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Salute

Miocardite sportiva globale. Quando sarà abbastanza?

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Gli Stati Uniti sono ancora scioccati per Damar Hamlin. Con il caso del 24enne giocatore di football dei Buffalo Bills qualcosa sembra essersi rotto per sempre.

 

Il 2 gennaio 2023 Hamlin è collassato in campo nella partita del lunedì sera contro i Cincinnati Bengals. I giornali ora stanno ripetendo – per dei motivi che diremo più avanti – che il ragazzo è crollato dopo un placcaggio.

 

Se guardate le drammatiche immagini potete vedere che non è esattamente così. Hamlin si rialza e poi cade al suolo. Non c’entrano le botte ricevute dagli avversari.

 

 

 

Secondo la squadra, Damar era andato in arresto cardiaco. Soccorso nel giro di pochi secondi, gli è stata praticata rianimazione cardiopolmonare e colpi di defibrillazione per dieci minuti, mentre è steso sul campo di gioco davanti a decine di migliaia di persone che guardano attonite.

 

Si è percepito quasi subito che qualcosa si era rotto. I commentatori della telecronaca, senza dire di più, hanno parlato di «uncharted waters», acque sconosciute. Non era mai successo nella storia del football americano che un atleta crollasse in campo in quel mondo. No, non così. Un ragazzo ventenne, al massimo della sua forma fisica, che ha un infarto? No, mai visto.

 

La NFL è troppo importante, troppo esposta, per ignorare questa cosa. Anche perché rappresenta qualcosa di unico per gli USA: uno sport interamente americano, meno noioso del baseball, e soprattutto un mondo che prende i ragazzi più forti e determinati fin da quando sono a liceo e insegna loro spirito di squadra e disciplina. Vedere Damar Hamlin collassare su un campo di Football è quindi come vedere uno dei pezzi migliori del Paese (per dedizione, per fedeltà, per persistenza) andare perduto. È il collasso di una Nazione. È un colpo al cuore agli USA, una miocardite del futuro collettivo.

 

Dopo pochi minuti Twitter era già impazzito. Essendo che la NFL, cioè la federazione del football americano, aveva messo l’obbligo vaccinale, capite bene cosa ha cominciato a pensare, e scrivere la gente.

 

Anche i giornalisti, tuttavia, stavolta hanno cominciato ad osare. Tucker Carlson, ovviamente – che è arrivato a portare in trasmissione il dottor Peter McCullough, il quale ha detto che a questo punto è dovere della squadra e pure della famiglia dare delle spiegazioni. Ma anche mezzibusti vaccinati, come la bella Megyn Kelly, che a questo punto slatentizza tutti i suoi dubbi sulle siringhe mRNA. E ancora, commentatori sportivi, più o meno sottovoce, a cominciare a dirlo, come era successo per certi esperti di calcio: è stato… il vaccino?

 

Molti di noi di dubbi non ne hanno. Perché abbiamo già visto tutto con il calcio.

 

 

Abbiamo visto il numero «insolito» diciamo così, di giocatori crollati allo stadio.

 

Abbiamo visto l’anno con il più alto numeri di morti sul campo.

 

Abbiamo visto i primi casi di campioni giovanissimi con queste improvvise miocarditi, con i medici di squadra alle prese con la curiosità di certi giornalisti.

 

Abbiamo visto i compagni di squadra piangere come bambini.

 

 

Abbiamo, ad un certo punto, perfino scherzato sul fenomeno.

 

Abbiamo teorizzato, ad un certo punto, che le squadre avrebbero cominciato a mentire sulle vaccinazioni ai giocatori: perché essi sono, innanzitutto, investimenti.

 

Di fatto, è andata così. Ricordate gli ultimi Europei? Si aprirono con un calciatore danese, Christian Eriksen, che si accascia al suolo in campo. Ricordate gli ultimi campionati, le coppe, etc.? Casi di campioni con la mano sul cuore, e non per l’inno, ne abbiam veduti a go-go.

