Immigrazione
Immigrati, città tedesca ridotta ad una no-go zone
Il sindaco di Plauen, città della Sassonia, ha lanciato l’allarme per l’aumento di criminalità e a causa dei migranti che dominano il centro cittadino, molestano i pedoni e commettono reati gravi, tra cui un caso di tentato omicidio colposo. Lo riporta la testata tedesca Bild.
La Sassonia si riteneva avesse un numero di migranti tra i più bassi in Germania. Negli anni in cui c’erano pochi extracomunitari, i giornali sassoni hanno criticato quindi il sentimento anti-immigrati della regione. Ora la musica sembra drasticamente cambiata.
Il sindaco Steffen Zenner, del partito democristiano CDU, dichiara il fenomeno di «ripetute brutte scene di violenza e alterchi fisici nel mezzo del nostro centro città».
«La violenza è causata principalmente dai migranti», afferma lo Zenner, tenendoci a sottolineare tuttavia «che la maggior parte dei migranti che vivono a Plauen rispetta la legge e l’ordine».
Fachkräfte am Bahnhof Plauen pic.twitter.com/Ctp3W1Xcfm
— Nielsen (@Nielsen_1) May 16, 2023
Il primo incidente notato dal sindaco è stato il 29 aprile, con una rissa su larga scala a Postplatz, che ha scioccato le persone nel centro della città. La polizia afferma che erano coinvolti giovani iracheni, siriani e rumeni (quindi, «comunitari»), con un’inchiesta aperta per lesioni personali pericolose.
Un’altra scena di violenza si è verificata la settimana successiva, coinvolgendo un alterco fisico tra nordafricani, curdi e arabi, questa volta in una sala da ballo a Plauen. Il giorno successivo, le parti in lotta sono andate a risolvere il conflitto a Postplatz, che ha visto un siriano accoltellare un iracheno. L’attacco con il coltello è stato quasi mortale, con i servizi di emergenza che sono riusciti a malapena a salvare la vita dell’uomo accoltellato.
Gli autoctoni della cittadina, 65 mila abitanti, hanno iniziato ad evitare il centro città, riporta Bild. Le aziende si lamentano che le loro vendite stanno diminuendo a causa della violenza e i dipendenti utilizzano le uscite secondarie per evitare la folla di migranti che occupa il centro. La Bild ora descrive l’area come una «no-go zone» per molti che vivono e lavorano lì.
Il sindaco Zenner ora chiede «limiti massimi all’immigrazione, nonché misure di sicurezza delle frontiere europee e nazionali che siano transnazionali e concertate». Il sindaco afferma che il 40% dei migranti non ucraini in città ha ordini di espulsione, ma non vengono rimossi.
La Germania è ben nota per il suo tasso di espulsione inferiore, anche per i migranti condannati. Come riportato dal sito Remix News nel 2021, i migranti con ordini di espulsione hanno commesso 2.500 crimini in Sassonia nel 2020.
Il gruppo parlamentare Alternativa per la Germania (AfD) in Sassonia afferma che la CDU, di cui Zenner fa parte, è parte del problema. Il ministro dell’Interno sassone Armin Schuster (CDU) ha ripetutamente fallito nell’affrontare la crisi, secondo l’AfD.
Altre città tedesche stanno affrontando problemi simili che coinvolgono il disordine pubblico e la criminalità da parte della crescente popolazione immigrata tedesca, inclusa la città universitaria «verde» di Friburgo, che ha visto disordini e scene di violenza nell’ultimo anno.
La popolazione immigrata aveva dato il meglio di sé anche durante lo scorso capodanno a Berlino, con teppisti che sembravano farsi gioco dell’autorità.
Due mesi fa, mentre a Duesseldorf appariva il primo segnale in lingua araba, si consumava l’episodio del cittadino tedesco veniva gettato sui binari del treno da migranti siriani.
La Germania è ancora traumatizzata dalla scoperta delle molestie sessuali collettive, e non solo nella Piazza del Duomo di Colonia, perpetrata da immigrati ai danni di donne tedesche: è la tahurrush gamea, il concetto di «stupro di massa» visto anche sotto il Duomo di Milano.
L’indagine sulle molestie sessuali subite da alcune ragazzini tra i 15 e 17 anni, che erano su uno dei treni stracolmi di giovani immigrati che avevano appena «invaso» (letteralmente) Peschiera del Garda, è stata archiviata due settimane fa. Le giovanissime, che tornavano da Gardaland, non sono state in grado di riconoscere con certezza i responsabili, perché sconvolte dalla situazione. Da notare che su quel regionale le telecamere non erano in funzione.
