Connettiti con Renovato 21

Gender

Il Sud Dakota proibisce le riassegnazioni di genere

Pubblicato

il

 

 

 

La Camera dei Rappresentanti del Sud Dakota è diventata il punto caldo della bioetica del 2020.

 

Nella sua prima e controversa votazione dell’anno, la Camera ha votato per bandire le procedure di riassegnazione del genere sui minori e la somministrazione di ormoni e bloccanti della pubertà ai pazienti minori di 16 anni. I medici che non rispettano la legge verranno sanzionati e incarcerati. È stato riportato dai principali canali di informazione e il New York Times definisce la legge “pericolosa”.

 

La Camera ha votato per bandire le procedure di riassegnazione del genere sui minori e la somministrazione di ormoni e bloccanti della pubertà ai pazienti minori di 16 anni. I medici che non rispettano la legge verranno sanzionati e incarcerati

Esattamente la stessa  parola utilizzata da Fred Deutsch, promotore della HB 1057, per descrivere invece i trattamenti transgender. «Le procedure elencate nella legge non rappresentano esigenze sanitarie, ma atti criminali contro bambini vulnerabili, troppo giovani per comprendere l’impatto che sterilità, mutilazioni e altri rischi permanenti per la salute avranno sulle loro vite in futuro», afferma.

 

In un passaggio ha anche comparato tali procedure alle sperimentazioni dei nazisti: «Sono figlio di sopravvissuti all’Olocausto. Alcuni dei miei famigliari sono stati uccisi ad Auschwitz. Ho visto le foto degli esperimenti medici e non voglio che accada lo stesso ai nostri bambini. È proprio quello che sta succedendo».

 

Deutsch  ha poi ritrattato le sue dichiarazioni e si è pubblicamente scusato. Ma altri hanno detto le stesse cose.

 

 

L’intellettuale lesbica Camille Paglia ha anche definito l’uso dei bloccanti della pubertà come «crimine contro l’umanità».

«Le procedure elencate nella legge non rappresentano esigenze sanitarie, ma atti criminali contro bambini vulnerabili, troppo giovani per comprendere l’impatto che sterilità, mutilazioni e altri rischi permanenti per la salute avranno sulle loro vite in futuro»

 

Il leader di minoranza del Sud Dakota, Jamie Smith, ha definito il commento di Deutsch  «disgustoso». «Credo che i medici del mio Stato», dice, «non vogliano che si dica loro come svolgere il loro mestiere. Spetta al medico e ai genitori del paziente decidere come trattare al meglio il bambino a seconda dei casi».

 

La Camera del Sud Dakota ha anche approvato una legge che criminalizza la commercializzazione della maternità surrogata, punibile fino a un anno di carcere, e invita i legislatori a studiare il caso entro l’anno. Se viene approvata anche al Senato, il Sud Dakota diventerà uno dei pochi Stati in cui il commercio della maternità surrogatoasarà illegale. «La tutela dell’essere umano non dovrebbe essere determinata da contratti commerciali», sostiene il promotore della legge Jon Hansen.

 

«Sono figlio di sopravvissuti all’Olocausto. Alcuni dei miei famigliari sono stati uccisi ad Auschwitz. Ho visto le foto degli esperimenti medici e non voglio che accada lo stesso ai nostri bambini. È proprio quello che sta succedendo»

La legge non punisce la maternità surrogato «altruistica» e consente il rimborso dei costi sostenuti per la cura del bambino.

 

Ad oggi, esiste una sola agenzia di madri surrogate in Sud Dakota. I sostenitori affermano che la maternità surrogato potrebbe essere l’unica opzione per i genitori, a causa delle spese e delle complicanze delle procedure di adozione.

