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Schedatura dei cattolici della Messa antica: parla Mons. Viganò

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Renovatio 21 pubblica questo testo di Mons. Carlo Maria Viganò.

 

 

 

 

 

ET DORMIUNT MULTI

A proposito della schedatura dei Cattolici da parte dell’Autorità civile 

 

Ideo inter vos multi infirmi et imbecilles, et dormiunt multi.

I Cor 11, 30

 

 

Il totem della libertà di culto consente agli adoratori di Satana di erigere un blasfemo monumento a Bafometto dinanzi al Campidoglio dell’Arkansas a Little Rock o una statua di un demone sulla facciata del Palazzo di Giustizia di New York per celebrare un giudice abortista della Corte Suprema; mentre nel Nuovo Messico il Tempio Satanico inaugura una clinica che compie aborti rituali e beneficia del riconoscimento dello Stato, i Servizi Segreti dell’Amministrazione Biden non hanno nulla di meglio da fare che schedare i Cattolici tradizionali e tenere sotto osservazione le comunità in cui si celebra la Liturgia in latino, quasi costoro rappresentassero una minaccia per l’ordine costituito e un potenziale pericolo per le istituzioni dello Stato. 

 

Questa notizia va letta, a mio parere, come logica e necessaria conseguenza di un altro evento analogo e speculare: il culto idolatrico reso dai vertici della Gerarchia cattolica al demone della Pachamama nella Basilica di San Pietro e in altre chiese cattoliche, e la contestuale persecuzione dei Cattolici tradizionali da parte dell’Autorità ecclesiastica con il Motu Proprio Traditionis Custodes e con le sue ulteriori restrizioni, date come imminenti. 

 

Questa operazione di criminalizzazione del dissenso da parte del potere temporale e di quello spirituale non è casuale e deve suscitare una fermissima condanna e una decisa opposizione tanto da parte dei cittadini e dei loro rappresentanti nelle istituzioni civili quanto dei fedeli e soprattutto dei loro pastori; una condanna che non può limitarsi a questo episodio recente, pur di per sé gravissimo, ma che va estesa alla inquietante congiura di parti deviate dello Stato con parti deviate della Chiesa: da un lato il deep state e dall’altro la deep church, entrambi corrotti e asserviti con finalità eversive all’élite globalista, le cui basi ideologiche sono accomunate dall’odio verso Cristo, verso la Chiesa e verso la Santa Messa. 

 

Come ho avuto modo di spiegare nel mio intervento La religione di Stato, è evidente che la separazione tra Stato e Chiesa e la pretesa «laicità« del governo temporale rispetto alle questioni religiose hanno costituito il pretesto ingannevole e doloso con cui estromettere Dio dalla società allo scopo di farvi entrare Satana. 

 

La Rivoluzione ha sovvertito l’ordine sociale capovolgendone i principi e i fini, ma ha mantenuto e sfruttato a proprio vantaggio quell’alleanza tra Trono e Altare – ossia tra potere temporale e potere spirituale – che connotava la società cristiana e in particolare le Monarchie cattoliche.

 

Chi accusava l’ancien régime di tirannide non ha mai avuto intenzione di abolire, ad esempio, la censura dei media in nome della libertà di opinione: voleva semplicemente appropriarsene per uno scopo opposto, in modo da censurare la verità e propagandare l’errore.

 

Chi criticava il potere temporale dei Papi non voleva impedire le ingerenze della Chiesa nella cosa pubblica, ma appropriarsene – come oggi vediamo – per usare l’autorità e l’autorevolezza del Papato per demolire la Chiesa e assecondare le istanze del Nuovo Ordine Mondiale.

 

Il dogmatismo che veniva avversato in Pio IX o in Pio XII perché opposto al pensiero moderno si è evoluto e pervertito nel dogmatismo ecumenico e sinodale del Vaticano II e di Bergoglio, dimostrando che la questione era pretestuosa, non vertendo essa sul mezzo ma sul fine.

