Economia
L’anticapitalismo di Padre Charles Coughlin, il vero microfono di Dio e della giustizia sociale

Il filone più interessante della Destra del ‘900 è indubbiamente quello anticapitalista. Nel volume del professor Giorgio Galli con Luca Gallesi, L’Anticapitalismo di destra (Oaks Editrice, 2019) le ultime pagine del libro sono dedicate a Charles Edward Coughlin, un prete cattolico nordamericano. La collocazione politica di questo sacerdote non è soggetta ad alcun dubbio da parte delle poche fonti che parlano di lui, che riportano invariabilmente le accuse di essere stato un ammiratore di Hitler, di Mussolini, dei militaristi giapponesi, di aver addirittura rapporti con il Ku Klux Klan e, peggio di tutto, di essere antisemita.
Nella storia invece della Chiesa Cattolica in America, padre Coughlin è ricordato per essere stato – insieme a monsignor Fulton Sheen – il primo a comprendere l’importanza dei media per fare testimonianza della fede. Le sue trasmissioni radiofoniche avevano un seguito enorme, ogni settimana 30 milioni di americani lo ascoltavano, e le lettere che riceveva erano 80.000 alla settimana.
Nella storia invece della Chiesa Cattolica in America, padre Coughlin è ricordato per essere stato – insieme a monsignor Fulton Sheen – il primo a comprendere l’importanza dei media per fare testimonianza della fede. Le sue trasmissioni radiofoniche avevano un seguito enorme, ogni settimana 30 milioni di americani lo ascoltavano, e le lettere che riceveva erano 80.000 alla settimana
Ma le sue trasmissioni non erano solo devozionali o spirituali: padre Coughlin parlava di giustizia sociale, di socialismo e capitalismo, del potere delle banche. Era quindi seguito anche da chi non era cattolico, ma trovava nelle posizioni controcorrente del sacerdote un punto di riferimento e un faro di luvce nelle questioni sociali e politiche. Padre Charles Edward avrebbe potuto diventare un grande leader politico, ma era innanzitutto un sacerdote, un prete autentico preoccupato della cura d’anime, e quindi non assunse mai ruoli politici. In compenso, come vedremo, fu pugnalato alle spalle dal Vaticano stesso.
La storia di padre Coughlin inizia nel 1891 ad Hamilton, Ontario, Canada, dove viene alla luce questo figlio di poveri immigrati irlandesi sfuggiti alla terribile miseria in cui l’occupazione inglese aveva ridotto l’Isola. Viene chiamato Charles Edward, i nomi dell’ultimo Principe della dinastia degli Stuart che aveva cercato nel ‘700 di liberare Scozia e Irlanda. Cresce nel clima di profonda religiosità tipica degli irlandesi, e fin da ragazzo avverte la vocazione religiosa. Entra a far parte della Congregazione dei padre Basiliani, e viene ordinato prete a Toronto nel 1916.
Qualche anno dopo, il Vaticano chiede all’ordine religioso una modifica dei propri statuti e della regola. Padre Coughlin sembra non ritrovarsi più in queste modifiche, e decide di lasciare l’ordine. Diventa dunque un sacerdote diocesano, ma allo stesso tempo decide anche di lasciare il Canada. Varca dunque il confine e viene incardinato nell’arcidiocesi di Detroit, la grande città del Michigan dove sta esplodendo il fenomeno industriale della Ford.
Padre Coughlin viene mandato in diverse parrocchie, popolate da poveri immigrati per o più come lui di origine irlandese. Nel 1925 il vescovo gli chiede di fondare una nuova parrocchia, alla periferia della città di Royal Oak. È un quartiere dove i cattolici – piccola minoranza –non hanno ancora una chiesa. In un anno Padre Coughlin riesce ad edificare un santuario, che verrà dedicato al Piccolo Fiore, ovvero santa Teresa di Lisieux.
