Connettiti con Renovato 21

Spirito

«La chiesa conciliare è una chiesa scismatica». Mons. Viganò riprende la parole di mons. Lefebvre

Pubblicato

il

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò riprese su X le parole di monsignor Marcel Lefebvre (1905-1992) riguardo allo stato della chiesa romana dopo il Concilio Vaticano II.

 

«La chiesa conciliare è una chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi».

 

Il vescovo francese scrisse queste parole il 29 giugno 1976, all’altezza della sospensione a divinis inflittagli da Papa Paolo VI.

 


Sostieni Renovatio 21

Come riporta l’articolo del vaticanista Aldo Maria Valli condiviso da monsignor Viganò, monsignor Lefebvre continuò il discorso dando ampie e precise spiegazioni della sua posizione.

 

«Questa Chiesa conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento principi opposti a quelli della Chiesa cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa».

 

«Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche. La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa cattolica».

 

In altre occasioni monsignor Viganò si è appellato al pensiero e l’opera di monsignor Lefebvre, ricordandolo a 33 anni dalla scomparsa lo scorso marzo come «vero confessore della Fede».

 

«Il 25 Marzo 1991 l’arcivescovo Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, concludeva il suo pellegrinaggio terreno. Sono trascorsi da allora trentatré anni, e mai come oggi comprendiamo quanto importante sia stato il suo impegno e il suo zelo apostolico – da vero Confessore della Fede – nella difesa del Sacerdozio cattolico e della Messa di sempre».

 

«Se oggi la Messa Apostolica è conosciuta e celebrata nel mondo lo dobbiamo a lui, così come dobbiamo a lui la denuncia di quegli errori esiziali del Concilio Vaticano II che sono alla base dell’apostasia presente. Verrà il giorno in cui le Autorità della Chiesa – non più eclissate dalla setta di eretici che la infesta sino al vertice – gli tributerà i pubblici onori che la Corte celeste già gli riconosce nella gloria eterna del Cielo».

 

L’arcivescovo lombardo ha ricordato l’esempio di monsignor Lefebvre citandolo nella sua risposta alla «scomunica» ricevuta dal Dicastero per la Dottrina della Fede di Tucho Fernandez.

 

«Cinquant’anni fa, in quello stesso Palazzo del Sant’Uffizio, l’Arcivescovo Marcel Lefebvre venne convocato e accusato di scisma per aver rifiutato il Vaticano II».

 

«La sua difesa è la mia, le sue parole sono le mie, miei sono i suoi argomenti dinanzi ai quali le Autorità romane non hanno potuto condannarlo per eresia, dovendo aspettare che consacrasse dei Vescovi per avere il pretesto di dichiararlo scismatico e revocargli la scomunica quando ormai era morto».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Jim, the Photographer e Stv26 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata, rimodificata ed estesa digitalmente 

Continua a leggere

Spirito

Immagini della FSSPX al pellegrinaggio di Chartes

Pubblicato

il

Da

Per la terza, i pellegrini sono partiti proprio all’alba. A differenza dei due giorni precedenti, sono stati i bambini a lasciare per primi il bivacco, verso le 6 del mattino, per prendere gli autobus che li avrebbero portati al punto di partenza. Poco dopo, la colonna di adulti e adolescenti ha seguito l’esempio, con la regione Poitou-Charentes in testa.  

Indispensabili, agiscono nell’ombra

Senza di loro, il pellegrinaggio non esisterebbe: questi sono i volontari. Diverse centinaia di persone in paramenti variopinti che lavorano giorno e notte per tre giorni – e molto di più – per aiutare i pellegrini: trasportando borse, montando le tende, cucinando, mantenendo pulito il bivacco e così via.   Come eroi leggendari, operano nell’ombra. Mentre gli ultimi pellegrini se ne vanno, Trou Moreau pullula di volontari che stanno riordinando il luogo. Per evitare di interrompere il pellegrinaggio, il tempo stringe, ma né la stanchezza né il carico di lavoro possono smorzare il buonumore dei volontari!  

Pellegrini da tutto il mondo

Domenica pomeriggio, le due colonne si sono incontrate all’ippodromo di Longchamp. Il programma prevedeva un meritato pranzo, seguito dalla preparazione del corteo. Gli organizzatori hanno approfittato di questa pausa per offrire una piccola dedica ai pellegrini stranieri.   «Quest’anno sono arrivati ​​200 pellegrini dalla Germania, 200 dalla Svizzera e 200 dai Paesi del Benelux. Abbiamo anche 40 irlandesi, 12 inglesi, 10 polacchi, 2 americani, 2 spagnoli, uno scozzese, un cileno e un seminarista keniota», ha annunciato l’oratore tra un fragoroso applauso.   Il pellegrinaggio ha registrato anche 500 partecipanti in più rispetto al 2024 e lo scorso anno ne aveva già registrati 1.500 in più rispetto all’anno precedente, segno di una fede e di una devozione rinnovate.  