Ogni cittadina, ogni piazza, ogni cattedrale, ogni treno può diventare una no-go zone, un luogo dove la legge dello Stato non vige più, e quindi dove le persone non hanno più diritti: le ragazzine possono essere stuprate, i cittadini autoctoni malmenati, seviziati, rapinati. Il tutto senza che vi siano poi delle vere conseguenze. Il tutto perpetrato da persone che sono state «invitate» a venire e a restare sul territorio che poi iniziano a devastare.
L’immigrazione, viene da pensare, è l’ingrediente principale dell’anarco-tirannia che il potere vuole caricare sulla società odierna per poterla controllare definitivamente.
Immagine di Wield89 (Philipp Burkhardt) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Immigrazione
La bandiera pakistana sventola sull’Abbazia di Westminster
Una bandiera nazionale Pakistana è stata issata sopra l’Abbazia di Westiminster, il più importante luogo di culto già cattolico e poi anglicano di Londra, in pratica uno dei segni più alti del Cristianesimo in terra anglica.
La bandiera con la luna musulmana era lì in riconoscimento del Pakistan Day, una festa nazionale che commemora l’approvazione della risoluzione di Lahore, in base alla quale il 23 marzo 1940 fu approvata una nazione separata per i musulmani dell’impero indiano britannico richiesta dalla Lega musulmana, e l’adozione della prima Costituzione del Pakistan il 23 marzo 1956, rendendo il Pakistan la prima Repubblica Islamica del mondo.
🇵🇰 The Pakistani flag is being flown from Westminster Abbey, Britain’s most important Anglican Church. Chilling. pic.twitter.com/4A5dNVYpl6
— Ben Kew (@ben_kew) March 26, 2024
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La separazione di India e Pakistan a seguito della dipartita dei britannici – la cosiddetta Partition – causò almeno un milione di morti e un numero tra i 10 e 20 milioni di profughi, nonché tensioni geopolitiche mai risolte che ora possono sfociare in un confronto tra due potenze atomiche.
All’interno dell’Abbazia si è tenuto un evento di preghiera, a cui hanno partecipato funzionari dell’Alto Commissariato pakistano. Il problema, come alcuni hanno sottolineato, è che il Pakistan ha ancora leggi brutali sulla blasfemia e una storia di persecuzione dei cristiani.
I filmati dell’accaduto hanno scioccato molti utenti della rete. Molti cittadini inglesi si sono inoltre chiesti come mai l’Union Jack, la bandiera nazionale del Regno Unito, non fosse in alcun modo visibile. In pratica, la bandiera britannica pareva essere stata, letteralmente, sostituita…
Westminster Abbey @wabbey marks Pakistan Day with Special Service.
Pakistan's flag hoisted on the rooftop of Westminster Abbey.
As per tradition, the Westminster Abbey organized a Special Evensong to mark the Pakistan Day.
Special prayers were offered for the progress and… pic.twitter.com/5Do5XYvbGw
— Pakistan High Commission London (@PakistaninUK) March 22, 2024
L’attuale sindaco di Londra Sadiq Kham è di origine pakistana: la sua famiglia è di sunniti Muhajir, ossia di musulmani indiani emigrati in Pakistan dopo la partition. I nonni del Khan emigrarono da Lucknow dall’India britannica al Pakistan inel 1947. Suo padre Amanullah e sua madre Sehrun arrivarono a Londra dal Pakistan nel 1968. La famiglia ha continuato ad inviare denaro ai parenti in Pakistan, «perché siamo fortunati ad essere in questo Paese».
Nel 2018, a Khan è stato conferito Sitara-e-Pakistan – il più alto encomio della Repubblica Islamica del Pakistan – per i suoi servizi ad Islamabad dal presidente pakistano Mamnoon Hussain.
Durante la pandemia, il Khan istituì uno dei lockdown più duri del mondo, imprigionando di fatto l’intera popolazione della megalopoli inglese. Nel luglio 2021, il sindaco pakistano ha mantenuto l’obbligo della mascherina sui trasporti londinesi, nonostante il governo abbia rimosso l’obbligo a livello nazionale, citando il rischio di trasmissione del virus.