Il sacerdote possedeva un eloquio straordinario, capace di toccare il cuore degli ascoltatori, ma anche una lucida, acuta visione dei problemi economici, politici, sociali. Si era nel 1929, ed era iniziata la Grande Depressione. Un Grande Reset economico che si lasciò dietro una scia di lacrime, sangue, miseria e disperazione
Mentre il sacerdote sta lavorando alla costruzione della chiesa, avviene un episodio che sarà fondamentale per la vita e il destino del giovane sacerdote: la piccola comunità cattolica viene aggredita dai militanti del Ku Klux Klan, l’organizzazione razzista che agli inizi del ‘900 aveva spostato l’oggetto del proprio odio dai neri ai cattolici. Dopo l’aggressione, un’emittente radiofonica locale decide di concedere spazio a Padre Charles perché possa raccontare quello che è accaduto e difendere il suo piccolo gregge. Questa trasmissione rivelò la straordinaria capacità comunicativa del sacerdote. L’emittente chiese al padre di continuare la collaborazione, tenendo una propria rubrica che divenne seguitissima.
Da lì a poco tempo, padre Coughlin venne contattato da una delle principali emittenti del Paese, la CBS, che gli chiese di proseguire sulle proprie frequenze le sue trasmissioni che riscuotevano sempre più successo. Il sacerdote possedeva un eloquio straordinario, capace di toccare il cuore degli ascoltatori, ma anche una lucida, acuta visione dei problemi economici, politici, sociali. Si era nel 1929, ed era iniziata la Grande Depressione. Un Grande Reset economico che si lasciò dietro una scia di lacrime, sangue, miseria e disperazione. Alla radio la voce di Padre Coughlin risuonava come una speranza, una delle pochissime che restassero.
Agli inizi, Coughlin, fu un sostenitore di Franklin Delano Roosevelt, poi ne divenne in seguito un severo critico, soprattutto per l’eccessiva connivenza del presidente statunitense verso i banchieri. La visione politico-economica di padre Coughlin coniugava un forte accento sulla contrapposizione tra economia reale e finanza, con la prima vista duramente danneggiata dal prevalere della seconda, all’approfondito richiamo a temi quali la giustizia sociale e il lavoro, a suo parere sottratti alla maggior parte della popolazione statunitense dagli eventi politici ed economici che avevano portato alla Grande Depressione.
Il pensiero che Padre Coughlin sviluppò in quegli anni ricorda molto quello del Distributismo di Chesterton e Belloc. Di fronte all’aumento della povertà in tutta l’America, al crollo dell’occupazione e all’aumento dell’incertezza sociale, ben visibile nel Michigan del tempo, Coughlin iniziò la sua radicale denuncia degli eccessi del capitalismo per cui divenne popolare
Il pensiero che Padre Coughlin sviluppò in quegli anni ricorda molto quello del Distributismo di Chesterton e Belloc. Di fronte all’aumento della povertà in tutta l’America, al crollo dell’occupazione e all’aumento dell’incertezza sociale, ben visibile nel Michigan del tempo, Coughlin iniziò la sua radicale denuncia degli eccessi del capitalismo per cui divenne popolare.
Era l’idea che il popolo fosse letteralmente relegato a un ruolo servile. Lo Stato servile era stato il lucidissimo saggio del 1911 con cui Hilaire Belloc aveva posto le basi del movimento del Distributismo.
Un concetto che riprendeva quello che il cattolico libertario Alexis de Toqueville aveva scritto nell’Ottocento: «vedo una folla innumerevole di uomini simili ed eguali che non fanno che ruotare su se stessi, per procurarsi piccoli e volgari piaceri con cui saziano il loro animo. Ciascuno di questi uomini vive per conto suo ed è come estraneo al destino di tutti gli altri: i figli e gli amici costituiscono per lui tutta la razza umana; quanto al resto dei concittadini, egli vive al loro fianco ma non li vede; li tocca ma non li sente; non esiste che in se stesso e per se stesso».
Ciò che aveva sconvolto e distrutto l’antico assetto socio-economico formato da piccoli proprietari tutelati da associazioni di categoria, era stato l’irrompere nella storia del capitalismo, con le sue premesse non solo economiche e filosofiche, ma anche e soprattutto teologiche. Esso per Belloc non è una conseguenza del progresso industriale, come sostenuto dalla critica marxista, ma una mentalità, o un’etica. “Il sistema industriale è stato una derivazione del capitalismo e non la sua causa. (…) Il danno derivò dal fatto che l’Inghilterra, il vivaio del sistema industriale, era già preda di una ricca oligarchia prima che avesse inizio la serie di grandi scoperte.”