 

 

Un anno dopo, miracolosamente, ai mondiali corrotti e maledetti del Qatar non un giocatore ha malori: iniziano, tuttavia, ad averli i giornalisti sportivi, categoria che, a differenze di allenatori e direttori sportivi, non hanno ancora cominciato a capire cosa sta succedendo (anzi, i loro colleghi di redazione sono di fatto pagati per non capirlo, e non farlo capire). Eccovi tre giornalisti morti, uno dopo l’altro: una strage, mai testimoniato una cosa del genere ad un mondiale, non sono reporter di guerra in Medio Oriente, sono tranquilli scrittori di calcio…

 

Per il ciclismo, abbiamo cominciato a vedere cose simili, specie fra i dilettanti, dove magari i direttori sportivi non sono così saggi – anche se le voci circolano. Per le maratone pure. In realtà, un po’ tutti gli sport. Basket. Cricket. Tennis. Hockey. Mountain Bike. Di mezzo, certo, ci sono finiti dei campioni. Storie tragiche, queste improvvise miocarditi. Carriere distrutte. Esistenze spezzate definitivamente.

 

Il problema è che questa storia continua, e nell’intero universo sportivo.

 

Ieri a Las Vegas è morta una 16enne che giocava anche lei a Football. Sedici anni.

 

Tre giorni fa è mancata una stella nascente delle arti marziali miste (MME), Victoria Lee. 18 anni. Diciotto.

 

E via così. Sono solo gli ultimi giorni. È incredibile.

 

La domanda è quanto sarà abbastanza prima che qualcuno alzi la testa e faccia finire questa ecatombe. Quando gli dèi di questo nuovo sacrificio umano saranno sazi?

 

Difficile dirlo, perché la sete di sangue dei demoni non ha fine. Tuttavia, abbiamo realizzato che parliamo proprio di questo: di un sacrificio umano.

 

Non uso le parole a caso – e sapete come questo concetto sia centrale nel discorso di Renovatio 21. Bisogna ricordare anni fa, negli USA cominciò una campagna mediatica martellante contro il Football americano. Il tema erano le concussions, il trauma cranico che, per quanto ricoperti di elmi ed armature imbottite, subiscono gli atleti di questo sport. Il New York Times cominciò a scrivere che quello a cui assistevamo, andando a vedere il football negli stadi, era un «sacrificio umano».

 

Ebeti, imbecilli giornalisti. Il sacrificio umano, quello vero, globale, quello spinto da forze oscure, lo hanno provocato proprio loro, i giornalisti, spingendo la menzogna che sta uccidendo questa quantità sempre più imbarazzante di giovani sportivi. E mica solo loro. Ne parliamo perché crollano davanti a tutti – perché sono la parte visibile, appunto, la punta dell’iceberg. Sotto c’è la quantità ancora maggiore di malori che colpiscono tutti, dai ragazzi agli anziani, il grande massacro che sta sballando le statistiche mondiali delle morti (cosa che i padroni del vapore stanno facendo fatica ad aggiustare…). È il trionfo del calamaro della morte. È la Rapture mRNA di cui vi abbiamo scritto.

 

Ma torniamo in quello stadio.

 

Il proseguo di quanto accaduto al giovane Hamlin non è stato meno importante. Mentre rianimavano il ragazzo, entrambe le squadre, panchinari e personale vario incluso, si sono ammassati al lato del campo, in ginocchio. A pregare.

 

Proprio così: preghiere. Non le mani in testa, o le camminate di disperazione che fanno gli atleti stravolti quando perdono una finale. Qui, invece, abbiamo visto l’unione – perfino con gli avversari. L’unione per fare qualcosa che non sia solo disperarsi – rispondere nel modo più rapido e sincronico possibile, più moralmente giusto: la preghiera collettiva.

 

Bisogna avere il cuore di pietra per non essere commossi da questo momento.

 

 

Queste immagini ci danno tanta, tanta speranza. È un mondo terribile, ma non tutto è perduto. Damar è uscito dal coma, ha chiesto se avevano vinto la partita, ora sembra pure che mangi regolarmente.

 

Siano state le preghiere dei suoi colleghi o meno, non ho dubbi che quella sia stata la cosa giusta da fare. Lo sappiamo anche perché il New York Times, sempre lui, ha appena pubblicato un articolo che nota come la scena di cui vi stiamo parlando indichi come il Football si ancora qualcosa di molto «christian» in America, e non si tratta di una parola che si usa per dire una cosa bella.

