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Halloween, la festa della morte quest’anno è già partita

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Quest’anno la strage di Halloween è arrivata prima del previsto.

 

I casi di morti violente durante la «feste delle streghe», ora filtrata per qualche ragione anche in Italia, sono numerosi, e Renovatio 21 cerca di fornirne ogni anno un elenco approssimativo.

 

Tuttavia, quest’anno la festa della morte pare sia iniziata anzitempo. Associated Press scrive che nel fine settimana pre-Halloween – quando tutto è decorato a dovere, e i party a tema si sprecano – negli Stati Uniti vi sono state sparatorie che hanno ucciso almeno 11 persone e ferito oltre 70.

 

Le morti tra venerdì e domenica includevano due a Tampa, in Florida, tre a Texarkana, in Texas, e due ciascuna a Dodge City (Kansas) Sant’Antonio (Texas) e Mansfield (Ohio). Molte morti sono venute da alterchi derivanti dalle celebrazioni di Halloween, inclusa la sparatoria di massa nella sezione Ybor City di Tampa domenica mattina presto mentre i bar chiudevano e decine di persone in costume si riversavano per le strade.

 

A Indianapolis, una sparatoria domenica scorsa durante una grande festa ha provocato la morte di un adolescente e il ferimento di altri nove adolescenti e giovani adulti di età compresa tra 16 e 21 anni, ha detto la polizia. I feriti erano in condizioni stabili.

 

A Chicago, la polizia ha detto che almeno 15 persone sono rimaste ferite, due delle quali in modo grave, dopo che un killer ha sparato sulla folla durante una festa di Halloween domenica mattina presto. Il sospettato è stato preso in custodia, ma fino a lunedì mattina le autorità non avevano annunciato alcuna accusa.

 

In Texas, cinque persone sono state uccise e altre sei sono rimaste ferite in due sparatorie separate sabato sera.

 

La polizia di San Antonio ha detto che una ragazza di 13 anni è rimasta ferita e i suoi genitori sono stati uccisi dopo una sparatoria durante una festa in casa. Un uomo di 20 anni è arrivato alla festa e ne è seguita una discussione, ha detto la polizia. L’uomo ha iniziato a sparare con una pistola e un uomo di 40 anni ha risposto al fuoco.

 

A Texarkana – a 450 miglia (724 chilometri) di distanza lungo il confine con l’Arkansas – la polizia ha detto che tre persone sono morte e altre tre sono rimaste ferite durante una festa nel retro di un’azienda. Due uomini hanno iniziato a scazzottarsi, poi sono state tirate fuori le armi da fuoco, ha detto la polizia. Non è stato effettuato alcun arresto.

 

Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso e tre persone di età compresa tra 20 e 24 anni sono rimaste ferite in una sparatoria all’inizio di sabato, secondo la polizia di Cumberland, nel Maryland.

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Per la «festa» (oramai, una «festività» ufficiale) che è forse erede dell’antica ricorrenza della Lemuria romana e del capodanno celtico Samhain, è un bel bilancio, anche se va ricordata l’immane strage dell’Halloween 2022, il massacro di Seoul, dove la calca ha ucciso centinaia di ragazzi.

 

Poi, anche stavolta, rammentiamo la lista, incompleta e giocoforza mai definitiva, del sangue versato ad Halloween.

 

Notte del 31 ottobre 1957, Los Angeles, California: il veterano della II Guerra Mondiale Peter Fabiano, un marine, apre la porta a quello che crede essere un ragazzino che chiede le caramelle. Trova invece la morte: qualcuno gli spara a bruciapelo. La Polizia incastrerà l’ex amante lesbica della moglie di Fabiano, e una complice.

 

Notte del 30 ottobre 1973, Fond du Lac, Wisconsin: la bambina Lisa French, 9 anni, fa toc toc alla porta del vicino Gerald Turner per la routine del trick or treat, «dolcetto o scherzetto». Turner la stupra, la uccide, la metta in sacchetto di plastica e la getta in una discarica.

 

Notte del 31 ottobre 1974, Deer Park, Texas: il bambino di otto anni Timothy O’Brien ingerisce alcune caramelle del tipo Pixy Stick raccolte durante il tour del vicinato in modalità «trick or treat». Cade al suolo, ha le convulsioni. Muore un’ora dopo in ospedale. Era stato in realtà il padre, che voleva incassare l’assicurazione sulla vita del figlio. Nove anni dopo, l’uomo fu giustiziato.

