Grande Reset
Mons. Viganò: il Grande Reset è una dottrina satanica

Renovatio 21 pubblica questo testo scritto da Monsignor Carlo Maria Viganò per CIVITAS. Le opinioni degli scritti pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
AGERE SEQUITUR ESSE
La visione «teologica» del Great Reset
Université d’Été – CIVITAS
14 Agosto 2022
Quando l’essere umano agisce, per prima cosa ha uno scopo. La sua azione, ciò che compie rappresenta un mezzo ordinato a un fine, che può essere moralmente buono o cattivo. L’azione è atto della volontà, e nasce dal pensiero, che è atto dell’intelletto. Quel che facciamo, insomma, è determinato da chi siamo (l’insieme delle nostre facoltà: memoria, intelligenza e volontà): la scolastica riassume perfettamente questo concetto in tre parole: agere sequitur esse.
Nessuno agisce senza scopo, e anche quanto avviene sotto i nostri occhi da ormai più di due anni è la conseguenza di un insieme di cause concomitanti che presuppongono un pensiero iniziale, un principio informatore, per così dire. E quando ci accorgiamo che le ragioni che ci vengono date per giustificare le azioni intraprese non hanno alcuna ragionevolezza, significa che queste ragioni sono dei pretesti, dei falsi motivi che servono a nascondere una verità inconfessabile.
Questo, in realtà, è il modo di procedere del Maligno. Quando ci tenta, mente per farci credere di essere nostro amico, preoccupato di noi, del nostro bene. Proprio come un imbonitore da fiera, il demonio ci propone i suoi ritrovati miracolosi, i suoi elisir di felicità e ricchezza, alla modica somma della nostra anima immortale. Ma questo, ovviamente, lo tace, e come un truffatore scrive in piccolo le clausole del contratto.
Tutto è menzogna, quando si tratta di Satana. False le premesse: Il tuo Dio ti opprime con precetti gravosi. False le promesse: Puoi decidere tu, e ottenere ciò che desideri. E tutto è menzogna quando i servi di Satana si organizzano per instaurare la distopia del Nuovo Ordine Mondiale.
Ora, siccome non possiamo pretendere che tutti i cospiratori del Great Reset ci dicano a chiare lettere qual è il loro scopo finale – visto che si tratta di qualcosa di inconfessabile e di criminale – possiamo comunque ricostruire la mens delle loro azioni conoscendo i principi ispiratori del loro agire e suffragandoli con le loro stesse parole. E siamo anche in grado di capire che le ragioni addotte sono solo dei pretesti.
Anzi proprio i pretesti, per come vengono presentati, dimostrano il dolo e la premeditazione, dal momento che se il loro progetto fosse onesto e buono non avrebbero bisogno di dissimularlo con scuse illogiche e incoerenti.
Ma cos’è, questo Great Reset? È l’imposizione forzata di una quarta rivoluzione industriale che conduca l’attuale sistema economico e sociale all’implosione e consenta, tramite l’impoverimento generale e una drastica riduzione della popolazione, l’accentramento del potere nelle mani di un’élite di aspiranti all’immortalità e al dominio sul mondo. Costoro vorrebbero ridurci ad una massa amorfa di clienti/schiavi confinati in cubicoli e perpetuamente connessi alla rete.
Tramite il Great Reset costoro vogliono cancellare la società cristiana occidentale per instaurare una sinarchia liberal-comunista sul modello della dittatura cinese, in cui tutta la popolazione sia controllata e manovrabile a piacimento
Tramite il Great Reset costoro vogliono cancellare la società cristiana occidentale per instaurare una sinarchia liberal-comunista sul modello della dittatura cinese, in cui tutta la popolazione sia controllata e manovrabile a piacimento. In una società ispirata anche solo in parte ai valori del cattolicesimo, i gruppi di potere finanziario e l’élite del NWO non avrebbero spazio, ma questo non deve far pensare ad alcuni che la loro opposizione alla società cristiana abbia una motivazione essenzialmente economica e di potere.
In realtà, ciò che scatena quell’odio è che possa esistere, fosse anche nel più remoto angolo del pianeta, un’alternativa possibile alla distopia globalista, un mondo in cui il datore di lavoro può pagare onestamente i propri dipendenti, in cui lo Stato chieda tasse ragionevoli ai cittadini, in cui le opere di carità svolgono gratuitamente e senza speculazioni quei servizi che oggi sono subappaltati ai privati per lucro, in cui sia rispettata l’innocenza dei bambini e non si ammetta la propaganda LGBTQ+. Un mondo in cui il Regno sociale di Cristo si mostri non solo come possibile, ma come la migliore forma di società, amministrata per il bene comune e la gloria di Dio.
La semplice esistenza di un termine di paragone è una sconfessione bruciante dell’inganno globalista, ne mostra il fallimento e l’orrore.
Le menzogne sulla necessità dei lockdown sono sconfessate dall’evidenza che dove non lo si è adottato i casi di malattia grave sono stati meno che dove si sono imposte chiusure e coprifuoco.
Le menzogne sull’efficacia del siero genico sono sbugiardate dai casi di reinfezione di plurivaccinati, dagli effetti avversi gravi, dalle morti improvvise.
Le menzogne sul popolo sovrano e sui diritti inviolabili della persona sono state smentite da regole assurde, norme incostituzionali, leggi discriminatorie nel silenzio della magistratura.
