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Gender

Guerra Mondiale per i trans: deputato USA chiede una jihad pro-gender contro la Russia

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Il membro del Congresso USA Jamie Raskin, un democratico eletto nello Stato del Maryland, ha dichiarato che l’aiuto militare all’Ucraina contro la Russia è essenziale perle posizioni di Mosca riguardo a gay e transessuali.

 

«Mosca in questo momento è un centro di tirannia corrotta, censura, repressione autoritaria, violenza della polizia, propaganda, bugie del governo e disinformazione e pianificazione per crimini di guerra» dice il Raskin in una dichiarazione ufficiale presente sul sito della Camera USA.

 

Più specificamente, per il Raskin Mosca «è un centro mondiale di odio antifemminista, antigay, anti-trans, nonché la patria della teoria della sostituzione da esportare. Sostenendo l’Ucraina, ci opponiamo a queste visioni fasciste e sosteniamo i principi urgenti del pluralismo democratico».

 

In pratica, si tratta di far guerra alla Russia che, ancora legata alla Cristianità, alla tradizione, etc., non ha pienamente accettato la deriva gender, anti-naturale, anti-famiglia, anti-cristiana (in una parola usata da Putin di recente: satanica) che è stata inflitta all’Occidente.

 

Una guerra mondiale per i trans. «World War Trans» l’ha ribattezzata Tucker Carlson, che ha cercato di vedervi il senso all’interno di tutto ciò che sta accadendo.

 

«L’amministrazione Biden sta raddoppiando gli errori autodistruttivi che stanno distruggendo l’Unione europea. La Casa Bianca ha vietato petrolio, gas naturale e carbone russi. Era il nostro dovere morale. E poi, allo stesso tempo, l’amministrazione Biden ha schiacciato la produzione nazionale di petrolio qui annullando i contratti di locazione di petrolio e gas. E poi, come se non bastasse, l’amministrazione Biden ha venduto un pezzo della nostra Strategic Petroleum Reserve, forse l’importante risorsa di questo paese, alla Cina» ha ricostruito l’editorialista di Fox News.

 

 

«Niente di tutto ciò ha ferito Putin in alcun modo. Tutto ciò impoverisce gli Stati Uniti. Quindi quale potrebbe essere la giustificazione per farlo? Ce lo siamo chiesti. Chiunque stia prestando attenzione se lo è dovuto chiedere».

 

«Ebbene, questa settimana, il membro del Congresso Jamie Raskin del Maryland, di Bethesda, ha risposto a questa domanda. La Russia è un paese cristiano ortodosso con valori sociali tradizionali e per questo motivo deve essere distrutto, a prescindere dal costo per noi. Quindi questa non è una guerra convenzionale, questa è una jihad».

 

Sì, una jihad: una guerra santa dell’Occidente per il transessualismo, e l’apparato economico e ideologico che lo sostiene. Una gender jihad, verrebbe da dire. Suona bene.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’investitore Peter Thiel, eccentrica e fondamentale figura dei nostri tempi, in un discorso pubblico recente, ha definito il wokismo (cioè, l’implementazione attuale del politicamente corretto nelle sue forme più estreme)  come il wahabismo dei californiani: così come i Saud necessitano del culto sunnita estremista wahabita per mantenere il potere in Arabia Saudita, così i politici democratici e i loro soci oligarchi tecnologici della Silicon Valley hanno bisogno della cultura woke per continuare ad operare senza che dalla base possa arrivare una minaccia di cambiamento.

 

Ecco che l’idea della jihad occidentale per i transessuali assume ancora più senso compiuto.

 

Bellissima, notiamo infine, l’idea del Raskin di opporsi a «visioni fasciste» sostenendo l’ucraine delle svastiche, nemmeno più nascoste, anzi, portate far sparire i segni di chi il fascismo lo ha davvero sconfitto – con sacrificio immane di giovani vite. Il Raskin non ha forse sentito quel che ha detto il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Patrushev: gli USA stanno cercando di far rivivere il fascismo in Europa.

 

Una volta, durante gli anni di piombo, quando si parlava di bombe nelle piazze, nelle banche, sui treni, c’erano quelli che parlavano dei neofascisti e del possibile zampino diretto di Washington, della CIA, Stay Behind, NATO, Gladio, etc.

 

Ma oggi è tutta un’altra storia. Tuttavia, è incredibile non riconoscere che gli attori in ballo sono sempre gli stessi. Quello che è cambiato, siamo noi nel mezzo: privi di un partito filorusso come lo era il PCI, siamo spalmati nel pensiero unico che ci vuole lanciare verso la Trans guerra mondiale.

