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Dieci risposte al cattolico ultra-vax

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Il sito di informazione cattolica Corrispondenza Romana ha pubblicato «Dieci domande agli “anti-vax”» [sic].

 

L’articolo è a firma del direttore Roberto De Mattei.

 

Renovatio 21, che è stata spesso stata etichettata da giornali e istituzioni come «ultracattolica» e «no-vax» (meglio, il termine anti-vax in Italia lo abbiamo sentito pochissimo e solo su canali disinformati e disinformanti) , non ha nessun problema a rispondere.

 

 

1) Al di là del caso dei vaccini anti-COVID, è lecito a un cattolico vaccinarsi?

Certo che no. Una volta appurata la nocività di una sostanza, non è lecito in alcun modo immetterla nel corpo che «è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartiente a voi stessi» (1 Corinzi 6, 20).

 

L’uso di sostanze o di procedimenti nocivi al corpo può essere considerato solo con la proporzionalità: un uomo incastrato in una macchina può decidere di amputarsi l’arto per risparmiarsi la vita. Iniettare sostanze nocive o sconosciute nel corpo per evitare un rischio percentuale di morte che in alcune categorie è sotto l’unità non rispetta nessun principio di proporzionalità.

 

Una volta appurata la nocività di una sostanza, non è lecito in alcun modo immetterla nel corpo che «è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartiente a voi stessi» (1 Corinzi 6, 20)

Sulla nocività dei vaccini vi sono decenni di studi che un mondo drogato dai finanziamenti delle farmaceutiche fingono di non vedere: tuttavia, esistono pure delle leggi (in Italia la 210/92) che indennizzano i danni da vaccino e quindi, differentemente dall’assordante propaganda del vaccinismo più beota, ne riconoscono istituzionalmente la pericolosità.

 

 

2) Accettate l’insegnamento della Chiesa sui trapianti?

Sì, accettiamo che non si possa prelevare un organo vitale da una persona vivente, uccidendola. Ma come crediamo ricordi anche il De Mattei, gli attuali uomini di Chiesa accettano anche l’idea che la morte cerebrale sia una vera morte, avallando di fatto l’espianto a cuor battente: dobbiamo accettare anche questo?

 

Lo stesso De Mattei ci diceva di no, fino a poco tempo fa. Ha forse cambiato idea? O il «Magistero» della nuova chiesa lo prende e lo lascia secondo criteri suoi? O ammette l’idea che sia un Magistero sui generis, e quindi da sottoporre al giudizio del vero Magistero di sempre, o almeno dei principi dati dalla Chiesa nei secoli?

 

Sulla nocività dei vaccini vi sono decenni di studi che un mondo drogato dai finanziamenti delle farmaceutiche fingono di non vedere

Facciamo degli esempi.

 

Dobbiamo considerare Magistero la dichiarazione della Pontificia Accademia delle Scienze «Perché il concetto di morte cerebrale è valido come definizione della morte»?

 

Essa di fatto  contraddice le stesse premesse alla domanda posta l’estensore dell’articolo, il quale specificava che «alcuni trapianti di organi, come quello del cuore, sono moralmente illeciti, perché si basano sul falso criterio scientifico di “brain death”, e provocano direttamente la morte».

 

Lo stesso De Mattei, peraltro, contro la definizione harvardiana di morte cerebrale curò un volume, Finis Vitae, uscito nel 2007.

 

Dobbiamo considerare Magistero la dichiarazione della Pontificia Accademia delle Scienze «Perché il concetto di morte cerebrale è valido come definizione della morte»?

 O forse dobbiamo considerare Magistero della Chiesa il discorso di Giovanni Paolo II al 18° Congresso Internazionale della Società dei Trapianti (2000): «Di fronte agli odierni parametri di accertamento della morte, – sia che ci si riferisca ai segni “encefalici”, sia che si faccia ricorso ai più tradizionali segni cardio-respiratori –, la Chiesa non fa opzioni scientifiche».

 

Non sappiamo quindi davvero quale se sia questo l’insegnamento cattolico sui trapianti a cui ci si riferisce, tanto più che non esistono documenti precedenti sulla tematica, e quanto scritto sopra non appare esattamente conforme che i principi del Magistero tradizionale della Chiesa – problema che hanno moltissimi documenti vaticani, e non solo dell’era Bergoglio, come De Mattei ha spiegato fino a poco fa in tutta la sua carriera di studioso.

 

Ricordiamo, en passant, la figura del dottor Robert J. White (1926-2010), pioniere del trapianto di cervello (che eseguì con qualche successo sulle scimmie) eletto membro della Pontificia Accademia delle Scienze, considerato amico sia da Wojtyla che da Paolo VI – il trapianto di cervello degli amici papali lo consideriamo Magistero?

 

Infine, come non ricordare l’iscrizione alle liste dei donatori di organi del cardinale Joseph Ratzinger?

Ricordiamo, en passant, la figura del dottor Robert J. White , pioniere del trapianto di cervello eletto membro della Pontificia Accademia delle Scienze, considerato amico sia da Wojtyla che da Paolo VI – il trapianto di cervello degli amici papali lo consideriamo Magistero?

 

Davvero, di quale «insegnamento della Chiesa sui trapianti» si vuole parlare?

 

 

3) Accettereste un trapianto o una trasfusione remotamente coinvolti con un crimine?

No, soprattutto se il crimine fosse destinato a ripetersi a causa della nostra partecipazione alla filiera di morte da esso sottesa.

 

Come noto, ogni persona che magari disinvoltamente acquista della droga, sta in realtà tenendo in piedi un sistema che può avere alla base crimini efferati.

