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Campione di mountain bike sviluppa malattia cardiaca dopo il vaccino: «ho pensieri suicidi… mi ero fidato del mio Paese»

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Il 29enne Kyle Warner, campione di mountain bike enduro, a seguito della vaccinazione mRNA Pfizer ha sviluppato una pericardite molto grave.  Si tratta dell’ennesimo caso di pericardite improvvisa in un soggetto giovane e in salute.

 

Il ciclista ha sviluppato i sintomi della malattia cardiaca due settimane dopo la seconda dose.

 

Warner, tre volte campione nazionale USA, è stato ricoverato d’urgenza e ha passato diversi giorni in ospedale.

 

I medici gli hanno diagnosticato pericardite con tachicardia posturale ortostatica e artrite reattiva: condizioni che hanno messo la parola fine alla sua carriera agonistica.

 

«A giugno ho fatto parte del numero, rapidamente crescente, di giovani uomini che hanno sviluppato la pericardite post vaccino Mrna, infiammazione del rivestimento che circonda il cuore. Sono stato costretto a letto, incapace di lavorare e incapace di fare esercizio per mesi».

 

L’amarezza del giovane campione è immensa.

 

«Mi avete detto che questo vaccino era sicuro ed efficace. E vi ho creduto. Sono stato costretto a letto, incapace di lavorare e incapace di fare esercizio per mesi. Ascoltare storie come la mia fa capire che siamo davanti a un problema serio. Non sto chiedendo di fermare la campagna vaccinale, ma solo di avere trasparenza e informazione su ciò che sta accadendo, in modo che noi, come paese, possiamo avere un dibattito onesto sui rischi dei vaccini. Credo che dove c’è rischio, ci deve essere la libertà di scelta».

 

«Ho trascorso ogni mattina, prima di andare a scuola, con la mia mano sul cuore giurando fedeltà alla bandiera…. Mi avete detto che questo vaccino era sicuro ed efficace. E vi ho creduto. Ho finito per essere con la mia mano sul cuore, ma per un motivo diverso»

 

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Così come grande è la rabbia per essere stato ingannato:

 

«Ho trascorso ogni mattina, prima di andare a scuola, con la mia mano sul cuore giurando fedeltà alla bandiera… Volevo essere utile a combattere questa guerra non perché ero spaventato dal COVID, ma perché il mio Paese me lo ha chiesto. Mi avete detto che questo vaccino era sicuro ed efficace. E vi ho creduto. Ho finito per essere con la mia mano sul cuore, ma per un motivo diverso».

 

«Senza rendersene conto, le persone restano gravemente malate e muoiono. Stiamo dando un grande disservizio al popolo americano. Si stima che moderna e Pfizer guadagneranno circa sessanta miliardi di dollari di entrate quest’anno dai vaccini COVID-19 e con il lancio del booster. Sembra che gran parte di queste siano destinate a diventare entrate ricorrenti».

 

«Questa è la prima somministrazione di massa di vaccini mRNA e le compagnie farmaceutiche devono risarcirci se vogliono fare esperimenti su di noi»

«Dobbiamo istituire un fondo con una parte dei proventi del vaccino per aiutare a guarire e studiare i malati, a risarcire le famiglie che hanno perso i propri cari a causa delle complicazioni del vaccino. Questa è la prima somministrazione di massa di vaccini mRNA e le compagnie farmaceutiche devono risarcirci se vogliono fare esperimenti su di noi».

 

Nell’ultimo drammatico video postato su Instagram Kyle, tra lacrime di disperazione parla dei suoi pensieri suicidi, che peraltro dice essere comuni tra i tanti giovani colpiti da questa ondata di pericarditi.

 

 

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«Dicono sia una cosa “rara”, ma non è rara quando capita a te… se avessi avuto il COVID, con tutti i sintomi, non sarei odiato così tanto»

 

Il danno biologico non è abbastanza.

 

Kyle racconta degli attacchi che sta ricevendo per il fatto di essersi esposto riguardo alle reazioni avverse. «La mia vita è cambiata. Ho perso amici, ho perso membri della mia famiglia solo per essere passato per questa situazione… mi sono vaccinato per fare la mia parte».

 

«Dicono sia una cosa “rara”, ma non è rara quando capita a te… se avessi avuto il COVID, con tutti i sintomi, non sarei odiato così tanto».

