dettagli ma le immagini sono ampiamente circolate in rete. Diversi commentatori sul web attribuiscono i gesti alla rabbia contro la società creata dalle questioni economiche.
Tre diversi attacchi con auto lanciate contro persone si sono verificato nel giro di poche ore martedì 19 marzo in Cina. Sono avvenuti nella capitale Pechino, nella megalopoli nord-orientale di Shenyang e nella città orientale Taizhou, nella provincia di Zhejiang: il bilancio è di almeno sei morti e più di una dozzina di feriti.
Sebbene le autorità non abbiano fornito molti dettagli, le foto e i video degli attacchi circolati in rete hanno mostrato gli incidenti. Non si conoscono ancora le motivazioni degli attacchi, ma i commenti dicono che gli attacchi indiscriminati sono diventati un modo per vendicarsi della società e sfogare il malcontento.
Il primo attacco è avvenuto alle 7 del mattino a Shenyang, dove un’auto nera è finita contro il marciapiede sul lato opposto della strada. L’incidente ha causato tre morti e due di loro sono deceduti dopo essere stati trasportati in ospedale. I media ufficiali non hanno fornito ulteriori dettagli sull’incidente; tuttavia le foto circolate online hanno mostrato una bombola di gas posizionata sul sedile del passeggero accanto al conducente.
Intorno alle 11,20, un altro incidente ha avuto luogo nel Taizhou Vocational & Technical College della provincia di Zhejiang. L’attacco è avvenuto quando le lezioni erano terminate e gli studenti stavano lasciando le aule. L’auto è piombata sulla folla. I video online hanno mostrato che ambulanze e veicoli della polizia sono arrivati al campus e hanno isolato la scena. La polizia ha annunciato che l’incidente ha provocato tre morti e 16 feriti e che il conducente dell’auto è uno studente del college.
Il terzo attacco è avvenuto la sera, nel centro della capitale Pechino. Un’auto nera ha investito pedoni e scooter e la polizia ha fornito meno dettagli. L’annuncio della polizia non ha indicato il numero delle vittime e ha solo detto che l’auto ha colpito più scooter dopo aver avuto un «incidente stradale».
I video hanno mostrato i detriti degli scooter e il sangue a terra e molti feriti, mentre il conducente dell’auto nera è rimasto immobile al volante all’arrivo della polizia. La polizia ha anche steso un telo blu per impedire alle persone di vedere la scena. I video dell’incidente sono stati presto censurati sui social network.
I tre attacchi successivi in un solo giorno hanno suscitato discussioni in rete. Alcuni commenti ritengono che l’indebolimento dell’economia degli ultimi anni abbia causato malcontento e voglia di vendicarsi
Il 1° marzo, un uomo alla guida di un’automobile e si era lanciato contro la folla vicino a una scuola elementare a Dezhou, nella provincia del Shandong. Secondo i media ufficiali, diversi alunni sono rimasti feriti e due sono morti.
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Immagine da AsiaNews.
Cina
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Cina
Le aziende europee: imprevedibile e più difficile fare affari in Cina
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L’ultimo rapporto della Camera di Commercio UE in Cina lamenta le difficoltà create dalla presenza sempre più massiccia della politica nell’economia. La sicurezza nazionale sembra più importante della crescita della Cina. Xi Jinping ha in programma una visita in Francia a maggio per ricucire le relazioni.
Secondo un rapporto pubblicato dalla Camera di commercio dell’Unione Europea in Cina, la politica si è insinuata nell’ambiente commerciale e le aziende si trovano ad affrontare rischi sempre maggiori per la penetrazione della politica. Per questo le aziende straniere devono allocare maggiori risorse per il controllo dei rischi e la conformità in un mercato divenuto imprevedibile.
Il rapporto – basato su un sondaggio e interviste ai membri della Camera di commercio dell’UE in Cina – ha evidenziato che il 55% dei membri concorda sul fatto che l’ambiente commerciale è diventato più politico rispetto all’anno precedente. L’indagine ha anche rilevato che il 76% dei membri ha rivisto le proprie operazioni in Cina e ha cercato di diversificare la catena di fornitori.