La tradizionale processione per le vie di Parigi

Dopo la pausa pranzo, i pellegrini, ai quali si unirono numerose famiglie e numerosi passeggiatori, si rimisero coraggiosamente in cammino verso l’ultima tappa di questo pellegrinaggio: prossima tappa, Place Vauban, per la solenne messa di chiusura del pellegrinaggio.   Al ritmo della fanfara, l’interminabile colonna avanza nella capitale sotto lo sguardo stupito, e a volte meravigliato, dei passanti. In testa, le truppe scout seguite dai lupetti, dai lupetti e dalle guide, poi i gruppi dei bambini e, infine, la colonna degli adulti si unisce agli Invalides recitando il rosario.   Trocadéro, Pont de l’Alma e, naturalmente, la Torre Eiffel, la colonna è entrata in Place Vauban intorno alle 16:00, applaudita dai servizi di sicurezza. Poi è iniziata la messa solenne, celebrata da Padre Peignot.     Al termine della Messa, dopo la consacrazione del distretto di Francia al Sacro Cuore di Gesù, i pellegrini sono invitati a continuare il loro apostolato «per la nostra madre la Santa Chiesa», dando appuntamento con loro l’anno prossimo, ma prima ancora a Roma per il giubileo del prossimo agosto!   Articolo apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
  Immagine da FSSPX.News  
Continua a leggere

Spirito

Rombo di tuono sul Monte Sinai

Pubblicato

il

Da

Dopo quindici secoli di turbolenta esistenza, il Monastero di Santa Caterina, incastonato nel cuore dell’aspro territorio del Monte Sinai, ha visto le sue sorti cambiare ancora una volta. Questo luogo di culto della cristianità ha appena perso la sua autonomia amministrativa.

 

Con una sentenza emessa il 28 maggio 2025 dal tribunale di Ismailia (Egitto), i suoi beni sono stati confiscati a beneficio dello Stato egiziano, scatenando un’ondata di preoccupazioni sul futuro di questo santuario e della comunità monastica che lo abita.

 

Fondato nel VI secolo sotto l’egida dell’imperatore Giustiniano, il monastero di Santa Caterina è sopravvissuto ai secoli, resistendo al tumulto di guerre, conquiste e persecuzioni. La sua longevità è in parte dovuta al suo status di Waqf, che designa un luogo sacro protetto dalla tradizione coranica, che gli ha fatto guadagnare il rispetto dei beduini del deserto del Sinai.

Sostieni Renovatio 21

Patrimonio dell’umanità UNESCO, questo gioiello custodisce tesori inestimabili: icone antiche, manoscritti rari, reliquie sacre e una biblioteca eccezionalmente ricca. Fino a poco tempo fa, questi beni erano amministrati da una comunità di venti monaci, membri del Patriarcato greco di Gerusalemme (non unito a Roma), che godevano di un’autonomia pressoché assoluta.

 

Questo privilegio, frutto di una lunga tradizione, garantiva la conservazione spirituale e materiale del monastero, conferendogli al contempo un’aura di indipendenza rara in una regione segnata da sconvolgimenti. Il verdetto del tribunale di Ismailia, pronunciato il 28 maggio 2025, ha posto bruscamente fine a questa autonomia. I beni del monastero sono ora sotto il controllo dello Stato egiziano.

 

I monaci, custodi secolari di questo luogo, sono soggetti a severe restrizioni: il loro accesso ad alcuni edifici è limitato e la loro presenza è tollerata solo per scopi religiosi, secondo le condizioni dettate dalle nuove autorità pubbliche. Questa decisione giunge in un contesto regionale già travagliato, dove si intrecciano tensioni religiose e politiche.

 

I monaci, in una dichiarazione segnata da gravità, parlano di una «espulsione di fatto» dal loro monastero. Questa confisca, lungi dall’essere un evento isolato, è il culmine di una lunga battaglia legale. Per diversi anni, lo Stato egiziano ha cercato a intermittenza di porre il monastero sotto la sua autorità.

 

Questa offensiva, iniziata sotto il governo dei Fratelli Musulmani, si è intensificata, rivelando complesse lotte di potere all’interno dell’apparato statale egiziano.

 

Alcuni analisti la vedono come l’influenza di uno «Stato profondo», in cui fazioni, talvolta legate a gruppi salafiti, sfuggono al controllo del presidente Abdel Fattah Sisi. Quest’ultimo, nonostante la sua immagine di uomo forte, sembra incapace di frenare queste dinamiche interne, il che indebolisce ulteriormente la posizione del monastero.

 

La confisca avviene in un contesto geopolitico teso. Il Sinai è teatro di operazioni da parte di gruppi jihadisti che hanno minacciato il sito con attacchi. La decisione del tribunale indebolisce anche la posizione del monastero nelle controversie civili, in particolare quelle relative alle rivendicazioni di usucapione, in cui terzi cercano di appropriarsi di terreni o proprietà.