 

È buffo vedere come nessun commentatore della propaganda vaccinista abbia lontanamente pensato al fatto che come ingrediente nella produzione del vaccino del secolo, le linee cellulari da feto abortito saranno definitivamente  legittimate – anche grazie all’assoluzione offerta dai cattolici à la De Mattei – e non potranno che aumentare di numero, con nuovi sacrifici umani praticati per la bisogna, e più l’impunità generale per ogni altro uso di tessuti fetali consentito (clinico, industriale, etc.).

La domanda, quindi va rovesciata: è il trapianto, o la trasfusione, o il vaccino che generano il crimine – e lo perpetuano grazie alla responsabilità, niente affatto remota, dell’agente

 

La domanda, quindi va rovesciata: è il trapianto, o la trasfusione, o il vaccino che generano il crimine – e lo perpetuano grazie alla responsabilità, niente affatto remota, dell’agente.

 

 

4) Rifiutate l’uso di alimenti o farmaci prodotti o testati utilizzando cellule fetali, come l’insulina, i vaccini contro la rosolia e l’epatite, e molti altri?

Assolutamente sì! E ci mancherebbe altro. Il problema più grande è la mancanza di una lista estesa dell’uso delle linee cellulari da feto umano nei vari prodotti, così da provvedere ad un boicottaggio il più capillare possibile.

 

Il silenzio su questo tema deve ricadere come un macigno su tutta l’intellighenzia cattolica che ha narcotizzato i fedeli con il tema dell’aborto e della legge 194, mentre pezzi di bambino finivano iniettati nei nostri corpi con i vaccini o nei laboratori che preparano cosmetici, farmaci o alimenti.

 

Il problema più grande è la mancanza di una lista estesa dell’uso delle linee cellulari da feto umano nei vari prodotti, così da provvedere ad un boicottaggio il più capillare possibile

Renovatio 21 ha organizzato a Roma,  alla presenza del Cardinale Raymond Leo Burke,  una conferenza con la pioniera di questo tema, la signora Debi Vinnedge, fondatrice di Children of God For Life.

 

Una delle sue più grandi battaglie della Vinnedge fu quando scoprì che la Pepsi Cola appaltava dei test di aromatizzazione ad una società che faceva uso di linee cellulari di feto abortito

 

 Debi vinse la battaglia – certo, nemmeno la punta di un iceberg, ma riuscì a far arretrare il colosso delle bibite davanti al possibile scandalo.

 

Per quanto ci riguarda, da quando abbiamo appreso della cosa, di Pepsi e bevande di marchi appartenenti a quel gruppo non abbiamo comunque più bevuto nemmeno un sorso (nemmeno nelle pizzerie che, malauguratamente, non tengono alternative).

 

Non si tratta di un grande sforzo, assicuriamo: anzi, rilanciamo. Qualora anche ci dicessero di rinunciare alla pasta, non avremo problemi, perché il digiuno è di per sé una pratica vitale cristiana che Renovatio 21 cerca di ripristinare.

Il silenzio su questo tema deve ricadere come un macigno su tutta l’intellighenzia cattolica che ha narcotizzato i fedeli con il tema dell’aborto e della legge 194, mentre pezzi di bambino finivano iniettati nei nostri corpi con i vaccini o nei laboratori che preparano cosmetici, farmaci o alimenti

 

Infine, l’esempio riguardante i vaccini contro la rosolia e l’epatite è molto infelice: non solo per l’inutilità e la dannosità di entrambi i vaccini (il siero per l’epatite B, peraltro, fu introdotto in Italia con una tangente, con il bizzarro fine di immunizzare da una malattia sessuale anche i bambini piccoli), ma perché il rifiuto dei vaccini è praticato attivamente da tante famiglie cattoliche e non solo, visto che uno dei vaccini obbligatori dal 2017 (la legge di Beatrice  Lorenzin, personaggio a lungo tempo leccato a dovere da diversi cattolici conservatori) è il quadrivalente, il quale contiene cellule diploidi umane MRC-5.

 

Sì: contiene cellule diploidi umane.

 

Cioè quello che entra nel corpo del bambino (o dell’adulto) è un pezzo di un bambino morto, il suo DNA intero.

 

L’interazione tra il DNA delle cellule fetali e quello dell’ospite, con possibile spaventoso danno di mutazione biologica, è l’oggetto di studio della dottoressa Theresa Deisher, che Renovatio 21 ha avuto l’onore di ospitare a Convegno due anni fa. La dottoressa Deisher dimostrò in laboratorio che iniezioni di frammenti di DNA fetale umano possono indurre reazioni auto immunitarie oltre che potenziare inserzioni e mutazioni genetiche.

 

Non solo rifiutiamo vaccini prodotti e testati con cellule fetali, ma ne paghiamo anche, in prima persona, le conseguenze – e da diversi anni

Anche qui, ci tocca di rivoltare questa ulteriore domanda ingenua: non solo rifiutiamo vaccini prodotti e testati con cellule fetali, ma ne paghiamo anche, in prima persona, le conseguenze – e da diversi anni. I nostri figli, per questo, non hanno potuto accedere alle – gratuite, comodissime – scuole statali. In fondo, solo un piccolo prezzo da pagare di fronte al rischio e all’abominio che si vuole qui imporci.

 

 

5) Perché oggi rifiutate le dichiarazioni, espresse dal Magistero, tra il 2005 e il 2020, ma in quegli anni non avete espresso alcuna forma di dissenso da esse?

