Occulto
Arrestato il presunto serial killer della spiaggia
L’architetto di New York City Rex Heuermann, 59 anni, è stato arrestato giovedì dalla polizia della contea di Suffolk in relazione a una serie di omicidi irrisolti nella vicina Long Island che hanno fatto brancolare nel buio gli investigatori per più di un decennio. Lo riporta il New York Times.
Corpi di donne e anche di un uomo di una bambina piccola era stati scoperti nell’ultimo decennio vicino alla remota spiaggia di Gilgo Beach, sulla riva sud Long Island, terrorizzando i residenti e lasciando le famiglie delle vittime nel dolore. Alcune morti risalivano fino a un decennio prima, indicando quindi che il cosiddetto «serial killer di Long Island» (detto LISK, o anche «macellaio di Manorville» o «Squartatore di Craiglist») era in attività da lungo tempo.
Heuermann è stato accusato di tre capi di omicidio di primo grado e tre capi di omicidio di secondo grado negli omicidi di Amber Lynn Costello, Megan Waterman e Melissa Barthelemy, i cui corpi sono stati trovati avvolti in tela mimetica da caccia a circa 400 metri l’uno dall’altro su un tratto di spiaggia. Tutte avevano vent’anni, erano minute e lavoravano come accompagnatrici. Erano scomparse tra il 2009 e il 2010.
Heuermann non è stato accusato dell’uccisione della Brainard-Barnes, ma «è il principale sospettato della sua morte», secondo la domanda di rilascio su cauzione presentata da Allen Bode, l’assistente capo procuratore distrettuale della contea di Suffolk. Le prove nel suo caso «si adattano al modus operandi dell’imputato».
I pubblici ministeri hanno chiesto nei documenti del tribunale che Heuermann fosse trattenuto senza cauzione sulla base di circostanze tra cui «la natura grave e atroce di questi omicidi seriali», la pianificazione che li ha portati, la storia del sospettato di possesso di armi da fuoco e “le sue recenti ricerche di materiale sadico, pedopornografia, immagini delle vittime e dei loro familiari».
L’uomo, che era stato arrestato a Manhattan giovedì notte, è comparso venerdì pomeriggio in un tribunale della contea di Suffolk, dove ha parlato a bassa voce solo per identificarsi, mentre il procuratore distrettuale Raymond A. Tierney descriveva le prove del DNA che lo collegavano al crimine, raccolte da crosta di pizza, bottiglie e capelli umani.
Il giudice Riha detto che stava ordinando che fosse trattenuto «a causa dell’estrema depravazione delle accuse». Fuori dal tribunale l’avvocato dell’Heuermann, ha detto che le prove erano circostanziali e che il suo cliente aveva pianto, dicendogli: «non sono stato io», riporta il NYT.
Gli investigatori hanno dichiarato di aver collegato Heuermann agli omicidi utilizzando non solo il DNA, ma la tecnologia che ha individuato le posizioni dei telefoni cellulari usa e getta che credevano l’assassino avesse usato per contattare le vittime nelle ore prima della loro scomparsa.
«Rex Heuermann è un demone che cammina in mezzo a noi, un predatore che rovina le famiglie», ha detto Rodney K. Harrison, commissario della contea di Suffolk. Nonostante le critiche sulla lunga indagine, ha detto, gli investigatori non si sono mai scoraggiati.
Il corpo della Barthelemy è stato il primo ad essere scoperto, l’11 dicembre 2010, quando un agente di polizia che conduceva un esercizio di addestramento con il suo cane ha trovato i suoi resti. Due giorni dopo, la polizia ha trovato i resti delle altre tre donne. Nello stesso anno, trovarono i resti di Valerie Mack, una madre di 24 anni del sud del New Jersey che aveva pagato i conti come escort ed era scomparsa da 20 anni. Nei mesi successivi sono stati portati alla luce anche i resti di altre sei persone – quattro donne, un uomo e una bambina di 2 anni, figlia di una delle donne. Queste sei morti rimangono irrisolte.
I pubblici ministeri hanno avviato un’indagine intricata che ha visto una rottura nel marzo 2022 quando gli investigatori hanno scoperto che Heuermann possedeva un camion Chevrolet Avalanche al momento degli omicidi. Un testimone aveva visto una valanga parcheggiata in uno dei vialetti delle donne assassinate poco prima che scomparisse, ha scritto Bode, il pubblico ministero, nella sua schedatura.