Nel contesto della strategia di de-risking adottata dall’UE, un numero maggiore di investitori stranieri in Cina sta valutando di adeguare le proprie strategie commerciali. Il rapporto Riskful Thinking: Navigating the Politics of Economic Security, ha illustrato gli approcci alla gestione delle minacce percepite e le misure adottate dalle aziende.
Le relazioni commerciali tra l’Ue e la Cina hanno subito un’impennata dopo che l’Unione europea ha avviato un’indagine sui veicoli elettrici cinesi sovvenzionati.
Inoltre, la strategia di de-risking mira a ridurre l’eccessiva dipendenza economica dalla Cina, soprattutto nei settori delle materie prime e delle industrie chiave legate alla transizione verde, come le batterie elettriche e i pannelli solari.
Queste azioni hanno suscitato il malcontento di Pechino. In mezzo alle tensioni dei conflitti geopolitici, il mercato cinese sembra essere meno attraente per gli investitori stranieri e le aziende devono affrontare maggiori pressioni. L’anno scorso, un’indagine condotta dalla Camera di commercio dell’UE in Cina ha mostrato che la fiducia delle imprese si è notevolmente deteriorata e ben il 64% delle aziende intervistate ha risposto che le operazioni commerciali sono diventate più difficili.
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Le politiche delle autorità cinesi sono la causa principale che ha spinto le aziende europee in Cina a ripensare i propri orientamenti.
Il blocco nazionale durante la pandemia di COVID, la posizione della Cina nella guerra in corso in Ucraina e lo scontro tra Cina e Stati Uniti hanno costretto molte a considerare una catena di approvvigionamento alternativa al di fuori della Repubblica popolare. Alcune aziende hanno già spostato attività nel Sud-Est asiatico.
Inoltre, le aziende che operano in aree tecnologiche sensibili, come la progettazione e la produzione di semiconduttori, stanno adottando un approccio più attento alle operazioni in Cina per evitare di violare il divieto di esportazione che potrebbe far scattare le sanzioni.
Da parte loro le autorità cinesi hanno iniziato a dare un giro di vite alle società di consulenza per motivi di sicurezza nazionale. L’ultima legge cinese contro lo spionaggio e la legge sulla sicurezza nazionale hanno ampliato fortemente l’ambito di applicazione. L’anno scorso alcune famose società di revisione e di consulenza in Cina sono state oggetto di irruzione da parte della polizia. Alcuni dipendenti sono stati arrestati per spionaggio.
Pur biasimando fortemente la strategia di de-risking adottata da Unione europea e Stati Uniti, la Cina adotta misure simili. Pechino ha implementato il controllo delle esportazioni di alcune competenze e materie prime, come le terre rare, per garantire la posizione di leader in settori tecnologici chiave.
La promozione dell’autosufficienza fa parte della strategia nazionale sotto il governo di Xi Jinping. Le autorità attribuiscono maggiore importanza all’ideologia: anche la salvaguardia della sicurezza economica è diventata uno dei compiti principali dell’agenzia cinese per l’intelligence e l’antispionaggio.
Intanto si parla di una possibile visita di Xi Jinping in Francia a maggio per celebrare il 60° anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche. Sarebbe la prima visita di Xi in Europa dopo la pandemia di COVID-19. Secondo i rapporti, il tema della visita di Xi sarà il commercio e la Cina è desiderosa di ricucire le relazioni con l’Ue dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Attualmente, la stagnante economia cinese sta subendo diverse pressioni e crisi nel settore immobiliare, e Pechino si aspetta che gli investimenti stranieri restino in Cina.
Per rinvigorire il turismo, a marzo la Cina ha esteso l’esenzione dal visto ad altri sei Paesi europei: i visitatori possono soggiornare in Cina senza visto fino a 15 giorni.
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Immagine di Hermann Luyken via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication
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