Connettiti con Renovato 21

Essere genitori

Il nuovo Apartheid: i covidioti contro i nostri figli

Pubblicato

il

 

 

Doveva succedere, è successo.

 

Un uomo, un sabato mattina qualsiasi di una regione «gialla», decide di fare una passeggiata con il figlio. Da tanto tempo, infatti, non metteva piede nel centro storico della sua bellissima, immortale città, mostrarla al piccolo è qualcosa che un padre dovrebbe sentirsi di fare.

 

Padre e figlio camminano per il parchetto, oltrepassano la porta millenaria della città, ammirano il Torrione, respirano l’aria del Corso. Brioche. Succo d’arancia. Il bambino fa tante domande, il padre è felice di rispondere, ma non sa rispondere a tutte.  A cinque anni ci si sente di interrogare gli adulti su questioni futili ma anche impreviste, abissali.

 

«Scusate, ma il bambino non può stare qui senza mascherina»

Padre e figlio entrano in uno, due, tre negozi. Librerie, oggettistica: pare essere resistita, soffrendo, qualche forma di vita nonostante Amazon. Il papà guarda il suo bimbo: è bravo, è buono, è bellissimo. Ha la pelle bianchissima e i capelli fini. Vuole sapere tante cose, ma sa ridere e scherzare sempre. È il compagno ideale, pensa il genitore, con chi altri passare il tempo? Chi altro ti permette di sentirti così completo, così vivo? Chi altri è più importante?

 

Nella mente dell’uomo avanza un’idea. Lì vicino c’è un negozietto che dovrebbe avere dei Lego. Una scatoletta di costruzioni è il minimo che questo miracolo totale che è mio figlio si merita. Il piano di andare a prendersi questo piccolo premio è condiviso con il cinquenne, che approva gioioso.

 

Il negozio è da poco aperto. Dentro solo un commesso ed un cliente. I due entrano come hanno fatto altre volte prima di oggi, prima della pandemia, perfino prima che il bambino esistesse, perché il negozio lo si conosce. Si appropinquano allo scaffale dei Lego.

 

«Quale vuoi? Questo con i Mandalorian… ?» chiede il papà.

 

«Il bambino ha meno di sei anni» ribatte l’uomo stupito. «L’obbligo è per i bambini dai sei anni in su»

«Scusate» interrompe il commesso, che ha mollato il cliente che stava servendo ed è uscito dal bancone per venire a poca distanza dal duo. È mascherato come lo è, per legge, l’uomo.

 

«Scusate, ma il bambino non può stare qui senza mascherina».

 

«Il bambino ha meno di sei anni» ribatte l’uomo stupito. «L’obbligo è per i bambini dai sei anni in su». L’uomo è sbigottito: come si permette questo tizio di andare da un cliente del suo negozio e accusarlo di violare una, per quanto stupida, legge? Quello che stava succedendo non aveva alcuna attinenza né con la legge, con la logica del commercio, né con la creanza.

 

La verità è che l’uomo non aveva capito nulla di quello che stava succedendo. A lui, al figlio, al negozio, alla città, al Paese, alla Terra. N-u-l-l-a.

 

«Lo sappiamo che la legge dice che la mascherina va portata dai sei anni, ma in questo negozio si entra solo con la mascherina. Anche i bambini».

«Lo sappiamo che la legge dice che la mascherina va portata dai sei anni, ma in questo negozio si entra solo con la mascherina. Anche i bambini».

 

Il signore, che tiene stretta la manina di suo figlio, è solitamente uno combattivo, e, a quanto dicono, un tantinello aggressivo. In quel momento, però, non proferisce parola.

 

Il commesso non è cattivo, né malizioso. Esegue degli ordini, non si sa se ne è dispiaciuto, ma non è possibile nemmeno dire che questo lavora gli piaccia.

 

«Se vuole, posso portare i prodotti fuori dalla porta…».

 

L’uomo non dice niente. Non protesta. Non insulta. Non sospira nemmeno. Tira la manina del figlio fuori dal negozio, a passi veloci.

 

«Se vuole, posso portare i prodotti fuori dalla porta…».

E così che è capitato: l’esperienza della discriminazione vissuta sulla propria pelle, e su quella del proprio bambino, che – nell’epoca in cui si fa domande su qualsiasi cosa – ha subito questo spettacolo incredibile.