Alexis de Toqueville aveva scritto nell’Ottocento: «vedo una folla innumerevole di uomini simili ed eguali che non fanno che ruotare su se stessi, per procurarsi piccoli e volgari piaceri con cui saziano il loro animo. Ciascuno di questi uomini vive per conto suo ed è come estraneo al destino di tutti gli altri: i figli e gli amici costituiscono per lui tutta la razza umana; quanto al resto dei concittadini, egli vive al loro fianco ma non li vede; li tocca ma non li sente; non esiste che in se stesso e per se stesso»
Le cause vanno ricercate nella Riforma protestante che si afferma in Inghilterra dall’alto per la volontà di Enrico VIII. Per Belloc ci sono dunque solo tre regimi sociali che possono rimpiazzare il capitalismo: la schiavitù, il socialismo, la proprietà, e quest’ultima – la massima diffusione della proprietà, come era stato sostenuto da papa Leone XIII nella prima enciclica sociale della Chiesa, la Rerum novarum – era la via da imboccare. «Per dare soluzione al problema del capitalismo bisogna liberarsi dell’appannaggio a pochi della proprietà, o della libertà, oppure di entrambi».
Se lo Stato servile è la prospettiva alla quale è avviata la società, a ciò si oppone solo una tradizione morale cristiana che in Europa ha avuto la sua storia, il suo radicamento e che sopravvive ancora.
Non il socialismo, poiché i riformatori socialisti non offrono proposte capaci di modifiche sostanziali, sia per una intrinseca debolezza del socialismo «umanista» e idealista, sia per l’altro tipo di socialismo, quello «pianificatore» che in nome del pragmatismo e della ricerca del potere non si indigna particolarmente dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ma gli interessa solo far funzionare i membri della società, applicando gli schemi collettivisti programmati in cui si chiede il massimo dell’ordine. Inevitabilmente anche lo Stato socialista imbocca la deriva dello Stato servile.
Se Belloc aveva visto nell’utopia collettivista la premessa dello Stato tecnocratico e propone la dottrina sociale della Chiesa come sola autentica alternativa, fondata sui principi di solidarietà, di sussidiarietà e del bene comune, anche Coughlin propone nell’America degli Anni ’30 una dottrina che ripudia sia l’individualismo capitalista che nega la natura sociale dell’uomo e vede nella società solo un’associazione utilitaristica in vista degli interessi da tutelare, sia il collettivismo statalista che spoglia la persona della propria dignità di creatura, per ridurla ad oggetto dei processi sociali ed economici.
Belloc aveva visto nell’utopia collettivista la premessa dello Stato tecnocratico e propone la dottrina sociale della Chiesa come sola autentica alternativa, fondata sui principi di solidarietà, di sussidiarietà e del bene comune: «per dare soluzione al problema del capitalismo bisogna liberarsi dell’appannaggio a pochi della proprietà, o della libertà, oppure di entrambi»
Belloc denuncia i fenomeni della proletarizzazione di massa e della concentrazione capitalistica, della pianificazione economica di massa così come l’assoluta competizione del mercato. Quello per cui il sacerdote di origini irlandesi si batte è la Giustizia Sociale.
Coughlin denunciava l’usura, la speculazione finanziaria fine a se stessa, lo slegamento del profitto dall’economia reale che aveva creato la crisi. Nelle sue predicazioni non mancava di operare una profonda opera di informazione della popolazione sui versanti meno noti dell’inizio del cataclisma finanziario, su quali inganni fossero stati messi in atto per provocarlo, su quali fossero a suo dire stati i veri colpevoli della miseria dei cittadini, su quali fossero i principii di una sana economia.
Il rapporto individuo-società, libertà personale-ordinamento civile, ovvero persona-stato, è uno dei nodi cruciali della modernità.
Così come Belloc lo aveva affrontato alla radice, identificando nello Stato servile la vera dimensione del problema, in fondo rievocando l’analisi perfetta del cardinale inglese Manning che ogni conflitto umano è un conflitto teologico, ovvero che il dramma della modernità è nella scelta tra Dio e gli idoli, tra la civiltà cristiana e il nuovo paganesimo che adora potere, denaro e lussuria, così su questi temi intervenne anche Coughlin. Intervenne non con l’aplomb dell’accademico, ma con una passione che si potrebbe definire populista.
