Autismo
La disregolazione immunitaria può causare disturbi del neurosviluppo?
Renovatio 21 pubblica la traduzione di questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
Una critica comune al modello medico Occidentale è che esso tende a guardare ai sistemi del corpo in modo isolato l’uno dall’altro. Tuttavia, qua e là, le discipline scientifiche riconoscono esplicitamente le interazioni che avvengono tra questi. La neuroimmunologia è una di queste, avendo stabilito che il sistema nervoso centrale (SNC) e il sistema immunitario sono coinvolti in una comunicazione bidirezionale e che un buon funzionamento del cervello dipende da un sistema immunitario ben regolato.
Da quando i neuroimmunologisti sono arrivati ad accettare che «parti del sistema immunitario giocano un ruolo, precedentemente non riconosciuto, sul sistema nervoso» il campo ha notevolmente contribuito alla comprensione dei disturbi del neurosviluppo e in particolar modo ai disturbi dello spettro autistico (ASD).
La comprensione da parte della neuroimmunologia dell’ASD è stata estremamente necessaria, perché, superficialmente, l’autismo rimane una diagnosi soggettivamente definita della «salute mentale» (almeno secondo il DSM –Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), caratterizzato da »disturbi del comportamento e linguaggio sociale, risposta anomala agli imput sensoriali (…) comportamento ripetitivo e disabilità cognitive».
Il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario sono coinvolti in una comunicazione bidirezional
Dato che la ricerca sull’autismo è diventata più sofisticata – mettendo sempre più in luce le basi biologiche che stanno alla radice dei disturbi dello spettro autistico – è diventato evidente che la disregolazione immunitaria è tanto una caratteristica dell’autismo quanto lo è l’infiammazione del cervello. Per di più, l’errato tipo di influenze immunitarie durante le fasi cruciali dello sviluppo iniziale del cervello, più avanti nel tempo, possono avere conseguenze profonde su entrambe le funzioni neurali e immunitarie.
Risposta immunitaria alterata
In determinate condizioni, il sistema immunitario mobilita le molecole infiammatorie in risposta ad infezioni o tessuti danneggiati; una volta concluso il lavoro, la reazione infiammatoria cala. Tuttavia esiste un equilibrio delicato tra l’attivazione appropriata necessaria alla «difesa benefica immunitaria» e l’ eccessiva attivazione deleteria delle cellule immunitarie” che può portare alla disfunzione dell’organismo. L’ASD e altri disturbi del neurosviluppo illustrano perfettamente la situazione dei meccanismi immuno-infiammatori andati a male.
L’ASD e altri disturbi del neurosviluppo illustrano perfettamente la situazione dei meccanismi immuno-infiammatori andati a male
Uno studio del 2015 delinea questa «alterata tendenza infiammatoria» nei casi di ASD, notando che l’autismo, in parte, è caratterizzato da una risposta della cellule T «ipereccitabile» ed «esagerata» –le importantissime cellule immunitarie che attaccano le sostanze estranee, aumentano l’azione delle cellule B produttrici di anticorpi e producono cellule messaggere chiamate citochine.
I ricercatori che si occupano di autismo hanno notato il ruolo complesso giocato dalle citochine all’interno del neurosviluppo e hanno ripetutamente osservato elevati livelli di alcune citochine in individui affetti da ASD – incluse interleuchine-4 (IL-4), interleuchine-6 (IL-6), alcuni tipi di fattori di necrosi tumorale (TNF) e altre.
Nei neonati, elevati IL-4, sono stati associati con una grande probabilità di grave ASD più tardi nell’infanzia. Queste «risposte eccessive e distorte delle citochine» rappresentano il profilo immunitario dei ASD fino al punto che i ricercatori hanno proposto di usare la valutazione delle citochine come un indicatore biologico per i ASD. Secondo gli autori dell’articolo del 2015, i meccanismi alterati dell’immuno-infiammazione, non sono solo associati con i casi ASD, ma giocano un ruolo fondamentale nelle cause dell’autismo.
Meccanismi di Disregolazione immunitaria e Influenze
Barriera Emato-Encefalica
Come contribuiscono le sfide immunologiche nei casi di ASD? Un’ipotesi è che la disregolazione immunitaria compromette l’integrità della barriera emato-encefalica e quindi provoca una catena di avvenimenti neuroinfiammatori. Con una barriera del sangue del cervello permeabile e “permissiva”, le citochine pro-infiammatorie sono libere di passarle attraverso e continuare a perpetuare una risposta infiammatoria sistemica.
