Vaccini
Liberi di scegliere quando morire. Non liberi di scegliere quando vaccinare
Che i bambini siano diventati ormai facile strumento e oggetto di una propaganda politica ed economica è dato assodato: in nome delle farmaceutiche, si creano le punizioni sociali di questo secolo: l’emarginazione, la ridicolizzazione e il marchio a fuoco del bambino che merita di essere evitato.
I danni della legge 119/2017 non saranno solo di carattere fisico – cioè con reazioni avverse che si mostreranno via via sempre maggiori, nonostante l’insabbiamento calato ad hoc – ma anche di carattere psico-sociale e quindi psico-somatico.
Certificato questo dato, che è di carattere generale, vediamo come anche nei singoli casi, fra le mura domestiche, i bambini diventano oggetto di contesa. E cosa c’è di meglio se non l’argomento dei vaccini?
Padre “no-vax” e mamma “pro-vax”, forse agli sgoccioli di una separazione che troppo tardava ad arrivare. Ed ecco la discussione perfetta, il terreno fertile per attuare già un processo di divorzio ideologico, che precede quello coniugale probabilmente.
La donna vuole a tutti i costi vaccinare la bambina, e il padre, già definito da tutte le testate di regime come «attivista no-vax», si rifiuta di dare il suo consenso perché convinto che le vaccinazioni di massa non siano fatte per la figlioletta di 13 mesi.
Ma no vaccinazioni, no asilo.
«Asl, carabinieri, assistenti sociali, scuola se ne lavano le mani – ha dichiarato la madre disperata – Io non posso firmare il modulo di consenso informato e dichiarare che anche l’altro genitore è d’accordo: sarebbe un falso passibile di denuncia”»
La contraddizione legislativa pare farsi sempre più evidente, perché obbligo legislativo e consenso informato non vanno molto d’accordo insieme. Che fare, dunque? Niente, poiché il tutto si concluderà con un braccio di ferro giuridico in Tribunale, dove la madre della bambina di appena un anno ha deciso di portare il padre dopo averlo denunziato.
Tutto sommato fino a qui, visti i tempi, si parla di ordinaria amministrazione. O forse sarebbe meglio dire di ordinaria follia.
Il bello viene però quando si scopre chi è a dare la notizia, la classica che vuole fare del caso limite la quotidianità, per alimentare ancor più un fuoco che, nemmeno troppo lentamente, sta divorando la ragione umana insieme ad ogni criterio di normalità e ponderatezza di pensiero.
La madre della bambina avrebbe inviato una mail di richiesta di aiuto all’Associazione Luca Coscioni, il qual tesoriere è un certo Marco Cappato.
Sulle colonne de La Stampa l’Associazione radicale riporta stralci della missiva arrivata, lasciando anonimi sia i nomi dei due genitori coinvolti, che la provenienza della richiesta di aiuto.
La domanda è stata subitamente accolta, e anzi l’assistenza legale sarà data gratuitamente. Non con una semplice posizione neutra per offrire assistenza legale indistintamente, ma con un’idea chiara dell’importanza ineluttabile delle vaccinazioni obbligatorie.
A dirlo è l’avvocato Filomena Gallo, che fra le altre cose invita tutti i genitori venutisi a ritrovare in queste situazioni a chiedere aiuto a loro. Le motivazioni di questa presa a carico sarebbero, a quanto pare, di natura scientifica oltre che legale:
«Il problema è reale perché la signora non può far vaccinare la bambina contro la volontà dell’altro genitore, poiché dovrebbe firmare un modulo di consenso informato e dichiarare che anche il papà è d’accordo. In questo caso un falso passibile di denuncia. L’unica soluzione è quella di rivolgersi al Tribunale dei minori, perché entrambi i genitori esercitano la patria potestà, ma in assenza del consenso di uno dei due è il giudice che autorizza. Nell’arco di un mese il magistrato autorizzerà la vaccinazione, perché qui parliamo della salute del bambino e degli altri piccoli, con i quali entra in contatto, ma che non possono immunizzarsi per motivi di salute. Quindi si esce dalla sfera dei diritti personali e si entra in quella dei diritti di terzi».
“Dove sono i diritti tanto sbandierati dai radicali? Dov’è la libertà di scegliere indistintamente senza avere leggi che obblighino ad un dato trattamento sanitario? Dove sta la libertà di cura, la libertà di decidere quando, come e dove morire? Possibile che solo con i vaccini il giochino ignobile smetta di funzionare?”