Coughlin denunciava l’usura, la speculazione finanziaria fine a se stessa, lo slegamento del profitto dall’economia reale che aveva creato la crisi. Nelle sue predicazioni non mancava di operare una profonda opera di informazione della popolazione sui versanti meno noti dell’inizio del cataclisma finanziario, su quali inganni fossero stati messi in atto per provocarlo, su quali fossero a suo dire stati i veri colpevoli della miseria dei cittadini, su quali fossero i principii di una sana economia.
Chesterton in un saggio del 1926, l’anno in cui Padre Charles aveva iniziato le sue trasmissioni radiofoniche, intitolato La nuova eresia, aveva scritto, dopo aver visitato gli Stati Uniti, che «la follia di domani non è a Mosca, bensì a Manhattan».
Padre Coughlin fece appello all’America profonda, popolare, della working class delle grandi città come all’America rurale. I punti fermi della dottrina sociale predicata da Coughlin erano: il diritto dei singoli e delle famiglie alla proprietà; il primato del lavoro sul capitale; il diritto ad una giusta gratificazione economica; una equa distribuzione della proprietà.
Il manifesto delle idee di Padre Charles fu il libro Il denaro! Domande e risposte, pubblicato nel 1936 a cura della National Union for Social Justice, movimento di cui Coughlin era stato tra i fondatori. Un libro tradotto ed edito in Italia nel fatidico 2020 dalle Edizioni Mimesis. Un libro dove non si ha alcun riscontro delle accuse mosse al sacerdote: fascismo, filonazismo, antisemitismo.
Se non c’è assolutamente nulla di tutto questo (del resto Padre Coughlin smentì sempre di essere antisemita), questo saggio, scritto nella forma «catechetica» cattolica di un tempo, cioè con domande e relative risposte, fu un vero appello a quello che Coughlin chiamò «il popolo oppresso d’America», e si colloca nella tradizione patriottica del populismo nordamericano.
Il suo sostegno politico a Roosevelt fino al 1934, la sua ostilità successiva al New Deal, l’appoggio al Governatore della Louisiana Huey Long (assassinato nel 1935), la sua opposizione all’entrata in guerra degli Stati Uniti, si collocano nel quadro di quella tradizione. Su tale base e sulla efficace forma, come detto quasi catechistica, di domande e risposte, vengono documentati i mali di un sistema creditizio che era diventato una colossale truffa, con la creazione dal nulla, da parte di banchieri privati, di denaro destinato a finanziare l’economia produttiva, ma usato solo a fini speculativi.
Chesterton: «la follia di domani non è a Mosca, bensì a Manhattan».
Il libro, come sottolinea Giorgio Galli nella prefazione all’edizione italiana, uscì in un 1936 ricco di eventi: in marzo Hitler aveva rimilitarizzato la Renania e poi annunciato le prime leggi razziali. In marzo Mussolini aveva fondato il nuovo impero di Roma, mentre il Giappone minacciava la Cina (che invaderà l’anno dopo); in agosto erano iniziati a Mosca i processi coi quali Stalin sterminerà la vecchia guardia leninista, lo stesso mese che vide a Berlino l’inizio delle Olimpiadi, che sanzionarono il rinnovato prestigio della Germania.
Coughlin non si occupò di tutto questo. A nome dell’Unione Nazionale per la Giustizia Sociale, da lui fondata, esorta i suoi concittadini: «Dovete agire come gli apostoli che hanno scoperto la verità. Dovete diffondere il vangelo della libertà finanziaria anche a costo della vostra stessa vita. Guardate il piede dell’oppressore in Russia che calpesta la libertà! Visualizzate i milioni di persone irrigimentate in Germania e in Italia!»(p. 177) .
«Dovete agire come gli apostoli che hanno scoperto la verità. Dovete diffondere il vangelo della libertà finanziaria anche a costo della vostra stessa vita. Guardate il piede dell’oppressore in Russia che calpesta la libertà! Visualizzate i milioni di persone irrigimentate in Germania e in Italia!»
