Spirito
Il Papa attacca i cattolici conservatori

«Reazionari», «ideologi», «arretrati»… Le orecchie dei cattolici conservatori americani e dei loro pastori fischiano da quando la Civiltà Cattolica ha pubblicato, il 28 agosto 2023, il colloquio che i gesuiti portoghesi hanno avuto con il Sommo Pontefice tre settimane prima. E questo a poche settimane dall’apertura del sinodo del prossimo ottobre a Roma.
Il 5 agosto 2023, durante il viaggio apostolico in Portogallo in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco ha incontrato i gesuiti presso il Colegio de Sao Joao de Brito, scuola gestita dalla Compagnia di Gesù: il colloquio, molto libero, è stato l’occasione per il Sommo Pontefice di rispondere alle critiche di alcuni conservatori americani.
Basandosi su tre criteri forniti da san Vincenzo di Lerino, nel V secolo, giudica la possibile evoluzione della dottrina cattolica: «si rafforza con gli anni, aumenta con il tempo, si esalta nei secoli», il Romano Pontefice ritiene che l’atteggiamento «reazionario» che osserva in una parte del clero e dei cattolici americani è «inutile».
Questi cattolici, secondo le sue parole, andrebbero «indietro». Peggio ancora, vivrebbero in «un clima di chiusura» al punto da «(perdere) la vera tradizione e (rivolgersi) alle ideologie per trovare sostegni e appoggi di ogni tipo. In altre parole, l’ideologia sostituisce la fede, l’appartenenza a un settore della Chiesa sostituisce l’appartenenza alla Chiesa».
L’accusa è dura e avrebbe meritato di essere più esauriente nel riferimento a san Vincenzo di Lerino, perché questo padre della Chiesa è più preciso nel suo Communitorium: «insegna solo ciò che hai imparato; fallo in un modo nuovo, ma attenzione a introdurre cose nuove».
E ancora: «il vero e autentico cattolico sa che qualsiasi nuova dottrina, mai sentita prima, professata da un uomo al di fuori o contro l’opinione generale dei santi, non ha nulla a che fare con la vera fede».
L’accusa dell’inquilino di Santa Marta ai conservatori americani potrebbe essere il segno di un certo fastidio per le reazioni che il documento di lavoro del sinodo, pubblicato poche settimane fa, ha suscitato tra tanti fedeli e vescovi d’oltreoceano?
Diverse voci discordanti si sono infatti sentite nel cuore dell’estate: il 22 agosto, il vescovo di Tyler (Texas, Stati Uniti) ha denunciato nel sinodo «il messaggio falso e diabolico che si sta diffondendo nella Chiesa», mentre il cardinale Raymond Burke, dal canto suo, vede in esso «un vaso di Pandora che racchiude uno spirito rivoluzionario».
«È un onore per me che gli americani mi attacchino» esclamava già, il 4 settembre 2019, il pontefice argentino, sull’aereo che lo portava in Mozambico. A quanto pare, non si stancano mai di onorarlo… A modo loro.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)
Spirito
Il capo del Dicastero per la Dottrina della Fede equipara tradizionalisti e progressisti

