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Terrorismo

L’Ungheria accusa il premier polacco di «difendere i terroristi»

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Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha accusato il primo ministro polacco Donald Tusk di «difendere i terroristi» in risposta ai suoi commenti sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.

 

Il giorno precedente, in un post su X, Tusk aveva dichiarato che «il problema del North Stream 2 non è che sia stato fatto saltare in aria. Il problema è che è stato costruito».

 

I gasdotti Nord Stream, che trasportavano gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il fondale del Mar Baltico, sono stati distrutti da un’esplosione poco dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022.

 

Szijjarto ha criticato aspramente il post di Tusk, chiedendosi cos’altro il primo ministro polacco potesse considerare «perdonabile o addirittura lodevole».

 

«Secondo Donald Tusk, far saltare in aria un gasdotto è accettabile», ha scritto.

 

«È scioccante… Una cosa è chiara: non vogliamo un’Europa in cui i primi ministri difendono i terroristi», ha aggiunto.

 

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Martedì, Tusk ha dichiarato che non è nell’interesse della Polonia consegnare un cittadino ucraino che, secondo gli investigatori tedeschi, sarebbe coinvolto nel sabotaggio del Nord Stream.

 

Mentre i procuratori di Berlino hanno attribuito l’attacco a un piccolo gruppo di cittadini ucraini, Mosca ha definito tale versione «ridicola». Il presidente russo Vladimir Putin ha suggerito che l’operazione sia stata probabilmente condotta dagli Stati Uniti – si tratta della famosa tesi spiegata dall’inchiesta giornalistica del premio Pulitzer Seymour Hersh.

 

Nel 2023, il veterano giornalista investigativo Seymour Hersh pubblicò un reportaggio in cui affermava che l’allora presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva dato l’ordine di distruggere il Nord Stream. Secondo una fonte informata che parlò con il giornalista premio Pulitzer, gli esplosivi erano stati piazzati dai sommozzatori della Marina statunitense qualche mese prima, sotto la copertura di un’esercitazione NATO. La Casa Bianca all’epoca negò il rapporto, definendolo «completa finzione».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’exposé di Hersh è stato successivamente etichettato come «falsa informazione» da Facebook, con grotteschi tentativi di fact-checking da parte del sito di Mentana Open. Hersh, che a più riprese ha spiegato che il Nord Stream è stato bombardato per tenere la Germania ancorata alla guerra ucraina, ha preconizzato che l’attacco al gasdotto segnerà la fine della NATO.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio gennaio 2024 era emerso che i polacchi avevano nascosto prove e tentato di bloccare un’indagine internazionale sul bombardamento dei gasdotti Nord Stream, rendendo gli investigatori «sospettosi del ruolo e delle motivazioni di Varsavia», scriveva un articolo del Wall Street Journal.

 

Mosca ha respinto nettamente la teoria dei subacquei ucraini dapprima diffusa dalla stampa tedesca. Renovatio 21 all’epoca, di fronte alla notizia che dai media germanici rimbalzava sul New York Times, aveva definito la questione come «l’ultima barzelletta». La storia fu rimpolpata anche dal Washington Post, che disse che un alto ufficiale ucraino aveva coordinato le esplosioni. La possibile colpevolezza degli USA nel frattempo aveva scaldato anche la diplomazia cinese. Putin parlava di «terrorismo di Stato».

Come riportato da Renovatio 21, anche la polizia italiana ha arrestato un uomo ucraino sospettato di essere coinvolto nell’attentato ai gasdotti Nord Stream.

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Terrorismo

Le forze somale respingono un attacco al carcere di massima sicurezza

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Le forze governative somale hanno respinto con successo un assedio di sei ore condotto dai militanti di Al-Shabaab contro il carcere di massima sicurezza di Godka Jilacow, situato a breve distanza dal palazzo presidenziale di Mogadiscio.   Domenica sera, il governo ha confermato che tutti e sette gli assalitori sono stati neutralizzati durante l’attacco.   L’assalto è iniziato sabato sera, quando si sono udite esplosioni e intensi colpi d’arma da fuoco nei pressi della struttura, gestita dall’Agenzia Nazionale per l’Intelligence e la Sicurezza (NISA) della Somalia.