 

Fuori, l’uomo cammina con il bambino verso la macchina, facendo finta di niente. Si sta chiedendo cosa il bambino possa aver capito. Sta pregando che quello attraverso il quale il piccolo è passato non costituisca un trauma. Di fatto, non ha reagito minimamente proprio per questo: perché sa quanto i momenti di tensione rimangano indelibili nel cuore del bimbo, soprattutto quelli in cui si può sentire minimamente responsabile.

 

Il bambino non chiede mai «Papà cosa è successo»?, ma l’uomo tuttora non sa cosa abbia capito davvero.

 

Perché non lo sa neanche nemmeno lui. Si è trattato di un mitico evento di quelli per i quali gli hanno rotto il cazzo per tutta la vita: la discriminazione. In parte, aveva sempre saputo che era stupida retorica, e agenda politica, del progressismo più rancido: gli immigrati, gli omosessuali,  i «diversi» etc. etc. Non aveva mai visto, in vita sua, qualcuno cacciato da un esercizio commerciale. Con la mente poteva tornare quella volta che, ad una mensa scolastica in Francia, 30 anni prima, una ragazza indicandolo chiese «est-tu italien?» per poi cambiare tavolo. Sciocchezze, ragazzate: una cosa del genere non gli toglieva niente, anzi – meglio mangiare senza una brutta ebete frustrata intorno.

E così che è capitato: l’esperienza della discriminazione vissuta sulla propria pelle, e su quella del proprio bambino, che – nell’epoca in cui si fa domande su qualsiasi cosa – ha subito questo spettacolo incredibile.

 

Stavolta, però era diverso. Qualcosa gli era stato tolto. La libertà di movimento. La libertà di commercio. La quiete della propria vita, e quella del figlio. No, questo non lo aveva mai visto.

 

Non aveva mai visto una cosa del genere, perché tutti sapevano che su chi rifiuta un servizio discriminando il cliente, ci sarebbero delle leggi belle severe, severe al punto che sono ancora quelle del fascismo. Il Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1931 prevede «gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo». All’esercente potrebbe essere comminata una multa che va  da € 516 e  € 3,098. Tuttavia, sotto emergenza COVID, anche questo – come tutto, come ogni singolo diritto, come ogni libertà, anche quelle più primarie ed animali – diventa discutibile. Potrebbero ribattere che, secondo la Cassazione,  è legittimo allontanare un cliente qualora questi, col proprio atteggiamento, turbi la sicurezza o la quiete degli altri clienti.

 

Tutto questo non rileva. Quello che importa qui è comprendere che si è stabilito un sistema di potere che giustifica i kapò covidioti di ogni angheria. I covidioti ora dettano legge – materialmente. Ognuno può divenire il Giuseppe Conte del proprio spazietto: «non concediamo» ai bambini, anche piccolissimi, di stare senza mascherina. Il potere covidiota si abbatte sui nostri figli,  umiliando noi genitori.

È stato installato, nelle menti delle persone ancora più che con i DCPM anticostituzionali, un nuovo sistema di Apartheid.

 

È stato installato, nelle menti delle persone ancora più che con i DCPM anticostituzionali, un nuovo sistema di Apartheid.

 

Le storie dei neri in Sudafrica, che avevano i loro marciapiedi diversi da quelli dei bianchi, le rammentate?

 

Le storie degli anni Trenta, con i negozi vietati agli ebrei, visti ripetutamente in tutti i film possibili, le ricordate?

 

Le storie degli anni Trenta, con i negozi vietati agli ebrei, visti ripetutamente in tutti i film possibili, le ricordate?

Quanti casi di discriminazione abbiamo visto sui giornali, quando la solita omo-coppia si bacia in una spiaggia o in un bar e si sente «discriminata»?

 

Quanto ci hanno esaurito con le storie dei poveri immigrati che scappano dalla guerra e vengono discriminati perché neri?

 

A essere discriminato qui non è stato un cane, ma un bambino. Notiamo però che la faccenda di fatto assume un aspetto zootecnico: al bambino, va messa la museruola

Quanto ci hanno ripetuto che dovevamo nutrirci solo di involtini primavera e fare a gare per abbracciare un cinese a caso (con predilezione per quelli di Wuhan, magari)?

