Spirito
Il cardinale Burke parla dell’«abbandono pratico della salvezza in Cristo» nella Chiesa e nella società
Il cardinale Raimondo Leone Burke ha lanciato un allarme contro «l’abbandono pratico della salvezza in Cristo» e «la tanta infedeltà» nella Chiesa cattolica e nella società. Lo riporta LifeSite.
«Oggi, nella società e nella Chiesa, siamo testimoni di tanta infedeltà, dell’abbandono pratico della salvezza in Cristo e della ricerca della felicità nelle cose del mondo, della felicità dove non si può mai trovare», ha scritto in un recente post su X l’ex prefetto della Segnatura Apostolica, il più alto tribunale della Chiesa cattolica.
Il cardinale Burke ha sottolineato che l’infedeltà a Cristo porta alla confusione e a mali sociali come la violenza.
«Tale infedeltà genera divisione, errore e violenza», ha detto. «Conduce all’alienazione da Dio e dal prossimo, all’isolamento e alla desolazione di un cuore sprezzante della maternità spirituale del Cuore Immacolato di Maria e ribelle di fronte al Cuore gloriosamente trafitto di Gesù».
“Today, in society and in the Church, we are witnesses to so much infidelity, to the practical abandonment of salvation in Christ and the pursuit of happiness in the things of the world, the pursuit of happiness where it can never be found. Such infidelity breeds division, error,… pic.twitter.com/muYtM9gFtt
— Cardinal Burke (@cardinalrlburke) September 18, 2024
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Il suo post si è concluso esortando le persone a unirsi alla sua novena di nove mesi alla Madonna di Guadalupe, che implora la sua «intercessione contro l’oscurità e il peccato che sempre più avvolgono il mondo e minacciano la Chiesa» e per la conversione quotidiana della vita a Gesù.
La novena, a cui ci si può unire in qualsiasi momento, può essere trovata qui. Le immagini di preghiera e i poster della novena possono essere trovati qui.
Il post del cardinale Burke è arrivato pochi giorni dopo che papa Francesco aveva affermato che «ogni religione è una via per arrivare a Dio», apparentemente negando che il cattolicesimo sia l’unica vera religione e che Gesù Cristo sia la via universale di salvezza (Gv 14, 6).
Le diverse religioni «sono come lingue diverse per arrivare a Dio», ha detto Francesco a un evento interreligioso a Singapore. «Sikh, musulmano, indù, cristiano: sono percorsi diversi».
I commenti di Bergoglio contraddicono la fede cattolica, che professa che la Chiesa cattolica è necessaria per la salvezza e che Gesù Cristo è l’unico Mediatore di salvezza per tutta l’umanità, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica. La Chiesa condanna l’errore dell’indifferentismo e la falsa idea che «una religione vale l’altra».
I commenti di Papa Francesco hanno incontrato forti critiche da parte di prelati come il vescovo Joseph Strickland , ex vescovo di Tyler, Texas, e il vescovo Marian Eleganti, ex vescovo ausiliare di Coira, Svizzera. Tuttavia, Francesco ha continuato a disprezzare l’insegnamento cattolico, affermando la scorsa settimana che le diverse «identità religiose» sono «un dono di Dio».
In una recente omelia, il cardinale Burke ha lamentato «la ribellione all’interno della Chiesa stessa, nell’apostasia da Cristo, dalla Tradizione apostolica» e ha invitato i cattolici a «trasformare la situazione del mondo e della Chiesa superando nelle nostre vite ogni peccato e oscurità, rivolgendoci quotidianamente a Cristo e cercando di seguirlo con tutto il nostro cuore», riecheggiando la sua novena alla Madonna di Guadalupe.
Il cardinale ha affermato in un’intervista a EWTN Live che oltre 150.000 persone si sono ufficialmente iscritte per pregare la novena, che è stata tradotta in 11 lingue, e che «800.000 visitano il nostro sito web».
«In questa situazione, che sembra apocalittica – sembra che stiamo solo affondando sempre più nell’oscurità e nel peccato – le persone stanno ricevendo la grazia della speranza attraverso questa preghiera», ha detto nell’intervista. «Ecco perché ho deciso che dovrebbero essere nove mesi. La situazione è tale che bisogna entrare il più profondamente possibile».