 

 

Michael Cook

editor di BioEdge

 

 

Fonte: «January’s bioethics hotspot: South Dakota», Bioedge

Continua a leggere

Gender

Messaggi dal futuro trans-Conclave. Neanche tanto subliminali

Pubblicato

il

Da

Questo articolo contiene spoiler, cioè rivelazioni di colpi di scena nella trama, sia di film che di quello che – viene da pensare – potrebbe essere il Conclave del futuro. Secondo quanto sta filtrando in questi giorni, chi unisce i puntini non può evitare di pensare che il Conclave del futuro assomiglierà ad un filmetto fantascientifico, che infatti già sta mandando a noi indietro nel tempo messaggi precisi, non esattamente sottili.

 

Realtà e finzione: partiamo da quest’ultima.

 

Abbiamo visto come, negli ultimi anni, Hollywood abbia confezionato prodotti che interessavano la narrativa globale della chiesa attuale. I due papi (2019), distribuito da Netflix, pareva fatto apposta per normalizzare l’aberrazione del papato bicefalo: come un aiutino per evitare che la gente si chiedesse «perché ho due papi» (che, di fatto, è il titolo di un libro gender per bambini di qualche anno fa). Una domanda che hanno smesso di porsi, tipo subito, anche vaticanisti, giornalisti d’inchiesta, etc. Noi siamo rimasti col dubbio: nessuno ci ha spiegato bene come sono andate le cose (beh, su Renovatio 21 abbiamo parlato di quelle strane anticipazioni cinesi…), al punto che abbiamo brancolato nel buio come quasi quanto, si parva licet, la sostituzione del premier da Letta a Renzi (se qualcuno sa perché, o conserva un articolo di giornale che lo spieghi, ci scriva in privato).

 

Qualcuno ha detto che anche il film L’uomo venuto da Kremlino (1968) di fatto preparava l’avvento di un papa dall’Est comunista, come avvenuto una decade dopo con l’elezione di Karol Wojtyla. Di nostro pensiamo che pure la serie The Young Pope, realizzata dalla rete specializzate in zozzerie HBO, avesse un suo messaggio extracinematografico latente – abbiamo pensato che servisse a preparare l’idea di un papa ateo – tuttavia il realizzatore napoletano si è perso quasi subito nel compiacimento di filmare paramenti sgargianti, suore che si denudano e manierismi autoerotici.

 

Oggi, quando comincia a tirare una certa aria da fine di Regno del papa in carrozzella, si prepara un’altra mossa cine-cattolica interessante.

 

È di prossima uscita una grande pellicola hollywoodiana che si chiama, con semplicità, Conclave. C’è un cast di stelle assolute: il premio Oscar Ralph Fiennes, il bravissimo Stanley Tucci (che, qualsiasi cosa faccia, si lascia guardare davvero), il grandissimo, sottovalutato, John Lithgow, Sergio Castellitto, tutti ad interpretare i cardinali di Santa Romana Chiesa nel momento della sede vacante.

 

Sostieni Renovatio 21

La base è l’omonimo romanzo del 2016 di Robert Harris, scrittore di romanzi storici molto popolari ed apprezzati, e uomo che ogni tanto lancia qualche raggio interessante: ci riferiamo, soprattutto, a Ghost Writer, di cui Renovatio 21 ha parlato altre volte, in pratica la rivelazione che il premier britannico Tony Blair, tramite la moglie Cherie, sarebbe stato utilizzato come una marionetta dallo Stato Profondo americano. Roman Polanski ne fece un film che ancora oggi stupisce per la brutalità dei suoi riferimenti al mondo reale.

 

E quindi, che questo Conclave contenga qualche segreto su cui vale la pena di mettere la testa?

 

L’intreccio di per sé non è inaudito: ecco la battaglia di voti e di complotti per l’elezioni di un nuovo papa, con la fazione progressista guidata dal cardinale Aldo Bellini (Stanley Tucci), segretario di Stato ed ex arcivescovo di Milano, contro il cardinale Goffredo Tedesco (Castellitto), patriarca di Venezia definito come «tradizionalista» convinto, leader di tutta l’ala conservatrice, intento primariamente ad ammassare 40 voti necessari a bloccare i candidati modernisti.