 

Quindi, accetto questa lezione dei giocatori NFL. I quali probabilmente sanno anche meglio di me, visto che si sono sottomessi al siero genico, cosa sta accadendo.

 

È arrivato, anche nel loro mondo fatto di ori e di allori, il Male. Anche se danneggiati, anche se ingannati, hanno capito come combatterlo.

 

Bravi ragazzi. Forza ragazzi.

 

Sconfiggeremo quei bastardi che vi hanno fatto del male.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Cina

Giovani cinesi, cresce rischio obesità (e tumori): verso il 40% entro il 2030

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Un recente studio ha scoperto che quasi la metà dei tumori diagnosticati tra il 2007 e il 2021 è legato al sovrappeso. A causa dei cambiamenti socio-culturali, sono sempre di più i giovani obesi. Il governo di Pechino ha lanciato un piano strategico per evitare un’esorbitante spesa economica.

 

Circa due giovani cinesi su cinque rischiano di essere in sovrappeso o affetti da obesità entro il 2030, con una maggiore probabilità di incorrere in malattie gravi come il cancro.

 

È questo l’allarme lanciato da un gruppo di scienziati cinesi attraverso uno studio pubblicato di recente sulla rivista americana Med. «Se non modifichiamo radicalmente la tendenza dell’obesità, l’incidenza dei tumori ad essa correlati continuerà inevitabilmente a crescere. Ciò costituirà un enorme fardello per l’economia e il sistema sanitario cinese», ha dichiarato al Global Times Yang Jinkui, tra gli autori del report ed endocrinologo presso la Capital Medical University di Pechino.

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Il team di ricercatori ha analizzato più di 651mila nuovi casi di cancro diagnosticati in Cina tra il 2007 e il 2021, scoprendo che circa il 48% rientrava tra i 12 tipi di tumore che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono legati all’obesità.

 

Dallo studio emerge anche che, nello stesso intervallo di tempo, l’incidenza di tumori in Cina è aumentata del 3,6%, con un tasso di giovani dai 25 ai 29 anni gravemente malati superiore al 15% annuo. In altre parole, i giovani nati tra il 1997 e il 2001 hanno una probabilità di sviluppare tumori legati all’obesità 25 volte superiore rispetto alle persone nate tra il 1962 e il 1966.

 

E se non verranno intraprese misure tempestive per contrastare questo trend – avvisano gli scienziati – la percentuale di tumori associati all’obesità nei giovani cinesi è destinata a raddoppiare nel prossimo decennio. Previsioni che hanno buone probabilità di avverarsi: al momento la Cina è uno tra i Paesi con il più alto numero di giovani in sovrappeso o affetti da obesità, e la percentuale potrebbe raggiungere il 40% entro il 2030.

 

Le cause di questo fenomeno sono legate al rapido sviluppo dell’economia cinese e ai cambiamenti socio-culturali che hanno interessato il Dragone negli ultimi decenni. Con il miglioramento degli standard di vita della popolazione cinese, infatti, le abitudini alimentari delle persone sono cambiate, privilegiando il consumo di cibi di origine animale, di cereali raffinati e di alimenti altamente trasformati.

 

I ritmi quotidiani, inoltre, hanno indotto sempre più famiglie a risparmiare tempo mangiando al ristorante, dove spesso sono serviti piatti ricchi di grassi, zuccheri e calorie.

 

Anche la possibilità di poter ordinare prodotti alimentari a domicilio tramite le app online ha contribuito all’aumento dell’obesità tra gli adolescenti, facilitando la possibilità di reperire in qualsiasi momento cibo spazzatura.

 

Altrettanto influente è la tendenza all’inattività fisica e alla sedentarietà, dovuto all’incremento di tempo trascorso davanti agli apparecchi elettronici e all’eccessivo carico di studio, che a sua volta provoca stress, altro fattore che favorisce l’obesità.