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La novena si concluderà con un atto di consacrazione presso il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe del cardinale Burke a La Crosse, nel Wisconsin, il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe, «che significa che le nostre vite continueranno a essere vite sotto la cura, la protezione e la direzione di Nostra Signora di Guadalupe», ha affermato il prelato.
Come riportato da Renovatio 21, in un messaggio della settimana scorsa il cardinale americano si chiedeva se «sono questi i tempi ultimi» rispondendosi che «sembra proprio di sì».
Come riportato da Renovatio 21, Burke è stato attaccato varie volte da Bergoglio, sia perché critico del Sinodo che per la scelta di non vaccinarsi, per la quale il gesuita argentino sembra averlo preso pure in giro malvagiamente dopo l’ospedalizzazione dello statunitense. Francesco ha inoltre manovrato per togliere stipendio ed appartamento al cardinale.
Il cardinale Burke fu tra i protagonisti del convegno organizzato a Roma da Renovatio 21 nel marzo 2019 «Fede, Scienza e Coscienza», dove si trattò – prima della pandemia – del tema dei vaccini prodotti con feti abortiti.
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Spirito
Nuovi cardinali: Papa Francesco affronta la tentazione del conclave
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Geopolitica
Bergoglio incontra privatamente Zelens’kyj
Bergoglio ha incontrato in Vaticano il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, segnando il loro terzo incontro da maggio 2023.
Venerdì mattina presto, il grande corteo di Zelensky lo ha condotto attraverso Roma per un’udienza privata con Papa Francesco.
La visita, durata 35 minuti, era stata annunciata dal Vaticano il 9 ottobre. È il secondo incontro di persona tra Francesco e Zelens’kyj quest’anno: si erano già incontrati durante l’evento del G7 ospitato dall’Italia a giugno.
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In una leggera deviazione dai normali dettagli sommari rilasciati dal Vaticano sulle visite dei capi di stato, il comunicato stampa riguardava solo la conversazione di Zelensky con il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il ministro degli esteri, l’arcivescovo Richard Gallagher. Non sono stati forniti dettagli sulla conversazione del Bergoglio con lo Zelens’kyj.
«I colloqui in Segreteria di Stato sono stati dedicati allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando ad una pace giusta e stabile nel Paese» si legge nel comunicato stampa della Santa Sede. «Inoltre, sono state esaminate anche alcune questioni relative alla vita religiosa nel Paese».
Dopo l’incontro, il presidente ucraino ha pubblicato online che «la questione del rientro a casa del nostro popolo dalla prigionia è stata il tema principale del mio incontro con Papa Francesco».
«Contiamo sull’assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini fatti prigionieri dalla Russia», ha aggiunto.
For all of us in Ukraine, the issue of captured and deported people remains incredibly painful. These are adults and children, many civilians who are now held in prisons and camps in Russia.
Yesterday, it was reported that Ukrainian journalist Viktoria Roshchyna died in Russian… pic.twitter.com/9AECwB6ncY
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) October 11, 2024
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Sono degne di nota le discussioni di Zelens’kyj con Parolin e Gallagher sulla vita religiosa in Ucraina, poiché la religione ha rappresentato un importante elemento latente dell’attuale conflitto nella regione.
Come riportato da Renovatio 21, il regime di Kiev sta perseguitando la Chiesa Ortodossa Ucraina canonica (UOC), arrestando e condannando i suoi preti e vescovi, privandoli della cittadinanza, proibendo le preghiore in russo, assediando con i militari i luoghi di culto facendoli sgombrare dall’antico monastero della Lavra. Bergoglio aveva in passato fatto un timido appello per i monaci di Kiev, a quanto pare inascoltato, o sommerso dalle velleità diplomatiche della nuova Santa Sede, che pure in assenza dell’antico prestigio e potere diplomatico, vorrebbe portare Mosca e Kiev ad un negoziato, ricevendo plateali porte in faccia pure quando ospita Zelens’kyj presso il Sacro Palazzo.
Ad agosto, papa Francesco aveva condannato pubblicamente la decisione del governo Zelens’kyj di vietare le attività della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC) nel Paese, accusata dal governo ucraino di essere un mezzo utilizzato dalla Russia per spiare il Paese.