 

Notte del 31 ottobre 1975 (anno con un Halloween tosto), Greenwich, Connecticut: la quindicenne Marta Moxley viene trovata percossa e pugnalata a morte sotto l’albero davanti casa. A fianco del corpo, una mazza da golf ferro 6, spezzata in quattro parti.

 

Notte del 31 ottobre 1979, Los Angeles, sobborgo si Sunland Tujunga: Shirley Ledford, sedicenne, sta tornando a casa in autostop da una festa di Halloween quando due uomini le danno un passaggio in furgone. Non sapeva che i due uomini erano conosciuti come i Toolbox Killers, gli assassini della cassetta degli attrezzi. Lawrence Bittaker e Roy Norris erano famosi per raccogliere autostoppiste e poi torturarle con strumenti che tipicamente si trovano in una cassetta degli attrezzi. Spesso scattavano foto delle loro vittime durante gli omicidi. Dopo aver torturato Ledford, gettarono il suo corpo sul prato di uno sconosciuto. La Ledford è diventata la quinta e ultima vittima della coppia dopo che un amico li ha denunciati.

 

Notte del 31 ottobre 1981, ad Amarillo, Texas: il diciassettenne Johnny Lee Garret stupra una suora di 76 anni e la uccide a coltellate.

 

Ancora nella notte del 31 ottobre 1981, Manhattan, Nuova York: il fotografo Ronald Sisman e la studentessa dello Smith College Elizabeth Platzman sono picchiati nel loro appartamento di Manhattan la notte di Halloween del 1981 prima di essere uccisi. Il loro appartamento viene completamente saccheggiato, ma non sembra mancare nulla. Su questo massacro girano le speculazioni più pazzesche, che collegano il fotografo ad una setta che avrebbe ordito ed eseguito gli assassini seriali di Son of Sam. Secondo il reporter Maury Terry vi sarebbero possibili implicazioni anche con produttori cinematografici e produzione di snuff movie: ne parla il documentario Netflix Sons of Sam.

 

Sempre nella notte del 31 ottobre 1981, Point Pleasant, Virginia Occidentale: Maria Ciallella, 17 anni, dice al padre che sarebbe uscita e sarebbe tornata verso mezzanotte. Quella notte un poliziotto l’ha vista camminare sul ciglio della strada e stava per darle un passaggio sulla via del ritorno. Torna entro 10 minuti, ma lei è sparita. Il corpo viene trovato tagliato in tre pezzi nel 1983 nel giardino della madre del serial killer Richard Biegenwald, detto il «Thrill Killer» del Jersey Shore.

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Notte del 31 ottobre 1992, New Orleans, Louisiana: lo studente giapponese in scambio culturale Yoshihiro Hattori esce per andare ad un party di Halloween. Persosi per strada, bussa ad una porta, nessuno gli risponde. Tornato alla macchina, sente che la porta si apre: «siamo qui per la festa» disse il giovane nipponico, che in risposta ottiene una revolverata. Il proprietario di casa è stato accusato di omicidio colposo, ma ha invocato la «Castle Doctrine» («dottrina del castello»), l’idea per cui gli americani possono affermare di avere il diritto di usare mezzi letali per proteggere le proprie case. L’assassino di Halloween è stato dunque dichiarato non colpevole da una giuria.

 

Notte del 31 ottobre 1993, Pasadena, California: tre ragazzi uccisi a colpi di arma da fuoco mentre tornano da una festa.

 

Notte del 31 ottobre 1994, Tony Bagley, 7 anni, è con la famiglia a fare «dolcetto o scherzetto», vestito da scheletro. Allo stesso tempo, un uomo che indossava una tuta con cappuccio corse in strada e iniziò a sparare alla famiglia Bagley. Tutta la famiglia è colpita, il bambino muore in ospedale. Caso irrisolto.

 

Notte del 31 ottobre 1998, South Bronx, New York: il parabrezza del programmatore di computer Karl Jackson viene colpito da un uovo. L’uomo, il quale stava recandosi a prendere il figlio ad una festicciola, scende per lamentarsene con i discoli autori del lancio, che non la prendono bene; lo inseguono, lo fermano, e gli sparano nella testa.

 

Notte del 31 ottobre 2002, Università del Minnesota: lo studente Carl Jenkins sparisce e viene ritrovato nel fiume Mississippi quattro mesi dopo. Alcuni attribuiscono la morte allo «Smiley Face Killer»: secondo una teoria avanza da alcuni esperti, negli Stati americani del Midwest tra gli anni Novanta e gli anni Dieci un killer avrebbe ucciso almeno 45 giovani uomini. In una dozzina di casi, i corpi sono stati trovati vicino a graffiti con un volto sorridente.

