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Vaccini

Gran Bretagna, il vaccino HPV dato anche ai bambini maschi

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Ai ragazzi in Inghilterra verrà offerto il vaccino contro il papillomavirus umano (HPV), 10 anni dopo che è stato introdotto per le ragazze.

 

La decisione fa seguito a una raccomandazione del Joint Committee on Vaccination and Immunization (JCVI) dello scorso luglio, in cui si affermava che un programma neutrale rispetto al genere per proteggere dal virus a trasmissione sessuale sarebbe economicamente conveniente. La raccomandazione ha già spinto i governi scozzese e gallese a decidere di estendere le vaccinazioni ai ragazzi.

 

«Qualsiasi programma di vaccinazione deve essere saldamente radicato nelle prove per garantire che possiamo ottenere i migliori risultati per i pazienti, ma come padre di un figlio, capisco il sollievo che questo porterà ai genitori» ha detto il ministro della salute pubblica Steve Brine.

Pareva che fosse una questione solo femminile, ma la narrativa sta cambiando velocemente. Il virus, fa sapere la martellante recente propaganda farmaceutica non causa solo tumori alla cervice delle donne; esso può anche causare il cancro del pene, dell’ano, della bocca e della gola, così come le verruche genitali.

 

La vaccinazione contro l’HPV è attualmente offerta a ragazze di età compresa tra i 12 e i 13 anni presso la scuola secondaria, ed è anche disponibile gratuitamente dal servizio nazionale sanitario britannico fino al 18 ° compleanno.

 

Pareva che fosse una questione solo femminile, ma la narrativa sta cambiando velocemente. Il virus, fa sapere la martellante recente propaganda farmaceutica non causa solo tumori alla cervice; esso può anche causare il cancro del pene, dell’ano, della bocca e della gola, così come le verruche genitali.

In pratica, il fatturato del produttoreora può più che raddoppiare: come sempre, si parte a vaccinare una parte della popolazione per poi passare alle categorie adiacenti.

 

In più, la vaccinazione ai ragazzi apre altri inquietanti interrogativi.

Il senso di immunità dovuto al vaccino potrebbe spingere i giovani ragazzi a rapporti omosessuali non protetti.

«Estendere la vaccinazione ai ragazzi aiuterà a prevenire tali malattie e potrebbe significare che più uomini gay ottengono protezione dal virus in giovane età» ha scritto il New Scientist. Il senso di immunità dovuto al vaccino, quindi, potrebbe spingere i giovani ragazzi a rapporti omosessuali non protetti.

 

Anche in Italia, ci arrivano numerose segnalazioni di richiami arrivati a famiglie per portare il figlio maschio a vaccinare contro il Papilloma Virus. La macchina della propaganda del sistema farmaceutico e dei suoi satelliti, come ad esempio la Fondazione Veronesi, è attiva oramai da diversi anni.

 

Già nella tremenda campagna vaccinale delle bambine, gli effetti collaterali segnalati sono stati spaventosi.

 

 

https://youtu.be/SAI4OfV9Cd8

 

 

 

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Vaccini

Il senatore americano: «non vaccinerei i miei figli contro il COVID»

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Il senatore Rand Paul ha dichiarato giovedì che non avrebbe permesso ai suoi figli di avere un vaccino COVID, citando l’aumento dei casi di infiammazione cardiaca e definendo il rischio per i bambini dal virus «inesistente».

 

«Io, francamente, non vaccinerei i miei figli per COVID”, ha detto Paul a Robby Soave, il conduttore della trasmissione Rising della testata di Washington The Hill. «Penso che i rischi del vaccino siano maggiori dei rischi della malattia. I rischi della malattia sono quasi inesistenti».

 

Paul è di professione medico oftalmologo. Anche suo padre, il celebre politico e pensatore libertario Ron Paul, è medico.

 

Come riportato da Renovatio 21, Paul in settimana aveva interrogato il CEO di Moderna Stephane Bancel sugli effetti collaterali del vaccino mRNA, specificando di aver sentito ammettere in privato le miocarditi dal presidente della società produttrice dei vaccini.