 

SPOILER: Tra i due litiganti, la spunterà un terzo, il filippino Vincent Benitez, arcivescovo di Baghdad, nominato dal papa morente come cardinale in pectore poco prima di morire. Un prelato le cui opere pie sono leggenda: ha creato rifugi per donne e bambini vittime di abusi nelle Filippine e in Congo.

 

Quando il collegio è informato di attacchi islamisti contro le istituzioni cattoliche, il patriarca veneziano, il conservatore cardinale Tedesco tiene un discorso che indica la necessità di una rappresaglia, mentre il cardinale Benitez dice che mai si può opporre violenza a violenza.

 

Passando direttamente al voto, il cardinale Benitez viene eletto papa con 92 preferenze, due terzi della maggioranza richiesta. Il nuovo papa prende il nome di Innocenzo XIV.

 

È a questo punto che il protagonista, il decano del collegio cardinalizio Thomas Lawrence interpretato da Ralph Fiennes (nel libro era invece il vescovo di Ostia Jacopo Baldassare Lomeli) riceve una notizia sconvolgente, il coup de theatre, tanto significativo per il film e per la realtà dell’ora presente. SPOILER Benitez aveva prenotato e poi disdetto mesi prima un appuntamento in una clinica di cambio di sesso a Ginevra.

 

Il nuovo papa rivela quindi di essere nato intersexual «intersessuale»: una volta si diceva «ermafrodita», ma ora si dice così, ed è quella «I» che talvolta vedete apparire nel sempre cangiante acronimo arcobalenato: LGBTQI. Il papa dice di essere stato cresciuto dai genitori come maschio, e di non aver sospettato mai nulla perché non ha mai avuto contezza dell’anatomia maschile sino a che in Iraq non era stato ferito, con il medico che gli ha detto quale fosse la sua condizione genetica.

 

Il nuovo papa racconta che il papa morto aveva rifiutato la sua lettera di dimissioni addirittura promuovendolo, creandolo cardinale in pectore. Il decano del collegio, appreso il segreto, decide di coprire tutto, confidando nel disegno di Dio, ma al contempo ammette la bomba ad orologeria: la verità inevitabilmente verrà a galla quando, dopo la sua morte, vi potrebbe essere un’analisi medica sul corpo del papa…

 

Insomma, per farla breve: ecco il papa transessuale.

 

Se credete sia uno stretch di immaginazione troppo grande, vi sbagliate: il messaggio qui è chiarissimo, e lo strumento di persuasione pure. Non abbiamo qui un papa travestito, ma la forma resa accettabile dalla Finestra di Overton: è un ermafrodita, che colpa ne ha, anzi lo ha voluto così Dio. Born this way, nato così, cantava Lady Gaga a Roma davanti ad una folla di gay estasiati al concerto spinto dagli USA in faccia agli ultimi tempi del Vaticano ratzingheriano.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Bisogna ammettere che il disegno è più complesso del previsto: ma quale «frociaggine», ma quale Fiducia Supplicans – la vera rivoluzione sessuale in Vaticano la stanno facendo passando direttamente per il transessualismo, la regione più ostica di tutto l’impero arcobaleno.

 

Quante volte questo sito ne ha parlato? Tante. Talmente tante che un grande giornale americano, ad un certo punto, ci ha chiesto un commento sul tema: papa Francesco e i transessuali. Gli episodi sono pressoché senza sosta. Transessuali di Ostia a pranzo dal papa (con tanto di filmino delle agenzie di stampa internazionale). Transessuali in udienza (già dai primi anni di pontificato). Transessuali a cui l’elemosiniere del papa fa la carità (Krajewski, sempre lui). Transessuali fatti vaccinare in Vaticano (sì, eccezionale). Transessuali dichiarati idonei a fare i padrini (madrini) alle cresime (primo colpetto sparato da Tucho Fernandez). Transessuali detti come da «integrare nella società» (lettera di Bergoglio a Suor Gramick, pochi mesi fa).