E, ad essere onesti, anche il termine di paragone costituito dalla Messa di sempre rende impossibile preferire la sua contraffazione montiniana: motivo per cui la chiesa bergogliana vuole impedirne la celebrazione e tenerne lontani i fedeli. Anche per imporci questo orrore si è fatto ricorso all’inganno, raccontando ai fedeli che la Messa antica era incomprensibile, e che occorreva tradurla e semplificarla per farne meglio apprezzare il significato ai fedeli. Ma era una menzogna, e se ci avessero spiegato che il loro scopo era esattamente lo stesso che si erano prefisso gli eresiarchi protestanti – ossia distruggere il cuore della Chiesa Cattolica – saremmo andati a prenderli con i forconi.
Il mondo globalista, dunque, non tollera confronti. Pretende quell’esclusività che denuncia con orrore appena non è lui a rivendicarla. Si straccia le vesti sul potere temporale della Chiesa – con la complicità di chierici eretici e fornicatori – per poi esigere obbedienza assoluta e irrazionale ai dogmi che proclama da Davos o da Bruxelles. Celebra la libertà di espressione e di stampa che generosamente finanzia, ma non tollera né il dissenso né la verità, che cerca di rendere semplicemente inaccessibile, invisibile.
Il mondo globalista non ha un passato da mostrarci a conferma della grandezza delle proprie idee, della propria filosofia, della propria fede (…) vive della falsificazione della Storia, della cancellazione del passato, della sua rimozione dalle nuove generazioni
Ancora: il mondo globalista non ha un passato da mostrarci a conferma della grandezza delle proprie idee, della propria filosofia, della propria fede.
Viceversa, vive della falsificazione della Storia, della cancellazione del passato, della sua rimozione dalle nuove generazioni. In modo che non ci sia nessuno che, dinanzi alla cattedrale di Chartres, sia in grado di riconoscere le immagini di Cristo e dei Santi.
In modo che nessuno sappia che nella Sainte Chapelle era custodita l’ampolla del Crisma portato da un Angelo per consacrare i Re di Francia.
In modo che non ne possa conoscere le gesta, non trovi la loro tomba, non comprenda i tesori di arte e letteratura che hanno reso grandi le nazioni cattoliche. La cancellazione della cultura è rivelatrice della radicale inconsistenza ontologica del globalismo dinanzi allo splendore della Cristianità.
Il mondo globalista non ha un futuro. O meglio: il futuro che intende riservarci è quanto di più tetro e terrificante possa concepire la mente umana
Il mondo globalista non ha un futuro. O meglio: il futuro che intende riservarci è quanto di più tetro e terrificante possa concepire la mente umana.
Il futuro che ci prospetta, quindi, è falso e irrealizzabile. «Non ho una casa, non possiedo nulla e sono felice», cercano di convincerci Schwab e i promotori dell’Agenda 2030. Ma il loro scopo non è di renderci felici – cosa che puntualmente non avverrà, ovviamente – ma di confiscarci la casa e i beni, mettendoceli a disposizione a pagamento.
Quando ci parlano di pacifismo e di disarmo, non è perché vogliono la pace, ma perché essendo noi disarmati e senza ideali ci lasceremo invadere e dominare senza reagire.
Nell’imporci l’accoglienza e la «inclusività» – adottando un lessico da iniziati – non vogliono farci realmente accogliere e integrare persone di altre culture e religioni, ma creare le premesse del disordine sociale e della conseguente cancellazione delle nostre tradizioni e della nostra Fede.
Quando ci parlano di «resilienza» non ci dicono che ci proteggeranno dagli eventi avversi, ma che dobbiamo rassegnarci ad assorbirli senza protestare.
Quando ci accusano di estremismo o di integralismo, è solo perché sanno che fedeli e cittadini con nobili e santi ideali possono resistere, organizzare un’opposizione, diffondere il dissenso.
E quando ci impongono l’inoculazione di massa con un siero genico privo di efficacia ma pieno di effetti avversi gravi e letali, non lo fanno per la nostra salute, ma per modificare il nostro DNA e renderci malati cronici, con un sistema immunitario definitivamente compromesso e una speranza di vita inferiore alla media dei sani.
E per inserire nei nostri organi – come abbiamo appreso dalla denuncia recentemente depositata dall’avv. Carlo Alberto Brusa – delle nanostrutture autoassemblanti al grafene, in grado di renderci geolocalizzabili, militari inclusi.
Non aspettatevi mai la verità dai fautori del Great Reset. Perché dove non c’è Cristo, non può esservi la Verità, e sappiamo quanto essi provino odio per Nostro Signore. Un odio che non riescono a celare, che ostentano negli spettacoli di inaugurazione degli eventi europei (pensiamo all’inaugurazione del traforo del San Gottardo, ai Giochi Olimpici di Londra e, recentemente, all’inaugurazione dei Giochi del Commonwealth a Birmingham), nelle «raccomandazioni» di non festeggiare il Natale e di non usare nomi cristiani per i nostri figli.
Il loro odio emerge livido quando teorizzano l’aborto come un «diritto umano», nascondendone l’atrocità dietro l’ipocrita espressione «salute riproduttiva»: perché è la vita che odiano, in cui vedono l’immagine e la somiglianza di quel Dio che hanno perduto per sempre.