Gli studi sui vaccini hanno dimostrato come questa procedura potrebbe svolgersi. Ricercatori cinesi che hanno esplorato la relazione tra la vaccinazione contro l’epatite B e danni neurocomportamentali nei topi neonati, trovarono che la vaccinazione induce la neuroinfiammazione attraverso l’azione delle citochine IL-4. In combinazione, i componenti del vaccino (inclusi entrambi l’antigene dell’epatite B e un adiuvante all’alluminio), aumentano drammaticamente i livelli di IL-4 nel cervello mediante la penetrazione attraverso l’“immatura” barriera emato-encefalica, sia subito dopo la vaccinazione, che a lungo nel tempo.
I ricercatori hanno spiegato che la sovraesposizione neonatale alle IL-4 scatenata dal vaccino, aumentava la permeabilità della barriera emato-encefalica
I ricercatori hanno spiegato che la sovraesposizione neonatale alle IL-4 scatenata dal vaccino, aumentava la permeabilità della barriera emato-encefalica, permettendo alle IL-4 di continuare ad «infiltrarsi nel cervello delle cavie nel corso della vita». Essi hanno riconosciuto che per quanto la vaccinazione è intesa ad «educare» il sistema immunitario, ogni nuovo vaccino al quale gli individui sono esposti, «potenzialmente, altererà le dinamiche del loro sistema immunitario”»– con conseguenze qualche volta dannose.
Microbiota dell’intestino
Un altro argomento sempre più studiato è l’influenza del microbiota dell’intestino sul sistema immunitario e nervoso, e viceversa – e il riconoscimento che un intestino sano ha un ruolo critico nello sviluppo del sistema immunitario e neurologico. Quando le circostanze sollecitano uno sviluppo anomalo del microbiota dell’intestino, questo «può contribuire alla formazione di malattie all’intestino così come al CNS (Central Nervous System, NdT) – inclusi non solo i ASD ma malattie come il disordine dell’iperattività e deficit dell’attenzione (ADHD), disturbi dell’umore, sclerosi multipla e persino obesità. In un ciclo vizioso, squilibri nei microbi intestinali «alterano l’intera distribuzione di neurotossine nel corpo e nel cervello prodotte dai batteri del tratto gastrointestinale», e la conseguente risposta immunitaria aumenta i livelli sistemici di citochine infiammatorie, ancora una volta danneggiando significativamente l’integrità della barriera emato-encefalica.
Attivazione Immunità Materna
Come precedentemente scritto a riguardo, dalla Difesa della Salute del Bambino, il concetto dell’attivazione dell’immunità materna, ha permesso ai ricercatori di puntare sulla relazione vitale tra il sistema immunitario della gestante e il neurosviluppo del feto.
Comprendere il ruolo prominente del sistema immunitario nella nascita dei disturbi del neurosviluppo come l’autismo – e riconoscere che la vaccinazione rappresenta un intervento potente sul sistema immunitario – renderà molto più possibile elaborare strategie efficaci per le diagnosi, per gli interventi terapeutici e soprattutto per la prevenzione.
In combinazione con fattori come la suscettibilità genetica, lo stress materno e l’esposizione a “ulteriori accadimenti post-natali avversi”, “la sfide immunitarie materne (e le conseguenti alterazioni nelle citochine infiammatorie) sono stati dimostrati di essere in grado di colpire lo sviluppo del cervello del feto e aumentare il rischio di ASD, schizofrenia e altri disturbi del neurosviluppo.
In uno studio di oltre 1,2 milioni di gravidanze, studiosi finlandesi mostrarono che nella madre, elevati livelli della proteina C-reagente (CRP) – un bio-indicatore di «basso grado d’infiammazione» – erano in relazione con «un aumento significativo del rischio di autismo infantile nella prole». Richiamando l’attenzione sull’importanza del rispetto verso il cervello in via di sviluppo «squisitamente sensibile», un gruppo di ricercatori ha enfatizzato che «per la vita dell’individuo, il sistema immunitario ha un ruolo critico nello sviluppo del cervello e nei risultati comportamentali associati».