 

Notte del 31 ottobre 2004, Napa Valley, California: Leslie Mazzara e Adriane Insogna vengono massacrate nel loro appartamento. L’assassino, scoprirà la polizia poi, è il fidanzato di una loro cara amica.

 

Notte del 31 ottobre 2005, Frederica, Delaware: l’intera comunità osserva una macabra decorazione che campeggia su di un albero in pubblica piazza. Ci vogliono diverse ore per capire che non si tratta di una scenografia per una festa: è davvero il corpo di una signora quarantaduenne, impiccata.

 

Notte del 31 ottobre 2008, Sumter, Carolina del Sud: il dodicenne T.J. Darrisaw bussa ad una porta per fare «trick or treat», ma riceve in cambio 29 proiettili sparate da un kalashnikov, 11 dei quali lo trafiggono uccidendolo immediatamente. Anche il padre e il fratellino sono colpiti ma sopravvivano. L’assassino era un narcotrafficante che si aspettava la vendetta di una gang rivale.

 

Notte del 31 ottobre 2010, Benton Township, Michigan: Devon Griffin, 16 anni, torna a casa ad Halloween per giocare ai videogiochi dopo essere stato in chiesa e aver passato la notte precedente a dormire fuori. Nota che la casa del Michigan era troppo tranquilla, quindi va a controllare i suoi familiari. Griffin trova il suo patrigno a letto, coperto di sangue. Quando arriva la polizia, trovarono altri due corpi: la madre e il fratello di Griffin. Alla fine la polizia ha scoperto che l’assassino era il fratellastro di Griffin, William Liske.

 

Notte del 31 ottobre 2011, Armstrong, British Columbia: Taylor van Diest, 18 anni, manda un SMS al fidanzato in cui dice di sentirsi pedinata da qualcuno. Viene ritrovata a lato della ferrovia in fin di vita, picchiata a sangue. Morirà poco dopo in ospedale.

 

Notte del 31 ottobre 2012, Michigan: il predicatore John D. White bussa alla roulotte della sua amante, che vive con il figlio in un trailer park. Quindi, la strangola e ne getta il corpo in mezzo ai boschi, quindi torna alla roulotte dove veste il figlio di lei con un costume da Halloween.

 

Notte del 31 ottobre 2013, Nuova York: il diciannovenne Anthony Seaberry muore dopo che uno sconosciuto con la maschera del film Scream gli spara. Caso irrisolto. Tuttavia, potrebbe essere stato opera di un uomo responsabile di altre sparatorie ucciso dalla polizia durante la stessa serata.

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Non si tratta solo degli USA. Nel 2021, a Lardero, microcomune nella comunità autonoma di La Rioja, nord della Spagna, un bambino di 9 anni Álex giocava nel parco mascherato per Halloween. La famiglia era in un locale attiguo, da dove, scrissero le cronache, lo teneva d’occhio. Tuttavia il piccolo di colpo sparisce. Una compagna dà l’allarme, dicendo che un signore lo avrebbe portato via; lo stesso signore aveva provato a fare lo stesso anche con lei il giorno prima. La Guardia Civil ritrova Álex ore dopo in fin di vita. Impossibile rianimarlo. Il suo corpo giace sul pianerottolo dell’uomo accusato di essere l’assassino, un avanzo di galera in gabbia tanti anni per aggressioni sessuali e omicidio. Era fuori in libertà condizionata.

 

In Italia non possiamo dimenticare che l’omicidio della studentessa britannica a Perugia Meredith Karcher, quello per cui fu messa in galera Amanda Knox, fu compiuto a ridosso della sera di Halloween. I giornali, l’indomani, pullulavano di foto prese dai social di Mez vestita da vampiretta ad una festa a tema.

 

Come ricorda ogni anno Renovatio 21, «trick or treat» – indebitamente tradotto con «dolcetto o scherzetto» – la formula di rito che devono pronunciare i bambini che vagano per la città estorcendo leccornie, ha in origine un significato cruento: «maledizione o sacrificio». O si offre il cibo agli «spiriti», surrogati oggi dai mostri nei quali si travestono i bimbi nella serata, o se ne viene maledetti.

 

Si tratta un’usanza degli antichi di varie latitudini che in qualche modo ancora si ricorda: lasciare cibo e latte fuori dalla porta, per ingraziarsi gli spiriti o gli esseri fatati (i folletti, i lemuri, i salbanelli, i gigiat, i leprecauni), non dissimilmente da quanto taluni fanno ancora con i biscotti lasciati per Babbo Natale.