Questa immagine e somiglianza, in realtà, è molto più profonda di quanto non si creda. Essa consiste nella dimensione trinitaria dell’uomo, con le sue facoltà che rimandano alle Tre Divine Persone: la memoria (il Padre), l’intelligenza (il Figlio), la volontà (lo Spirito Santo).
E come nella Santissima Trinità lo Spirito è l’Amore che procede dal Padre e dal Figlio, così nell’uomo la volontà è la facoltà che origina dalla memoria delle cose passate e dalla comprensione di quelle presenti.
Non è un caso se, nel capovolgimento infernale del mondo contemporaneo, l’uomo si trovi privato dei propri ricordi, della propria storia e delle proprie tradizioni (pensiamo alla cancel culture e alle richieste di «perdono» per azioni del nostro passato falsate o travisate), incapace di esprimere un giudizio critico (pensiamo alla dissonanza cognitiva generata dalla psicopandemia) e di ordinare la propria volontà subordinandola all’intelletto (pensiamo alla incapacità di reagire dinanzi al male imposto o al bene di cui siamo privati).
La società moderna, con la sua favola della democrazia, ci ha insegnato a pensare che possiamo anche essere cattolici, magari anche tradizionalisti, a patto di non mettere in discussione che pari diritto vada riconosciuto a chiunque altro
La società moderna, con la sua favola della democrazia, ci ha insegnato a pensare che possiamo anche essere cattolici, magari anche tradizionalisti, a patto di non mettere in discussione che pari diritto vada riconosciuto a chiunque altro.
Bisogna rispettare le idee altrui, ci dicono. Ma nel mondo metafisico, nell’eternità di Dio, questa battaglia tra Bene e Male non ha nulla di laico né di ecumenico: è reale, come reali sono gli eserciti schierati, quello della Civitas Dei e quello della civitas diaboli.
Gli Angeli del paradiso e gli spiriti apostatici dell’inferno non sanno che farsene dei buonismi conciliari: combattono una battaglia in cui strappare all’avversario quante più anime possibile.
I Santi che intercedono per noi non hanno letto Fratelli tutti, e la bilancia di San Michele non è tarata sulla morale della situazione di qualche gesuita eretico o sui contorsionismi pastorali del sentiero sinodale.
Smettiamola di essere politicamente corretti, sempre presi dal timore che le nostre convinzioni possano oltraggiare le sensibili coscienze di chi non esita a fare a pezzi una creatura indifesa nel ventre materno o a soffocare nel sonno l’anziano e il malato
Smettiamola di essere politicamente corretti, sempre presi dal timore che le nostre convinzioni possano oltraggiare le sensibili coscienze di chi non esita a fare a pezzi una creatura indifesa nel ventre materno o a soffocare nel sonno l’anziano e il malato.
Siamo stati troppo spesso silenziosi dinanzi a cose che non dovrebbero essere nemmeno menzionate, dalla normalizzazione dei vizi alle più degradanti trasgressioni.
Eppure come Cattolici dovremmo sapere che Dio è vivo e vero a dispetto degli atei, e che Cristo ha i titoli di sovranità su di noi in quanto nostro Creatore e Redentore a dispetto dei liberali.
Se non siamo persuasi di queste realtà, non possiamo comprendere nemmeno l’azione del nemico, che di questa realtà è perfettamente consapevole.
Se non siamo persuasi di queste realtà, non daremo alcun esempio credibile a chi dalle nostre parole e dalle nostre azioni potrebbe essere reso docile alla Grazia, aprendo gli occhi.
È difficile credere a chi per primo non ama ciò che professa, così com’è difficile prestare fede ai modernisti, che con il loro comportamento privo di carità sconfessano tutti i loro verbosi vaniloqui.
E a chi ci chiede di mangiare cavallette e scarafaggi per salvare il pianeta, mentre non rinuncia ai pregiatissimi tagli di manzo di Kobe, o di rinunciare all’auto diesel, mentre per spostarsi usa il jet privato.
Dobbiamo ritrovare quella dimensione di realismo e di oggettività, di consapevolezza del combattimento spirituale, che passo passo ci hanno portato a perdere, o di cui ci hanno insegnato a vergognarci.
Siamo milites Christi, chiamati a combattere un nemico che vorrebbe colpirci alle spalle o farci disertare vilmente, perché sa che quando ci combatte in campo aperto, dietro di noi trova la Vergine Immacolata, terribilis ut castrorum acies ordinata.
Quella Madre che il Nemico odia in tutte le madri della terra, quella Sposa dell’Agnello che vilipende nell’attaccare la santità del Matrimonio e delle virtù domestiche, quella Donna che umilia sfigurando la femminilità o facendone l’oscena parodia.
La dottrina globalista è essenzialmente satanica, perché è la diretta e più coerente applicazione sociale e globale della ribellione di Satana
La dottrina globalista è essenzialmente satanica, perché è la diretta e più coerente applicazione sociale e globale della ribellione di Satana. Vi troviamo quella hybris, quella sfida al Cielo che la civiltà classica – ancora pagana ma già preordinata all’avvento del messaggio di Cristo nella pienezza dei tempi – aveva saggiamente stigmatizzato e che ci riporta alla ribellione di Lucifero.
La hybris, l’orgoglio folle di chi si crede come Dio e Gli usurpa gli attributi divini, porta oggi la scienza a rinnegare la propria vocazione al servizio del bene per trasformarla in serva del Nuovo Ordine, per compiere con il progresso tecnologico ciò che in passato era impensabile: cancellare la separazione tra l’uomo e la macchina, tra la sua mente e l’intelligenza artificiale.