 

Quanto hanno rotto le palle con gli animali che devono potere entrare dappertutto, pena una discriminazione ingiusta?

 

Bene, ora siamo su ben altro livello. A essere discriminato qui non è stato un cane, ma un bambino. Notiamo però che la faccenda di fatto assume un aspetto zootecnico: al bambino, va messa la museruola.

 

Il bambino, come Fido, andrà prontamente vaccinato, chippato, eutanatizzato in caso di malattia, fornito di pedigree che attesti la bontà della provetta che lo ha prodotto.

Il bambino, come Fido, andrà prontamente vaccinato, e sarà rilasciato pure un documento che lo attesta.

 

Il bambino, come Bobi, potrebbe presto essere chippato: ai bravi cani si fa così, così si sa che vaccini hanno fatto, dove si trovano nel caso che scappino o, il Cielo non voglia, li rubino.

 

Il bambino, come un cane, qualora dovesse soffrire troppo per una malattia ritenuta non curabile, potrà essere soppresso con la punturina. I lettori di Renovatio 21 sanno che in Belgio e Olanda è già legale, e da anni.

 

Un Apartheid che sarà genomico, eutanatico, bioelettronico – l’Apartheid che una società della Necrocultura infliggerà ai nostri figli secondo la mente e la tecnologia del XXI secolo

Il bambino, come un cane, avrà il suo pedigree, perché verrà fatto esclusivamente in provetta, con il meglio che la riprogenetica avrà da offrire.

 

Tutte queste che abbiamo segnato qui sopra sono solo sfumature dei prossimi Apartheid. Un Apartheid che sarà genomico, eutanatico, bioelettronico – l’Apartheid che una società della Necrocultura infliggerà ai nostri figli secondo la mente e la tecnologia del XXI secolo.

 

La storia del pendìo scivoloso la conoscete: iniziano con «io non posso entrare» e si finisce nel lager. Certamente non si rendono conto di essere figli – nell’incubo salutista, genetico e di Stato di sorveglianza razzista e mortifero – del tizio coi baffetti sulle cui fotine sputano ogni giorno come nell’ora di odio di 1984 di Orwell. La realtà è che l’incubo biototalitario che stanno creando è mille volte più pervasivo. Un tempo, sotto la guerra, i coprifuoco erano più laschi. Il tracciamento  geolocalizzante non era di fatto possibile. Anche la libertà di espressione era probabilmente migliore: si veniva puniti per quel che si diceva, ora si è sia puniti che cancellati.

 

La storia del pendìo scivoloso la conoscete: iniziano con «io non posso entrare» e si finisce nel lager

Di tante cose, in realtà, non hanno contezza. Non sanno ad esempio che il fanatismo è la radice di ogni conflitto.

 

Non è la cosa più stupida inerente ai covidioti: è peggio pensare che, quando se ne accorgeranno, i covidioti crederanno pure di poterlo vincere, il conflitto.

 

Non sanno ad esempio che il fanatismo è la radice del conflitto: e penseranno pure di poterlo vincere.

In uno scontro per difendere la prole, chi credete possa essere più pronto, e determinato?

 

I padri devono meditare soprattutto questo: devono stare vicino ai loro figli, e prepararli a questi tempi di turbolenza, ad essere discriminati, derisi, attaccati.

 

I padri  devono iniziare i loro figli, prepararli a questi tempi di turbolenza, ad essere discriminati, derisi, attaccati

I padri devono iniziare i figli. Abbiamo bisogno  di uomini che trasformino i loro bambini in altri uomini. Questa è la prima vera forma di resistenza possibile.

 

Perché quello che ci sta venendo innanzi, lo sapete tutti, non è umano.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Essere genitori

Vaccino Pfizer, studio su 1,7 milioni di bambini e adolescenti rileva la miopericardite solo nei vaccinati

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Lo studio osservazionale pre-print che ha utilizzato i dati del sistema sanitario del Regno Unito ha anche scoperto che il vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 ha fornito a bambini e adolescenti solo circa 14-15 settimane di protezione contro la positività al virus.