 

Differentemente che con Santa Claus, qui il tributo è come estorto. Gli spiriti lo pretendono, e mandano dei bambini – ridotti a messi del Male –a farne l’ingiunzione.

 

E dunque, quale è il sacrificio più grande che questi «spiriti possono chiedere»? Qual è l’ultimo sacrificio che gli uomini possono offrire?

 

Se leggete queste pagine, conoscete la risposta che noi diamo. È il sacrificio umano.

 

È l’estremo tributo primordiale, quello che era in uso in ogni angolo della terra (dalle piramidi azteche alle fornaci di Moloch a Cartagine, dalla Papua al paganesimo indoeuropeo più antico) precedentemente dell’avvento del Signore della Vita. Il sangue degli esseri umani, è prezioso, specie quello innocente: la mentalità moderna, sotto strati di Necrocultura che fanno ritenere la vita umana come sprecabile a piacimento, ancora comprende questa verità eterna.

 

Questo è il motivo per cui tante persone, tacciate di essere tristi e bigotte, non amano Halloween. Chi crede che l’universo sia basato sullo Spirito, non può in alcun modo prestarsi alla celebrazione, sia pur carnevalesca, del sacrificio di esseri umani, e del Male che lo esige.

 

L’onnipresente simbolo stesso della nuova ricorrenza, la zucca con la candela Jack-o-Lantern, viene talvolta spiegato come simbolo delle anime incorse nella dannazione. È davvero, quindi, implicato il bene e il male, l’anima e la vita – anche in senso materiale, come abbiamo visto sopra.

 

Chi ama la propria anima, chi ama la vita non ama Halloween. Ambedue le cose – la nostra anima, la nostra vita – sono in gioco stasera, simbolicamente e anche no.

 

Per cui ci permettiamo di elargire un consiglio: stasera state a casa, e soprattutto tenete a casa i vostri figli. State con loro, giocate con loro, pregate con loro i santi. Non esponetevi a niente di quello che questa ricorrenza infera rappresenta – ed è.

 

Roberto Dal Bosco

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Il vescovo Strickland celebra una messa per contrastare l’attività satanica prevista durante l’eclissi solare

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Il vescovo Joseph Strickland, vescovo emerito di Tyler, Texas, offrirà una messa lunedì 8 aprile, in riparazione per l’aumento dell’attività massonica e satanica, secondo quanto riferito, durante l’imminente eclissi solare. Lo riporta LifeSiteNews, che trasmetterà in diretta la funzione.   La Santa Messa sarà in onore dell’Annunciazione della nascita di Cristo a Maria, che la Chiesa celebra ordinariamente il 25 marzo, ma quest’anno spostata all’8 aprile in osservanza liturgica della Settimana Santa e dell’Ottava di Pasqua.   Secondo una teoria che sta molto circolando in rete in America, gruppi massonici e satanici starebbero pianificando rituali esoterici in concomitanza con l’eclissi di lunedì.   Non è sbagliato pensare che nel momento di temporaneo oscuramento della luce, i seguaci delle tenebre celebrino i loro più alti rituali.

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«Per contrastare qualsiasi attività satanica, monsignor Strickland offrirà il Santo Sacrificio della Messa, chiedendo la benedizione di Dio sul mondo, redento attraverso l’Incarnazione di Cristo» scrive LifeSite. «Alcuni cattolici hanno messo in relazione l’imminente eclissi con il miracolo del sole ampiamente testimoniato a Fatima e con l’eclissi registrata nelle Scritture alla morte di Cristo, cogliendo l’occasione per invitare i fratelli cattolici a soddisfare le richieste di Nostra Signora di Fatima di riparare i peccati di il mondo e pregare il rosario per la conversione dei peccatori».   Il podcaster cattolico Dr. Taylor Marshall ha dedicato un recente segmento del suo programma all’eclissi, spiegando che il libro dell’Apocalisse descrive eventi celesti come il sole che perde la sua luce.   «Non credo che accadrà nulla di brutto durante l’eclissi solare, ma vorrei incoraggiarvi, mentre leggete le Scritture, mentre meditate sulla parola di Dio, a rendervi conto che l’oscurità della nostra cultura e l’oscurità cosmica che verrà verso la fine del regno dell’anticristo è un segno di ribellione contro il logos, la parola di Dio che è Gesù Cristo. Egli è la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Cristo. Rivolgiti dunque a Cristo che è il figlio della giustizia, il figlio della giustizia».   Come riportato da Renovatio 21, molti statunitensi hanno preso con inquietudine i segni di queste ultime ore, come il fulmine che colpisce la Statua della Libertà, seguito, poco dopo, da un terremoto che ha colpito Nuova York e zone limitrofe.     Il vescovo Strickland è noto per la sua totale opposizione ai vaccini ottenuti tramite aborto, così come per essere stato rimosso dalla sua diocesi (Tyler, in Texas) per ordine di Bergoglio. Il prelato si era pure opposto al divieto della Messa tradizionale imposto da Roma.   In occasione dello scandaloso incontro tra vertici massonici e cardinali a Milano, monsignor Strickland ha dichiarato che la massoneria è «antitetica» a Cristo e alla sua Chiesa.