Non ci deve quindi stupire se il transumanesimo è uno dei punti irrinunciabili dell’Agenda 2030. Dietro questo folle progetto di porre mano al Creato e osare addirittura manomettere il santuario della coscienza in cui solo Dio scende con la Grazia, dietro questo disegno di violare l’essere umano per Ðrenderlo più efficiente» vi è, ancora una volta, un errore dottrinale, una menzogna opposta alla Verità di Dio.
Creare un essere immortale – come vorrebbero alcuni – è la riproposizione tecnologica di un delirio infernale, alla base del quale c’è la presunzione di poter cancellare le conseguenze sull’uomo del Peccato Originale
Creare un essere immortale – come vorrebbero alcuni – è la riproposizione tecnologica di un delirio infernale, alla base del quale c’è la presunzione di poter cancellare le conseguenze sull’uomo del Peccato Originale, riportandolo allo stato di perfezione in cui si trovava prima di cedere alla tentazione del Serpente. Dove il peccato di Adamo ha portato la morte e la malattia, l’inganno del transumanesimo promette l’immortalità e la salute; dove ha portato l’indebolimento dell’intelletto e l’inclinazione al male della volontà, la frode dell’uomo-macchina promette l’accesso alla conoscenza e la possibilità di essere legge a se stessi.
Dove ha condotto alla fatica del lavoro, alla guerra e alle pestilenze, la distopia globalista promette il reddito universale, la pace e la prevenzione di tutte le malattie.
Ma la morte, la malattia, l’indebolimento dell’intelletto e l’inclinazione al male della volontà, la fatica del lavoro, la guerra e le pestilenze sono la giusta pena per l’infinita offesa che l’umanità intera, nei suoi Progenitori, ha arrecato alla Maestà di Dio disobbedendoGli.
Chi si illude che non vi siano conseguenze a quella disobbedienza, è perché non vuole né accettare di essere figlio dell’ira, né riconoscere l’opera della Redenzione di Gesù Cristo, venuto in terra propter nos homines et propter nostram salutem e morto sulla Croce per riscattarci dal giogo di Satana.
Qui sta la vera prospettiva teologica, dalla quale considerare la crisi della società e della Chiesa. Il delirio del transumanesimo non mira a rendere più veloce la corsa dell’atleta o più acuta la mira del soldato, ma a corrompere l’uomo nel corpo, dopo averlo colpito nell’anima. Satana non si rassegna alla sconfitta, tanto più tremenda quanto maggiormente in essa è apparsa l’obbedienza di Nostro Signore nei confronti del Padre Eterno, in opposizione all’orgoglio del Non serviam luciferino.
E se Dio, attraverso i sentieri della Grazia, riesce a toccare le anime e ricondurle a Sé restituendole alla vita eterna, Satana si accanisce oggi anche sui corpi, per contaminare l’opera del Creatore e sfigurare la creatura. Infatti, la sua opera devastatrice si estende anche agli animali e alle piante, con risultati abominevoli che mai potranno competere con la magnificenza di Dio.
Questa è l’agenda del conflitto tra Bene e Male, che dalla creazione di Adamo comprende anche gli esseri umani, che scelgono comunque uno schieramento, anche quando scelgono di non scegliere. Perché la neutralità è già un’alleanza con chi merita la sconfitta. Sappiamo quanto sia potente il nemico del Nuovo Ordine Mondiale, e quale sia la sua organizzazione. Conosciamo anche ciò che lo muove, e quel che vuole ottenere. Ma proprio per questo sappiamo che le sue vittorie sono solo apparenti e destinate al fallimento; e che il nostro dovere, in questa guerra già vinta da Cristo sulla Croce, è di schierarci e di combattere, anzitutto aprendo gli occhi sulle menzogne che ci propina l’informazione mainstream.
Comprendere che vi possono essere persone cattive, votate al male, che deliberatamente scelgono di schierarsi con Lucifero contro Dio è il primo passo da compiere per chi vuole opporre resistenza al golpe bianco in atto
Comprendere che vi possono essere persone cattive, votate al male, che deliberatamente scelgono di schierarsi con Lucifero contro Dio è il primo passo da compiere per chi vuole opporre resistenza al golpe bianco in atto.
Queste persone costituiscono, in un qualche modo, il «corpo mistico» di Satana, e come tali agiscono per propagare il male nel mondo e cancellare il nome di Cristo: esattamente come il Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa, agisce nella Comunione dei Santi per propagare la Grazia. Di nuovo, civitas diaboli e Civitas Dei.
Se pensiamo che l’emergenza pandemica sia stata gestita da incompetenti e non da cinici sterminatori, siamo completamente fuori strada. Così come siamo fuori strada se crediamo che i nostri governanti non siano asserviti a questa élite di criminali, usurai ed eversori, dopo aver fatto carriera grazie a loro.
Vi fu un’epoca in cui era normale che in un regno cristiano i sudditi vivessero nel rispetto dei Comandamenti, che vi fossero proibiti l’aborto, il divorzio, la sodomia, l’usura. Quel mondo, grazie all’opera lenta e paziente dei cospiratori, è stato sostituito da questo, che ancora non è completamente loro, in cui regnano poteri che non traggono la propria legittimazione né da Dio, né dal popolo. E questi poteri impediscono tutto ciò che prima era incoraggiato e premiato, e incoraggiano quel che era proibito e punito.