 

Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è l’eredità genetica: la probabilità che un bambino diventi obeso è fino a 15 volte maggiore se entrambi i genitori lo sono. Considerato che la percentuale di adulti cinesi in sovrappeso è in continuo aumento (anche se ancora tra le più basse al mondo) la situazione è alquanto preoccupante.

 

Ad avere un notevole impatto sul fenomeno è stata anche la pandemia di Covid-19 e il conseguente lockdown nazionale che ha limitato le possibilità di svolgere attività fisica all’aperto.

 

Diversamente dal passato, tuttavia, il sovrappeso in età infantile o adolescenziale non sembra essere più un problema in prevalenza urbano. Uno studio pubblicato a maggio di quest’anno sulla rivista Chinese Medical Journal rivela che il numero di bambini e ragazzi affetti da obesità nelle zone rurali cinesi è in crescita e potrebbe addirittura superare quello dei loro coetanei nelle città entro il 2027.

 

Le ragioni di questa inversione di tendenza sono ancora una volta da attribuire al generale sviluppo socio-economico del Paese e alla conseguente riduzione del gap tra le zone rurali e urbane, che ha fatto sì che i giovani nelle campagne siano esposti agli stessi rischi di sviluppare l’obesità, ma con minori possibilità di accesso a una dieta diversificata, ad adeguati servizi sanitari e a una corretta educazione alimentare. Anche le misure nazionali di prevenzione sanitaria sembrano avere uno scarso effetto nei villaggi rurali.

 

Se la situazione finora descritta non migliorerà, tra il 2025 e il 209 la Cina dovrà affrontare, secondo le stime, una spesa economica intorno ai 218 mila miliardi di yuan (28,5 trilioni di euro). Per scongiurare questo epilogo, nell’ottobre 2020 il governo cinese ha lanciato un piano strategico per controllare e prevenire l’obesità nelle giovani generazioni, con l’obiettivo di ridurne il tasso di crescita annuale del 70% entro il 2030.

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Tale programma, che coinvolge le famiglie, le scuole e le istituzioni mediche, promuove lo svolgimento di almeno tre ore di attività fisica ad alta intensità a settimana e sottolinea l’importanza di seguire una dieta sana ed equilibrata. Tra gli interventi implementati in questo senso ricordiamo il progetto noto come «Happy 10 minutes», per incentivare l’esercizio fisico, e i cosiddetti «Student Health Education Action» e «Healthy Children Action Plan», per sensibilizzare i giovani su una corretta alimentazione.

 

Alcuni esperti ritengono, tuttavia, che per ottenere risultati più efficaci sarebbe opportuno imporre una tassa del 20% sulle bevande zuccherate e limitare la vendita di cibi processati ai bambini.

 

In occasione della Terza conferenza sull’obesità in Cina (COC2024), tenutasi a Pechino a metà agosto, il professore Zhang Zhongtao ha ribadito che, nonostante i numerosi sforzi già compiuti, restano ancora molti obiettivi da raggiungere, come l’ampliamento dei canali di comunicazione per la prevenzione e il rafforzamento dei meccanismi di cooperazione ambulatoriale interdisciplinare negli ospedali.

 

«Di fronte a queste sfide», ha dichiarato Zhang, «abbiamo urgentemente bisogno di collaborare con una rete di prevenzione e cura dell’obesità guidata da professionisti e che coinvolga l’intera società».

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Salute

I malori della 37ª settimana 2024

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Palau, provincia di Sassari: «Malore mentre nuota, turista olandese di 62 anni muore». Lo riporta l’agenzia ANSA.   Pisa: «Malore e ricovero per il noto imprenditore pisano». Lo riporta Pisa Today.   Storo, provincia di Trento: «Fungaiolo trovato morto. Si ipotizza il malore». Lo riporta RaiNews TGR Trento.   Lanciano, provincia di Chieti: «Colto da malore in campagna: 77enne trovato morto a Lanciano». Lo riporta Chieti Today.   Roma: «Malore alla guida: muore automobilista in autostrada». Lo riporta RomaToday.

