Politica
È guerra di parole tra Musk e Scholz (insultato come «schitz»)

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha lanciato un’offensiva velata al miliardario della tecnologia Elon Musk durante il suo discorso annuale di Capodanno, avvertendo che il futuro del Paese sarà deciso dai suoi cittadini, non dai proprietari delle piattaforme dei social media.
In un messaggio televisivo di martedì, Scholz ha sottolineato l’unità nazionale e ha chiesto solidarietà in mezzo alle sfide economiche. Tuttavia, ha anche affrontato una questione più controversa: la presunta «interferenza straniera» nella politica tedesca, in particolare da parte di Musk, che ha apertamente sostenuto il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD) come «ultima scintilla di speranza» del Paese.
«Dove andrà la Germania da qui in poi, sarete voi, i cittadini, a deciderlo. Non saranno i proprietari dei canali dei social media a deciderlo», ha detto Scholz, senza chiamare per nome il proprietario X.
«Nei nostri dibattiti, si potrebbe essere perdonati se si pensasse che più un’opinione è estrema, più attenzione attira. Ma non sarà la persona che urla più forte a decidere dove andrà la Germania da qui. Piuttosto, spetterà alla stragrande maggioranza delle persone ragionevoli e perbene», ha aggiunto lo Scholzo.
We are a country that stands together. Also when times are tough, as we know they are. Many are wondering where we go from here. My answer: With mutual respect, trust, interest and engagement, we can make 2025 a good year. #Newyearsaddress pic.twitter.com/pybHh2PAaU
— Bundeskanzler Olaf Scholz (@Bundeskanzler) December 31, 2024
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Il recente appoggio di Musk al partito Alternativa per la Germania (AfD), che è sotto sorveglianza da parte dell’Intelligence interna per le sue presunte opinioni «estremiste», hanno suscitato ampie critiche da parte dei funzionari tedeschi. Il miliardario, consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, si è espresso sui social media e in editoriale per Die Welt elogiando l’AfD e criticando i politici tedeschi tradizionali.
A seguito della pubblicazione dell’editoriale muskiano in Germania è scoppiato il finimondo, tra politici e giornalisti che gridano alla «interferenza elettorale». Il direttore di Die Welt, alla faccia della libertà di stampa, è stato indotto alle dimissioni.
Friedrich Merz, capo dell’Unione cristiano-democratica (CDU) conservatrice, ha definito l’appoggio di Musk a AfD «presuntuoso e autoritario». Lars Klingbeil, co-presidente dei socialdemocratici di Scholz, ha paragonato Musk al presidente russo Vladimir Putin, sostenendo che entrambi mirano a indebolire la Germania e a gettarla nel caos.
Lunedì, in una conferenza stampa, Christiane Hoffmann, portavoce del governo, ha dichiarato che, sebbene tutti abbiano il diritto di esprimere la propria opinione, Musk sta tentando di influenzare le elezioni tedesche.
Attualmente l’AfD è al secondo posto nei sondaggi con circa il 20%, dietro al blocco CDU/CSU con circa il 31%. Tuttavia, una forte performance dell’AfD potrebbe rendere più difficile la formazione di un governo, poiché tutti i partiti principali hanno escluso una coalizione con esso.
Musk, che è stato un critico costante dell’attuale governo tedesco, lunedì aveva attaccato Scholz, prevedendo che «il cancelliere Oaf Schitz o come si chiama perderà».
Chancellor Oaf Schitz or whatever his name is will lose
— Kekius Maximus (@elonmusk) December 30, 2024
La parola «schitz» con cui Musk storpia il nome del cancelliere ricorda inevitabilmente il sostantivo e il verbo di lingue inglese indicante gli escrementi o l’atto di defecare.
È da notare che Musk ha enormi interessi in Germania, dove risiede la principale fabbrica Tesla in Europa.
I commenti del miliardario sudafricano seguono un attacco terroristico a un mercatino di Natale a Magdeburgo all’inizio di questo mese, in cui un’auto si è schiantata contro la folla, uccidendo cinque persone e ferendone quasi 200. L’incidente, collegato a un richiedente asilo saudita, ha intensificato le critiche al governo del cancelliere Olaf Scholz, con i partiti di opposizione e i gruppi di estrema destra che hanno incolpato le politiche migratorie lassiste in vista delle elezioni anticipate in Germania.
Si è detto in passato che lo speculatore miliardario George Soros – che Musk detesta, e ne è detestato – era l’unica persona al mondo con una sua politica estera: come abbiamo sottolineato su Renovatio 21, Elon non solo ha una politica estera (fatta di insulti e minacce di botte a vertici di Stati stranieri) ma perfino una geopolitica spaziale, con i satelliti Starlink in grado di decidere le sorti di una battaglia.
Lo Scholz quindi si aggiunge ad una lista internazionale di leader sfidati, sbeffeggiati, insultati da Musk: si va dal presidente venezuelano Nicolas Maduro al giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre De Moraes, cui Elon ha promesso la galera, insultando en passant il presidente Lula come «cagnetto di compagnia» del De Moraes. In risposta, qualche settimana fa, la moglie di Lula ha mandato pubblicamente Musk «a fanculo».
Abbiamo visto ulteriori scontri di Musk con l’ex Commissario UE Thierry Breton: qui Elone sembra aver avuto la meglio, al punto che il Bretone non è stato riconfermato nella nuova Commissione Von der Leyen.
L’opposizione dei vertici della Repubblica Federale Tedesca a Musk non è un fenomeno isolato: ricordiamo gli attacchi, risalenti e sempre meno velati, del presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella contro Elon. Il siciliano di recente si è espresso con veemenza contro le idee espresse da Musk sui nostri giudici in merito alla questione dell’immigrazione.
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Immagine di NASA HQ PHOTO via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Politica
Senatore tedesco definisce la Tesla «un’auto nazista»

