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Spirito

Akita, Nostra Signora della pioggia di fuoco

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Non è sbagliato, in questo momento storico, ricordarsi dell’ultima apparizione mariana riconosciuta dal Vaticano: Nostra Signora di Akita.

 

Akita è in Giappone. La Madonna vi apparve oramai mezzo secolo fa. Il messaggio che diede a suor Agnese Sasagawa fu sconvolgente. Parlava di una distruzione massiva, di pene orrende: parlava del Castigo divino.

 

Di più: parlava di una «pioggia di fuoco» che sarebbe arrivata dal cielo e avrebbe devastato l’umanità. In queste ore non possiamo non pensarci: chiunque può riconoscere che viviamo il momento più pericoloso della storia umana, con la devastazione dei missili termonucleari più vicina che mai.

 

Ma parliamo di Suor Agnese e dell’apparizione di Nostra Signora.

 

Katsuko Sasagawa nacque nel 1931 presso Niigata, città dell’Honshu, l’isola principale dell’arcipelago giapponese. Rispetto a Niigata, dall’altra parte del mare c’è Vladivostok.

 

Sin da giovane Katsuko fu malata. Neanche ventenne, subì un’appendicectomia che la lasciò paralizzata: i medici avevano sbagliato qualcosa con l’anestetico. La cura di questa paralisi procurò alla ragazza e alla famiglia infinite altri operazioni e dolori negli anni a seguire.

 

Fu in quel tempo che Katsuko venne a contatto con una infermiera cattolica (anche in Giappone, a quel tempo, negli ospedali c’erano le suore…) che la introdusse alla parola di Cristo. Katsuko conferì un monaco buddista, poi si convertì e ricevette il nome di Agnese.

 

Tuttavia la ragazza continuava a soffrire. Nel 1956, entra in coma. Delle suore arrivate da Nagasaki – la città più cattolica del Giappone… – le bagnano le labbra con dell’acqua di Lourdes. Agnese riprende subito conoscenza.

 

Il suo impegno per la comunità cattolica è tanto: inizia a fare la catechista nella chiesa di di Myoko, un paese lì vicino.

 

Nel 1973 Agnese perde l’udito. La famiglia la rivuole a casa, ma lei prende la decisione di entrare le Serve dell’Eucarestia a Yuzawada, un ordine di suore contemplative istituito vicino alla città di Akita da Mons. Jean Shojiro Itō, il  vescovo di Niigata che in futuro diverrà parte integrante della rivelazione mariana

 

 

Alle 8:30 del 12 giugno 1973, Suor Agnese apre il tabernacolo della cappella dove doveva tenersi l’adorazione eucaristica. Suor Agnese viene investita da una luce potente. Si prostra a terra: sa che può trattarsi di un evento soprannaturale, ma si chiede anche se non sia invece una semplice allucinazione.

 

Il 5 luglio, mentre dice le preghiere della sera, sente sulla mano destra aprirsi una ferita a forma di croce, lunga 3 centimetri e larga 2. Suor Agnese pensa ad un graffio, anche se sente che la carne è tagliata molto in profondità, come fosse stata punta.

 

Quella notte alle 3:00  Suor Agnese sente una voce:

 

«Non temere! Non pregare solamente a causa dei tuoi peccati, ma anche a riparazione di quelli di tutti gli esseri umani (…) Il mondo di oggi ferisce il Santissimo Cuore di Nostro Signore con la sua ingratitudine e le sue ingiurie. La ferita di Maria è molto più profonda della tua».

 

Agnese è quindi guidata alla cappella, dove la voce, a domanda, risponde: «Sono colui che è accanto a te e veglia su di te». È l’angelo custode di Suor Agnese.

 

Ma ecco che un’altra voce che irrompe nella cappella:

 

Figlia mia, mia novizia, mi hai obbedito bene abbandonando tutto per seguirmi. È dolorosa l’infermità alle tue orecchie? La tua sordità sarà guarita, stanne certa. La ferita alla tua mano ti fa soffrire? Prega in riparazione ai peccati degli uomini. Ogni persona in questa comunità è la mia insostituibile figlia. Recitate bene la preghiera delle Serve dell’Eucarestia? Allora recitiamola insieme:

 

Sacratissimo Cuore di Gesù, realmente presente nella Santa Eucarestia, io consacro il mio corpo e la mia anima per essere interamente uniti con il Tuo Cuore che viene sacrificato in ogni istante in tutti gli altari del mondo, dando lode al Padre e invocando la venuta del Suo Regno.