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Feto trovato in uno stagno. Chi ce lo ha messo? E soprattutto: perché?

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Leesburg è storica cittadina di 40 mila abitanti nello Stato americano della Virginia. Si trova vicino al fiume Potomac, quello che passa per la capitale Washington.

 

Leesburg è il capoluogo di contea della contea di Loudoun – praticamente omonima della piccolo paesino francese che nel Seicento fu teatro della possessione di massa delle suore di un convento, da cui il romanzo I diavoli di Loudun di Aldous Huxley – il luogo finito nelle cronache negli scorsi mesi per il clamore seguito alle presunte molestie sessuali subite da una ragazzina adolescente in un «bagno transgender» ad opera di uno studente transessuale. Lo scandalo si moltiplicò quando la repressione si abbattè sui genitori che protestavano negli incontri con i dirigenti della scuola, con il padre della giovane vittima arrestato dalla polizia durante un meeting.

 

Lo scorso 12 marzo il dipartimento di polizia locale della piccola città americana ha emanato un comunicato stampa agghiacciante.

 

Vi si dichiara che l’11 marzo, «il dipartimento di polizia di Leesburg è stato allertato intorno alle 16:33 da un membro della comunità che ha scoperto il corpo di un feto a termine nello stagno dietro Park Gate Drive, a Leesburg». L’espressione inglese usata per il bambino, «late term», indica un bambino nato tra 41 settimane e 0 giorni e 41 settimane e 6 giorni.

 

Il feto è stato trasportato all’ufficio del capo medico legale della Virginia per l’autopsia.

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«Questa è una situazione profondamente tragica», ha detto il capo della polizia di Leesburg, Thea Pirnat. «Esortiamo chiunque abbia informazioni a farsi avanti, non solo per il bene delle indagini, ma anche per garantire che a chi ne ha bisogno ricevano cure e servizi medici adeguati».

 

La polizia ha anche ricordato alla gente del luogo le risorse disponibili per le donne incinte, inclusa l’opzione per la consegna sicura e anonima dei neonati secondo le leggi Safe Haven della Virginia, con le quali i genitori possono consegnare il proprio bambino se ha 30 giorni o meno, insomma come si faceva un tempo con la ruota degli esposti.

 

«La legge fornisce protezione dalla responsabilità penale e civile in alcuni procedimenti penali e procedimenti civili per i genitori che consegnano in sicurezza i loro bambini», dichiara il dipartimento. «La legge consente a un genitore di rivendicare una difesa affermativa davanti all’accusa se l’accusa si basa esclusivamente sul fatto che il genitore ha lasciato il bambino in un luogo sicuro designato».

 

«L’indagine viene trattata con la massima serietà e sensibilità» afferma il dipartimento nel comunicato. Per il resto, vista la mancanza di aggiornamenti sul caso, possiamo forse usare la famosa espressione giornalistica: la polizia brancola nel buio.

 

La verità è che, con grande probabilità, non si farà molto per risalire a chi ha abbandonato al bambino – anche se, a pensarci, la genetica di consumo in voga negli USA, con cui si stanno prendendo serial killer che l’avevano fatta franca per decenni, potrebbe aiutare ad avvicinarsi quantomeno ai genitori del piccolo.

 

Il vescovo della diocesi di Arlington Michael F. Burbidge ha espresso «grande dolore» per la scoperta. «Esorto i fedeli della diocesi e tutte le persone di buona volontà ad unirsi a me nella preghiera per la madre del bambino e per chiunque sia coinvolto in questo incidente».

 

Il problema è che chiunque in questo caso parte con un’idea che, per quanto non dimostrata, è persistente: si tratta di un caso di degrado, un segno orrendo di disagio sociale, un effetto del livello di bassezza cui è sprofondata la società… Cose così. Inevitabile, a questo punto, che salti fuori anche quello che dice che con l’aborto si risolveva tutto. È il tema dell’antica canzone di Elio e le Storie Tese: Cassonetto differenziato per il frutto del peccato.