 

 

Durante l’intervista TV, il senatore Paul ha anche descritto la spinta per vaccinazioni multiple per i bambini come «pratica scorretta», affermando «se vuoi fare loro un vaccino e hanno già avuto COVID, perché non uno invece di tre?»

 

Paul ha quindi insistito sull’idea che le reazioni avverse possano essere dose-dipendenti.

 

«Penso che sia davvero negligenza», ha detto Paul, aggiungendo che «c’è spazio per discutere… ma non credo che ci siano prove per dare tre vaccini».

 

Come riportato da Renovatio 21, Paul è stato in questi anni in prima fila nel tentativo di inchiodare Fauci alle sue responsabilità, arrivando a definirlo come il possibile «responsabile dell’intera pandemia».

 

Il senatore ha anche accusato Anthony Fauci di aver «militarizzato» il governo per convincere le persone a coprire la fuga della dal laboratorio del virus COVID.

 

«Questo tizio ha militarizzato il NIAD. L’ha armato per ottenere i suoi sostenitori “, ha sottolineato Paul in un’altra recente intervista TV. «All’inizio hanno detto: “mio Dio. È venuto da un laboratorio”. E poi, all’improvviso, hanno cambiato idea. Hanno più soldi. Hanno ottenuto più sovvenzioni».

 

Fauci «ha usato quell’autorità di concedere sovvenzioni e ha usato il governo come arma per ottenere ciò che voleva», ha esortato Paul, aggiungendo «e ciò era l’insabbiamento».

 

 

Nel maggio 2021 Paul aveva dichiarato che non avrebbe fatto il vaccino in quanto aveva già avuto il COVID, dichiarando che non avrebbe cambiato idea a meno che «non mi mostrino prove che le persone che hanno già avuto l’infezione muoiono in gran numero o vengono ricoverate in ospedale o si ammalano gravemente».

 

«Ho appena preso la mia decisione personale di non farmi vaccinare, perché ho già avuto la malattia e ho un’immunità naturale», ha detto Paul.

 

Paul è stato il primo senatore noto ad aver contratto il coronavirus quando è risultato positivo nel marzo 2020.

 

 

 

 

 

Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

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Linee cellulari

Vescovo rimosso per non aver ceduto all’idolatria del vaccino

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Renovatio 21 riprende dal sito di Aldo Maria Valli Duc in Altum questo articolo del dottor Paolo Gulisano.

 

 

In una Chiesa in cui l’eresia sta dilagando tra i pastori, può capitare che un bravo vescovo, fedele alla dottrina della Chiesa e sostenitore del diritto alla vita, subisca la rimozione dalla sua carica da parte di Roma.

 

Cos’ha fatto di male? Ha forse messo in discussione il celibato dei sacerdoti? Ha benedetto coppie gay? Ha detto che non sappiamo cosa abbia in realtà detto Gesù perché ai suoi tempi non c’erano registrazioni?

 

No di certo. La sua colpa è stata quella di non aver appoggiato, negli scorsi due anni, la campagna vaccinale COVID.

 

Il sito pro life americano LifeSiteNews, che ha seguito attentamente la vicenda, anche perché il vescovo in questione è un grande difensore della vita umana, ne ha raccontato nei giorni scorsi la storia.

 

I fatti vedono come protagonista monsignor Daniel Fernández Torres, portoricano, allontanato dalla sua diocesi di Arecibo.

 

La decisione di Bergoglio di rimuoverlo improvvisamente dalla guida della sua diocesi sarebbe stata dovuta in gran parte alla difesa da parte del vescovo delle obiezioni di coscienza nei confronti dei vaccini.

 

Il delegato apostolico di Porto Rico (uno Stato di fatto associato agi Stati Uniti, una sorta di protettorato) ne ha chiesto le dimissioni dopo che il vescovo Fernández Torres si è rifiutato di firmare una lettera emessa dalla conferenza episcopale dell’isola che annunciava un severo obbligo di vaccinazione per sacerdoti e dipendenti delle diocesi.

