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L’Ucraina colpisce il ponte di Kerch in Crimea con esplosivi sottomarini

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Una grande esplosione ha danneggiato il ponte che collega la Russia continentale alla Crimea. Si tratta della terza volta che la grande struttura è colpita gravemente durante il conflitto tra Kiev e Mosca.

 

Il servizio di sicurezza ucraino (SBU) ha rapidamente rivendicato la responsabilità, affermando che questa volta si è trattato di un attacco esplosivo subacqueo, probabilmente facilitato da un sottomarino senza pilota, che ha lasciato «in rovina» la struttura che va dalla città russa di Krasnodar, a est, fino a Kerch, in Crimea.

 

Poco dopo è stato pubblicato un video dell’esplosione di quello che l’SBU ha definito il ponte «gravemente danneggiato» dopo che le colonne di sostegno erano state fatte saltare in aria.

 

«I servizi di sicurezza dell’Ucraina hanno condotto una nuova, unica operazione speciale e hanno colpito il ponte di Crimea per la terza volta, questa volta sott’acqua!» ha dichiarato l’SBU su Telegram.

 

«Oggi, alle 4:44 del mattino, senza vittime civili, è stato fatto detonare il primo ordigno esplosivo», si legge nel comunicato. «I pilastri di supporto sottomarini sono stati gravemente danneggiati a livello del fondale marino, con l’equivalente di 1.100 kg di TNT. Di conseguenza, il ponte si trova di fatto in condizioni di emergenza».

 

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La Russia ha confermato che il traffico sul Ponte di Crimea (chiamato anche Ponte di Kerch) è stato temporaneamente sospeso a causa dei danni e della situazione di emergenza. Tuttavia, il ponte di 19 chilometri, il più lungo d’Europa, sarebbe stato riaperto rapidamente dopo l’orario di chiusura.

 

«RIA Novosti, un’agenzia di stampa statale russa, ha riferito che il ponte è stato chiuso per diverse ore martedì», scrive il New York Times. «Un’app ampiamente utilizzata in Russia per monitorare il traffico sul ponte ha mostrato che era di nuovo aperto a metà pomeriggio».

 

Nel corso della guerra si sono verificati diversi attacchi al ponte simbolo del valore di 3,7 miliardi di dollari, tra cui un attentato con un camion bomba nell’ottobre 2022, che provocato morti e feriti tra i civili.

 

Ci sono voluti almeno dieci mesi per riparare quell’attacco, ma ce ne fu un altro circa un anno dopo il primo, nel quale vennero impiegati droni marittimi che hanno colpito i pilastri di sostegno. Ciò avviene due giorni dopo l’operazione ucraina «tela di ragno» che avrebbe distrutto circa quaranta aerei da combattimento russi, tra cui bombardieri strategici, nell’operazione più ambiziosa e provocatoria condotta da Kiev fino ad oggi.

 

L’Intelligence ucraina è davvero in piena espansione, ma il mondo attende un probabile attacco punitivo devastante da parte di Mosca, che a quanto pare sta esercitando pazienza mentre prepara l’inevitabile rappresaglia. Probabilmente, i centri di comando saranno presi di mira nei prossimi giorni.

 

Come riportato da Renovatio 21, sei mesi prima che il ponte di Kerch fosse attaccato dal camion-bomba detonato nell’ottobre 2022, una presentazione redatta per ufficiali dell’Intelligence britannica elencava un attacco al ponte come uno dei numerosi piani progettati per compromettere le forze militari russe.

 

Come riportato da Renovatio 21le forze britanniche hanno addestrato militari ucraini nell’uso di droni sottomarini sminatori.

 

Nel giugno 2022, proprio nel tratto di mare dove si è avuto il sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2, la NATO ha condotto le esercitazioni BALTOPS, dove sono stati utilizzati dichiaratamente sempre droni sottomarini.

