Alimentazione
Milioni di pasti saltati in Gran Bretagna
Un sondaggio dell’organizzazione «Which?» ha rivelato che milioni di persone nel Regno Unito stanno saltando i pasti. Lo riferisce il quotidiano britannico Guardian.
L’indagine ha rilevato che quasi la metà di tutti i consumatori trova più difficile mangiare sano ora rispetto a prima della crisi e che fino al 78% di loro trova molto difficile far fronte finanziariamente.
Lo studio rileva che circa il 9% di tutti gli intervistati ha affermato di trovare «molto difficile cavarsela» e la metà di queste persone afferma che la propria famiglia sta saltando i pasti.
Un quarto di coloro che hanno affermato di trovare la situazione attuale «piuttosto difficile» saltano anche i pasti.
In uno sviluppo parallelo, l’ente di beneficenza della Food Foundation ha scoperto che più persone hanno sofferto la fame rispetto alle prime caotiche settimane del lockdown del COVID e che i livelli di fame sono più che raddoppiati da gennaio e che quasi 10 milioni di adulti e 4 milioni di bambini non sono stati in grado di mangiare pasti regolari nell’ultimo mese.
Come riportato da Renovatio 21, quasi 11 milioni di britannici sono indietro con il pagamento delle bollette elettriche. Enormi movimenti di protesta contro i rincari stanno prendendo piede nel Paese, assieme a proteste di piazza massive.
Dimostrata ora, con le dimissioni della premier Liz Truss l’instabilità politica perfino infrapartitica di Londra, è difficile non vedere come il Regno stia regredendo a una condizione dickensiane, con fame, «povertà energetica» e un agghiacciante aumento della prostituzione.
Perfino l’ex premier Gordon Brown ha notato che il dissesto sociale è arrivato ad essere addirittura di tipo alimentare, anticipando quindi «un’inverno di spaventosa povertà».
Il governo, incapace di tenere aperta la centrale atomica di Hinkley Point B (di proprietà di EDF, azienda francese appena rinazionalizzata da Macron), pensa al razionamento dell’energia.
La filiera alimenare stessa è danneggiata: nel Paese hanno chiuso, come in Polonia e nei Baltici, i fondamentali impianti di produzione di fertilizzanti.
Mentre il suo popolo non ha pane, Londra continua la sua guerra sempre più aperta contro Mosca.
Ciò dice tutto sulle vere – e antiche – priorità di Albione.
Alimentazione
Il glifosato può avere effetti «persistenti e dannosi» sulla salute del cervello
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Uno studio pubblicato mercoledì sul Journal of Neuroinflammation ha scoperto che i topi da laboratorio esposti all’erbicida glifosato hanno sviluppato una significativa infiammazione cerebrale, una condizione associata a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Secondo un nuovo studio, l’esposizione a un diserbante chimico ampiamente utilizzato potrebbe avere «effetti persistenti e dannosi» sulla salute del cervello.
Lo studio, pubblicato mercoledì sul Journal of Neuroinflammation, ha scoperto che i topi da laboratorio esposti all’erbicida glifosato hanno sviluppato una significativa infiammazione cerebrale, una condizione associata a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
I ricercatori, molti dei quali sono associati a un centro di ricerca sulle malattie neurodegenerative presso l’Arizona State University (ASU), hanno affermato che i sintomi continuavano anche molto tempo dopo la fine dell’esposizione.
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«Questo lavoro è un ulteriore passo avanti nella comprensione dell’impatto di questo erbicida ampiamente utilizzato sul cervello», ha affermato il ricercatore capo dell’ASU Ramon Velazquez. «Ma sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l’impatto che il glifosato ha sul cervello, poiché la maggior parte degli americani è esposta a questo erbicida quotidianamente».
Velazquez ha sottolineato che il lavoro è particolarmente importante data la crescente incidenza del declino cognitivo nella popolazione anziana, in particolare nelle comunità rurali in cui il glifosato viene utilizzato in agricoltura.
Il glifosato è l’erbicida più comunemente utilizzato a livello mondiale, reso popolare dalla Monsanto come principio attivo del suo marchio Roundup, tra gli altri. È stato utilizzato così ampiamente da agricoltori, proprietari di case, utenti industriali e comunali per così tanto tempo che è considerato onnipresente: si trova negli alimenti, nell’acqua e nei campioni di urina umana.