 

Ti prego, ricevi l’umile offerta di me stessa. Usami come desideri per la gloria del Padre e per la salvezza delle anime.

 

Santissima Madre di Dio, non farmi essere separata dal tuo Divino Figlio.

 

Ti prego, difendimi e proteggimi come tua figlia particolare.

 

Amen.

 

Infine la Madonna aggiunge:

 

Prega molto per il Papa, i vescovi e i preti. Dal momento del tuo Battesimo hai sempre pregato per loro con fede.

 

Continua a pregare molto, moltissimo.

 

Racconta al tuo superiore tutto quello che è successo oggi e obbedisci a tutto ciò che ti dirà.

 

Egli ha chiesto che tu preghi con fervore.

 

Suor Agnese, quindi, prega. Ha dinanzi la statua della Vergine della cappella, una copia della Vergine di Amsterdam – Nostra Signora di tutti i popoli – scolpita dall’artista buddista Saburo Wakasa, membro dell’Istituto Giapponese di scultura.

 

Verso le 5 del mattino la voce è scomparsa, e altre suore entrano nella cappella. Suor Agnese chiede a Suor K. di guardare la mano della statua: lei non ha osato per tutto quel tempo, non ne ha il coraggio. Quando Suor K. si avvicina ad esaminare la statua, si prostra a terra. Sulle mani della statua vi è la stessa ferita comparsa sul palmo di Suor Agnese.

 

Il 12 luglio, durante le preghiere delle suore, il sangue riprende a scorrere dalla mano dell’effigie: la storia è oramai incontenibile, si diffonde ben oltre il convento. Due settimane più tardi  farà arriverà il vescovo di Niigata, Jean Shojiro Itō, che constaterà gli eventi.

 

Il 28 luglio, la ferita di Suor Agnese prende a far male in modo insostenibile. La religiosa corre verso la cappella e si prostra al suolo.

 

Nel momento di maggior dolore, ecco la voce:

 

«Le tue sofferenze avranno fine oggi. Conserva preziosamente il ricordo del sangue di Maria e incidilo bene nel tuo cuore, questo sangue versato ha un significato profondo (…) per la conversione di tutti i peccatori».

 

Immediatamente, la ferita scompare, è sanata.

 

Il 3 agosto, Suor Agnese riceve un altro messaggio:

 

Figlia mia, mia novizia, ami il Signore? Se ami il signore ascolta quello che ho da dirti. È  molto importante. Lo riferirai al tuo superiore.

 

Molti uomini in questo mondo fanno soffrire il Signore. Io desidero anime che lo consolino per placare la collera del Padre Celeste. Desidero, con Mio Figlio, anime che dovranno riparare, per mezzo della loro sofferenza e della loro povertà, per i peccatori e gli ingrati.

 

Affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande Castigo su tutta l’umanità.

 

Con Mio Figlio sono intervenuta tante volte per placare l’ira del Padre. Ho impedito l’arrivo di calamità offrendogli le sofferenze del Figlio sulla Croce, il Suo prezioso sangue e le anime dilette che Lo consolano formando una schiera di anime vittime. Preghiera, penitenza e sacrifici coraggiosi possono attenuare la collera del Padre. Io desidero anche questo dalla vostra comunità…che ami la povertà, che si santifichi e preghi in riparazione per l’ingratitudine e le offese di tanti uomini.

 

Recitate la preghiera delle Serve dell’Eucarestia consapevoli del suo significato. Mettetela in pratica; offrite in riparazione per i peccati tutto ciò che Dio può mandare. Fai in modo che tutte si sforzino, secondo le capacità e la posizione, di offrirsi interamente al Signore.

 

Anche in un istituto secolare la preghiera è necessaria. Già le anime che vogliono pregare stanno per essere radunate. Senza dare troppa importanza alla forma, siate fedeli e ferventi nella preghiera per consolare il Maestro.