In realtà, Renovatio 21 esiste dal 2017 ma ancora prima della legge Lorenzin aveva iniziato a contestare, in conferenze e interventi vari, sia la risposta di Sgreccia del 2005 a Debi Vinnedge (che dobbiamo quindi considerare Magistero?) sia il documento salva-Lorenzin emesso da Monsignor Paglia nel 2017 (ai nostri incontri andava sempre forte la slide di Paglia con gli occhiali da sole e il bicchiere in mano). Ci chiediamo, a questo punto, se anche l’affresco definito «omoerotico» del Duomo di Terni commissionato da Paglia sia da considerarsi come Magistero.

 

Come espresso al punto 2), davvero ci chiediamo cosa si intende qui per Magistero, tanto più che l’accusa arriva da qualcuno che ha discusso con ragione documenti come Amoris Laetitia, Laudato sii, etc.

 

Come possiamo considerare «Magistero» nel pieno senso del termine, senza batter ciglio, un documento che proviene da delle autorità che pubblicamente professano errori gravissimi, che, ribadiamo, lo stesso De Mattei denuncia continuamente?

 

Come possiamo considerare «Magistero» nel pieno senso del termine, senza batter ciglio, un documento che proviene da delle autorità che pubblicamente professano errori gravissimi?

Forse le autorità che hanno mostrato in Amoris laetitia, o nel Sinodo amazzonico, di quale fede e morale siano portatori, sono diventate improvvisamente ortodosse ragionando sui vaccini?

 

Dobbiamo dubitare dei documenti dell’attuale Roma solo quando De Mattei non è d’accordo con essi?

 

Dobbiamo considerare De Mattei portatore di un super-magistero, che ci dice quali documenti romani siano autorevoli e quali no, o data la generale situazione possiamo considerare tutti questi nuovi documenti come provenienti da un uso distorto dell’autorità, e per ciò stesso tutti da esaminare alla luce non della coscienza individuale, ma del vero Magistero tradizionale e dei suoi principi, ben applicati ai casi nuovi?

 

Un atto è indiscutibilmente «magisteriale» solo perché tratta un argomento per forza di cose mai trattato prima, anche se contraddice tutti i principi dati dalla Chiesa nei secoli?

 

Ma, senza bisogno di teologia, una risposta efficace, per i cattolici che a differenza di noi negli anni scorsi mai avevano scoperto il problema, potrebbe essere: nessuno ha mai rifiutato quelle dichiarazioni perché nessuno  aveva informato del problema. Né Corrispondenza Romana, né la Marcia per la Vita, né il Movimento per la Vita, né Avvenire, né Famiglia Cristiana, né la serqua infinita di libri inutili che si pubblicano nello sfortunato girone dell’editoria cattolica e in quello ancora più tristo dell’editoria tradizionalista.

Nessuno ha mai rifiutato quelle dichiarazioni perché nessuno  aveva informato del problema. Né Corrispondenza Romana, né la Marcia per la Vita, né il Movimento per la Vita, né Avvenire, né Famiglia Cristiana, né la serqua infinita di libri inutili che si pubblicano nello sfortunato girone dell’editoria cattolica e in quello ancora più tristo dell’editoria tradizionalista

 

A questo punto ci viene voglia di fare anche noi una domanda.

 

Nel documento del 2005 qui citato – «Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti» – è scritto che «medici e padri di famiglia hanno il dovere di ricorrere a vaccini alternativi (se esistono), facendo pressioni sulle autorità politiche e sui sistemi sanitari affinché siano disponibili altri vaccini senza problemi morali. Devono ricorrere, se necessario, al ricorso all’obiezione di coscienza per quanto riguarda l’utilizzo di vaccini prodotti mediante linee cellulari di origine fetale umana abortita».

 

«Allo stesso modo, dovrebbero opporsi con tutti i mezzi (per iscritto, attraverso le varie associazioni, mass media, ecc.) Ai vaccini che non hanno ancora alternative moralmente accettabili, facendo pressione affinché vengano preparati vaccini alternativi, che non siano collegati all’aborto di un feto umano e richiedendo un rigoroso controllo legale dei produttori dell’industria farmaceutica»

 

Quindi, se il De Mattei è così ligio anche a questo documento pontificio sui vaccini, chiediamo, cosa sta facendo in questo senso?

 

La sua sfacciata campagna di legittimazione pro-vaccini, senza se e senza ma, come si concilia con questo pesante obbligo che gli stessi documenti da lui citati gli impongono?

 

Non bastava un articolo sulla liceità dell’uso dei vaccini, per poi insistere nella lotta alla produzione da linee fetali? Come mai invece tutta questa insistenza? Quale il motivo di questo zelo?

 

 

6) Ritenete che il male sia nella vaccinazione in sé, o nella «cospirazione» di cui la vaccinazione è espressione?

Non capiamo bene dove si voglia andare a parare, ma rispondiamo volentierissimo: la vaccinazione, e la «cospirazione», sono a nostro avviso da diversi secoli parti del medesimo disegno.

La vaccinazione, e la «cospirazione», sono a nostro avviso da diversi secoli parti del medesimo disegno

 

Che il vaccino, questa strana invenzione dello spietato dottore massone Edward Jenner,  sia un «battesimo laico» (disse Samuel Butler) è un refrain massonico non solo degli ultimi anni pre-pandemici. 

 

Il vaccino era una fissa dei medici italiani del Risorgimento, era un imperativo dei progressisti in Brasile, era un diktat del potere imperiale Britannico che per tutto l’Ottocento e oltre per infliggerlo subì rivolte popolari multiple.

 

Il vaccino, in breve, è davvero un marchio – il marchio di qualcosa che sicuramente cristiano non è.