 

Eccerto, se il bambino veniva fatto a pezzi nel grembo materno, gli sarebbe stato risparmiato di finire in uno stagno. La minuta voce utilitarista dentro ogni cittadino sincero-democratico dice: così non soffriva. In verità, in tanti, specie se interessati al mantenimento dell’establishment, vorrebbero dire che, uccidendolo semplicemente prima grazie alle leggi feticide, ci risparmiavamo l’orrore, lo scandalo, i quindici minuti di destabilizzazione sociale conseguenti all’orripilante scoperta.

 

Crediamo che ci sia la possibilità che si sbaglino tutti: polizia, abortisti, vescovi, pro-life pregatori vari. Potrebbe essere che si stiano ponendo la domanda sbagliata. Potrebbe essere che stiano guardando al dito invece che alla luna. Perché su Renovatio 21 stiamo, da tempo, sviluppando l’idea che tali ritrovamenti, che avvengono di continuo in tante parti del mondo, non siano casuali, e nemmeno siano tutti scaturigini del degrado sociale della società odierna.

 

Abbiamo sotto gli occhi tanti strani casi italiani, di cui da tempo stiamo tentando di iniziare un censimento.

 

Per esempio, nell’aprile 2006 a Terlizzi (provincia di Bari), in un cimitero, trovano sotterrato maldestramente un feto di sesso maschile di tre mesi: il bambino è inserito in un barattolo di vetro.

 

Nel 2017 in provincia di Benevento, i carabinieri del comando provinciale trovano «un barattolo in vetro, con all’interno un oggetto dalle presunte fattezze di un feto umano» che sarebbe stata messa, anche qui, nel verde, «in un’area prospiciente il fiume Calore, seminascosto dietro un terrapieno». Poco dopo, rientra tutto: si trattava di «due guanti in tessuto, avvolti tra loro con dello spago che erano stati riempiti con una sostanza spugnosa» scrivono i giornali. Insomma, uno «stupido scherzo», dissero. Caso chiuso.

 

A metà novembre 2019, in uno spazio verde di Piazza Benfica, a Torino, un signore che porta a passeggio un cane si accorge che qualcuno aveva messo lì un contenitore con all’interno, visibile nel liquido trasparente di conservazione, un feto embrionale. Dal primo esame svolto all’epoca dei sanitari fu detto che il feto aveva tra le 10 e le 15 settimane. Mesi dopo il Pubblico Ministero chiederà l’archiviazione. I giornali dicono che «il giallo è risolto» perché il feto risalirebbe ad almeno vent’anni prima. Ciò ovviamente non spiega nulla, ma basta trasmettere al lettore sincero-democratico che va tutto bene. Circolare, niente da vedere qui.

 

Giugno 2023, Bassano del Grappa, provincia di Vicenza: in una zona di campagna i carabinieri, secondo quanto riportato, stavano conducendo un’operazione antidroga, andando a cercare luoghi dove gli spacciatori potrebbero nascondere gli stupefacenti. Durante il setaccio, dietro un cespuglio, gli agenti scoprono un barattolo, con dentro un essere umano grande quanto il palmo di una mano. Un feto di sei mesi, conservato in un liquido che probabilmente è formalina. I giornali locali parlano di «ipotesi di riti satanici», ma come sempre, l’eterna «pista del satanismo» va a sparire dopo pochi giorni, come tutta la storia.

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Poi giace da qualche parte, enorme e dimenticato, il caso di Granarolo. Febbraio 2022: un ragazzo che recupera ferro vecchio e altri materiali nelle industrie si reca presso un capannone per eseguire una raccolta. Gli viene detto di portare via anche dei bidoni gialli, sono una quarantina, tutti accatastati lungo un muro, tra altri rifiuti. Il suo compito sarebbe di «smaltirli da qualche parte». Lui ne apre uno: è pieno di un liquido di colore verde. Dentro vi galleggia un feto umano. Il ragazzo si spaventa. Filma la situazione, poi chiama la polizia. Sembra di capire, quindi, che di feti mica ce ne era solo uno: forse che tutti quei bidoni gialli contenevano feti? Da dove provenivano? Di chi erano figli? Cosa ci facevano lì… quanti erano?

 

Come avevamo predetto su queste colonne, anche questa storia di feti abbandonati sparisce immediatamente dai radar. Non ci è chiaro cosa abbiamo fatto le autorità, se una qualche ricostruzione è stata data: avevano detto che forse centravano musei e università, ma era davvero così? Qualche responsabilità è stata assegnata? Qualche indagine è stata conclusa? Stiamo cercando, ma sembra proprio che, come avevamo preconizzato, notizie sulla vicenda non sono state più date – nel disinteresse totale di curia, politici locali, ebetudine pro-life organizzata varia. Va così.