 

Quello che pensi in cuor tuo è vero? Sei sinceramente decisa a diventare la pietra scartata? Mia novizia, tu che desideri appartenere senza riserve al Signore per diventare la degna sposa dello Sposo, fai i tuoi voti sapendo che devi essere appesa alla croce con tre chiodi. Questi tre chiodi sono: povertà, castità e obbedienza. Dei tre l’obbedienza è fondamentale. Nel totale abbandono, fatti guidare dal tuo superiore. Egli saprà come capirti e indirizzarti

 

Marya-sama, come i giapponesi chiamano la Madonna, in questo messaggio annuncia l’arrivo del castigo. Allo stesso tempo, dichiara l’importanza dell’obbedienza alla gerarchia ecclesiastica.

 

Il 13 ottobre, Suor Agnese, ricevette il terzo messaggio, il più tremendo.

 

Mentre prega, di colpo percepisce ancora quella luce, e un profumo soave che proviene dalla statua.

 

Mia cara figlia, ascolta bene ciò che ho da dirti. Ne informerai il tuo superiore.

 

Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima.

 

Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. 

 

I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti.

 

Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti.

 

L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi.

 

I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore.

 

Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.

 

Con coraggio, parla al tuo superiore. Egli saprà come incoraggiare ognuna di voi a pregare e a realizzare il vostro compito di riparazione. È  il vescovo Itō, che dirige la vostra comunità”.

 

Hai ancora qualcosa da chiedere? Oggi sarà l’ultima volta che io ti parlerò in viva voce. Da questo momento in poi obbedirai a colui che ti è stato inviato e al tuo superiore.

 

Prega molto le preghiere del Rosario. Solo io posso ancora salvarvi dalle calamità che si approssimano.

 

Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati.

 

Queste furono le ultime parole che Nostra Signora affidò a Suor Agnese.

 

Gli eventi straordinari ad Akita però non finirono.

 

Il 4 gennaio 1975, la suora sacrestana si accorge che il basamento della statua della Vergine è bagnato: perché delle lacrime stanno colando dagli occhi della stata. Un fenomeno a cui lo stesso Vescovo Itō assiste.

 

La stessa scultura, poi, pare abbia cambiato fattezze: d’un tratto sembra assumere un’espressione di tristezza, non notata da nessuno prima di allora.

 

Viene chiamato il Saburo Wakasa, lo scultore buddista: conferma, non l’ha scolpita a quel modo. Soprattutto «le guance che avevo scolpito erano incavate, il viso sembra aver ceduto, il suo colore era diventato marrone scuro, la sua espressione più penetrante».

 

Le lacrime sono invece analizzate dal professor Kaoru Sagisaka: sono di origine umana, del gruppo 0. Dal 4 gennaio al 15 settembre 1981 le lacrimazioni sembrano cessare. Don Tasuya, il cappellano, avrebbe contato qualcosa come 101 ripetizioni del fenomeno. I testimoni sono circa 2000. Si dice che una TV giapponese abbia filmato uno di questi eventi.

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Monsignor Ito viaggia quindi a Roma ben due volte a perorare la causa di Nostra Signora di Akita. Il cardinale Ratzinger gli permette di annunciare l’autenticità dell’apparizione: «questi fatti, stabiliti dopo 11 anni di studi, sono incontestabili (…) di conseguenza autorizzo la venerazione di Nostra Signora di Akita». Ottenuto ciò che era giusto, il vescovo Itō va in pensione.

 

Ratzinger nel 1988 tornerà a parlare di Akita, dichiarando che i fenomeni attorno a Suor Sasagawa e a quella cappella sono degni di essere creduti dai credenti.

 

Suor Agnese fu guarita dalla sordità in due momenti 1974 e 1982, ma dal 1981 tornò paralizzata. Continuò a svolgere piccoli lavori per la comunità con le punta delle dita ed i denti.

 

Il mariologo padre Réné Laurentin, che l’ha conosciuta ed ha studiato il suo caso, scrive che Suor Agnese «continua a vivere la sua vita sacrificata, costretta a letto, in una pace profonda».

 

Il  messaggio di Nostra Signora di Akita è sconvolgente. Il vescovo Ito dirà di credere che la terza parte, con il suo carico di castigo e distruzione, sia connessa al messaggio di Fatima.

 

 

Hi ga Ten kara kudari. Verrà il fuoco dal cielo, la maggior parte dell’umanità verrà distrutta, e né i preti né i fedeli saranno risparmiati. I sopravvissuti invidieranno i morti.