 

Così oggi non ci si scandalizza dell’autoritarismo con cui lo Stato impone controlli e limitazioni delle libertà fondamentali – che sino a ieri erano esecrati come espressione di totalitarismo nazista – né dell’autoritarismo con cui la Gerarchia asseconda l’ideologia globalista e collabora con i governi asserviti al World Economic Forum e all’Agenda 2030

 

Se continuiamo a credere che sia possibile adottare un atteggiamento di presunta «neutralità» dinanzi alla questione religiosa, condanniamo la nostra Civiltà all’estinzione, perché neghiamo quella battaglia tra Bene e Male che fa parte della storia dell’umanità e dell’eterno destino dei singoli.

 

Nessuno può servire a due padroni, ci insegna Nostro Signore nel Vangelo (Mt 6, 24); e non possiamo nemmeno decidere di non servire nessuno dei due, quando siamo dinanzi ad uno scontro in cui la nostra neutralità è già di per sé un aiuto al Nemico. E qui dovremmo chiederci quale responsabilità si assumano i politici e i Prelati che rimangono inerti a guardare, limitandosi a deplorare gli eccessi del Male e non le sue cause.

 

Ostinarsi a salvare ad ogni costo la laicità dello Stato quando essa si è dimostrata una illusoria chimera per distruggerlo dalle fondamenta, o insistere a difendere le istanze del Vaticano II quando ne vediamo il clamoroso fallimento e l’incalcolabile danno alla Chiesa è un palliativo di chi considera il proprio ruolo di governante e di pastore esclusivamente a tutela dell’istituzione che rappresenta, rifiutandosi di coglierne le gravi infedeltà e precludendosi così la possibilità di giovare tanto ai cittadini quanto ai fedeli. Un medico è chiamato a curare il malato, non a limitarsi a diagnosticarne il male o addirittura a dissimularlo, solo perché non vuole ammettere che le autorità sanitarie sono corrotte o non osa disobbedire a ordini irragionevoli affrontandone le conseguenze.

 

Ciò a cui stiamo assistendo in questa fase cruciale è il venir meno dei pretesti che sinora erano stati addotti a giustificazione delle «conquiste sociali» – democrazia, libertà di opinione e di culto, rispetto delle minoranze etc. – e contestualmente la manifestazione arrogante delle vere ragioni dell’élite criminale che usurpa l’autorità nello Stato e nella Chiesa: l’inconciliabilità tra il modello cristiano di società in cui Nostro Signore Gesù Cristo regna nella sfera civile e in quella religiosa per condurci liberamente a compiere il Bene e farci così partecipi della beatitudine eterna, e il modello distopico di società in cui la tirannide di Satana impone il caos e la ribellione per costringerci, violentando la nostra libertà, a compiere il Male e dannarci per l’eternità. 

 

La schedatura dei Cattolici tradizionali da parte dei servizi di intelligence appare ingiustificata solo se partiamo erroneamente dal presupposto che gli attuali governanti perseguano il bene comune e la sicurezza della Nazione; ma si mostra ampiamente giustificata nel momento in cui essi hanno come scopo l’imposizione del culto globalista, intrinsecamente anticristico e inconciliabile con la Fede cristiana.

 

Parallelamente, la persecuzione dei fedeli legati alla Liturgia tridentina da parte della Gerarchia cattolica è inaudita e impensabile solo se ci ostiniamo a presupporre nei Pastori lo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

 

Se li vediamo per ciò che sono, ossia come lupi travestiti da agnelli o come mercenari, la loro avversione alla Messa apostolica è più che comprensibile e ci stupirebbe se non la manifestassero con tale furore. In un certo senso, ai loro occhi costituiamo il «gruppo di controllo» dei non vaccinati dinanzi alla moltitudine degli inoculati col siero genico.

