Animali
Il Giappone invia truppe per contrastare l’aumento degli attacchi mortali degli orsi
Il 5 novembre il Giappone ha dispiegato truppe nel Nord del Paese per aiutare a gestire gli orsi nella zona, dopo che le autorità locali hanno ammesso di essere in difficoltà di fronte a un’ondata di attacchi senza precedenti.
Stando a quanto riferito dal quotidiano nipponico Asahi Shimbun, i soldati della Forza di Autodifesa Terrestre giapponese (GSDF) sono stati inviati nella regione per collaborare con i cacciatori locali e tenere sotto controllo gli animali.
Alle truppe, tuttavia, non sarà consentito l’uso di armi da fuoco durante l’operazione: potranno impiegare solo spray anti-orso per deterrenza e protezione, oltre a contribuire a posizionare trappole a scatola, condurre pattugliamenti, trasportare cacciatori, spostare orsi catturati o abbattuti e raccogliere informazioni.
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L’intervento è partito da Kazuno, città nella prefettura di Akita (nota ai lettori di Renovatio 21 per essere sede dell’ultima, apocalittica, apparizione mariana approvata dalla Chiesa), all’estremo nord dell’isola principale di Honshu. Nelle ultime settimane a Kazuno si è registrato un forte incremento degli avvistamenti di orsi; i residenti sono stati invitati a evitare i boschi fitti intorno all’insediamento e a rimanere in casa dopo il tramonto per scongiurare gli orsi in cerca di cibo vicino alle abitazioni.
La premier giapponese Sanae Takaichi ha inoltre annunciato in parlamento che entro metà mese il governo deciderà misure di emergenza per affrontare la problematica degli orsi. «Adotteremo le misure necessarie tempestivamente, senza attendere la decisione finale», ha dichiarato la Takaichi, secondo l’agenzia Jiji.
Secondo il ministero dell’Ambiente, da aprile in Giappone si sono verificati oltre 100 attacchi di orsi, con un record di 13 persone uccise nel Paese nello stesso periodo.
Due terzi di questi decessi si sono concentrati nella prefettura di Akita e nella confinante Iwate. Ad Akita, le autorità riferiscono che gli avvistamenti di orsi sono aumentati di sei volte quest’anno, superando gli 8.000, e gli attacchi sono in procinto di stabilire un nuovo primato, spingendo il governatore a richiedere l’intervento delle Forze di autodifesa la settimana scorsa.
Dopo Kazuno – cittadina di circa 30.000 abitanti nota per le sorgenti termali e il paesaggio – i soldati GSDF si sposteranno a Odate e Kitaakita, in base a un accordo che durerà fino a fine mese, secondo NHK.
L’incremento della popolazione di orsi, lo spostamento delle fonti alimentari naturali e lo spopolamento delle aree rurali stanno portando a un maggior contatto con gli esseri umani. Nel frattempo, i cacciatori – molti dei quali anziani – su cui le autorità contavano per gestire il problema si sono trovati sopraffatti quest’anno.
Nelle ultime settimane gli orsi hanno attaccato clienti all’interno di un supermercato, un turista diretto a una fermata dell’autobus vicino a un sito UNESCO e un dipendente di un resort termale.
Gli attacchi degli orsi raggiungono tipicamente il picco tra ottobre e novembre, quando gli animali accumulano cibo prima del letargo.
Secondo Bear Conservation, gli orsi neri giapponesi, diffusi in gran parte del Paese, possono pesare fino a 125 kg, mentre gli orsi bruni dell’isola settentrionale di Hokkaido superano i 600 kg.
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A settembre il governo ha allentato le norme sulle armi da fuoco per facilitare ai cacciatori l’abbattimento degli orsi nelle aree urbane. La modifica legislativa consente ora alle autorità comunali di richiedere a cacciatori autorizzati di catturare o eliminare gli orsi, purché garantiscano la sicurezza delle comunità limitando il traffico ed evacuando i residenti in collaborazione con la polizia.
In precedenza, la legge proibiva ai cacciatori di sparare agli animali in zone densamente popolate, salvo ordine della polizia per pericolo imminente alla vita, scrive il quotidiano giapponese in lingua inglese Japan Times.
Il terrore scatenato del Sol Levante dai malvagi tardigradi era stato già descritto da Renovatio 21 due anni fa. Aveva fatto notizia anche l’impiego dell’Intelligenza Artificiale per arginare il fenomeno, ma a quanto pare l’opzione migliore è mandare l’esercito, o meglio, il suo surrogato nipponico (per Costituzione, il Paese è pacifista e privo di forze armate ufficiali).
Resta da capire, a questo punto, cosa un giapponese, che assiste nel suo Paese a centinaia di attacchi ursini, possa pensare dell’Italia che gli orsi li importa dall’Estero – per poi vedere i suoi cittadini danneggiati, impauriti, aggrediti e perfino sbranati a morte.
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Londra vieterà la bollitura di aragoste e granchi vivi
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Lo strumento per capire quando i lupi attaccano l’uomo: ecco la scala di Geist
Valerius Geist (1938-2021) fu un etologo canadese, professore all’Università di Calgary, famoso per i suoi studi sul comportamento dei grandi mammiferi nordamericani, e in particolare i lupi.
Il suo lavoro è di grande attualità in questo momento ed in particolare per la cosiddetta «Scala di Geist». La scala è metodo, una sorta di vero e proprio metro, per determinare quando e come i lupi, in assenza di ostacoli e di dissuasioni, arrivino progressivamente a perdere il timore dell’uomo e ad attaccarlo e predarlo attivamente.