 

Ora, il pensiero che stiamo sviluppando è quello per cui tutti questi casi di feti «abbandonati» non siano effetti casuali del disagio sociale. Potrebbe essere, invece, parti di un disegno «religioso» con forme e dimensioni ancora sconosciute. I feti non sono lasciati lì per caso: sembrano, in molti di questi casi, disposti appositamente, secondo regole precise, forse geografiche, ambientali.

 

Ci aveva colpito, ad esempio, che in Italia i bambini imbarattolati venissero trovati per lo più nel verde, in mezzo al nulla: cespugli, aiuole, campagne, lungo argine. Un po’ come il feto di Leesburg, trovato non in una fogna, ma in un placido specchio d’acqua, tra i verdi giardini delle casette residenziali lì attorno.

 

Renovatio 21 aveva fatto delle ipotesi: la società post-cristiana è in realtà divenuta anche post-satanista, dove il satanismo non più legato a messe nere e formule magiche varie, ma innestata invece nel discorso dei «diritti umani», come il feticidio e i rapporti contronatura, ora divenuti legge dello Stato moderno. Il caso del Tempio di Satana, che vuole aprire cliniche abortiste in nome della libertà religiosa, costruisce altari satanici da piazzare a Natale nei Palazzi del potere e organizza festoni satanici con green pass e mascherina obbligatori, va in questa direzione.

 

Ma quindi, perché la disseminazione dei feti?

 

Abbiamo pensato che forse, la disposizione di questi feti potrebbe suggerire che li si voglia nascondere, come si fa con gli amuleti maledetti affinché persistano la loro funzione contro la vittima: sepolti nell’erba, occultati, ma presenti nella loro drammatica verità. Delle bandierine dell’universo post-satanista, delle «antenne» con la loro funzione: reliquie occulte, ripetitori del messaggio, dell’energia del Male.

 

Un feto a termine ucciso e impiantato nel territorio può volere dire: qui si fa l’aborto. E il fatto che nel caso della Virginia si trattasse di un bambino late term, potrebbe fare pensare qualcuno: nel grande paradosso del presente americano, la Corte Suprema elimina l’aborto come diritto federale mentre una parte della politica parla apertamente di late term abortion, cioè della possibilità di abortire fino al momento della nascita, o pure dopo.

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Se vuole essere un segnale politico per la situazione attuale, il bambino a termine ucciso nello stagno offre un messaggio chiarissimo. Continueremo, andremo avanti anche con l’età dei sacrificandi. Questa terra è nostra.

 

Non è sbagliato pensare che, in questo piano metafisico, vi sia chi all’aborto dedica riti occulti – perché esso è la porta ideale per il ritorno del sacrificio umano, l’inversione definitiva della religione divina, per cui non è più Dio che si sacrifica per l’uomo (come sulla Santa Croce, come nella Santa Messa), ma l’uomo che si sacrifica per gli dei dei pagani – i quali sono, come dice il Salmo, tutti demòni.

 

Il sacrificio umano è, per il momento, illegale, l’aborto no – ed ecco che quindi che essi devono proteggerlo ad ogni costo, attendendo che la fetta superiore del panino, l’eutanasia, scenda giù schiacciando noi in mezzo, fino a rendere l’intera popolazione sacrificabile in ogni momento. Fino a disintegrare una volta per tutte la dignità umana, e rendere la vita spendibile, sprecabile a piacimento. Fino al Regno Sociale di Satana.

 

Vorremmo andare oltre. Stiamo tentando di raccogliere materiale per farci un’idea sui continui casi dei feti nei cassonetti che funestavano in passato le cronache italiane. Forse non era esattamente come pensavamo. Forse anche lì si trattava di un messaggio, della disposizione di antenne oscure, della diffusione del segnale dell’Inferno.

 

Quando avremo tempo, ce ne occuperemo.

 

Nel frattempo, preghiamo il lettore: dai gruppi che vi parlano di difesa della vita, di lotta contro l’aborto – magari chiedendovi con automatica insistenza dei danari – state alla larga.

 

Con evidenza, non hanno capito nulla di quello che sta accadendo. La loro funzione, forse, è proprio quella di farci continuare a non comprendere forme e proporzioni di questa guerra occulta.