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Immagine screenshot da Twitter
Immigrazione
Immigrazione, scoperta fossa comune in Libia
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Immigrazione
Biden si scusa per aver chiamato «clandestino» l’immigrato che ha assassinato una ragazza americana
Il presidente Joe Biden si è scusato per aver usato accuratamente il termine «illegal» (cioè immigrato illegale, clandestino) durante il SOTU, l’annuale discorso sullo stato dell’Unione tenuto dai presidenti americani.
Durante l’evento la scorsa settimana, la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene lo aveva interrotto dicendo al presidente che dovrebbe pronunciare il nome di Laken Riley, cosa che Biden ha fatto per poi dire che era stata uccisa da un illegal.
Il vegliardo ha eseguito: «Lincoln. Lincoln Riley», ha risposto il vegliardo della Casa Bianca, storpiando il nome della ragazza morta. «Una giovane donna innocente che è stata uccisa da un clandestino», ha continuato Biden, per poi aggiungere che epperò tanta gente viene uccisa da persone che clandestine non sono – un grande argomento, davvero.
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Tuttavia, ad offendersi delle parole di Biden non ha offeso la destra americana, quanto piuttosto la sinistra, con l’altrettanto senescente deputata democratica californiana Nancy Pelosi che ha sparato il primo colpo, rimproverando Biden durante un’apparizione sulla CNN per l’uso della parola «illegal».
A Biden è stato chiesto un commento sulla questione fuori dall’Air Force One, e il presidente ha riformulato in maniera geriatrico-sofistica: «tecnicamente, non dovrebbe essere qui».
Biden e i suoi pupari hanno pensato che sarebbe stata un’ottima idea chiedere scusa all’anziano presidente in carica alla televisione nazionale, ma non hanno ritenuto abbastanza importante chiedere scusa alla famiglia di Laken Riley per aver pronunciato male il suo nome o per aver causato il confine crisi che potrebbe essere stata direttamente responsabile della sua morte.
«Non avrei dovuto usare il termine “illegale”, avrei dovuto dire senza documenti», ha detto Biden a Jonathan Capehart di MSNBC ad Atlanta. L’idea è che il Partito Democratico pro-invasione stia ripescando un termine molto diffuso nella Francia di fine anni Novanta, sans papiers, «senza carte», per definire gli immigrati clandestini.
In risposta alle scuse di Biden per aver offeso dei clandestini, l’ex presidente Trump ha invitato Biden a scusarsi con la famiglia di Riley per aver pronunciato male il suo nome, invece di «scusarsi per la parola che ha usato» per descrivere il suo assassino.
President Trump on Laken Riley’s Killer:
“I say he is an illegal alien, he is an illegal immigrant, he is an illegal migrant, and he should have never been in our country, and he wouldn’t have been under the Trump policies.” pic.twitter.com/vQsoNmFNq6
— Karoline Leavitt (@kleavittnh) March 9, 2024
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Trump ha anche ospitato la famiglia di Riley durante una manifestazione di sabato, dove ha incolpato Biden per la sua morte.
«Dovrebbe scusarsi con la famiglia invece di scusarsi per la parola che ha usato, che è una descrizione accurata», ha detto Chris LaCivita, consigliere senior della campagna di Trump, definendo la risposta di Biden «stonata» e un «momento cruciale» che mette in risalto i candidati. «Due differenze molto distinte nell’approccio all’invasione del confine».
«C’è una chiara differenza», ha detto LaCivita. «Uno è comprensivo, coccola e trova scuse. E l’altro vuole porre fine, porre fine a tutto ciò».
Nell’uso politico e giornalistico della lingua italiano abbiamo assistito, negli anni, alla sparizione del termine già di per sé politicamente corretto «extracomunitario» e alla sostituzione della parola «immigrato» (participio passato) con «migrante» (raro participio presente).
Anche in Italia, forse, è il caso che i politici comincino a ricordare, e pronunciare, i nomi delle persone uccise dall’immigrazione massiva che sta subendo il Paese: persone assassinate in casa durante rapine, mandate in overdose dagli spacciatori, stuprate e squartate in macabri rituali pagani.
Ricordiamo, en passant, che stiamo parlando di un Paese dove è al potere un sedicente governo nazionalista e sovranista, ma dove gli sbarchi di clandestini, invece che diminuire, sono sorprendentemente aumentati, rendendo la situazione nell’isola di Lampedusa fuori controllo, con la presenza un maggior numero di clandestini rispetto agli abitanti italiani.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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