Nucleare
Medvedev avverte di attacchi preventivi russi nel caso l’Occidente fornisca armi nucleari all’Ucraina
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev, ex presidente ed ex primo ministro, ha affermato che la Russia dovrà effettuare un attacco preventivo se l’Ucraina dovesse ricevere armi nucleari. Lo riporta l’agenzia russa TASS.
«Ci sono alcune regole di guerra irreversibili. Se si tratta di armi nucleari [all’Ucraina], dovrà essere effettuato un attacco preventivo». ha detto Medvedewv ai giornalisti il 26 maggio durante la sua visita in Vietnam.
Commentando l’elenco in espansione di armi e attrezzature militari che i paesi della NATO stanno inviando in Ucraina, Medvedev ha affermato che è del tutto possibile che il governo di Kiev «riceva aerei da guerra» e «forse anche armi nucleari».
Ciò «significherà che un missile con una testata nucleare volerà verso di loro» avrebbe dichiarato l’ex vertice del Cremlino secondo TASS.
Medvedev ha anche detto la sua sulla durata del conflitto: «questo conflitto durerà per molto tempo. Per decenni, probabilmente. Questa è una nuova realtà».
«Tutto finisce sempre con i negoziati, e questo è inevitabile, ma finché queste persone saranno al potere, la situazione per la Russia non cambierà in termini di negoziati» ha continuato Medvedev. «Gli Stati Uniti operano in gran parte nel campo dei loro interessi pragmatici. Non fanno una guerra, invece fanno soldi. Stanno cercando di eliminare il loro secolare nemico».
«Per quanto riguarda l’Europa, è una storia strana per me. Continuano ad alimentare le tensioni con le loro decisioni», ha continuato il politico russo. «L’Europa è impazzita».
Medvedev, riconosciuto come una sorta di moderato quando si alternò a Putin come presidente della Federazione Russa, sembra aver assunto una posizione di falco dallo scoppio del conflitto russo-ucraino. Varie volte ha parlato di atomiche, di «guerra nucleare», di «Terza Guerra Mondiale», di «Giorno del Giudizio», a volte, tuttavia, tornando sulle sue parole, altre volte rincarando la dose.
Come ricordato da Renovatio 21, c’è da dire che la fornitura di atomiche a Kiev è stata messa sul piatto varie volte da personaggi come l’europarlamentare ucraino Radoslav Sikorski, sposato ad una neocon americana e intercettato sorridente negli ultimi giorni al Bilderberg di Lisbona.
Si tende a dimenticare che lo stesso Zelens’kyj parlò di riarmo atomico di Kiev alla Conferenza di Sicurezza di Monaco, pochi giorni prima dell’intervento russo. In Seguito, Zelens’kyj e i suoi hanno più volte parlato di attacchi preventivi ai siti di lancio russi e di «controllo globale» delle scorte atomiche di Mosca.
Secondo il portavoce del Cremlino Peskov l’operazione militare russa servirebbe appunto a scongiurare la prospettiva di una guerra atomica.
Il presidente russo Putin parlando ai giornalisti poco prima delle ostilità parlò della possibilità che l’Europa venisse trascinata in una guerra «senza vincitori».
«State realizzando che se l’Ucraina si unisce alla NATO e decide di riprendersi la Crimea con mezzi militari, i Paesi europei verranno automaticamente coinvolti in un conflitto militare con la Russia?» disse Putin. «Comprendiamo anche che la Russia è una delle principali potenze nucleari del mondo ed è superiore a molti di quei Paesi in termini di numero di componenti della forza nucleare moderna. Ma non ci saranno vincitori».
Parole che raffigurano un quadro enorme, spaventoso, in cui l’Occidente di Biden e della NATO ci ha cacciato tutti.
Con l’eccezione di Renovatio 21 e pochissimi altri, nessun giornale occidentale riportò quelle parole come avrebbe dovuto.
Immagini di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Nucleare
Il Cremlino: la Russia non infrangerà il divieto sui test nucleari a meno che non lo facciano gli Stati Uniti
La Russia non intende violare i propri obblighi derivanti dagli accordi internazionali che proibiscono i test nucleari, ma riprenderà tali prove se altri Paesi lo faranno, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Peskov ha replicato alla polemica innescata dall’ordine impartito la settimana scorsa dal presidente USA Donald Trump, che ha disposto al Pentagono di prepararsi a riprendere i test nucleari. Trump ha accusato Russia e Cina di condurre test nucleari «segreti», accuse respinte da entrambi i Paesi.
Il presidente Vladimiro Putin ha poi riaffermato l’impegno della Russia al Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, riconosciuto a livello internazionale, ma ha avvertito che, in caso di ripresa dei test da parte degli Stati Uniti o di altri Paesi, Mosca adotterà «misure di ritorsione appropriate». Alcuni media occidentali hanno interpretato erroneamente le sue parole come un ordine di prepararsi ai test.