Perché il sistema immunitario conta
I ricercatori hanno indicato che l’interrelazione del sistema immunitario di un neonato con le infezioni naturali, con lo sviluppo del microbioma e con le influenze ambientali è evoluta «nel corso di milioni di anni» – e in questo «processo di maturazione» evolutivo, la vaccinazione rappresenta un intervento molto recente. Quello che questa osservazione suggerisce è che venga garantita la massima cautela quando si tenta di stimolare, attraverso la vaccinazione, il sistema immunitario che è finemente regolato.
Non tutti sono abituati a vedere i disturbi del neurosviluppo come delle malattie che coinvolgono le disfunzioni immunitarie, ma usare una prospettiva informata sulla neuroimmunità, non è solo un esercizio intellettuale astratto. Comprendere il ruolo prominente del sistema immunitario nella nascita dei disturbi del neurosviluppo come l’autismo – e riconoscere che la vaccinazione rappresenta un intervento potente sul sistema immunitario – renderà molto più possibile elaborare strategie efficaci per le diagnosi, per gli interventi terapeutici e soprattutto per la prevenzione.
© 25 settembre 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Autismo
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»
Una donna autistica di 28 anni morirà di suicidio assistito a maggio nei Paesi Bassi dopo aver lottato con depressione e malattie mentali, con il suo psichiatra che le dice che le sue condizioni sono incurabili e non miglioreranno mai. Lo riporta LifeSiteNews.
La giovane, che non soffre di alcuna malattia fisica, ha deciso di porre fine alla sua vita con il suicidio assistito dopo che gli psichiatri hanno affermato di aver esaurito ogni mezzo per aiutarla ad affrontare le sue malattie mentali, che include il disturbo borderline di personalità, scrive The Free Press.
I suoi problemi con la malattia mentale le hanno impedito di finire la scuola o di iniziare una carriera.
Secondo le disposizioni della donna, dopo essere stata uccisa, il suo corpo sarà cremato senza funerale e le sue ceneri sparse nel bosco.
La scelta di togliersi la vita è stata presa nonostante la sua ammessa paura della morte derivante dall’incertezza di ciò che accade dopo la morte. «Ho un po’ paura di morire, perché è l’ultima incognita», ha detto. «Non sappiamo davvero cosa accadrà dopo – o non c’è niente? Questa è la parte spaventosa».
La diagnosi di autismo e malattia mentale come «incurabili» e «insopportabili» è diventata una tendenza crescente nei Paesi Bassi, con uno studio pubblicato nel giugno 2023 che ha rivelato 40 casi durante un periodo di 10 anni dal 2012 al 2021, scrive LifeSite. In un terzo di questi casi, a quelli con autismo o disabilità intellettiva veniva detto che non c’era speranza di migliorare la loro vita, e quindi la loro condizione veniva considerata «incurabile».
«Aiutare le persone con autismo e disabilità intellettive a morire è essenzialmente eugenetica», ha dichiarato Tim Stainton, direttore del Canadian Institute for Inclusion and Citizenship presso l’Università della British Columbia.
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L’uccisione programmata della donna autistica di 28 anni arriva mentre i Paesi Bassi continuano ad ampliare la portata di ciò che legalmente qualifica per l’eutanasia, con una nuova legge in vigore dal 1° febbraio che consente l’uccisione di bambini malati terminali di età compresa tra 1 e 12 anni ritenuti malati al punto di «soffrire disperatamente e insopportabilmente».
La legge consente ai genitori di decidere di uccidere il proprio figlio anche se il bambino non è disposto o non è in grado di acconsentire, scrive LifeSite.
Come riportato da Renovatio 21, è in atto una Finestra di Overton in cui la popolazione viene portata gradualmente a considerare l’eutanasia degli autistici come un fatto razionale, accettabile, legale.
Tale manipolazione massiva verso l’uccisione degli autistici è destinata a crescere esponenzialmente visti i numeri dell’aumento dei casi di autismo, che fanno parlare di un vero e proprio «tsunami dell’autismo» che sta per investire la Sanità mondiale, le cui risorse economiche ed umane sono calcolate come insufficienti rispetto alla spaventosa quantità di persone colpite dalla malattia.