 

L’ultima solo pochi giorni fa, gruppo attivista omotransessualista viene incontrato privatamente dal papa, che viene esortato ad accettare i «cambi di sesso». L’incontro è stato segnalato, fotografato, pubblicato. Il messaggio non è subliminale: è bello chiaro, direi.

 

Cosa c’è dietro questa strategia? Qualcuno potrebbe dire: forse il Vaticano modernista crede che l’omosessualità – che affligge programmaticamente una gigantesca parte della gerarchia e del clero tutto – sarà più facilmente sdoganabile attraverso i transessuali, che sono fatti così, irreversibilmente, da Dio o dal chirurgo, e quindi almeno in apparenza rispettano la dicotomia tipica della società umana.

 

Magari la Santa Sede ha il modello dell’Iran: inferno per i gay e paradiso per i transessuali, le cui operazioni di cambio di sesso in terra sciita sono fiorenti, grazie ad una fatwa dell’ayatollah Khomeini del 1987, dove si dichiarava che non vi erano restrizioni religiose al cambio di sesso.

 

Quindi: i preti vogliono arrivare alla chiesa arcobalenata, dove potranno fare open air quello che ora fanno di nascosto in seminari, monasteri e stanze del Sacro Palazzo (ma poi perché? Si rendono conto che perderanno completamente il piacere di farlo, in segreto, contro la morale verso cui giurano, oltre che contro natura?) e per farlo passano per i «casi umani», le «eccezioni scientifiche», che come sappiamo abbondano nelle prime due fasi di Overton, una volta avviato il processo.

 

È così? O forse c’è qualcosa di più oscuro?

 

Qui finiamo in un girone diverso, con film differenti. C’è un cult-movie di una vita fa, La casa dalle finestre che ridono (1976), un «horror padano» che aveva come rivelazione finale (SPOILER) il fatto che l’assassino seriale era il prete, e che per di più esso… era in realtà una donna. Il climax è di fatto identico a quello di Conclave: con la differenza che allora esprimeva orrore assoluto, mentre ora invece è un segno positivo, quasi divino.

 

Iscriviti al canale Telegram

Ricordo come, un quarto di secolo fa, a Milano andai alla presentazione della versione in DVD (allora esistevano) della Casa dalle finestre che ridono: il regista Pupi Avati raccontava come l’idea gli fosse venuta da storie che sentiva da piccolo, raccontate dagli adulti per terrorizzare i bambini: guarda che se non ti comporti bene arriva il prete-donna. Avati aveva aggiunto anche vi era una leggenda, nell’Emilia di una volta, che diceva che alla morte di un sacerdote si scoprì che non era un uomo – proprio come nel futuro immaginato dal cardinale che decide di insabbiare l’ermafroditismo del nuovo papa di Conclave.

 

L’orrore si appresta a divenire accettato, a divenire realtà?

 

Dobbiamo ricordare che, come sempre nelle cose di Chiesa, non si tratta di una novità – neanche quando si parla di transessualismo teologico e di altri mostri.

 

Nell’aprile 1979, sulla rivista Seminari e teologia, apparve l’articolo di una suora che parlava di «stranissima anomalia» e di «madornale equivoco» nella teologia trinitaria cattolica: lo Spirito Santo è in verità una Spirita santa. Già Romano Amerio commentava che non si può in alcun modo «trovare nuova la stravaganza della Spirita Santa. Essa trovasi notata già in Agobardo e d’altronde gli eretici nominati Osceni facevano femmina la terza persona e la adoravano incarnata nella Guglielmina Boema» (Iota Unum, Fede&Cultura, Verona 2009; p.184).