 

Akuma ha, Kyōkai no naka made hairikomi. Il demonio entrerà si dentro la chiesa.

 

Cardinaru ha Cardinaru ni, Shikyō wa Shikyō ni tairetsu suru deshō. Cardinali serreranno le proprie fila contro altri cardinali, vescovi contro vescovi.

 

Akuma guiderà molti preti e religiosi lontano da Dio. Quei preti che mi riveriscono saranno disprezzati ed attaccati. Chiese ed altari saranno dissacrati.

 

Kyōkai ha, dakyō suru mono de ippai ni nari. La Chiesa sarà riempita di compromessi.

 

Guardate: la precisione della descrizione delle cose ecclesiastiche è totale.

 

Ma anche la descrizione delle cose del mondo: la pioggia di fuoco è pronta nel cielo, lo sappiamo – non vi è stato momento della storia in cui questo è stato più vero, non a Cuba, non in tutta la Guerra Fredda, non nei millenni precedenti.

 

La pioggia di fuoco termonucleare è sopra di noi: è sopra l’Italia, che ospita almeno 40 testate americane, e quindi ne ha chissà quante puntate contro dalla Russia.

 

L’abbiamo chiamata noi, l’abbiamo invocata, l’abbiamo cercata: forse il grosso del lavoro lo hanno fatto i nostri governanti, è vero – ma se per un momento spegniamo lo zelo, e guardiamo dentro di noi, sappiamo che arriverà anche per i nostri peccati. Per quelli che abbiamo commesso. Per quelli che abbiamo permesso si commettessero

 

Che cosa possiamo fare, in concreto? Possiamo solo prostrarci anche noi dinanzi a Marya-sama, e implorare la misericordia.

 

E obbedire a quanto detto a Suor Agnese:

 

Mainichi, Rosaryo no inori wo tonaete kudasai.

 

Ogni giorno, pregate il Rosario.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

Immagine di SICDAMNOME via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0); immagine modificata

 

 

 

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Mons. Viganò ricorda mons. Lefebvre, «vero Confessore della Fede»

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Il 25 marzo di 33 anni fa moriva monsignor Marcel Lefebvre, il vescovo che per primo si oppose alla deriva della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, preservando la Santa Messa nel suo vero rito e formando centinaia di sacerdoti che, in tutto il mondo, hanno tenuto acceso per milioni di persone il lume della tradizione dell’unica vera religione.

 

In un recente post su X, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha ricordato la ricorrenza, sottolineando la rilevanza assoluta dell’opere del vescovo Lefebvre.

 

«Il 25 Marzo 1991 l’arcivescovo Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, concludeva il suo pellegrinaggio terreno. Sono trascorsi da allora trentatrè anni, e mai come oggi comprendiamo quanto importante sia stato il suo impegno e il suo zelo apostolico – da vero Confessore della Fede – nella difesa del Sacerdozio cattolico e della Messa di sempre».

 

 

«Se oggi la Messa Apostolica è conosciuta e celebrata nel mondo lo dobbiamo a lui, così come dobbiamo a lui la denuncia di quegli errori esiziali del Concilio Vaticano II che sono alla base dell’apostasia presente. Verrà il giorno in cui le Autorità della Chiesa – non più eclissate dalla setta di eretici che la infesta sino al vertice – gli tributerà i pubblici onori che la Corte celeste già gli riconosce nella gloria eterna del Cielo».

 

Come ribadiamo spesse volte, i lettori che desiderano seguire una Santa Messa in rito antico possono scrivere a Renovatio 21.

 

Già in tanti lo hanno fatto e, indirizzati alla celebrazione più vicina a casa, mai si sono lamentati.

 

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Immagine di Jim, the Photographer e Stv26 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine modificata.

 

 

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«Infanticidio»: il cardinale Müller chiede che i vescovi americani scomunichino Biden

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L’ex prefetto del massimo ufficio dottrinale del Vaticano, il cardinale Gerhard Müller, ha condannato il sostegno del presidente americano Joe Biden all’aborto, affermando che si tratta di «infanticidio» e che coloro che promuovono l’aborto «dovrebbero essere scomunicati». Lo riporta LifeSiteNews.   «La parola “aborto” è una parola troppo morbida. La realtà è l’omicidio, l’omicidio di una persona vivente», ha affermato il cardinale Gerhard Müller. «Non esiste il diritto di uccidere un’altra persona. È assolutamente contro il Quinto Comandamento».   Il cardinale ha espresso la sua condanna al presidente Joe Biden nel corso di un’ampia intervista concessa a LifeSiteNews a Roma.  La critica alla posizione pubblica di Biden a favore dell’aborto è arrivata poco dopo che il presidente aveva utilizzato il suo discorso sullo stato dell’Unione del 2024 per promettere di «ripristinare Roe v. Wade come la legge del Paese».