Gli investigatori hanno appreso che l’assassino aveva usato telefoni usa e getta per contattare le vittime nelle ore precedenti la loro scomparsa. Utilizzando la tecnologia di mappatura, hanno scoperto che le chiamate alle vittime provenivano da due luoghi chiave collegati all’Heuermann: vicino a casa sua sulla First Avenue a Massapequa Park e parti di Manhattan vicino al suo ufficio tra la Fifth Avenue e la 36ª Street.
È stato vicino al suo ufficio di Nuova York che è stata fatta una serie di telefonate per tormentare la famiglia della Barthelemy, usando il suo telefono, riporta il NYT citando il fascicolo del tribunale. Una telefonata è arrivata nel luglio 2009 alla sorella della Barthelemy, Amanda. «Pensi che le parlerai mai più?» le disse una voce dolce e calma, secondo una persona a conoscenza della chiamata. Quando ha detto al chiamante che sperava di parlare di nuovo con sua sorella, lui ha risposto che l’aveva uccisa dopo aver fatto sesso con lei. Alcuni secondi dopo, il chiamante ha riattaccato.
Gli investigatori hanno appreso che l’Heuermann utilizzava telefoni usa e getta per contattare prostitute o saloni di massaggi e faceva uso di nomi falsi per creare un account di posta elettronica per cercare «prostitute, pornografia sadica e correlata alla tortura» e immagini e video di donne e bambini che subiscono aggressioni sessuali.
Tale account è stato utilizzato anche per inviare selfie «per sollecitare e organizzare attività sessuali» e per cercare podcast e documentari relativi alle indagini. Secondo quanto riportato, avrebbe «ripetutamente» visto «centinaia di immagini che ritraggono le vittime assassinate e i membri delle loro famiglie immediate», ha scritto l’assistente capo procuratore distrettuale della contea di Suffolk.
Heuermann aveva anche cercato articoli su una task force istituita nel 2022 per indagare sugli omicidi.
Tuttavia, mentre stava facendo ricerche sulla task force, questa stava facendo ricerche su di lui. Nel luglio 2022, un detective aveva preso 11 bottiglie da un bidone della spazzatura fuori dalla casa di Heuermann. Gli investigatori hanno confrontato il DNA delle bottiglie con il DNA estratto dai peli trovati su alcuni dei corpi.
Apparentemente corrispondeva alla moglie dell’Heuermann, che si trovava fuori dal Paese o dallo Stato quando ognuna delle tre donne è scomparsa. Gli investigatori hanno concluso che Heuermann aveva in qualche modo trasferito i capelli di sua moglie alle vittime.
A gennaio 2023, l’Heuermann era sotto regolare sorveglianza e gli investigatori lo hanno visto gettare una scatola della pizza in un bidone della spazzatura sul marciapiede fuori dal suo edificio per uffici. Il Suffolk County Crime Laboratory ha analizzato le croste scartate per il DNA, che a giugno corrispondeva a un capello trovato sul corpo della Waterman.
Il sospetto si definisce un architetto, anche se in realtà emerge che il suo forte era la conoscenza dell’intricato sistema regolatorio dell’edilizia di Nuova York, tema sul quale pare di capire offriva consulenze.
Per una volta i vicini non hanno detto «pareva tanto una brava persona… salutava sempre»: lo Heuermann era temuto da molti nel quartiere, che lo consideravano inquietante al punto da ipotizzare, forse per ischerzo, che avesse corpi nel giardino.
Di fatto, i residenti raccontano di un personaggio che se salutato mentre nell’ora domenicale del taglio dell’erba (rito ineludibile delle periferie borghesi USA) il sospetto serial killer non ricambiava il saluto, ma lanciava prolungati sguardi gelidi. Era noto anche per aver rubato in un supermercato locale. Un vicino ha confessato al New York Times di aver indotto i figli a suonare alla sua casa la sera di Halloween solo per poter sbirciare dentro; arrivati a casa, la moglie, una volta saputo da dove provenivano le caramelle, ha buttato immediatamente i doni del presunto omicida seriale.
Il presunto assassino, molto alto e pesante, aveva dato una lunga intervista sul suo lavoro di esperto di architettura ad un canale YouTube che si occupa di proprietà immobiliari.