Curioso. Veramente molto curioso che un’Associazione nata per difendere le idee radicali, dall’aborto all’eutansia, passando per la fecondazione in vitro, si prenda a cuore la salute dei terzi. Oltre alla voragine scientifica rispetto alla cosiddetta herd immunity a cui l’avvocato Gallo si riferisce palesemente, vi è una leggera marcata contraddizione di fondo: l’impostazione è insomma viziata fin dalla radice.
Dove sono i diritti tanto sbandierati dai radicali? Dov’è la libertà di scegliere indistintamente senza avere leggi che obblighino ad un dato trattamento sanitario? Dove sta la libertà di cura, la libertà di decidere quando, come e dove morire? Possibile che solo con i vaccini il giochino ignobile smetta di funzionare? Permettete dunque che sia lecito e doveroso qualche dubbio. Se anche i radicali si piegano all’obbligo delle vaccinazioni di massa, allora il pesce puzza ampiamente dalla testa. D’altronde, quando i bambini danneggiati gravemente da vaccino saranno troppi e daranno fastidio, vi è già chi saprà cosa farne.
Quanto all’uscita «dalla sfera dei diritti personali» per entrare in quella dei «diritti dei terzi», sarebbe interessante se la suddetta Associazione ci spiegasse dove sta il confine fra le due cose: dove sono i diritti di tutti i bambini ammazzati dentro il ventre delle madri? Dove sono i diritti di quei bambini che in Belgio possono essere ammazzati perché considerati «terminali”»e quindi indegni di vivere, costringendoli, fra una dose di morfina e l’altra e in un età che non contempla un chiaro uso della ragione, a dire «sì, voglio morire». Dove stanno i diritti di tutti quei «terzi» embrioni prodotti in vitro che vengono scartati e gettati via come spazzatura, e quegli altri che giacciono appesi fra la vita e la morte in un congelatore? Nel 2015, in Italia, per far nascere 7.695 bambini sono stati utilizzati 78.874 embrioni.
Guarda caso: a quei restanti 71.179 nessuno restituirà più nessun diritto.
Vaccini
Contaminazione del DNA nei vaccini Pfizer COVID fino a quattro volte i limiti legali, secondo uno studio
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Lo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato questa settimana ha rilevato anche la presenza di contaminanti del DNA del virus SV40 nei vaccini e i ricercatori hanno anche stabilito che le proteine spike prodotte dai vaccini persistono nell’organismo più a lungo di quanto affermato.
Secondo un nuovo studio «bomba», i ricercatori hanno trovato livelli di DNA nei vaccini anti-COVID-19 della Pfizer a livelli da tre a quattro volte superiori ai limiti normativi.
«Questo supera di gran lunga la concentrazione massima accettabile di 10 ng [nanogrammi] per dose clinica che è stata stabilita dalle autorità di regolamentazione internazionali», hanno scritto gli autori.
Lo studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato questa settimana sulla rivista Science, Public Health Policy and the Law, ha anche trovato contaminanti del DNA del virus simian 40 (SV40) nei vaccini. E i ricercatori hanno determinato che le proteine spike prodotte dai vaccini persistono nel corpo più a lungo di quanto affermato.
I risultati hanno portato gli autori a chiedere «l’immediata sospensione di tutti i prodotti biologici a base di RNA».
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense (CHD), ha detto a The Defender che la contaminazione del DNA potrebbe contribuire all’aumento delle malattie autoimmuni tra i vaccinati. «Il sistema immunitario opera su rilevazioni molto sensibili per avviare le risposte», ha affermato.
«Il DNA depositato all’improvviso nel flusso sanguigno potrebbe dare il via alla risposta all’interferone», ha detto Jablonowski. «La risposta all’interferone, quando non c’è niente da trovare se non “self” [cioè sostanze dell’organismo stesso, ndr], potrebbe essere il trampolino di lancio per la malattia autoimmune».
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Lo studio ha anche dimostrato che le proteine spike prodotte dopo la vaccinazione persistono nel corpo per almeno sette giorni dopo la vaccinazione, invece del periodo più breve precedentemente affermato da Pfizer-BioNTech. Le proteine spike sono anche soggette a distacco.