 

Già, Guglielmina la Boema, guaritrice-strega del XIII secolo il cui culto fu condannato da Bonifacio VIII. Una biografia tedesca la chiama, appunto, Die Päpstin von Mailand, la Papessa di Milano. Se al lettore è suonato un campanello, diciamo che sì, è esattamente lei: quella presso la cui tomba, all’Abbazia di Chiaravalle, si volle far seppellire Raffaele Mattioli, signore del sistema bancario italiano, i cui rapporti con i poteri occulti nazionali non sono chiarissimi, che avrebbe fatto parte del tavoli di spartizione dell’Italia ad una fantomatica cena con De Gasperi e Togliatti: al PCI la cultura e due regioni, alla DC il potere politico, e le banche invece andavano alla…

 

Parliamo di una papessa vera, come quella che appare nelle carte dei tarocchi. E che forse ha, ancora oggi degli estimatori.

 

Già molto era emerso una diecina anni fa, quando sui giornali prese a girare l’ipotesi che il nuovo papa fresco di nomina, già apertamente rivoluzionario (ricordate le telefonate a gente a caso? Ricordate il «chi sono io per giudicare» in replica alla domanda sul monsignore che dava scandalo?) poteva volendo eleggere a cardinale una donna. Cardinala. Cardinalessa. Cardinal*.

 

Il sommovimento fu tale che anche il canale TV La7, che apparecchia furbamente palinsesti in tempo reale sperando di incidere sulla realtà del Paese, in quei giorni mandò in onda Die Päpstin (2009), un oscuro film tedesco sulla mitologica donna-Papa dove la Chiesa è dipinta come un postribolo di machisti lussoriosi e violenti, uomini insensibili all’amore e alla bellezza, del quale invece sono ovviamente esperte le donne, che – ça va sans dire – sono più adatte a guidare la Chiesa.

Aiuta Renovatio 21

Vedete: è una vecchia storia, è solo una piccola, innocente tradizione gnostica che può essere riattivata a piacimento.

 

Ora, il lettore è informato del fatto che Francesco ha appena ordinato 21 nuovi cardinali. Sono il larga parte sostenitori della Fiducia Supplicans, il documento sulle benedizioni gay che, viene da pensare, con probabilità era solo una trappoletta per i vescovi di tutta la Terra, una cartina tornasole per capire chi è dentro e chi è fuori: di fatto, gli africani, oppostisi in blocco, sono praticamente assenti dalle nuove nomine.

 

Quindi, su quello che può succedere, possiamo avere una mezza idea. O forse no: la realtà, lo abbiamo veduto tante volte, supera la finzione, mentre i segni apocalittici abbondano senza pudore.

 

Il papa-donna è dietro l’angolo. Il papato definitivamente omotrasessualizzato pure.

 

Segni più mostruosi della fine dei tempi, ne abbiamo? No, perché a questo punto, davvero, stanno spoilerando alla stragrande.

 

Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Gender

Gruppo transessualista esorta in incontro privato Bergoglio all’approvazione dei «cambi di sesso»

Pubblicato

il

Da

Bergoglio ha incontrato privatamente un gruppo di «cattolici transgender, intersessuali e alleati» (sic) lo scorso sabato, in un evento organizzato dal gruppo dissidente LGBT New Ways Ministry, la cui censura ufficiale da parte del Vaticano rimane in vigore, nonostante Francesco abbia ripetutamente espresso sostegno all’organizzazione. Lo riporta LifeSite.   In un comunicato stampa diffuso a tarda notte di sabato (ora locale), il New Ways Ministry (NWM) ha annunciato di aver sponsorizzato un gruppo per incontrare Francesco in Vaticano oggi, in un colloquio durato quasi 90 minuti.   Gli attivisti hanno «esortato» Francesco «ad andare oltre l’approccio negativo della Chiesa nei confronti delle persone con diversità di genere e a incoraggiare i leader della Chiesa ad ascoltare più attentamente la vita e la fede delle persone LGBTQ+».