L’indagine segna un altro colpo della tecnica DNA, che sta rendendo in grado le autorità americane di catturare autori di assassini anche di quaranta e passa anni fa. Il caso più noto è quello del Golden State Killer, preso grazie al fatto che, con la cosiddetta genomica di consumo (servizi di analisi genetica al consumatore come 23andMe, sul quale ha pesantemente investito Glaxo) molti americani hanno uploadato su un server il loro profilo genetico, rendendo rintracciabili anche i loro parenti.
Quello delle indagini a base genetica è un tema che, nonostante gli esiti positivi delle inchieste su serial killer e altri crimini, ha un evidente lato oscuro in fatto di sorveglianza biologica della popolazione. Una discussione bioetica sul tema della «polizia genetica» non è ancora stata fatta, ma è chiaro che la «privacy genetica» (un diritto che non pensavamo nemmeno di dover rivendicare) è di fatto disintegrata dalla presenza di sempre più estese banche del DNA.
Il lettore può notare che era da anni che non si parlava di serial killer. Particolarmente attivi negli anni Settanta, il loro numero si è improvvisamente diradato, nonostante una fiammata di interesse per l’argomento negli anni Novanta.
Alcuni osservatori ipotizzano che vi fossero già cinquanta anni fa network che univano gli omicidi seriali, sia per commercio di foto e filmati delle loro prodezze, sia per vicende più oscure ancora, che prevedono la presenza di gruppi criminali come le mafie o addirittura di agenzie di Stato.
Tali ipotesi sono state fatte anche per i serial killer italiani – anzi, si sono ipotizzate di recente anche improbabili rispondenze tra omicidi seriali statunitensi e nostrani.
È tuttavia sicuramente improbabile che, nell’era di internet e del Dark Web, non ci sia una qualche forma di collegamento tra i mostri che, come indicherebbe il caso dell’assassino della spiaggia, fanno uso abbondante della rete.
C’è un lato del fenomeno dei serial killer di cui non ci hanno ancora parlato?
Siamo sicuri che ci troviamo davanti ad un fatto puramente «naturale», con i mostri che emergono spontaneamente nella nostra società?
Immagine di Traitor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported, 2.5 Generic, 2.0 Generic e 1.0 Generic
Occulto
L’allenatore della Nigeria accusa il Congo: «riti vudù in partita»
La Nigeria di Osimhen, Lookman e di un’intera schiera di giovani talenti non parteciperà ai prossimi Mondiali. Le Super Eagles sono state eliminate ai calci di rigore dalla Repubblica Democratica del Congo, al termine di un match carico di tensione e sfociato in un finale rovente, con accuse di magia nera africana praticata sul campo. Lo riporta Tuttosport.
Per il secondo torneo consecutivo, la nazionale nigeriana resterà esclusa dalla più prestigiosa competizione mondiale, dopo aver preso parte a sei delle ultime sette edizioni. Il Congo, al contrario, proseguirà il suo percorso verso il 2026, qualificandosi per gli spareggi intercontinentali in programma a marzo in Messico. Un playoff che coinvolgerà anche Bolivia e Nuova Caledonia, oltre a squadre da definire dall’Asia e dal Nord America. La partita, tuttavia, passerà alla storia non solo per l’eliminazione, ma anche per lo scontro tra le panchine e per le pesanti accuse lanciate dal commissario tecnico nigeriano Éric Chelle dopo il fischio finale.
La Nigeria ha ceduto dal dischetto al termine di 120 minuti conclusi sull’1-1, in un confronto dove la pressione e i nervi tesi hanno giocato un ruolo cruciale. Le prime scintille tra le due staff tecniche sono scoppiate proprio durante la sequenza dei rigori, con certi gesti percepiti come atti provocatori. Il CT delle Super Eagles, Chelle, ha perso la calma negli istanti conclusivi, dirigendosi con aria aggressiva verso la panchina rivale e raccogliendo una bottiglietta dal suolo come se intendesse lanciarla.
Un’azione che ha ulteriormente infiammato gli spiriti, già al limite per un’uscita di scena dal peso schiacciante. Per la Repubblica Democratica del Congo, invece, si è trattato di una serata epica: l’accesso agli spareggi intercontinentali tiene vivo il sogno di una qualificazione iridata assente da decenni, risalente all’epoca in cui il Paese era noto come Zaire.
La bagarre non è calata nemmeno con il triplice fischio. È stato lo stesso Chelle, intervistato da ESPN, a offrire una ricostruzione choc degli eventi durante i rigori. Il tecnico della Nigeria ha puntato il dito contro presunti «comportamenti occulti» di un elemento dello staff congolese, accusandolo esplicitamente di aver ricorso a pratiche esoteriche per deconcentrare i suoi calciatori.