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Militaria

Le armi per la rimilitarizzazione della Germania costeranno quasi 400 miliardi di euro

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La Germania sta approntando un’espansione delle sue forze armate del valore di 377 miliardi di euro. Lo riporta il sito Politico, citando documenti governativi riservati.   L’iniziativa rientra in una più vasta campagna di riarmo che coinvolge l’intera Unione Europea, il programma ReArm Europe voluto dall’ex ministro della Difesa germanico, ora presidente della Commissione Europea, Orsola Von der Leyen.   I documenti delineano un programma per nuovi armamenti e dotazioni destinati alle componenti terrestri, aeree, navali, spaziali e cibernetiche della Bundeswehr. L’impegno per il riarmo a lungo termine è previsto che si protragga oltre il bilancio del 2026.   Il piano comprende circa 320 nuovi progetti, con circa la metà delle risorse assegnate a produttori di armi tedeschi. Rheinmetall fornirà carri armati, sistemi di difesa antiaerea e munizioni per un valore di decine di miliardi di euro, mentre Diehl Defence consegnerà i missili IRIS-T.   Il pacchetto include spese per satelliti, droni e programmi navali. Circa 14 miliardi di euro sono destinati a iniziative spaziali, tra cui una costellazione in orbita bassa per le comunicazioni militari, mentre altre risorse finanzieranno nuovi sistemi di ricognizione e pattugliamento. Sono previsti anche armamenti di produzione statunitense, come i caccia F-35 e i missili da crociera Tomahawk.   I contratti di maggiore entità richiederanno comunque l’approvazione della commissione parlamentare per il bilancio una volta pronti per l’esecuzione, ha precisato Politico.   Berlino ha rivisto le proprie norme di bilancio per consentire spese difensive a lungo termine che superino il fondo speciale da 100 miliardi di euro istituito dopo l’intensificazione del conflitto in Ucraina nel 2022.

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Il cancelliere Friedrich Merz ha giurato di rendere la Bundeswehr «il più potente esercito convenzionale d’Europa», in un discorso tenuto poco dopo l’80° anniversario della caduta del Terzo Reich, celebrato a maggio. I responsabili tedeschi hanno indicato il 2029 come scadenza entro cui la Bundeswehr dovrà essere «pronta alla guerra», adducendo la presunta minaccia russa. Mosca ha respinto la tesi come «assurdità» volta a legittimare l’incremento dei bilanci militari occidentali.   Come riportato da Renovatio 21, il Merz ha dichiarato due mesi fa che la Germania «è già in conflitto» con la Russia. Secondo stime del capo del servizio medico della Bundeswehr, in caso di conflitto con la Russia si prevede la cifra di 1000 feriti al giorno.   La Germania è diventata il secondo maggiore fornitore di armi all’Ucraina dopo gli Stati Uniti, consegnando i carri armati Leopard, impiegati nella fallita incursione di Kiev nella regione russa di Kursk. Merz aveva autorizzato anche l’impiego di armi tedeschi per colpire la Russia in profondità, mentre il suo ministro della Difesa Boris Pistorius aveva dichiarato che le truppe germaniche sono pronte ad uccidere i russi.   L’incremento avviene mentre la Germania attraversa quello che gli economisti hanno descritto come un declino «drammatico», caratterizzato da crescita stagnante e da un’industria in progressivo indebolimento.   Come riportato da Renovatio 21, mentre la polizei reprime e picchia quanti protestano contro la rimilitarizzazione, la leva militare obbligatoria sta tornando in Germania sotto forme grottesche come la lotteria della naja, con strategie per utilizzare gli adolescenti per colamare la mancanze di reclute.

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Immagine di Boevaya mashina via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Un elicottero e un jet militari statunitensi si schiantano nel Mar Cinese Meridionale

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Un elicottero della Marina statunitense e un jet F/A-18F Super Hornet si sono schiantati separatamente nel Mar Cinese Meridionale lunedì pomeriggio, senza causare vittime.

 

La Flotta del Pacifico della Marina USA ha comunicato i due incidenti su X: «Verso le 14:45 ora locale, un elicottero MH-60R Sea Hawk della Marina statunitense, assegnato ai “Battle Cats” dello Helicopter Maritime Strike Squadron (HSM) 73, è precipitato nelle acque del Mar Cinese Meridionale durante operazioni di routine».

 

«Successivamente, alle 15:15, anche un caccia F/A-18F Super Hornet assegnato ai ‘Fighting Redcocks’ dello Strike Fighter Squadron (VFA) 22 è precipitato nelle acque del Mar Cinese Meridionale durante operazioni di routine dalla portaerei Nimitz».

 

Le cause degli incidenti non sono state rese note. Tutti e cinque i membri della Marina coinvolti sono stati salvati.

 

Alla fine di settembre, un elicottero MH-60 Black Hawk dell’esercito si è schiantato durante un addestramento nello Stato di Washington, causando la morte di quattro soldati delle operazioni speciali. I quattro militari appartenevano al 160° Reggimento di Aviazione per Operazioni Speciali, noto come «Night Stalkers», di stanza a Fort Campbell, Kentucky.