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Bussolengo, provincia di Verona: «Malore durante una consegna del gas a un’azienda, muore a 60 anni». Lo riporta Verona sera.   Torre San Giovanni, provincia di Lecce; «Accusa un malore alla guida e avverte la moglie, poi accosta e muore. Tragedia a pochi passi dal mare». Lo riporta il corrieresalentino.it.   La Spezia: «Si accascia in mezzo alla strada: malore fatale per un 45enne». Lo riporta la Città della Spezia.   San Sebastiano al Vesuvio, provincia di Napoli: «Dramma in piscina: 15enne perde la vita». Lo riporta Napoli Today.   Roma: «Cadavere in un terreno a Tor Tre Teste: ipotesi malore». Lo riporta La Repubblica.   Caserta: «Choc nel mondo della scuola, nota professoressa muore per un malore improvviso». Lo riporta ECASERTA.   Prata di Pordenone, provincia di Pordenone: «Malore a 11 anni: muore in ospedale dopo 4 giorni di agonia». Lo riporta Il Mattino.   Voltana, provincia di Ravenna: «Morto nell’incidente a Voltana: non si esclude il malore. L’automobilista aveva 67anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.   Rio Marina, provincia di Livorno: «Accusa un malore sul traghetto in partenza». Lo riporta Elba report.   Villasanta, provincia di Monza e Brianza: «Incidente a Villasanta, malore improvviso in auto: coppia si schianta contro un muro». Lo riporta Monza Today.   Ferrara: «Pontelagoscuro, malore in palestra: muore tifoso spallino». Lo riporta La Nuova Ferrara.   Tarquinia, provincia di Viterbo: «Malore in casa, muore 20enne». Lo riporta ViterboToday.   Grado, provincia di Gorizia: «Tragedia a Grado, turista 84enne colto da malore muore in spiaggia». Lo riporta Trieste prima.   Madonna di Campiglio, provincia di Trento: «Tragedia in quota, 73enne ha un malore sulla ferrata e muore davanti agli occhi del compagno di escursione». Lo riporta Il Dolomiti.   Corniolo, provincia di Forlì-Cesena: «Morto l’imprenditore, stroncato da un malore in montagna». Lo riporta Il Resto del Carlino.   Conselve, provincia di Padova: «Non spegne la sveglia, la madre entra in camera e la trova a letto morta: stroncata da un malore a 56 anni». Lo riporta Il Gazzettino.   Bibione, provincia di Venezia: «La moglie ha un malore nelle stesso posto dove l’ha avuto il marito due anni prima». Lo riporta Il Gazzettino.   L’Aquila: «Malore durante la partita di calcetto: muore a 54 anni». Lo riporta Il Messaggero.   Villasimius, provincia del Sud Sardegna: «Tragedia a Villasimius, turista muore in mare: malore mentre faceva diving». Lo riporta Tiscali news.   Melito Porto Salvo, provincia di Reggio Calabria: «Donna accusa un malore e perde la vita». Lo riporta Ncalabria.it.   Ardenno, provincia di Sondrio: «Tragedia a Ardenno, malore mentre va in bicicletta: morto». Lo riporta Sondrio Today.