«Putin ha ripetutamente affermato che la Russia è vincolata ai suoi obblighi di divieto dei test nucleari e non abbiamo alcuna intenzione di violarli», ha dichiarato Peskov in un’intervista al giornalista Paolo Zarubin trasmessa domenica, aggiungendo che Putin ha incaricato i funzionari di valutare la necessità di test nucleari, anziché ordinarne la ripresa, avvertendo che la Russia agirebbe di conseguenza se gli USA o altri Paesi riprendessero le prove.
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«Se un altro Paese fa lo stesso, saremo obbligati a farlo anche noi per mantenere la parità», ha affermato, definendo l’equilibrio nucleare «una delle componenti più importanti dell’architettura di sicurezza globale».
Peskov ha respinto le preoccupazioni occidentali sui recenti test russi del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik e del drone sottomarino Poseidon, precedenti all’annuncio di Trump, sostenendo che nessuno dei due ha comportato esplosioni nucleari, accusando gli «esperti» occidentali di conclusioni «superficiali e scorrette» che confondono i test nucleari con le sperimentazioni di sistemi a propulsione nucleare, aggiungendo che Mosca attende chiarimenti da Washington sulle dichiarazioni di Trump, definendo la questione «troppo seria» per essere ignorata.
Il vicepresidente USA J.D. Vance aveva precedentemente descritto la spinta di Trump per i test nucleari come un modo per garantire che l’arsenale del Paese «funzioni ancora correttamente».
All’inizio della settimana, l’aeronautica militare statunitense ha testato un missile balistico intercontinentale Minuteman III disarmato, in grado di trasportare una testata nucleare con potenza stimata superiore a 300 kilotoni di TNT, circa 20 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima nel 1945.
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Intelligence
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Nucleare
La ripresa dei test nucleari statunitensi potrebbe richiedere anni
Riprendere i test nucleari negli Stati Uniti richiederebbe anni e costerebbe centinaia di milioni di dollari. Lo riporta il Washington Post, citando esperti.
Il Nevada Test Site, dove gli Stati Uniti hanno effettuato la loro ultima detonazione nucleare oltre trent’anni fa, ora utilizza simulazioni al computer invece di esplosioni reali.
Come riportato da Renovatio 21, questa settimana il presidente Donald Trump ha annunciato di aver «dato istruzioni al Dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base di parità» con Russia e Cina», dichiarando che i preparativi sarebbero iniziati immediatamente.
Non è chiaro se si riferisse alle detonazioni nucleari sotterranee, che nessuna delle tre nazioni ha condotto per decenni. Mosca ha avvertito che qualsiasi esplosione nucleare statunitense provocherebbe una risposta simmetrica.
Il WaPo ha sottolineato che, se Washington dovesse procedere, il compito non spetterebbe al Pentagono, ma al Dipartimento dell’Energia, in particolare alla National Nuclear Security Administration (NNSA), che sovrintende al Nevada Test Site. Gli esperti hanno affermato che riprendere i test lì comporterebbe costi significativi.
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Ernest Moniz, che ha guidato il Dipartimento dell’Energia sotto la presidenza di Barack Obama, ha stimato che anche un’esplosione «acrobatica» condotta senza tener conto della raccolta di dati scientifici richiederebbe comunque «forse un anno» di preparazione. Corey Hinderstein, ex alto funzionario della NNSA, ha affermato che l’agenzia dovrebbe scavare un nuovo pozzo verticale al costo di circa 100 milioni di dollari.
Paul Dickman, funzionario nucleare di lunga data, ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero avere difficoltà a trovare personale con esperienza pratica nei test, affermando che i direttori dei test competenti «non sono burocrati o un gruppo di persone che si presentano in PowerPoint», ma piuttosto persone con «un sacco di sporcizia sotto le unghie».
Washington si affida da tempo a simulazioni al computer e ai cosiddetti test subcritici – esperimenti che non provocano un’esplosione nucleare – per mantenere la fiducia nelle proprie scorte. L’ultimo degli oltre 1.000 test condotti dagli Stati Uniti ebbe luogo nel 1992.
L’ordine di Trump ha coinciso con gli annunci del presidente russo Vladimir Putin, che ha annunciato il successo dei test di due sistemi nucleari avanzati: il missile da crociera Burevestnik a gittata illimitata e il drone sottomarino Poseidon. Entrambi, a quanto pare, utilizzano reattori nucleari compatti all’avanguardia come unità di propulsione.
Come riportato da Renovatio 21, Trump aveva risposto alla notizia sul «missile invincibile» russo parlando dei sottomarini atomici USA al largo delle coste russe. «Non stiamo scherzando» aveva detto il presidente statunitense.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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