 

Ora, a noi è chiarissimo che il vaccino, in realtà, è solo una fase passeggera all’interno di un disegno che procederà molto oltre

Se ci aggiungiamo che in questo marchio vi possono essere cellule provenienti dal crimine più ripugnante, o anche solo cellule di scimmia (o di cane, lombrico, cancro di mucca, etc.) capiamo che il disegno è beffardo assai, come conviene ad un Nemico a cui il dominio fisico non basta. Come se gli servisse anche lo sfrego simbolico, narrativo, e al contempo materiale dell’Imago Dei.

 

Ora, a noi è chiarissimo che il vaccino, in realtà, è solo una fase passeggera all’interno di un disegno (va bene anche dire «cospirazione», non ci importa niente) che procederà molto oltre.

 

Persa la sovranità politica (con la guerra), persa la sovranità economica (con la moenta unica), persa la sovranità industriale (con la globalizzazione), persa la sovranità famigliare (con il divorzio e la perversione della scuola) rimaneva da espugnare la sovranità biologica.

 

Era chiaro per noi, già prima del 2017 con l’obbligo vaccinale che dall’Italia doveva spargersi in tutto il mondo, che sarebbero venuti a prendere anche quella – sarebbero entrati nel nostro corpo.

 

Persa la sovranità politica (con la guerra), persa la sovranità economica (con la moenta unica), persa la sovranità industriale (con la globalizzazione), persa la sovranità famigliare (con il divorzio e la perversione della scuola) rimaneva da espugnare la sovranità biologica

E come sarebbero entrati in noi, se non con una siringa e la scusa di un’emergenza sanitaria?

 

Ma, ribadiamo, non è al vaccino che si fermeranno. Il vaccino COVID, in fondo, non è che un sondaggio: come i vampiri, bussano per entrare, perché possono solo su invito. Hanno bisogno del consenso, perché il programma è impegnativo.

 

Dopo il vaccino, ci sarà il microchip, sull’inevitabilità del quale oramai ridono solo gli stolti.

 

Neanche quello sarà la fine: la trasmutazione genetica dell’essere umano è a portata di mano. «Sarà come vaccinarli» diceva un genetista riguardo all’idea di mettere al mondo, in un futuro assai prossimo, solo bambini geneticamente modificati, magari dotati di genti anti-COVID così come le gemelline cinesi con l’immunità riprogenetica all’HIV.

 

Rimbalziamo anche questa domanda: come si può pensare che il vaccino non sia una cospirazione?

 

Era chiaro per noi, già prima del 2017 con l’obbligo vaccinale che dall’Italia doveva spargersi in tutto il mondo, che sarebbero venuti a prendere anche quella – sarebbero entrati nel nostro corpo. E come sarebbero entrati in noi, se non con una siringa e la scusa di un’emergenza sanitaria?

Come si può non vedere in quale direzione sta volgendo la storia? 

 

 

7) Condividete le teorie cospirazioniste secondo cui sarebbe cattivo non solo il mezzo, ma il fine stesso della vaccinazione, che sarebbe lo sterminio dell’umanità?

Crediamo che si possa discuterne, certo. Che le élite che spingano per i vaccini siano le stesse che non fanno mistero dei loro interessi malthusiani penso che non bisogni più  spiegarlo. 

 

Non si tratta di una «teoria», ma di una pratica dimostrata: nel 2014 I vescovi kenioti accusarono OMS e UNICEF di aver sterilizzato 2 milioni e 300 mila donne a loro insaputa per tramite di un massiccio programma di vaccinazione antitetano. La notizia fu riportata anche da Corrispondenza Romana, che forse ora non ricorda.

 

Poche ore fa l’ex vicepresidente di Pfizer per l’area allergica e respiratoria, il dottor Michael Yeadon, ha dichiarato in una intervista a Lifesitenews che abbiamo qui probabilmente proprio a che fare più con una «cospirazione» che non con un «opportunismo convergente».

 

Parlando della vaccinazione di massa eseguita con «sequenze genetiche non necessarie iniettate nelle braccia di potenzialmente miliardi di persone senza ragione» il dottor Yeadon ha detto:

 

Dopo il vaccino, ci sarà il microchip, sull’inevitabilità del quale oramai ridono solo gli stolti. Neanche quello sarà la fine: la trasmutazione genetica dell’essere umano è a portata di mano

«Sono molto preoccupato… quel percorso verrà utilizzato per lo spopolamento di massa, perché non riesco a pensare a nessuna spiegazione benigna».

 

Avere un complottista targato Pfizer, dobbiamo ammetterlo, dà una certa soddisfazione.

 

Ci colpisce tuttavia l’espressione «teorie cospirazioniste» usata nella sua domanda da De Mattei. Ricordiamo che l’espressione denigratoria «teoria del complotto» fu coniata dalla CIA per discreditare chiunque dubitasse della versione ufficiale riguardo l’assassinio, ma guarda un po’, di un Kennedy (v. sotto).

 

 

8) Condividete le teorie di origine ecologista e new age di Robert F. Kennedy? Nel caso contrario non sarebbe importante prendere pubblicamente le distanze da lui e dal suo movimento anti-vax?

Questa domanda è piuttosto capziosa e contiene anche della disinformazione (lasciamo la parola fake news ad altri). Robert Kennedy jr. in nessun modo è ascrivibile a correnti New Age – davvero, non sappiamo dove si sia andati a trovare una simile idea, e perché, se non per l’ansia di sminuirlo ad ogni costo.

 

Riguardo al suo ecologismo, non si tratta in nulla dell’ecofascismo à la Greta Thunberg, e vi sono anzi degli aspetti delle questioni ecologiche mandate avanti dall’organizzazione di Kennedy – Children Health Defense – che andrebbero ripresi e approfonditi da chi si definisce pro-life: ad esempio, la questione, recentemente tornata alla ribalta, delle sostanze che interferiscono con il sistema endocrino degli esseri umani privando gli uomini della maschilità e della fertilità – perché nessun sedicente movimento pro-vita ne parla? (la risposta noi la conosciamo, ma non la daremo in questa puntata).

