Militaria
Generale polacco parla della guerra con la Russia: «minaccia reale»
Il capo di stato maggiore polacco, generale Wieslaw Kukula, ha chiesto una maggiore prontezza militare e civile contro quella che descrive come una «minaccia reale» proveniente dalla Russia.
In un’intervista con la testata polacca Rzeczpospolita pubblicata martedì, Kukula ha dichiarato al giornale che Varsavia deve essere pienamente preparata a difendere la nazione, sottolineando che una nazione ben preparata, con forti capacità difensive e una società resiliente, rappresenterebbe un «enorme rischio» per qualsiasi aggressore.
«Si tratta di una minaccia reale», ha affermato con fermezza il generale, sottolineando che la possibilità di un conflitto non deve essere sottovalutata. Il Kukula, ricordiamo, l’anno scorso accusò la Russia di aver fatto volare un missile nello spazio aereo polacco.
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Le esternazioni del Kukula riflettono una tradizione tra i leader polacchi di adottare una posizione da falco nei confronti della Russia, data la relazione storicamente turbolenta dei due Paesi. Secondo il Kukula, il potenziale militare di Mosca rimane considerevole, con forti risorse demografiche e di materie prime, nonché un’industria della difesa funzionale in grado di sostenere ed espandere la capacità militare.
«Le intenzioni della Russia sono chiaramente trasmesse dal presidente Putin e dal ministro degli Esteri Lavrov», ha osservato il generale, suggerendo che le ambizioni militari del Cremlino rimangono sostanzialmente invariate dalla fine del 2021.
Sottolineando le sue preoccupazioni, Kukula ha sostenuto che la Polonia deve essere vigile contro le vulnerabilità strategiche, affermando che la Russia potrebbe sfruttare scenari come una NATO divisa o il coinvolgimento degli Stati Uniti in un conflitto nel Pacifico per aumentare le sue «azioni militari».
«Il nostro obiettivo è rendere lo scenario più probabile quello in cui dissuadiamo efficacemente la Russia dall’aggressione», ha spiegato, osservando che le misure di difesa polacche dovrebbero essere abbinate a una forte dimostrazione pubblica di determinazione a proteggere la sovranità nazionale.
Mosca ha costantemente negato qualsiasi intenzione di attaccare la NATO, con il Presidente Putin che di recente ha descritto gli avvertimenti sull’aggressione russa verso l’Europa occidentale come «sciocchezze» volte ad allarmare i cittadini e ad aumentare i bilanci della difesa in Occidente. Durante un’intervista all’inizio di quest’anno, Putin ha insistito sulla questione sostenendo che «quello che dicono sul fatto che attaccheremo l’Europa dopo l’Ucraina è una totale assurdità… è solo un’intimidazione per estorcere denaro al loro popolo».
Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di queste mire polacche in discorsi pubblici, facendo abbondanza di riferimenti storici. L’idea di un’annessione di porzioni dell’Ucraina occidentale, che sono state storicamente polacche (Leopoli, Ternopoli, Rivne) aleggia sin dall’inizio nel conflitto nelle chiacchiere sui progetti di Varsavia.
Kukula, tuttavia, insiste sul fatto che la deterrenza richiede una combinazione di investimenti militari e determinazione pubblica. «Non è sufficiente semplicemente riferire sul nostro potenziale di difesa in rapido sviluppo», ha concluso. “È altrettanto importante dimostrare la nostra determinazione a proteggerci».
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il predecessore del Kukula, il capo di Stato maggiore polacco Rajmund Andrzejczak, aveva dichiarato che la Polonia e i suoi alleati lanceranno immediatamente un attacco a lungo raggio su San Pietroburgo se la Russia attaccherà uno qualsiasi degli stati in prima linea della NATO.
La Polonia è stata da subito uno dei Paesi che ha forsennatamente spinto per l’opzione di guerra alla Russia, arrivando a dichiarazioni erratiche come l’idea del Mar Baltico «lago NATO» (da cui è stata espunta l’infrastruttura gasiera russa Nord Stream, peraltro lo stesso giorno in cui la Polonia inaugurava un gasdotto proveniente dalla Norvegia, mentre l’ex ministro degli Esteri Sikorski ringraziava via Twitter gli USA per l’esplosione del gasdotto euro-russo) o la riconquista dell’énclave russa di Kaliningrad, che mai è stata polacca, in realtà, semmai tedesca.