 

La lettera imponeva anche che all’interno delle chiese ci fosse, durante le Messe, una divisione tra fedeli vaccinati e non vaccinati, una vera e propria segregazione di questi ultimi. Questa lettera era nelle intenzioni dell’episcopato portoricano una decisa e pronta risposta alla sollecitazione venuta dal Vaticano, secondo la quale vaccinarsi sarebbe un «dovere morale», il celebre «atto d’amore» di cui ha parlato Bergoglio.

 

Giorni prima il vescovo Fernández Torres aveva rilasciato una dichiarazione in cui difendeva il diritto di rifiutare la vaccinazione sulla base della coscienza e insisteva sul fatto che «è possibile per un fedele cattolico fare obiezione di coscienza alla presunta natura obbligatoria del vaccino COVID-19».

 

La sua lettera rifletteva le posizioni di numerosi altri presuli e la stessa nota dottrinale del Vaticano sui vaccini COVID, in cui si afferma che «la vaccinazione non è, di regola, un obbligo morale e che, quindi, deve essere volontaria».

 

Il suo sostegno ai diritti di coscienza trovava fondamento anche nel fatto che tutti i vaccini COVID approvati per l’uso negli Stati Uniti erano stati sviluppati o testati con linee cellulari derivate da bambini abortiti.

 

Quella che era una legittima richiesta di tutelare la libertà di coscienza è però sembrata una grave «insubordinazione» al papa, ed è diventata il pretesto per far fuori il vescovo non allineato.

 

Sembra da alcune fonti, riportate da LifeSiteNews, che il più attivo tra i confratelli nell’episcopato a chiedere la testa del vescovo di Arecibo sia stato l’arcivescovo González Nieves, noto per le sue posizioni ultra-progressiste in materia morale e apertamente pro LGBTQI.

 

L’arcivescovo chiamò in suo supporto il cardinale di Chicago Cupich, anch’egli noto per le sue posizioni alla tedesca, chiedendogli una sorta di «visita apostolica» per poi riferire autorevolmente a chi di dovere su quel vescovo «no vax».

 

Il risultato non si fece attendere: monsignor Torres fu immediatamente e immotivatamente rimosso, e al suo posto venne insediato da Bergoglio monsignor Alberto Arturo Figueroa Morales, fino a quel momento vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Juan, nonché braccio destro di González Nieves.

 

Il vescovo Torres ha rotto mesi di silenzio con una dichiarazione di qualche giorno fa. «Sento ancora la stessa perplessità che ho provato quando mi è stato chiesto improvvisamente di dimettermi e quando, in modo frettoloso, è stata eseguita la rimozione», ha scritto in una lettera indirizzata a «tutti coloro che mi hanno accompagnato spiritualmente».

 

«Dopo un anno, ribadisco esattamente le stesse parole della dichiarazione pubblica che ho fatto il 9 marzo 2022», ha aggiunto. Nella sua dichiarazione del marzo 2022 il vescovo di Arecibo ha denunciato l’allontanamento da parte di papa Francesco definendolo «un’azione totalmente ingiusta».

 

«Nessun processo è stato fatto contro di me – disse allora – né sono stato formalmente accusato di nulla, ma semplicemente un giorno il delegato apostolico mi ha comunicato verbalmente che Roma mi chiedeva le dimissioni».

 

«Sono stato informato che non avevo commesso alcun crimine ma che presumibilmente non ero stato obbediente al papa né ero stato in sufficiente comunione con i miei fratelli vescovi di Porto Rico», ha spiegato ancora il presule.

 

In effetti, in alcune sue dichiarazioni l’arcivescovo Roberto González Nieves di San Juan aveva affermato che il vescovo Fernández Torres era stato rimosso per presunta “insubordinazione al Papa” ma senza alcuna accusa formale.

 

In realtà non c’è traccia di disobbedienza all’autorità del Sommo Pontefice. Forse di monsignor Torres dava fastidio che il suo seminario fosse fiorente di vocazioni, e che la sua diocesi fosse ricca di iniziative di apostolato con grande beneficio per i fedeli. In seguito al suo licenziamento ci sono state petizioni, raccolte di migliaia di firme, ma Roma non ha riservato loro alcun segno di attenzione.