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Politica
Trump inizia a vendere i cappelli elettorali del 2028

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato una nuova linea di prodotti «TRUMP 2028», alimentando le speculazioni su una sua possibile candidatura per un terzo mandato.
I cappellini da baseball, ora disponibili presso lo store ufficiale della campagna di Trump, presentano il nome di Trump e l’anno 2028 ricamati in grassetto, evocando l’iconico look «Make America Great Again». Lo shop offre anche magliette nei classici rosso e blu navy con lo stesso slogan, insieme alla promessa di «Riscrivere le Regole».
Il mese scorso, Trump ha dichiarato di «non scherzare» sulla possibilità di candidarsi per un terzo mandato, sostenendo che esistono dei «metodi» per ricandidarsi nonostante il limite di due mandati presidenziali imposto dalla Costituzione degli Stati Uniti.
Interrogato dalla NBC News su uno scenario ipotetico in cui il vicepresidente J.D. Vance potrebbe candidarsi e poi cedergli la carica, Trump ha risposto: «questo è uno scenario. Ma ce ne sono anche altri».
Sebbene Trump abbia osservato che «è troppo presto per pensare» al 2028, il lancio del merchandising ha riacceso le speculazioni sui suoi piani futuri. Il negozio della campagna elettorale ha avvertito che i tempi di elaborazione potrebbero arrivare fino a dieci giorni lavorativi a causa dell’«elevata domanda».
Trump ha vinto le elezioni del 2024 con un ampio margine sulla candidata democratica e allora vicepresidente Kamala Harris, diventando il secondo presidente nella storia degli Stati Uniti a svolgere due mandati non consecutivi.
Il 22° emendamento stabilisce che nessuno può essere eletto alla carica di presidente più di due volte. Tuttavia, gli alleati di Trump hanno avanzato argomentazioni legali che mettono in discussione o reinterpretano la formulazione dell’emendamento, alludendo a potenziali strategie legali o politiche per spianare la strada a una terza candidatura.
All’inizio di quest’anno, il deputato repubblicano Andy Ogles ha presentato un emendamento costituzionale che consentirebbe ai presidenti di ricoprire tre mandati non consecutivi, sebbene finora abbia riscosso scarso successo.
Gli emendamenti alla Costituzione richiedono l’approvazione a maggioranza dei due terzi sia alla Camera che al Senato, seguita dalla ratifica da parte di tre quarti degli Stati.
Alcuni sostengono che l’insistenza sul tema della rielezione sia solo una tattica psicologica di Trump per la politica interna, che tiene impegnata l’opposizione democratica su temi secondari o addirittura fantastici, mentre lui rimane libero di agire con più agio su temi che ritiene importanti.
Eric Trump rocking the Trump 2028 hat pic.twitter.com/6j7A0ovtnJ
— vanhoa (@vanhoa2272) April 25, 2025
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Politica
Trump: la morte e la resurrezione di Gesù sono gli «eventi più monumentali di tutta la storia»

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