 

È vero: noi Cattolici siamo una minaccia per chi vuole un mondo ribelle a Dio e una «chiesa sinodale» asservita allo spirito di questo mondo. I Martiri testimoniano l’eroismo della presenza del nome cristiano nella società, un eroismo che sa affrontare i tormenti e la morte inflitti a chi un’autorità pervertita considera nemici perché conosce e teme il loro esempio, e soprattutto la potenza dirompente del Vangelo. 

 

Se comprendiamo che non vi è una terza via, una sorta di sintesi che componga la tesi del Bene e l’antitesi del Male, e che dobbiamo scegliere lo schieramento in cui combattere – così come lo scelgono i malvagi – abbiamo qualche possibilità di resistenza e di vittoria. Voi siete il sale della terra (Mt 5, 13).

 

Chiedere tolleranza in un mondo malato non ci preserva dal contagio, ma serve solo a differire la nostra cancellazione, privandoci del sapore e destinandoci ad essere calpestati dagli uomini. 

 

 

 

Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

 

19 Febbraio MMXXIII

Dominica Quinquagesimæ

 

 

 

 

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Immagine di Servus Tuus via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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I funerali di mons. Huonder

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Secondo il suo desiderio, espresso più volte, mons. Vitus Huonder è stato sepolto nel seminario di Ecône, «vicino al vescovo che ha tanto sofferto per la Chiesa», ha detto. La messa funebre pontificia è stata celebrata nella chiesa del seminario da mons. Bernard Fellay. Successivamente nella cripta del seminario furono deposte le spoglie del vescovo emerito di Coira.

 

Un lungo corteo ha accompagnato il feretro del vescovo Huonder dalla cripta alla chiesa dove è stato celebrato il pontificale, dove è stata vegliata tutta la notte dopo il canto dell’Ufficio dei Morti. Il corteo lo accompagnerà poi alla tomba dove furono resi gli ultimi onori al vescovo Huonder e dove troverà la sua ultima dimora.

 

Erano presenti, infatti, 150 sacerdoti e seminaristi, una trentina di suore e circa 900 fedeli tra cui i 150 studenti della scuola Wangs, dove mons. Huonder ha concluso santamente e felicemente i suoi giorni.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

Immagini da FSSPX.news

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Malesia, condanna a punizioni corporali per una donna applicando la sharia

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Una mamma single è stata ritenuta recidiva nel peccato di «khalwat» (vicinanza) in uno Stato governato dal partito islamista. La sentenza – che rappresenta una prima volta – dovrebbe essere eseguita nella prigione di Marang il 6 maggio. Una vicenda destinata a offrire un termometro dei rapporti di forza con i fondamentalisti nella Malaysia di Anwar Ibrahim

 

In Malaysia nello Stato nord-orientale di Terengganu, governato dagli islamisti del Partito Islamico della Malesia (PAS), una donna è stata condannata alle percosse per rapporti inappropriati con un uomo, applicando la sharia, la legge islamica. Se eseguita si tratterebbe del primo caso di questo tipo nello Stato.

 

N. A. N., che ha 37 anni ed è madre di un figlio, è stata accusata ai sensi della sezione 31 (b) del Syariah Criminal Offences (Takbir) (Terengganu) (Amendment) Enactment 2022, per essere stata da sola con un uomo di 40 anni che non era suo marito in una casa nel distretto di Kemaman, il 31 gennaio scorso.

 

N. A. si è dichiarata colpevole del reato. Il giudice Rosli Harun l’ha quindi condannata a sei colpi di bastone e a una multa di 4.000 ringgit (785 euro), oltre a otto mesi di carcere.

 

L’imputata era già stata condannata per un reato simile nel 2018 ed era stata multata. Il giudice ha anche consigliato a N. A. di sposarsi immediatamente per evitare di commettere nuovamente un reato simile. «In precedenza hai detto che ti saresti sposata, ma non è successo. Non c’è rimorso in te», ha detto il giudice alla donna raccomandandole anche di non sposarsi nella città di confine di Golok, in Thailandia, dove le coppie musulmane contraggono matrimoni clandestini.