 

Secondo uno studio preliminare condotto su oltre 1,7 milioni di bambini di età compresa tra 5 e 15 anni nel Sistema Sanitario Nazionale (NHS) inglese, il vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 ha garantito ai bambini e agli adolescenti in Inghilterra solo circa 14-15 settimane di protezione contro la positività al virus.

 

I ricercatori che hanno studiato la sicurezza e l’efficacia del vaccino Pfizer nei bambini e negli adolescenti completamente vaccinati, parzialmente vaccinati e non vaccinati, hanno riscontrato anche casi di miocardite e pericardite solo nei bambini vaccinati.

Sostieni Renovatio 21

«Questo studio dimostra chiaramente che il vaccino COVID di Pfizer non offre quasi alcun beneficio a bambini e adolescenti, ma aumenta il rischio di miocardite e pericardite», ha affermato Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense. «Ci si chiede: perché il CDC continua a raccomandare queste iniezioni non autorizzate per i bambini? Dove sono i dati che usano per supportare la loro affermazione secondo cui i benefici di questi vaccini superano i rischi?»

 

Lo studio ha rilevato che i bambini vaccinati necessitavano di un numero leggermente inferiore di visite al pronto soccorso e ricoveri ospedalieri, ma che tali esiti erano estremamente rari nei bambini e negli adolescenti di tutti i gruppi.

 

Non si sono verificati decessi dovuti al COVID-19 tra nessuno dei soggetti coinvolti nello studio.

 

Le agenzie di sanità pubblica del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno concesso l’autorizzazione ai vaccini Pfizer sulla base di studi clinici che hanno misurato l’immunogenicità (ovvero l’efficacia del vaccino nel provocare una risposta immunitaria nell’organismo) e l’efficacia contro le infezioni.

 

Gli studi non hanno testato quanto bene i vaccini proteggessero da malattie gravi. Non hanno nemmeno valutato endpoint di sicurezza particolari, come miocardite e pericardite, che sono stati segnalati a livello globale.

 

Per ovviare a questa mancanza di dati chiave provenienti dagli studi clinici, i ricercatori di Oxford, Harvard, della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dell’Università di Bristol e TPP, un’azienda globale di salute digitale, hanno creato uno studio ipotetico basato su dati osservativi del mondo reale.

 

La loro ricerca ha confermato un’ampia mole di prove che dimostrano l’esistenza di un legame tra i vaccini anti-COVID-19 e la miocardite e la pericardite, in particolare negli adolescenti.

 

La ricerca ha inoltre confermato che anche nel 2021, quando il vaccino è stato autorizzato per la prima volta per bambini e adolescenti, quella fascia d’età non presentava un rischio elevato di gravi conseguenze correlate al COVID-19, tra cui la morte o la necessità di cure d’urgenza, ricovero ospedaliero o terapia intensiva.

 

Da allora, il rischio è diventato ancora più basso.

 

I ricercatori hanno condotto la loro indagine utilizzando i dati del database OpenSAFELY-TPP del Servizio Sanitario Nazionale, parte della piattaforma OpenSAFELY, una piattaforma sicura che consente ai ricercatori di accedere ai dati anonimizzati del Servizio Sanitario Nazionale.

 

Il database copre il 40% delle pratiche di assistenza primaria inglesi ed è collegato alla sorveglianza nazionale del coronavirus, agli episodi ospedalieri e ai dati del registro dei decessi. È finanziato da sovvenzioni del Wellcome Trust, il più grande finanziatore della ricerca medica nel Regno Unito e uno dei più grandi al mondo.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Lo studio ha incluso tutti gli adolescenti presenti nel database di età compresa tra 12 e 15 anni e tutti i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni al 31 agosto 2021, data in cui il vaccino è stato autorizzato per quella fascia d’età, ovvero oltre 1,7 milioni di bambini.

 

Per essere ammessi allo studio, i bambini dovevano inoltre essere registrati presso un medico di base partecipante che avesse utilizzato il database per 42 giorni, non dovevano presentare alcuna prova di infezione da COVID-19 entro 30 giorni dalla vaccinazione e i loro dati dovevano includere informazioni demografiche complete.

 

Sono stati esclusi i bambini clinicamente vulnerabili.

 

I ricercatori hanno testato l’efficacia della prima dose di vaccino rispetto a nessuna dose e di due dosi rispetto a una dose singola.