Questi risultati «sollevano gravi preoccupazioni» sui vaccini a mRNA, ha concluso lo studio.
Kevin McKernan, fondatore di Medicinal Genomics, è il primo scienziato ad aver identificato la presenza di SV40 nei vaccini mRNA. Ha definito il nuovo studio «un tour de force sul tema della contaminazione del DNA». McKernan ha scritto dello studio su Substack e ha affermato in un post X che gli autori dello studio «l’hanno fatto fuori dal parco».
L’immunologa e biochimica Jessica Rose, Ph.D., è d’accordo. «Questo articolo è l’articolo del secolo. L’articolo non è solo un’opera d’arte in termini di layout dello studio. È molto ben scritto e risolve i “problemi” in corso relativi alle accuse mosse dagli enti regolatori secondo cui il problema della contaminazione del DNA è disinformazione», ha affermato Rose.
Il dottor Angus Dalgleish, professore di oncologia presso St George’s, University of London, ha detto a The Defender che lo studio «ha utilizzato diligentemente tecniche che dimostrano che questi campioni contengono grandi quantità di DNA» e che «questi campioni entrano facilmente e si esprimono in una nota linea cellulare renale utilizzata come standard per esaminare questi fenomeni».
Il nuovo studio segue la recente pubblicazione di un articolo sottoposto a revisione paritaria sul Journal of American Physicians and Surgeons, che identifica gravi problemi di sicurezza nei vaccini mRNA COVID-19. Gli autori di quello studio hanno definito «al minimo» una moratoria sui vaccini.
I documenti si aggiungono a una lista crescente di scienziati e organizzazioni che chiedono il divieto dei vaccini mRNA COVID-19. Tra questi, il chirurgo generale della Florida, l’ Associazione dei medici e chirurghi americani, Doctors for COVID Ethics, Americans for Health Freedom e il Consiglio mondiale per la salute.
A ottobre, il consiglio sanitario dell’Idaho ha votato per interrompere la somministrazione di vaccini anti-COVID-19 nelle sue 30 cliniche per motivi di sicurezza. Sempre quel mese, il governo slovacco ha pubblicato un rapporto che proponeva il divieto di vaccini «pericolosi» a mRNA.
Il nuovo studio arriva in concomitanza con il lancio di una biblioteca online, la SARS-CoV2 Spike Protein Pathogenicity Research Collection, un database di oltre 250 studi sottoposti a revisione paritaria che descrivono in dettaglio i rischi posti dalle proteine spike.
Dalgleish ha affermato che l’ultimo studio «conferma completamente» l’articolo del Journal of American Physicians and Surgeons. «I due insieme dovrebbero essere sufficienti prove legali per richiedere il divieto immediato dei vaccini mRNA».
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I vaccini mRNA per il COVID «hanno un meccanismo d’azione pericoloso»
In un’intervista con The Defender, il dott. Klaus Steger, Ph.D., professore di andrologia molecolare presso l’Università di Giessen in Germania e autore corrispondente del nuovo studio, ha analizzato i risultati dello studio e la loro importanza.
Lo studio ha rilevato la presenza di «DNA residuo nei vaccini genetici Pfizer-BioNTech basati su modRNA [mRNA modificato], la cui concentrazione supera di gran lunga i limiti stabiliti dalle agenzie di regolamentazione internazionali. È importante sottolineare che una quantità significativa di questo DNA residuo è confezionata all’interno di nanoparticelle lipidiche», ha affermato Steger.
Secondo Steger, questo è significativo perché le nanoparticelle lipidiche possono trasportare il DNA in tutto il corpo umano. Ha affermato:
«Il primo problema è che i limiti attuali stabiliti dalle agenzie di regolamentazione internazionali si applicano al “DNA nudo“, come il DNA residuo nei farmaci prodotti da batteri geneticamente modificati, ad esempio l’insulina o alcuni antibiotici».
«Tuttavia, il DNA nei vaccini genetici basati su modRNA, insieme all’mRNA modificato, è confezionato all’interno di nanoparticelle lipidiche e quindi viene trasportato nelle nostre cellule senza che il nostro sistema immunitario se ne accorga».
McKernan ha affermato che lo studio dimostra che il DNA «entra nelle cellule e non si degrada». Secondo Steger, «a causa dei (…) rischi per la sicurezza del DNA confezionato all’interno di nanoparticelle lipidiche, il valore limite per il DNA deve senza dubbio essere zero».