 

In Robert F. Kennedy jr. scorre davvero un sangue nobile – il sangue di qualcuno disposto al sacrificio per proteggere il suo popolo e la sua realtà

Ciò detto, questa guilt by association ci sembra davvero puerile: non abbiamo bisogno di distanziarci da Kennedy e da CHD (di cui Renovatio 21 è autorizzata a tradurre gli articoli) qualsiasi siano le loro origini e le loro idee presenti: non siamo in cerca di sposi, ma di alleati in una guerra mostruosa. 

 

E Kennedy ha dimostrato di volerla combattere tutta, questa guerra.

 

La lucidità con cui, partendo da ben altri edifici intellettuali rispetto ai nostri, ha intuito il biototalitarismo in corso, è davvero notevole – e vi è un articolo da noi tradotto che consigliamo di leggere a tutti, «Il Brave New World di Bill Gates e Big Telecom»

 

Tuttavia, a differenza di tanti altri, la guerra lui non la porta avanti solo con articoletti e libercoli, ma con potenti cause giudiziarie che possono trascinano in tribunale i vertici dell’oligarcato del Nuovo Ordine (per esempio, di recente, Mark Zuckerberg).

 

Kennedy ha dimostrato di volerla combattere tutta, questa guerra. La lucidità con cui, partendo da ben altri edifici intellettuali rispetto ai nostri, ha intuito il biototalitarismo in corso, è davvero notevole

È stato rivelato, per esempio, come Bill Gates lo tema, e abbia rifiutato quando il presidente USA Trump gli aveva detto che voleva farglielo incontrare.

 

Potrebbe bastare questo per capire che in Kennedy scorre davvero un sangue nobile – il sangue di qualcuno disposto al sacrificio per proteggere il suo popolo e la sua realtà. Lo ha fatto sempre a suo detrimento: è stato accusato e offeso, ripetutamente e pubblicamente, dai suoi famigliari, così come dal Partito che fu della sua famiglia, il Partito Democratico USA.

 

È stato ridicolizzato, attaccato, silenziato, censurato (è stato buttato fuori di recente da Instagram e Facebook): eppure è ancora qui che combatte, invece di godersi qualche magione della dinastia in riva all’Oceano.

 

Scherzando, abbiamo scritto, dopo averlo visto sul palco di Berlino la scorsa estate acclamato da una milionata di persone da tutta Europa, che il suo è davvero «il sangue dei re». Forse non era il caso di scherzare, perché potrebbe essere il segreto dietro alle morti di suo padre, suo zio, suo cugino: il mondo moderno non tollera i veri re, la nobiltà di chi sacrifica tutto per la difesa dei più deboli.

 

Mettiamola così: c’è a chi piace Kennedy, c’è a chi è piaciuto Fini.

Perché dovremmo riservare l’obbedienza del Magistero a testi salva-Lorenzin di Paglia del 2017 (quello che introduceva la mirabile idea di aborti «lontani nel tempo», con il peccato che scade come lo yogurt: un’idea che ha fatto incredibilmente breccia pure presso altri sedicenti tradizionisti) e non ai testi in cui invece si accenna alla comunione ai divorziati o dove si immettono «linee cellulari» gender nello spirito cattolico?

 

De gustibus. No?

 

 

9). Pensate che la coscienza di un singolo laico, sacerdote o vescovo, possa opporsi al Magistero ordinario della Chiesa, senza fondarsi su di un altro insegnamento della Chiesa espresso con continuità e chiarezza, in maniera diretta, sul medesimo punto?

Come nel gioco dell’oca, ritorniamo alla casella 2): ma di quale «insegnamento della Chiesa espresso con continuità e chiarezza» stiamo parlando?

 

E poi non è proprio De Mattei che, da Amoris Laetitia in giù, ci avverte della mancanza di continuità e chiarezza della Chiesa recente?

 

Perché dovremmo riservare l’obbedienza del Magistero a testi salva-Lorenzin di Paglia del 2017 (quello che introduceva la mirabile idea di aborti «lontani nel tempo», con il peccato che scade come lo yogurt: un’idea che ha fatto incredibilmente breccia pure presso altri sedicenti tradizionisti) e non ai testi in cui invece si accenna alla comunione ai divorziati o dove si immettono «linee cellulari» gender nello spirito cattolico?

 

La neo-chiesa, di fatto, è quella per cui è tollerabile il sacrificio degli innocenti a scopo farmaceutico; la neo-Chiesa è quella che ha sposato il più brutale utilitarismo rispetto ai principi di una società cristiana; la neo-chiesa è quella che ha il male minore (cioè, il male) come principio cardine della sua azione umana;  la neo-chiesa è quella che ha bruciato nel fuoco dell’Imperatore i granelli d’incenso del XXI secolo, cioè le cellule di feto abortito (ammettiamo che ai traditori del IV secolo era andata meglio: gli facevano bruciare solo semini profumati)

Ed è comunque ai principi dati nei secoli dal Magistero della Chiesa e dai Dottori cattolici che facciamo appello per ragionare sui casi presenti. Non è certo un libero esame. Non ci sono «altri insegnamenti» della Chiesa su questi argomenti, semplicemente perché il tema, nella sua applicazione all’uso delle linee cellulari fetali umane, è estremamente recente. Ma ci sono insegnamenti sui principi della morale che ogni cattolico può applicare ai casi concreti, anche quando il Magistero, per la situazione attuale della Chiesa, pone grosse problematiche di esercizio.