 

Per fare questo, hanno abbinato ogni bambino vaccinato con uno non vaccinato. I partecipanti sono stati abbinati in base ad età, sesso, regione, test COVID-19 precedenti e stato vaccinale infantile.

 

I ricercatori hanno poi ripetuto lo stesso metodo per confrontare i risultati di una seconda dose rispetto a una dose singola.

 

Sono stati effettuati test su cinque parametri di efficacia: un test COVID-19 positivo, visite al pronto soccorso, ricoveri ospedalieri per COVID-19, ricoveri in terapia intensiva per COVID-19 e decesso per COVID-19.

 

In totale, 410.463 adolescenti che hanno ricevuto una dose del vaccino sono stati abbinati a gruppi di controllo non vaccinati, mentre 220.929 adolescenti che hanno ricevuto due iniezioni sono stati abbinati a gruppi di controllo vaccinati una sola volta.

 

Dei 1.262.784 bambini nella parte adolescenziale dello studio (vaccinati e non vaccinati), si sono verificati solo 72 accessi al pronto soccorso, 90 ricoveri ospedalieri per COVID-19 (tre dei quali in terapia intensiva per bambini non vaccinati) e nessun decesso.

Iscriviti al canale Telegram

Si sono verificati nove casi di pericardite e tre casi di miocardite, tutti nel gruppo vaccinato.

 

Inizialmente, i test COVID-19 positivi erano più bassi nel gruppo vaccinato. Tuttavia, entro 15 settimane dalla vaccinazione, i tassi di test positivi in ​​entrambi i gruppi erano simili. L’incidenza di necessità di cure di emergenza o di ospedalizzazione era leggermente inferiore nel gruppo vaccinato.

 

Analogamente, nel confronto tra due dosi e una dose, l’incidenza dei test positivi è stata inizialmente inferiore nel primo gruppo, ma dopo 14 settimane dalla vaccinazione era pressoché la stessa in entrambi i gruppi.

 

L’incidenza dei ricoveri ospedalieri è stata leggermente più alta nel gruppo trattato con una dose rispetto al gruppo trattato con due dosi.

 

Hooker ha detto che è probabile che ciò sia attribuibile all’«effetto vaccinato sano», in cui gli eventi avversi successivi alla prima dose di un vaccino aumentano i ricoveri ospedalieri. Quindi quelle persone non ricevono una dose di follow-up.

 

Di conseguenza, è meno probabile che le persone che ricevono una seconda dose siano persone che hanno reazioni negative ai vaccini che richiedono il ricovero ospedaliero.

 

Nella fascia di età compresa tra 5 e 12 anni, 177.360 bambini che hanno ricevuto la prima dose sono stati abbinati a gruppi di controllo non vaccinati, mentre 66.231 bambini che hanno ricevuto due dosi sono stati abbinati a gruppi di controllo con dose singola.

 

Tra tutti i bambini del gruppo vaccinato e non vaccinato, non si sono verificate visite al pronto soccorso, solo sei ricoveri ospedalieri e nessun decesso correlato al COVID-19.

 

Si sono verificati tre casi di pericardite, tutti in bambini vaccinati.

 

Tra tutti i bambini nel gruppo a due dosi rispetto a quello a una dose, non si sono verificate visite al pronto soccorso, ricoveri ospedalieri o decessi correlati al COVID-19.

 

Hanno concluso che negli adolescenti il ​​vaccino ha ridotto il tasso di ospedalizzazione più di quanto non abbia aumentato il rischio di miocardite e pericardite, ma nei bambini l’aumento del rischio di pericardite è stato maggiore della riduzione del rischio di ospedalizzazione.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 3 ottobre 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Essere genitori

«Prove evidenti» che i vaccini anti-COVID possono aumentare il rischio di asma nei bambini