Aiuta Renovatio 21

Inoltre, esacerba le tensioni diplomatiche tra Egitto e Grecia, quest’ultima percepisce la misura come un attacco al patrimonio ellenico e ortodosso. La reazione della Grecia, profondamente legata al patrimonio ortodosso del Monte Sinai, è stata particolarmente forte.

 

L’ arcivescovo di Atene (non cattolico), Ieronymos, ha espresso la sua indignazione in termini toccanti: «non voglio e non posso credere che l’ellenismo e l’ortodossia stiano oggi vivendo una nuova “conquista” storica». Per lui, il monastero di Santa Caterina, «faro spirituale dell’ortodossia e dell’ellenismo», si trova di fronte a una minaccia esistenziale.

 

Ma non dobbiamo illuderci: la deplorevole decisione dello Stato egiziano è anche una lontana conseguenza di questo status di autocefalia coltivato dall’Ortodossia. Rifiutando l’unità romana, queste «Chiese» – da una prospettiva puramente politica – si sono indebolite e si sono messe nelle mani dei poteri locali. Nel bene e nel male…

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Berthold Werner via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic

 

Continua a leggere

Spirito

Immagini dalla processione tradizionalista Parigi-Chartres 2025. Il vescovo dice ai 20 mila fedeli che Leone XIV «prega per ogni pellegrino»

Pubblicato

il

Da

Anche quest’anno, come l’anno scorso, diecine di migliaia di cattolici tradizionalisti hanno marciato da Parigi sino alla cattedrale di Chartres, evento che si pone come il maggiore per il mondo tradizionista, con fedeli che arrivano da tutta Europa e tutto il mondo.   Accogliendo i quasi 20.000 fedeli in pellegrinaggio alla cattedrale di Chartres, in occasione della Santa Messa in rito antico, il vescovo diocesano ha informato il gruppo delle preghiere di papa Leone XIV per tutti i pellegrini, senza tuttavia indicare se il messaggio del papa fosse rivolto specificamente ai partecipanti al pellegrinaggio a Chartres. Lo riporta LifeSite.   Lunedì pomeriggio, il tradizionale pellegrinaggio di massa di dimensioni record organizzato da Notre Dame de Chrétienne è arrivato alla cattedrale di Chartres, concludendo l’escursione del fine settimana dalla chiesa di Saint-Sulpice a Parigi, iniziata sabato mattina.   «Sappiamo che Papa Leone prega affinché ogni pellegrino possa vivere un incontro personale con Cristo», ha detto il vescovo Philippe Christory ai pellegrini prima della messa celebrata lunedì all’interno dell’antica cattedrale.  

Sostieni Renovatio 21

 
  Christory non ha specificato alcun messaggio particolare del Papa ai pellegrini di Chartres, lasciando poco chiaro se si riferisse alle preghiere di Leone per i pellegrini in generale durante l’attuale Anno Giubilare o se ci fosse un messaggio specifico per il pellegrinaggio di Chartres.   L’edizione di quest’anno del pellegrinaggio annuale con Messa in latino ha registrato un altro record di partecipanti, con oltre 19.000 persone che hanno partecipato al cammino. Grazie all’enorme numero di giovani e famiglie, si stima che l’età media sia di circa 20 anni.          

Iscriviti al canale Telegram

 
A causa in parte dell’attuazione da parte del Vaticano delle restrizioni imposte da papa Francesco alla messa tradizionale, si era temuto che la consolidata tradizione di celebrare la messa conclusiva nella cattedrale potesse essere ridotta; tuttavia, gli organizzatori del pellegrinaggio hanno chiarito che l’evento si sarebbe svolto normalmente all’inizio della primavera.  
   

Aiuta Renovatio 21

 
  Il vescovo Athanasius Schneider, ha celebrato la Santa Messa della domenica di Pentecoste durante il pellegrinaggio tradizionalista.   «Cosa significa essere cristiani, essere cattolici? Significa che Cristo è il Re della mia vita. Significa non vergognarsi mai di confessare Cristo e la verità della fede cattolica. Significa osservare i comandamenti di Dio, con l’aiuto della sua grazia, la purezza dell’anima e la castità del corpo, il perdono reciproco e l’instancabile carità verso il prossimo» ha affermato monsignor Schneider nella sua omelia.  

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, a dicembre dell’anno scorso si era avuto lo strano caso di un politico protestante dell’Irlanda del Nord – Jim Shannon, membro del Partito Unionista Democratico dell’Irlanda del Nord per Strangford (cioè, i protestanti da secoli in lotta con i cattolici), nella contea di Down – che ha chiesto al governo britannico nella Camera dei Comuni se sarebbe intervenuto presso la Santa Sede in merito al futuro del pellegrinaggio della messa in latino a Chartres, dopo che erano state sollevate preoccupazioni circa il fatto che sarebbe stato soggetto a restrizioni.   Non sappiamo se l’onorevole Shannon fosse alla processione di quest’anno, ma certo avrebbero dovuto invitarlo con estremo calore.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine da Twitter
Continua a leggere

Più popolari