 

A meno che, lo ripetiamo, tali problematiche dell’attuale «magistero» valgano solo per i temi che contraddicono il De Mattei catto-vaccinista, mentre sui temi che lo vedono concorde sia improvvisamente esercitata l’infallibilità definita a Vaticano I.

 

 

10) Se un vescovo o un sacerdote si attribuisce la responsabilità di imporre un obbligo morale non previsto dalla Chiesa, non rischia di creare una “neo-chiesa”?

Vorremmo rispondere noi, e dire che la neo-chiesa, di fatto, è quella per cui è tollerabile il sacrificio degli innocenti a scopo farmaceutico; la neo-Chiesa è quella che ha sposato il più brutale utilitarismo rispetto ai principi di una società cristiana; la neo-chiesa è quella che ha il male minore (cioè, il male) come principio cardine della sua azione umana;  la neo-chiesa è quella che ha bruciato nel fuoco dell’Imperatore i granelli d’incenso del XXI secolo, cioè le cellule di feto abortito (ammettiamo che ai traditori del IV secolo era andata meglio: gli facevano bruciare solo semini profumati).

 

Vorremmo anche ricordare che non siamo noi ad imporre niente, ma i principi insegnati «con continuità e chiarezza» dalla Roma di sempre, applicati al caso presente da vescovi e dottori di sana dottrina, cosa da sempre possibile (non è che per sapere cosa devo fare in ogni situazione nuova devo aspettare che la Santa Sede pronunci un apposito dogma, basta applicare i principi).

 

Se poi per De Mattei due stracci di documenti delle autorità moderniste, da lui stesso duramente contestate, sono sufficienti a costituire un insegnamento ecclesiastico «espresso con continuità e chiarezza», onestamente troviamo la cosa un po’ grottesca.

 

I prelati modernisti che rifiutano il concetto stesso di rivelazione ed innumerevoli dogmi in modo esplicito, appena d’accordo con De Mattei, non solo non sono più una «neo-chiesa», ma anzi rappresentano l’indubitabile esercizio di un insegnamento «espresso con continuità e chiarezza»; ma dei cattolici (vescovi compresi) che si rifanno al Magistero di sempre per risolvere una situazione nuova alla luce dei principi della morale, non essendo in accordo con la banda cattovaccinista di cui si rallegra De Mattei, fondano invece una «neo-chiesa». Va bene giuocare con la retorica, ma onestamente qui si esagera. 

A Monsignor Schneider va tutto il nostro affetto, la nostra energia, la nostra preghiera.

 

Tuttavia sappiamo che la domanda non è per noi, ma, con probabilità, per monsignor Schneider.

 

Al quale va tutto il nostro affetto, la nostra energia, la nostra preghiera.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

 

 

 

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Bioetica

Medici britannici lasciano morire il bambino prematuro perché pensano che la madre abbia mentito sulla sua età

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Un bambino prematuro nato a 22 settimane è morto dopo che i medici in Gran Bretagna si sono rifiutati di somministrargli un trattamento salvavita. Lo riporta LifeSite.

 

Mojeri Adeleye è nato prematuro alla 22ª settimana, dopo che la madre aveva subito la rottura prematura delle membrane. Durante l’emergenza, la mamma e il bambino sono stati trasferiti in un altro ospedale, dove la data di gestazione è stata scritta in modo errato, etichettando Mojeri come se avesse meno di 22 settimane di gestazione.

 

Le linee guida raccomandano l’assistenza medica solo per i neonati prematuri nati dopo la 22a settimana di gestazione. Sebbene la madre di Mojeri avesse informato il personale medico dell’errore, questi non le hanno creduto e hanno lasciato che il bambino morisse.

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Secondo il rapporto del medico legale, la madre di Mojeri era stata visitata per gran parte della gravidanza presso l’ospedale locale ma a seguito di complicazioni, la donna è stata trasferita in un altro ospedale.

 

Tuttavia, è stato commesso un errore nelle note di riferimento e la madre di Mojeri è stata registrata come a meno di 22 settimane di gestazione. Le linee guida nazionali raccomandano che il trattamento salvavita venga fornito solo ai prematuri nati a 22 settimane di gestazione o dopo, e sebbene la madre di Mojeri abbia ripetutamente cercato di comunicare al personale la corretta età gestazionale, non le hanno creduto.

 

Quando la madre è entrata in travaglio, il personale si è rifiutato di fornire a Mojeri qualsiasi assistenza salvavita. Era, infatti, da poco più di 22 settimane di gestazione, come aveva insistito la madre. Poiché i medici non hanno fatto nulla, Mojeri è morto.

 

Il medico legale ha scritto nel rapporto: «Nel corso dell’inchiesta, le prove hanno rivelato elementi che destano preoccupazione. A mio parere, sussiste il rischio che si verifichino decessi in futuro, se non si interviene».

 

«Date le circostanze, è mio dovere legale riferirvi. Le questioni di interesse sono le seguenti: La mancanza di considerazione nei confronti della conoscenza da parte della madre di Mojeri della propria gravidanza e della data prevista del parto per Mojeri; La mancanza di discussione con i genitori di Mojeri sulle possibili misure da adottare in caso di parto prematuro prima della 22ª settimana».

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Le linee guida della British Association of Perinatal Medicine (BAPM) del 2019 raccomandavano che, se i bambini nascevano vivi a 22 settimane, venissero fornite cure «focalizzate sulla sopravvivenza»; in precedenza, le linee guida affermavano che i bambini nati prima delle 23 settimane non dovevano essere rianimati.

 

Dopo l’attuazione di queste linee guida, il numero di bambini prematuri sopravvissuti alla 22ª settimana è triplicato. Prima di allora, i bambini prematuri considerati «troppo piccoli» venivano semplicemente lasciati morire.