 

Il PAS governa gli Stati nord-orientali di Terengganu e Kelantan dal 2018. Ideologicamente incentrato sul fondamentalismo islamico, la sua base elettorale è in gran parte concentrata sulle quattro coste rurali e orientali della Malesia peninsulare, compreso il nord conservatore, in particolare nel Kelantan, Terengganu, Perlis e Kedah.

 

Con queste vittorie, il PAS ha spinto per inasprire le punizioni ai sensi della legge islamica attraverso il codice penale della Sharia di ogni Stato. Il partito deve però fare i conti con nuovi attori ora dopo il governo di Najib Razak, che sosteneva l’agenda del PAS, ha perso il suo mandato elettorale.

 

In passato, l’ex primo ministro Mahathir Mohamed aveva bloccato i tentativi del PAS di approvare le leggi islamiche nel Kelantan e nel Terengganu.

 

Il National Trust Party (Amanah), un partito scissionista del PAS che ora fa parte della coalizione di governo sotto il «governo di unità» del primo ministro Anwar Ibrahim, dovrebbe bloccare i tentativi del PAS di spingere per l’attuazione della sharia. Tuttavia, il PAS e la coalizione di cui fa parte oggi – Perikatan Nasional – hanno ottenuto buoni risultati nelle ultime elezioni.

 

Il partito islamista ha ottenuto il maggior numero di seggi e il patto Perikatan Nasional ha riaffermato il suo controllo su quattro governi statali dall’agosto 2023. Questo ha portato molti osservatori a suggerire che un’ondata «verde» o «islamista» sta trasformando il panorama politico della Malaysia.

 

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Il cardinale Fernandez vittima di se stesso

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La dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede, Fiducia supplicans (18 dicembre 2023) che autorizza la benedizione delle coppie irregolari o omosessuali, è molto più di una semplice dichiarazione. Col tempo, ci rendiamo conto che la sua ambizione è quella di introdurre un nuovo modo di pensare e agire in tutti gli ambiti, ben oltre le coppie irregolari o dello stesso sesso.   Inventando una benedizione non liturgica, ma «pastorale, spontanea e breve», il cardinale Victor Manuel Fernández ha stabilito una prassi che intende applicare a molte situazioni. Potremo così presto vedere un’ordinazione delle donne che non sia liturgica, ma «pastorale, spontanea e breve». Un riconoscimento dei liberi muratori che non è dottrinale, ma «pastorale, spontaneo e breve». E così via.   Comprendiamo facilmente come questa spontaneità e brevità pastorale siano mezzi appositamente inventati per liberarsi dalla dottrina e dalla morale cattolica, pur affermando – puramente per forma – che non sono in alcun modo messe in discussione.

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Di fronte a simili inganni è inutile discutere all’infinito. In modo più semplice ed efficace, dobbiamo applicare al cardinale Fernández il suo stesso metodo. Chiaramente il prefetto deve essere fiducializzato. Ciò significa concretamente che ogni documento emanato dal suo dicastero, che non sia conforme alla tradizione, deve essere considerato come:   – una dichiarazione «pastorale», quindi non dottrinale e perfino antidottrinale;   – una decisione «spontanea», quindi sconsiderata e perfino irrazionale;   – un’indicazione «breve», quindi non durevole, caduca, biodegradabile.   Questo è il valore dell’insegnamento dell’attuale prefetto del Dicastero per la dottrina della fede. Né più né meno.   In sostanza, applicare il metodo Fiducia supplicans al cardinale Fernández equivale a sfruttare quello che gli anglofoni chiamano self-refuting system, un metodo che confuta se stesso.   Parafrasando il filosofo britannico Roger Scruton, potremmo dire: «un prelato che afferma che non esistono verità, o che ogni verità è “semplicemente relativa” perché conta solo la pastorale, ti chiede di non crederci. Quindi non farlo».   Don Alain Lorans

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