Terrorismo
Anche il Niger rompe le relazioni diplomatiche con Kiev per presunto sostegno al «terrorismo»

Il Niger ha interrotto le relazioni diplomatiche con l’Ucraina in risposta al presunto sostegno di Kiev ai militanti che hanno ucciso decine di soldati maliani e contractor del gruppo russo Wagner in un attacco il mese scorso. Lo riporta il sito governativo russo RT.
La decisione dello Stato dell’Africa occidentale di martedì è arrivata appena due giorni dopo che il Mali aveva fatto lo stesso passo, accusando Kiev di sostenere il terrorismo internazionale. I funzionari ucraini avevano precedentemente indicato che Kiev aveva assistito i ribelli tuareg che avevano organizzato un attacco nel villaggio di Tinzaouaten.
In un’intervista successiva all’incidente, il portavoce dell’agenzia di spionaggio ucraina, Andrey Yusov, ha dichiarato alla TV nazionale che gli insorti avevano ricevuto informazioni di Intelligence per condurre una «operazione militare di successo contro i criminali di guerra russi», avvertendo inoltre che «ce ne saranno altre».
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L’ambasciata ucraina in Senegal ha pubblicato il video, ora cancellato, sulla sua pagina Facebook insieme a un commento dell’ambasciatore Yury Pivovarov, che ha affermato che «ci saranno sicuramente altri risultati».
Il portavoce del governo militare di Niamey, Amadou Abdramane, ha definito le osservazioni «indecenti» e «inaccettabili» in un discorso alla TV di Stato martedì sera, sostenendo che caratterizzano «atti di aggressione».
«Il Niger, in totale solidarietà con il governo e il popolo del Mali, ha deciso in tutta sovranità […] di interrompere immediatamente le relazioni diplomatiche tra la Repubblica del Niger e l’Ucraina», ha affermato l’Abdramane.
Kiev non ha ancora risposto alle dichiarazioni nigerine.
Lunedì, il ministero degli Esteri ucraino ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco terroristico e ha descritto la decisione del Mali di interrompere i rapporti diplomatici come «miope e affrettata».
«L’Ucraina è nota in Africa per il suo contributo importante alla sicurezza regionale», ha affermato il ministero, sostenendo che Bamako aveva agito senza fornire alcuna prova della complicità di Kiev nell’imboscata vicino al confine algerino.
Martedì, il blocco regionale dell’Africa occidentale ECOWAS ha condannato le uccisioni in Mali e ha espresso una «forte» opposizione a «qualsiasi ingerenza straniera» che minacci la pace e la sicurezza della regione.
I Paesi vicini di Bamako, tra cui Senegal e Burkina Faso, hanno tutti criticato l’Ucraina per le dichiarazioni dei suoi funzionari.
Dal 2012, il Mali è coinvolto in un’insurrezione jihadista che ha causato migliaia di vittime. Una missione militare francese durata un decennio non è riuscita a sedare la violenza, che si è riversata nei vicini Burkina Faso e Niger. Tutte e tre le ex colonie francesi, guidate dai loro militari, hanno reciso i legami di difesa con Parigi e hanno formato l’Alleanza degli Stati del Sahel per combattere il terrorismo.
La Russia, che Bamako, Niamey e Ouagadougou considerano un alleato strategico per la sicurezza, ha accettato di assistere gli stati del Sahel in difficoltà nella lotta alle minacce terroristiche di lunga data.
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Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il Mali aveva accusato i francesi di doppio gioco, cioè – disse il primo ministro Maiga, di addestrare e sostenere gli stessi terroristi che diceva di voler combattere nella regione.
Un’ONG russa all’epoca dichiarò che i media francesi stavano lavorando per coprire i crimini militari di Parigi nel Paese africano.
A fine 2023 il Mali erano riuscito a riconquistare la città settentrionale di Kidal, che era in gran parte sotto il controllo dei separatisti di etnia tuaregga, che i funzionari hanno accusato di aver destabilizzato la regione.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato fa l’antica città maliana di Timbuctù, detta anche «la perla del Sahel» e sito designato come patrimonio dell’umanità UNESCO, sarebbe caduta nelle mani del Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani (JNIM), sigla terrorista legata ad Al Qaeda.
Lo stesso presidente del Burkina Faso ha dichiarato che vi è nell’area un enorme afflusso di armi «ucraine» che finiscono nelle mani dei terroristi takfiri. Medesime accuse sulle armi fornite all’Ucraina finite a destabilizzare l’Africa fu fatta due anni fa dal presidente nigeriano Muhammadu Buhari.
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Immagine screenshot da YouTube
Terrorismo
Hamas giustizia sette uomini a Gaza