Il suo linguaggio, schietto e diretto, come quando chiama «internazionalisti» i banchieri apolidi internazionali, oppure quando, spiegando la sua opposizione a Rooosevelt dopo il 1934, lo paragona a Lenin, e si pone la domanda: «il cosiddetto New Deal, attraverso il Golden Bill del 1934, e il Banking Act del 1935, ci porta verso la giustizia sociale o verso il Leninismo?», per rispondere:
«Con la completa privatizzazione centralizzata della coniatura e la regolamentazione del denaro nelle mani dei banchieri internazionali e creando debiti inutili per il mantenimento di questi banchieri, ci ha condotto verso il Leninismo, al quale contrappone “la dottrina della democrazia, la dottrina dell’americanismo” » (p. 134).
Coughlin pone una distinzione basata su quella fondamentale differenza tra capitale onesto e capitale moderno:
«Ci sono due tipi di capitalismo, vale a dire il capitalismo onesto e quello moderno. Il capitalismo onesto usa la proprietà allo scopo di produrre ricchezza per i suoi proprietari e per il benessere della società. Il capitalismo moderno non solo usa la proprietà di altri per produrre ricchezza, ma concentra la ricchezza nelle mani di pochi e permette prestiti fittizi di denaro a fini distruttivi» (p. 111), tanto da giustificare la domanda: «qual è oggi la principale attività criminale dei creatori di moneta privati?», con la risposta: «oggi la principale attività criminale dei creatori di moneta privati è l’alterazione della totalità della moneta in circolazione in modo da modificare i livelli dei prezzi e quindi manipolare il potere della moneta di ripagare i debiti» (p. 167).
«Oggi la principale attività criminale dei creatori di moneta privati è l’alterazione della totalità della moneta in circolazione in modo da modificare i livelli dei prezzi e quindi manipolare il potere della moneta di ripagare i debiti»
A proposito dell’ipotizzato antisemitismo di Coughlin, va detto che in tutto questo libro i banchieri «internazionalisti» non vengono mai identificati come ebrei o con una prevalenza giudaica; i Rothschild sono citati solo due volte, per le loro opinioni di banchieri e senza giudizi su di loro.
La cruciale distinzione tra il capitalismo «onesto» e quello «moderno», si può tradurre come capitale prima e dopo la finanziarizzazione e questo suggerisce un confronto tra Coughlin e Marx.
Il giudizio del pensatore cattolico è chiaro: «Karl Marx ha mai attaccato i privilegi della creazione di denatro privato e i banchieri internazionali? No, il suo intero sistema non propone l’abolizione del potere illecito di creare e distruggere il denaro privato, bensì il suo consolidamento sotto un sistema di completo dominio economico politico e religioso sul mondo intero da parte di pochi internazionalisti» (p. 105).
La cruciale distinzione tra il capitalismo «onesto» e quello «moderno», si può tradurre come capitale prima e dopo la finanziarizzazione e questo suggerisce un confronto tra Coughlin e Marx
Per esaminare il percorso intellettuale di Marx, va detto che egli poteva studiare solo il capitalismo produttivo («onesto», cioè prima della involuzione finanziaria) , e che, poiché ne vedeva l’epicentro spostarsi negli Stati Uniti, stanco di attendere invano la rivoluzione socialista in Europa, pensò di spostarvi la sua Prima Internazionale. Ma fu dal suo «intero sistema» che derivò la prima analisi del processo di finanziarizzazione, Il capitale finanziario (terza edizione italiana, Feltrinelli, 1976), di Rudolf Hilferding (geniale come teorico, mediocre come ministro dell’economia di Weimar).
Ma l’Internazionale fu sciolta, e negli Stati Uniti il marxismo non attecchì, forse vi è più vivo oggi, a livello accademico, se non politico: si veda come esemplare Per un nuovo socialismo e una reale democrazia – Come essere anticapitalisti nel XXI secolo (edizione italiana Punto Rosso 2018) di Elik Olin Wright , di orientamento marxista.
L’anticapitalismo di destra di Coughlin, con La dottrina della democrazia, la dottrina dell’americanismo, non riuscì a fermare sul nascere l’ascesa delle grandi multinazionali che Coughlin aveva profeticamente individuato in tutta la loro pericolosità. E a mettere fuori gioco lo straordinario sacerdote apostolo della Dottrina Sociale fu Roosevelt con l’appoggio e l’intervento determinante del Vaticano.