 

 

 

 

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Gender

Uomo si fa amputare due dita sane per alleviare la «disforia dell’integrità corporea»

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

I medici hanno amputato il quarto e il quinto dito sani della mano sinistra di un ventenne del Quebec perché credeva che non facessero parte del suo corpo.

 

In un articolo pubblicato sulla rivista Clinical Case Reports, la psichiatra Nadia Nadeau ha spiegato che l’uomo soffriva di un disturbo dell’identità dell’integrità corporea (o disforia dell’integrità corporea) e che l’unica opzione era l’amputazione.

 

«Dopo l’amputazione, il paziente ha sperimentato un sollievo immediato, con la cessazione degli incubi, la diminuzione del disagio emotivo e una migliore funzionalità», ha scritto.

 

«Lavorando in una segheria, ha pensato di costruire una piccola ghigliottina per tagliarsi le dita. Era consapevole che l’autolesionismo non era una soluzione sicura e poteva avere ripercussioni sulle sue relazioni, sulla sua reputazione e sulla sua salute. Non riusciva a immaginare di vivere gli anni a venire con quelle dita».

 

L’amputazione di arti sani è talvolta chiamata apotemnofilia. È molto raro, ma in un caso noto alla fine degli anni ’90, quando un chirurgo scozzese tagliò le gambe di due uomini che volevano disperatamente essere amputati.

 

Il disordine da integrità corporea (BIID) solleva ovviamente gravi questioni etiche. In che modo la mutilazione si concilia con il principio di non maleficenza? Ma la Nadeau sottolinea che il paziente potrebbe essersi amputato le dita da solo, il che potrebbe essere molto pericoloso.

 

Secondo lei, per lui era più importante «vivere in linea con la sua identità percepita».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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I tedeschi ora possono cambiare sesso ogni anno. Anche i bambini di 5 anni

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Secondo un nuovo disegno di legge approvato dal Bundestag venerdì scorso, i cittadini tedeschi potranno cambiare sesso con documenti legali senza sottoporsi a interventi chirurgici o terapie ormonali. Prevede che sia sufficiente una richiesta orale, eliminando la necessità della valutazione di esperti, che in precedenza era obbligatoria. La legge entrerà in vigore a novembre.   La legislazione sull’«autodeterminazione» di genere è stata sostenuta da 374 parlamentari, per lo più appartenenti alla coalizione di governo “a semaforo”, con altri 251 parlamentari contrari e i restanti 11 astenuti.   La normativa attuale risale al 1981 e prevede che le persone che desiderano cambiare sesso debbano prima sottoporsi a due valutazioni psicologiche. La decisione finale ai sensi di tale legge spetta a un tribunale distrettuale.

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Come riportato da Renovatio 21, i politici tedeschi vi stavano lavorando almeno dal 2022.   La coalizione di governo guidata dal cancelliere Olaf Scholz sostiene che le procedure esistenti sono degradanti nei confronti degli individui transgender, poiché devono condividere dettagli intimi con i funzionari.   Secondo la nuova legge, i genitori potranno presentare una richiesta per cambiare il sesso di un bambino di appena cinque anni, con il consenso del bambino presente. I minori di età superiore ai 14 anni potranno cambiare solo nome e sesso, purché abbiano il consenso dei genitori o dei rappresentanti legali.   Gli individui potranno apportare una modifica una volta all’anno.   I tedeschi avranno inoltre il diritto di sostituire nel registro di famiglia le parole “madre” e “padre” con il termine neutro “genitore”.   Gli individui non binari possono registrarsi come “diversi” invece di dover scegliere tra «maschio» e «femmina».   Secondo la legislazione recentemente approvata, chiunque tenti di rivelare la passata identità di genere di un individuo può essere multato fino a 10.000 euro (10.630 dollari).   La legge lascia alle saune, alle piscine, alle palestre e ad altri impianti sportivi la decisione se consentire agli uomini biologici di entrare negli spogliatoi e nei bagni delle donne. Quando si tratta di sport agonistici, le singole associazioni possono decidere se i maschi biologici che si identificano come donne possono competere contro le femmine.   Il disegno di legge ha affrontato un acceso dibattito venerdì al Bundestag, con il commissario governativo per le questioni LGBT, Sven Lehmann, che lo ha salutato come storico e ha posto fine agli «abusi dei diritti umani».   Tuttavia, i partiti di opposizione erano in gran parte poco convinti, con una parlamentare dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), Mareike Wulf, che descriveva la legislazione come «irresponsabile» e «socialmente esplosiva». Il Wulf sostiene inoltre che i criminali potrebbero sfruttare le nuove norme per oscurare la propria identità.   Sahra Wagenknecht, ex leader del Partito della Sinistra che ora guida il suo stesso partito, ha avvertito che con gli uomini ora autorizzati a proclamarsi donne, “i diritti di protezione delle donne e i rifugi per la protezione delle donne sono una cosa del passato”.   Un rappresentante del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) ha affermato che il disegno di legge rappresenta una minaccia per i giovani, denunciandolo come «trans-hype».