Nel frattempo, sta emergendo in tanta letteratura scientifica, come sottolineato di recente anche dal dottor Peter McCullough: una correlazione netta tra autismo e transgenderismo.
L’eutanasia degli autistici – in quanto possibili danneggiati da vaccino – era stata preconizzata diversi anni fa da Renovatio 21, che ne parlò in una delle sue prime conferenze pubbliche. Il video è stato, ovviamente, censurato e tolto da YouTube, qualche mese fa.
Ne abbiamo testé caricato un brano su X.
Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017.
L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari.
Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.
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Autismo
Finestra di Overton per l’inarrestabile incremento dell’autismo: dal vaccino al sacrificio umano dell’eutanasia infantile
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«Abbiamo visto che eliminano completamente i down, perché la loro è una vita indegna di essere vissuta» dicevo indicando il caso dell’Islanda down-free. «E una vita indegna di essere vissuta, va eliminata… voi pensate che sia impossibile? Il re cattolico del Belgio nel 2014 ha firmato una legge per cui si può fare l’eutanasia del bambino, basta che il bambino sia “consenziente”… l’eutanasia infantile è arrivata… qualcuno lo chiama aborto post-natale» dicevo. Poi parlavo del caso di Charlie Gard, il bambino lasciato morire della Sanità inglese, e del suo messaggio, e cioè il «pensare che si possono ammazzare i bambini anche già nati… i bambini danneggiati si possono ammazzare». «Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» Ricordo il gelo che scese nella sala. Da persona che lavora con i teatri, so percepire la temperatura di una sala. Lì era precipitato tutto sottozero all’istante, al punto che mi fermai prima ancora di finire la frase. L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari. Il capolavoro della Necrocultura di Satana è più visibile che mai: come con l’aborto – dove è la madre ad uccidere il suo figlio indifeso – anche qui l’eliminazione massiva di questa parte della popolazione in crescita verrà fatta passare per il consenso della famiglia, distruggendone, di fatto, ogni suo tessuto morale. La famiglia da luogo della vita, diventa luogo della Morte. La famiglia, la cellula primaria della società nella quale visse lo stesso Dio incarnato, il cuore della legge naturale, viene pervertita in modo sanguinario. È il Regno Sociale di Satana: parte dalle siringhe dei sieri e, dopo dolore e malattia, torna alle siringhe, ma dello sterminio biomedico di Stato. Dalla siringa al sacrificio umano. Lo Stato moderno fa così Quanto ci piacerebbe che la «consapevolezza sull’autismo», e le sue giornatone ONU pagate dal contribuente, parlasse di queste cose. Un’ultima cosa detta ai censori e ai «normalisti» che leggono queste righe e ridacchiano, o si scandalizzano, magari presi dalla voglia di segnalarci alle «autorità competenti» per «disinformazione»: ecco a voi il nostro dito medio, e ve lo siete meritato tutto, perché le vostre azioni stanno portando avanti nei decenni questo programma di morte e devastazione che usa i bambini come strumenti, come armi per la rivoluzione biologica che sta rovinando il mondo. Siatene consapevoli: la Necrocultura travolgerà anche voi e le vostre patetiche esistenze di volonterosi carnefici di Moloch. Svegliatevi. Convertitevi. Roberto Dal Bosco SOSTIENI RENOVATIO 21Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
Autismo
Vaccini COVID-19 collegati all’autismo nei ratti vaccinati: studio
Uno studio condotto in Turchia ha scoperto che ratti femmine a cui erano stati iniettati vaccini mRNA contro il COVID-19 hanno dato alla luce prole che mostrava sintomi di autismo e conteggi neuronali inferiori nel cervello. Lo riporta Epoch Times.
Lo studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Neurochemical Research il 10 gennaio, ha esaminato i collegamenti tra i vaccini mRNA COVID-19 e i disturbi dello sviluppo neurologico, con particolare attenzione all’autismo, analizzando la prole di ratti gravidi a cui erano stati iniettati i vaccini mRNA COVID-19 durante la gestazione.
I ricercatori hanno scoperto che i vaccini hanno avuto un «profondo impatto sui principali percorsi dello sviluppo neurologico», con la prole maschile che mostrava «comportamenti pronunciati simili all’autismo, caratterizzati da una marcata riduzione dell’interazione sociale e di modelli di comportamento ripetitivi».