Per impedire che si realizzassero gli obiettivi di Roosevelt, il sacerdote fu tra i fondatori , con Charles Lindbergh e il senatore Wheeler, dei comitati «America First»
Il riformismo moderato del New Deal aveva esaurito il rilancio dell’economia americana nel 1937. Il secondo mandato di Roosevelt si imperniò dunque sul riarmo, sulla trasformazione in quello che egli definiva «arsenale della democrazia», nella preparazione alla guerra. Coughlin la previde, e ripose molte sue speranze in Long, protettore dei «bianchi poveri» del Sud post-schiavista; per impedire che si realizzassero gli obiettivi di Roosevelt, il sacerdote fu tra i fondatori , con Charles Lindbergh e il senatore Wheeler, dei comitati «America First» (slogan che sarebbe stato ripreso con successo, oltre mezzo secolo dopo, da Donald Trump, che da presidente, per la sua condiscendenza ai banchieri, avrebbe certamente deluso il nostro autore, come lo aveva deluso Roosevelt).
Si assiste, nel 1941, al paradosso di un Paese che entra in guerra per difendere democrazia e libertà di parola nel mondo intero e, intanto, la mutila in casa propria. Fu vietato a Coughlin di parlare alla radio, mentre lo ascoltavano milioni di persone. Per farlo tacere Roosevelt fece ricorso ai suoi contatti col mondo cattolico, lui che pure era radicalmente protestante. Cercò di esercitare pressioni sull’arcivescovo di Detroit Michael Gallagher, che però difese strenuamente il proprio sacerdote.
Poi, nel 1939 divenne arcivescovo di New York Francis Joseph Spellman, un sacerdote che aveva lavorato a Roma alla Segreteria di Stato, dove era diventato amico del cardinale Pacelli. Una volta salito al soglio Pontificio, Pio XII tra le primissime nomine fece arcivescovo di New York e quindi cardinale Spellman, che era su posizioni conservatrici, affini a quelle del Santo Padre.
Fu vietato a Coughlin di parlare alla radio, mentre lo ascoltavano milioni di persone. Per farlo tacere Roosevelt fece ricorso ai suoi contatti col mondo cattolico, lui che pure era radicalmente protestante
Spellman fu usato da Roosevelt, con il quale entrò subito in buoni rapporti, contro padre Coughlin. L’obiettivo era chiudergli la bocca. Il Presidente non poteva sopportare le critiche che gli venivano fatte esplicitamente attraverso la radio e gli scritti di Padre Charles. Coughlin doveva essere messo a tacere, possibilmente allontanato anche dallo stato sacerdotale.
Alla fine del 1939 Spellman, sempre più vicino a Roosevelt, venne nominato dal Vaticano Responsabile dei cattolici delle Forze Armate degli Stati Uniti. Molto spesso lasciava la sua diocesi per stare in mezzo ai Berretti Verdi.
L’asse Roosevelt-Spellman-Roma schiantò Coughlin. L’occasione fu il pensionamento dell’arcivescovo Gallagher, che sempre aveva difeso Padre Charles, che venne sostituito da un uomo di Spellman, monsignor Mooney. A quel punto Coughlin poteva essere colpito e affondato per autorità del suo diretto superiore ecclesiastico. Così, nell’arco di poco tempo, gli fu impedito di parlare alla radio, di scrivere, di partecipare ad attività sociali. Fu confinato nel suo Santuario del Piccolo Fiore. E fu fortunato a non subire altri provvedimenti canonici (il sogno di Roosevelt era la riduzione allo stato laicale) solo perché con grande umiltà e obbedienza accettò di essere solo un semplice, umile parroco di una remota parrocchia del Michigan, fino a quando si ritirò nel 1966.
L’asse Roosevelt-Spellman-Roma schiantò Coughlin. Fu la fine del movimento della Social Justice. La fine del sogno di Coughlin di permeare l’anticapitalismo di destra di valori cristiani. Il sogno di fermare il nuovo capitalismo finanziario rampante
Fu la fine del movimento della Social Justice. La fine del sogno di Coughlin di permeare l’anticapitalismo di destra di valori cristiani. Il sogno di fermare il nuovo capitalismo finanziario rampante. Padre Charles si era chiesto: «queste fasi del processo di liquidazione delle Banche della Federal Reserve sono in armonia con la dottrina cristiana?». E aveva risposto: «Sì, seguono l’esempio di Cristo che rovescia i banchi dei cambiavalute e li scaccia dal Tempio. La giustizia sociale cristiana esige che a questi cambiavalute venga restituito solo quello che hanno elargito». (p. 153).