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Secondo i media locali, gli aggressori si sono camuffati da personale di sicurezza, utilizzando un pick-up verniciato con i colori ufficiali delle forze di sicurezza e indossando uniformi militari per penetrare nel perimetro. Il loro intento sembrava essere un’irruzione diretta nella prigione, che detiene prigionieri legati al terrorismo e alla criminalità organizzata.   L’attacco è avvenuto poche ore dopo che le autorità somale avevano rimosso diversi posti di blocco storici a Mogadiscio. Secondo le agenzie di stampa locali, queste barriere proteggevano da tempo strutture governative chiave, ma erano state criticate da molti residenti per le limitazioni alla mobilità e i danni alle attività commerciali locali.   Gruppi di insorti legati ad al-Qaeda, in particolare Al-Shabaab, continuano a condurre attacchi regolari in diversi Paesi africani, inclusi quelli della regione del Sahel. Il gruppo terroristico persiste nel portare avanti raid, attentati e omicidi mirati per destabilizzare il governo somalo e le strutture di sicurezza regionali.   Ad agosto, la Missione di sostegno e stabilizzazione dell’Unione Africana in Somalia (AUSSOM) ha annunciato che oltre 50 militanti di Al-Shabaab sono stati eliminati in operazioni congiunte con le forze somale a Bariire, 73 km a Sud-Ovest della capitale.   Nel frattempo, le regioni separatiste somale del Somaliland e del Puntland hanno siglato un accordo di cooperazione sulla sicurezza a seguito dei colloqui tenutisi a Nairobi, in Kenya, all’inizio di questo mese, impegnandosi a intensificare la collaborazione nella lotta contro Al-Shabaab.   Il Somaliland ha proclamato l’indipendenza nel 1991, operando come Stato di fatto senza riconoscimento internazionale. Il Puntland, invece, rimane parte del sistema federale somalo, sebbene l’anno scorso abbia dichiarato l’intenzione di operare in modo indipendente fino alla formazione di un governo federale.   Come riportato da Renovatio 21, a marzo gli Shabaab avevano preso d’assalto un hotel nella città di Beledweyne, nella Somalia centrale, dove leader locali e funzionari governativi si erano incontrati per pianificare un’offensiva contro l’organizzazione jihadista. Un anno fa gli Shabaab catturarono un elicottero ONU, uccidendo una persona e prendendone altri in ostaggio.   Nell’agosto 2023, l’Africa Command statunitense aveva effettuato su richiesta del governo somalo un attacco aereo contro i terroristi Shabaab, provocando la morte di 13 militanti del gruppo. A inizio 2023 il Pentagono aveva dichiarato di aver ucciso un alto comandante dell’ISIS in Somalia, eliminando assieme al leader regionale Bilal al-Sudani almeno altri 10 combattenti

