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E Bill Murray disse: hanno incastrato Nixon
L’iconico attore cinetelevisivo Bill Murray ha rilasciato una pesante dichiarazione durante il podcast di Joe Rogan di cui era ospite: il presidente americano Richard Nixon, che si è dimesso l’8 agosto 1974, è stato «incastrato».
L’affermazione ha una sua grande portata nel contesto americano, specie per la generazione dei boomer che indicava in Nixon un concentrato di malvagità, quasi fosse l’incarnazione di tutto ciò che non andava nella precedente generazione e nella società USA tout court.
L’attore comico – amatissimo da plurime generazioni, che lo hanno visto in Ghostbuster (1984) e in Lost in Translation (2004) – ha detto di aver realizzato con orrore la manovra occulta contro il presidente Nixon dopo aver letto circa cinque pagine del libro di Bob Woodward – cioè il giornalista principale accusatore di Nixon, autore dello scoop che avrebbe portato allo scandalo Watergate – Wired (in italiano John Belushi: Chi tocca muore), basato sulla vita dell’attore comico John Belushi, suo compagno di set e grande amico.
«Ho letto circa cinque pagine di Wired e ho pensato, “Oh mio Dio. Hanno incastrato Nixon”», ha detto Murray.
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«Se questo è ciò che scrive del mio amico che conosco, sai, da metà della mia vita adulta, il che è completamente inaccurato, parlando con le persone della cerchia esterna, ottenendo la storia – cosa diavolo hanno potuto fare a Nixon? Ho solo pensato che se avesse fatto questo al mio amico in questo modo, e riconosco di aver letto solo cinque pagine, ma le cinque pagine che ho letto mi hanno fatto venire voglia di dare fuoco a tutta la faccenda».
Il Murray lamenta che le fonti utilizzate da Woodward per il suo libro – la cui tesi riguarda la vita di eccessi di Belushi – sono inattendibili, lontanissime dalla vita di John, dipinto quindi in maniera non veritiera.
«Ho pensato, “se ha fatto questo a Belushi, quello che anche ha fatto in Nixon è probabilmente sporco per me”. Non posso, non posso sopportarlo», ha detto Murray. «E so che dici, beh, “Potresti avere due fonti e tutto il resto”, ma le due fonti che aveva, se le aveva per il libro di Wired, erano così lontane dalla cerchia ristretta che era, era criminale».
Murray dice quindi che le storie di droghe su Belushi sono riportate in modo errato, in quanto non era in grado di reggere più di qualche bicchiere di birra e la morte è avvenuta la prima volta che ha assunto lo «speedball», una mistura di eroina o morfica con cocaina o crack.
Il libro del 1974 di Woodward, All the President’s Men, scritto in collaborazione con il collega propagandista del WaPo Carl Bernstein, descriveva in dettaglio il resoconto dello scandalo Watergate, che ebbe un ruolo chiave negli eventi che portarono alle dimissioni del presidente Nixon. Nel 2020 Woodward ha pubblicato Fear, un libro di retroscena sulla Casa Bianca di Trump, ostile al presidente.
Negli ultimi anni una sorta di grande revisionismo sta crescendo intorno al caso di Nixon e, di riflesso, al lavoro di Woodward, fino a ieri venerato come un dio del giornalismo verso il quale tutti devono avere devozione e riverenza. Tucker Carlson ha più volte ricordato di essere stato sconvolto dall’aver appreso che Woodward aveva lavorato nell’Intelligence della Marina prima di arrivare come cronista novellino al Washington Post, il giornale più importante del Paese con il New York Times, dove epperò gli viene affidato subito il caso del secolo, quello spiattellato dalla fonte «gola profonda» con i dettagli sugli illeciti commessi dal presidente.
L’idea è quella che Nixon, che aveva una visione precisa del Paese e che si dice volesse addirittura desecretare qualcosa sull’assassinio del suo vecchio rivale JFK, sia stato fatto fuori politicamente dal Deep State, lo stesso che ora tenta di fermare Donaldo Trump.
Potrebbe esserci, dice l’iconico-comico, un motivo personale dietro l’odio del Woodward per il Belushi: il giornalista potrebbe essere risentito di essere solo «la terza persona più famosa di Wheaton, Illinois», il paesino che ha dato i natali anche al giocatore di football professionista Red Grange e, guarda caso, John Belushi.
Durante il podcast Murray ha spaziato su vari temi, dalle gioie e i dolori della vita da attore, al ricordo di colleghi scomparsi, alla sua amicizia con lo scrittore di culto Hunter S. Thompson, quello di Paura e delirio a Las Vegas, di cui era intimo.