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Fano Adriano, provincia di Teramo: «Teramo. … stroncato da malore nel bosco, ritrovato solo dopo settimane». Lo riporta Il Messaggero.   Cagliari: «Malore sul traghetto, 65enne soccorso dalla Guardia Costiera di Cagliari». Lo riporta Cagliaripad.   Campobasso: «Donna trovata morta due mesi dopo il decesso: esclusa aggressione, probabile malore». Lo riporta Il Giornale del Molise.   Verbania: «Malore durante la navigazione nel Lago Maggiore: morto un sessantenne». Lo riporta La Stampa.   Borgomanero, provincia di Novara: «Malore in bicicletta». Lo riporta La Stampa.   Città di Castello, provincia di Perugia: «Grave malore all’asilo, bimbo salvato». Lo riporta Teletruria.   Roma: «Addio a Luca Giurato, il popolare giornalista e conduttore televisivo stroncato da un malore». Lo riporta Abruzzolive.it.   Sgonico, provincia di Trieste: «Malore in grotta gigante: soccorsa una studentessa 17enne». Lo riporta Trieste prima.   Gavardo, provincia di Brescia: «Muore stroncato da un improvviso malore al centro commerciale». Lo riporta Brescia Today.   Forni di Sopra, provincia di Udine: «Colpito da un malore mentre è in vacanza con la moglie, lo storico farmacista e ex sindaco è morto all’improvviso. Aveva 72 anni». Lo riporta Il Gazzettino.   Giugliano, città metropolitana di Napoli: «Giovane farmacista perde la vita a causa di un malore improvviso». Lo riporta il Vaporetto.   Oderzo, provincia di Treviso: «Bloccato nel traffico, stramazza nel tragitto verso l’ospedale: 33enne muore dopo un malore». Lo riporta Il Gazzettino.   Jesolo, provincia di Venezia: «Entra in acqua per un bagno refrigerante dopo 7 ore di viaggio, poi il malore». Lo riporta Il Gazzettino.   Ugento, provincia di Lecce: «Malore in auto mentre torna dal mare, chiama la moglie: «Sto male». Morto poco dopo e ritrovato in auto». Lo riporta il Quotidiano di Puglia.   Melendugno, provincia di Lecce: «Salento, colto da malore in mare: muore turista». Lo riporta Il Quotidiano del Salento.   San Vincenzo, provincia di Livorno: «Tragedia a San Vincenzo, muore davanti ai bagnanti dopo un malore in mare». Lo riporta Livorno Today.   Ancona: «Malore sulla spiaggia: muore un turista». Lo riporta Il Resto del Carlino.   Pescara: «Muore a 49 anni per un malore». Lo riporta Il Centro.

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Senigallia, provincia di Ancona: «Malore in spiaggia a Senigallia, muore turista svizzero». Lo riporta l’agenzia ANSA.   Torino di Sangro, provincia di Chieti: «Turista muore in spiaggia a causa di un malore». Lo riporta Videocittà.media.   Reggio Calabria: «Donna ha un malore sull’autobus, soccorsa e rianimata da pattuglia Polizia Locale». Lo riporta Il Reggino.it.   Reggio Calabria: «tragedia all’aeroporto. Donna muore colta da malore prima di prendere il volo per Roma». Lo riporta la Gazzetta del Sud.   Fiumefreddo, città metropolitana di Catania: «Un malore alla guida e poi lo schianto contro il guard raid nella corsia opposta: un morto sulla A18». Lo riporta La Sicilia.   Gaeta, provincia di Latina: «Tragico malore su A1: un automobilista perde la vita vicino Valmontone». Lo riporta Gaeta.   Mantova: «Malore durante il pranzo al ristorante: 75enne grave al Poma». Lo riporta Mantova Uno.   San Vincenzo, provincia di Livorno: «Malore in mare, muore una donna di 75 anni in vacanza». Lo riporta Telegranducato di Toscana.   Salsominore, provincia di Piacenza: «Malore mentre cerca funghi in un bosco, 43enne salvato con il verricello». Lo riporta IlPiacenza.   Mestre, città metropolitana di Venezia: «Turista ha un malore sul bus, l’autista accosta in autostrada e chiama i soccorsi: 50enne salvato dai casellanti». Lo riporta Il Gazzettino.   Riccione, provincia di Rimini: «Accusa malore in spiaggia: “Senza intervento del salvataggio sarebbe morta”. Il drammatico racconto». Lo riporta Altarimini.   Osnago, provincia di Lecco: «Osnago: Tre malori sul posto di lavoro in mattinata». Lo riporta Prima Merate.   Pescara: «Malore al concerto di Tony Effe, è grave». Lo riporta Il Centro.   Nuova York, Stati Uniti d’America: «Weinstein in ospedale dopo un malore in carcere». Lo riporta Il Sole 24 Ore.   Milano: «Loredana Bertè cancella il concerto per un malore». Lo riporta MilanoToday.  

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Essere genitori

YouTube limita l’accesso degli adolescenti europei ai contenuti di fitness

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YouTube sta espandendo le restrizioni sulla raccomandazione di determinati video di fitness e salute agli adolescenti europei. Lo riporta Yahoo! News.