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Nel 2022 un gruppo di Shabaab ha preso il controllo dell’Hotel Hayat di Mogadiscio, dopo aver fatto detonare tre bombe nella capitale. Nel 2020 un altro attacco in un hotel provocò una strage con almeno 16 morti.   Come noto, gli Shabaab furono recipienti di milioni dati dal governo italiano con il riscatto della cooperante italiana in Kenya nel 2020. Per il rapimento, la procura di Roma ha chiesto a febbraio l’archiviazione dell’indagine, adducendo la mancata collaborazione delle autorità di Nairobi.   Come riportato da Renovatio 21, con gli Shabaab operava la «vedova bianca» Samantha Lewthwaite, britannica convertita all’Islam radicale irreperibile dopo la strage di Londra del luglio 2007, nonostante la caccia che, teoricamente, apparati di sicurezza britannici e africani le stanno dando da anni. La vedova bianca, dissero i giornali inglesi, aveva addirittura un programma di infiltrazione terrorista a partire da giovani europee convertite all’Islam per colpire le spiaggia spagnole. Si parlò di 30 reclute a cui è stato insegnato come costruire giubbotti suicidi e come scegliere i propri obiettivi di morte. Il nome della Lewthwaite viene fatto anche per l’attacco del settembre 2013 rivendicato dagli Shabaab nel centro commerciale Westgate a Nairobi, che causò 71 morti e circa 200 feriti.   Secondo alcuni, gli Shabaab potrebbero essere stati d’ispirazione per l’assassino del deputato inglese – cattolico, brexiter e pro-life – Sir David Amess, ammazzato a colpi di pugnale durante un incontro con i suoi elettori nella regione dell’Essex nell’ottobre 2021. I legami tra i terroristi somali e il giovane attentatore, figlio di buona famiglia somala espatriata a Londra, non sono mai stati chiariti.   Nel giugno 2024 gli Shabaab hanno attaccato soldati ugandesi delle forze di pace dell’Unione Africana (UA) presenti in Somalia, uccidendone 54. Per coincidenza, l’attacco è avvenuto a poche ore dall’approvazione da parte di Kampala di una legge anti-LGBT che ha messo l’Uganda al centro dell’attenzione mondiale. L’Uganda avrebbe subito poco dopo un’altra strage terrorista, stavolta sul suo territorio, ad opera di un’altra sigla islamista.

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Terrorismo

Attacco alla sinagoga di Manchester

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Due ebrei sono stati uccisi in un attacco terroristico che ha coinvolto un’auto e un accoltellamento presso una sinagoga a Manchester, durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico. Lo ha dichiarato la polizia mancuniana, che ha detto anche di considerare l’episodio un atto di terrorismo.

 

«L’aggressore, identificato come Jihad Al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origine siriana, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco sul posto», ha riferito la polizia secondo il servizio della BBC. «Tre persone sono ancora in ospedale con ferite gravi.»

 

L’attacco è iniziato alle 09:31 di giovedì, quando la polizia ha ricevuto segnalazioni di un’auto che si dirigeva verso i cittadini e di un accoltellamento nella sinagoga di Heaton Park. «Gli agenti hanno dichiarato l’incidente grave, raggiungendo la scena in sette minuti e neutralizzando il sospettato alle 09:38», ha aggiunto la polizia della Greater Manchester.

 

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I fedeli ebrei sono stati trattenuti all’interno della sinagoga mentre l’area veniva messa in sicurezza. «Il coraggio immediato di fedeli e personale di sicurezza ha impedito all’aggressore di entrare nell’edificio», ha sottolineato la polizia.

 

La polizia ha attivato il protocollo «Platone», la risposta di emergenza per i marauding terrorist attack (MTA), ossia incidenti rapidi e di grandi impatto che coinvolge aggressori che utilizzano armi come veicoli, coltelli, armi da fuoco o esplosivi per cagionare danni diffusi.

 

Un elicottero SAS, noto come «Blue Thunder», è stato avvistato sopra la zona, parte di una risposta antiterrorismo nazionale. L’area è stata transennata, con vigili del fuoco e ambulanze sul posto.

 

Il capo della polizia antiterrorismo ha confermato in una conferenza a New Scotland Yard che l’attacco è considerato terroristico. Il primo ministro ha definito l’attacco «terribile», interrompendo un vertice in Danimarca per presiedere una riunione di emergenza Cobra a Londra.

 

«Si ritiene che il sospettato, Jihad Al-Shamie, sia arrivato nel Regno Unito da piccolo, ottenendo la cittadinanza britannica nel 2006», ha detto la polizia, precisando che indossava un giubbotto simile a un ordigno esplosivo, rivelatosi non funzionante. Secondo l’agenzia PA, il nome del sospettato non risultava nei registri antiterrorismo, ma sono in corso ulteriori verifiche.