Un’altra scoperta fondamentale secondo Steger è l’identificazione di due copie di una «sequenza promotore/potenziatore SV40».
Steger ha affermato che questa sequenza SV40 può «agire nelle cellule umane (…) per incoraggiare il trasporto nucleare del DNA plasmidico», sollevando «preoccupazioni sulla sicurezza dell’integrazione genomica involontaria del DNA residuo» dal plasmide.
La presenza di SV40 «aumenta il rischio che il plasmide-DNA venga trasportato nel nucleo cellulare e probabilmente integrato nel genoma», ha affermato Steger.
Jablonowski ha affermato che l’SV40 penetra le barriere delle cellule umane, trasferendo il DNA estraneo direttamente nei nuclei, «violando ciò che dovrebbe rimanere inviolabile».
Steger ha affermato che i risultati mostrano anche «una robusta produzione di proteine spike da parte delle cellule coltivate». Le proteine spike prodotte «non sono rimaste parcheggiate sulla membrana cellulare» nel sito di iniezione, ma sono state «impacchettate in esosomi». Secondo Steger, «Ciò significa che la proteina spike prodotta può essere esportata in tutto il corpo».
Il cardiologo dottor Peter McCullough ha detto a The Defender che «i vaccini mRNA COVID-19 hanno un meccanismo d’azione pericoloso. Contengono il codice genetico per la proteina spike SARS-CoV-2 potenzialmente letale. Una volta iniettati nel corpo, non c’è modo di controllare la loro biodistribuzione, la durata o la quantità di proteina spike prodotta».
«Di conseguenza, alcune vittime devono avere una distribuzione anomala, una sovrapproduzione della proteina spike o essere suscettibili alle sue proprietà dannose per le cellule e i tessuti», ha affermato McCullough.
Christof Plothe, DO, membro del comitato direttivo del Consiglio mondiale per la salute, ha dichiarato a The Defender che lo studio ha dimostrato che la presenza di proteine spike è durata più di sette giorni, contraddicendo «i modelli precedenti che suggerivano che le proteine spike sarebbero rimaste ancorate al sito di iniezione e si sarebbero dissipate entro 48 ore».
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Plothe ha affermato che lo studio ha anche dimostrato che è possibile anche la perdita delle proteine spike. «La ricerca ha dimostrato che le proteine spike non sono semplicemente attaccate alla membrana cellulare, ma sono invece impacchettate in esosomi, che sono piccole vescicole che possono essere rilasciate dalle cellule e potenzialmente viaggiare in tutto il corpo».
«Questa scoperta ha importanti implicazioni per il concetto di “perdita”, suggerendo che se gli esosomi contengono DNA plasmidico, questo potrebbe essere trasmissibile e potrebbe persino avere la capacità di replicarsi, ponendo rischi aggiuntivi», ha affermato Plothe.
Secondo Steger, questi meccanismi e rischi non sono limitati ai vaccini Pfizer-BioNTech COVID-19, ma sono veri per tutti i vaccini mRNA. Ha affermato:
«I problemi evidenziati dal nostro studio rappresentano problemi generali tipici di questo nuovo tipo di vaccino genetico modRNA, del loro processo di produzione e della loro modalità di azione».
«Ciò significa che, indipendentemente dal tipo di plasmidi futuri applicati nel processo di produzione, i vaccini genetici modRNA agiranno in modo identico, vale a dire, trasfetteranno geneticamente le cellule del nostro corpo e le convertiranno in strutture di produzione per un antigene virale estraneo senza alcun meccanismo di controllo sugli effetti collaterali negativi indesiderati».
Steger ha affermato che ciò comporta notevoli pericoli per la salute umana, compresi rischi che potrebbero essere trasmessi alla prole.
«Ciò non solo comporta l’innegabile rischio di causare una malattia autoimmune, ma per quanto riguarda il DNA plasmidico residuo, aumenta il rischio per la sicurezza della consegna del DNA al nucleo cellulare e dell’inserimento nel materiale genetico e, nel peggiore dei casi, anche alla prole», ha affermato Steger.
Pfizer ha già riconosciuto la presenza di SV40 nei suoi vaccini anti-COVID-19 «ma ha minimizzato qualsiasi effetto collaterale associato», ha affermato Plothe. Jablonowski ha osservato che Pfizer e BioNTech hanno le risorse per condurre tale studio, ma non lo hanno fatto.