 

La piattaforma limiterà l’accesso ai video che idealizzano specifici livelli di fitness, tipi di corporatura o mettono a confronto le caratteristiche fisiche. Questa mossa mira a impedire agli adolescenti di formare «credenze negative su se stessi» e si basa sulla guida del comitato consultivo per i giovani di YouTube.

 

YouTube ha già implementato restrizioni simili negli Stati Uniti e può reindirizzare gli utenti ai servizi telefonici di emergenza per ricerche relative a suicidio, autolesionismo e disturbi alimentari.

 

L’azione è in linea con le pressioni normative dell’Ofcom del Regno Unito e del Digital Services Act dell’UE per proteggere i bambini dai contenuti online dannosi.

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YouTube, una delle app di social media più popolari tra gli adolescenti, consiglia video simili a quelli che lo spettatore ha guardato in precedenza. «Ciò significa che le persone possono cadere in un circolo vizioso, guardando molti video simili di seguito e talvolta addentrandosi in contenuti più estremi» scrive Yahoo! News.

 

YouTube ha introdotto per la prima volta queste restrizioni negli Stati Uniti l’anno scorso e ora le sta estendendo in Europa e nel resto del mondo, sotto la guida del suo comitato consultivo per i giovani e le famiglie.

 

La nuova norma mira a impedire che gli adolescenti sviluppino «convinzioni negative su se stessi», hanno affermato in una nota il dottor Garth Graham, a capo di YouTube Health, e James Beser, direttore della gestione dei prodotti di YouTube Youth.

 

YouTube ha affermato che ora limiterà le raccomandazioni ripetute di video che: idealizzano determinati livelli di forma fisica o gruppi di peso, che confrontano e idealizzano alcune caratteristiche fisiche, o che sono socialmente aggressivi, nel senso che mostrano intimidazione o litigiosità.

 

Questi tipi di contenuti «possono essere innocui come singolo video, ma potrebbero essere problematici per alcuni adolescenti se visualizzati ripetutamente», hanno affermato Graham e Beser.

 

Secondo un’importante analisi di 50 studi provenienti da 17 Paesi, pubblicata lo scorso anno, i social media possono portare a una cattiva immagine corporea, disturbi alimentari e problemi di salute mentale.

 

Questo perché le persone tendono a confrontarsi con le altre persone che vedono online, a interiorizzare lo standard di magrezza o forma fisica come tipologia di corpo ideale e a cadere nell’auto-oggettivazione.

 

Le donne e le ragazze, le persone sovrappeso e coloro che hanno già una cattiva immagine corporea tendono a essere le più colpite dai social media, mentre le persone che si sentono bene con il proprio corpo e hanno un’elevata alfabetizzazione sui social media sono meno colpite, una dinamica che i ricercatori chiamano un «circolo di rischio autoperpetuante».

 

Nel frattempo, uno studio del 2021 ha scoperto che gli YouTuber del fitness, soprannominati la community «Fitspiration», promuovono comportamenti malsani e che gli utenti rafforzano tali pratiche nei commenti.

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In Gran Bretagna a maggio l’ente regolatore delle comunicazioni Ofcom ha ordinato alle aziende tecnologiche di adottare misure per impedire ai loro algoritmi di «raccomandare contenuti dannosi ai bambini», tra cui contenuti sull’autolesionismo e sui disturbi alimentari.

 

Anche il Digital Services Act dell’Unione Europea, adottato nel 2022, invita i giganti della tecnologia a limitare l’accesso dei bambini a contenuti che potrebbero danneggiare la loro «salute e il loro sviluppo fisico, mentale e morale».

 

Come riportato da Renovatio 21, lo Stato americano della Florida ad aprile ha vietato i social media ai minori di 14 anni.

 

Come noto, i social media generano dipendenza e generalmente evidenti danni (come la depressione o l’inclinazione all’anoressia) nella psiche degli utenti.

 

I colossi dei social sono spesse volte stati al centro di casi con gravissimi problemi etici con scoop, scandali e pure di interrogazioni del Congresso USA. Difficile, tuttavia, che cambieranno le loro piattaforme e i loro sistemi di interfaccia, profondamente progettati per far restare le persone incollate allo schermo attraverso la stimolazione della dopamina.

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Immagine di Zyzz screenshot da YouTube

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