 

«Non so come sia stato possibile che la tossicità della gente sia divenuta peggiore di quella della malattia che stiamo combattendo».

 

«Prometto di non suicidarmi, ma ci ho pensato tanto recentemente»

Warner dice addirittura di non essere in grado di trovare uno psicoterapista, perché appena dici «vaccino» credono che tu sia pazzo.

 

Affranto, Kyle getta la spugna: «mi dispiace quindi non poter più parlare a voce alta per le persone che ne hanno bisogno».

 

«Prometto di non suicidarmi, ma ci ho pensato tanto recentemente… perché sarebbe più facile fare così che affrontare tutta questa roba. Voglio solo tornare alla normalità, essere un’influenza positiva».

 

«Non voglio più essere questa persona, non voglio più essere danneggiato».

 

«Qualcuno nei giorni scorsi mi ha scritto “quand’è che la smetti di chiedere soldi”… io non ho mai chiesto soldi! Non riguarda i soldi, riguarda la responsabilità! Riguarda solo la responsabilità! Chi ha la responsabilità qui? Se qualcuno sta lucrando dei soldi in tutta questa cosa, dovrebbe esserci responsabilità»

 

«Non ce nessuno con cui parlare, non c’è nessuno da cui andare… tutto è censurato»

«In realtà sono fortunato» dice il campione, perché e nel suo gruppo React-19 (un gruppo di medici e pazienti che fa ricerca sui danni del vaccino COVID), 6 si sono suicidati nell’ultimo mese.

 

«Non ce nessuno con cui parlare, non c’è nessuno da cui andare… tutto è censurato».

 

Il ciclista è in auto, e ammette di aver accostato perché sopraffatto dall’emozione mentre si recava dal dottore.

 

«Ho paura di perdere di che vivere, di perdere il mio lavoro… io non so cosa fare».

 

«Ho paura di perdere di che vivere, di perdere il mio lavoro… io non so cosa fare»

Renovatio 21 da diversi mesi segue gli improvvisi problemi cardiaci registrati nello sport, dove sembra che tanti atleti si ammalino di colpo al cuore. È il caso della lista internazionale dei calciatori compilata dal quotidiano tedesco Berliner Zeitung.

 

Per il rischio di pericarditi e miocarditi nei giovani, prima la Svezia e poi tutti i Paesi scandinavi hanno escluso i vaccini mRNA Moderna.

 

 

 

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Medico parla di vaccini COVID e morti in eccesso durante l’Assemblea dell’Ordine a Brescia

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Sta circolando in rete un video di una decine di minuti dove, con un telefonino tra la folla, qualcuno riprende l’intervento del dottor Paolo Schicchi, medico chirurgo presso l’ICRS di Brescia durante l’Assemblea dell’Ordine dei medici della città.

 

Nel suo discorso, che il medico annuncia essere polemico, il medico racconta la sua esperienza, «sospeso nell’agosto con procedura d’urgenza, mi sono sentito Vallanzasca» e rientrato nell’ottobre dell’anno successivo «grazie ai due mesi di sconto pena che ci ha offerto il governo Meloni appena insediato».

 

«Abbiamo attraversato uno dei periodi più bui della storia della medicina e mi dispiace dirlo, gli ordini hanno avuto un ruolo assolutamente negativo nella gestione della pandemia».

 

«Si è aderito totalmente a quelli che erano i diktat politici, dimenticando quella che è l’arte medica da decenni, culminata la follia vaccinale nel vaccinare donne in gravidanza, nel vaccinare i bambini e nel vaccinare, con l’obbligo comunque che ci ha purtroppo investito come categoria per primi».

 

«Se fossimo noi stati un pochino più energici nel dire ‘no’, perché so che tantissimi colleghi hanno dovuto chinare la testa e accettare questo diktat, probabilmente le cose sarebbero andate diverse», dice il medico, citando quindi il catastrofico caso della Talidomide.

 

Il dottor Schicchi ha avuto il coraggio di parlare del grande tabù dei nostri tempi, l’elefante nella stanza che occupa le cronache dei giornali senza poter essere nominato: il tema delle morti in eccesso: «sono sotto gli occhi di tutti, non possiamo negare la realtà, non possiamo negare che ci sia un esubero di morti improvvise, soprattutto nelle fasce di età».