«Questo documento rientra nelle capacità di Pfizer-BioNTech», ha affermato Jablonowski. «Tuttavia, tre ricercatori hanno messo insieme uno sforzo altamente tecnico senza finanziamenti esterni, dimostrando che Pfizer-BioNTech ha messo in pericolo chiunque fosse stato iniettato con il loro prodotto».
«Questo documento spiega perché abbiamo assistito a infortuni, disabilità e decessi record dopo la vaccinazione contro il COVID-19», ha affermato McCullough. «Ci sono appelli da tutto il mondo per rimuovere questi prodotti dall’uso umano. L’unico modo per fermare ulteriori danni è chiudere la campagna di vaccinazione contro il COVID-19».
Joseph Sansone, Ph.D., autore della risoluzione «Ban the Jab» («vietate il vaccino», ndr) adottata da 10 contee della Florida, ha dichiarato a The Defender di sostenere la richiesta degli autori di una moratoria. Ha affermato che lo studio «solleva serie preoccupazioni sui cambiamenti genetici e sul potenziale di predisporre le generazioni future al cancro e ad altre malattie».
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Nuovo database di studi sulla proteina spike contribuisce alle richieste di vietare le iniezioni di mRNA
Steger ha affermato che il suo articolo è stato preso di mira dalla censura scientifica. Il suo team aveva precedentemente sottoposto lo studio «ad altre due riviste, entrambe incentrate principalmente sui vaccini». Tuttavia, entrambe le riviste «hanno restituito immediatamente il manoscritto» senza esaminarlo.
Ciò ha portato allo sviluppo della SARS-CoV2 Spike Protein Pathogenicity Research Collection, un database di «oltre 250 studi scientifici sottoposti a revisione paritaria che confermano che la proteina spike è altamente patogena di per sé».
Erik Sass, assistente di ricerca per il progetto, ha dichiarato a The Defender: «questa raccolta di ricerche dimostra che la proteina spike del SARS-CoV2 può infliggere danni al corpo umano attraverso una gamma notevolmente ampia di meccanismi».
Il database «fa anche progredire la nostra comprensione delle cause e dei possibili trattamenti per il “Long COVID” e per i danni da vaccino derivanti dalla produzione incontrollata della proteina spike in tutto il corpo», ha affermato Sass.
Sass ha affermato che il database contiene studi «pubblicati su riviste scientifiche autorevoli a seguito di revisione paritaria», ma che molte «pubblicazioni scientifiche precedentemente rispettate si sono discostate dall’elevato standard di integrità intellettuale che le ha rese autorevoli».
Secondo Sass, il progetto è stato ispirato dalla pubblicazione di Toxic Shot: Facing the Dangers of the COVID “Vaccines” a giugno, in particolare dal capitolo sulle proteine spike. Sass è stato uno dei ricercatori che hanno contribuito a quel capitolo.
«Man mano che emergevano sempre più ricerche, abbiamo deciso di continuare ad ampliare la raccolta per trasformarla in una risorsa autonoma per riferimento generale», ha affermato Sass.
Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di CHD, ha definito il nuovo database «una risorsa preziosa sia per i medici che cercano opzioni di trattamento sia per gli scienziati che studiano l’evidente tossicità del vaccino COVID-19 e della proteina spike SARS-CoV-2».
«Abbiamo bisogno di informazioni direttamente accessibili su cosa riserva il futuro per affrontare le innumerevoli malattie croniche causate dall’esposizione alla proteina spike», ha affermato Hooker. Per Dalgleish, il database «costituisce una prova schiacciante» che la proteina spike «è altamente pericolosa e il suo utilizzo deve essere immediatamente interrotto».
«Studi come il nostro vengono ora pubblicati a intervalli sempre più brevi e occasionalmente trovano la loro strada nei media mainstream», ha detto Steger. «È solo questione di tempo prima che il castello di carte delle “vaccinazioni sicure ed efficaci” crolli».