 

La lettera del vescovo sottolinea il suo dolore per essere stato deposto dalla propria sede, ma esorta i cattolici oltraggiati dagli scandali nella Chiesa a «pregare e avere fiducia».

 

«Quando sono entrato in seminario nel 1990, l’ho fatto pieno di speranza e convinto che Dio mi avesse chiamato a servire la Chiesa per il resto della mia vita».

 

Fernández Torres è stato per anni l’unico prelato cattolico dell’isola che si è battuto regolarmente per la vita, la famiglia e la libertà religiosa, un punto di riferimento morale per l’intero Paese. «Grazie ai lui è stata raggiunta un’unità di intenti per la protezione della vita umana, della famiglia naturale e dei diritti umani fondamentali dell’essere umano», ha detto la senatrice Joanne Rodríguez Veve.

 

Monsignor Hector Aguer, arcivescovo emerito di La Plata (Argentina), in un duro comunicato di denuncia sulla rimozione, definisce Torres «un uomo di Dio, fedele alla grande Tradizione ecclesiale». Evidentemente, essere tale non è bastato. O forse è diventata una colpa.

 

La presunta insubordinazione alle direttive del Jefe Máximo, per non aver prestato culto a una nuova forma di idolatria, gli è costata cara.

 

 

Paolo Gulisano

 

 

 

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Militaria

La miocardite in enorme aumento tra i militari USA nel 2021

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Secondo dati appena divulgati, il tasso di miocardite nell’esercito americano è aumentato durante il 2021.

 

Le diagnosi della forma di infiammazione del cuore, sono aumentate del 130,5% nel 2021 rispetto alla media degli anni dal 2016 al 2020, secondo i dati del Defense Medical Epidemiology Database (DMED).

 

Non si tratta tuttavia di informazioni liberamente consultabili: questi dati sono stati scaricati da una gola profonda e presentati al senatore Ron Johnson, il politico che più di ogni altro è in prima linea riguardo le questioni del vaccino COVID. L’informatore ha scaricato i dati da DMED nel 2023, circa un anno dopo che il Pentagono ha affermato di aver risolto un problema di corruzione dei dati con il sistema sanitario militare.

I dati hanno anche mostrato picchi nelle diagnosi di embolia polmonare (41,2%), disfunzione ovarica (38,2%) e «complicanze e descrizioni mal definite di malattie cardiache» (37,7%).

 

Come nota la testata americana Epoch Times, dati recentemente divulgati hanno anche mostrato aumenti più elevati rispetto a quanto riportato in precedenza dal Pentagono. I militari, ad esempio, avevano affermato che il tasso di embolia polmonare era aumentato solo del 25,4% nel 2021. Entrambi i tassi erano molto inferiori all’aumento del 468% che era stato tra i picchi scioccanti nelle diagnosi di malattie identificate dagli informatori nel 2022.

 

Le malattie del sistema nervoso sono aumentate del 9,5% nel 2021, rispetto al 5,7% dichiarato dal Pentagono, secondo i dati degli informatori. L’ipertensione è aumentata del 12,6%, non dell’1,9%. Il cancro ai testicoli è aumentato del 16,3%, non del 3%.

 

Dopo che i picchi sono stati resi pubblici, i funzionari militari avevano affermato che gli aumenti non erano corretti perché alcune diagnosi negli anni dal 2016 al 2020 non erano state conteggiate.

La miocardite, che alcuni ritengono che in forma migliore può essere causata anche dall’infezione di COVID-19, è una malattia che può portare alla morte. Casi certificati di morti per miocardite da vaccino mRNA si sono avuti sia tra giovani che tra bambini piccoli.

 

La consapevolezza del ruolo del vaccino nella possibile manifestazione di questa malattia cardiaca, specie nei giovani, è diffusa presso praticamente tutte le istituzioni sanitarie dei Paesi del mondo.

 

Disturbo fino a poco fa abbastanza raro, abbiamo visto incredibili tentativi di normalizzare la miocardite infantile con spot a cartoni animati.

 

Come riportato da Renovatio 21, la miocardite nello sport è oramai un fenomeno impossibile da ignorare.

 

 

 

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