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Come riportato da Renovatio 21, la Germania è divenuto un Paese che appronta parcheggi solo per LGBT e immigrati – anche se a causa degli immigrati, diventano difficili le sfilate omosessualiste – , e si preoccupa, come nel caso del sindaco di Wuerzburg, della reputazione dei migranti quando un rifugiato somalo ha dato in escandescenze provocando la morte di tre donne.   A fine 2022 il Consiglio Federale Svizzero ha respinto due proposte del parlamento per introdurre un’opzione di terzo genere o un’opzione senza genere per i documenti ufficiali. Il governo elvetico aveva affermato che «il modello di genere binario è ancora fortemente ancorato nella società svizzera».   La Svizzera tuttavia aveva già segnalato un grande atto di resistenza alla dittatura genderista globale: si tratta del 64enne cittadino della città svizzera di Lucerna si è dichiarato donna per incassare la pensione un anno prima. Nel suo cantone le donne possono andare in pensione un anno prima degli uomini, cioè a 64 anni invece che a 65, con pensioni piuttosto alte: dipendentemente da fattori come età e genere, possono variare dai 13 mila ai 24 mila euro.   L’uomo ha quindi investito 75 franchi svizzeri (circa 72 euro) in burocrazia anagrafica, sfruttando una nuova legge svizzera che permette ai cittadini elvetici di cambiare sesso senza dover procurare alle autorità alcuna documentazione medica. In pratica, se ti alzi al mattino e decidi che vuoi essere donna, basta andare all’ufficio pubblico preposto, e sei «ufficialmente» una donna.   Così ha fatto il signore – o signora – in questione. Il quale, raggiunti i 66 anni, potrà semplicemente andare all’anagrafe e cambiare di nuovo sesso e continuare magari a godere di una pensione più elevata.

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Una coppia lesbica si scambia gli embrioni per portare in grembo l’una il figlio dell’altra

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Una coppia lesbica nel Regno Unito è riuscita a dare alla luce due maschi attraverso la fecondazione in vitro reciproca e simultanea. Entrambe le donne hanno utilizzato lo stesso donatore di sperma, ma hanno scambiato gli embrioni in modo da poter mettere in gestazione il bambino del loro partner. Hanno spiegato che questa variante della maternità surrogata li aiuterà a sentire un legame speciale con il figlio del loro partner.

 

Le due donne, Emily Patrick, 38 anni, e Kerry Osborn, 35 anni, hanno chiamato i loro figli Elvis ed Ezra.

 

Come riportato sul Daily Mail, Emily ha spiegato: «abbiamo deciso di farlo in questo modo, non avevamo mai sentito parlare di nessuno che lo facesse in questo modo, abbiamo solo pensato che sarebbe stato davvero bello condividere il viaggio dell’altra, essendo incinta contemporaneamente. E anche se non siamo geneticamente collegate all’altro bambino, condividiamo comunque quel legame».

 

Hanno trovato difficile la scelta di un donatore di sperma. Ne volevano uno che somigliasse a loro. Kerry ha detto: «non c’è stata una grande cerimonia, era un giovedì sera e abbiamo iniziato a scorrere le banche del seme. Il problema è che una volta che inizi non puoi fermarti, c’è così tanta scelta. Abbiamo scelto un uomo della nostra stessa età che aveva due figli e stava donando per ragioni altruistiche: c’erano persone nella sua famiglia che lottavano con l’infertilità e lui voleva aiutare gli altri».

 

Questo sembra essere il primo caso di fecondazione in vitro reciproca e simultanea nel Regno Unito, ma Kerry spera che alla fine venga considerato normale:

 

«Riconosciamo che qualche anno fa questo tipo di fecondazione in vitro reciproca non sarebbe stata un’opzione. Era molto più difficile essere genitori gay. La dice lunga su quanto si siano evolute le opinioni secondo cui non solo possiamo farlo, ma anche che così tante persone della comunità LGBTQ+ stanno seguendo i nostri progressi e stanno pensando di farlo anche loro».

 

Michael Cook

 

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