Sostieni Renovatio 21

Secondo l’agenzia Reuters, il cui corrispondente in Vaticano – scrive LSN – ha stretti legami con NWM, Bergoglio ha dovuto affrontare «richieste di annullare il divieto della Chiesa cattolica sulle cure di affermazione di genere per le persone transgender», in particolare richieste di annullare il divieto della Chiesa di interventi chirurgici di «cambio di sesso».   Tra il gruppo di 11 persone, cinque hanno condiviso i loro racconti personali con Francis – secondo NWM – tra cui: Nicole Santamaria, una «donna intersessuale»; Michael Sennett , un «uomo transgender» coinvolto nel ministero della chiesa «da molti anni”»; il diacono Raymond e Laurie Dever, genitori di una ragazza «transgender» che ha tentato il suicidio dopo la «transizione»; la dottoressa Cynthia Herrick è una dottoressa che esegue interventi di cambio di sesso.   NWM si descrive come «un’organizzazione cattolica che educa e sostiene l’equità, l’inclusione e la giustizia per le persone LGBTQ+, preparando i leader a costruire ponti di dialogo all’interno della Chiesa e della società civile».   Una precedente descrizione del 2021 era che NWM «educa e sostiene la giustizia e l’uguaglianza per i cattolici lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer (LGBTQ) e la riconciliazione all’interno della chiesa più ampia e delle comunità civili».   Il direttore esecutivo della NWM, Francis DeBernardo, ha affermato in merito all’incontro: «ci auguriamo che l’esempio di Papa Francesco nell’ascoltare le persone LGBTQ+ possa ispirare altri leader cattolici a fare lo stesso».   «Per sua stessa ammissione», ha continuato l’attivista, «la gerarchia cattolica ha emesso pronunciamenti su genere e sessualità senza prima consultare le persone più direttamente collegate a questi argomenti. Papa Francesco sta mostrando alla chiesa un nuovo modo di sviluppare il suo insegnamento».   L’incontro, sebbene sponsorizzato da NWM, è stato organizzato da suor Jeannine Gramick, la suora dissidente pro-LGBT, insieme a Robert Nugent, co-fondatore di NWM.   Come riportato da Renovatio 21, suor Gramick aveva ricevuto di recente una lettera di incoraggiamento di Bergoglio dove era scritto della necessità di integrare i transessuali nella società.   Suor Gramick, scrive LifeSite, «ha una lunga storia di dissenso dall’insegnamento cattolico sull’omosessualità e l’aborto ed è stato ufficialmente censurata da papa Giovanni Paolo II e dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1999 ma ha ignorato l’ordine». Recentemente la suora «ha sostenuto che la Chiesa dovrebbe aiutare ad affermare gli individui che si identificano come transgender nella le loro identità sbagliate, suggerendo che Dio “intende” che tali persone abbraccino le loro tendenze disordinate e si presentino falsamente come il sesso opposto», secondo il sito prolife canadese.