Un rapporto del 2022 di un’unità dei Centers for Disease Control and Prevention ha affermato che oltre l’80% dei campioni di urina prelevati da bambini e adulti in uno studio sulla salute condotto negli Stati Uniti conteneva glifosato.
Diversi autori del nuovo articolo facevano parte anche di un team che aveva pubblicato uno studio precedente, correlato, che esaminava l’impatto del glifosato quando si infiltra nel cervello.
Nel nuovo studio, la somministrazione ai topi è durata 13 settimane, seguita da un periodo di recupero di sei mesi. La ricerca ha utilizzato sia topi normali che topi transgenici che erano stati geneticamente modificati per trasportare geni che causano loro di sviluppare i sintomi dell’Alzheimer.
Anche una dose bassa, vicina al limite utilizzato per stabilire dosi accettabili per gli esseri umani, ha avuto effetti dannosi sui topi, hanno scoperto i ricercatori.
Gli autori hanno affermato che lo studio sui topi ha dimostrato che l’esposizione al glifosato ha provocato una morte prematura, ha «accelerato» una patologia simile al morbo di Alzheimer e «conseguenti comportamenti simili all’ansia» nei topi transgenici e ha causato neuroinfiammazione in entrambi i tipi di topi, nonostante mesi di recupero dopo la somministrazione di glifosato.
Secondo un comunicato stampa dell’ASU sullo studio, la scoperta che un sottoprodotto del glifosato, denominato acido amminometilfosfonico, si accumula nel tessuto cerebrale solleva serie preoccupazioni circa la sicurezza della sostanza chimica per la popolazione umana.
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Negli Stati Uniti sono quasi 7 milioni le persone affette da Alzheimer, un numero destinato a salire a quasi 13 milioni entro il 2050; secondo l’Alzheimer’s Association, nel 2021 la malattia è stata la quinta causa di morte tra le persone di età pari o superiore a 65 anni.
«Si tratta di uno studio molto importante che si aggiunge alle crescenti prove che dimostrano che il sistema nervoso è un bersaglio del glifosato, a partire dalle malattie neuroevolutive fino a quelle neurodegenerative», ha affermato Daniele Mandrioli, direttore del Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni presso l’Istituto Ramazzini.
Mandrioli sta attualmente supervisionando uno «studio globale sul glifosato» che esamina una serie di potenziali impatti sulla salute associati all’esposizione al glifosato.
Tra gli autori dello studio figurano diversi ricercatori dell’ASU-Banner Neurodegenerative Disease Research Center, insieme ad altri del Translational Genomics Research Institute in Arizona e dell’Integrated Mass Spectrometry Shared Resources presso il City of Hope Comprehensive Cancer Center in California.
Lo studio è stato finanziato dal National Institutes on Aging, dal National Cancer Institute del National Institutes of Health e dall’ASU Biodesign Institute.
Cary Gillam
© 5 dicembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Immagine di Global Justice Now via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Alimentazione
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Alimentazione
L’attrice Eva Mendes annuncia il boicottaggio di Kellogg’s per gli ingredienti «vietati in altri Paesi»
L’attrice Eva Mendes ha dichiarato che boicotterà il grande produttore di cereali Kellogg’s, sostenendo che i cereali con cui è cresciuta sono pieni di ingredienti chimici vietati in altri Paesi.
In un post su Instagram pubblicato martedì, la star di Hollywood ha attribuito al personaggio internet Vani Hari detta «Food Babe» il merito di aver contribuito a far conoscere la presenza di coloranti alimentari nocivi nelle scorte alimentari americane e, cosa allarmante, nei cereali per la colazione dei bambini.
«Sono cresciuta a cereali. Li adoro ancora, ma non mangerò più @kelloggsus dopo aver scoperto che molti degli ingredienti che usano qui negli Stati Uniti sono VIETATI in altri paesi. Perché? Perché sono dannosi per i bambini», ha scritto martedì l’attrice nota per essere anche la moglie e la madre dei figli del divo Ryan Gosling.