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Roe v. Wade è la sentenza della Corte Suprema USA che ha istituito 50 anni fa un «diritto federale all’aborto», di fatto iniziando l’era del libero feticidio negli USA. La sentenza come noto è stata rovesciata dalla Corte Suprema due anni fa ad opera della maggioranza conservatrice, tra cui alcuni giudici supremi nominati dal presidente Donald J. Trump.   Il cardinale Müller ha paragonato l’uccisione dei nascituri e degli anziani ai tempi «nazisti», affermando che «è assolutamente inaccettabile che tu possa dirti cattolico e promuovere e giustificare l’uccisione di persone umane, esseri umani fin dall’inizio del grembo materno, fino all’ultima respirazione con l’eutanasia… Uccidere i malati, come ai tempi del nazismo, è eutanasia».   Biden è molto pubblico riguardo alla sua fede cattolica autoproclamata, ma il cardinale Müller ha suggerito che mentre Biden è «nominalmente un cattolico, in realtà è un nichilista. È cinismo e cinismo assoluto».   Il presule tedesco ha contrapposto Biden ai cattolici e agli altri cristiani di tutta l’America che «sanno e accettano come anche tutti, i non credenti, con la loro semplice ragione, possono capire che non è possibile che un essere umano abbia il diritto di ucciderne un altro».   Prendendo l’esempio di sant’Ambrogio di Milano e della sua scomunica dell’imperatore Teodosio, il cardinale Müller ha commentato come «in altri tempi persone così sarebbero state scomunicate. In passato i papi e i vescovi non avevano timore di scomunicare, come sant’Ambrogio di Milano».   «Lui si è alzato e anche noi dovremmo alzarci e, senza pensare alle conseguenze per noi, dobbiamo alzarci e aprire la bocca per le persone innocenti e per proteggere la loro vita» ha dichiarato il cardinale. «San Giovanni Battista disse a Erode: “Non ti è permesso prendere la moglie di tuo fratello per essere tua moglie”. Non vi è permesso uccidere persone o giustificare [questo], aprire la legislazione come se fosse legale o legittima. Uccidere le persone non è una forma di regolamentazione delle nascite e così via, ma è assolutamente immorale uccidere altre persone».   «E oggi tutto il mondo occidentale, i leader occidentali, la grande maggioranza dei leader occidentali anche in Germania e Francia, quando si sono arrogati il ​​diritto di uccidere il proprio popolo, hanno perso credibilità. Da un lato non possono protestare contro l’uccisione di persone innocenti in Ucraina e dall’altro permettere l’uccisione dei propri figli».   Ribadendo la verità che Dio è «creatore di ogni corpo e noi esseri umani siamo solo gli amministratori della buona volontà di Dio», il cardinale Müller ha osservato che l’umanità è chiamata a prendersi cura dei prossimi, poiché «non possiamo distinguere o separare l’amore di Dio per noi e il nostro amore per Dio, dall’amore nostro verso il prossimo e dall’amore del prossimo verso noi».   In seguito al discorso di Biden sullo stato dell’Unione, il sito LifeSitenews ha lanciato un appello pubblico ai vescovi statunitensi per scomunicare il presidente pro-aborto. Interrogato direttamente da questo giornalista sull’impresa, il cardinale Müller ha affermato che «il primo passo deve essere che noi dobbiamo avere la conferenza episcopale unanime degli Stati Uniti, probabilmente insieme ad altri religiosi cristiani, altri leader religiosi, a dare un’assoluta, chiara, forte affermazione che questo aborto è contro tutti gli standard e i principi dell’umanità».   «Che dichiarino in modo assolutamente chiaro che tutti coloro che hanno responsabilità pubblica e che, come cattolici, stanno promuovendo questo infanticidio, sono scomunicati».   Espandendo il tema di un politico pro-aborto, il cardinale Müller ha inoltre osservato nell’intervista con LifeSite che anche se non esiste un processo formale di scomunica, una persona non può essere esentata dalla gravità delle sue azioni a sostegno dell’aborto.   «Quindi anche nel caso in cui uno non sia formalmente scomunicato, se queste persone ricevono la Santa Comunione, non ricevono la Santa Comunione solo con la bocca, poiché non ricevono la grazia. Lo ricevono, secondo le parole di San Paolo, per la propria condanna, e Biden e tutte queste persone, devono sapere che nel giudizio finale, quando compariranno dopo la loro morte davanti al tribunale di Dio, che si tratta di un mortale peccato, cosa stanno facendo. Anche se non lo fanno personalmente, ma sono cooperatori, collaboratori diretti degli omicidi di persone innocenti».   «Biden dice che ha frequentato le scuole cattoliche, ma voglio chiederti cosa ha imparato lì? Perché cos’è questa religione?»   «Non è solo un certo sentimento di appartenenza, o un po’ di sentimentalismo, o un po’ di spiritualità, di buon sentire interiore, leggere qualche poesia o qualche libro, e così ti senti bene, guardando la natura e le mele… tutto bello. Non è religione. La religione è una confessione chiara di tutta la tua persona, di tutto il tuo essere, per donarti in sacrificio a Dio e per gli altri. Questa è la nostra religione cristiana».