Se nella Civitas Dei regna Cristo, chi regna nella civitas diaboli, se non l’Anticristo?
Se nella Civitas Dei regna Cristo, chi regna nella civitas diaboli, se non l’Anticristo?
Così, se nella bene ordinata respublica il vero, il bene e il bello sono espressione teologica, per così dire, delle perfezioni di Dio; nella repubblica globalista il falso, il male e il brutto ne saranno la più inequivocabile manifestazione. Al punto da dover diventare norma generale, legge dello Stato, precetto morale cui conformarsi.
Anche in questo caso, se ci fate caso, si ripropone un altro inganno: quello secondo cui la tirannide dei sovrani e del clero, giustificata dalla superstizione papista, sarebbe stata definitivamente cancellata dalla società rivoluzionaria, per sostituirvi il governo del popolo sotto gli auspici della dea Regione. Oggi vediamo quanto siano ben più tirannici il Leviatano globalista e il sinedrio bergogliano, accomunati dall’aver rinnegato e tradito il proprio ruolo di governanti dello Stato e pastori della Chiesa.
Cari amici, il vostro compito – come quello che in tante altre nazioni stanno compiendo molte persone di buona volontà – è un compito sacro e importantissimo.
È il compito di ricostruire, di restaurare, di edificare. Esattamente l’opposto di quanto sanno fare i seguaci della civitas diaboli, capaci solo di distruggere, di demolire, di accumulare macerie.
E per ricostruire, occorre ripartire dalle fondamenta, che sono le basi dell’edificio sociale, ponendo Cristo come pietra angolare, come chiave di volta.
Ricordatevi che questa generazione perversa e corrotta non ha futuro: essa è vittima della propria cecità, della propria sterilità, della propria incapacità di generare. Perché dare la vita è opera divina, e questo vale tanto per la vita del corpo quanto per quella dell’anima; mentre il demonio è solo capace di dare la morte, e con essa la sorda disperazione dell’anima strappata al suo fine ultimo e supremo che è Dio.
Il Nuovo Ordine Mondiale non prevarrà, siatene certi. Non prevarrà la sua furia devastatrice che vorrebbe ridurre la popolazione mondiale a mezzo miliardo di esseri umani
Il Nuovo Ordine Mondiale non prevarrà, siatene certi. Non prevarrà la sua furia devastatrice che vorrebbe ridurre la popolazione mondiale a mezzo miliardo di esseri umani.
Non prevarrà il suo odio per la vita nascente e per quella che va spegnendosi. Non prevarrà il suo piano di tirannide, perché è proprio nella privazione del Bene che ci accorgiamo di ciò che ci è stato sottratto e troviamo la determinazione e la forza di combattere e resistere.
Non prevarrà nemmeno l’apostasia che affligge la Gerarchia cattolica, resasi serva del mondo: i seminatori di discordia e di errori che infestano le nostre chiese si estingueranno inesorabilmente, lasciando vuote quelle cattedrali e quelle chiese, deserti quei conventi e quei seminari che hanno occupato settant’anni fa con la falsa promessa della primavera conciliare. Perché dietro tutto ciò c’è sempre la frode e il dolo del Mentitore.
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
Immagine di Carlos-Quevedo via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
Grande Reset
Stanno preparando la moneta digitale da impiantare «sotto la pelle»: rivelazioni di un economista tedesco

Un noto economista tedesco afferma che le Banche Centrali intendono concretizzare le valute digitali della banca centrale (CBDC) sotto forma di microchip impiantati sotto la pelle, una tecnologia che consentirebbe il controllo assoluto del governo sulle finanze delle persone e in generale sulla sua vita.
«Mi è stato detto da un banchiere centrale che i CBDC assomigliano a un piccolo chicco di riso che vogliono metterti sotto la pelle», ha detto il professor Richard Werner, un esperto della ampiamente utilizzata (e secondo Werner, abusata) pratica finanziaria del quantitative easing.
Le valute digitali delle banche centrali, a differenza di altre forme di valuta digitale utilizzate oggi, richiedono che gli individui aprano conti bancari direttamente presso banche centrali come la Federal Reserve, dando ai governi il controllo sull’accesso dei cittadini al denaro.
«Dovete pensare ai CDBC come a un sistema di controllo – o a un sistema di permessi –, non a una valuta», ha spiegato il dottor Werner, aggiungendo che il livello di controllo sarebbe tale che i nostri soldi non sarebbero più veramente nostri.
Werner, che ha condiviso il fatto di aver trascorso del tempo in varie Banche Centrali, ritiene che tali CBDC impiantati pianificati siano una «violazione della dignità umana», aggiungendo che i banchieri centrali ritengono che questa opinione comune tra le masse «è un ostacolo».
«Dicono che c’è un problema di fiducia perché le persone sospettano che i governi e le Banche Centrali stiano solo cercando di implementarlo per monitorare, controllare e limitare le transazioni. Hanno assolutamente ragione», ha spiegato l’economista tedesco. «Questa è la vera attrazione per i pianificatori centrali verso questa potente tecnologia».
Secondo Werner, nella «fase iniziale», i CBDC saranno introdotti tramite app basate su telefono, poiché attualmente vengono utilizzate altre forme di valuta digitale.
«Perché non è stato ancora lanciato? Non ce n’è effettivamente bisogno. Questa esigenza deve essere creata», ha dichiarato il professor Werner.