Aiuta Renovatio 21

Nel 1999 il Prefetto della Congregazione della Fede cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI e predecessore del Bergoglio, firmava la notifica sul caso di suor Gramick e di padre Nugent.   «La diffusione di errori ed ambiguità non è coerente con un atteggiamento cristiano di vero rispetto e compassione: le persone che stanno combattendo con l’omosessualità hanno, non meno di altre, il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa da coloro che li seguono pastoralmente», scriveva il documento co-firmato dall’allore Segretario della CDF Tarcisio Bertone.   «Le ambiguità e gli errori della posizione di padre Nugent e di suor Gramick hanno causato confusione fra i Cattolici ed hanno danneggiato la comunità della Chiesa. Per questi motivi a Suor Jeannine Gramick, SSND, ed a Padre Robert Nugent, SDS, è permanentemente vietata ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali ed essi non sono eleggibili, per un periodo indeterminato, ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi».   I tempi, sotto il gesuita argentino, sembrano decisamente cambiati.   Parlando dopo l’incontro, Gramick ha elogiato Francis per la sua volontà di «ascoltare le esperienze delle persone intersessuali e transgender», affermando che «è solo ascoltando le storie di queste persone, così come delle persone che si prendono cura di loro e di loro, che la Chiesa sarà in grado di ascoltare pienamente la voce dello Spirito Santo che chiama la comunità cattolica a rompere con vecchi insegnamenti e pratiche mal informati».   Secondo quanto riportato da LifeSite, l’incontro era stato richiesto da Gramick dopo la pubblicazione primaverile di Dignitas Infinita, il documento vaticano che condannava con cautela la teoria di genere e i «cambi di sesso», pur tacendo sul male dell’attività omosessuale.   ll’epoca, suor Gramick aveva criticato il documento per il suo approccio alle questioni transgender. Scrisse lamentandosi a Francis, che rispose dicendo che «le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società».   Bergoglio ha detto alla Gramick che il passaggio in Dignitas Infinita «non si riferisce alle persone transgender, ma all’ideologia di genere, che annulla le differenze. Le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Secondo NWM, Francesco ha «accettato con entusiasmo» la proposta successiva di Gramick per l’incontro tenutosi oggi in Vaticano «per ascoltare direttamente i cattolici transgender e intersessuali e coloro che li sostengono». L’incontro «significa che la Chiesa sta avanzando, che la Chiesa sta entrando nell’era moderna», ha affermato in seguito.   Sennett, una donna biologica che ora vive come un uomo, ha detto all’agenzia Reuters che «volevo davvero condividere con Papa Francesco la gioia che provo nell’essere una persona cattolica transgender». Secondo Reuters, Sennett ha anche parlato a Francesco della «gioia che provo con la terapia ormonale sostitutiva e degli interventi chirurgici a cui mi sono sottoposta che mi fanno sentire a mio agio nel mio corpo».   Henrick, il medico che esegue gli interventi di cambio di sesso, ha descritto il Bergoglio come «molto ricettivo». «Ha ascoltato con molta empatia. Ha anche condiviso che vuole sempre concentrarsi sulla persona, sul benessere della persona».   Come sa il lettore di Renovatio 21, non si tratta della prima mossa che il papato dell’argentino fa in direzione del transessualismo. Gli episodi di favore nei confronti del transgenderismo si sono ripetuti nell’arco di diversi anni, con tanto ufficialità della Santa Sede e della sua macchina pubblicistica.   Solo due settimane fa Francesco ha incontrato quattro uomini che si presentano come «donne» che avevano partecipato alla conferenza LGBT del gesuita filo-omotransessualista padre James Martin.   Come riportato da Renovatio 21, nel novembre 2023, Francesco ha accolto il gruppo e il loro parroco a un pranzo per i poveri organizzato dal Vaticano e si è «seduto di fronte a un’ex prostituta transgender». L’evento fu ripreso dalla grande agenzia stampa mondiale Associated Press, che aveva seguito il gruppo transessuale sin da quando erano saliti in pullman.   A novembre 2023 il papa aveva approvato il testo del cardinale Victor Manuel Fernandez che consente ai transessuali di fare da padrini alle funzioni religiose. Tale idea era stata respinta nel 2015 all’interno dello stesso papato di Bergoglio.

Iscriviti al canale Telegram

Gli incontri con transessuali di Bergoglio, che ha visto un gruppetto anche a giugno, sono risalenti. E ancora: a fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale. A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».   In contrasto con l’implicita affermazione di Francesco sullo stile di vita delle persone confuse sul genere, l’insegnamento cattolico sulle questioni sessuali e di genere rimane immutabile. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che «spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare». (CCC 2333)   Allo stesso modo, il documento Persona Humana della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1975 scrive che «non può, dunque, esserci vera promozione della dignità dell’uomo se non nel rispetto dell’ordine essenziale della sua natura».   Il disegno è stato ben delineato dal commento sulla vicenda da parte di monsignor Carlo Maria Viganò: «lo scopo di Bergoglio è normalizzare sodomia e perversione e distruggere il Sacerdozio».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic  
Continua a leggere

Gender

La Corte di Giustizia UE crea un precedente sull’identità di genere

Pubblicato

il

Da

La Corte di Giustizia Europea (CGUE) ha stabilito che lo stato membro dell’Unione europea, la Romania, deve accettare la nuova identità di genere di una donna che ha fatto la «transizione» e ora si considera un uomo. Lo riporta il sito European Conservative.