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 4 dicembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Oligarcato
Il Kenya sospende temporaneamente l’immunità diplomatica per la Fondazione Gates
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Gates «tiene i governi in ostaggio»
Il dottor David Bell, medico della sanità pubblica e ricercatore senior presso il Brownstone Institute, ha affermato che la sospensione dell’Alta Corte «dimostra che il sistema keniano funziona come dovrebbe». «Dal punto di vista del cittadino medio keniano, concedere l’immunità a un vasto gruppo di stranieri che lavorano per una fondazione privata… con interessi finanziari nei farmaci che viene loro detto di assumere dovrebbe essere davvero allarmante», ha affermato Bell. Shabnam Palesa Mohamed, direttore esecutivo di Children’s Health Defense Africa e fondatore dell’organizzazione di difesa sanitaria Transformative Health Justice, ha affermato che Gates «opera da una posizione di immensa ricchezza finanziaria e quindi di influenza politica. Utilizzando meccanismi di carota (finanziamenti) e bastone (ritiro dei finanziamenti), tiene i governi in ostaggio». Mohamed ha definito «orribile» la decisione del governo keniano di offrire l’immunità alla Fondazione Gates, affermando che dimostra che «i nostri governi sono prigionieri». Ha aggiunto: «Le conseguenze negative di questa scioccante decisione sono di vasta portata. Includono l’erosione della responsabilità, il trattamento diseguale nella legge, il danno alla sovranità nazionale, la presa in giro della trasparenza e della partecipazione pubblica». Tim Hinchliffe, direttore di The Sociable, ha affermato di credere che gli sforzi di Gates per ottenere l’immunità diplomatica in Paesi come il Kenya siano legati a fini di lucro.Aiuta Renovatio 21
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L’immunità di Gates in Kenya crea «un precedente pericoloso»
La Fondazione Gates ha già difeso la decisione del governo keniota di concederle l’immunità diplomatica, affermando che la fondazione opera «secondo i tipici accordi che il Kenya stipula con altre fondazioni e organizzazioni non profit». Anche il Primo Segretario di Gabinetto del Kenya, Musalia Mudavadi, ha difeso la decisione, descrivendola come una prassi diplomatica di routine e sottolineando la crescente presenza della fondazione in Kenya, inclusa l’istituzione all’inizio di questo mese di un ufficio subregionale a Nairobi, la capitale del Kenya. «L’ufficio amplierà e migliorerà il lavoro della Fondazione nei settori sanitario, agricolo e delle ICT [tecnologie dell’informazione e della comunicazione] in Kenya», ha riferito Tuko. Tuttavia, secondo Capital FM, «la decisione di estendere l’immunità diplomatica ha scatenato un ampio dibattito sulla responsabilità. I critici sostengono che i privilegi proteggono la Fondazione dal controllo legale, creando un pericoloso precedente». Mohamed ha detto a The Defender che concedere l’immunità a Gates in Kenya crea pressioni diplomatiche ed economiche sugli altri Paesi africani affinché offrano simili esenzioni legali. Ha detto: «Data l’influenza di Gates e la portata delle sue iniziative filantropiche in tutto il continente, i Paesi confinanti potrebbero sentirsi obbligati a seguire l’esempio del Kenya per attrarre o trattenere gli investimenti e i programmi di Gates, in particolare in sanità, istruzione e agricoltura. Ciò potrebbe portare a un effetto domino, in cui più nazioni africane si sentirebbero obbligate a concedere l’immunità». «Ciò comprometterà l’autonomia dei Paesi africani sui loro sistemi legali e creerà una serie di attori stranieri che operano al di fuori della giurisdizione delle leggi locali, indebolendo la governance e creando un precedente in cui le esenzioni vengono concesse in base alla ricchezza o all’influenza, piuttosto che al merito o alla necessità, ponendo rischi per la sovranità legale e la governance equa in tutto il continente». Catherine Austin Fitts, fondatrice e direttrice del Solari Report ed ex assistente segretario statunitense per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano, ha affermato che l’immunità concessa alla Fondazione Gates rientra in una tendenza in atto secondo cui anche le principali organizzazioni internazionali ottengono simili privilegi. «Da quando abbiamo creato una banca centrale con immunità sovrana nel 1930, la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), abbiamo assistito alla creazione costante di organizzazioni