I’m sorry for Mr. FAFO missed the chance to report that Hamas terrorists executed several people in Gaza on Monday evening, accusing them of collaborating with Israel or being involved in ongoing internal fighting between the terror group, local clans and militias. pic.twitter.com/qRO0GZIL7z
— Jeab (@Jeab1030599) October 14, 2025
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Droni
La polizia sventa un complotto jihadista con droni contro il primo ministro belga

Le autorità belghe hanno neutralizzato un presunto piano per assassinare il primo ministro Bart De Wever e altri politici con un drone carico di esplosivi, secondo quanto riportato giovedì da diverse testate giornalistiche.
La polizia ha arrestato tre individui nella zona di Anversa, accusati di aver progettato un «attacco terroristico di ispirazione jihadista», ha dichiarato il procuratore federale Ann Fransen in una conferenza stampa. «Alcuni indizi suggeriscono che i sospettati pianificassero un attacco di natura jihadista contro figure politiche», ha precisato, senza rivelare i nomi dei bersagli.
Gli investigatori ritengono che i sospettati stessero lavorando alla costruzione di un drone kamikaze progettato per trasportare esplosivi.
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Secondo il quotidiano De Standaard, durante le perquisizioni sono stati rinvenuti componenti di droni, una stampante 3D e sfere metalliche destinate a essere usate come schegge, una delle quali trovata a poche centinaia di metri dall’abitazione privata di De Wever.
I sospettati, descritti come «radicalizzati», sono nati nel 2001, 2002 e 2007. Uno di loro, secondo quanto riferito, è stato rilasciato.
Il vice primo ministro Maxime Prevot ha definito le notizie sul complotto «profondamente sconvolgenti». De Wever ha reagito pubblicando su Instagram una foto con il suo gatto, accompagnata da un fumetto in cui chiede: «Maximus, riesci a catturare un drone?». Il gatto risponde: «Catturare un sogno? Nessuno lo fa meglio di me».
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La notizia giunge dopo che diversi paesi dell’UE hanno segnalato avvistamenti di droni non identificati vicino a aeroporti, basi militari e altre infrastrutture critiche nell’ultimo mese.
A inizio ottobre, le autorità belghe hanno riportato circa 15 droni non identificati nei cieli sopra la base militare di Elsenborn, avviando un’indagine su possibili minacce ibride.
Avvistamenti simili sono stati registrati in Danimarca, Francia e Germania, mentre la Polonia ha segnalato un’incursione di 19 droni a settembre, che ha provocato l’intervento della NATO e un allarme diplomatico. Funzionari occidentali hanno attribuito i droni alla Russia.
Mosca ha smentito ogni coinvolgimento, definendo le accuse occidentali come tentativi allarmistici per alimentare l’isteria anti-russa, giustificare maggiori spese militari e inasprire le tensioni.
Il Servizio di Intelligence estero russo (SVR) ha avvertito che Kiev potrebbe orchestrare operazioni sotto falsa bandiera con droni per screditare Mosca e coinvolgere ulteriormente la NATO nel conflitto ucraino.
Come riportato da Renovatio 21, nelle scorse ore il ministro della Difesa belga Theo Francken ha annunciato che potrebbe dispiegare truppe a Bruxelles entro la fine dell’anno per pattugliare la città, in risposta alle crescenti pressioni sul governo per contrastare la criminalità violenta e ristabilire l’ordine nella capitale, oramai totalmente sconvolta dall’immigrazione che ne ha cambiato i connotati.
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni.
Terrorismo
L’Ungheria accusa il premier polacco di «difendere i terroristi»

According to @donaldtusk, blowing up a gas pipeline is acceptable. That’s shocking as it makes you wonder what else could be blown up and still be considered forgivable or even praiseworthy. One thing is clear: we don’t want a Europe where prime ministers defend terrorists. https://t.co/39wYJkRgfL
— Péter Szijjártó (@FM_Szijjarto) October 8, 2025
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