Terrorismo
Terroristi Shabaab assaltano un hotel

Uomini armati del gruppo terroristico Al-Shabaab hanno preso d’assalto un hotel nella città di Beledweyne, nella Somalia centrale, dove leader locali e funzionari governativi si erano incontrati per pianificare un’offensiva contro l’organizzazione jihadista, hanno riferito numerose agenzie di stampa.
I resoconti variano sul numero delle vittime dell’assalto di martedì al Cairo Hotel, sebbene un testimone abbia detto all’Associated Press che tre dei suoi familiari erano tra le circa 11 persone che sapeva essere morte. Reuters ha citato un anziano del clan, Abdullahi Fidow, che ha detto che sette persone sono state uccise nell’attacco.
«Il numero delle vittime potrebbe aumentare a causa delle esplosioni e degli spari dei combattenti» ha detto all’agenzia di stampa.
Secondo quanto riferito, il gruppo Al-Shabaab, affiliato ad Al-Qaeda, ha rivendicato la responsabilità dell’incidente, sostenendo di aver ucciso più di dieci persone.
Secondo l’emittente locale Somali Guardian, l’attacco è iniziato con un’autobomba esplosa all’ingresso dell’hotel. In seguito, uomini armati sono entrati nell’edificio, dando luogo a violenti scontri con le forze di sicurezza.
I video circolanti sui social media mostrano un denso fumo che si alza dalla struttura, le cui pareti hanno riportato gravi danni a causa del bombardamento.
Al-Shabaab gunmen remain barricaded inside a hotel in #Somalia’s Baladweyne town after launching a deadly attack early Tuesday, as Somali security forces, supported by peacekeepers from #Djibouti and #Ethiopia, continue efforts to end the siege now stretching beyond 10 hours. pic.twitter.com/9zXwySqR3a
— Somali Guardian (@SomaliGuardian) March 11, 2025
Watu wenye silaha waliivamia hoteli moja katika mji wa Baladweyne katikati mwa Somalia Jumanne. Kundi la Al Shabaab limedai kuhusika na shambulio hilo.#somalia #hoteli #mauaji #alshabaab #somalia #baladweyne #voa #voaswahili pic.twitter.com/yDLmcCI4B5
— VOA Swahili (@VOASwahili) March 12, 2025
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Mercoledì, la Universal Somali TV ha riferito che l’assedio alla struttura era terminato dopo più di 24 ore di intensi combattimenti tra i militanti e le truppe del paese dell’Africa orientale, nonché gli alleati etiopi e gibutiani.
Al-Shabaab rimane l’organizzazione terroristica dominante in Somalia, che spesso porta a termine attacchi con esplosivi e armi da fuoco contro civili e infrastrutture militari nel tentativo di destabilizzare il governo e stabilire il proprio dominio. Il gruppo è stato cacciato dalla capitale somala, Mogadiscio, nel 2011 da una forza di peacekeeping dell’Unione Africana, ma controlla ancora alcune aree nelle regioni meridionali e centrali del Paese.
Lo scorso agosto, oltre 30 persone sono state uccise in un attacco terroristico a Lido Beach a Mogadiscio. Quattro uomini armati avrebbero preso di mira il luogo costiero sparando indiscriminatamente, mentre un attentatore suicida ha fatto esplodere un ordigno esplosivo. Nell’ottobre 2022, Al-Shabaab ha effettuato due attentati con autobomba a Mogadiscio, uccidendo più di 100 persone e ferendone 300.
Il mese scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato attacchi aerei di precisione nella regione di Bari in Somalia, prendendo di mira un pianificatore di attacchi senior dello Stato Islamico non identificato e altri militanti. L’offensiva avrebbe distrutto i nascondigli dei terroristi e ucciso diversi miliziani islamisti.
Un anno fa gli Shabaab catturarono un elicottero ONU, uccidendo una persona e prendendone altri in ostaggio.
UPDATE: Al Shabaab Training Camp Video Exposes Somalia’s Security Collapse
Somalia’s national army has suffered heavy losses after being ambushed by Al Shabaab militants raising serious concerns about the government’s ability to combat terrorism. Critics argue that the Somali… https://t.co/eB5GeStVjP pic.twitter.com/6xJ6fUJtro
— cirka news (@CirkaNews) March 10, 2025
Nell’agosto 2023, l’Africa Command statunitense aveva effettuato su richiesta del governo somalo un attacco aereo contro i terroristi Shabaab, provocando la morte di 13 militanti del gruppo. A inizio 2023 il Pentagono aveva dichiarato di aver ucciso un alto comandante dell’ISIS in Somalia, eliminando assieme al leader regionale Bilal al-Sudani almeno altri 10 combattenti
Nel 2022 un gruppo di Shabaab ha preso il controllo dell’Hotel Hayat di Mogadiscio, dopo aver fatto detonare tre bombe nella capitale. Nel 2020 un altro attacco in un hotel provocò una strage con almeno 16 morti.