 

A questo punto partono i fischi e gli schiamazzi, che pare vogliano interrompere il discorso del medico, ma il presidente dell’ordine prende la parola per farlo parlare.

 

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«Volevo solo dirvi che negli Stati Uniti, quelle che sono state le morti sicuramente accertate, in cui c’è un nesso di causalità per l’assunzione del farmaco, io non lo chiamo vaccino, è chiaro che non è non è un vaccino, si discosta totalmente da tutti i vaccini impiegati fino adesso» dice il dottor Schicchi citando i dati del database di eventi avversi dei vaccini in America, il famoso VAERS, secondo cui «I deceduti sicuramente sono 37.100, quindi poi ci sono tutti gli effetti collaterali, 21.000 infarti 214.000 patologie gravi, 242.000 ricoveri ospedalieri… Ci sono delle cifre veramente drammatiche».

 

«I deceduti sicuramente sono 37.100, quindi poi ci sono tutti gli effetti collaterali, 21.000 infarti 214.000 patologie gravi, 242.000 ricoveri ospedalieri… Ci sono delle cifre veramente drammatiche, però non so non è successo niente, anzi ancora qui in Europa andiamo avanti con la vaccinazione e migliaia, milioni di dosi vengono buttate e viene buttato così del denaro pubblico, denaro nostro».

 

Poi il medico tenta il calcolo dell’esorbitante costo della campagna vaccinale COVID: «non ci sono soldi in sanità, ma iniziamo a spendere bene quei pochi che ci sono, sapete quanto è costata in Italia così a occhio e croce questa folle campagna vaccinale? 10 miliardi di euro. Questo perché dai dati pubblicati dalla Germania, facendo la proporzione fra la popolazione nostra e la loro viene fuori una cifra del genere, quindi 10 miliardi di euro che potevano essere destinati in tutt’altra maniera».

 

Le affermazioni del dottor Schicchi, durante la pandemia erano stato definite dal presidente dell’Ordine «note argomentazioni delle campagne No-Vax».

 

Ora, tuttavia, il medico sospeso, che aveva scelto di non venire vaccinato, rivendica la bontà delle sue posizioni, parlando di «falsità ormai riconosciute smascherate dai vari organi di controllo come EMA, AIFA, Istituto superiore di sanità… sono sotto gli occhi di tutti, non possiamo negare la realtà».

 

«Ho pagato con 15 mesi di sospensione, un danno professionale, economico, morale perché dopo 41 anni di laurea sentirsi dire che non sei più in grado di fare il medico perché è un’idea che nel tempo si dimostra giusta, giusta, inutile negarlo».

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I vaccini COVID-19 collegati a lesioni renali a lungo termine

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I pericoli dei vaccini COVID-19 legati al cuore sono molto noti a questo punto, ma c’è un altro organo che sembra soffrire a causa delle vaccinazioni e che sta ricevendo molta meno attenzione: i reni. Lo riporta il sito americano Natural News.   Secondo il dottor Peter A. McCullough, epidemiologo, cardiologo e internista, vengono segnalati un numero preoccupante di effetti sui reni e sui reni in relazione al vaccino, e teme che possa essere trascurato al punto che questi problemi non vengono scoperti nei pazienti finché non è troppo tardi per intervenire.   Il medico texano osserva che i reni ricevono un quarto di tutta la gittata cardiaca e filtrano il sangue su base regolare. Poiché gli studi dimostrano che circa la metà degli individui vaccinati hanno livelli rilevabili della proteina spike del vaccino COVID-19 nel flusso sanguigno, non è azzardato ipotizzare che la proteina spike e l’mRNA potrebbero finire per depositarsi nei reni e causare l’espressione del virus.   Una revisione scientifica ha delineato 28 meccanismi pubblicati di danno renale e danno renale derivanti dalle iniezioni, con la maggior parte dei percorsi correlati all’infiammazione da autoimmunità o al danno diretto delle citochine.   Ciò coincide con un documento pubblicato su un server di prestampa lo scorso anno da scienziati del Ministero della Salute neozelandese che mostrava che il vaccino provoca danni ai reni. «È interessante notare che l’articolo è riuscito in qualche modo a “scomparire” dal server della prestampa prima di riapparire più tardi nel corso dell’anno in una rivista sottoposta a revisione paritaria con alcuni numeri modificati per riformulare il vaccino come sicuro per i reni» scrive Natural News.