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Una nuova analisi di oltre 200.000 cartelle cliniche di bambini statunitensi suggerisce che la vaccinazione mRNA contro il COVID-19 aumenta il rischio di asma, ha riferito Alex Berenson. I ricercatori taiwanesi che hanno condotto l’analisi non hanno ancora pubblicato i loro risultati.   Una nuova analisi di oltre 200.000 cartelle cliniche di bambini negli Stati Uniti suggerisce che la vaccinazione mRNA contro il COVID-19 aumenta il rischio di asma nei bambini, ha riferito martedì Alex Berenson.   Berenson, un ex reporter del New York Times che ora scrive sul suo Substack Unreported Truths, ha rivelato comunicazioni con ricercatori taiwanesi che dimostrano che hanno trovato «prove sorprendenti» che le iniezioni stesse possono causare asma, che porta a danni polmonari.   L’asma è una malattia polmonare cronica che colpisce circa 5 milioni di bambini negli Stati Uniti , secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Sebbene di solito non siano fatali, gli attacchi di asma gravi possono essere pericolosi per la vita nei bambini, secondo la Mayo Clinic.

Sostieni Renovatio 21

L’analisi dei ricercatori taiwanesi, che gli stessi stanno ancora esaminando, ha utilizzato le cartelle cliniche elettroniche di TriNetX, che si pubblicizza come la «più grande fonte globale di dati del mondo reale».   Gli autori dello studio hanno esaminato i dati sanitari di TriNetX relativi a oltre 200.000 bambini statunitensi di età compresa tra 5 e 18 anni, raccolti tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.   Secondo Berenson, hanno scoperto che i bambini che avevano ricevuto il vaccino mRNA contro il COVID-19 e che non avevano avuto un’infezione naturale da COVID-19 avevano un rischio maggiore del 13% di ricevere una nuova diagnosi di asma nell’anno successivo alla vaccinazione rispetto a un gruppo di bambini abbinati che non avevano ricevuto il vaccino o non avevano contratto l’infezione da COVID-19.   «Questo aumento del rischio non può essere dovuto al COVID, poiché nessuno dei due gruppi è stato infettato», ha scritto Berenson.   Confrontando i bambini vaccinati con quelli non vaccinati (tutti con diagnosi di COVID-19), i ricercatori hanno riscontrato un rischio ancora più elevato.   Berenson ha riferito che i bambini che avevano ricevuto sia il vaccino mRNA per il COVID-19 sia un’infezione da COVID-19 avevano un rischio del 20% più alto di una nuova diagnosi di asma rispetto a un gruppo simile di bambini non vaccinati che avevano contratto l’infezione da COVID-19.   Poiché lo studio non è uno studio prospettico randomizzato, non dimostra che i vaccini mRNA contro il COVID-19 abbiano causato un aumento dei casi di asma, ha affermato Berenson.   «Ma i ricercatori hanno abbinato da vicino due gruppi molto grandi”, ha scritto, “e l’associazione che hanno trovato non è quasi certamente dovuta al caso».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Potrebbero avere qualche difficoltà a far sì che una rivista importante o anche minore accetti i loro risultati»

I ricercatori hanno comunicato i loro risultati a Berenson in un’e-mail, che ha pubblicato nel suo post su Substack del 1° ottobre, in risposta alle sue domande su uno studio da loro pubblicato il 21 giugno sulla rivista peer-reviewed Infection.   Nello studio di giugno, gli autori taiwanesi hanno esaminato i dati TriNetX di 304.500 bambini statunitensi e hanno scoperto un «forte legame tra l’infezione da COVID-19 e un aumento del rischio di asma di nuova insorgenza nei bambini».   Sebbene non avessero ipotizzato che la vaccinazione potesse essere collegata a un aumento dell’asma, gli autori dello studio hanno scoperto che l’aumento del rischio era «più marcato nei soggetti vaccinati».   Berenson ha scritto su Substack:   «Ma poiché i ricercatori non avevano abbinato i gruppi in base allo stato vaccinale nello studio iniziale, il gruppo vaccinato era notevolmente meno sano del gruppo non vaccinato all’inizio. …Quindi le coorti vaccinate e non vaccinate non potevano essere confrontate direttamente».   Berenson ha chiesto ai ricercatori via e-mail se avessero condotto una versione parallela dello studio che confrontasse direttamente i risultati in base allo stato vaccinale e, in tal caso, se potessero divulgarne i risultati.   «Con mia sorpresa, hanno risposto», ha detto Berenson a The Defender. Non hanno detto quando avrebbero pubblicato i risultati.   «Se la storia è una guida», ha detto Berenson, «potrebbero avere qualche difficoltà a far sì che una rivista importante o anche minore accetti i loro risultati: le riviste sono state molto caute nel pubblicare ricerche negative sugli mRNA al di fuori della miocardite, che è un argomento accettabile da discutere».