Come noto, gli Shabaab furono recipienti di milioni dati dal governo italiano con il riscatto della cooperante italiana in Kenya nel 2020. Per il rapimento, la procura di Roma ha chiesto a febbraio l’archiviazione dell’indagine, adducendo la mancata collaborazione delle autorità di Nairobi.
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Come riportato da Renovatio 21, con gli Shabaab operava la «vedova bianca» Samantha Lewthwaite, britannica convertita all’Islam radicale irreperibile dopo la strage di Londra del luglio 2007, nonostante la caccia che, teoricamente, apparati di sicurezza britannici e africani le stanno dando da anni. La vedova bianca, dissero i giornali inglesi, aveva addirittura un programma di infiltrazione terrorista a partire da giovani europee convertite all’Islam per colpire le spiaggia spagnole. Si parlò di 30 reclute a cui è stato insegnato come costruire giubbotti suicidi e come scegliere i propri obiettivi di morte. Il nome della Lewthwaite viene fatto anche per l’attacco del settembre 2013 rivendicato dagli Shabaab nel centro commerciale Westgate a Nairobi, che causò 71 morti e circa 200 feriti.
Secondo alcuni, gli Shabaab potrebbero essere stati d’ispirazione per l’assassino del deputato inglese – cattolico, brexiter e pro-life – Sir David Amess, ammazzato a colpi di pugnale durante un incontro con i suoi elettori nella regione dell’Essex nell’ottobre 2021. I legami tra i terroristi somali e il giovane attentatore, figlio di buona famiglia somala espatriata a Londra, non sono mai stati chiariti.
Nel giugno 2024 gli Shabaab hanno attaccato soldati ugandesi delle forze di pace dell’Unione Africana (UA) presenti in Somalia, uccidendone 54. Per coincidenza, l’attacco è avvenuto a poche ore dall’approvazione da parte di Kampala di una legge anti-LGBT che ha messo l’Uganda al centro dell’attenzione mondiale. L’Uganda avrebbe subito poco dopo un’altra strage terrorista, stavolta sul suo territorio, ad opera di un’altra sigla islamista.
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Immagine screenshot da Twitter
Terrorismo
Capo ISIS ucciso dalle forze USA in Iraq

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«Oggi il leader fuggitivo dell’ISIS in Iraq è stato ucciso», ha scritto Trump venerdì. «È stato braccato senza sosta dai nostri intrepidi combattenti … in coordinamento con il governo iracheno e il governo regionale curdo». L’attacco è il terzo duro colpo inferto all’ISIS negli ultimi mesi, dopo gli attacchi guidati dagli Stati Uniti contro i principali leader e pianificatori degli attacchi dell’ISIS in Somalia a febbraio e in Siria a dicembre 2024. La leadership civile irachena è preoccupata per una possibile rinascita dello Stato Islamico in Medio Oriente, a causa delle incertezze sul nuovo governo siriano e sul ritiro delle forze statunitensi dalla regione. Lo scorso anno gli Stati Uniti e l’Iraq hanno annunciato un accordo per porre fine alla missione militare in Iraq della coalizione guidata dagli americani per combattere l’ISIS; le forze statunitensi dovrebbero iniziare a lasciare l’Iraq entro settembre di quest’anno, dopo oltre due decenni di operazioni nel Paese. All’epoca in cui venne stipulato l’accordo, la leadership irachena si dichiarò fiduciosa di poter sradicare le cellule rimanenti dell’ISIS senza l’assistenza degli Stati Uniti.“Today the fugitive leader of ISIS in Iraq was killed. He was relentlessly hunted down by our intrepid warfighters. His miserable life was terminated, along with another member of ISIS, in coordination with the Iraqi Government and the Kurdish Regional Government. PEACE THROUGH… pic.twitter.com/gB68jMpd64
— President Donald J. Trump (@POTUS) March 15, 2025
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Terrorismo
Assalto al treno in Pakistan: liberati oltre 150 ostaggi, ma la crisi resta aperta

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Le forze di sicurezza parlano di 155 persone messe in salvo, mentre l’Esercito per la liberazione del Belucistan dice di averne ancora oltre 200. I separatisti hanno chiesto uno scambio di prigionieri entro 48 ore. Nell’ultimo anno il gruppo armato ha imposto blocchi sulle principali autostrade e intensificato le azioni contro le infrastrutture, mentre Islamabad non riesce a proporre una soluzione politica.