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«Grazie a @thefoodbabe per aver contribuito a portare alla luce questo problema e per aver chiesto che [la Kellogg’s] rimuova per noi questi coloranti alimentari artificiali dannosi, proprio come fanno in altri Paesi», ha aggiunto la bellissima 50enne Eva.
La Mendes, il cui account vanta 6,6 milioni di follower, ha anche pubblicato un’immagine che illustra come una versione canadese di «Froot Loops» ometta i coloranti alimentari Rosso 40, Giallo 5, Blu 1 e Giallo 6, alcuni dei quali hanno dimostrato di causare il cancro nei topi da laboratorio.
La stella hollywoodiana ha inoltre pubblicato un volantino che pubblicizzava una manifestazione che si sarebbe tenuta all’esterno della sede centrale della Kellogg’s a Battle Creek, nel Michigan.
Il personaggio noto come «Food Babe» è apparsa la scorsa settimana a una tavola rotonda ospitata dal senatore repubblicano wisconsino Ron Johnso, dove ha criticato i regolatori statunitensi per aver permesso la vendita di questi alimenti negli Stati Uniti, nonostante contengano ingredienti nocivi che sono vietati in Europa.
«Il nostro governo sta permettendo alle aziende alimentari statunitensi di servire ai cittadini americani ingredienti nocivi che sono vietati o fortemente regolamentati in altri paesi», ha affermato «Food Babe» Hari.
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«Ancora peggio, le aziende alimentari americane vendono all’estero gli stessi identici prodotti senza queste sostanze chimiche, ma scelgono di continuare a servirci la versione più tossica qui», ha affermato, aggiungendo: «è antiamericano».
La sostenitrice convinta del cibo sano ha continuato spiegando come numerosi prodotti alimentari popolari negli Stati Uniti differiscano dalle loro controparti nel Regno Unito, tra cui le patatine fritte di McDonald’s, che, ha sottolineato, contengono 11 ingredienti, tra cui la formaldeide, negli Stati Uniti, rispetto ai tre ingredienti in Europa.
American food companies are making a fool out of us. They are knowingly poisoning us. It’s time for this to stop. Our movement is growing like I have never seen before. It’s going to be historic! This is a clip from my Senate testimony in Washington DC yesterday, watch the whole… pic.twitter.com/FrZRAV5Op2
— Vani Hari (@thefoodbabe) September 24, 2024
«Questi sono gli Skittles. Notate la lunga lista di differenze negli ingredienti», ha detto indicando un grafico. «10 coloranti artificiali nella versione statunitense e biossido di titanio. Questo ingrediente è vietato in Europa perché può causare danni al DNA. I coloranti artificiali sono ricavati dal petrolio e i prodotti che li contengono richiedono un’etichetta di avvertenza in Europa. E sono stati collegati al cancro e a disturbi del sistema immunitario».
La questione delle sostanze chimiche tossiche nella filiera alimentare americana è stata portata alla ribalta anche dall’ex candidato indipendente alla presidenza Robert F. Kennedy, Jr., che ha denunciato i pericoli degli alimenti ultra-processati e degli oli di semi e di recente si è alleato con l’ex presidente Donald Trump per proclamare un programma «Make America Healthy Again», «rendi l’America di nuovo in salute».
Come riportato da Renovatio 21, l’origine dei gustosi cereali che costituiscono la prima colazione per tante persone nel mondo è piuttosto particolare, e si intreccia con un grande flagello che ancora si abbatte sulla società americana e su alcune intoccabili minoranze anche in Italia: la circoncisione.
John Harvey Kellogg (1852-1943) era un dottore nutrizionista americano, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica, con un pensiero fisso: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile, per la quale arrivò a raccomandare, come rimedio a lungo termine, il taglio del prepuzio ai bambini.
Tuttavia, secondo quanto ricordato, anche i cereali da lui commerciati avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.
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Il Kelloggo, che godeva di una certa influenza presso la società statunitense del tempo, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. L’inventore dei cereali inoltre scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai a Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.
Insomma: gratta Big Pharma, e il lettore trova lui sai cosa. Ora abbiamo capito che gratta Big Food (o Big Ag), e ci trovi… forse le stesse cose.
La battaglia del Kennedy, e di tutte le Eve Mendes e Food Babes al seguito, è quindi davvero una crociata fondamentale per l’umanità.
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Immagine di Santana10515 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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