«Inoltre, si è verificata una sostanziale diminuzione della conta neuronale nelle regioni critiche del cervello, indicando una potenziale neurodegenerazione o uno sviluppo neurologico alterato. I ratti maschi hanno anche dimostrato prestazioni motorie compromesse, evidenziate da una ridotta coordinazione e agilità», scrivono i ricercatori.
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Nello studio, i ratti femmine sono stati assegnati in modo casuale in due gruppi. Quelli del Gruppo 1 hanno ricevuto un’iniezione salina intramuscolare il tredicesimo giorno di gestazione, mentre i ratti del Gruppo 2 hanno ricevuto iniezioni di Pfizer lo stesso giorno. C’erano sette ratti femmine nel Gruppo 1 e otto nel Gruppo 2, per un totale di 15 ratti.
Sono nati in totale 41 figli: 20 nel gruppo salino e 21 tra quelli vaccinati. La prole è stata sottoposta a molteplici test comportamentali 50 giorni dopo la nascita, durante i quali i ricercatori hanno annotato le loro prestazioni:
- Open Field Test, che ha testato l’attività locomotoria generale e l’ansia.
- Comportamento di allevamento indotto dalla novità, che ha valutato la prole per i loro comportamenti esplorativi.
- Test di socievolezza e novità sociale a tre camere, che valutava la socievolezza della prole.
- Rotarod Test, che ha analizzato le capacità motorie e la resistenza della prole.
I ricercatori hanno riscontrato una «differenza significativa» tra maschi e femmine nel gruppo vaccino in termini di coordinazione motoria ed equilibrio, con la prole maschile che mostrava capacità compromesse «più pronunciate». Tuttavia, non sono state osservate differenze di questo tipo nella coordinazione motoria e nell’equilibrio basate sul sesso nella prole nata da ratti a cui era stata somministrata soluzione salina.
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Nei test di socialità, i figli maschi del gruppo vaccino sono stati visti trascorrere «molto meno tempo» con ratti che erano loro estranei rispetto ai figli maschi del gruppo trattato con soluzione salina. Questa differenza non esisteva quando si confrontavano le figlie del gruppo vaccino con quelle del gruppo soluzione salina.
I risultati «sottolineano l’importanza di considerare il sesso come una variabile biologica nella ricerca sui vaccini ed evidenziano la necessità di studi mirati per esplorare ulteriormente le implicazioni di questi effetti specifici del sesso».
Lo studio è stato finanziato dal Consiglio per la ricerca scientifica e tecnologica della Turchia, e gli autori non hanno dichiarato conflitti di interessi.
Dopo che i ratti nati sono stati testati, i ricercatori li hanno soppressi, hanno estratto il loro cervello e li hanno sottoposti a valutazioni biochimiche e istologiche. L’istologia si riferisce alla struttura microscopica di organi, tessuti e cellule.
Analogamente ai test comportamentali, anche le valutazioni biochimiche e istologiche hanno riscontrato che i figli maschi dei gruppi vaccinati erano colpiti. I ratti avevano «una conta neuronale significativamente diminuita» in alcune regioni dell’ippocampo rispetto ai maschi del gruppo salino. L’ippocampo è la parte del cervello che ha il compito di formare nuovi ricordi, apprendimento ed emozioni.
Allo stesso modo, anche la conta delle cellule di Purkinje nel cervelletto era «significativamente inferiore» nei figli maschi del gruppo vaccino. Le cellule di Purkinje sono un tipo di neurone situato nel cervello.
«Non sono state riscontrate differenze significative» tra le femmine del gruppo vaccino e quelle trattate con soluzione salina in termini di conta neuronale nell’ippocampo o nella conta delle cellule di Purkinje.
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I ricercatori hanno anche esaminato i livelli di BDNF nel cervello e l’espressione del gene WNT nella prole. Il BDNF è una proteina che influenza le funzioni cerebrali, come l’induzione di una nuova crescita neuronale, la prevenzione della morte delle cellule cerebrali esistenti e il supporto delle funzioni cognitive. Bassi livelli di BDNF sono stati collegati a uno scarso sviluppo neurale, all’Alzheimer e a disfunzioni dei neurotrasmettitori.