Aiuta Renovatio 21

Pediatra: sintomi di asma simili all’anafilassi

Il dottor Lawrence Palevsky, pediatra, ha dichiarato al The Defender che molti sintomi dell’asma sono gli stessi associati all’anafilassi, una grave reazione allergica.   Tosse, respiro sibilante, broncospasmo, mancanza di respiro, respirazione accelerata/dispnea e ipossia: questi sintomi delle vie aeree si verificano quando il sistema immunitario e quello nervoso vengono significativamente attivati ​​in risposta all’esposizione a uno o più allergeni che l’organismo percepisce come una minaccia.   «Se le iniezioni di COVID sembrano aumentare i rischi nei bambini di sviluppare asma o anafilassi, ciò significa che potrebbero esserci uno o più ingredienti in queste iniezioni che rappresentano una minaccia per la salute e la sicurezza del loro sistema immunitario e nervoso», ha affermato Palevsky. «Avrebbe senso evitare di provocare anafilassi nei bambini, no?»   Berenson ha criticato il CDC per aver continuato a raccomandare il vaccino anti-COVID-19 per i bambini:   «Sono sbalordito che i Centers for Disease Control non ammettano la sconfitta e abbandonino la loro raccomandazione per loro, anche se, in pratica, quasi nessuno sotto i 18 anni li sta ricevendo ora».   «Ma continuando a fare pressione su di loro, il CDC sta ulteriormente danneggiando la propria credibilità, se ne ha ancora a questo punto».

Iscriviti al canale Telegram

Il primo studio rileva un «forte legame» tra l’infezione da COVID e l’asma nei bambini, in particolare nei vaccinati

Berenson ha affermato che la scoperta dei ricercatori taiwanesi su un possibile collegamento tra i vaccini anti-COVID-19 e l’asma è stata «particolarmente sorprendente» perché non era ciò che stavano cercando.   Hanno condotto lo studio del 21 giugno utilizzando i dati sulla salute dei bambini di TriNetX per determinare se ci potesse essere un collegamento tra l’infezione da COVID-19 e l’asma.   Nel loro rapporto, hanno spiegato di aver utilizzato una tecnica di abbinamento di coorte prima di effettuare la loro analisi, per ridurre al minimo la probabilità di ottenere risultati distorti a causa di fattori confondenti.   Utilizzando la tecnica di abbinamento, hanno creato una coorte non vaccinata e una coorte vaccinata, ciascuna composta dallo stesso numero di bambini che avevano e non avevano avuto un’infezione da COVID-19.   Hanno confrontato gli esiti della diagnosi di asma nei bambini che avevano contratto l’infezione da COVID-19 con gli esiti della diagnosi di asma nei bambini che non l’avevano contratta, sia nel gruppo vaccinato che in quello non vaccinato.   Hanno scoperto che i bambini infettati dal COVID-19 mostravano un’incidenza significativamente maggiore di asma di nuova insorgenza durante l’anno successivo all’infezione rispetto ai bambini che non avevano avuto un’infezione da COVID-19, e il risultato era coerente per tutti i gruppi di genere, età e razza.   Hanno anche scoperto che l’aumento del rischio di asma di nuova insorgenza era “più marcato” nei bambini che avevano contratto il COVID-19 e avevano anche ricevuto un vaccino mRNA contro il COVID-19.   Berenson ha osservato nel suo post su Substack del 2 ottobre che lo studio di giugno degli autori taiwanesi ha ricevuto poca attenzione, nonostante i segnali di sicurezza del vaccino in esso contenuti.   Oltre a scoprire che il legame tra l’infezione da COVID-19 e l’asma era più forte nei bambini che avevano ricevuto il vaccino anti-COVID-19, gli autori dello studio hanno scoperto che i bambini che avevano ricevuto il vaccino anti-COVID-19 avevano 6 volte più probabilità di morire nel corso dell’anno successivo rispetto ai bambini che non avevano ricevuto il vaccino anti-COVID-19.   La spiegazione più probabile per la differenza è che i bambini nella coorte vaccinata erano più malati all’inizio, rispetto ai non vaccinati. Ad esempio, i bambini nella coorte vaccinata avevano tassi più alti di diabete e disturbi psichiatrici, secondo Berenson che ha esaminato lo studio.   «Tuttavia», ha scritto Berenson, «il divario è abbastanza ampio che in qualsiasi mondo sano di mente i ricercatori dei Centers for Disease Control e altrove lo seguirebbero, anche solo per escluderlo e capire se altri database hanno segnali simili».   Gli autori taiwanesi hanno sottolineato nel loro studio di giugno che anche altri studi recenti hanno riscontrato un collegamento tra infezioni virali, tra cui il COVID-19, e l’asma.   Tuttavia, è ancora in corso un dibattito scientifico sulla gravità della situazione nei bambini.