Ma il nostro aveva avvertito sin dall’inizio: «Se, da un lato, tutti gli uomini hanno diritto a pari opportunità, dall’altro non tutti hanno diritto allo stesso compenso e alla stessa ricchezza personale, poiché alcuni lavorano più duramente e in modo più intelligente di altri. Alcuni sono pigri e propensi a spendere senza misura» (p. 29).
Il fatto è che scrivendo Il denaro! Domande e risposte il filosofo cristiano non tenne conto del fatto che chi lavora più e meglio degli altri, spesso lo ritiene motivo sufficiente per spingersi ad «attività criminali» nei confronti di questi «altri».
«Queste fasi del processo di liquidazione delle Banche della Federal Reserve sono in armonia con la dottrina cristiana? Sì, seguono l’esempio di Cristo che rovescia i banchi dei cambiavalute e li scaccia dal Tempio. La giustizia sociale cristiana esige che a questi cambiavalute venga restituito solo quello che hanno elargito»
E il Vaticano darà loro ragione, censurando Coughlin e costringendolo a ritirarsi in una parrocchia isolata e a esercitarvi il suo sacerdozio fino alla morte.
Ma il libro dedicato «al popolo oppresso d’America» gli sopravvisse, così come la sua testimonianza esemplarmente dignitosa e coraggiosa.
Paolo Gulisano
Articolo previamente apparso su Ricognizioni.
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Economia
La Cina smette «completamente» di acquistare gas dagli Stati Uniti

La Cina ha «completamente» bloccato le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti per oltre dieci settimane, estendendo la guerra commerciale tra Pechino e Washington alla cooperazione energetica. Lo riporta il Financial Times, citando i dati sulle spedizioni.
Nel contesto dell’escalation delle tensioni commerciali, la Cina ha imposto dazi sugli idrocarburi statunitensi – fino al 99% – di fatto escludendoli dal mercato cinese. La situazione di stallo con la Cina si inserisce in una più ampia campagna statunitense mirata a diversi paesi. Mentre la maggior parte dei dazi è stata sospesa per 90 giorni, la Cina è stata esclusa e si trova ad affrontare dazi totali fino al 145%. Per ritorsione, Pechino ha imposto dazi del 125% sui beni statunitensi e ha ridotto le esportazioni di minerali chiave ad alta tecnologia.
Da febbraio, quando una petroliera GNL da 69.000 tonnellate proveniente da Corpus Christi, Texas, è arrivata nella provincia del Fujian, la Cina non ha ricevuto più GNL, segnalando un brusco crollo del commercio energetico, ha affermato il giornale, citando operatori di commercio di energia con sede in Cina.
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Una seconda petroliera è stata dirottata verso il Bangladesh dopo non essere arrivata prima che la Cina imponesse una tariffa del 15% sul GNL statunitense il 10 febbraio. Da allora, la tariffa è stata aumentata al 49%, rendendo il GNL statunitense troppo costoso per gli acquirenti cinesi nel prossimo futuro.
Aziende cinesi come PetroChina e Sinopec hanno firmato 13 contratti GNL a lungo termine con terminali statunitensi, alcuni dei quali dureranno fino al 2049, secondo Kpler. Gli accordi sono stati cruciali per il lancio di importanti progetti GNL statunitensi. Tuttavia, gli sviluppatori, a quanto pare, stanno ora cercando di rinegoziare i termini a causa dell’inflazione e dei costi legati alle tariffe.
Secondo quanto riferito, Pechino avrebbe anche tagliato del 90% gli acquisti di greggio americano a causa della guerra dei dazi. Secondo il quotidiano finanziario britannico, lo scontro con gli Stati Uniti potrebbe rafforzare i già fiorenti legami energetici della Cina con la Russia, mettendo in dubbio la massiccia espansione dei terminali GNL multimiliardari negli Stati Uniti e in Messico.
All’inizio di questa settimana, l’ambasciatore cinese in Russia ha dichiarato che Pechino è pronta ad aumentare le importazioni di GNL russo.