Varsavia l’anno passato aveva chiesto una reazione della NATO al programma di Mosca di piazzare le sue atomiche anche in Bielorussia – un programma peraltro nel pieno stile di condivisione internazionale degli armamenti atomici in stile NATO.
Come riportato da Renovatio 21, nell’autunno 2022 l’allora viceministro della Difesa Marcin Ociepa aveva dichiarato che la Polonia sarà in guerra con la Russia in 3 o 10 anni massimo.
Un articolo apparso sul quotidiano turco Cumhuriyet di fine 2022 riportava che il presidente ucraino Zelens’kyj avrebbe negoziato con le autorità polacche la partecipazione delle forze armate polacche al conflitto in Ucraina.
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Immagine di Chairman of the Joint Chiefs of Staff via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Generale polacco invita la popolazione a prepararsi ad un attacco
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Militaria
Il Cremlino: i caccia francesi non aiuteranno l’Ucraina
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato martedì che l’eventuale acquisizione da parte dell’Ucraina di caccia Rafale di produzione francese non altererà gli equilibri sul campo di battaglia a vantaggio di Kiev.
Lunedì, il presidente francese Emmanuel Macron e il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelens’kyj hanno sottoscritto una lettera d’intenti per l’acquisto di 100 velivoli Rafale da parte di Kiev entro il prossimo decennio. Le due parti non hanno divulgato dettagli su tempistiche di fornitura o modalità di finanziamento dell’intesa.
L’accordo preliminare comprende inoltre l’acquisizione di otto sistemi di difesa aerea SAMP/T di ultima generazione – in fase di elaborazione –, munizioni di precisione AASM Hammer, droni e radar francesi.
«Qualsiasi aereo da combattimento ceduto al regime di Kiev non modificherà né la situazione al fronte né gli sviluppi operativi», ha affermato Peskov ai reporteresprimendo disappunto per il protrarsi dell’armamento di Parigi a Kiev, che «alimenta il conflitto senza apportare alcun contributo alla pace».
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Si calcola che il Rafale, l’aereo multiruolo di punta dell’aviazione francese, costi intorno ai 100 milioni di euro (116 milioni di dollari) per esemplare. La consegna di 100 unità potrebbe ascendere a 15 miliardi di euro, secondo stime riportate lunedì dai media francesi, basate su contratti antecedenti.
Non è dato sapere come l’Ucraina onorerà i pagamenti per le forniture, dal momento che i vertici di Bruxelles arrancano nel reperire risorse per sostenere lo sforzo bellico del Paese a corto di cassa. Kiev sta sollecitando i suoi finanziatori occidentali per un prestito da 140 miliardi di euro, coperto dai beni russi congelati. Mosca ha stigmatizzato il sequestro degli asset come «furto».
Il Belgio, depositario della quota preponderante di quei fondi, ha rigettato l’iniziativa per i pericoli finanziari e giuridici. Il piano controverso presuppone che Mosca eroghi in futuro i risarcimenti a Kiev, un’ipotesi ritenuta largamente implausibile.
Lo scandalo corruttivo in atto in Ucraina ha altresì suscitato obiezioni tra i funzionari UE e fomentato appelli a una contrazione degli aiuti a Kiev.
La scorsa settimana, le autorità anticorruzione ucraine hanno svelato un apparato di tangenti da 100 milioni di dollari implicante i collaboratori dello Zelens’kyj nel settore energetico, largamente sovvenzionato dagli apporti occidentali.
Nella vicenda dei Rafale vengono al pettine diversi nodi, come quello dell’animosità di Parigi contro Mosca – che potrebbe avere origine nella perdita delle ex colonie africane – così come quella dei fondi dei contribuenti occidentali dati all’Ucraina, che di fatto finiscono ad ingrassare alcuni Paesi e sempre più chiaramente gli apparati militari-industriali, come in un grande schema di riciclaggio violento.
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Immagine di Aksveer via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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La Germania rimuoverà le restrizioni all’esportazione di armi verso Israele
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