«Durante l’intera serie di rigori, quel membro dello staff della Repubblica Democratica del Congo ha eseguito un rito vudù», ha dichiarato, ancora scosso dalla sconfitta. Chelle ha poi insistito sulla sua interpretazione dell’accaduto: «Ogni volta, ogni volta, ogni volta… È per questo che mi sono innervosito nei suoi confronti».
Pressato per chiarire la scena, ha mimato un gesto con il braccio per illustrare ciò che afferma di aver osservato: «Qualcosa di simile… Non so se fosse acqua o altra roba del genere», ha concluso.
In realtà accuse di pratiche magiche non sono nuove nel mondo del calcio.
Come riportati da Renovatio 21, tre anni fa un’amata di streghe argentinesi adoperò per la vittoria di Messi ai Mondiali. Le streghe calcistiche argentine, fu rivelato, avevano tuttavia paura della squadra francese, in particolare di Kylian Mbappé, ritenendo che una maledizione nei suoi confronti potrebbe rimbalzare loro addosso.
Nel 2021 uno scontro sul campo del derby Milan.Inter tra il campione Zlatan Ibrahimovic e il belga di origini congolesi Romelu Lukaku vide lo svedese lanciare accuse di pratiche vudù.«Torna alle tue cazzate vudù… vai, vai dalla mamma» disse Ibra. Il riferimento è forse ad alcune dichiarazione del presidente della squadra inglese dell’Everton, che raccontò un episodio dove Lukaku «ci chiamò dall’Africa, dove stava compiendo un pellegrinaggio, dicendo che in seguito a un rito voodoo una voce gli aveva detto di firmare per il Chelsea».
Una storia diffusa vuole che Helenio Herrera, il leggendario «Mago» della Grande Inter, fosse profondamente affascinato dall’occulto e dalla parapsicologia: consultava regolarmente cartomanti e astrologi per scegliere date di partite e formazioni.
Si dice portasse sempre con sé amuleti, imponesse ritiri «protetti» da riti scaramantici e attribuisse parte dei suoi successi a una sorta di «energia mentale» che studiava con libri esoterici.
La commistione tra calcio ed astrologia vi era anche nella storia dell’allenatore svedese di Milan e Roma Niels Liedholm, che usava lo studio esoterico degli astri per decidere quali giocatori far giocare. Il «barone» sosteneva che la Bilancia fosse il segno migliore per un calciatore grazie a caratteristiche come intelligenza, costanza e adattabilità.
«Se c’è un segno zodiacale che più degli altri è positivo per un calciatore, questo è senza dubbio la Bilancia. La Bilancia è il segno della intelligenza pratica, della costanza nel raggiungere le mete prefissate, dell’amore per l’ordine, della capacità di valutare rapidamente e serenamente gli eventi, dell’arte di convivere con il prossimo e di quella di sapersi adattare alle situazioni» aveva dichiarato il Liedholm in un numero del Guerin Sportivo del settembre 1975, denotando una conoscenza davvero approfondita.
«Una “Bilancia” eccezionale nel calcio è Pelé. Sono “Bilancia” Bobby Charlton, Edstrom, Overath, Sivori, Piola tanto per fare degli esempi. Quando poi in attacco una “Bilancia” si associa ad uno “Scorpione”, allora si realizza l’optimum. I nati sotto il segno dello Scorpione vantano generalmente qualità che sono molto utili per un attaccante. In quanto a determinazione non sono secondi a nessuno. Semmai sono un po’ vulnerabili per l’ambiente che li circonda e una loro inefficienza sul terreno di gioco va più che per altri ricercata nelle contrarietà e nelle polemiche di cui sono oggetto nella vita privata o nell’ambito della società. (…) basta pensare a Hamrin, Riva, Boninsegna, Bigon, Mazzola, Bulgarelli e al giovane D’Amico. Avere in squadra uno “Scorpione” è molto importante».
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Immagine di pKirll Venediktov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Common Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Misteri
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Occulto
Charlie Kirk era stato oggetto di un maleficio pochi giorni prima di essere ucciso
Un sito web progressista con sede negli Stati Uniti ha pagato delle streghe online per maledire l’attivista conservatore Charlie Kirk pochi giorni prima che venisse ucciso a colpi d’arma da fuoco durante una sessione di domande e risposte tra studenti alla Utah Valley University di Orem, nello Utah. Lo ha rivelato ieri nel suo programma YouTube la celebre giornalista Megyn Kelly.
