Spirito
«La chiesa conciliare è una chiesa scismatica». Mons. Viganò riprende la parole di mons. Lefebvre
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò riprese su X le parole di monsignor Marcel Lefebvre (1905-1992) riguardo allo stato della chiesa romana dopo il Concilio Vaticano II.
«La chiesa conciliare è una chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi».
Il vescovo francese scrisse queste parole il 29 giugno 1976, all’altezza della sospensione a divinis inflittagli da Papa Paolo VI.
« La chiesa conciliare è una chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e…
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) September 25, 2024
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Come riporta l’articolo del vaticanista Aldo Maria Valli condiviso da monsignor Viganò, monsignor Lefebvre continuò il discorso dando ampie e precise spiegazioni della sua posizione.
«Questa Chiesa conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento principi opposti a quelli della Chiesa cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa».
«Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche. La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa cattolica».
In altre occasioni monsignor Viganò si è appellato al pensiero e l’opera di monsignor Lefebvre, ricordandolo a 33 anni dalla scomparsa lo scorso marzo come «vero confessore della Fede».
«Il 25 Marzo 1991 l’arcivescovo Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, concludeva il suo pellegrinaggio terreno. Sono trascorsi da allora trentatré anni, e mai come oggi comprendiamo quanto importante sia stato il suo impegno e il suo zelo apostolico – da vero Confessore della Fede – nella difesa del Sacerdozio cattolico e della Messa di sempre».
«Se oggi la Messa Apostolica è conosciuta e celebrata nel mondo lo dobbiamo a lui, così come dobbiamo a lui la denuncia di quegli errori esiziali del Concilio Vaticano II che sono alla base dell’apostasia presente. Verrà il giorno in cui le Autorità della Chiesa – non più eclissate dalla setta di eretici che la infesta sino al vertice – gli tributerà i pubblici onori che la Corte celeste già gli riconosce nella gloria eterna del Cielo».
L’arcivescovo lombardo ha ricordato l’esempio di monsignor Lefebvre citandolo nella sua risposta alla «scomunica» ricevuta dal Dicastero per la Dottrina della Fede di Tucho Fernandez.
«Cinquant’anni fa, in quello stesso Palazzo del Sant’Uffizio, l’Arcivescovo Marcel Lefebvre venne convocato e accusato di scisma per aver rifiutato il Vaticano II».
«La sua difesa è la mia, le sue parole sono le mie, miei sono i suoi argomenti dinanzi ai quali le Autorità romane non hanno potuto condannarlo per eresia, dovendo aspettare che consacrasse dei Vescovi per avere il pretesto di dichiararlo scismatico e revocargli la scomunica quando ormai era morto».
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Immagine di Jim, the Photographer e Stv26 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata, rimodificata ed estesa digitalmente