Per il nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) i gruppi tradizionalisti e progressisti, convinti secondo lui di beneficiare di un dono particolare dello Spirito Santo per vagliare la dottrina di papa Francesco, non sarebbero né più né meno sulla via dello scisma e dell’eresia.
Per certi aspetti, l’intervista rilasciata al Register l’8 settembre 2023 dal cardinale Victor Manuel Fernandez, che riceverà la berretta rossa il 30 settembre, assomiglia a un regolamento di conti. Infastidito dalle critiche, il prelato ha scelto un media cattolico conservatore per farsi sentire in un settore della Chiesa in cui è fortemente criticato.
Approfittando di una domanda sull’accoglienza dell’attuale magistero pontificio, il nuovo prefetto della DDF ha colto l’occasione per rispondere a uno dei suoi avversari: «non ho questo carisma unico (per giudicare la dottrina) dato dallo Spirito Santo a Pietro e ai suoi successori, non più di lei, non più del cardinale Burke», dichiara mons. Fernandez che prende di mira uno dei suoi principali avversari.
Prosegue il futuro cardinale: «se mi dite che alcuni vescovi hanno un dono speciale dello Spirito Santo per giudicare la dottrina del Santo Padre, entriamo in una spirale che porta all’eresia e allo scisma. Ricordatevi che gli eretici sono convinti di conoscere la vera dottrina della Chiesa. Purtroppo oggi in questo errore cadono non solo alcuni progressisti, ma anche, paradossalmente, alcuni gruppi tradizionalisti».
Rispondendo ad una presunta «mancanza di chiarezza» nell’insegnamento della fede «in particolare a partire dal Concilio Vaticano II» menzionata dal Register, quest’ultimo si giustifica assimilando dibattito e mancanza di chiarezza teologica, due nozioni molto diverse: «dibattiti, e quindi una certa mancanza di chiarezza, sono esistite lungo tutta la storia della Chiesa».
«Ci furono dibattiti aspri tra i Padri della Chiesa, tra gli ordini religiosi, e come non ricordare la controversia de auxiliis, dove due gruppi di teologi e vescovi si condannarono a vicenda [sul rapporto tra grazia divina e libero arbitrio] fino a che il Papa non decise che era una questione aperta».
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Il presule vede la sua nuova missione meno focalizzata di prima sulla tutela della dottrina della fede e della morale, ma piuttosto sullo scambio di idee: «credo che questo dicastero debba essere uno spazio in grado di ospitare questi dibattiti e inquadrare in un contesto sicuro la dottrina della Chiesa, evitando così di infliggere ai fedeli dibattiti mediatici più aggressivi, destabilizzanti, che possono provocare scandalo».
Interrogato sulle idee del Cammino sinodale tedesco, secondo le sue recenti dichiarazioni sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso, mons. Fernandez fatica a districarsi dalle sue ambiguità: «in questa fase, è chiaro che la Chiesa intende il matrimonio solo come unione indissolubile tra un uomo e una donna che, nelle loro differenze, sono naturalmente aperti a generare vita». Una risposta che non chiude la porta agli sviluppi futuri in questo ambito.
Ma per il futuro cardinale non si tratta di essere assimilato ai progressisti d’Oltrereno: «non so perché alcuni suoi colleghi mi identificano con il modo di fare tedesco, di cui so ancora poco». Decanta il suo libro più famoso «che contiene una meditazione quotidiana sullo Spirito Santo» e ha venduto 150.000 copie.
Ricorda di essere stato «parroco, e anche vescovo diocesano» e loda il suo operato: «adorazione eucaristica, lezioni di catechismo, lezioni bibliche, missioni porta a porta con la Madonna e preghiere per benedire la casa. Avevo 10 gruppi di preghiera e 130 giovani». Una risposta che contiene tutto tranne un collegamento alla domanda…
«Come il Papa, credo che senza misticismo non andremo da nessuna parte», conclude l’uomo che presto riceverà la berretta cardinalizia dalle mani del suo mentore. La questione è semplicemente sapere di quale misticismo stiamo parlando se non è radicato nell’oggetto della fede teologale. Un oggetto che non rientra né nella sfera del dibattito né in quella dell’inclusività.
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Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine di Victor Manuel Fernandez via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
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Il cardinale Müller difende il vescovo Strickland: «non dovrebbe dimettersi»

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Spirito
Il cardinale Ladaria si ritira dal Sinodo senza pubbliche spiegazioni

Il cardinale Luis Ladaria, SJ, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha chiesto al Papa di essere dispensato dalla partecipazione al Sinodo sulla sinodalità, la cui prima fase si terrà a Roma in ottobre. Mons. Luis Marín de San Martín, sottosegretario dell’assemblea generale del sinodo, ha precisato di non conoscere le ragioni del cardinale spagnolo.
Il Vaticano ha annunciato oggi gli ultimi dettagli riguardanti l’organizzazione del Sinodo sulla sinodalità, evento in preparazione da diversi anni e che si svolgerà in due tappe a Roma, una nell’ottobre 2023 e l’altra nel 2024.
Tra i partecipanti brillerà per la sua assenza il cardinale Ladaria, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede. Non sappiamo in questa fase le ragioni che ha fornito al Papa per non partecipare all’evento.
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È stanchezza? Si tratta di una protesta implicita contro i temi da dibattere, alcuni dei quali decisi dal dicastero di cui era responsabile? In ogni caso è comprensibile che il cardinale Ladaria non abbia voglia di partecipare ad un evento denunciato a più voci nella Chiesa.
Al Sinodo parteciperanno due vescovi cinesi approvati dal governo comunista
Due vescovi cinesi, invece, Antonio Yao Shun e Joseph Yang Yongqiang, nominati da papa Francesco in base agli accordi con il governo di Pechino, figurano tra i 464 partecipanti confermati al sinodo.
Non è stata ancora annunciata la partecipazione dei vescovi delle diocesi di Jining e Zhoucun e non è ancora noto se la loro partecipazione sarà limitata a pochi giorni, come avvenuto durante il precedente sinodo con i rappresentanti cinesi.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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