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«Tre sospettati, due uomini sulla trentina e una donna sulla sessantina, sono stati arrestati per commissione, preparazione e istigazione ad atti di terrorismo», ha aggiunto la polizia.

 

Un ebreo ha dichiarato al Times: «È il giorno più sacro dell’anno e ci rendiamo conto che non c’è più un posto [sicuro] per gli ebrei in Gran Bretagna. È finita». L’ambasciata israeliana ha dichiarato al quotidiano britannico che l’attacco è stato «abominevole e profondamente angosciante».

 

«L’ ambasciata d’Israele nel Regno Unito condanna l’attacco compiuto oggi in occasione dello Yom Kippur alla sinagoga della congregazione ebraica di Heaton Park a Manchester», ha proseguito l’ambasciata, aggiungendo: “Che un simile atto di violenza venga perpetrato nel giorno più sacro del calendario ebraico, in un luogo di preghiera e di comunità, è abominevole e profondamente angosciante “.

 

Negli scorsi giorni i procuratori tedeschi avevano arrestato tre presunti membri di Hamas che si sarebbero procurati armi «per assassinii contro istituzioni israeliane o ebraiche».

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Terrorismo

Esplosioni a Monaco durante l’Oktoberfesta

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Una persona è stata trovata morta e un’altra ferita a Monaco di Baviera dopo che in città sono stati segnalati diversi spari ed esplosioni. Lo riporta il tabloide tedesco Bild.   Questa mattina, un’importante operazione congiunta di polizia e vigili del fuoco è stata condotta nel quartiere di Lerchenau, a nord di Monaco, con l’intervento di unità speciali ed esperti di esplosivi e l’istituzione di cordoni di sicurezza, ha riferito l’agenzia. La polizia ha confermato l’operazione, invitando i cittadini a evitare l’area.   Di conseguenza, dal mattino la festa è stata sospesa. I giornali parlano del ritrovamento da parte della polizia di una lettera di minacce contro la popolarissima manifestazione.   Secondo la Bild, «è stato trovato il corpo di un uomo», che potrebbe aver collocato esplosivi nella casa dei suoi genitori, averla incendiata e poi essersi suicidato. Almeno un’altra persona è stata trovata con ferite da arma da fuoco, ha riportato il quotidiano, senza fornire ulteriori dettagli o confermare un collegamento tra i due eventi.

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La polizia ha dichiarato che non vi era «nessun pericolo per la popolazione», specificando successivamente che «stavano rispondendo a un incidente causato da un edificio residenziale in fiamme», aggiungendo che «si sono uditi forti rumori di colpi» ed è stata trovata «una persona ferita che potrebbe essere collegata all’incidente».   Le autorità hanno chiarito che l’episodio non è legato all’Oktoberfest, il celebre festival della birra di Monaco. La 190ª edizione, in corso dal 20 settembre al 5 ottobre 2025, attira solitamente fino a 6 milioni di visitatori, con misure di sicurezza rafforzate.   Alle 17:30 fa le autorità, per bocca del sindaco di Monaco di Baviera Dieter Reiter, hanno riaperto l’Oktoberfest dopo aver svolto controlli e perquisizioni. Secondo Reiter si trattava di una minaccia concreta ed esisterebbe,a provarlo, «una lettera della persona coinvolta nei fatti di questa mattina».   Inizialmente, gli inquirenti avevano considerato un possibile legame con ambienti Antifa, in seguito alla pubblicazione di un testo di rivendicazione sul sito indymedia.org. Tuttavia, nelle ultime ore, la polizia tedesca sembra propensa a scartare questa ipotesi dalle indagini sull’esplosione.

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Immagine di Jan Czeczotka via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International  
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