 

La sentenza avrà conseguenze di vasta portata, poiché i governi conservatori dell’UE che rifiutano la nozione di identità di genere non avranno altra scelta che aderire all’ideologia LGBT.

 

Secondo la sentenza pubblicata venerdì 4 ottobre, il rifiuto delle autorità rumene di riconoscere l’identità di genere di un «uomo transgender» britannico-rumeno (vale a dire una donna che si identifica come un uomo) ha violato i diritti umani e contravvenuto al diritto europeo.

 

Sostieni Renovatio 21

I critici della sentenza sostengono che essa inciderà ulteriormente sulla sovranità degli Stati, aprendo la strada alla subordinazione delle competenze dei parlamenti nazionali alle norme e alle regole di Bruxelles.

 

Il caso ruota attorno a un cittadino rumeno, un insegnante di biologia di 32 anni che si è trasferito nel Regno Unito nel 2008, ha acquisito la cittadinanza britannica e ha mantenuto la nazionalità rumena. La persona ha iniziato la «transizione» nel 2016, ha cambiato nome e titolo («pronomi») da femminile a maschile nel 2017 ottenendo il riconoscimento legale dell’identità di genere maschile nel 2020, quando Londra faceva ancora parte dell’UE.

 

Un anno dopo, il transessuale alle autorità rumene di registrare ufficialmente i cambiamenti e di rilasciare un nuovo certificato di nascita che includesse la modifica del nome, del sesso e del numero di identificazione personale.

 

Le autorità rumene hanno respinto tali richieste e hanno invitato il transessuale a rivolgersi al tribunale. Successivamente, il tribunale rumeno ha chiesto alla Corte di Giustizia Europea se il suo rifiuto di riconoscere il cambiamento di identità di genere fosse conforme al diritto dell’UE.

 

La Corte Europea ha stabilito che è contrario al diritto dell’UE che uno Stato membro rifiuti di riconoscere un’identità acquisita legalmente in un altro Stato membro. La Corte ha sottolineato che il rifiuto della Romania di riconoscere l’identità di genere di questa persona ha ostacolato l’esercizio del diritto alla libera circolazione e residenza all’interno dell’UE. L’inazione della Romania crea anche difficoltà al trans nel fornire l’identificazione nella vita quotidiana, ha stabilito la Corte.

 

L’organizzazione rumena per i diritti LGBT ACCEPT ha affermato che la sentenza stabilisce un precedente per le persone transgender. Dovrebbe impedire una situazione in cui i documenti nazionali di riconoscimento del genere non siano riconosciuti altrove nell’UE, danneggiando la capacità delle persone che si identificano come transgender di viaggiare liberamente, risiedere, lavorare, studiare o votare in tutto il blocco, hanno affermato.

Aiuta Renovatio 21

La decisione potrebbe di fatto innescare una nuova tornata di battaglie legali, poiché la sentenza indebolisce di fatto le leggi nei paesi conservatori dell’UE che non consentono alle persone di cambiare legalmente il loro genere.

 

Come segno dell’insinuarsi dell’ideologia di genere nelle istituzioni dell’UE, la sentenza della Corte di giustizia europea si riferisce sistematicamente al transessuale come a un «uomo», utilizzando il pronome «lui»,

 

La Romania non consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le unioni civili per le coppie dello stesso sesso. Una sentenza dell’anno scorso della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), una corte non UE con sede a Strasburgo, ha avuto un tono simile in relazione alla Romania, affermando che il Paese sta violando i diritti delle coppie dello stesso sesso rifiutando di riconoscere legalmente le loro unioni.

 

La CEDU ha recentemente rimproverato la Polonia per le stesse ragioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine di Cédric Puisney via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Più popolari