Nel frattempo, il gene WNT è stato collegato alla secrezione di proteine di segnalazione coinvolte nello sviluppo neurologico. Sia nella prole maschile che in quella femminile del gruppo vaccino, i livelli cerebrali di BDNF sono risultati «significativamente diminuiti» rispetto alle loro controparti del gruppo salino.
L’espressione del gene WNT era «significativamente diminuita» nella prole maschile del gruppo vaccino rispetto ai maschi del gruppo soluzione salina. Nelle femmine, la prole del gruppo vaccino ha mostrato un’espressione del gene WNT «non significativamente più alta» rispetto al gruppo soluzione salina.
«Il vaccino mRNA per il COVID-19 sembra indurre comportamenti simili all’autismo nei ratti maschi, influenzando i percorsi WNT e BDNF in entrambi i sessi», afferma lo studio. «Questo risultato specifico per genere enfatizza le domande sull’influenza del vaccino sulla funzione e sulla struttura del cervello».
«C’è una notevole maggiore prevalenza di ASD (disturbo dello spettro autistico) nei maschi rispetto alle femmine, il che indica fattori biologici innati che influenzano la manifestazione dei disturbi dello sviluppo neurologico in modo diverso tra i sessi».
Gli autori hanno chiesto che vengano condotte ulteriori ricerche su questi argomenti per «convalidare questi risultati nelle popolazioni umane e per svelare i complessi meccanismi alla base degli effetti osservati».
«Lo studio ha suscitato intense reazioni da parte della comunità scientifica. Il radiologo e ricercatore sul cancro William Makis ha definito i risultati dello studio “scioccanti” in un post del 12 gennaio» scrive Epoch Times, che ricorda come i media hanno spinto con decisione perché le donne incinte si vaccinassero per il COVID. «È ora di fermare immediatamente i vaccini mRNA contro il COVID-19 e di iniziare a valutare il danno incalcolabile arrecato alla prossima generazione», ha affermato Makis.
NEW ARTICLE: mRNA & Pregnancy – New Turkish Study: Pregnant rats were given Pfizer COVID-19 mRNA Vaccine.
Newborn rats developed autism, had fewer neurons, impaired motor function, neuro-degeneration & poor neurodevelopment
Shocking new study just published Jan.11, 2024!… pic.twitter.com/FCYDKojFx4
— William Makis MD (@MakisMD) January 12, 2024
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Uno studio sulla popolazione dei vaccinati italiani pubblicato sulla rivista Vaccines in ottobre aveva anche collegato i vaccini COVID-19 a problemi neurologici. Lo studio rilevava che circa il 31,2% degli individui vaccinati ha sviluppato complicazioni neurologiche post-vaccinazione, in particolare tra quelli a cui è stato iniettato il vaccino AstraZeneca.
Il profilo di rischio neurologico del vaccino AstraZeneca comprendeva mal di testa, tremori, spasmi muscolari, insonnia e acufene, mentre il profilo di rischio del vaccino Moderna comprendeva sonnolenza, vertigini, diplopia (visione doppia), parestesia (sensazione di intorpidimento o prurito sul viso o sulla pelle), alterazioni del gusto e dell’olfatto e disfonia (raucedine o perdita della voce normale).
Per quanto riguarda i vaccini Pfizer, i ricercatori hanno riscontrato «un aumento del rischio» di nebbia cognitiva o difficoltà di concentrazione.
Il tema della correlazione tra autismi e vaccini è stato un tabù assoluto almeno da fine anni Novanta, quando essa fu tenuemente ipotizzata in uno studio condotto da vari ricercatori capeggiati dal dottor Andrew Wakefield. Negli anni, studi hanno dimostrato nei bambini non vaccinati meno casi di autismo e allergie.
Come riportato da Renovatio 21, il numero di bambini autistici sta aumentando di anno in anno in modo impressionante, rendendo la loro futura assistenza economicamente quasi insostenibile per la società.
Nei Paesi Bassi intanto avanza l’ipotesi, preconizzata da Renovatio 21 sin dalla sua prima conferenza nel 2017, dell’eutanasia di Stato per gli affetti da autismo.
La ricercatrice biomolecolare americana Theresa Deisher ha teorizzato un legame tra l’uso di cellule di aborto nei vaccini e l’impennata dei casi di autismo.
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