In precedenza, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) aveva criticato il governo ucraino per aver fatto irruzione nelle proprietà della Chiesa ortodossa ucraina e per aver arrestato alcuni membri del suo clero a causa dei precedenti legami ufficiali della chiesa con il Patriarcato di Mosca.
Poi, nel dicembre 2023, l’ufficio comunicazioni della Chiesa greco-cattolica ucraina (UGCC) ha riferito che le autorità russe hanno vietato la chiesa nella regione occupata di Zaporizhzhia. I russi avrebbero anche vietato i Cavalieri di Colombo e l’organizzazione Caritas cattolica.
Parlando con Bergoglio all’inizio di questa settimana, alla vigilia della visita di Zelens’kyj, l’arcivescovo maggiore di Kiev, monsignor Sviatoslav Shevchuk, ha informato il pontefice sulla situazione attuale in Ucraina. Ha aggiunto che Zelens’kyj considera il papa una «voce e un’autorità morale globale», forse dimenticando gli insulti fatti piovere da un consigliere del presidente ucraino sul vertice della Chiesa cattolica e sul cristianesimo tutto qualche mese fa: Mikhailo Podolyak è arrivato a definire il papa uno «strumento della propaganda russa» che «ingannerrebbe l’Ucraina».
Va ricordatoBergoglio aveva pure baciato pubblicamente, durante un’udienza dello scorso anno, la bandiera di una «centuria» del golpe di Maidan.
Tornando dal viaggio apostolico a Budapest, dove Bergoglio aveva incontrato il metropolita ortodosso Ilarione, religioso di vedute moderniste (e sfrenatamente vacciniste) allontanato dalla gerarchia centrale del Patriarcato di Mosca, aveva millantato ai giornalisti chissà quali manovre dietro le quinte per risolvere il conflitto in corso. All’epoca ci sembrarono vanterie e fandonie improvvisate, e non possiamo ora che confermare la nostra impressione.
Ci fu poi la visita, fatta in maglioncino con simboli banderisti, di Zelens’kyj presso la Santa Sede nel suo tour romano, dove ha potuto abbracciare la Meloni, Mattarella e Bruno Vespa. Dal papa, ricorderete tutti, Zelens’kyj si contraddistinse per una boria inflessibile, al punto che, come mostrato dalle TV, contrariamente ad ogni protocollo, si sedette prima che lo facesse il pontefice che lo ospitava. In pratica, l’intera operazione era una grande porta sbattuta di persona dal vertice di Kiev in faccia alle ambizioni diplomatiche del papato.
Attualmente è impegnato in un tour di 48 ore nelle capitali europee e tra i leader politici nazionali, dopo aver incontrato il primo ministro britannico Keir Starmer con il nuovo segretario generale della NATO Mark Rutte, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
La Santa Sede è stata coinvolta in missioni diplomatiche che cercano di realizzare la pace nell’attuale guerra tra Russia e Ucraina. Dal 2023, tali sforzi sono stati guidati pubblicamente dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della conferenza episcopale italiana, con praticamente nessun risultato, se non l’umiliazione della comprensione che la diplomazia vaticana, un tempo tanto potente, ora non vale più nulla..
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Grazie a questi sforzi è stato effettuato più di una volta uno scambio di prigionieri; in particolare la Santa Sede ha chiesto alla Russia di restituire i bambini all’Ucraina.
A luglio, il cardinale Parolin aveva visitato Zelens’kyj in Ucraina. Parolin, che ha guidato la posizione diplomatica della Santa Sede sull’Ucraina a livello internazionale più ampio, in forum come l’ONU, ha costantemente ribadito la richiesta del Papa di dialogo e pace nella regione.
Renovatio 21, piuttosto in solitaria, ha fatto notare il caso di un sacerdote greco-cattolico ucraino, quindi in comunione con Roma e Bergoglio, sia stato attaccato e costretto a scusarsi per essersi permesso una preghiera Dio per la pace durante un’omelia. Al momento, per questa grave violazione della libertà religiosa di un sacerdote cattolico, non una parola è stata detta dal Vaticano.
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