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Mons. Viganò contro l’ipocrisia di Bergoglio sulle benedizioni a omosessuali e «imprenditori corrotti»
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha reagito alle ultime dichiarazioni di papa Francesco riguardo alle controversie attorno al documento Fiducia Supplicans con cui la chiesa postconciliare stabilisce la possibilità per le coppie «irregolari» ed omofile di ricevere una benedizione da parte del sacerdote.
«Nessuno si scandalizza se benedico un imprenditore che sfrutta la gente, mentre accade se si tratta di un omosessuale. È ipocrisia» si è difeso il Bergoglio in una lunga intervista pubblicata da Credere. «Il cuore del documento è l’accoglienza!» ha dichiarato il papa al settimanale delle Edizioni San Paolo.
«Ma io non benedico un “matrimonio omosessuale”, benedico due persone che si vogliono bene e chiedo anche di pregare per me. Sempre nelle confessioni, quando arrivano queste situazioni, persone omosessuali, persone risposate, prego e benedico sempre. La benedizione non va negata a nessuno. Tutti, tutti, tutti. Attenzione, parlo di persone: chi è capace di ricevere il Battesimo».
L’accusa di ipocrisia lanciata dal papa ha quindi trovato la pronta e lapidaria risposta di monsignor Viganò.
«Ipocrisia è usare dei sofismi per confondere l’interlocutore.» ha scritto Viganò su Twitter. «Non esiste alcuna benedizione per imprenditori corrotti, né questi la chiedono in quanto tali, a differenza dei sodomiti».
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Ipocrisia è usare dei sofismi per confondere l’interlocutore.
Non esiste alcuna benedizione per imprenditori corrotti, né questi la chiedono in quanto tali, a differenza dei sodomiti. https://t.co/587ygiziZu
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) February 7, 2024
L’argomento del pontefice, aggiungiamo, è contraddittorio e poco comprensibile: sta confessando di aver benedetto alcuni imprenditori corrotti?
Sia pur articolato in modo completamente diverso, se non opposto, l’argomento della corruzione è, nel «pensiero» del Bergoglio, risalente: l’11 novembre 2013 aveva dichiarato in un’omelia a Santa Marte che il corrotto «merita – dice Gesù, non lo dico io – che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui».
I corrotti, quindi, non vanno perdonati.
Ma allora, perché dice di averne benedetti, lamentando l’assenza di reazioni?
Ma cosa sta dicendo davvero? È possibile che – con tutta la cintura di consiglieri, segretari, consulenti, uffici stampa – lo lascino parlare così?
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Immagine screenshot da YouTube
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La Corte di Giustizia UE crea un precedente sull’identità di genere
#ECJ: The refusal of a Member State to recognise the change of first name and gender lawfully acquired in another Member State is contrary to the rights of #EU citizens 👉 https://t.co/ATb3CgbPxg
— EU Court of Justice (@EUCourtPress) October 4, 2024
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Sinodo LGBT: cardinali partecipano all’evento del gesuita James Martin per l’espressione dell’«amore» omosessuale
Un certo numero di cardinali e altri membri del Sinodo sulla sinodalità hanno partecipato oggi a un evento pro-LGBT ospitato dal gesuita padre James Martin, e dal suo gruppo Outreach a Roma, durante il quale un uomo «sposato» con un altro uomo ha chiesto che «l’amore venga espresso». Lo riporta LifeSite.
«Imparate a conoscere le persone vere dietro la “maschera” che stanno cercando di vivere una vita cattolica», ha detto Christoper Vella, guida il gruppo cattolico LGBT Drachma con sede a Malta parlando nella sala della Curia Generalizia dei Gesuiti a Roma, in un evento tenutosi a margine del Sinodo sulla sinodalità. «Lasciamo che l’amore venga espresso»
Il Vella vivrebbe come «cattolico bisessuale sposato con un altro uomo», scrive LifeSite.
Organizzato dal gruppo pro-LGBT di Martin Outreach e dalla rivista dei gesuiti statunitensi America Magazine, l’evento ha visto cardinali e altri membri del sinodo riunirsi per ascoltare la testimonianza dei «cattolici LGBTQ». È iniziato con un benvenuto da parte del gesuita Antoine Kerhuel, che è il segretario della Compagnia di Gesù.
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L’evento, a cui hanno partecipato numerose persone «sposate» con persone dello stesso sesso, si chiamava “Qual è l’esperienza dei cattolici LGBTQ?”
Il cardinale gesuita Stephen Chow, membro del sinodo e vescovo di Hong Kong, ha guidato una preghiera durante l’evento, mentre Julia Oseka, il secondo membro più giovane del sinodo, ha guidato la preghiera di chiusura.
«Gesù nostro Signore, insegnaci a camminare insieme con rispetto e gratitudine. Non diamo per scontato questo privilegio di ascoltare, imparare e camminare insieme come compagni sinodali», ha pregato il porporato filopechinese.