Le forze di sicurezza del Pakistan hanno comunicato di aver liberato 155 ostaggi dal treno che ieri è stato preso d’assalto dai combattenti dell’Esercito di liberazione del Belucistan (Balochistan Liberation Army, BLA). L’operazione per liberare gli altri passeggeri è ancora in corso, ha comunicato il ministero dell’Interno pakistano, senza tuttavia specificare quante persone sono ancora trattenute dai terroristi.
Il BLA ha dichiarato di avere ancora 214 persone in ostaggio, ma la cifra non è stata confermata dalle autorità locali. Il principale quotidiano pakistano in lingua inglese, Dawn, ha scritto di non voler diffondere ulteriori dettagli finché la situazione non sarà completamente risolta.
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Le forze dell’ordine hanno riferito di aver ucciso 27 terroristi. Tuttavia, ha scritto la Reuters, le operazioni di soccorso sono complicate dal fatto che gli indipendentisti beluci si sono piazzati vicino ai passeggeri con indosso giubbotti esplosivi per gli attentati suicidi. Il BLA, al contrario, ha affermato di aver messo al sicuro i civili, ma di aver preso come «prigionieri di guerra» il personale delle forze armate.
L’Esercito di liberazione del Belucistan ieri ha fatto saltare in aria dei binari per bloccare il tragitto del Jaffar Express, che stava trasportando circa 450 persone da Quetta, capoluogo del Belucistan, a Peshawar, nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa, un tragitto che solitamente richiede 30 ore di viaggio. Tramite una serie di comunicati, gli indipendentisti hanno fissato un ultimatum di 48 ore per il rilascio di prigionieri beluci incarcerati dal governo in cambio degli ostaggi. In caso di rifiuto, hanno aggiunto, gli ostaggi verranno uccisi.
Da decenni gli indipendentisti beluci, un’etnia di origine iranica, combattono contro il governo pakistano accusandolo di comportarsi come una potenza coloniale che sfrutta le risorse naturali della regione a scapito della popolazione locale. Negli ultimi anni il BLA ha preso di mira anche i progetti infrastrutturali parte del China-Pakistan Economic Corridor (CPEC), come il porto di Gwadar, spesso compiendo attentati contro siti strategici e contro i cittadini cinesi, ritenuti complici dello sfruttamento economico.
La settimana scorsa un insieme di gruppi armati, noti come Baluch Raji Ajohi Sangar (BRAS), di cui fa parte anche il BLA, ha rilasciato una dichiarazione in cui annuncia la creazione di un nuovo esercito con l’obiettivo di continuare la “guerra” contro la Cina e lo Stato pakistano e promettendo di «infliggere maggiori perdite al nemico».
Nell’ultimo anno il Pakistan ha registrato un aumento delle attività terroristiche in tutto il Paese, ma soprattutto nelle province del Khyber Pakhtunkhwa, a causa degli attentati dei talebani pakistani, e in Belucistan: secondo un rapporto del think tank locale Pak Institute for Peace Studies, nel 2024 la provincia ha assistito a un incremento dell’84% negli attentati rispetto all’anno precedente, con un aumento della violenza da parte del BLA e altri gruppi separatisti del 120%.
Anche se le principali vittime continuano a essere le forze di sicurezza del Pakistan, il BLA prende da tempo di mira anche le infrastrutture ferroviarie e autostradali. Solo nei primi due mesi del 2025, i gruppi che fanno parte del BRAS hanno bloccato tre importanti autostrade della provincia in quattro diverse occasioni, effettuando controlli dei passeggeri per ore, alla ricerca di funzionari delle forze di sicurezza pakistane.
Nella dichiarazione rilasciata il 2 marzo, il BRAS ha inoltre annunciato di voler «intensificare il blocco su tutte le autostrade importanti del Belucistan per interrompere gli interessi logistici, economici e militari dello Stato».
La strada che collega Quetta a Karachi, una delle più trafficate, si è guadagnata il nome di «killer highway» per il crescente numero di episodi violenti compiuti dai separatisti beluci. Si tratta di un’arteria fondamentale per la popolazione locale, che ha bisogno di spostarsi soprattutto per le cure mediche.
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Altri progetti infrastrutturali previsti dal governo del Pakistan sono rimasti incompiuti, limitando la mobilità degli abitanti, che si trovano sempre più frequentemente oggetto di episodi violenti: ad agosto, il BLA aveva preso di mira i passeggeri degli autobus provenienti dalla provincia centrale del Punjab, uccidendone decine, un episodio simile si era verificato anche ad aprile.
A novembre, un attentato suicida alla stazione ferroviaria di Quetta aveva colpito un treno poco prima della partenza, uccidendo almeno 32 persone. Il mese scorso, invece, il BLA ha preso il controllo di Zehri, una cittadina rurale nel Belucistan centrale, per diverse ore, anche in questo caso alla ricerca di personale della sicurezza. Dall’inizio dell’anno, le autostrade nazionali sono state chiuse 76 volte per diversi motivi.