 

A gennaio, una pilota di un Black Hawk è stata responsabile di un incidente mortale sul fiume Potomac, in cui hanno perso la vita 67 persone. Il capitano Rachel Lobach stava partecipando a una valutazione annuale di volo con un istruttore quando il suo elicottero si è scontrato con un aereo passeggeri, uccidendo complessivamente 67 persone, inclusa lei stessa, il copilota e una terza persona a bordo del Black Hawk.

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Un reportage pubblicato dal New York Times descrive in dettaglio gli errori evitabili che hanno portato alla tragedia. «Quando i controllori del traffico aereo hanno avvisato il Black Hawk della presenza di un aereo di linea nelle vicinanze, Lobach ed Eaves hanno preso nota del messaggio e hanno richiesto di procedere con “separazione visiva”, una pratica comune che permette agli aerei di evitare collisioni basandosi sulle proprie osservazioni piuttosto che sulle istruzioni del controllo del traffico aereo», si legge nel rapporto.

 

«Il Black Hawk era a 15 secondi dall’incrociare il jet. Il maresciallo Eaves si è allora rivolto al capitano Lobach, dicendole che, a suo avviso, il controllo del traffico aereo voleva che virassero a sinistra, verso la riva orientale del fiume».

 

Una virata a sinistra avrebbe creato maggiore distanza tra l’elicottero e il volo 5342, che stava scendendo verso la pista 33 dell’aeroporto nazionale Reagan a circa 300 piedi di altitudine.

 

Il capitano Lobach prestava servizio come ufficiale di aviazione nell’esercito dal luglio 2019 e aveva accumulato circa 500 ore di volo su un Black Hawk. Durante l’amministrazione Biden, aveva lavorato come assistente sociale militare alla Casa Bianca.

 

Il presidente Trump e altri membri della sua amministrazione sono stati duramente criticati da media e politici dopo aver suggerito che le politiche sulla diversità, l’equità e l’inclusione (DEI) potessero aver contribuito alla tragedia.

 

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L’esercito russo dice di aver circondato oltre 10 mila soldati ucraini

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Circa 10.000 militari ucraini sono stati accerchiati dalle truppe russe nelle zone di Kupjansk e Krasnoarmeysk, ha dichiarato domenica il presidente Vladimir Putin in occasione di una visita a un centro di comando dell’esercito russo.   Secondo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, Putin ha incontrato il capo di stato maggiore ValerijGerasimov e alti ufficiali militari, ricevendo aggiornamenti sulla situazione lungo il fronte.   «Sono stati segnalati circa 5.000 soldati ucraini circondati nella direzione di Kupyansk e intorno a 5.500 in quella di Krasnoarmeysk», ha precisato Peskov.   Kupyansk è una località nella regione di Kharkov, in Ucraina, situata a circa 100 km a est del capoluogo. Krasnoarmeysk, invece, si trova nella Repubblica Popolare di Donetsk, al momento sotto il controllo delle forze ucraine.

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L’esercito ha comunicato che le unità russe hanno inoltre conquistato un passaggio sul fiume Oskol, interrompendo i movimenti delle truppe ucraine. Al presente, stanno ultimando la liberazione di Yampol, mentre Volchansk, nelle vicinanze, sarebbe stata liberata al 70%.   In totale, 31 battaglioni ucraini risultano accerchiati nelle aree di Krasnoarmeysk e Dimitrov. Peskov ha riferito che Putin ha elogiato le truppe per i successi a Kupyansk e per i risultati ottenuti in altre operazioni di combattimento.   Nel corso dell’incontro, Putin ha disposto l’adozione di iniziative per favorire la capitolazione delle unità ucraine isolate e limitare al massimo le perdite. Ha rilevato che l’esercito russo ha sempre dimostrato clemenza nei confronti dei nemici e ha insistito affinché tale approccio prosegua.   Il presidente russo ha inoltre invitato i comandanti a «fare tutto il possibile» per tutelare la sicurezza dei civili nelle zone accerchiate, che, a suo avviso, le forze ucraine stanno utilizzando come scudi umani.   Putin ha quindi spronato l’esercito a proseguire l’«operazione militare speciale» «in linea con il piano delineato dallo Stato Maggiore», ribadendo che la protezione dei soldati russi debba costituire la priorità assoluta.    

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
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