Bill Murray in passato ha speso parole di peso anche per quanto riguarda la Santa Messa e i suoi cambiamenti dopo il Concilio Vaticano II. «Non sono sicuro che tutti quei cambiamenti siano stati giusti. Tendo a discordare con quella che viene definita la nuova Messa» aveva dichiarato nel 2019. «Penso che abbandonando il latino abbiamo perso qualcosa. Ora se si va a una Messa cattolica ad Harlem può essere in spagnolo, in etiope, in tutta una serie di lingue. La forma, le immagini, sono le stesse, ma le parole no».
Murray rimarrà noto alla posterità anche per il film Groundhog’s Day (1993), in italiano tradotto per qualche ragione con il titolo Ricomincio da capo, incentrato sul bizzarro rituale americano di previsioni metereologiche di fine inverno basato sul comportamento della marmotta Punxsutawney Phil.
Come riportato da Renovatio 21, l’oracolare roditore statunitense a inizio febbraio ha predetto per quest’anno altre sei settimane di inverno.
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Nuova serie gay sui militari americani: il Pentagono contro Netflix
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Da Nasser a Sting e i Police: il mistero di Miles Copeland, musicista e spia della CIA
La I.R.S. Records venne fondata nel 1979 da Miles Copeland III. L’etichetta produsse alcuni tra i più rappresentativi artisti musicali degli anni Ottanta. L’influenza che esercitò nel punk inglese e nella new wave fu fondamentale producendo prodigi come i Police, i R.E.M., i Dead Kennedys. Il logo della casa discografica statunitense ritraeva un uomo in primo piano con un cappello anni ’50 stilizzato in bianco e nero e chiamato spy guy.
Un altro fratello Copeland, Ian (1949-2006), fondò la Frontier Booking International, in acronimo F.B.I., una agenzia di talenti specializzata nella musica e che rappresentò tra gli altri anche i R.E.M., Jane’s Addiction, Snoop Dog, Sting.
Il terzo fratello Copeland, Steward invece era il batterista dei Police e quindi proprio di Sting. Entrato di diritto nella Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Police, venne aggiunto anche nella Modern Drummer Hall of Fame e nella Classic Drummer Hall of Fame. Ha avuto poi una carriera come compositore di colonne sonore per il cinema, musicando pellicole rimaste nella storia come il capolavoro di Francis Ford Coppola Rusty il selvaggio (1983), Wall Street (1987) e Talk Radio (1988) di Oliver Stone, Riff-Raff (1991) e Piovono pietre (1993) di Ken Loach e pure il videogioco Alone in the Dark.
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Se i tre fratelli denotano una esagerata presenza di talento scorrere nelle loro vene quello che sorprende ancora di più è la fonte da cui questi tre fenomeni derivano. Il loro padre, di nome Miles Copeland, fu uno dei fondatori della CIA nonché musicista e personaggio eccezionale nel panorama politico dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti.
Prima della guerra, ancora in Alabama provò a seguire le orme del padre iscrivendosi alla locale università con l’intenzione di diventare medico. Folgorato dal jazz, invece, comprò una tromba e si diede totalmente allo swing. Nel giro di poco si ritrovò a suonare e comporre con giganti come Glenn Miller, Benny Goodman, Buddy Rich, racconta lo storico John Simkin in un suo articolo.
Arrivò però Pearl Harbour e la direzione della sua vita cambiò completamente. Entrò a far parte dell’ufficio finanziario della guardia nazionale. Racconta proprio il sito della CIA che un giorno gli venne chiesto di ripetere un test d’intelligenza perché, dal risultato ottenuto, erano tutti convinti che avesse utilizzato un trucco. Una volta ripetuto guadagnò un risultato se possibile ancora maggiore.
L’esito del test attirò l’attenzione del generale William «Wild Bill» Donovan, direttore di una nuova agenzia chiamata Office of Strategic Service (OSS), la prima agenzia americana che fungeva da servizio segreto. Donovan, che stava formando la base della nuova agenzia, era sempre alla ricerca dei migliori prospetti e con le migliori connessioni. Miles aveva senza dubbio colpito il generale anche per quello che il figlio Stewart chiamava il gift of gab, il dono della chiacchiera. Era un abile oratore e una persona di grande spirito per cui creare empatia non era mai stato un problema.
Amava giocare, si considerava un giocatore, prendeva parte con entusiasmo alle simulazioni di guerra. Nel dopo guerra creò un gioco da tavola cult basato sul suo fondamentale libro, pieno di rivelazioni, Games of Nation, anche questo diventato introvabile oggetto di culto.
Mentre era Londra Copeland divenne amico di Boris Pash, capo della sicurezza del Manhattan Project e anche di Ernest Hemingway. Venne assegnato a dirigere la scuola di controspionaggio, la Corps of Intelligence Police, che divenne nel 1942 la Counterintelligence Corps, CIC, partecipazione che gli valse la Legione di Merito. Copeland partecipò attraverso la CIC all’operazione Overlord, lo sbarco in Normandia ed era parte della BIGOT list, acronimo per British Invasion of German Occupied Territory, un ristrettissimo gruppo di persone con un passato inattaccabile e degne di ottenere i documenti più protetti e riservati.