internazionali che godono di immunità sovrana, nonché di trattati internazionali che sovvertono il diritto nazionale e locale», ha affermato Fitts. «Non sorprende che ciò sia stato seguito dalla costante erosione dello stato di diritto e dalla centralizzazione della proprietà e della ricchezza… consentendo a una manciata di élite di fare guerra alla popolazione e di impossessarsi di beni». Nel caso della Fondazione Gates, Fitts ha affermato di credere che «concedere l’immunità diplomatica alla Fondazione Gates riduce i costi della prototipazione del controllo completo della fondazione con ID digitale, riducendo al contempo la popolazione con vaccini». Secondo un’indagine del 2022 di Corey Lynn, «gli Stati Uniti hanno concesso a 76 organizzazioni internazionali pubbliche immunità, privilegi ed esenzioni fiscali a partire dal 1946, appena 10 anni dopo che la BIS aveva ampliato le sue immunità con la Convenzione dell’Aja del 1936». Un’organizzazione che gode di tale immunità è il GAVI, The Vaccine Alliance, una partnership pubblico-privata internazionale che promuove la vaccinazione, fondata nel 1999 dalla Gates Foundation. La fondazione detiene uno dei quattro seggi permanenti nel consiglio del GAVI e finanzia pesantemente l’organizzazione fino a oggi. Secondo Lynn, «quasi subito dopo la seconda guerra mondiale, il Congresso approvò l’International Organizations Immunities Act, che divenne legge il 29 dicembre 1945. Questo stabilì immunità, privilegi ed esenzioni fiscali per le organizzazioni internazionali che potrebbero non essere considerate organizzazioni internazionali secondo le regole del diritto internazionale».Il coinvolgimento di Gates in Africa riguarda vaccini, agricoltura, identità digitale
Gli ingenti investimenti di Gates in Africa comprendono il coinvolgimento in settori quali l’agricoltura, la sanità pubblica e, più di recente, l’identificazione digitale in Kenya. A ottobre, Business Daily Africa ha riferito che la Gates Foundation consiglierà il Kenya sul lancio di Maisha Namba, un nuovo sistema di identificazione digitale. Secondo Reclaim the Net, «il piano prevede che a ogni neonato venga assegnato un Maisha Namba, che rimarrà con loro per tutta la vita». Molti degli investimenti della Fondazione Gates nell’agricoltura africana sono finanziati tramite l’AGRA con sede a Nairobi, precedentemente nota come Alliance for a Green Revolution in Africa. La fondazione è co-fondatrice dell’AGRA e il suo più grande donatore. Le pratiche di Gates/AGRA sono state criticate da gruppi per i diritti umani e ambientalisti, e da alcuni agricoltori africani, che hanno accusato la Fondazione Gates di «fare Dio» e di usare «la sua enorme influenza politica e monetaria per escludere idee alternative». La ricerca ha dimostrato che le iniziative supportate da AGRA hanno fallito, a volte portando ad un aumento della fame. Le attività della Fondazione Gates in Africa includono anche lo sviluppo e la distribuzione di vaccini, un programma per implementare la circoncisione di massa in Swaziland e Zambia per frenare la trasmissione dell’HIV e il progetto «Target Malaria», che ha proposto di porre fine alla malaria introducendo zanzare geneticamente modificate, o OGM. Secondo Mohamed, «la Fondazione Gates finanzia programmi universitari e, così facendo, influenza le politiche e la direzione dei programmi». La Fondazione Gates e l’Unione Europea hanno investito oltre 100 milioni di dollari per istituire un ente regolatore africano per la droga. Rivolgendosi all’opposizione ai piani di Gates in Kenya, Hinchliffe ha affermato: «Come abbiamo visto più e più volte, quando le persone iniziano a svegliarsi e a ribellarsi all’ingiustizia, quel tipo di immunità diplomatica inizia a scomparire piuttosto rapidamente». «Se alla Fondazione Gates venisse nuovamente concessa l’immunità, per me sarebbe un segnale di allarme per una corruzione di massa». Michael Nevradakis Ph.D. © 2 dicembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Vaccini
Fauci ha ammesso a Kennedy che nessuno dei 72 vaccini pediatrici obbligatori per i bambini è mai stato testato per la sicurezza
Robert F. Kennedy Jr., candidato dal presidente eletto Donald Trump alla guida del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) ha raccontato che quando è stato minacciato di una causa legale, il dottor Anthony Fauci ha dovuto alla fine rimangiarsi le sue parole e ammettere che nessuno dei 72 vaccini attualmente obbligatori per i bambini negli Stati Uniti è mai stato testato sulla sicurezza.