Aiuta Renovatio 21

Uno studio del 2022 pubblicato su BMC Infectious Diseases che ha analizzato circa 70 bambini ricoverati in ospedale per COVID-19 ha riportato che il 41,5% presentava sintomi simili all’asma al momento della dimissione. Meno del 16% di quei bambini aveva una storia di asma al momento del ricovero in ospedale. Lo studio non ha segnalato lo stato vaccinale.   Tuttavia, uno studio di aprile pubblicato su Pediatrics e condotto su quasi 30.000 bambini ha concluso che risultare positivi al COVID-19 non era associato a una nuova diagnosi di asma entro 18 mesi dall’infezione.   The Defender ha contattato l’autore corrispondente dello studio taiwanese, ma non ha ricevuto risposta entro la scadenza.   Questo articolo è stato aggiornato per chiarire che il confronto principale dello studio di giugno era tra bambini che avevano contratto l’infezione da COVID-19 e bambini che non l’avevano contratta, indipendentemente dallo stato vaccinale contro il COVID-19.   Suzanne Burdick Ph.D.   © 2 ottobre 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di BruceBlaus via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine modificata.
Continua a leggere

Bioetica

Feto sorride dopo aver sentito la voce del papà durante l’ecografia

Pubblicato

il

Da

Un video virale di una bambina ancora nel ventre materno che reagisce alla voce del padre mette in luce la bellezza assoluta della riproduzione naturale umana.

 

Il video caricato dal giornale neoeboraceno New York Post, mostra una bambina non nata di 32 settimane sorridere quando sente il padre parlarle durante un’ecografia in un ospedale di Xanxere, in Brasile.

 

Sostieni Renovatio 21

I bambini non nati , che sono persone umane dal momento del concepimento, possono iniziare a sentire i suoni all’interno del corpo della madre a circa 18 settimane. Entro le 27-29 settimane, i bambini possono sentire voci esterne al corpo della madre, come la sua voce e le voci di chi le sta intorno.

 

Infatti, se il padre parla al suo bambino nel grembo materno, il bambino spesso riesce a riconoscere la sua voce quando nasce. La ricerca ha dimostrato che i bambini non ancora nati possono iniziare a riconoscere la voce del padre già a 32 settimane.

 

«Il bambino sicuramente ascolta se la famiglia parla a casa… e inizieranno a identificarli», ha spiegato il medico che ha eseguito l’ecografia a Xanxere.

 

Come scrive LifeSite, il video, caricato il 12 agosto, non solo dimostra l’umanità dei bambini non ancora nati, ma anche la gioia che portano a tutti coloro che li circondano, mentre la stanza si riempie di risate quando la bambina sorride nel grembo materno.

 

«Fatto in modo meraviglioso e meraviglioso», ha commentato un utente sotto il video. «Chiunque dica che non è un essere umano, non è umano lui stesso», ha scritto un altro utente.

 

Femministe, abortisti, mostri vari: fatevi avanti, e diteci che non esiste dialogo tra il feto e la madre – e il padre! –, diteci che quello è un ammasso di cellule di cui potete decidere la morte a piacimento.

 

Diteci che questo non è un essere umano.

 

Chi ha programmato l’introduzione dell’aborto nella società lo sa perfettamente: ed è proprio per questo che il suo sacrificio – il sacrificio umano – è divenuto così centrale per lo Stato moderno.

 

Maledetto, assassino sin dal principio!

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da Twitter

Continua a leggere

Più popolari