 

Si stima che il 60-70% dei neonati possa sopravvivere alla nascita prematura a 24 settimane di gestazione. Tuttavia, fino al 71% dei neonati prematuri, anche quelli nati prima delle 24 settimane, può sopravvivere se riceve cure attive anziché solo cure palliative. E sempre più spesso, i bambini sopravvivono anche a 21 settimane, scrive Lifesite, che ricorda: «non tutti i bambini sopravvivranno alla prematurità estrema, ma meritano almeno di avere una possibilità».

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Bioetica

L’amministrazione Trump condanna la «persecuzione della preghiera silenziosa» fuori dagli abortifici britannici

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Il Dipartimento di Stato americano sta mettendo in guardia Londra per aver violato la libertà di parola dei cittadini inglesi pro-life, definendolo un affronto ai «valori condivisi» tra le due nazioni.   Il Telegraph ha riferito che il Dipartimento di Stato ha rilasciato una dichiarazione accusando uno dei suoi più stretti alleati geopolitici di «violazione palese del diritto fondamentale alla libertà di parola», citando specificamente «molti casi di buffer zone [zona cuscinetto, ndr] nel Regno Unito, nonché altri atti di censura in tutta Europa».   «La persecuzione della preghiera silenziosa da parte del Regno Unito rappresenta non solo una grave violazione del diritto fondamentale alla libertà di parola e alla libertà religiosa, ma anche un preoccupante allontanamento dai valori condivisi che dovrebbero fondare le relazioni tra Stati Uniti e Regno Unito», ha affermato un portavoce. «È di buon senso che restare in silenzio e offrire una conversazione consensuale non costituisca un danno».   Il rimprovero si riferisce all’istituzione nel Regno Unito di zone «bolla» o «cuscinetto» attorno alle strutture per l’aborto, apparentemente per proteggere le persone che vi entrano o ne escono da «molestie, abusi e intimidazioni». In pratica, tuttavia, hanno portato a multe salate contro attivisti pro-life pacifici.

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All’inizio di quest’anno, la scienziata in pensione Livia Tossici-Bolt è stata dichiarata colpevole e condannata a pagare 20.000 sterline (23.200 euro) per aver esposto un cartello con la scritta «qui per parlare, se vuoi» a 150 metri dal centro aborti BPAS di Bournemouth, riporta LifeSiteNews. Rose Docherty, una nonna scozzese di 75 anni, è stata arrestata in circostanze simili, ma le accuse sono state ritirate tra le proteste internazionali.   Un portavoce del governo britannico ha risposto con una breve dichiarazione: «la libertà di parola è fondamentale per la democrazia, anche qui nel Regno Unito, e siamo orgogliosi di sostenere le libertà garantendo al contempo la sicurezza dei cittadini».   A maggio, l’amministrazione Trump ha inviato una delegazione del Dipartimento di Stato in Inghilterra per indagare sulla situazione della libertà di parola, incontrando anche Tossici-Bolt, Docherty e altre vittime simili, e per riferire sulle loro conclusioni per «affermare l’importanza della libertà di espressione nel Regno Unito e in tutta Europa».   Resta da vedere come ciascuna delle due nazioni darà seguito allo scambio. Le relazioni tra gli Stati Uniti e le nazioni europee, incluso il Regno Unito, sono attualmente tese su più fronti, tra cui la campagna del presidente Donald Trump per la revisione degli accordi commerciali internazionali e la difficoltà delle nazioni occidentali a concordare una strategia unitaria in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, nel suo storico intervento di accusa alla decadenza tirannica europea dato alla Conferenze di Sicurezza di Monaco 6 mesi fa, il vicepresidente statunitense JD Vance aveva definito «follie» gli arresti dei pro-life britannici che pregavano in silenzio.   La psicopolizia britannica è arrivata a condannare per aver pregato con il pensiero almeno due persone: il veterano dell’esercito britannico Adam Smith-Connor, 51 anni, che ha ottenuto la scarcerazione condizionale per due anni (vale a dire che è in libertà vigilata per due anni) e gli è stato ordinato di pagare le spese legali pari a 9 mila sterline (circa 10 mila euro) dal giudice distrettuale presso il tribunale di Poole, nel Dorset: lo Smith-Connor era stato arrestato nei pressi dell’attività di aborto di Bournemouth del British Pregnancy Advisory il 14 novembre 2022, dopo aver pregato in silenzio per suo figlio Jacob, abortito 22 anni fa; Isabel Vaughan-Spruce, un’altra cittadina britannica che è stata arrestata per preghiera silenziosa, che ha ricevuto due mesi fa 13 mila sterline (circa 15 mila euro) di danni e delle scuse dalla polizia.

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Bioetica

L’aborto ha spazzato via il 28% della generazione Z. E molto, molto di più

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Statistiche ampiamente condivise in rete questa settimana riportano che circa il 28% della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) negli USA è stata abortita nel grembo materno. Lo scrive LifeSite.

 

Secondo le stime del Guttmacher Institute (il braccio di ricerca e sviluppo del grande abortificio multinazionale Planned Parenthood) sul numero di aborti eseguiti ogni anno negli Stati Uniti dal 1997 al 2011, gli anni di nascita della Generazione Z, circa 19,5 milioni di esseri umani concepiti in quella generazione, sono stati soppressi attraverso l’aborto. Attualmente si stima che negli Stati Uniti ci siano 69,3 milioni di membri della Generazione Z.

 

I dati più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano che il tasso di aborti tra i bambini della Generazione Z negli Stati Uniti corrisponde quasi alla percentuale stimata di bambini non ancora nati uccisi dall’aborto in tutto il mondo: il 29%, ovvero tre gravidanze su 10.