Finora il governo del Pakistan ha risposto all’insurrezione dei beluci con una dura repressione, in molti casi ricorrendo a tattiche violente, come le sparizioni forzate dei giovani sospettati di far parte dei gruppi separatisti. E nonostante richieste provenienti da più parti, Islamabad si è sempre rifiutata di negoziare con i beluci.
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Immagine di Arslan Arshad via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Persecuzioni
La situazione in Siria è fuori controllo: massacri «neo-ottomani» di alawiti e cristiani

🇸🇾 A Christian in Syria is asking for help, because people in his village are being killed. pic.twitter.com/TETZyGDOYx
— Lord Bebo (@MyLordBebo) March 9, 2025
Radical Islamic extremists are rounding up and murdering Christians in Syria
Where are all the self proclaimed human rights organizations??? pic.twitter.com/eUAqPFQspQ — Libs of TikTok (@libsoftiktok) March 9, 2025
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Syrian women crying over the mass graves of their loved ones, this is the birth of the new syria the west promised us. Who dares oppose AlQaeda’s terror reign now? https://t.co/anWrZiE3wl
— Syrian Girl (@Partisangirl) March 10, 2025
Radical Islamic extremists are rounding up and murdering Christians in Syria.
Yet the MSM has been completely silent. Absolutely evil. pic.twitter.com/W3gcBXgvDH — Isabella Maria DeLuca (@IsabellaMDeLuca) March 9, 2025
In Syria, the new Islamic regime are making Christians crawl and make noises like dogs as a genocide takes place.
Why do leftist students on University campuses only protest for Palestine and not this? pic.twitter.com/KbjsDuZuDJ — Basil the Great (@Basil_TGMD) March 10, 2025
Jihadists in Syria are crucifying and then killing a Christian. So, what about the leaders of the European Union—will they go shake the murderers’ hands? Will they go kiss the new leaders of Syria again? Will they embrace the “progressive” jihadists?
Hypocritical scum.… pic.twitter.com/AJAotoYDZJ — Anatolij Sharij (@anatoliisharii) March 10, 2025
Ribadiamo che i video circolanti che qui condividiamo non sono verificati. Tuttavia stragi massive sono state riportate inq ueste ore dalle maggiori agenzie e testate mondiali. Sono state riportate uccisioni per vendetta da parte delle forze HTS: le cifre variano da diverse centinaia a migliaia, tra cui donne e bambini, in particolare alawiti, cristiani e altre minoranze. Diverse agenzie di stampa riferiscono che i civili vengono uccisi a sangue freddo. Come riportato da Renovatio 21, in molti parlano ora di un Paese che sta precipitando in una «guerra civile». Secondo il professore di relazioni internazionali John Mearsheimer, il futuro prossimo della Siria è il caos. L’ex primo ministro greco Antonis Samaras ha scritto su X una dura critica ai Paesi occidentali per aver sostenuto tali forze barbariche, che – ha affermato l’ex premier ellenico – sarebbero gestite dal regime turco.What were the last words of this old man?
“If you love Prophet Mohammad, don’t. I have kids, I swear.” These are Al Jazeera’s “moderate rebels” and Erdogan’s Takfiri brothers. Erdogan and Qatar didn’t send a single bullet to Gaza, but they spent 14 years destroying Syria. pic.twitter.com/eEuGhkMoHB — Seyed Mohammad Marandi (@s_m_marandi) March 9, 2025
Statement by former Prime Minister #Antonis_Samaras on the massacres in Syria.
What is happening in #Syria is neo-Ottoman-inspired and implemented by the terrorists of Ahmed al-Sarah, who did not change only because he chose to wear a tie… After all, a Turkish proverb says,… — Σαμαράς Αντώνης (@samaras_antonis) March 9, 2025
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Nel frattempo molti osservatori notano come il massacro di alawiti e cristiani fosse inevitabile con l’ascesa di un gruppo jihadista ai vertici del Paese. In Siria potrebbe spalancarsi una persecuzione anticristiana massiva, con ondate di sangue di martiri versato nei prossimi mesi. La domanda che ci si pone è come sia possibile che ciò sia stato accettato, se non promosso e finanziato, da forze occidentali. La risposta è semplicissima: l’Occidente moderno è nemico dei cristiani, perché nemico di Cristo. I massacri, le crudeltà più efferate sono solo la diligente conseguenza materiale di questa scelta metafisica, compiuta secoli fa ma più nefanda che mai anche nell’ora presente.BREAKING🚨 protests erupt in Damascus over the genocide of alawites in the coastal areas. They are dispersed by gun fire from the new Al Qaeda regime. pic.twitter.com/fQSqECOQKM
— Syrian Girl (@Partisangirl) March 9, 2025
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