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In un esame delle informazioni del database VAERS, Steve Kirsch ha scoperto che solo un vaccino nei 30 anni di storia del database aveva un segnale di danno renale acuto – ed era proprio il vaccino COVID-19.   Anche ricercatori sudcoreani hanno esplorato le malattie renali di nuova insorgenza in seguito alla vaccinazione contro il COVID-19, esaminando casi di persone senza una storia di problemi nefrologici che hanno cercato assistenza medica a seguito di sintomi insorti dopo la vaccinazione contro il COVID-19, come urina rossa, danno renale acuto e diminuzione della funzionalità renale.   Lo studio non è stato eseguito con controllo, il che significa che non è possibile determinare in modo definitivo la causalità. Ma hanno fatto attenzione: «Tuttavia, è noto che i vaccini COVID-19 causano malattie glomerulari di nuova insorgenza o recidivanti a causa di una potente disregolazione immunitaria e sono state segnalate varie risposte terapeutiche».   Nella conclusione del loro studio, pubblicato sulla rivista Vaccines, gli scienziati coreani scrivono che «sebbene non siamo riusciti a confermare la causalità tra le vaccinazioni e questi fenomeni, in questo periodo di vaccinazioni di massa, i medici devono considerare la possibilità che i vaccini possano aver provocato malattie ai reni in pazienti che presentano sintomi renali».   Come riportato da Renovatio 21, curiosamente i trapianti di rene sono stati più volte negati, durante la pandemia, alle persone non vaccinate. In un caso a Cleveland ad un bambino di 9 anni il trapianto di rene fu rifiutato perché il padre non era vaccinato.

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Vaccini COVID e ciclo mestruale irregolare: nuovo studio

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Una recente ricerca ha confermato che i vaccini contro il COVID-19 sono collegati ai cambiamenti del ciclo mestruale, secondo uno studio pubblicato a marzo. Lo riporta Epoch Times.

 

Pubblicato sulla rivista Obstetrics & Gynecology il 1 marzo, i ricercatori dell’Oregon Health & Science University hanno scoperto che le donne che hanno ricevuto un’iniezione di COVID-19 nella prima metà del ciclo mestruale hanno maggiori probabilità di vedere cambiamenti nella durata del ciclo rispetto a quelle che hanno fatto il vaccino in la seconda metà.

 

I ricercatori hanno utilizzato i dati di 20.000 utenti di un’app per il controllo delle nascite approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per determinare quali effetti ha il vaccino sul ciclo. La maggior parte delle donne i cui dati sono stati analizzati avevano meno di 35 anni, mentre il 28% proveniva dal Nord America, il 33% dall’Europa e un altro 32% dal Regno Unito.

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Alcune erano vaccinate e altre no. Tra coloro che sono state vaccinate, il 63% ha ricevuto un vaccino mRNA, afferma il paper.

 

«Gli individui vaccinati nella fase follicolare hanno sperimentato una durata media del ciclo aggiustata di 1 giorno più lunga con una prima o una seconda dose di vaccino COVID-19 rispetto alla media pre-vaccinazione», hanno affermato gli autori dell’articolo, riferendosi alle donne che hanno ricevuto una dose di vaccino COVID-19 durante la prima metà del ciclo.

 

Sarebbe stato così scoperto che le donne che hanno ricevuto il vaccino nella seconda metà o quelli che non sono state vaccinate non hanno riscontrato cambiamenti.

 

Gli autori hanno aggiunto che ora esiste «un insieme di prove che dimostrano che il (…) vaccino è associato a disturbi temporanei del ciclo mestruale a livello di popolazione», aggiungendo tuttavia che «il meccanismo alla base di un disturbo della durata del ciclo correlato al vaccino è ancora oggetto di indagine».

 

«L’ipotesi principale è che questi disturbi siano dovuti alla risposta immunitaria che i vaccini sono progettati per produrre», afferma lo studio, aggiungendo che «il sistema immunitario e quello riproduttivo interagiscono strettamente tra loro». Le citochine, che sono piccole proteine ​​che controllano l’attività del sistema immunitario e sono prodotte «come evento precoce nella risposta al vaccino», possono avere un impatto su tale processo, hanno aggiunto.

 

In passato sono state condotte poche ricerche su come i vaccini, sia per il COVID-19 che per altri, potrebbero influenzare il ciclo mestruale, hanno inoltre osservato gli autori dello studio.