L’economista inoltre previsto che le banche centrali utilizzeranno un approccio del bastone e della carota per persuadere le persone ad adottare le CBDC «sottopelle», iniziando con la generazione di crisi economiche che indurranno una domanda di reddito di base universale (UBI).
Il professore ha ipotizzato che le banche affermeranno di «aver bisogno della tecnologia più recente, l’impianto di chip CBDC», per gestire l’UBI «in modo efficiente», sottolineando che i banchieri hanno «deliberatamente ritardato la loro agenda», poiché la tecnologia necessaria per il lancio era pronta dal 2015 circa.
Il professore ritiene che l’epidemia di COVID, che ha fornito un pretesto per l’imposizione di passaporti vaccinali, sia stato un passo importante verso il loro obiettivo finale di CBDC impiantati. Tali CBDC consentiranno la negazione dell’accesso a beni e servizi in base al rispetto del mandato del governo, come è stato applicato in tutto il mondo mentre COVID era virale.
Allo stesso modo, l’ex vicesegretario statunitense per l’edilizia abitativa Catherine Austin Fitts ha rivelato che le misure attuate sotto la copertura di COVID-19 gettano le basi per una nuova macchina bancaria centrale globale e un «modello normativo ed economico tecnocratico che consente un controllo centrale molto maggiore».
La Fitts, vista con Robert Kennedy jr. a Milano nell’ottobre 2021, ritiene che una sorveglianza digitale e un sistema di credito sociale consentiranno di «adattare o disattivare il “credito” controllato dalla banca centrale su base individuale».
Il direttore generale Agustín Carstens della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) lo ha ammesso, affermando che una Central Bank Digital Currency (CBDC) darebbe alle banche centrali «il controllo assoluto sulle norme e i regolamenti» che regolano l’uso della CBDC, «e la tecnologia per far rispettare quello», come ha mostrato Ivor Cummins, l’intervistatore di Wener, in un video circolante in rete.
Cummins ha sottolineato che mentre i CBDC impiantati possono sembrare «fantasiosi» o «teorici della cospirazione” per alcuni, migliaia di persone hanno già acconsentito all’impianto di microchip sotto la pelle per facilitare le transazioni finanziarie e l’accesso a località selezionate, in particolare in Svezia, Paese dove – notiamo da tempo su Renovatio 21 – il contante è stato praticamente abolito – e curiosamente, Paese dove le restrizioni COVID non sono state imposte sulla popolazione.
Come riportato da Renovatio 21, curiosamente proprio la Svezia è il Paese che da anni sta in testa alla sperimentazione sui microchip corporali.
Di chip impiantati a Davos parla da molto tempo: dai telefonini «costruiti direttamente nei nostri corpi» immaginati dal capo di Nokia ospite di Klaus Schwab, ai farmaci con biochip raccontati dal CEO di Pfizer Albert Bourla, agli articoli sulle ragioni «solide e razionali» per piazzare microchip dentro il corpo dei bambini.
Il microchip, insomma, è da anni avviato ad essere a brevissimo la nuova normalità, con elogi già visibili su canali di Stato occidentali. Tony Blair, sempre lui, parla entusiasta della creazione di sistemi di identificazione digitali, mentre Bill Gates ha più volte negato che il programma di vaccinazione globale da lui spinto e finanziato serva ad un programma di chippaggio universale.
L’idea del reddito universale, indispensabile in quella «società dell’accesso» dove l’individuo vive in una trasparenza totalitaria e «non ha nulla, ma è felice» (come da slogan del World Economic Forum) era stata preconizzata da una «strana lettera dal Canada» segnalata da Renovatio 21 a fine 2020, in cui un anonimo politico canadese raccontava degli sviluppi che erano giù segretamente annunciati per il 2021, dalla demonizzazione dei no-vax ai lager per i dissidenti pandemici alle ipotesi di cancellazione del debito globale. Alcune delle cose raccontate nella lettera sono avvenute, altre, è innegabile, sono in caricamento sul piano globale.
I microchip, secondo Klaus Schwab, sono del resto necessari il Grande Reset, al fine che si attui quella «fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica» predicata dal guru della setta di Davos.
Come riportato da Renovatio 21, le lodi di Schwab alla Cina comunista e al suo sistema di sorveglianza bioelettronico sono note.
L’Europa si avvia quindi ad essere perfino peggio della società inferta ai Cinesi dall’élite del Partito Comunista: la tecnocrazia biosecuritaria della sorveglianza totale incontra qui il transumanismo, oramai propalato a piene mani dagli agenti del mondialismo.
Le CBDC introdurranno un sistema di programmazione dell’esistenza del cittadino inappellabile e onnipervasivo, molto superiore al credito sociale della Repubblica Popolare Cinese. Ciò, unito ad un impianto tecnologico sull’essere umano, ci spinge a realizzare che siamo davvero di fronte all’«uomo terminale» – non solo nel senso dell’ultima umanità, ma della persona ridotta a terminale, interfaccia, di una grande macchina che lo comanda.
Non è possibile non far collimare lo sforzo di controllo delle nostre vite che si sta dipanando sotto i nostri occhi con le parole di San Giovanni.
«Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome» (Ap. 13, 11-17).
Marchi distribuiti sull’intera popolazione, statue – oggetti, esseri non viventi – che parlano in modo prodigioso… come non capire che siamo prossimi all’avvento delle Bestie?