L’articolo del sito di sinistra Jezebel intitolato «Abbiamo pagato alcune streghe di Etsy per maledire Charlie Kirk» è stato pubblicato lunedì. Etsy è una piattaforma di ecommerce dove è possibile comprare lavori di artigianato.
Il pezzo voleva offrire uno sguardo ironico e umoristico alla portata e all’influenza di Internet sulle nostre vite, affermando che, sebbene Kirk, che si è costruito un enorme seguito online, sia uno degli «svantaggi» di Internet, quest’ultimo ha anche i suoi «doni», scrive Newsweek.
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«Ora posso acquistare una maledizione con la stessa facilità con cui acquisto un caricabatterie per il telefono. Sul sito mistico Etsy, puoi trovare un incantesimo per quasi tutto», si legge nell’articolo. «Oggigiorno, le streghe non si limitano a soddisfare i rancori personali. E non è raro che canalizzino le loro energie per ostacolare i repubblicani… Vi interessa punire Kirk per gli anni di retorica regressiva che ha urlato ai giovani americani e a chiunque fosse a portata d’orecchio? Qui a Jezebel, stiamo per scoprire se esiste un incantesimo per questo».
Quando l’autrice dell’articolo si accinge ad acquistare una maledizione adatta da una strega online su Etsy, afferma chiaramente di non voler fare del male a Kirk.
«Voglio essere chiaro: non sto invocando forze oscure per fargli del male. Voglio solo che si svegli ogni mattina con un brufolo inspiegabile. Voglio che il microfono del suo podcast si guasti ogni volta che preme il tasto di registrazione. Voglio che i suoi blazer blu diventino improvvisamente tutti di una taglia più piccoli. Voglio che uno dei suoi calzini gli scivoli sempre giù per il piede. Voglio che il suo pollice diventi troppo grande per twittare. Rovinargli la giornata con il potere femminista collettivo della congrega di Etsy sarebbe la gioia più grande della mia vita».
La rivista online ha anche pubblicato una nota dell’editore in cima all’articolo dopo l’uccisione di Kirk, in cui si legge: «questo articolo è stato pubblicato l’8 settembre. Jezebel condanna l’uccisione di Charlie Kirk con la massima fermezza. Non sosteniamo, incoraggiamo o giustifichiamo alcun tipo di violenza politica».
Dopo aver lanciato un incantesimo («FATELO ODIARE DA TUTTI»), l’autrice conclude con quella che, a posteriori, sembra una nota di cattivo presagio.
«Allora, le mie maledizioni su Etsy hanno funzionato? Solo il tempo potrà dirlo. Le forze si muovono in modi misteriosi e, come mi ha ricordato la Sacerdotessa, “l’incantesimo è una collaborazione tra chi lo lancia, il cliente e l’universo stesso”. Per ora, possiamo solo confidare nei tempi del grande ignoto».
La Kelly ha dichiarato martedì nel suo programma radio-internet di essere stata «combattuta» sul fatto di raccontare questa storia «inaspettata» o meno.
«Erika e Charlie Kirk sentirono parlare di queste maledizioni, e quella notizia sconvolse profondamente Erika, in particolare. Conosceva la dottrina cristiana sull’argomento, amava Charlie, profondamente, e si spaventò quando sentì parlare delle maledizioni che Jezebel aveva raccolto» racconta la Kelly. Erika Kirk è cattolica; il marito, si mormora, poteva essere vicino ad una qualche conversione al cattolicesimo.
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Secondo quanto racconta, la coppia avrebbe chiesto l’aiuto di un amico (forse, dice, un prete cattolico) che sarebbe andato a casa loro e avrebbe pregato su Charlie – il giorno prima che fosse assassinato…
«Evocare il mondo degli spiriti, in particolare quello del Diavolo, può avere conseguenze concrete. Non è una cosa con cui scherzare. Molti cristiani ci credono. È pericoloso. Non è un gioco. È letteralmente malvagio» ha detto la Kelly, e a ragione.
Pare chiaro che il malefizio potrebbe essere stato ordinato da una non-credente come spiritosaggine: tuttavia, non sono spiritose, né non-credenti, le persone cui ha commissionato il malefizio, né lo sono le forze che esse servono.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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