 

Rispondendo ai risultati dello studio, la dottoressa Alison Edelman, autrice principale dello studio dell’Università dell’Oregon, ha affermato che «sappiamo che i sistemi immunitario e riproduttivo interagiscono strettamente tra loro», aggiungendo che con le vaccinazioni «è certamente plausibile che gli individui possono vedere cambiamenti temporanei nel loro ciclo mestruale a causa della risposta immunitaria», scrive Epoch Times.

 

I risultati dello studio suggeriscono anche che potrebbero esserci cambiamenti nella durata del ciclo, anche se sembrano essere di breve durata. Tuttavia, i ricercatori aggiungono che le donne che notano cambiamenti significativi dovrebbero contattare un operatore sanitario.

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In precedenza, i funzionari norvegesi raccomandavano alle donne che manifestavano sanguinamento abbondante e persistente dopo la vaccinazione di rimandare ulteriori dosi fino a quando non fosse stata indagata la causa o finché i sintomi non fossero scomparsi.

 

Non si tratta della prima volta che gli stessi ricercatori dell’Oregon Health & Science University scoprono che i vaccini contro il COVID-19 sono associati a un cambiamento nel ciclo. Nel 2022, avevano scoperto che il cambiamento era fissato a meno di un giorno e non è stato rilevato alcun cambiamento nella durata delle mestruazioni.

 

Come riportato da Renovatio 21, la correlazione scoperta dalla dottoressa Edelman tra vaccinazione e mestruo irregolare trovò spazio perfino sul New York Times.

 

All’inizio del 2022, un altro gruppo di ricercatori aveva scritto che tra le donne che hanno ricevuto uno dei vaccini COVID-19, circa il 42% degli intervistati ha affermato di aver sperimentato un aumento del sanguinamento mestruale. La maggior parte di coloro che non avevano le mestruazioni hanno riferito di sanguinamento dopo aver ricevuto l’iniezione, compresi due terzi delle donne in post-menopausa e poco meno di due terzi delle donne che stavano utilizzando trattamenti ormonali.

 

La maggior parte degli intervistati aveva ricevuto un vaccino mRNA prodotto da Moderna o Pfizer, ma secondo il giornale, alcuni hanno ricevuto anche iniezioni di Novavax, Johnson & Johnson e AstraZeneca.

 

Circa un anno fa, un dipendente della Pfizer è stato visto in un video sotto copertura mentre raccontava a un giornalista di Project Veritas di essere preoccupato per i possibili effetti collaterali dell’iniezione di mRNA relativi ai cicli mestruali.

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«C’è qualcosa di irregolare nei cicli mestruali. Quindi le persone dovranno indagare su questo in futuro perché è un po’ preoccupante», diceva il dipendente della grande farmaceutica nel video, aggiungendo che «non dovrebbe interferire» con i cicli.

 

Come riportato da Renovatio 21, in un grande studio di questo tipo fino ad oggi, il 42% delle donne che avevano regolarmente le mestruazioni ha riportato emorragie da rottura dopo aver fatto un vaccino contro il COVID-19. Il campione includeva 39.129 partecipanti attualmente e in precedenza con mestruazioni di età compresa tra 18 e 80 anni che erano state completamente vaccinate con i vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna, J&J, Novavax o AstraZeneca e non avevano precedentemente avuto COVID-19.

 

A inizio 2021 autorità israeliane presero in considerazione di riesaminare il potenziale collegamento dopo che le donne hanno segnalato sanguinamenti mestruali precoci a seguito di somministrazioni vaccinali.

 

I casi aneddotici di donne che testimoniavano un’alterazione totale del proprio ciclo mestruale dopo la vaccinazione COVID emersero già dai primi mesi della campagna di sierizzazione mondiale, ma furono trattati come un rumore di fondo magari prodotto e promosso dalle forze no-vax.

 

Nel frattempo un lavoro di statistica comparso l’anno scorso – intitolato Diminuzione del numero dei bambini nati vivi in Europa – parla di un calo delle nascite in 18 Paesi UE, con decrementi che possono arrivare vanno dal -7,4% della Spagna al -18,8% della Romania, dove in pratica nei primi cinque mesi del 2022 sarebbe un bambino su cinque non sarebbe nato.

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