 

Roberto Dal Bosco

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Immagine su licenza Envato, rielaborata

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Il vescovo Strickland contro la massoneria «antitetica» a Cristo e alla sua Chiesa

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Monsignor Joseph Strickland, già vescovo di Tyler, in Texas, rimosso da Bergoglio, si è scagliato contro la framassoneria durante un episodio della sua trasmissione The Bishop Strickland show.   Riferendosi a recente dichiarazioni sul dialogo tra la Chiesa e la Massoneria sorte sulla scorta dello scandaloso incontro di Milano tra cardinali e maestri framassoni di poche settimane fa – come quella di monsignor Charles Pope secondo cui la massoneria è una porta verso il demoniaco e unirsi ad essa è un peccato grave, Strickland afferma che dobbiamo essere «forti su questo messaggio».   La Massoneria, dice monsignor Strickland, è «antitetica» a Cristo e alla Chiesa da Lui fondata, e «fingere che possano essere in qualche modo allineati significa cedere al male».   Riferendosi al Vangelo secondo Giovanni (5, 1-16), monsignor Strickland dice che «se abbracciamo semplicemente il peccato, ha le sue conseguenze, e se abbracciamo il male, ha le sue conseguenze». Se l’accordo tra gli uomini costa agli uomini la verità, allora mandiamo l’umanità alla distruzione.

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«Quando seguiamo Cristo, c’è sempre speranza e luce, che potrebbero non rispondere alle nostre preghiere nel modo in cui vorremmo, ma dobbiamo essere persone di speranza», dice.   Il prelato texano ha anche discusso anche i suoi commenti fatti a LifeSiteNews sul boicottaggio dei concerti i cui proventi vanno a finanziare l’aborto, dichiarando che se anche un centesimo della vendita dei biglietti serve a sostenere l’aborto, la gente deve dire no. Sebbene il mondo sia complicato, ammette Strickland, e che non siamo chiamati a vivere su isole (dove troveremo comunque il peccato), è necessario emettere un giudizio.   Mentre alcuni direbbero «non giudicare per non essere giudicati», un principio scritturale, Strickland risponde che il divieto non significa che non possiamo esprimere giudizi sulla questione in questione quando ci viene posta.   «Sostenere [qualcosa del genere] intenzionalmente diventa davvero una questione di peccato, perché hai intenzione di fare qualcosa, e si tratta di sostenere direttamente l’aborto contribuendo a finanziarlo», afferma Strickland. «Non possiamo farlo in nessuna circostanza», continua. «Penso che sia quel tipo di riflessione logica di cui abbiamo bisogno per aiutare le persone a imparare a fare meglio perché questo non è stato un obiettivo importante nella nostra vita».   I lettori di Renovatio 21 conoscono Strickland per l’intransigenza mostrata dal prelato nei confronti dei vaccini ottenuti da linee cellulari di feto abortito.   «Preferisco morire piuttosto che beneficiare di qualsiasi prodotto che utilizzi un bambino abortito» aveva dichiarato a inizio 2022, quando la campagna vaccinale mondiale e i sistemi di sottomissione alla siringa genica, come il green pass, impazzavano.

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Monsignor Strickland aveva cominciato a parlare di rifiuto del vaccino fatto con linee cellulari di feto abortito ancora a inizio 2020, quando si era lontani dalla realizzazione dei vaccini ora in distribuzione globale.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2020 fa il vescovo texano aveva dichiarato su Twitter: «Rinnovo la mia richiesta di rifiutare qualsiasi vaccino sviluppato utilizzando bambini abortiti (…) anche se ha avuto origine decenni fa, significa ancora che la vita di un bambino era finita prima che nascesse e quindi il suo corpo era usato come pezzi di ricambio (…) Tragicamente, le persone non sono a conoscenza o hanno scelto di chiudere un occhio sui progressi della scienza medica che consentono lo sviluppo di vaccini con l’uso all’ingrosso di corpi di bambini abortiti».   In una puntata del The Bishop Strickland Show il vescovo texano, mai pago nell’attaccare i «vaccini» COVID contaminati dall’aborto, ha evidenziato anche il fallimento dei vescovi, incapaci di compiere il loro dovere di opporsi agli obblighi totalitari di vaccinazione vaccinazioni.
Subito dopo la rimozione, una dichiarazione ufficiale di sostegno a Strickland era arrivata da parte di monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana (Kazakistan) e nome assai noto nei circoli tradizionalisti.   A seguire era arrivato anche il messaggio dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che aveva già incoraggiato Strickland con un messaggio di due mesi fa in cui parlava dell’«essere vescovi al punto dell’eroismo».   «Forze nella chiesa vogliono cambiare la Verità del Vangelo» ha avvertito lo scorso novembre il prelato.  

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