Tale progressione si articola in sette tappe e sebbene prenda in considerazione il contesto canadese
1) All’interno del territorio dei branchi di lupi le prede scarseggiano non solo a causa di aumento della predazione, ma anche dall’emigrazione in massa delle prede spaventate, portando a una virtuale assenza di prede. I lupi frequentano sempre di più le discariche di rifiuti di notte.
2) I lupi in cerca di cibo cominciarono ad avvicinarsi alle abitazioni umane di notte. La loro presenza è spesso annunciata da frequenti e forti latrati di cani da cortile. A volte cani da pastore affrontano i lupi, con conseguenti lunghi duelli notturni. I lupi vengono sentiti ululare anche durante il giorno.
3) I lupi appaiono alla luce del giorno e ad una certa distanza osservano le persone che fanno le loro faccende quotidiane. Si avvicinano agli edifici durante il giorno.
4) Il bestiame di piccola taglia e gli animali domestici vengono attaccati anche vicino agli edifici durante il giorno. I lupi agiscono decisamente con più audacia nelle loro azioni. Le persone con i cani si ritrovano a difendere i loro cani da un lupo o diversi lupi. Tali attacchi sono ancora attacchi titubanti e le persone riescono a salvare alcuni cani. In questa fase i lupi non si concentrano sugli umani, ma attaccano animali domestici e alcuni capi di bestiame con determinazione. Tuttavia, possono minacciar e gli esseri umani con i denti scoperti e ringhiando quando questi difendono i loro cani da difesa o vicino a una cagnolina in calore, o vicino a una carcassa di un animale ucciso sulla strada. I lupi stanno ancora delimitando il loro nuovo territorio.
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5) I lupi attaccano il bestiame di grandi dimensioni, con conseguenze di code tagliate, orecchie e garretti morsicati. Vengono ritrovati i primi bovini gravemente feriti; tendono ad avere severe lesioni alle mammelle, all’inguine e agli organi sessuali e devono essere soppressi. Le azioni dei lupi diventano più sfacciate e bovini o cavalli possono essere uccisi vicino a case e fienili dove il bestiame o i cavalli stavano cercando di trovare rifugio. I lupi possono seguire gli equini e circondarli. Sono in grado di salire sulle verande e guardare dentro le finestre.
6) I lupi rivolgono la loro attenzione alle persone e incominciano ad avvicinarsi, inizialmente semplicemente esaminandole da vicino per diversi minuti di fila. Questo è un passaggio dallo stabilire il territorio al prendere di mira le persone come prede. I lupi possono compiere attacchi esitanti, quasi giocosi, mordendo e strappando i vestiti, pizzicando gli arti e il busto. Si ritirano quando vengono affrontati. Difendono le loro prede muovendosi verso le persone e ringhiando e abbaiando contro di loro da 10-20 passi di distanza.
7) I lupi attaccano le persone. Questi attacchi iniziali sono goffi, perché i lupi non hanno ancora imparato ad abbattere efficacemente la nuova preda. Le persone attaccate possono spesso scappare a causa della goffaggine degli attacchi. Un uomo preparato fisicamente e coraggioso può respingere o strangolare un lupo che attacca. Tuttavia, contro un branco di lupi non c’è difesa e anche due uomini capaci e armati possono essere uccisi. I lupi, come cacciatori in branco, sono dei predatori esperti che possono uccidere cinghiali ed orsi. I lupi ora attaccano e predano attivamente l’uomo.
La scala di Geist è un modello e pertanto va interpretata sulla base della situazione esistente nei diversi Paesi ma costituisce un ausilio efficace per determinare a che punto ci troviamo.
In Italia, la situazione è affatto peculiare in quanto i lupi, protettissimi e coccolati da associazioni ambientaliste e da leggi ad hoc, come se fossero animali indifesi e in via d’estinzione, hanno proliferato fino a divenire presenza invasiva e infestante in ogni parte della penisola.
Le succitate leggi e una propaganda che dipinge il lupo come animale schivo e timoroso dell’uomo hanno contribuito ad abbassare il livello di allerta di amministrazioni locali e gente comune e ora ci troviamo di fronte ad un escalation di attacchi agli animali e alle persone che ci conducono ad affermare che ci troviamo all’inizio della fase 7 della scala di Geist.
I lupi hanno iniziato ad attaccare l’uomo in Italia. Ancora non ci è «scappato il morto» ma è solo questione di tempo. È altresì noto che l’inazione, l’arrendevolezza portano queste belve ad abbandonare ogni sorta di remora e di timore nei confronti degli uomini.
Il «lupo cattivo», sì, solo una storia per bambini, ci hanno fatto credere fin dall’infanzia..e invece no, i lupi hanno predato l’uomo fino almeno alla fine del XIX secolo come testimonianze e resoconti storici tramandano. Poi misure drastiche adottate da comunità e istituzioni, hanno messo fine al problema, ecco perché il lupo per almeno un centinaio di anni ha temuto l’uomo e lo ha evitato attivamente, contribuendo così a creare la leggenda del lupo timido e pauroso.
Ora la situazione è cambiata. Le belve sono più attive e potenzialmente pericolose di quando scorrazzavano per un’Europa ricoperta di boschi. Ora hanno la pellaccia lisciata da leggi compiacenti e draconiane con chi non le rispetta oltre che dai lai beoti di ambientalisti tanto incoscienti quanto in malafede.
Anarco-tirannia lupina – oltre che migratoria – in piena regola e noi, i nostri cari e specialmente i nostri bambini siamo le vittime designate.
Siamo disposti ad accettarlo?
Victor García
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Lupi investiti da auto in tutta Italia. Quanti esemplari circolano davvero nella penisola?
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