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Le statistiche di Inghilterra e Galles mostrano tassi di aborto molto simili. «la percentuale di concepimenti che hanno portato all’aborto è stata del 29,7%; si tratta di un aumento rispetto al 26,5% del 2021 e della percentuale più alta mai registrata», ha rilevato un rapporto dell’Office of National Statistics (ONS) basato sui dati del 2022.

 

Ricordiamo anche che queste statistiche risultano calcolabili pure per realtà apparentemente distanti come il Giappone, con dati nel periodo post-bellico che indicavano l’aborto di circa un terzo dei concepiti, con casi allucinanti di infanticidi – che oggi la Finestra di Overton vuole che chiamiamo «aborti post-natali» – come quello di Miyuki Ishikawa, detta «Oni-sanba», ostetrica che avrebbe ucciso almeno 86 bambini (qualcuno parla di una cifra doppia) affidatile negli anni dell’immediato dopoguerra.

 

Non si tratta di numeri sconosciuti anche all’Italia, dove per anni le nascite sono state attorno alla cifra di 500 mila, con le interruzioni di gravidanza sopra i 100.000, con un calo sensibile nell’ultimo decennio, in linea tuttavia con il calo delle nascite, specie dopo la pandemia.

 

Anche in Italia, dunque, abbiamo avuto una percentuale di generazioni spazzate via sopra il 20%, in pratica una piccola guerra condotta contro il Paese stesso, ma legalizzata e pagata dal contribuente – o una serie di bombe atomiche, i cui effetti si misurano in megadeath («megamorte», un milione di individui sterminati).

 

Come scritto anni fa da Renovatio 21, negli anni l’Italia dell’aborto ha subito una devastazione umana molto superiore a quella di Hiroshima e Nagasaki, con almeno 6-7 megadeath di danno alla popolazione. E parliamo solo delle cifre ufficiali, che non includono gli embrioni distrutti dalle provette, che sono già in numero maggiore di quelli trucidati dall’interruzione volontaria di gravidanza.

 

Se non volete pensarlo in percentuale, pensatelo così: 6 milioni di persone uccise, sono perfettamente pensabili come un attacco atomico che cancella tutto il Triveneto, o la Sicilia e la Calabria assieme, o l’Emilia-Romagna con l’Umbria e le Marche, o tutto il Lazio e zone limitrofe, o due terzi della Lombardia.

 

Come avevamo scritto oramai più di 10 anni fa: «Per quanto possa sembrare allucinante, dobbiamo guardare in faccia la realtà: l’Italia è una rovina post-atomica. E neppure lo sa».

 

Le cifre divenute virali questa settimana non includono mai – perché è un calcolo che i pro-life, specie italiani, non hanno l’intelligenza di fare – quello che qualcuno chiama il ghost number. Proviamo a pensare le cifre americane: e 6.392.900 femmine abortite tra il 1973 e il 1982 avrebbero oggi 25-40 anni, e quindi con alta probabilità almeno un figlio di media (chi due, chi cinque, chi zero). Otteniamo così la cifra di 54.853.850 persone spazzate via dall’anagrafe, sottratte alla società.

 

Un danno di quasi 55 megadeath: come se il temuto showdown nucleare con la Russia, fosse avvenuto – e senza che i sovietici sparassero un solo colpo. Basandosi sulle attuali statistiche demografiche americane, è possibile calcolare che tra questi 55 milioni vi potrebbero essere stati 7 giudici della Corte Suprema, 31 premi Nobel, 6000 atleti professionisti, 11.010 suore, 1.102.403 insegnanti, 553.821 camionisti, 224.518 camerieri, 336.939 spazzini, 134.028 contadini, 109.984 poliziotti, 39.447 pompieri, 17.221 barbieri.

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Soprattutto, e questo deve essere meditato profondamente dalle femministe, in questo immane turbine di morte sono state disintegrate 27.426.925 donne. Le quali sono, senza dubbio alcuno, il bene più prezioso che esista sulla Terra: ogni cellula uovo che la donna ovulerà in tutta la sua vita, è già formata dal feto a poche settimane dal concepimento. La prima cellula del nostro corpo – l’ovocita – già esisteva dentro nostra madre quando era un feto, venti, trenta, quaranta anni prima che venissimo alla luce. Un’autentica, insondabile meraviglia: la vita contenuta dentro la vita.

 

L’aborto interrompe questa catena superiore. Come diceva un detto ebraico: chi uccide un uomo uccide l’umanità; ammazzi qualcuno e rovini per sempre le generazioni che seguiranno. Peggio di un fallout radioattivo, l’aborto reca un danno aberrante, che si accumula distruggendo il futuro – i figli, i figli dei nostri figli – su una scala che non possiamo immaginare.

 

Chi non crede a queste romanticherie scientifiche e umanistiche, pensi ai soldi: i 55 megadeath causati dall’aborto in USA rappresentano 55 milioni di lavoratori e consumatori americani che non pagano le tasse e non partecipano al mercato nazionale. Dal PIL, è possibile calcolare che l’aborto abbia causato all’economia americana un danno di 37 trilioni e 600 miliardi di dollari.

 

L’abisso di cui stiamo parlando non vi è stata ancora nessuna rappresentazione adeguata alla sua immensità apocalittica. Né la polemologia (la disciplina che nel Novecento si è dedicata allo studio della guerra), né la psicologia, né la sociologia, né la filosofia paiono comprendere questo Inferno per intero.

 

No, non è solo un terzo della Generazione Z ad essere stato cancellato dall’aborto. È molto, molto di più.

 

Roberto Dal Bosco

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