«So per certo che ci sono molti acquirenti. Molti di loro stanno chiedendo all’ambasciata di aiutarli a stabilire contatti con i fornitori russi, quindi credo che ci saranno sicuramente più importazioni», ha detto Zhang Hanhui ai giornalisti. Ha aggiunto che i due Paesi hanno discusso del progetto del gasdotto «Power of Siberia-2» dalla Russia alla Cina. Il percorso, tuttavia, non è ancora stato finalizzato.
La Russia è diventata il terzo fornitore di GNL della Cina, dopo Australia e Qatar. Lo scorso anno, la Cina è stata il principale acquirente di GNL russo in Asia, importandone 7 milioni di tonnellate.
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Immagine di -EZEK via Flickr pubblicata su licenza CC BY-ND 2.0
Cina
Xi Jinping in Vietnam: firmati quasi 40 accordi contro i dazi USA

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Economia
Il prossimo cancelliere dice ai tedeschi: preparatevi ad un calo di reddito

Il cancelliere entrante della Germania, Friedrich Merz, ha riconosciuto che molti cittadini potrebbero vedere diminuire i propri stipendi netti durante il mandato del suo governo a causa dell’aumento dei contributi previdenziali e dell’incerta agevolazione fiscale.
In un’intervista rilasciata domenica al tabloid Bild, Merz ha espresso preoccupazione per il fatto che l’aumento dei costi dei sistemi pensionistici, sanitari e di assistenza a lungo termine in Germania stia superando le riforme e intaccando i redditi delle famiglie.
«Purtroppo, è proprio questa la tendenza», ha detto Merz. «Non siamo riusciti ad attuare le riforme necessarie negli ultimi 30 anni».
Alla domanda se i cittadini potrebbero ritrovarsi con un reddito disponibile inferiore, Merz ha risposto: «Dalla prospettiva odierna, questi timori non sono certamente infondati. Ma sarà nostro compito dissiparli e fare la cosa giusta affinché alla fine di questa legislatura la gente possa dire: stiamo meglio di prima».
Secondo Merz, l’accordo di coalizione tra i suoi cristiano-democratici (CDU/CSU) e i socialdemocratici (SPD) include la decisione di mantenere la garanzia pensionistica, che assicura che la pensione di un cittadino non possa scendere al di sotto di una soglia fissa, fino al 2031.
Merz ha tuttavia segnalato che la coalizione cercherà di attuare riforme della sanità e dell’assistenza a lungo termine nei prossimi anni, il che dovrebbe comportare costi più elevati per le famiglie.
Nel frattempo, Merz ha confermato che la CDU/CSU e la SPD non sono ancora riuscite a trovare un accordo su un pacchetto di agevolazioni fiscali per i lavoratori, ma ha osservato che la coalizione si è impegnata a ridurre le imposte sulle società.
Alla domanda se il suo partito avesse infranto le promesse fatte durante la campagna elettorale riguardo al «freno al debito», Merz ha riconosciuto le critiche. Mentre la CDU aveva precedentemente sostenuto il mantenimento di una norma costituzionale che limitasse l’indebitamento pubblico, dopo le elezioni il blocco di Merz e la SPD hanno proposto un pacchetto di spesa da 1.000 miliardi di euro, finanziato dal debito, per investire in difesa e infrastrutture.
«Lo capisco. Questo pacchetto di debito può essere giustificato solo se lo combiniamo con le riforme di cui abbiamo realmente bisogno in Germania. E penso che abbiamo scritto le cose giuste nell’accordo di coalizione», ha detto.
Si prevede che Merz venga formalmente confermato cancelliere nelle prossime settimane, mentre proseguono i negoziati con la SPD per formare un governo di coalizione. Le sue dichiarazioni giungono mentre un recente sondaggio IPSOS indica il sostegno pubblico al suo blocco CDU/CSU al 24%, con il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD) che lo supera dell’1%.
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Come riportato da Renovatio 21, il Merz due mesi fa, dopo la vittoria elettorale, ha dichiarato che Berlino deve divenire indipendente dagli USA. Parte del suo partito democristiano CDU vuole dimettersi dai suoi ruoli in segno di protesta contro il mancato mantenimento delle promesse fatte prima delle elezioni.
Ricordiamo, tra le sue promesse fatte di recente, l’esclusione dell’arma atomica.
Due settimane fa è emerso che politici tedeschi come il CDU Michael Kretschmer stanno chiedendo la ripresa del gas russo.
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Immagine di Sandro Halank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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