«Oh, Spirito Santo, inviaci la tua luce guida di verità, affinché la nostra ignoranza e i nostri pregiudizi possano dissolversi attraverso questo incontro sinodale e un nuovo mattino segnato dal rispetto reciproco e dalla comprensione empatica possa prendere forma nella nostra chiesa per le nostre sorelle e fratelli LGBTQ+, così come per noi stessi e la nostra chiesa nel suo insieme».
Come riportato da Renovatio 21, il Chow in passato, a differenza del predecessore vescovo di Hong Kong cardinale Joseph Zen, aveva sostenuto il documento di benedizione delle coppie omosessuate Fiducia Supplicans.
Insieme a Martin e Vella nel panel c’era Juan Carlos Cruz, membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Il precedenza il Cruz aveva descritto la sua conversazione privata con Bergoglio in un’intervista alla CNN: «Sai Juan Carlos, questo non importa. Dio ti ha fatto così. Dio ti ama così. Il Papa ti ama così, e dovresti amare te stesso e non preoccuparti di ciò che dice la gente».
In pratica, per l’argentino «Dio ti ha creato gay».
Diventa sempre più chiaro che l’omosessualizzazione aperta delle strutture cattoliche è guidata dai gesuiti americani, che si raccolgono dietro ad America Magazine, che pubblica un articolo sull’evento vaticano ma dietro un paywall: i notiziari internet del nuovo cattolicesimo, un po’ come l’ingresso a certe chiese, è solo a pagamento.
I gesuiti statunitensi hanno fatto breccia nel profondo della curia romana, arrivando senza problemi a mostrarsi con il loro collega gesuita Bergoglio, propalando l’omotransessualismo dall’alto del Sacro Palazzo, nonostante i falsi scandali sulla frociaggine.
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Renovatio 21 ipotizza che lo stesso gruppo di potere sia dietro alla persecuzione di monsignor Viganò, colpevole – prima che di ciò che lo si è accusato per il bizzarro e repentino processo di scomunica – di aver di fatto colpito al cuore la filiera catto-omosessuale denunciando le malefatte del cardinale McCarrick, poi «sberrettato» dal Bergoglio.
Secondo alcune ricostruzioni il McCarrick, oltre che essere il cardinale più influente degli USA, avrebbe gestito un sistema – una vera e propria filiera – di aspiranti sacerdoti che in altri tempi sarebbero stati scartati dai seminari. Un’investigazione di un sacerdote riportata anni fa dal giornale americano National Catholic Register parla della creazione da parte di McCarrick di una «”pipeline” omosessuale che incanalava i candidati latinoamericani vulnerabili in alcuni seminari statunitensi dove venivano sfruttati sessualmente, e successivamente ordinati come preti attivamente omosessuali in alcune diocesi americane». In pratica, da Paesi come Messico, Porto Rico, Costa Rica, Colombia, il sistema istituito dal cardinale avrebbe preso i candidati scartati per la loro omosessualità per inserirli nei seminari americani.
Ricordiamo che un procedimento contro il McCarrick da parte della Giustizia USA in Wisconsin è stato fermato dichiarandolo incapace di sostenere il processo per «demenza».
Come riportato da Renovatio 21, il McCarrick è tra i costruttori dell’accordo sino-vaticano, cosa di cui si vantò personalmente con l’ex nunzio apostolico in USA Viganò, racconta quest’ultimo. Secondo quanto emerso, il cardinale americano dormiva nel seminario della Chiesa Patriottica, la copia della chiesa cattolica controllata dal Partito Comunista Cinese.
L’accordo sino-vaticano ha portato a cattolici desaparecidos, delazioni sono incoraggiate e pagate apertamente, lavaggio del cervello che investe quantità di sacerdoti, suore perseguitate, demolizioni di chiese ed istituti religiosi, mentre il Vaticano invita due vescovi patriottici al Sinodo, e Pechino, come ringraziamento, «ordina» nuovi vescovi senza l’approvazione di Roma – mentre i veri sacerdoti vengono torturati dal governo del Dragone.
Bisogna ricordare che il controverso miliardario cinese Guo Wengui, ora rifugiato negli USA, sostiene che il Vaticano sarebbe corrotto con «1,6 miliardi di dollari l’anno per fermare le critiche alla politica religiosa di Pechino».
Il risultato dei gesuiti e della catto-omosessualizzazione, quindi, potrebbe non essere solo il segno di decadenza e corruzione di Roma e delle sue parrocchie, ma allo tsunami di persecuzione che ora si sta abbattendo, nel silenzio della gerarchia complice, sui veri cattolici in Cina.
L’omosessualizzazione della chiesa ha portato a ondate di sangue di martiri in Cina? Qualcuno è disposto a sostenere questo pensiero?
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Il curriculum pro-LGBT del nuovo cardinale di Bergoglio cancellato da Wikipedia
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