Grande Reset
Documento WEF chiede di limitare «l’uso dell’auto privata», con drastica riduzione del numero di auto entro il 2050

Il World Economic Forum (WEF) sta incoraggiando le città a «contenere la crescita dell’uso di auto private» e mira a ridurre drasticamente il numero di auto entro il 2050, secondo un white paper pubblicato di recente.
Il documento si basa ovviamente sui soliti dati sui cambiamenti climatici e i relativi modelli terroristici, ignorando completamente l’incombente collasso della popolazione che oramai è un tema pubblico.
Il documento intitolato «The Urban Mobility Scorecard Tool: Benchmarking the Transition to Sustainable Urban Mobility» è stato pubblicato dal WEF in collaborazione con Visa nel maggio 2023.
Il paper sostiene l’aumento delle «modalità di trasporto condivise, elettriche, connesse e automatizzate (SEAM) e il passaggio a città più compatte» al fine di ridurre il numero di automobili entro il 2050 a 500 milioni in tutto il mondo e ridurre drasticamente le emissioni di carbonio. Si tratta di un ulteriore lancio delle «città da 15 minuti», l’utopia urbanistica che Davos vuole implementare a tutti i costi, e che potrebbe avere una prima realizzazione a Neom, la città nel deserto per miliardari ed androidi che vuole costruire l’uomo forte dell’Arabia Saudita Mohamed bin Salmano.
«Nessuna città o azienda può realizzare questa visione da sola», si legge nel documento. «Attraverso una forte collaborazione tra pubblico e privato, possiamo trovare soluzioni innovative, di impatto e sensibili al contesto per la mobilità per consentire un futuro sostenibile per le città».
Secondo carsMetric, attualmente ci sono oltre 1,45 miliardi di auto nel mondo e il WEF prevede che il numero salirà a 2,1 miliardi entro il 2050 se rimaniamo sulla traiettoria attuale. Una riduzione a 500 milioni di automobili presenterebbe quindi una riduzione del numero di automobili di oltre il 75%.
Il WEF ha recentemente condotto una prova del suo strumento di valutazione della mobilità urbana e ha scelto Buenos Aires, Argentina, Curitiba, Cota Rica e Singapore come città di prova.
Il paper del consesso di tecnocrati nomina «la crescita dell’uso dell’auto privata potenziando il trasporto pubblico, la bicicletta e i servizi di mobilità condivisa» come una delle principali «aree di ambizione» per Buenos Aires. «La capitale dell’Argentina sta cercando di migliorare la mobilità sostenibile per mantenere le persone in movimento offrendo al contempo trasporti più connessi e integrati», afferma il documento, che sottolinea come «la città sta inoltre “abbracciando nuove soluzioni per ridurre la dipendenza dalle auto private e fornire un sistema di trasporto multimodale ben integrato».
Come riportato da Renovatio 21, non è la prima volta che il gruppo del Grande Reset chiede l’abolizione della proprietà privata delle automobili.
Come scrive Lifesitenews, «è diventato evidente che le élite non elette del WEF e di altre organizzazioni globaliste non solo cercano di sostituire le auto a gas con auto elettriche, ma di ridurre radicalmente la proprietà di auto private in generale».
«Per consentire una transizione più ampia dalla proprietà all’utenza, anche il modo in cui progettiamo cose e sistemi deve cambiare», spiegava un articolo del WEF dell’anno scorso, menzionando che una possibilità è che cose come le auto possano utilizzare «profili utente» che «creano una distinzione per lavoro e uso personale sullo stesso dispositivo» consentendo di ridurre il «numero di dispositivi per persona».
«Non avrai nulla e sarai felice», dice il famoso slogan del gruppo di Klaus Schwab. Non avrai nulla significa che non possiederai la tua casa, e neppure i tuoi vestiti – forse neppure il tuo tempo, neppure il tuo corpo. Figurarti se ti lasceranno avere un’auto.
Grande Reset
Bergoglio e Schwab: la chiesa cattolica a Davos

Il sito di informazione ufficiale della Santa Sede Vatican News ha intervistato il parroco di Davos riguardo all’incontro annuale del World Economic Forum che si svolge nella sua parrocchia ogni gennaio.
Padre Kurt Susak, sacerdote a Davos da oltre dieci anni, afferma che «ovunque si sente parlare di crisi. Anche il mondo è in qualche modo in crisi».
Il prete quindi «afferma di aver avuto l’impressione che i partecipanti puntassero “consapevolmente” sulla conferenza di quest’anno “per presentare soluzioni». «Le persone attendono con speranza soluzioni ai conflitti e alle crisi globali».
Don Susak ha poi tuonato che il WEF rischia di perdere «la sua credibilità e legittimità se questo incontro non presentasse ora anche soluzioni riconoscibili alla gente e porti a un miglioramento dei tanti conflitti e sfide».
«Esattamente che tipo di soluzioni potrebbero essere presentate, Susak non lo dice» nota il sito prolife Lifesitenews. «Tuttavia (…) gli incontri del WEF hanno già evidenziato come “l’accesso all’aborto” sia un tema chiave».
Un moderatore di una delle sessioni ha parlato brevemente dell’«iniziativa per la salute delle donne» del WEF, un progetto dell’organizzazione globalista che spinge anche l’aborto e la contraccezione con il pretesto di «salute riproduttiva«. L’iniziativa mira, tra le altre cose, a ridurre «le gravidanze indesiderate e le gravidanze non sicure».