«Per molti anni ho detto che nessuno dei 72 vaccini obbligatori per i bambini è mai stato testato sulla sicurezza in studi controllati con placebo prima della licenza», ha esordito Kennedy, parlando a un evento dell’Hillsdale College un anno fa in un video riemerso di recente. «Nemmeno uno».
Fauci è arrivato al punto di definire Kennedy «un bugiardo».
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Quando dopo l’elezione del 2016 presidente Trump nominò Kennedy a capo di una commissione per la sicurezza dei vaccini, Trump ordinò a Fauci e Collins di incontrarlo insieme al consulente della Casa Bianca presente.
Kennedy ha detto a Fauci: «Dici che sto mentendo. Per otto anni hai detto che sto mentendo», e ha sfidato Fauci a «mostrarmi lo studio» che dimostra che la moltitudine di vaccini che i bambini americani sono tenuti a ricevere sono stati testati per la sicurezza.
Fauci ha affermato di non averlo con sé. «È a Bethesda [luogo della sede dell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive, o NIAID, diretto da Fauci, ndr]. Te lo mando».
«Non l’ho mai avuto», ha detto Kennedy, «quindi gli ho fatto causa».
«Dopo averci fatto ostruzionismo per un anno, i loro avvocati ci hanno incontrato sui gradini del tribunale e ci hanno detto, “Sì, avete ragione. Non abbiamo mai fatto nessuno studio”», ha detto Kennedy.
Anthony Fauci called RFK Jr. a liar for stating that not one of the 72 vaccines mandated for children has ever been safety tested*.
In response, RFK Jr. took legal action, and after a year of delays, Fauci’s lawyers conceded that RFK Jr. had been correct.
“There’s no… pic.twitter.com/43EA4QTRa7
— Wide Awake Media (@wideawake_media) November 27, 2024
Kennedy ha continuato spiegando quanto siano stati redditizi per l’industria farmaceutica i vaccini pediatrici imposti dal governo:
«Non c’è alcuna responsabilità a valle, non ci sono test di sicurezza iniziali (il che fa risparmiare loro un quarto di miliardo di dollari) e non ci sono costi di marketing e pubblicità, perché il governo federale ordina a 78 milioni di bambini in età scolare di sottoporsi a quel vaccino ogni anno».
«Quale prodotto migliore avresti potuto avere? E così è scoppiata una corsa all’oro per aggiungere tutti questi nuovi vaccini al programma di cui non abbiamo bisogno. La maggior parte di questi vaccini sono inutili. Molti di loro sono per malattie che non sono nemmeno casualmente contagiose».
«Fu una corsa all’oro, perché se riesci a rispettare quella tabella di marcia, per la tua azienda si tratta di un miliardo di dollari all’anno. E in molti casi è l’NIH a guadagnare le royalty».
Secondo Kennedy, ancora più scandalosi degli enormi profitti accumulati dalle grandi aziende farmaceutiche sono gli innumerevoli effetti collaterali negativi di tutti quei vaccini non testati.
«Le malattie neurologiche» sono «esplose», ha detto.
«ADHD [Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ndr], disturbi del sonno, ritardi del linguaggio, ASD [disordini dello spettro autistico, ndr], autismo, sindrome di Tourette, zecche, narcolessia. Sono tutte cose di cui non avevo mai sentito parlare», ha detto Kennedy. «L’autismo è passato da uno su 10.000 nella mia generazione, secondo i dati del CDC, a uno su 34 bambini oggi».
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Kennedy è noto per la sua veemente pluri decennale opposizione ai vaccini, una posizione che ha adottato dopo che le madri dei bambini danneggiati dai vaccini lo hanno implorato di esaminare la ricerca che collega il thimerosal alle lesioni neurologiche, tra cui l’autismo. Ha continuato a fondare Children’s Health Defense, un’organizzazione con la missione dichiarata di “porre fine alle epidemie di salute infantile eliminando l’esposizione tossica”, in gran parte attraverso i vaccini.
Kennedy ha detto a ottobre che Trump gli ha chiesto di riorganizzare e «ripulire» le agenzie sanitarie federali come il CDC e la FDA. Ciò implicherebbe la fine dei conflitti di interesse che favoriscono gli interessi delle aziende farmaceutiche rispetto alla medicina basata sulle prove, secondo Kennedy.
Trump gli ha anche affidato l’incarico di porre fine «all’epidemia di malattie croniche in questo Paese», in particolare quelle tra i bambini.
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Immagine screenshot da YT
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