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Oltre ai suoi commenti sulla natura intrinsecamente malvagia dell’aborto, il cardinale Müller ha inoltre sottolineato nella sua conversazione con il giornalista Michael Haynes che le «idee ristrette» del movimento pro-aborto che stanno portando alla distruzione dell’umanità.   La mentalità pro-aborto, ha detto, sostiene che «solo la mia felicità è importante, che è il criterio ultimo di definizione di felicità e piacere, del senso della mia vita».   Al contrario, il cardinale Müller ha osservato che «noi, come singoli esseri umani, dobbiamo comprendere noi stessi nel contesto della nostra famiglia, del nostro gruppo di amici, dei nostri compagni di classe, della nostra cultura, della nostra nazione e dell’umanità».   Sottolineando la natura intergenerazionale dell’insegnamento della fede cattolica, il cardinale tedesco ha sottolineato che la mentalità pro-aborto della felicità individuale è fondamentalmente contraria alla religione.   In chiusura, il cardinale Müller ha elogiato e sostenuto la novena di nove mesi recentemente lanciata dal cardinale Raymond Burke, che è diretta a Nostra Signora di Guadalupe, Patrona delle Americhe e dei non ancora nati.   Il cardinale Müller ha affermato che un simile sforzo servirebbe anche a rafforzare una «coscienza e un movimento mondiale» cattolico, poiché gli oppositori della Chiesa «hanno tutto il potere dei media» e «dietro di loro ci sono le organizzazioni internazionali», come Big Tech e il mondo finanziario.   Come riportato da Renovatio 21, il cardinale due mesi fa aveva parlato di «eresie materiali» di Bergoglio. Settimane prima aveva attaccato le benedizioni omosessuali introdotte con il documento Fiducia Supplicans come «impossibili» e «blasfeme».   Monsignor Müller negli scorsi mesi si era scagliato anche contro l’immigrazione di massa usata per distruggere le identità nazionali. In passato aveva dichiarato che il COVID è stato utilizzato per stabilire uno «Stato di sorveglianza» globale.   L’anno scorso il cardinale aveva accusato il Sinodo di voler distruggere la Chiesa.

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Spirito

Richiesta di preghiera per Mons. Huonder

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Dal 19 marzo mons. Vitus Huonder, che risiede abitualmente presso l’istituto Sancta Maria di Wangs, è ricoverato a Coira per gravi problemi di salute.

 

Molto indebolito ma completamente lucido, sorridente e sereno, offre le sue sofferenze con edificazione per la Chiesa.

 

Il Superiore Generale della Fraternità San Pio X ha potuto fargli visita, e ogni giorno un sacerdote dell’Istituto Sancta Maria va a portargli la comunione.

 

Mons. Huonder è molto commosso e grato per i segni di sostegno spirituale e fraterno che riceve.

 

La Casa Generalizia della Fraternità San Pio X chiede delle ferventi preghiere per questa intenzione.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine da FSSPX.news

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