Tra le numerose organizzazioni partner dell’iniziativa pro-aborto ci sono aziende leader come Johnson & Johnson, Merck, CVS Health, Save the Children e la Bill and Melinda Gates Foundation. Bill Gates, habitué di Davos, quest’anno non si è presentato, forse fiutando che poteva succedergli quella cosa accaduta poi al suo amico CEO Pfizer Albert Bourla: arrivano dei giornalisti veri e ti fanno delle domande.
Nell’intervista su Vatican News, il parroco di Davos «non ha menzionato tali attacchi ai nascituri, alla famiglia o alle libertà. Invece, ha notato “ingorghi”, le spese generali per lo svolgimento dell’evento e una mancanza di trasparenza», scrive LSN.
Vatican News parafrasa i commenti di Susak, scrivendo che «c’è un’enorme quantità di traffico con ingorghi, tempi di attesa; la vita normale, come si è abituati qui, in realtà “si svolge in modo molto, molto limitato” durante il periodo del WEF».
«Si critica il fatto che molti argomenti vengano discussi e dibattuti a porte chiuse e che alla fine si sappia ben poco. “Ci sono tesi, opinioni, teorie che alimentano la resistenza contro l’élite che si riunisce al WEF», osserva il parroco.
«Tuttavia, l’intero evento ha anche qualcosa di positivo. Si tratta delle scuole, che hanno in calendario diversi giorni di sci durante la settimana. “Questo fa sempre molto piacere agli alunni. Sono sempre stupito da ciò che gli abitanti di Davos escogitano durante i festeggiamenti», racconta il don Susak.
Don Susak rivelato che da diversi anni la parrocchia organizza eventi di «silenzio e preghiera» ecumenici durante gli incontri del WEF. «Cattolici, Riformati e Chiese evangeliche invitano insieme a pregare la sera, insieme per cercare soluzioni a partire dal Vangelo. In passato, la Chiesa nella sua diversità, nella sua teologia morale, nella sua etica sociale, ha sempre trovato risposte meravigliose alle sfide del tempo. È solo necessario richiamarli alla mente più volte».
Il Vaticano ha infatti avuto un rapporto stretto, anche se poco conosciuto, con il WEF. Papa Francesco ha segnalato la sua intimità con il fondatore globalista del WEF Klaus Schwab, inviando un discorso al WEF quattro volte nei suoi otto anni di pontificato e consentendo una tavola rotonda vaticana annuale a Davos, sede della conferenza annuale del WEF in Svizzera.
«Finora il Vaticano ha inviato ogni anno rappresentanti della Chiesa al Forum Economico mondiale. Negli ultimi anni, il cardinale Peter Appiah Turkson o il cardinale Michael Czerny, e una volta anche il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin» scrive il sito vaticano. «Quest’anno è la prima volta che il Vaticano non ha inviato alcun rappresentante ufficiale o cardinale a Davos».
In un’intervista del 2021 sempre con Vatican News, Don Susak aveva rivelato che Parolin era andato al posto di Papa Francesco, che era stato invitato personalmente da Schwab per il 50° anniversario dell’evento.
«Sono stato davvero sorpreso positivamente di quanto interesse c’è per la Chiesa al WEF, ad esempio, c’è un incontro chiamato “Vatican meets WEF” e lì ho riscontrato un grande interesse da tutto il mondo», aveva dichiarato Susak nel 2021.
Vatican News scriveva che Schwab stesso era stato in Vaticano.
«In effetti, le azioni e gli interessi pubblici di Papa Francesco si allineano strettamente con Schwab, le élite globaliste e il WEF. Nel dicembre 2020, Francesco ha usato la frase “ricostruire meglio”, lo slogan sinonimo di politiche globaliste. La frase era il nome del sito web di Joe Biden dopo le elezioni (BuildBackBetter.gov), in cui affermava di “ripristinare la leadership americana”» nota LSN. «Poco dopo, Bergoglio si è unito ad aziende di tutto il mondo per promuovere un nuovo «sistema economico» del capitalismo in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile propalati, nonostante il loro legame con l’aborto e il suo stesso appello a una vita semplice e austera».
«A ciò è poi seguita una partnership tra il Vaticano e l’ONU, in cui il Papa ha mostrato ancora una volta le sue tendenze globaliste promuovendo l’educazione su “stili di vita sostenibili”, “parità di genere” e “cittadinanza globale”, evitando però di menzionare la fede cattolica».
Tali legami più profondi con le società e i leader globalisti danno ulteriore credito alle convinzioni di alcuni secondo cui Papa Francesco è allineato con l’appello del WEF per un «Grande Reset»: «c’è bisogno di un’autorità speciale legalmente costituita in grado di facilitarne l’attuazione».
«In effetti, durante l’incontro di Davos ritardato dello scorso anno, un funzionario vaticano ha dichiarato che la Chiesa cattolica è “impegnata nelle varie questioni esaminate al forum”» continua LSN. «Padre Leonir Chiarello, Superiore Generale della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani), ha individuato otto temi chiave dell’incontro: “clima e natura, economia più giusta… salute e assistenza sanitaria, cooperazione globale, società ed equità”. Ha citato la Laudato Sii e Fratelli Tutti di Papa Francesco come esempi di come la Chiesa cattolica aderisse all’agenda globalista su aspetti particolari».
Insomma, habemus papam: il papa del Grande Reset.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
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