La CIC, oltre ad impegnarsi nel più famoso Manhattan Project si occupò anche di altri progetti di spicco per l’epoca. Uno di questi, la missione ALSOS, diretta da Boris Pash, era il tentativo da parte degli alleati di raccogliere quante più informazioni possibili sugli sviluppi scientifici nazisti in ambito nucleare; quindi l’operazione Paperclip che cooptò oltre 1600 scienziati, ingegneri e tecnici vari dalla Germania nazista per reinserirli in ambito per lo più scientifico militare statunitense; l’operazione TICOM che aveva come scopo l’impadronirsi di risorse riguardanti la crittografia e le ultime vette della ricerca scientifica sulle telecomunicazioni, ambito in cui i tedeschi eccellevano. Alla fine della guerra Copeland venne anche incaricato di redigere la cronaca del controspionaggio del periodo appena trascorso, intervistando decine di spie e scienziati nazisti.
In seguito alla trasformazione dell’OSS in CIA, Copeland partecipò alla messa a punto del progetto fino alla sua realizzazione nel 1947, anno di nascita della più grande agenzia spionistica americana. Dopodiché ottenne la gestione dell’ufficio dell’agenzia a Damasco in Siria e divenne l’uomo in Medio Oriente per i servizi statunitensi. Nel marzo del 1949 supportò il colpo di stato in Siria in cui venne deposto il governo legalmente eletto in favore del potere militare. Nel 1953 prese parte all’operazione Ajax incaricata di destituire il primo ministro iraniano, Mohammed Mossadegh, reintegrando Reza Pahlavi, assicurando così l’accesso statunitense al petrolio iraniano e contemporaneamente istituendo un avamposto del primo mondo contro i sovietici.
Fluente in almeno dieci lingue, divenne amico personale del presidente egiziano Nasser. Nonostante il cammino tra USA e Egitto avesse preso due strade differenti e i servizi americani avessero preso in considerazione operazioni estreme verso il presidente africano Copeland rimase genuinamente al suo fianco e un ammiratore dell’opera politica di Nasser.
Mantenne ufficialmente questo ruolo per dieci anni costruendo la posizione dell’Intelligence americana nel territorio attraverso il reclutamento di agenti in loco e la costruzione delle reti informative necessarie.
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In seguito, dopo aver rassegnato le dimissioni perché in totale disaccordo con le politiche di Eisenhower, continuò a lavorare privatamente nel solco dell’Intelligence a stelle e strisce fino agli anni Settanta quando si distaccò completamente dando vita a una nuova carriera di autore. I vari articoli e libri che scrisse ottennero un notevole successo ma ebbero anche la conseguenza di esacerbare definitivamente i rapporti con l’agenzia governativa. Nel 1988, scrisse un articolo «Spooks for Bush» in cui dichiarò il totale supporto del mondo dell’Intelligence verso la candidatura di G. W. Bush all’elezione come presidente del 1994.
E. Micheal Burke, ex ufficiale OSS, CIA, e in seguito con una importante carriera nel mondo dello spettacolo, scrisse nell’agosto 1974 una recensione su uno dei suoi testi più famosi Without cloak or dagger (1974). Copeland nel suo libro descriveva la CIA come il demonio di cui ignoriamo l’esistenza, gestita da una cricca di vecchi commilitoni abbastanza potenti da buttare giù un direttore non particolarmente apprezzato come James Schlesinger.
La CIA è un organo interno più potente dei vari governi succedutosi sullo sfondo che ha come grande dilemma trovare il modo per restare potenti, anonimi, silenziosi ma allo stesso vincere la confidenza del pubblico. Come scrive Copeland nel libro: «conosciamo il nemico, sappiamo come gestirlo, siamo incorruttibili. Anche se non ci conoscete, potete implicitamente fidarvi di noi».
Marco Dolcetta Capuzzo
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Amazon Prime Video rimuove tutte le armi e le Bond Girls dai poster dei film di 007. Poi ci ripensa
Amazon had digitally removed all of the guns from James Bond movie art.
Next … they will probably eliminate any scenes from the movies with guns. Ridiculous. pic.twitter.com/PdMgKIKY2e — Wall Street Mav (@WallStreetMav) October 3, 2025
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Notice in these Amazon #JamesBond digital posters they’ve removed all the guns and given awkward poses?
Welcome to a world where promoting James Bond 007 needs to be done without his sidearm. pic.twitter.com/3NGkxXShcn — Chris (@GelNerd) October 2, 2025
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